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Autore: MissSunshine    28/08/2013    2 recensioni
"Avete presente le favole? Principesse, cavalieri, amori proibiti e tutte quelle storie che vi raccontavano da piccoli? Come dite prego? Sono solo favole e niente più? Bhè allora direi che posso raccontarvi la mia storia.." E' qui che la storia di Hermione Jean Granger comincia. Non nei panni della strega che noi conosciamo e amiamo, ma in quelli di Principessa di un piccolo regno che si ritrova inaspettatamente a dover cercare marito per avere la possibilità di diventare regina. Chi meglio del nostro Furetto preferito potrà ambire a tale carica?
*Questa fanfic è stata rielaborata da una già esistente e si è ispirata a AAA principe azzurro cercasi della Disney e da Harry Potter. Non possiedo nè ho inventato nessuno dei due (purtroppo!)
Buona lettura!! MissSunshine
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 5.
Tutta colpa di un equino



Viktor se n’è andato lasciandomi con la promessa di vederci domani. Mi passo la mano sul volto consapevole di avere il resto del pomeriggio libero. D’altronde l’unico aspetto positivo del tiro mancino del Parlamento, è che mi hanno concesso completa libertà dagli impegni burocratici, tanto per facilitarmi il trovare marito.
Non volendo però avere troppo tempo per pensare, chiamo Daniel per informarlo che desidero prendere lezioni supplementari di equitazione. La regina è solita sfilare a cavallo in occasione di alcune feste e talvolta prende parte ad alcuni giochi equestri.
Sarebbe imbarazzante essere in grado di tirare con l’arco ma farmi disarcionare da un cavallo che non so controllare.
Daniel mi fa comunicare che l’istruttore arriverà nel giro di un’ora così decido di concedermi una passeggiata tanto per tenere occupato il tempo. Esco dai miei appartamenti privati e mi ritrovo davanti una testa rossa scapigliata. –Ron, che ci fai qui?- il ragazzo rimane lì con la mano alzata, probabilmente nel preambolo di una bussata. –Ronald?- domando nuovamente sventolandogli una mano di fronte al viso.
Lui scuote la testa e pare ritornare in sè. –Sì, io…bhè stavo per…- agita le mani in aria come per afferrare parole che gli sfuggono. -...ovviamente stavo per bussare ma poi…insomma non sapevo se disturbavo- -Direi che non hai disturbato. Stavo andando a fare un giro, vuoi farmi compagnia?- lui annuisce con forza.
Cerco di reprimere una risatina per il suo discorso. Conoscendolo il suo orgoglio ne rimarrebbe ferito duramente. Percepisco il suo sguardo agitato su di me e prego che non abbia capito che quell'accenno di ilarità era stato causato da lui.
Pochi metri prima della grande scala lui si ferma, puntellando le mani sui fianchi cercando forse di ottenere un aspetto autorevole. Mi volto ma dalla sua bocca spalancata non esce suono.
 –Ronald, cosa vuoi dirmi?- chiedo esasperata mentre lui pare occuparsi unicamente di torturarsi le mani. –Hermione- si interrompe. Lo vedo annaspare, buttare fuori aria e ricominciare. -Hermione prima di partire per l’Inghilterra io ero cotto di te- 
Eccola lì, la confessione che mi fa sentire come se al posto del suono di quelle parole, mi avesse lanciato contro pietre. –A dire il vero credevo addirittura di amarti, ma…in Inghilterra ho conosciuto una ragazza e…sono tornato qui perché volevo parlarne con mia madre prima di portarla a fargliela conoscere.-
Lo vedo più sollevato, come un bambino che ha appena strappato un cerotto. Solo che il segno dello strappo lo ha lasciato addosso a me.
–Non credo che tu ti debba scusare Ronald. Io e te non siamo mai stati una coppia- sento uscire dalla mia bocca. Lui pare sentirsi ferito–Io credevo che tra me e te ci fosse…- lo interrompo, cercando di suonare il più dura possibile –…niente. Tra me e te non c’era proprio niente. Mi dispiace di non aver compreso i tuoi sentimenti l’anno scorso ma arrivati a questo punto non importa. Tu hai trovato una donna ed io devo prendere marito. - -Ma quindi provavi qualcosa anche tu?- chiede lui avvicinandosi a me.
Prendo coraggio e poi fisso i miei occhi nei suoi. –Non vedo come questo possa avere importanza adesso- lui mi afferra per un braccio prima che io riesca a scappare. –Ma allora, cosa provavi?-
E’ il mio turno di annaspare in cerca di una scappatoia. -Quello che può essere o non essere stato prima non conta, ora lasciami. Mi stai facendo male- lui stringe più forte. –Dimmelo Hermione-. Dal nulla una mano curata si poggia su quella screpolata e callosa di Ron -Non hai sentito la principessa? Lasciale il braccio- alzo lo sguardo e mi ritrovo davanti Malfoy.
-Stavamo solo parlando- sputa il rosso con rabbia. –Ron… - sentendomi ansare il rosso mi lascia di colpo spaventato. –Mione io…- -Forse è meglio che tu vada- suggerisce, o meglio ordina il biondo mentre io mi tocco il punto dolorante. Con la colpa negli occhi mi sussurra delle scuse mentre Malfoy gli lancia contro un ghigno di vittoria. Il rosso emette un suono simile ad un ruggito ma non reagisce e si allontana con la coda fra le gambe.
-Credo mi dobbiate un ringraziamento- -Non ne avete mai abbastanza di umiliare la gente vero Conte?- lui inarca il sopracciglio. –Perdonatemi, volevate forse adornarvi con un braccio tumefatto?- incrocio le braccia al petto. –Ron non mi avrebbe mai fatto del male e poi sono perfettamente in grado di difendermi da sola.- -Già, ho visto.- lo guardo negli occhi furiosa, lui ricambia con quella solita espressione sprezzante dipinta in volto, e senza una parola allunga la mano verso il braccio.
-Permettete?- vorrei permettergli un’autocombustione spontanea ma mi limito a fare come chiede. In silenzio allungo il braccio. Lui lo studia in silenzio, passando le dita sul punto in cui probabilmente uscirà un livido. Nonostante le parole dure il suo tocco è leggero, attento.
-Sapete, per essere un vecchio amante ha la mano piuttosto pesante- rimango in silenzio mentre lui mi sfiora un’ultima volta il braccio e mi fa il bacia-mano. –Se fossi il vostro amante non oserei mai fare una cosa simile- divento paonazza. Lui ghigna e dopo un inchino si allontana.
Mi sfioro la mano che mi ha appena baciato. Che cosa diavolo voleva dire?
Dopo due discussioni come queste vorrei ritrattare con la me stessa di poco fa. Un pomeriggio libero per pensare? Forse mi sarebbe servito.
Ma non posso ritornare sui miei passi. Devo cominciare a seguire ogni mia scelta o quando salirò al trono non sarò in grado di essere coerente ed obbiettiva. Prima i doveri da regina poi i doveri della persona.
Cerco di distrarmi cercando qualcosa di appropriato da indossare. Spalancando le porte della mia stanza armadio afferro un paio di pantaloni neri di cotone, un top rosso e i miei stivali da equitazione. Dopo aver indossato il tutto vado verso le stalle, accompagnata dal suono dei miei tacchi sul marmo e dal fragore dei miei pensieri.
Fortunatamente il tutto viene messo a tacere nel momento in cui mi trovo davanti ad un problema più grande. Daniel mi ha raggiunto ed è qui di fianco a me che cerca di capire cosa stia aspettando. La verità è che non ho intenzione di toccare questa bestia senza la supervisione di qualcuno di più esperto.
-Forza principessa è solamente un cavallo- lo guardo con odio. –Ti ringrazio per la specificazione Daniel. Mi domandavo in effetti se non fosse un unicorno-. L'uomo ride cercando allo stesso tempo di mantenere un contegno. Io guardo l’enorme equino con malcelato disprezzo, ho sempre avuto paura di loro. Saranno anche animali maestosi certo, ma sono anche terribilmente volubili. Un loro capriccio e ti ritrovi con il posteriore a terra.
Continuo a guardare l’animale indecisa sul da farsi. –Principessa, dovrebbe avvicinarsi all’animale per creare una sorta di contatto. Vuole forse aspettare che faccia lui la prima mossa?- lo fulmino con lo sguardo.
Lui alza le braccia in segno di resa. –Forza non fate così! Sapete bene che deve essere fatto- io sbuffo e lui si incammina verso la stalla con la scusa di cercare l’istruttore, anche se sospetto stia cercando di tenersi cara la vita.
Alzo gli occhi al cielo riparandomi con la mano osservando le nuvole bianco latte nel cielo. In un momento così rilassante mi domando nuovamente perché non ho deciso di godermi un pò di meritato relax .
–Principessa!- mi volto, distolta dalle mie lamentele mentali, vedendo Daniel camminare verso di me perplesso. –Cosa Daniel?- lui alza le spalle. –Non trovo l’istruttore da nessuna parte- perfetto, penso tra me e me. Oggi ci mancava solo questa.
-Sta a vedere che è invecchiato pure lui fino a morire- l’uomo mi osserva divertito, incassando la battuta provocatoria. –Principessa sarebbe meglio rientrasse mentre cerco di rintraccialo. Potrebbe esser stato pagato per far entrare giornalisti che ora girovagano per il castello in cerca di scoop- Io incrocio le braccia al petto sedendomi, senza troppi complimenti, per terra. –Aspetterò qui. Nel caso dovesse arrivare, se dovessi incontrare qualcuno dei tabloid lo accoglierò e poi gli chiederò gentilmente di andare ad affogarsi nella vasca di casa sua. - bofonchio arrabbiata.
Lui sorride ancora e si allontana. Aspetto un paio di minuti chiudendo gli occhi cercando di assorbire il maggior numero di raggi di sole, almeno da questa situazione ne avrei ricavato in abbronzatura.
Di colpo avverto il calore sulla pelle diminuire e non intravedo più la luce attraverso le palpebre. Apro gli occhi vedo il cavallo posizionarsi troppo vicino a me.
-Maledizione- sussurro alzandomi e mettendomi al fianco dell’animale cercando di non fargli percepire la mia paura. –Ma che bella giornata vero?- continuo parlando da sola, più per tranquillizzarmi che per conversare. L’equino nitrisce dando un calcio all’aria facendomi sussultare e saltare lontano da lui. L’animale mi osserva con uno sguardo, mia personale interpretazione ovvio, torvo.
Fisso i miei occhi nei suoi, nel tentativo di fargli capire che sono io che comando. Sembra quasi che il cavallo mi abbia riconosciuto come suo superiore, o almeno come simile, quando sento una risata. Mi volto alla ricerca della fonte di quel suono per  poi intravedere quella serpe bionda di Malfoy.
Dopo avergli lanciato uno sguardo inceneritore decido di ignorarlo cercando di apparire normale. Ma come posso se poco prima stavo sfidando con lo sguardo un cavallo?
Capisco che il biondo è venuto per burlarsi di me, non è mistero a corte che i cavalli non mi facciano impazzire. Deve necessariamente averlo saputo ed ora è venuto per godersi lo spettacolo.
Nonostante il cervello mi gridi di non farlo, alzo la mano verso l’animale e gli accarezzo leggermente la testa. Lui nitrisce ancora e io mi devo trattenere dal saltare per lo spavento. -Cosa non si fa per orgoglio- sussurro tra me e me.
Lo sento ridacchiare ed allora sfido me stessa, ripromettendomi di fargli ringhiottire quel suono odioso.
Appellandomi a tutto il coraggio che possiedo, metto il piede destro nella staffa e afferro con forza la sommità della sella. Mentre continuo a ripetermi che posso farcela intravedo il biondo avvicinarsi, è ormai a quasi tre metri da me, che cammina, probabilmente in attesa di una gaffe.
-Credo abbiate nuovamente bisogno di aiuto- sentenzia sicuro. Gli rivolgo un’occhiataccia. –Non sono d'accordo. Sono assolutamente in grado di farlo da sola- rispondo tassativa e decidendomi a fare forza sulla gamba per salire sul cavallo, tanto per dimostrargli quanto si sbagliasse.
Se non mi fossi concentrata tanto su questo avrei probabilmente ponderato più attentamente quello che stavo per fare.
Avrei certamente realizzato che ad un certo momento della salita avrei dovuto aprire gli occhi, in modo tale da potermi stabilizzare. Riesco ad arrivare in cima al cavallo ma non ad esultarne dato che la gravità ricomincia subito a attirarmi a terra.
Riesco a non cadere, ma solo perché lo stivale rimane incastrato nella staffa, legandomi in maniera imbarazzante al cavallo. -Fantastico - ridacchia lui.
Sono a testa in giù, con le braccia penzoloni ed il volto completamente arrossato.
Il conte si china fino ad arrivare a pochi centimetri dal mio viso. -Mi ascolti, glielo ripeterò un'altra volta sola: Vuole una mano principessa?- io gli bofonchio contro mille parolacce che lui sembra non capire, dato che sento le sue mani sbrogliare il nodo della staffa intorno al mio piede e prendermi al volo prima che possa cadere.
Mi tira verso di lui, ma invece di mettermi giù mi carica sulle spalla. –Cosa maledizione stai facendo! Mettimi giù!-  gli urlo contro cominciando a scalciare, nella vana speranza di tramortirlo o, ancora meglio, stenderlo. Lui, per tutta risposta, rafforza la stretta e mi immobilizza le gambe.
–Pare che la pretendente al trono ora abbia bisogno di aiuto. Ci fosse solo qualcuno pronto ad offrirglielo!- chiede retorico, come se stesse facendo la telecronaca di una partita sportiva.
–Se potesse si aiuterebbe da sola, ma qualcuno le toglie la mobilità che altrimenti utilizzerebbe per compiere un omicidio- emetto in un fiato io, sulla scia del suo stesso tono. Lo sento ghignare sommessamente. –Allora credo che, per tutelare la vita di quel qualcuno dovrò mantenere quel “se” tale-
Mi mordo la lingua per non rispondergli. Devo giocarmi le mie carte. Le opzioni sono due: convincerlo a mettermi giù con l’astuzia o restarmene appollaiata sulla sua spalla fino a quando non gli si lussa sotto il mio peso.
Mi vedo obbligata a fare quello che proprio vorrei evitare. Prendo fiato.
-Per favore- sussurro. Lui si ferma di colpo. –Che cosa?- chiede come frastornato. –Per favore aiutatemi - imbambolato mi poggia delicatamente a terra.
Inavvertitamente le nostre mani si sfiorano ed entrambi le allontaniamo bruscamente dandoci le spalle. Passa un imbarazzante minuto di silenzio, alla fine del quale mi volto verso di lui decisa ad affrontarlo. –Perché mi avete fatto quell’osservazione poco fa?- lui continua a darmi le spalle, impedendomi così di interpretare la sua espressione. Il suo silenzio mi rimbalza contro indispettendomi. –Malfoy sto aspettando.- di colpo si scuote. –Era solo un’osservazione principessa…o forse desiderate che io voglia essere vostro amante?- mi avvicino al suo petto, con il dito indice fisso su di lui. –Ti ho già detto che questa tattica non funziona- lui mi guarda negli occhi serafico. Avvicina il suo volto al mio, tanto che io penso voglia baciarmi, per  poi accostarsi al mio orecchio. –Se non funziona perché sei arrossita?- chiede. Mi lancia un sorriso malizioso e si incammina verso il palazzo.
Cerco di trattenermi dall’urlargli contro tutte le maledizioni che conosco, limitandomi a fulminarlo con lo sguardo.  Appena volta l’angolo smonto l’armatura cercando di trattenere l’orgoglio. Arrossire davanti a quelle proposte maschiliste e viscide mi fa ribollire il sangue nelle vene.
Una mano delicata si poggia sulle mie spalle distraendomi -Principessa state bene?- mi sento domandare. Mi volto, è Daniel.
Annuisco e lui, rincuorato continua. -Avevo ragione nel preoccuparmi. Non c'era nessun istruttore. Abbiamo trovato un maledetto giornalista appollaiato sul tetto delle stalle che scattava foto a vanvera- sbianco di colpo. –Hai visto se fotografava me?- chiedo terrorizzata. Se quelli dei tabloid avessero pubblicato foto mie e di Malfoy insieme il Parlamento mi avrebbe obbligato a sposarlo per far tacere le voci. Lui scuote la testa e io mi accomiato, pestando i piedi e stringendo i pugni fino a far sbiancare le nocche.
Tutto questo per colpa di un equino.

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Che dire! Tutti i vostri commenti e il pensare che il numero di persone che seguono la storia stia aumentando mi inebria. Sono felice che stiate apprezzando la storia e ho deciso, in questo capitolo, di dedicarmi ad Hermione e Draco...d'altronde la coppia che più amo è composta proprio da loro due ;)
Mi auguro che questo capitolo vi sia piaciuto e vi avverto che il prossimo riserverà parecchie sorprese!
Fatemi sapere che ne pensate...non vedo l'ora!
MissSunshine


  
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