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Autore: Noruwei    28/08/2013    6 recensioni
E poi Malfoy dice qualcosa senza alcun senso.
Proprio senza alcun senso, che Hermione non capisce. Ed è rado che Hermione non capisca qualcosa.
«Mai sentito parlare di universi paralleli?»
Così lo schianta.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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I personaggi appartengono esclusivamente a J. K. Rowling, questa fanfiction infatti NON è a scopo di lucro, ma nata per semplice cazzeggio. Perché il cazzeggio è cosa buona e giusta.
Scritta per la Mistery Weekly Table-y del forum Pseudopolis Yard con i prompt canzone-immagine-citazione, yeah.

 

 

On and  Off


 

The looking glass, so shiny and new
How quickly the glamor fades
I start spinning slipping out of time
[Rabbit Heart (Raise It Up)]

 

 

 

 

Off.
Draco Malfoy è lì, di fronte a lei. Si fissano qualche secondo, Hermione ha la bacchetta puntata alla sua gola. Deja-vù, pensa. Quanto tempo fa era stato? Quattro, forse cinque anni. Il passato si ripete. Anche lui deve cogliere l'ironia della situazione, il sogghigno disegnato sulle sue labbra.
«Granger».
«Malfoy» ribatte, facendo pressione con la bacchetta. Sembra inoffensivo, pensa, però le apparenze possono ingannare. Sopratutto quando si tratta di Malfoy. Autoconservazione, no? Se lo uccidesse sarebbe tutto più semplice, potrebbe farlo passare per un incidente. Però si parla pur sempre di Malfoy, Malfoy, il suo compagno di scuola, anche se non sono mai stati amici. Faceva parte della sua vecchia vita, era un tramite.
E poi Malfoy dice qualcosa senza alcun senso.
Proprio senza alcun senso, che Hermione non capisce. Ed è rado che Hermione non capisca qualcosa.
«Mai sentito parlare di universi paralleli?»
Così lo schianta.

 

-

 

«Ahia, cazzo».
«Piantala di lamentarti».
«Vorrei vedere te al mio posto.» bofonchia. «Ecco cosa si guadagna ad avere buone intenzioni».
«Era solo uno Schiantesimo» sbotta Hermione, le guance arrossate. Una parte di lei in realtà si sente un po' in colpa, però Malfoy lo meritava e poi ora la sta sul serio facendo troppo lunga. «E comunque non mi hai ancora detto come sapevi dov'ero». E perché non ti ho ancora ucciso, aggiunge fra sé. È stupido da parte sua, così idiota, però non riesce a trovare una spiegazione razionale.
Perché Malfoy la stava cercando? (Perché era ovvio che stava cercando lei). E, sopratutto, per conto di chi?
«Umph» sbuffa Malfoy, probabilmente infastidito per l'essere stato interrotto in ciò che pareva riuscirgli meglio: lamentarsi. Da quando si sono messi in marcia non ha fatto altro che quello. Prima i piedi gli facevano male, poi la spalla, poi la pioggia gli avrebbe rovinato i capelli, poi aveva sete, fame e chissà cos'altro. Chissà cos'era che l'aveva spinta a trascinarselo dietro invece di mollarlo lì, vicino al torrente, forse il timore di lasciare tracce.
«Sono andato a caso» rivela Malfoy, sembra vagamente imbarazzato, ed Hermione spalanca gli occhi, incredula. «Come sarebbe a dire “sono andato a caso”?»
«Quello che ho detto» Malfoy le lancia un'occhiataccia, è chiaro che non aggiungerà più altro sull'argomento «È da mezz'ora che camminiamo nel nulla» sibila, irritato, calpestando le foglie secche. Crick, fanno queste.
Hermione lo ignora.
«Perché hai fatto finta di non riconoscere Harry?» chiede, assottigliando le labbra, dopo un paio di secondi. «Quella volta, dico, e non dire che non l'avevi riconosciuto perché te l'ho visto negli occhi che sapevi che era lui». 
Silenzio.
Questa volta è Malfoy a ignorare lei.

 

-

 

 

On.
«Come sarebbe a dire hanno mandato Malfoy?»
Ron si sporge verso la scrivania. «Dimmi che stai scherzando, Harry!» Sotto gli occhi ha le occhiaie, segno che non ha dormito, sembra sciupato.
Harry sospira, passandosi una mano fra i capelli, anche lui è stanco. «Era il più qualificato e poi» fa una pausa, scuote le spalle, e aggiunge «si è offerto volontario».
«Stronzate».
Stronzate, pensa Harry.
Forse Ron ha ragione, forse ha sbagliato a lasciare tutto nelle mani di Malfoy, ma non aveva potuto fare altrimenti. Era con le spalle al muro, come lui. «Se fosse stato per me sarei andato io su due piedi» ammette amaro, alla fine «ma la Commissione ha trovato Malfoy più idoneo».
Più sacrificabile, erano state le parole giuste.
«A quel paese la Commissione!» sbuffa Ron, ha i pugni chiusi. «È di Hermione che si sta parlando, Harry!»

 

 

-

 

Off.
«Quell'albero lì è uguale a quello che c'era nel punto da dove siamo partiti».
«Impossibile» replica Hermione e Malfoy scuote la spalle, indolente. Non stanno girando in tondo, quello Hermione lo sa.
Si sono accampati lì al decimo lamento di Malfoy sullo stato dei suoi piedi, Hermione poggia la schiena contro l'albero e sospira. Deve avere un aspetto terribile. Se non altro Malfoy non sembra farci caso.
«Mezzos- Granger, dov'è che staremo andando con esattezza?»
Hermione rotea gli occhi. «Ti aspetti sul serio che te lo dica?»
«Sei qui da una settimana che vaghi da sola nella foresta senza nessuno con cui parlare» sbadiglia Malfoy «Hai solo me».
«Che prospettiva aberrante».
Malfoy fa una smorfia di fastidio. «Sto cercando di aiutarti, vedi di non schiantarmi questa volta».
Hermione si lascia sfuggire un sorriso, poi cede. Se Malfoy avesse voluto consegnarla ai Mangiamorte l'avrebbe già fatto.
«Villa Conchiglia» rivela infine.
Malfoy inarca un sopracciglio. «Perché non ti sei Smaterealizzata?»
«Ho provato. Non funziona. Io credo che- che sia questo posto».
«Quindi sei intrappolata qui. Con me».
«Con te» ripete Hermione, annuendo.
Malfoy la fissa, la schiena appoggiata al tronco dell'albero opposto, sono di nuovo l'uno di fronte all'altro.
«Posso farti una domanda, Granger?»
Hermione annuisce.
«Quanti anni hai?»

 

 

«Cosa?»
Malfoy ha la voce strascicata quando ribatte: «Non mi sembra una domanda così difficile.»
Hermione l'osserva. «Forse ti ho Schiantato troppo forte» considera.
«Mi hai Schiantato troppo forte, ma non è quello il punto».
«Io- Malfoy, è ridicolo! Siamo andati a scuola insieme! Sai benissimo quanti anni ho!»
«Granger» replica Malfoy, fermo.
«Ho diciassette anni. Abbiamo diciassette anni».
Malfoy pare pensarci su, poi riporta lo sguardo su di lei.
«Granger, com'è finita la guerra?»
«Ti ho decisamente schiantato troppo forte».
«Non rendere le cose più difficili di quanto siano: com'è finita la guerra?» ripete Malfoy, una nota spazientita.
La ragazza assottiglia le labbra.
«Ron si è dato alla macchia, avremo dovuto incontrarci a Villa Conchiglia due giorni fa. Harry-» si blocca, si tortura le mani in grembo. Trattiene un singhiozzo.
Malfoy non dà segno di farci caso. «Potter?»
«È morto. Harry è morto. Tu-Sai-Chi l'ha ucciso».

 

 

C'è un secondo di silenzio, poi Malfoy fischia, piano. «Questo deve essere il Paradiso».

 

 

-

 

 

On.
«Hai l'aria esausta» considera Ginny, quando entra in casa. Harry annuisce. «Lo sono».
«Hermione è ancora là, vero?»
«Già, è ancora là. Hanno mandato Malfoy a riprenderla».
Ginny aggrotta le sopracciglia, sembra perplessa. «Malfoy?»
«Ron è venuto oggi nel mio ufficio, sembrava sconvolto, però Malfoy era il più idoneo. L'ho detto anche a lui. Ho usato proprio queste parole “la Commissione ha trovato Malfoy più idoneo”».
La ragazza annuisce. «In effetti è vero» dice, ignorando l'occhiataccia del marito, lo guarda dritto negli occhi «Negli ultimi tempi ho incominciato a riconsiderarlo» aggiunge, tranquilla.
Harry fa una smorfia.
«Non sapevo che tu e Malfoy foste amici».
«Ora non esagerare. Una volta, sarà stato sei mesi fa, sono passata dal Ministero perché avevi dimenticato il pranzo e ho incrociato Malfoy. Mi ha guardato come se avesse visto un fantasma. “Weasley” ha fatto, io l'ho guardato. Sono stata davvero scortese, all'inizio, a dir la verità, poi però gli ho chiesto se poteva portarti il pranzo lui e-»
«Gli hai chiesto di portarmi il pranzo?»
«Avevo molti impegni quel giorno. Comunque lui mi ha lanciato un'occhiata scandalizzata e ha detto qualcosa tipo “Non sono mica il tuo fottuto fattorino, Weasley!”. In quel momento l'ho trovato divertente e sono scoppiata a ridere, all'inizio mi ha guardata male, però poi ha sorriso. Ci credi? Malfoy che sorride! A me, poi. Incredibile. Ho lasciato il pranzo alla tua segretaria, penso che tu te lo ricordi quel giorno. “L'hai preparato tu?” mi fa Malfoy ed io “Già” e lui “Ha un odore terribile, stai cercando di avvelenare Potter? Perché se sì lo capirei” però non l'ha detto in modo cattivo, capisci? Quindi io ho riso di nuovo, “Ora devo andare” ho detto, lui mi ha fatto un leggero cenno della testa. Non te ne ho parlato perché in quel periodo eri troppo occupato col caso Stone. È stato... strano, quasi amichevole».
«Strano» ripete Harry, sistemandosi gli occhiali sul naso «Potrebbe essere una tattica».
Ginny alza le spalle. «Già, però a dir la verità preferisco questo Malfoy all'altro, tattica o no. Penso che... penso che l'unica cosa che voglia sia cambiare il modo in cui la società lo vede, ora che ha dovuto vendere il Manor e con suo padre in Azkaban dev'essere un periodo davvero difficile per lui e i giornali scandalistici non gli danno tregua».
«Quindi è per questo che si è offerto volontario?»
Ginny lo guarda, stupita.
«Si è offerto volontario?»

 

 

-

 

 

Off.
«Sbaglio o sta diventando un'abitudine?» geme Malfoy, quando si sveglia. Ha di nuovo la testa che pulsa, dannata Granger e la sua mania degli Schiantesimi. Sorvolando sul fatto che l'ha legato all'albero. Solo per un'innocente battuta.
«Sei un dannato bastardo».
Malfoy inarca un sopracciglio, cerca di liberarsi dalle corde. Inutile, deve averlo legato con un incantesimo. La ragazza si umetta le labbra, fa un passo in avanti. Esita. «Compari nel nulla, incominci a parlare di universi paralleli, fai domande strane su Harry e me. C'è qualcosa che mi stai nascondendo e non dire che lo stai facendo per me, Malfoy, se non vuoi che ti schianti di nuovo».
«Sì, sta sicuramente diventando un'abitudine.»
Hermione lo ignora. «Sai dove ci troviamo ora? È Tu-Sai-Chi a mandarti?»
«Granger, Voldemort è morto, l'ha ammazzato San Potter. Sei anni fa» sbuffa Malfoy. «Guardami in faccia: ti sembra che abbia diciassette anni?»
No, però era tutto così... assurdo. Assurdo era il termine giusto. Hermione si china per terra, guarda Malfoy negli occhi. Non sembra che stia mentendo. È sincero.
«Cos'è successo?» domanda, infine. «Che razza di posto è questo
Malfoy sogghigna.
«Potter ha vinto la guerra, Granger. È sopravvissuto, come te e Weasley. Ha preso il MAGO come privatista e tu hai incominciato a lavorare quasi subito, all'inizio come Medimaga poi devi aver perso interesse, chi lo sa, mica sono nella tua testa io, e poi in quel periodo ero piuttosto impegnato col processo».
«Processo?» Hermione lo guarda. «Eri un Mangiamorte». Fa una smorfia, il fatto che lo lasci parlare non significa che gli crede, potrebbe sempre essere tutto un piano per tenerla occupata mentre arrivano i rinforzi.
«Avevo il Marchio Nero però non ho mai ammazzato nessuno, mi hanno anche dato la Verisatium. Poi ero giovane, ero convinto che me la sarei cavata con un paio d'anni ad Azkaban, poi però è arrivato Potter e si è messo a sparare cazzate su come noi Malfoy (io e mia madre, per intenderci, mio padre si è preso l'ergastolo) l'avessimo aiutato durante la guerra, dunque ero di nuovo libero. Ho tentato di prendere il MAGO per Pozioni e-».
«Nel senso che hai fallito?» azzarda Hermione, fallendo nel dissimulare la soddisfazione. Forse quella che Malfoy sta raccontando non è del tutto una balla.
Malfoy le lancia un'occhiataccia. «Posso andare avanti, adesso?».
«Nervo scoperto».
Malfoy non commenta. Deve bruciargli ancora.
«Dicevo? Oh, già, non potendo avere una possibilità come pozionista ho passato due anni a fare lavori vari, ho dovuto vendere un paio delle ville estive, nulla di che, comunque, alla fine però quasi per caso ho trovato la mia specializzazione. I Vuoti, ovvero spazi nel tempo e nello spazio che non esistono».
«Dovrei averne letto qualcosa a proposito nella biblioteca di Hogwarts».
Malfoy bofonchia qualcosa simile a “la solita secchiona so-tutto-io”, Hermione fa finta di non sentire. Arrogante borioso, pensa.
«Mentre studiavo i Vuoti mi sono interessato agli studi spaziotemporali in modo secondario, mi sono accorto poi che i Vuoti e il concetto spazio-tempo sono strettamente collegati. Ovviamente non essendo mai stato effettivamente in un Vuoto le mie erano solo teorie».
«Poi sono arrivata io».
«Più o meno. Tu ormai avevi lasciato la tua carriera da Medimago e eri (sei) entrata nell'Ufficio Misteri, non so esattamente di cosa ti occupassi lì. Da quel che ho saputo c'erano state delle sparizioni in un'area e tu eri stata mandata a investigare, poi però sei sparita come gli altri. Era impossibile contattarti. Quando avevo letto la notizia sul giornale delle prime tre sparizioni avevo già incominciato a sospettare qualcosa. Facendo un paragone pratico un Vuoto è come un interruttore. Va e viene, on e off, scommetto che stai già incominciando ad avere buchi di memoria. Ed è lì che entra in gioco la mente umana, per riempire i buchi, tu hai creato questo posto usando i tuoi ricordi, dando giustificazioni hai buchi di trama, tutto è stato prodotto dalla tua immaginazione».
L'immaginazione, non l'intelligenza, è ciò che ci rende umani.
Hermione riflette, se Malfoy ha trovato delle testimonianze significa che-
«Un modo per uscire c'è».
Pausa.
Malfoy sogghigna.
«Beh».

 

 

C'è un minuto di silenzio.
«Cosa potrebbe succedere se non ce la facessi?»
Malfoy alza le spalle. «E che ne so. Nessuno è mai tornato indietro a raccontarlo. Suppongo che rimarremo qui per sempre perdendo il lune della ragione oppure scompariremo diventando tutt'uno con il Vuoto».
«Pensi sia questo che è successo alle persone scomparse».
Malfoy incrocia le mani dietro la testa, Hermione l'ha liberato dalle corde, finalmente («Granger, cazzo, ho una pelle delicata io!» «Sembri una mocciosa mestruata» «Spera per te che non mi rimangano i segni». La ragazza aveva roteato gli occhi «Sono corde magiche, Malfoy»).
«Potrebbe. È tutto solo una teoria».
Hermione sospira.
«Granger, ogni secondo che passiamo qui più perdiamo il contatto con il nostro universo».
«Ora sì che sono più tranquilla».
Malfoy la guarda, ha gli occhi così stranamente... poco Malfoy. «Io penso- che ce la farai. Sul serio» dice, c'è una nota d'imbarazzo della voce. Per un attimo Hermione pensa che stia per aggiungere qualcos'altro, invece Malfoy si sdraia sull'erba e si volta dall'altra parte.
Chiude gli occhi.

 

 

-

 

 

On.
«Signor Potter!».
È la voce di Matilda, la segretaria. Sembra agitata e- e felice. Harry guarda l'ora. Sono le quattro di notte. «Sei riuscita a usare il cellulare?» dice, fra il tranquillo e il divertito. Gliel'aveva regalato lui a Natale.
«Sìsì, il cellu-coso, dicevo-».
Ginni sbadiglia, si è svegliata.
«Harry, che c'è?».
«-Hermione Granger è tornata! Lei mi aveva detto d'informarla appena ci fossero state novità, non ha idea di quanto sia mortificata a chiamarla a quest'ora, ma ho pensato che se non l'avessi fatto probabilmente mi avrebbe ammazzata» Matilda ride, anche a lei piace la Signorina Granger.
«Raccontami tutto» fa Harry, prendendo la prima camicia che gli capita a tiro. Guarda Ginny, “Hermione è viva!” devono star dicendo i suoi occhi perché la ragazza gli butta le braccia al collo.
«Ecco, questo è ciò che mi ha detto il signor Fergus. Allora, i sensori hanno rivelato una destabilizzazione dell'area delle scomparse, sa, i sensori, era stato lei ha suggerire di inserire gli incanti. Insomma, per farla breve sono stati mandati alcuni Auror ha controllare il perimetro e, indovina un po'?, la signorina Granger era là! Insieme a quel Malfoy, purtroppo, non ho idea del perché non siano direttamente Smaterealizzati, forse erano un po' sconvolti, chi lo sa, comunque ora penso che siano a San Mungo per accertamenti e-».
«Va bene, può bastare». Harry esita. «Grazie davvero Matilda, sei stata favolosa».
Chiude la chiamata, Ginny si sta infilando una canottiera. «Amore, cosa stai facendo?» chiede perplesso. La moglie gli lancia un'occhiataccia, un sopracciglio inarcato.
«Non essere idiota, Harry. Hermione è anche mia amica, mi sembra ovvio che venga anch'io» sbuffa.
Harry ride, poi mette in Off il cellulare.
Spera per l'ultima volta.

 

-

 

 

«I dottori dicono che per riacquistare la memoria mi ci vorrà massimo un mese. Lo shock, dicono». Hermione sorride, ha i capelli più scompigliati del solito, però se non altro è... salva. Viva. «Se non fosse stato per Malfoy io- dov'è Malfoy?».
Ginny la osserva, con attenzione, quasi a cercare qualsiasi segno di malanno, poi inclina la testa di lato. «Credo sia in un'altra stanza, sta facendo dei test».
«Vorrei ringraziarlo» afferma Hermione.
Ron rotea gli occhi, Harry gli ha mandato un gufo da San Mungo e lui è corso lì. «È Malfoy, Hermione. Non l'ha certo fatto solo per il suo stupido interesse per quelle... quelle fottute robe». Sbuffa, le stringe la mano, lì, sulle lenzuola bianche del lettino dell'ospedale.
«Desidero parlargli» ripete la ragazza. «Devo parlargli».
Harry le lancia uno sguardo preoccupato. «Ti ha fatto qualcosa di-?»
«No, mi ha salvato la vita, Harry. Capisci? Non posso semplicemente... far finta che nulla sia successo».

 

«Vado a chiamarti Malfoy» promette Ginny.
Hermione chiude gli occhi.

 

Off.
«Cosa devo fare esattamente?»
Malfoy è appoggiato al tronco, sempre in quella radura. Forse aveva ragione, forse avevano sul serio girato in tondo. Forse lei aveva davvero girato in tondo per settimane. Giorno dopo giorno. Quanto era stata là prima dell'arrivo di Malfoy? Le sembrava quasi un mese.
«Te l'ho detto. Questo posto è regolato dalla tua mente, tu devi solo concentrarti e plasmarlo a tuo piacimento. Immagina una porta, però devo crederci, Granger. Crederci sul serio, se no non funzionerà».
«Questa però è sempre una tua teoria».
Malfoy si esibisce in un beffardo cenno della mano. «Ovviamente» Ora è alle sue spalle. Sente le sue mani sui suoi occhi, non vede più nulla. «Concentrati, Granger» le sussurra nell'orecchio «È un po' come smaterealizzarsi, alla fine».

 

La scena è cambiata.
La radura non c'è più, non c'è più nemmeno- no, Malfoy c'è. Le sue labbra sono premute sulle sue. La sta baciando? No, non è andata così. Malfoy non l'ha... o forse sì, in un'altra vita. Non capisce. Dove si trova? Sembra in un appartamento, ma di chi è quell'appartamento?
Le dita di Malfoy le stanno slacciando la camicetta.
«Tutto questo è-» ansima lei.
«...terribilmente sbagliato»
Sente la sua testa annuire, eppure non lo ferma, lascia che continui a baciarla. Lì, sulle labbra, sul collo, sulla spalla. Le piace.
«Io sono Hermione Granger e tu sei-» un Mangiamorte, anche se sei stato dichiarato non colpevole è quello che sei e sarai per sempre, un Mangiamorte.
Malfoy di ferma, il suo sguardo ha perso tutto il desiderio di prima, ora è freddo. «Stavi dicendo, Granger?» sibila «Io sono...?»
«Io- io non volevo».

 

Malfoy le sta dando le spalle, si dirige verso la porta. «Me ne vado» dice, solo.
Hermione vorrebbe urlare, invece rimane in silenzio, a guardare la porta ormai chiusa. Sente le lacrime sulle guance. Perché piange? È Malfoy. È-

 

«Apri gli occhi, Granger» sta dicendo la voce di Malfoy.
È lontana. Hermione si trova di nuovo nella radura, la segue, lascia che la guidi. Ora è davanti a una porta dorata, stringe la maniglia e cerca di far forza, ma non si apre.
Resterà lì per sempre.
Per...

 

«Apri gli occhi, Granger».
Hermione si sveglia. È nel suo letto all'ospedale.
«Malfoy?» si lascia sfuggire.
«La Weasley è venuta a dirmi che volevi vedermi» ribatte. «Ma non pensavo che fosse per guardarti dormire». Hermione l'osserva. Che significato ha quel sogno? Si tratta del suo subconscio o...? O di altro? No, non è possibile, Malfoy non la bacerebbe mai, loro due si sono sempre detestati cordialmente. Però lui era venuto a salvarla, aveva rischiato la sua vita per lei.
Ma l'aveva fatto per mero interesse intellettuale, no?
È Malfoy, Hermione. Non l'ha certo fatto solo per il suo stupido interesse per quelle... quelle fottute robe.
Esita. «Volevo dirti grazie».
Malfoy la squadra, freddo. Non si comporta più come nel Vuoto, ora sembra essere tornato il Malfoy... no, non di prima, del sogno. «Non l'ho fatto per te».
«Lo so».
Non è vero, non lo sa affatto.
«C'è altro che volevi dirmi?»
Hermione si morde il labbro.
C'è stato qualcosa fra noi?
«No, nulla» mente.

 

 

-

 

 

«Ginny, devo farmi una domanda. Si tratta di Malfoy».
«Ed è per questo che sei venuta da me alle tre del pomeriggio, perché non ci fosse Harry?»
Hermione arrossisce un po'. «Beh, sì».
L'amica sospira. «Okay, entra pure. Ti offro un caffè».
Hermione sorride, “grazie” mima con le labbra. La casa Potter è ben arredata, elegante eppure accogliente, è chiaro che a dare indicazioni sia stata Ginny.
«Che rapporto avevamo io e lui?» si decide a domandare una volta seduta al tavolino, la tazza di caffè davanti. «Intendo dopo la guerra».

 

 

«In che senso un rapporto conflittuale?» si lascia sfuggire Hermione, sbattendo le palpebre.
«Mah. Tutto è iniziato dal processo di Malfoy, tu sei andata alla barra dei testimoni insieme ad Harry, sei stata tu a convincere Malfoy e il suo avvocato ad accettare il suo aiuto. Non che foste in buoni rapporti, affatto, litigavate ogni due per tre per ogni sciocchezza»
«E poi?»
Ginny gira il cucchiaino. «Dopo avete preso strade diverse, tu ti sei stufata della Medimagia» Fin lì Malfoy sembrava averle detto la verità, anche se aveva taciuto sul fatto che lei avesse testimoniato a suo favore al processo. «E lui ha incominciato i suoi studi riguardo quelle robe. La gente allora lo prendeva poco sul serio e tu nel frattempo eri entrata nell'Ufficio Misteri. Tutto normale. Intanto hai scaricato Ron-»
«Ho scaricato Ron?»
«Già, verso il maggio dell'anno scorso. Lavoravi all'ufficio Misteri da un paio di mesi, in quel periodo stavi collaborando con Malfoy».
Aveva scaricato Ron mentre lavorava con Malfoy. Non poteva essere. Non-
«Hermione, non ti giudico affatto per ciò, devi credermi. Ero sempre stata dalla tua parte, mio fratello si è comportato da imbecille. Quella roba dei Cannoni di Chudley gli aveva dato alla testa».
Ron si era dato al Quidditch, usciva con una ragazza diversa ogni sera e lei faceva finta di non vedere e in quello stesso periodo stava lavorando a chissà quale progetto con Malfoy per il Mistero. Cos'era successo? Aveva beccato Rob con un'altra, una notte, nel loro letto e doveva essere uscita di testa. Il tanto per fare le sue cose e andare dalla prima persona che gli era venuta in mente che non l'avesse giudicata.
Era sparita per più di una settimana, rifiutandosi di parlare sia con i Weasley che con Harry. Cos'era successo in quella settimana? Che lei e Malfoy si fossero avvicinati? O magari era successo già qualcosa prima, durante il processo?
Ginny sorseggia il caffè. «Hermione, posso farti una domanda?»
Lei annuisce.
«Che rapporto c'è fra te e Malfoy?»
Non ne aveva la più pallida idea nemmeno lei.

 

 

Ginny l'accompagna al cancello, con un sorriso sulle labbra. «Harry mi ha detto che hai intenzione di riprendere a lavorare, non è un po' presto? Sono passati solo tre giorni, dopotutto».
«Ginny-»
«Non gli dirò nulla, credimi. Solo...» Fa una paura, pensosa «Solo salutami Malfoy, se lo vedi».

Hermione aveva roteato gli occhi.

 

 

-

 

 

«È da una fottuta mezz'ora che batti alla mia porta, Granger».
Hermione sbuffa, chiude le dita in pugni. «Tu non aprivi». Non riesce ad evitare una sfumatura d'accusa. Malfoy la fissa, divertito. «È il mio appartamento, posso aprire a chi voglio».
Posso aprire a chi voglio” lo scimmiotta Hermione nella sua testa. Idiota. «Ho bisogno di risposte, Malfoy» ringhia.
Poi lo bacia.

 

«Salazar, Granger» esala Malfoy, quando si stacca da lui, suona terribilmente come “dannati Grifondoro”. Hermione avvampa, imbarazzata. Una volta fatto ha quasi perso tutto il suo coraggio. Godric, le è piaciuto baciare Malfoy. Godric, ripete nella sua testa.
Era stato come nei suoi sogni che, in realtà, erano ricordi. Il suo subconscio. È tutto così... strano.
Loro due, insieme.
Malfoy la guarda. «Vuoi entrare?» fa, infine.
Hermione annuisce.
«Dovresti ringraziarmi perché non ti denuncio per molestia sessuale» bofonchia Malfoy alle sue spalle. Hermione lo ignora, si volta. «Perché non me l'hai detto?» sbotta, con la coda dell'occhio si accorge che quell'appartamento è spaventosamente pulito. È quello del suo sogno, capisce. Era successo lì.
Malfoy le sorride ironico. «Tu eri sconvolta, pensavi di avere diciassette anni! Cosa dovevo fare? Dirti “Hey, ciao, come va?”, mi avresti schiantato per la tredicesima volta come minimo».
«E a San Mungo? Avresti potuto-»
«Hai solo me».
«Che prospettiva aberrante».
No, non avrebbe potuto.
Si lascia cadere sulla sedia, sconfitta. Malfoy aveva cercato solo di comportarsi nel modo migliore. Era stato corretto. Più di lei. E così si erano feriti, l'un l'altro, per tutto quel tempo.
«Malfoy?»
«Granger?»
Si alza in piedi, incrocia la sua mano alla sua. Socchiude gli occhi. Cosa diavolo sta facendo? Quel giorno indossava una camicetta rosa, oggi è color panna.
«Perché?» sibila Malfoy «Non voglio la tua gratitudine, Granger. Né la tua commiserazione. Lo capisci?»
Perché deve sempre rendere tutto così difficile, pensa Hermione, poi si corregge: perché loro due devono sempre rendere tutto così difficile?
«Sei un'idiota, Malfoy» ringhia.
«Io sarei-»
Hermione lo ignora. «Capirò se riderai, ma... io credo di essermi innamorata di te. Forse» Avvampa. Nella sua mente aveva un altro suono. Meno ridicolo.
Malfoy la osserva, incredulo.
«Cosa?»
Hermione rotea gli occhi. «Tu ora dovresti dire “Ti amo anch'io, Granger” e poi potremo andare a rotolarci fra le lenzuola». Semplice e lineare. Invece no. Malfoy la fissa, boccheggiando qualche secondo. Hermione si trattiene a stento dal ridergli in faccia. È quasi tenero.
Poi Malfoy annuisce, come se stesse riflettendo su qualcosa.
Alza le spalle.
«Non potremo saltare tutta la parte sdolcinata e andarci direttamente a rotolare fra le lenzuola?» suggerisce.
Ed Hermione lo bacia.

 

 

-

 

 

Malfoy le mordicchia il modo dell'orecchio. «Granger».
«Che c'è?» sbuffa, spera solo non sia qualcosa come “è stato il miglior sesso di tutta la mia vita”.
«Ti amo anch'io» Pausa. «Forse».

 

 

«Cazzo!»
Hermione sorride, nel buio. «Ringrazia che non ti abbia Schiantato, Malfoy».
«Solo perché la bacchetta era troppo lontana».
Hermione ci pensa un po' su.
«Forse».

   
 
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