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Autore: grace_law_smith    28/08/2013    5 recensioni
Quando tutto sembra perso, quando senti solo dolore, quando hai paura, arriva Peter.
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'QUEEN GS'

-Cosa ti mancherà di questo posto, tesoro?- chiese dolcemente mia madre.
-Credo i grattacieli, mamma.- e rise.
In realtà non sapevo bene cosa mi potesse mancare per prima. La domanda da fare era ‘Cosa non ti mancherà di questo posto?’ e forse sarebbe stato meglio se non avesse mai fatto quella domanda.
-Sai, in California devi stare molto attenta.- si preoccupò di dirmi mia madre. –Una mia amica dice che sua figlia ha incontrato un ragazzo che…-
-Mamma, non voglio pensare ai ragazzi. Sono contentissima, andò al college! In California! Come potrei pensare ai ragazzi?- già, come potrei, dopo quello che è successo?
Mia madre mi aiutò a finire la valigie giusto in tempo per il giorno del diploma.
Ci volle un po’ di tempo prima che io, Peter e Gwen tornassimo gli amici stretti di una volta e così passarono sei lunghi mesi.
Gwen era…la Gwen di sempre. Solare, divertente, scherzosa. Le volevo bene come prima che fosse successo tutto il casino con Peter, forse di più. Io e lei eravamo come sorelle, insieme a Mary Jane. Ma già sapete cos’è successo con lei. Quindi eviterei di parlarne.
Kimberly e Steve si erano fidanzati e io ero contenta per loro dato che si erano accorti di essere innamorati l’uno dell’altra.
Kimberly infatti, dopo la mia ‘rottura’ con Steve, anche se non c’era mai stata un’ufficializzazione della nostra relazione, mi confessò di esserci rimasta abbastanza male quando Steve iniziò a corteggiarmi.
Le feci un gran sorriso e le dissi che non avevo mai provato nulla per lui e che lei adesso aveva campo libero.
Per quanto riguarda la storia degli altri personaggi della mia vita tutto era superfluo. Non accadde nulla di speciale.
Cosa fece Peter? Be’, Peter… smesse di fare il Don Giovanni, in parte perché sapeva che non era giusto e in parte perché gli era scocciato.
Il personaggio di Spider-Man diventava famoso ogni giorno di più: salvava vite, incastrava criminali, aiutava gli anziani ad attraversare la strada. Però non lavorava accanto alla giustizia. Era un po’ come un eroe solitario, che sta per conto suo.
Lo guardavo in televisione, sentivo parlare di lui alla radio, ovunque. E per una persona che vuole farsi una nuova vita non è certo la soluzione migliore.
La sera prima del diploma chiamai Gwen e uscimmo a fare una passeggiata. Parlammo del più e del meno sino alla 2nd avenue, quando raggiungemmo un piccolo locale che ci ispirava ed entrammo a dare un’occhiata.
Si scoprì che il locale, sottoterra, era un’immensa discoteca piena di ragazzi quasi della nostra età ubriachi e fatti da morire.
Io e Gwen ci lanciammo un’occhiata un po’ incerta ma poi lei annuii e avanzò per prima dentro. Io la seguii e poi tentò di dirmi qualcosa ma non la sentii per la musica troppo alta.
Il locale occupava ben due piani del palazzo: il piano di sotto era una discoteca vera e propria con luci rosa e verde fosforescente mentre il piano di sopra prendeva una buona parte del perimetro del locale, ma non ricopriva del tutto il piano di sotto.
Non capii come quell’edificio potesse reggere il peso del terzo piano quando era cavo al centro del secondo.
Io e Gwen ci buttammo nella mischia, la persi subito. Ero preoccupata del fatto che poi, magari, con tutta quella confusione, non l’avrei più ritrovata.
Ma eccola lì, di nuovo, la chioma bionda che ondeggiava e scintillava sotto le luci psichedeliche dell’enorme posto.
Mi feci largo fra i presenti per raggiungere Gwen quando un tonfo assordante fece sobbalzare l’intera discoteca.
Ci voltammo tutti d’istinto per capire da dove arrivasse il rumore.
Proveniva dall’alto.
D’un tratto non vidi più nulla.
*
Mi trovavo sdraiata, per terra, in mezzo alla strada. Mi svegliai abbastanza confusa, gli occhi che volevano aprirsi, il resto del corpo no. Con gli occhi socchiusi scorsi che sopra di me c’era il tetto di un cinema.
Mi imposi di alzarmi e, dolorante, lo feci. Dovetti appoggiarmi al muro accanto a me per evitare di cadere, per via dei giri di testa.
Il mio primo pensiero dopo essermi ripresa fu Gwen.
Cercai subito il cellulare nelle mie tasche e composi il numero di Gwen.
Al terzo squillo, la ragazza rispose:
-Sì?- aveva una voce alquanto strana.
-Gwen? Sono Grace! Dove diavolo sei?!- le urlai per via del panico.
-Oh.- la voce di Gwen si fece improvvisamente più seria. -Sono in fondo alla 2nd avenue.-
-In fondo? Dove?- ma Gwen aveva già attaccato.
Mi diressi velocemente alla fine della 2nd avenue ma non trovai nulla, se non un locale a luci rosse.
Luci rosse nella 2nd avenue, stentai a crederci. Stavo per ritornarmene a casa quando una voce molto familiare mi sorprese alle spalle.
-Ciao ciao, Grace. Che ci fai qui? Fai la puttana in segreto? Oh, mamma Paula non ne sarà contenta.-
Senza voltarmi risposi: -No, non faccio la puttana. Non mi chiamo Mary Jane Watson.-
-Oh, cara, se Peter venisse a sapere!-
-Sapere cosa?- mi ero voltata verso la rossa. -Che TU fai la puttana? Cosa ci facevi qui, eh?-
Mary Jane fece un sorrisetto sinistro.  Le sue labbra erano truccate in modo pesante, come il resto del viso e il suo abbigliamento non era quello adatto a una studentessa dell’ultimo anno. Era mezza nuda.
-Di me non gliene frega nulla. Vieni cara, andiamo a fare un giretto… saremo soprannominate ‘le rosse del locale a luci rosse’! La cosa non è eccitante?-
-Per niente, Watson.-
Mi prese per un polso e mi trascinò all’interno del locale sotterraneo.
-Sai com’è, queste cose sarebbero illegali.- mi spiegò durante il tragitto. –Ma, sempre se sai com’è, qui ci vengono tutti, anche i politici. Pagano un botto.-
-Oh, davvero? E tu come lo sai?-
MJ fece una smorfia. Mentre camminava e si atteggiava con grazia all’interno del locale notai che quest’ultimo era molto grande e con luci offuscate ma che facevano comunque vedere bene.
L’ampio spazio era suddiviso in camere che si trovavano a sinistra e divanetti dove si pomiciava o ci si strusciava solamente con i vestiti. Feci per non guardare girando la testa dall’altro lato ma non ce ne fu bisogno perché Mary Jane mi stava portando in una camera speciale, come la definiva lei. Le chiesi spiegazioni ma lei si limitò a sorridermi.
Scendevamo sempre più sotto terra quando alla fine arrivammo di fronte una stanza completamente isolata dal resto delle camere che stavano sopra.
-Come mai non ti sente niente?- chiesi stupita a Mary Jane. –Non dovrebbero sentirsi i gemiti di due che scopano?-
-Te l’ho detto che è una camera speciale.-
-Ma io continuo a non capire. Che cosa vuoi da me? Perché mi hai trascinata qui?-
Poi alzai lo sguardo e sopra la porta c’era un’insegna luminosa con scritto ‘QUEEN GS’
-Che cosa vuol dire?- chiesi a MJ.
Cominciavo a capire. Capivo PERCHE’ Mary Jane mi aveva trascinata lì sotto. Avevo quasi compreso tutto, solo non riuscivo a crederci.
Cercavo di immaginare un’altra scena e non quella che mi si sarebbe presentata davanti. Qualcosa di fattibile, di possibile.
-Vedi, Grace. A Peter non importa cosa faccio io. Sono sicura che alla fine è un bravo ragazzo, gli importa cosa succede alle persone a cui tiene. La vedi quella scritta sopra di te?- Mary Jane mosse il mento per indicarmela.
-Oh, vedo che non sei scema come credo. Hai già capito qualcosa.- disse la rossa guardando la mia faccia stupita.
Mi sentivo impotente, le gambe di gelatina.
-E’ impossibile.- sussurrai guardando in basso, gli occhi colmi di lacrime.
-Credo che se Peter, o almeno un’altra persona che conosca la rispettabilissima Gwen Stacy, sapesse quello che ti sto facendo vedere, sempre la rispettabilissima Gwen Stacy potrebbe essere…uccisa.- Mary Jane fece un risolino portandosi alla bocca le mani, giusto per farmi sentire peggio.
Poi spalancò la porta e la visione che si presentò davanti a me fu la peggiore.
-Tesoro! C’è qualcuno che vuole vederti!- la voce di Mary Jane suonava forte e chiara all’interno della stanza.
Una figura snella, alta e formosa si mosse all’interno del locale. I lunghi boccoli biondo platino oscillarono da un punta all’altra mentre la ragazza si muoveva.
Vedevo tutto offuscato, sentivo che di lì a poco sarei svenuta.
Quando la ragazza bionda mi vide, o almeno ricordo che fu quando mi vide, si bloccò. Aprì la bocca per dire qualcosa ma non ne uscì alcun suono.
Guardai Mary Jane dritta negli occhi. Aveva sul viso un’espressione alquanto compiaciuta. Vedevo il trionfo, negli occhi verde smeraldo.
Poi mi voltai verso la bionda.
-Queen Gwen Stacy.- sussurrai.


Come gif finale Holland che ci sta tutta! Bene, ho finito il capitolo dopo una lunga attesa e spero vi abbia sorpreso perché credo di averci messo l'anima! Recensite, suggerite, leggete, fatemi sapere cosa ne pensate!
Vorrei specificare una cosa: IL PERSONAGGIO DI GWEN NON E' OOC PERCHE' LA STORIA E' INVENTATA DA ME E QUINDI POSSO ANCHE CAMBIARE IL CARATTERE DEI PERSONAGGI.
Ecco, piccola specificazione.
Spero lo apprezziate,
Marianna.

 

  
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