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Autore: puffola_pigmea_cry    28/08/2013    2 recensioni
Fine del sesto anno. Silente è morto e dopo poco il funerale la piccola Ginny aspetta Harry perchè sa che verrà a dirle addio. Ma se Harry avesse il bisogno impellente di parlare con la sua Ginny, e se Hermione avesse la soluzione?
Una visione alternativa del settimo libro.
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Il trio protagonista | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 2-perché l’assenza dell’amore non è invisibile (parte 2)
P.O.V. Harry

 
Con un inconfondibile boato, dal tubo si sprigiona fuoco di drago, incandescente e azzurro, e la moto scatta in avanti come un proiettile in un fracasso di metallo lacerato. Vedo i Mangiamorte deviare per evitare la scia mortifera di fiamme e allo stesso tempo sento il sidecar ondeggiare paurosamente: i giunti di ferro che lo fissano alla moto si sono spaccati per la forza dell'accelerazione.
«Tranquillo, Harry!» grida Hagrid, appiattito sulla schiena dall'impeto della velocità; nessuno controlla il manubrio, e il sidecar comincia a contorcersi violentemente nella scia della moto.
«Ci sono, Harry, non preoccuparti!» urla Hagrid, e sfilò dalla tasca della giacca l'ombrello rosa a fiori.
«Hagrid! No! Lo faccio io!»
«REPARO!»
Un'esplosione assordante e il sidecar si stacca del tutto dalla moto. Fila in avanti, spinto dall'inerzia, poi comincia a perdere quota...
Disperato, punto la bacchetta sul sidecar e grido: «Wingardium Leviosa!»
Il carrozzino schizza in alto come un tappo di spumante, ingovernabile ma almeno ancora in volo: ho un solo istante di sollievo prima che altre maledizioni mi sfrecciano accanto. I tre Mangiamorte si avvicinano.
«Arrivo, Harry!» grida Hagrid dall'oscurità, ma sento che il sidecar ricomincia a scendere: mi rannicchio più che posso, miro in mezzo alle sagome sempre più vicine e urlo «Impedimenta!»
L'incantesimo colpisce in pieno petto il Mangiamorte al centro: per un istante l'uomo rimase assurdamente a braccia spalancate, a mezz'aria, come se avesse sbattuto contro una barriera invisibile: uno dei compagni rischiò di urtarlo...
Poi il sidecar comincia a precipitare. Il terzo Mangiamorte scaglia una maledizione così vicina che mi devo abbassare sotto il bordo della carrozzeria: sbatto contro il sedile e mi salta via un dente...
«Arrivo, Harry, arrivo!»
Una mano enorme mi afferra per i vestiti e mi estrae dal sidecar in caduta libera; trascino con me lo zaino, mi arrampico sul sedile della moto e mi ritrovo schiena a schiena con Hagrid. Mentre sfrecciamo in alto, lontano dai due Mangiamorte superstiti, sputo sangue, punto la bacchetta verso il sidecar e urlo: «Confringo!»
Provo una tremenda fitta allo stomaco per Edvige quando lo vedo esplodere; il Mangiamorte più vicino è scaraventato giù dalla scopa e scomparve; l'altro rimane indietro e sparì alla vista.
«Harry, scusa, scusa» geme Hagrid, «non dovevo provare a ripararlo io... non ci stai...»
«Non è un problema, continua a volare» urlo di rimando Harry. Altri due Mangiamorte affiorano dal buio e si avvicinano.
Le maledizioni riprendono a sfrecciare nello spazio che ci separa, mentre Hagrid sterzava e zigzagava; capisco che non osa premere di nuovo il pulsante del fuoco di drago, con me così in bilico. Spedisco una raffica di Schiantesimi contro gli inseguitori, ma riesco solo a rallentarli. Scaglio loro un'altra fattura bloccante: il Mangiamorte più vicino scarta per evitarla e il cappuccio gli cade indietro. Alla luce rossa dello Schiantesimo seguente riconosco  il volto stranamente inespressivo di Stanley Picchetto... Stan...
«Expelliarmus!» grido..
«È lui, è lui, è quello vero!»
L'urlo del Mangiamorte ancora celato raggiunse Harry sopra il tuono del motore: un attimo dopo, entrambi gli inseguitori si fermano e non si vedono più.
«Harry, cos'è successo?» mugghia Hagrid «Dove sono andati?»
«Non lo so!»
Ma avevo paura: il Mangiamorte incappucciato aveva urlato «è quello vero» ; come faceva a saperlo? Mi guardo intorno, nel buio che sembra vuoto, e ne avverto la minaccia. Dov'erano?
Mi rigiro sul sedile per mettermi diritto e afferro la schiena di Hagrid per la giacca.
«Hagrid, spara ancora il fuoco di drago, andiamo via di qui!»
«Allora tieniti forte, Harry!»
Ci fu di nuovo un rombo stridente e assordante e il fuoco bianco-azzurro schizza dal tubo di scappamento: mi sento scivolare via dal pezzetto di sella che occupava, Hagrid mi rovina addosso riuscendo a stento a mantenere la presa sul manubrio...
«Li abbiamo seminati, Harry, mi sa che ce l'abbiamo fatta!» strilla Hagrid.
Ma non ne sono convinto; terrorizzato, guardo a destra e a sinistra in cerca di inseguitori che sarebbero giunti, di sicuro... perché sono rimasti indietro? Uno di loro aveva ancora la bacchetta... È lui, è quello vero... l'avevano detto subito dopo che aveva cercato di Disarmare Stan...
«Dai che ci siamo, Harry, ce l'abbiamo quasi fatta!» urla Hagrid.
Sento la moto abbassarsi un po', ma le luci a terra sembrano ancora distanti come stelle.
Poi la cicatrice in fronte mi arde come fuoco: su ciascun lato della moto appare un Mangiamorte, e due Anatemi che Uccidono, scagliati da dietro, mi mancano di un soffio...
E lo vedo. Voldemort vola come fumo nel vento, senza una scopa o un Thestral. Il suo volto da serpente brilla nel buio, le dita bianche levano di nuovo la bacchetta...
Hagrid emette un ruggito di terrore e sterzando si butta con la moto in un tuffo verticale. Aggrappandomi stretto, spedisco Schiantesimi a caso nel vortice della notte. Vedo un corpo cadere in volo e sò di aver colpito un Mangiamorte, ma poi sento uno schianto e vedo scintille volare dal motore; la moto gira in una spirale, senza più controllo...
Getti di luce verde mi sfiorano di nuovo. Ho perso il senso dell'alto e del basso: la cicatrice brucia ancora; sono certo di morire da un momento all'altro. Una sagoma incappucciata su un manico di scopa è a poca distanza da me, la vedo alzare il braccio...
«No!»
 
«Hagrid!»
Harry si districò a fatica dai frammenti di metallo e cuoio che lo circon-davano; cercando di rialzarsi affondò le mani in pochi centimetri di acqua fangosa. Non capiva dove fosse finito Voldemort e si aspettava di vederlo sbucare dall'oscurità da un momento all'altro. Qualcosa di caldo e bagnato gli colava lungo il mento e dalla fronte. Strisciò fuori dallo stagno e avan-zò inciampando verso l'enorme massa scura di Hagrid.
«Hagrid! Hagrid, di' qualcosa...»
Ma la massa scura rimase immobile.
«Chi è là? Potter? Sei Harry Potter?»
Harry non riconobbe la voce maschile. Poi una donna urlò: «Sono preci-pitati, Ted! Precipitati nel giardino!»
Gli girava la testa.
«Hagrid» ripeté stolidamente, e gli cedettero le ginocchia.*
Il mio ultimo pensiero andrò alla mia piccola principessa.
Quando mi risveglio un uomo mi si presenta come il padre di Tonks,e sua moglie Andromeda (terribilmente simile a Bellatrix) si prese cura di Hagrid. Mi diedero il mio zaino e ci indicarono la passaporta con cui arrivare alla tana.
La tocco e qualche istante dopo sento i piedi che urtavano il suolo e cado carponi nel cortile della Tana. Sento delle urla. Getto via la spazzola che non brilla più, mi alzo, ondeggio appena, e vedo la signora Weasley e Ginny scendere di corsa gli scalini della porta sul retro. Anche Hagrid è crollato al suolo nell'atterraggio e si sta rialzando faticosamente.
«Harry! Sei quello vero? Che cos'è successo? Dove sono gli altri?» grida la signora Weasley.
«Come sarebbe? Gli altri non sono ancora tornati?» chiedo, ansante.
La risposta si legge sul volto pallido della signora Weasley.
«I Mangiamorte ci stavano aspettando» le racconto. «Ci hanno circondato appena dopo il decollo... sapevano che era per stanotte... non so cosa è successo agli altri. Ci hanno inseguito in quattro, siamo riusciti a scappare e poi ci ha raggiunto Voldemort...»
Avverto il tono di scusa nella mia voce, la supplica che capisse come mai non so nulla dei suoi figli, ma...
«Grazie al cielo voi state bene» mi interruppe lei, e mi strinse in un imme-ritato abbraccio.«Non è che hai del brandy, eh, Molly?» chiede Hagrid, un po' scosso. «A scopo medicinale?».
I due entrano in casa e Ginny si butta tra le mie braccia, finalmente.
Non parliamo, restiamo stretti pochi minuti per il semplice bisogno di sapere che noi siamo vivi. Le lascio un bacio tra i capelli e le chiedo spiegazioni.
«Ron e Tonks dovevano tornare per primi, ma hanno perso la Passapor-ta, è arrivata senza di loro» spiega, indicando una lattina arrugginita lì a terra. «E quella» e mostra una vecchia scarpa da tennis «era di papà e Fred, dovevano essere i secondi ad arrivare. Tu e Hagrid eravate i terzi, e» controlla l'orologio «se ce l'hanno fatta, George e Lupin dovrebbero essere di ritorno tra un minuto». Una luce azzurra si è accesa nel buio: diventa più grande e splendente e appaiono George e Lupin, girarono su se stessi e infine cadono. Capisco subito che qualcosa non và; Lupin sorregge George, svenuto, il volto coperto di sangue.
Scatto in avanti e afferro George per le gambe. Insieme a Lupin lo trasporto in casa, oltre la cucina, nel salotto, dove lo deponiamo sul divano. Quando la luce illumina la testa di George, Ginny trattiene il fiato e mi sento stringere lo stomaco: gli manca un orecchio. Il lato della faccia e il collo sono coperti di sangue fresco, di un rosso spaventoso.
La signora Weasley si è appena chinata sul figlio quando Lupin mi afferra per un braccio e mi trascina rudemente in cucina, dove Hagrid sta ancora tentando di far passare la sua mole attraverso la porta di servizio.
«Ehi!» esclama quest'ultimo, indignato. «Mollalo! Molla Harry!»
Lupin lo ignora.
«Quale creatura c'era nell'angolo la prima volta che Harry Potter entrò nel mio ufficio a Hogwarts?» chiede, scuotendomi. «Rispondi!»
«Un... un Avvincino dentro un acquario, no?»
Lupin mi lascia andare e mi abbandono contro un armadietto della cucina.
«Che cos'è che avevi in testa, eh?» ruggisce Hagrid.
«Mi dispiace, Harry, ma dovevo controllare» spiega Lupin, secco. «Qualcuno ci ha tradito. Voldemort sapeva che saresti stato trasferito sta-notte e i soli che possono averglielo riferito erano direttamente coinvolti nel piano. Potevi anche essere un impostore».
«Allora com'è che a me non mi controlli?» ansima Hagrid, ancora inca-strato nella porta.
«Tu sei un Mezzogigante» rispode Lupin, guardandolo. «La Pozione Po-lisucco funziona solo con gli umani».
«Nessuno dell'Ordine avrebbe mai detto a Voldemort che ci muovevamo stanotte» dico; l'idea è rivoltante, non posso credere che è stato uno di loro. «Voldemort mi ha raggiunto solo verso la fine, all'inizio non sapeva quale ero. Se fosse stato informato del piano, avrebbe saputo dall'inizio che io ero quello con Hagrid».
«Voldemort ti ha raggiunto?» chiede Lupin con veemenza. «Che cos'è successo? Come hai fatto a fuggire?»
Racconto in breve che i Mangiamorte alle mie calcagna mi hanno riconosciuto come il vero Harry, hanno abbandonato la caccia e dovevano aver chiamato Voldemort, che era apparso appena prima che io e Hagrid raggiungessimo il rifugio di casa Tonks.
«Ti hanno riconosciuto? Ma come? Cos'hai fatto?»
«Io...» cerco di ricordare; tutto quanto il viaggio è una macchia confusa di panico. «Ho visto Stan Picchetto... sai, il tipo che faceva il con-trollore sul Nottetempo? E ho cercato di Disarmarlo invece di... be', non sa quello che fa, no? Dev'essere sotto la Maledizione Imperius!»
Lupin è sgomento.
«Harry, il tempo di Disarmare è finito! Questa gente sta cercando di catturarti per ucciderti! Schianta, almeno, se non sei pronto ad ammazzare!»
«Eravamo a centinaia di metri da terra! Stan non è in sé, e se io l'avessi Schiantato e fosse caduto, sarebbe morto esattamente come se avessi usato l'Avada Kedavra! L'Expelliarmus mi ha salvato da Voldemort, due anni fa» aggiungo, con aria di sfida. Lupin mi ricorda Zacharias Smith, il sarcastico Tassorosso che mi aveva preso in giro quando avevo deciso di insegnare all'Esercito di Silente come Disarmare.
«Sì, Harry» ribatte Lupin con doloroso ritegno, «e davanti a un gran numero di Mangiamorte! Perdonami, ma è stata una mossa molto insolita già allora, in pericolo di vita. Ripeterla stanotte davanti ai Mangiamorte che ti hanno visto in quella prima occasione o ne hanno sentito parlare è stato quasi un suicidio!»
«Quindi secondo te avrei dovuto uccidere Stan Picchetto?» chiedo, adirato.
«Certo che no» rispode Lupin, «ma i Mangiamorte... insomma, chiunque si sarebbe aspettato una reazione adeguata! L'Expelliarmus è un incante-simo utile, Harry, ma i Mangiamorte sono convinti che sia la tua firma, e io ti consiglio di non farlo diventare tale!»
Lupin mi fa sentire un idiota, eppure in me c'è ancora un residuo di sfida.
«Non fulminerò la gente solo perché mi capita davanti» disse. «Lo lascio fare a Voldemort».
Lupin non risponde più, George non morirà ma il suo orecchio non si può sostituire.
Fuori si sente un rumore sordo di passi. Lupin si precipita sulla porta; io supero con un balzo le gambe di Hagrid e sfreccio nel cortile.
sono apparse due figure, e mentre corro verso di loro le riconosco: Hermione, che sta tornando se stessa, e Kingsley. Entrambi si reggono a una gruccia piegata. Hermione si getta tra le mia braccia, ma Kingsley non da alcun segno di gioia. Oltre la spalla di Hermione, lo vedo levare la bacchetta e puntarla contro il petto di Lupin «Le ultime parole che ci ha detto Silente?»
«'Harry è la nostra speranza migliore. Fidatevi di lui'» rispde Lupin, tranquillo.
Kingsley punta la bacchetta contro di me, ma Lupin interviene: «È lui, ho già controllato!»
«D'accordo, d'accordo!» dice Kingsley, riponendo la bacchetta sotto il mantello. «Ma qualcuno ci ha tradito! Lo sapevano, sapevano che era sta-notte!»
«Già» conferma Lupin, «ma a quanto pare non hanno capito che ci sa-rebbero stati sette Harry».
«Bella consolazione!» ringhia Kingsley. «Chi altri è tornato?»
«Solo Harry, Hagrid e George».
Hermione soffoca un gemito dietro la mano.
«A voi cosa è successo?» chiese Lupin a Kingsley.
«Cinque inseguitori, due feriti, forse uno abbattuto» snocciolò Kingsley, «e abbiamo visto anche Voi-Sapete-Chi: è arrivato a metà inseguimento ma è sparito subito. Remus, sa...»
«... volare» concludo per lui. «L'ho visto anch'io, ci ha inseguito».
«Ecco perché se n'è andato... per inseguire voi!» esclama Kingsley. «Non riuscivo a capire come mai fosse sparito. Ma che cosa lo ha indotto a cambiare bersaglio?»
«Harry è stato un po' troppo gentile con Stan Picchetto» spiega Lupin.
«Stan?» ripete Hermione. «Credevo che fosse ad Azkaban...»
Kingsley scoppia in una risata priva di allegria.
«Hermione, evidentemente c'è stata una fuga di massa che il Ministero ha messo a tacere. Quando l'ho maledetto è caduto il cappuccio a Travers, un altro che dovrebbe essere dentro. Ma a voi com'è andata, Remus? Dov'è George?»
«Ha perso un orecchio» risponde Lupin.
«Perso un...?» gli fa eco Hermione con voce stridula.
«È stato Piton» dice Lupin.
«Piton?» urlo. «Non me l'avevi detto...»
«Gli è caduto il cappuccio durante l'inseguimento. Il Sectumsempra è una sua specialità. Vorrei poter dire di averlo ricambiato, ma sono riuscito a stento a tenere George sulla scopa dopo che è stato ferito: perdeva troppo sangue».
 
Restiamo in giardino scrutando la siepe ma nessun movimento si nota. Dov'era Ron? Dov'erano Fred e il si-gnor Weasley? Dov'erano Bill, Fleur, Tonks, Malocchio e Mundungus?
Vado ad aiutare Hagrid che è rimasto (di nuovo) incastrato nella porta ed entro dentro < vedere cm sta George. È vivo ma il suo orecchio non si può far ricrescere. Vedo Ginny, non resisto alla voglia di abbracciarla, nonostante ci sia la signora Weasley. Mi sto per avvicinare quando dalla cucina giungono dei rumori.
«Ti dimostrerò chi sono, Kingsley, solo dopo aver visto mio figlio! Adesso fatti indietro, se ci tieni alla pelle!»
Non avevo mai sentito il signor Weasley urlare così. Irruppe nel salotto, la pelata lucida di sudore, gli occhiali storti, Fred alle sue spalle, entrambi pallidi ma illesi.
«Arthur!» grida la signora Weasley fra i singhiozzi. «Oh, sia ringraziato il cielo!»
«Come sta?»
Il signor Weasley cade in ginocchio accanto a George. Per la prima volta da che lo conosco, Fred è a corto di parole. Guarda a bocca aperta la ferita del gemello come se non riuscisse a credere ai suoi occhi.
Forse ridestato dal rumore, George si muove.
«Come ti senti, Georgie?» sussurra la signora Weasley.
Le dita di George sfiorano il lato della testa.
«Romano» mormora.
«Che cos'ha che non va?» gracchia Fred, terrorizzato. «Ha subito un danno al cervello?»
«Romano» ripeta George, aprendo gli occhi e guardando il fratello.
«Sai... mi sento un po' romano. Come il foro. Il foro, Fred, capito?»
La signora Weasley singhiozza più forte che mai. Un rossore tinge il volto pallido di Fred.
«Patetico» dice a George. «Patetico! Con un mondo di battute possibili sulle orecchie, scegli romano
«Ah, be'» ribatte George, sorridendo alla madre bagnata di lacrime. «A-desso almeno riuscirai a distinguerci, mamma».
Si guarda intorno.
«Ciao, Harry... sei Harry, vero?»
«Sì» rispondo, avvicinandomi al divano.
«Be', perlomeno ti abbiamo portato qui tutto intero» dice George. «Per-ché Ron e Bill non sono chini al mio capezzale?»
«Non sono ancora tornati, George» rispode la signora Weasley. Il sorriso di George sparisce. Faccio cenno a Ginny di seguirmi fuori. In cucina, lei dice piano: «Ron e Tonks dovrebbero essere tornati, ormai. Non avevano tanta strada da fare; zia Muriel non abita lontano da qui».
 
La guardo negli occhi e ci vedo la forza di un leone ma la fragilità di una goccia di rugiada. La stringo forte, capisco che lei in fondo ha bisognodi un po’ di sostegno: non sa,però, che è lei che sostiene me.
“ mi dispiace per George, io ho provato a impedirglielo ma…” inizio a parlare a raffica.
“sh! Non parlare. Lo so che tu non volevi ma è meglio così: dovevano portarti qui sano e salvo, se nò non potevo fare questo”  e in un attimo le sue labbra sono sulle mie. Continuiamo a baciarci nonostante siamo senza fiato, perché non si ha bisogno di ossigeno quando hai avuto per così tanto tempo la mancanza dell’amore.
Ci stacchiamo solo dopo l’urlo di Hermione “eccoli”.
Ginny mi prende per mano e corriamo fuori giusto in tempo per vedere una scopa atterrare con Ron e Dora. E mentre Dora vola nelle braccia di Remus, pallido e rigido, Ron barcolla verso di noi e subitoHermione gli butta le braccia al collo.
Tonks raccontò come erano andate le cose e la stessa cosa remus. Molly per giunta li ringraziò per aver riportato George e Fred vivi. Ma il ritardo di Bill, Fleur, Malocchio e Mundungus era preoccupante. Tutti parlavano tra di loro, facendo teorie sul ritardo fino a che spunta un Thestral da cui smontano Bill e Fleur.
La signora Weasley coree verso di lui, ma Bill la stringe in un abbraccio senza calore. Guarda suo padre e aggiunge: «Malocchio è morto».
Nessuno parla, nessuno si muove. Io sento qualcosa dentro di ne cadere, cadere e attraversare la terra, lasciarmi per sempre.
«L'abbiamo visto» continua Bill; Fleur annuisce, il viso rigato dalle lacrime che luccicano al chiarore della finestra della cucina. «È successo appena dopo che siamo usciti dal cerchio: Malocchio e Mundungus erano vicino a noi, diretti a nord anche loro. Voldemort - sa volare - ha puntato dritto con-tro di loro. Mundungus si è fatto prendere dal panico, l'ho sentito strillare, Malocchio ha cercato di fermarlo, ma lui si è Smaterializzato. La maledi-zione di Voldemort ha colpito Malocchio in pieno volto, è caduto dalla scopa e... non abbiamo potuto fare niente, niente, ne avevamo addosso una mezza dozzina...» .*
Cala il silenzio e nessuno ha il coraggio di dire qualcosa, si sentono solo i singhiozzi soffocati di Tonks. Entriamo tutti dentro e Bill prende una bottiglia di Whisky Incendiario e alcuni bicchieri.
«Ecco» dice, e con un colpo di bacchetta distribuisce dodici bicchieri pieni attraverso la stanza, tenendo il tredicesimo sospeso. «A Malocchio».
«A Malocchio» ripetiamo tutti, e beviamo.
«A Malocchio» echeggia Hagrid, un po' in ritardo, con un singhiozzo.
Il whisky mi arde la gola : il bruciore pare rianimarmi, dissipando lo stordimento e l'impressione di irrealtà, con una sensazione di calore simile al coraggio. Sento gli altri continuare  a parlare a fare teorie e ipotesi ma la mia mente è fissata solo su una cosa.
Ginny.
 
Devo parlare con Hermione.




"ANGOLO"
Salve cupcake!
scusate il ritardo ma ho avuto problemi kn il pc e ho provato a fare i muffin ma ne è uscito solo una grande schifezza!
spero vi piaccia anche se èè noiso dato ke molte parti sono prese dal libro di zia Jo cambiando il tempo e la persona.
il prossimo però sarà totalemnte diverso.
alla prossima
e grazie a chi segue, esprime il proprio parere e anche a ki legge solamente.

-Cry
  
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