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Autore: _twogirlsandonepen    28/08/2013    13 recensioni
Alice Grey non sapeva cosa significasse amare qualcuno. Le ragazze della sua età già lo sapevano, ma lei era decisa a rimandare quel momento al più tardi possibile.
Un giorno qualsiasi qualcuno bussò freneticamente alla porta del suo cuore, lei si affacciò ma aveva paura di aprire. L'ultima volta aveva perso una delle persone che più amava e infatti aveva demolito dalla sua testa quella parola. Ma lui bussava sempre più forte. Alice era sempre più decisa a non aprire. Così lui prese la chiave del suo cuore ed aprì la porta. I due non sapevano a cosa stessero andando in contro, ma l'avrebbero affrontato, insieme.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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ALICE'S POV.

 
«Drin, Drin, Drin»
La sveglia suona. E' appena iniziata la scuola e già sono stanca..preferirei mangiare tonnellate del cibo di mio padre piuttosto che andarci. Mi alzo dal letto e guardo Juliette che dorme beata al mio fianco. Il viaggio deve averla stancata e non poso. Mi fa quasi pena svegliarla e interrompere i suoi dolci sogni, cosa che posso intuire stia facendo dato che ha un dolce sorrisetto sul viso. Decido così di ricorrere alle maniere dolci, cosa che non è molto nella mia indole visto che per i miei comportamenti potrei essere paragonata più ad un ragazzo che ad una ragazza. Ma cosa ci posso fare? E' più forte di me, la finezza non è uno dei miei maggiori pregi. Mi accosto al suo viso sussurrandole all'orecchio un «Sveglia Juliette, c'è scuola». Lei di tutta risposta si gira sull'altro fianco e continua a dormire come se non fosse successo nulla. -Oh mia cara Julietta, io ci ho provato. Ora però il tuo risveglio sarà un pò più movimentato- sussurro. Mi viene un'idea. Mi avvicino all'interruttore della luce e comincio a premere continuamente il pulsante poi, assumendo un'espressione treatale, inizio ad urlare «Juliette, Juliette, la casa sta andando a fuoco!».
Lei come per magia si alza dal letto spaventata, la faccia bianca come un lenzuolo. Io inizio a ridere fino a cadere a terra e lei mi guarda alzando un sopracciglio e mi dice «Era uno scherzo vero? Sei un idiota, ti odio!»
«Oh, buongiorno anche a te mia amata Juliette» le dico cercando di rimanere più seria possibile «Stamattina non ne volevi sapere di svegliarti così ho pensato ch con questa mia idea saresti saltata fuori dal letto. Dovresti ringraziarmi, almeno non sarai in ritardo a scuola»
«Che gran bella idea» mi risponde enfatizzando ogni singola parola.
«Si, lo so come faresti senza di me?»
«Di sicuro, al tuo posto ci sarebbe mia madre che mi sveglierebbe in un modo più gentile»
«Ah.. voi francesi.. siete così tutte bonjour finesse»
«Sai.. potresti sembrare quasi una ragazza nobile se ti sentissi parlare in francese e non ti conoscessi. Il problemi è che ti conosco e mi sembri più un camionista, amore. Devi prenderti cura di te stessa così, magari, potresti fare colpo su quel tipo con il ciuffo.. Bieber, se ricordo bene, giusto?»
« Certo Juliette! Magari adesso indosso un bel vestito rosa con i brillantini, metto una coroncina sul capo ed entro a scuola ballando il valzer!» dico ridendo.
«Sei sempre la solita Alice! Non sei cambiata di una virgola!» mi risponde divertita.
«Dai, andiamo a fare colazione altrimenti arriviamo davvero tardi» le dico iniziando a cercare qualcosa di presentabile da indossare giusto per non farle fare la figura dell'idiota accanto a me, conciata come una barbona.
«Che ne dici di questa?» mi dice avvicinandosi e prendendo dal mio armadio una gonna striminzita che non indosso da anni. «Cosa ti ho detto prima? Non voglio essere al centro dell'attenzione e con questo straccio addosso lo sarei di sicuro»
«Oh, amore credimi, lo saresti di più se indossassi questo» risponjde sicura di se indicando una t-shirt che stavo per indossare.
«Cosa ha di strano? E' una semplice t-shirt per..»
«..passare inosservata?» dice terminando ciò che avevo in mente.
«Si, così passo inosservata e quello stalker di Bieber non mi troverà mai. Sembra che in ogni posto che frequento ci sia anche lui» dico irritata.
«Stanne certa che ti troverebbe lo stesso. E' così preso da te. Ogni volta che il tuo sguardo incrocia il suo, i suoi occhi iniziano a brillare.. Ah»
«Ma che dici? Se non ci hai mai visti insieme!»
«Bhè sto sognando, lasciami sognare! Se vi fidanzaste lui mi potrebbe far conoscere qualche suo amichetto e magari..» la interrompo sventolando la mia mano quasi in modo da farla svegliare dal mondo dei sogni.
«Frena, frena, frena, stai correndo troppo. Numero uno, lui non è innamorato di me. Numero due, ti non stai uscendo già con un ragazzo?» dico gesticolando con le mani.
«Si, ma non importa, ho bisogno di un ragazzo di scorta giusto per essere sicura di non rimanere sola» risponde. «Tu sei matta! Io non riuscuirei a sopportarne uno, figurati due..»
«Ah, mia cara Alice. Potrei in ogni caso 'rubare' a ciascuno di loro una carta di credito per fare shopping in negozi di lusso magari insieme a te! Sai, ne avresti bisogno» dice indicando nuovamente la t-shirt.
«Cosa ti ha fatto quella maglietta?» le dico esasperata mentre senza badare troppo a ciò che dice la indosso e cerco un paio di jeans.
«Niente. E' inutile parlare con te» dice alzando le mani in segno di arresa.
«Bene. Tu cosa hai intenzione di sfoggiare?» dico quasi prendendola in giro.
«Questo!» dice prendendo dalla sua valigia un vestitino rosa.
«Ti ricordo che il ballo di fine anno è appunto alla fine dell'anno e non oggi» le dico divertita.
«Perchè è troppo esagerato?» mi chiede delusa.
«Certo che lo è!»
«Non importa. Lo metterò lo stesso» risponde sucura di sè. Nel frattempo io dopo aver trovato un jeans, metto un paio di vans grigie abbinate alla t-shirt e corro in bagno. Sistemo i capelli in una coda e ritorno in camera dove con molto stupore trovo Juliette ancora intenta a cercare un paio di scarpe da abbinare al suo vestito gettanto per aria quasiasi cosa ci sia nella sua enorme valigia. «Ne hai ancora per molto?» le dico rimproverandola dato che tra mezz'ora dobbiamo trovarci a scuola. «ltri dieci minuti. Tu intanto va a fare colazione, io ne posso fare a meno» risponde mentre esasperata continua la sua ricerca.
« Okay, ma mi raccomando dieci minuti, niente di più, non voglio fare tardi e ritrovarmi in detenzione» dico mentre scendo le scale e vado in cucina. Mi accomodo sedensomi su uno sgabello e mi appoggio al piano cottura. Guardandomi intorno noto un piatto con dentroun'omelette mezza bruciata e un biglietto. Prendo tra le mani il biglietto e inizio a leggere ciò che c'è scritto.
'Buongiorno piccola. Questa settimana sarò fuori per lavoro perciò tu e Juliette fate le brave, mi raccomando. Mi scuso per non averti avvisata prima così per farmi perdonare ti ho cucinato qualcosa. Spero sia commestibile, un bacione papà!'
Guardo schifata l'omelette per alcuni secondi. Scusa papò ma questa te la mangi tu! Non voglio morire. Sposto la mia attenzione verso l'orologio e noto che sono passati ben 15 minuti. Così corro sopra alla ricerca di Juliette. Apro la porta della camera e c'è un silenzio tombale. Mi guardo intorno e non la trovo perciò corro a cercarla nel bagno. Con sorpresa la trovo davanti allo specchio intenta a mettere del mascara.
«Così sembrerai una cheerleader!» le dico divertita.
«Cosa c'è di male nell'assomigliare ad una cheerleader? Sono così belle!»
«Belle e stupide. Dobbiamo andare dai» le dico quasi implorandola.
«Okay, Okay, ho finito. Contenta?»
«Si, dai. Andiamo!» Ritorniamo entrambe in camera alla ricerca delle nostre borse tra tutto il casino che ha combinato Juliette e uscendo di casa ci avviamo verso scuola.
«Allora- dice Juliette spezzando il silenzi che si era creato- perchè hai tutta questa fretta stamattina? Il tuo ragazzo ti sta aspettando?» dice prendendosi gioco di me.
«Non è il mio ragazzo e poi abbiamo francese stamattina. L'unica materia che mi riesce piuttosto bene» le dico.
«Che bello! L'unica cosa che so fare! Trasferirsi in Francia ha portato i suoi vantaggi! Credo che questa mattinata inizierà bene» dice felice.

***

«Corri, Juliette, corri!» urlo a squarciagola. «Non ce la faccio, questi tacchi mi stanno uccidendo!» dice disperata.
«Te l'avevo detto che non era il caso di vestirti in questo modo! Muoviti altrimenti non saranno i tuoi tacchi ad ucciderti ma la prof al tuo primo giorno di scuola e se la prenderà anche con me!» urlo sull'orlo dell'esasperazione. Sono stata un'idiota ad assecondarla. In pratica stamattina mentre a passo svelto ci dirigevamo verso scuola, Juliette è rimasta folgorata da un vestitino che si trovava nella vetrina di Forever21, il negozio più alla moda di London. Credo che per lei sia stato una sorta di amore a prima vista. Appena i suoi occhi hanno incontrato il vestitino, hanno assunto la tipica forma a cuoricino.. non ci ha visto più e sbam.. si è innamorata e mi ha trascinata con sè verso quello che per lei è il paradiso.
«Oh mio Dio, Alice, guarda lì..» sposto il mio sguardo verso la direzione indicata dal suo indice e non faccio in tempo a rispondere che mi blocca.
«Devo averlo a tutti i costi, Alice, ti prego, solo 10 minuti» urla come un'isterica.
«Juliette è dà stamattina che ti sto assecondando.. ti prego, tra cinque minuti suona la campanella»
«Eh, dai! Ti prego -dice facendo la faccia da cucciolo- voglio solo vederlo da vicino, lo verrò a comprare oggi, con te, ovviamente»
«Okay. Ricorda: si guarda ma non si compra. Tieni a bada questa tua voglia frenetica di fare shopping, cara» le dico pentendomi solo dopo due secondi della mia scelta. Insieme atraversiamo la strada e ci ritroviamo a fissare la vetrina che separa Juliette dal suo amore.
«E' bellissimo! Lasciami entrare così lo prenoto e oggi lo veniamo a prendere. Corro il rischio di non trovarlo. Chiunque potrebbe soffiarmelo da sotto il naso e non voglio che accada» dice senza badare alla mia risposta, avvicinandosi all'interno del negozio. Rimango fuori impalata a guardare il mio orologio sperando che il tempo possa scorrere il più lentamente possibile. Uno, due, tre, quattro, cinque, sei minuti. Mentre continuo ad imprecare contro me stessa, la mia cara amica esce sorridente dal ''paradiso''.
«Era ora! Muoviti! Ci conviene correre»
«Calma, è tutto sotto controllo. Non faremo tardi» dice sorridendo.

***

«Non faremo tardi! Eh?» dico rimproverandola appena prendiamo posto negli ultimi banchi della classe.
«Eddai, è stato divertende. Di la verità?»
«Per niente -dico mettendole il broncio – siamo state fortunate che la prof stamattina aveva poca voglia di compilare schede per la detenzione e si è limitata a sgridarci. E' la prima e l'ultima volta che ascolto ciò che dici, sia chiaro!»
«Grazie, ti devo un favore!» dice quasi prendendomi in giro.
«Sese, certo, come no!» dico ridendo.
«Ragazze, avete intenzione di parlare ancora per molto? Non vi è bastato arrivare tardi?» dice la prof di francese.
«No, prof, le chiediamo scusa» diciamo all'unisono.
«Bene.. che ne dite di fare un ripasso generale? Il verbo avoir, forza ragazzi..»
«J'ai, tu as, il a, nous..»
-Toc, toc-
«Prego» dice la prof esasperata. La porta si apre con un tondo e sulla soglia c'è quel cretino di Bieber. Indossa un pantalone aderente, delle supra rosse e una maglietta bianca stretta che gli evidenzia i muscoli.
«Bieber! Cos'è oggi? Il giorno dei ritardatari?»
«Avevo delle cose da fare» risponde Bieber andandosi a sedere nell'ultimo banco rimasto, accanto al mio. Mi fà l'occhiolino. Io di tutta risposta alzo il dito medio e gli mimo con la bocca 'va' al diavolo'. Lui ride.
«Cose da fare? Più importanti del francese? Beh dato che oggi abbiamo il piacere di avere con noi la signorina Bresson, anche lei ritardataria, caro signorino Bieber prenderai da lei e dalla signorina Grey lezioni extra per migliorare la tua F in questa materia. Magari riuscirai ad avere una D.»
Rimango a bocca aperta. Più cerco di evitarlo e più mi capita davanti, scommetto che lo fà apposta. Si nasconde dietro il compagno davanti e mi fà la linguaccia; se non fosse la lezione di francese l'avrei già preso a sberle, per la soddisfazione di vederlo soffrire. La lezione passa velocemente fra i vari ripassi intanto Bieber dorme e russa sonoramente. La campanella suona e Bieber si sveglia di soprassalto farfugliando qualcosa. «Vieni Juliette..» la incito con la mano e ci avviamo verso l'uscita.
«Grey, ferma. Anche tu reginetta del ballo!» urla Bieber racchettando le sue cose e infilandole velocemente nella borsa, si avvicina e continua «Dato che siamo costretti – manda un'occhiata maligna alla prof che è ancora seduta vicino alla cattedra- facciamo domani alle cinque, oggi ho da fare» Ci saluta con un cenno e se ne va.
«Carino il ragazzo, eh?» dice Juliette sorridendo. «E' solo un'idiota» affermo convinta io uscendo dalla classe non riuscendo a soffocare però una risatina.



-Our space.


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siamo di nuovo noi Clelia ed Angela! Volevamo ringraziarvi per le recensioni ricevuti nei capitoli precendenti, siete fantastiche! Continueremo presto, promesso! Un bacione, Angela e Clelia :*
  
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