Capitolo 4 - Emergenza cioccolato
Buon compleanno, stella!
«Scrivi:
Hermione...
» Ginny, sdraiata a pancia in giù su
una
sdraio a bordo piscina della villa di Theo. I lunghi capelli rossi
illuminati
in splendidi riflessi dal sole, gli occhiali grandi e scuri, una cuffia
del
lettore mp3 nell'orecchio e l'altra penzolante, da cui usciva forte e
chiara
della musica house del momento.
«Ma
sai che il t9 del mio babbatel
non sa mai come scrivere Hermione?
»
esclamò la rossa. Il telefono cellulare babbano, appunto il babbatel,
in
mano e l'aria concentrata di chi sta facendo qualcosa di molto
importante.
«Ginny,
ma la
vuoi smettere con 'ste cose? Neanche più i babbani ci
credono!»,
disse l'amica, ormai arresa alla famosa
cocciutaggine di Ginevra Weasley.
«Scrivi
Hermione e ... Luke, il maestro
di tennis di Theo. Si proviamo con Luke, non te l'ho ancora presentato»
fronte aggrottata, lingua che spunta dalle
labbra. «ecco,
inviato! Ora aspettiamo il
verdetto».
Bip bip..bip bip..
«Oh,
miseriaccia! Solo il 25% di probabilità che il vostro amore
sia vero! Che
palle, era proprio carino!
».
«Ginevra,
vuoi smetterla per favore?
» l'aria annoiata di chi ha già
sopportato
troppe volte quel supplizio. «ti
prego...
» disse Hermione.
«Her-mione
e... »
quell'aria da dea, con quei capelli rossi e la pelle chiara; da
diva con quegli occhiali da sole; da bambina con la lingua fuori dalle
labbra
per lo sforzo. «Ah
si, Simon! Proviamo! -
«Ginevra
Molly Weasley, ora BASTA! Hai
raggiunto l'apice, con Simon: NO!»
«Ma
Herm, suvvia! Se tu non vuoi andare
agli appuntamenti dovrò pur trovare un modo per farti
sposare ed avere
tanti marmocchietti, no?
» concluse schivando
una scintilla rossa che aveva appena raggiunto la sua sdraio.
«Continua
pure a giocare con le
stupidaggini babbane, ma con Simon no. Non ci provare neanche o ti
uccido».
Hermione e.... e ora con chi la metto?! pensò
l'amica. Le sto
prensentando tutti i migliori scapoli di Londra, certi pezzi di
figaggine che
se non fossi fidanzata, mannaggia... Tipo, Luke. Alto, occhi scuri,
quella
schiena...e quel fondoschiena! Il tipo perfetto proprio.......
ehm...
che stavo dicendo? Ah si, giusto, con chi la piazzo ora? E se...
Hermione e Draco.
Invia.
Che nomi assurdi, sicuramente i babbani non avranno mai sentito due
nomi così.
Bip bip..Bip bip
«Ancora
con questo gioco, Ginny?»
«No,
tranquilla. È Theo!»
e, a momenti, non le prese un colpo.
«Che
hai combinato, Ginevra?»
bastò un colpo di bacchetta per far sfuggire
di mano all'amica il telefono e farlo arrivare a sé. E
leggendo il messaggio,
per poco non prese un colpo anche ad Hermione.
Hemione e Draco.
Compatibilità al 99%.
«Ginny,
mai
più. Mai più»
«Beh
è chiaro che sia solo uno stupido gioco
babbano, no? Oppure... »
«Oppure
vuol dire che l’1% è talmente
pieno di odio da non farci stare neanche nella stessa stanza».
Discorso
chiuso, pensò
Ginny
guardando l'amica furiosa alzarsi ed andando a mettere i piedi
nell'acqua
tiepida della piscina.
«Senti,
Herm. Perché per perdonarmi
stasera non ti fermi qua e facciamo una festicciola? Solo io te e
qualche
amico...
»
Ad Hermione si strinse il cuore nel vedere gli occhi dell'amica. Sapeva
che
ultimamente la ricerca all'uomo-perfetto-per-Hermione (ovvero una
missione più
difficile di sconfiggere Lord Voldemort e trovare tutti i suoi Horcrux,
più
difficile di convincere Piton a farsi una
doccia) si era intensificata per tenere lontano dalla mente i problemi
con la
sua famiglia.
«Va
bene, Ginny. Mi fermo allora »
e sul viso dell'amica si dipinse
immediatamente un sorriso. Non un sorriso alla
Ginny, la vera Ginny,
ma era meglio di niente.
Hermione si svegliò nella sua stanza con un tremendo mal di
testa ed un senso
di nausea davvero fastidioso. Beh, buongiorno! riuscì
a pensare. Aprire
gli occhi e farli abituare alla luce di mezzogiorno che illuminava la
stanza
dalla finestra aperta, fu uno sforzo enorme. Alzarsi, fare una doccia e
vestirsi, furono le azioni più faticose che avesse mai
fatto. Mentre ancora un
pesante mal di testa le martellava nel cranio, cercò di
darsi una sistemata e
scendere a colazione. La villa di Theo in Côte d'Azur era
spendida. Si
affacciava su un bellissimo giardino tutto colorato, che si sposava
magnificamente con il bianco candido della facciata della casa e del
suo
interno. Dopo aver fatto un salto a Parigi a trovare i suoi, che si
erano
trasferiti lì dopo i tremendi fatti avvenuti in Inghilterra,
aveva deciso di
passare un paio di giorni a trovare Theo e Ginny, che soggiornavano in
una delle
tante ville sparse per l'Europa della famiglia Nott. Sarebbe dovuta
tornare la
sera prima a Londra, ma con grande rammarico si ricordò che
aveva promesso
all'amica di fermarsi per una "tranquilla festicciola con qualche
amico", che proprio tranquilla non deve essere stata,
pensò lei.
Finalmente la cucina, finalmente del caffé.
«Granger,
non sapevo che fossi un'amante
così sfrenata delle feste!»
Bingo! urlò mentalmente la ragazza. Chi
meglio di Draco Malfoy in
persona la mattina dopo una sbronza?
«Giorno
Malfoy. E non urlare. Non
ricordavo che ci fossi anche tu»
«E
ci scommento, Granger. Ti sei scolata
quasi due bottiglie di Wisky Incendiario giocando al Poker Ubriaco!
»
«Al
Poker-che?
»
«Poker
u-b-r-i-a-c-o. Mi sembravi più
sveglia ai tempi della scuola, Granger»
«Malfoy,
lasciala in pace»
disse una figura femminile entrando
nella cucina. - Non vedi che è in piena fase post-sbronza? -
disse Ginny con qualche
risatina poco nascosta.
«Non
sono in nessuna fase post sbronza,
io! Ho solo un po' di mal di testa perché ieri sera ho
studiato fino a tardi
e... »
«Veramente,
quando ti ho messa a
letto, eri in un sonno profondo e con la bocca spalancata. Anzi,
russavi anche!
»
puntualizzò lui.
«Io
non russavo. E soprattutto non ero
ubriaca. E perché diavolo tu mi avresti
messa a letto?»
«Su,
Granger! Non fingere, ti abbiamo
vista tutti ieri sera»,
era Theo che
entrando aveva dato un bacio a Ginny e le aveva fatto l'occhiolino.
« E ti ha riportata a letto lui
perché
si sentiva in colpa di averti fatto bere così tanto. Abbiamo
scommesso e... lui
ha vinto»
«Scommesso
cosa? Che sarei andata in coma
oppure che avrei fatto il bagno nuda in piscina? -
«No,
l'avresti fatto?! Io l'ho detto a
Theo di scommettere anche sul bagno,ma non ha voluto! Mi avresti fatto
vincere
altri galeoni»
il tono divertino del
biondino.
«Malfoy,
spostati!»
Troppo tardi. Lo schiantesimo di Hermione l'aveva colpito diritto in
petto. Il
mal di testa era esploso come se ci fossero 500 scimmie urlatrici che
avevano
organizzato un party nel suo cranio.
«Suscettibile,
eh!»
era Theo che si era avvicinato all'amico per salvare la tazza
che poco prima aveva in mano. «Bevi
questo. Davvero si sentiva in colpa. Ti ha preparato una pozione per il
post
sbornia. È una bomba, la prendevamo sempre ad Hogwarts»
disse fra il divertito e lo spaventato.
Malfoy che le aveva preparato una pozione per farla stare meglio?
Malfoy che si
preoccupava per lei e le rimboccava le coperte? Lo stesso Malfoy che
aveva
scommesso sulla sua sbronza? Lo stesso dell'appuntamento? Erano troppe
domande
per Hermione in quel momento. Decise che era meglio svignarsela prima
che
riprendesse i sensi, non voleva sentirsi in colpa pure lei.
Era ormai pomeriggio tardi. Aveva riposato nel suo letto per tutta la
giornata,
anche se non era riuscita a dormire. Si sentiva davvero in colpa per
aver
schiantato Malfoy? Dio, era sempre l'insopportabile ed odioso Malfoy! Ed
è
stato gentile con te. Di nuovo, parlò una vocina
nella sua testa.
«Granger,
vedo che ti sei ripresa. Mi fa
piacere»
il tono neutro, educato ma senza
nessuna emozione. Come la quiete prima della tempesta. Fa
quasi paura, pensò
lei.
«Si,
ho dormito. E grazie per la pozione
Malfoy»
«Di
niente. Ne è valsa la pena farmi
schiantare per vedere te ubriaca»
un sorriso
divertito sulle labbra.
«Beh,
è stato... gentile. Una domanda
solo: su cosa avete scommesso tu e Theo?
», lo
sguardo acceso di lei
«Oh,
semplice. Solo se il tuo orgoglio e
la tua cocciutaggine tipicamente Grifondoro ti avrebbero portata a
crollare
ubriaca piuttosto che arrenderti. Ed ho vinto, ovviamente»
e la sua bocca piegata in una risata, lo
sguardo rilassato e divertito.
Dall'ormai lontano terzo anno di Hogwarts, Hermione aveva preso
l'abitudine di
portarsi dietro della cioccolata, in caso di emergenza. Malgrado
l'orgoglio che
avrebbe provato il Professor Lupin per la sua allieva, l'emergenza non
era un
attacco a sorpresa di Dissennatori, bensì una crisi emotiva
di Ginevra Weasley.
Dalla prima vera crisi sentimentale dell'amica, Hermione
aveva imparato
che per calmarla bastava della cioccolata. Cioccolatini, un'intera
tavoletta,
una cioccolata calda, la BabbaNut (una
famosa crema al cacao del
mondo babbano), insomma un qualsiasi tipo di "cibo degli dei" e Ginny
era tutta un'altra persona. E così Hermione aveva
imparato ad essere
sempre preparata agli stati di crisi dell'amica.
Quando una sorpresa Hermione in accappatoio e ciabatte, ancora fradicia
ed
insaponata dal suo bagno del venerdì sera, aveva aperto la
porta e si era
trovata davanti uno spaventato Theo ed una pangente Ginny, Hermione
aveva
capito che era "emergenza cioccolato". Spedì Theo a comprare
del
cioccolato, non sapeva se in casa ne avesse abbastanza per superare
quello
stato di crisi, e portò Ginny sul divano con lei.
Quando il ragazzo tornò, Ginny riposava tranquilla sul
divano di Hermione
vicino al caminetto.
«Scusa,
ma come diavolo hai fatto?
»
«Piccolo
trucco, caro ragazzo mio. Se
Ginny è sconvolta, dalle della cioccolata. Funziona -
«Noto.
Ho lasciato una Ginny
inconsolabile e ora è lì che dorme beata.
Menomale che l'ho portata da te. Ho
provato mille modi, ma... non sapevo più cosa fare»
la voce incrinata e gli occhi bassi.
«Ero
preoccupato. Scusa, se sono venuto
qua senza avvisare. Sei stata formidabile, Granger»
«Grazie
Theo, ma è stato...facile. Sai,
la conosco da anni, ne abbiamo passate tante insieme. E direi che
quella busta
devi tenerla in casa per le emergenze, ora che lo sai!
»- disse lei strizzando l'occhiolino.
«Vieni
che ti
faccio un té, così non la disturbiamo e parliamo
un po'...»
«Quindi
lo sai?»
«Si,
me l'aveva accennato qualche giorno
fa. Immagino che abbia parlato con i suoi»
«Già.
Siamo andati ieri sera alla Tana. È
stato un vero inferno, Hermione»
il tono
serio, era forse la prima volta in cui la chiamava per nome, era sempre
stata
Granger per lui.
«Non
mi hanno fatto neanche entrare, ma
io gliel'avevo detto che non avrebbero reagito bene a me, alla notizia.
Sono
rimasto fuori in giardino, mentre le faceva esplodere la porta con un
incantesimo e si lanciava in casa urlando contro i suoi. Hanno
litiganto.
Tanto. Lei ha detto che se ne sarebbe andata di casa, e la Signora
Wealey è
andata su tutte le furie. Ha detto che se l'avesse fatto davvero
l'avrebbe
disconosciuta, che non avrebbe più avuto una figlia. Lei ha
urlato una sequela
di parolacce, sai com'è fatta lei»,
un
sorriso amaro sul viso di lui. - Ha detto "sai che c'è?
allora me lo
sposo!" e se n'è andata. Fuori non ha detto una
parola, l'ho portata
da me, ma non riuscivo a farla parlare. Ha poi iniziato a piangere. Ha
pianto
tutta la notte. Ho provato di tutto, davvero...così...alla
fine sono venuto
qui. Ma ora non so che fare»
Guardando un Theo disperato tanto quanto innamorato dell'amica, poteva
percepire il dolore che provava per quella situazione. Lui sapeva cosa
volesse
dire vivere senza una famiglia e non voleva che lei soffrisse come
aveva
sofferto lui. Non voleva che la sua amata provasse il dolore della
scelta fra i
suoi sentimenti e la sua famiglia. Non voleva essere la causa del suo
dolore.
«Forse...Forse
sarebbe il caso che mi
aiutassi a fare un incantesimo di memoria su di lei. Vorrei farle
dimenticare
chi sono. Hermione, ti prego aiutami. Ginny non fa altro che ripete
quanto tu
sia stata sensazionale nel proteggere i tuoi genitori ai tempi della
guerra.
Aiutami...
» una richiesta a fil di voce,
quasi sussurrata nell'angoscia, nel dolore. Non era facile scegliere
cosa fare.
E non era facile scegliere le parole giuste. Con un sospiro Hermione si
avvicinò al ragazzo.
«Theo,
non lo farò. So che la vuoi
proteggere da tutto questo, ma tu sei la cosa migliore che le sia mai
capitata.
Tu non sai quanto fosse a pezzi dopo la morte di Fred. È la
prima volta che,
dopo tanto tempo, la vedo sorridere così, sorridere davvero,
e ridere di cuore.
Neanche con Harry, che è stato il suo primo grande amore,
era così. Non ti
aiuterò a cancellare la felicità della mia
migliore amica. Non sai ancora
quanto lei sia forte, non accetterà mai di scendere a patti
con i suoi. Non c'è
scelta ormai. L'ha scelta l'ha fatta quando ha aperto il suo cuore a
lei,
perché sapeva tutto quello che sarebbe successo. Lo sapeva.
E io non ti aiuterò
a cancellare quel sorriso, il suo vero sorriso, dal volto di Ginny. Non
ti
aiuterò a distruggere la vostra felicità»
«Grazie,
Hermione. - gli occhi sinceri e
commossi, e meno sofferenti.
«Ora
portala a casa, casa vostra.
Diventa una belva quando passa la notte a dormire sul divano. E mi
racomando,
per domani mattina a colazione: cioccolata cala con panna e una bella
fetta di
torta Sacher».
Qualche mese dopo, Theo aveva preso seriamente ciò che gli
aveva detto Hermione
una sera di qualche tempo prima. I mesi erano passati, ma la situazione
a casa
Weasley con Ginny non era certo migliorata.
Ma questo non poteva certo spegnere l'entusiasmo di Ginny, nel
mostrarle un
grosso diamante rosa montato su un elegante anello in oro bianco. Al
telefono
le aveva solo detto che avrebbe dovuto raccontarle una
novità, ma niente di
importante. Invece, appena l'aveva vista da lontano, Hermione non aveva
potuto fare
a meno di notare il sorriso raggiante sul volto dell'amica. E appena fu
vicino,
anche l'enorme pietra, non passava di certo inosservata! Hermione si
era messa
a piangere, commossa, quando l'amica le aveva raccontato della serata
speciale
che aveva passato un paio di giorni prima.
«Beh
sai, non ti ho chiamata subito
perché...avevamo altro da fare...dovevamo festeggiare!»
«Due
giorni interi?! Complimenti amica!
Ma.... racconta, forza!
» era
l'ordine di Hermione
Così l'amica le raccontò che lui aveva
organizzato una serata a sopresa. Si era
fatto prestare il jet privato della famiglia Malfoy per portarla fino
alla
villa in Côte d'Azur. Le aveva bendato gli occhi fino al
pista privata del jet,
ad Heatrow. Salità sul jet le aveva sciolto il drappo di
sera che le copriva
gli occhi, ma non le aveva svelato nulla. Entrati nella villa, lui
l'avevo
portata in giardino, in quel magnifico giardino ornato di piccole
candele
fluttuanti ad illuminare i fiori. Avevano cenato a lume di candela in
un angolo
appartato vicino alla serra tropicale. Ovviamente lei aveva capito
subito che
fosse una serata speciale, ma non fino a quel punto. Finita la cena
hanno
passeggiato un po' e poi...
«Lui
si è inginocchiato, mi ha fatto
vedere l'anello e me l'ha chiesto! Ma ci pensi Herm, mi sposo! Ma...
Herm, che
fai? Piangi?»
«Beh,
si mi sono commossa. Non sono un
cuore di pietra come la famosa Medusa, anche se voi mi dipingete sempre
così,
sai?
» e si erano abbracciate. Forte e
per tanto tempo. Non avevano più parlato, ma si erano
raccontate tutta la loro
felicità in quell'abbraccio speciale.
«Comunque,
poi abbiamo fatto sesso subito»
«Come
subito? ma non eravate nella serra
tropicale?
«Appunto,
sai lì fa caldissimo per stare
con i vestiti! E poi si dove festeggiare, no?
» Hermione
non riusciva a smettere di pensare a quando bella fosse la sua amica.
Così
sorridente, felice ed innamorata.
L'idillio durò poco, ovviamente. Il giornale Tutto
il gossip delle streghe aveva
già spifferato tutto dopo solo 2 settimane dalla proposta di
matrimonio. Ma
come fanno ad essere sempre così informati?, si
chiese Hermione buttando il
giornale nel caminetto acceso. Per fortuna questa volta, la famiglia
Weasley
era stata avvisata per tempo. Dopo più di due mesi di
silenzio, dopo quella
litigata di agosto, era arrivata una piccola lettera recapitata da una
bellissima civetta. Una piccola lettera in cartoncino bianco, con dei
piccoli
ricami in rilievo.
Una Signora Weasley sconvolta e rossa in viso, aveva lanciato sul
tavolo la
lettera ed era corsa a prendere il suo mantello e, in un batter
d'occhi, si era
smaterializzata. Tutto questo mentre uno stordito Signor Weasley, si
riprendeva
dallo shock della notizia e rincorreva la moglie per contenere la sua
reazione.
Il campanello suonò ripetutamente prima che Theo andasse ad
aprire la porta. Di
sicuro non erano persone educate, mica uno può attaccarsi ad
un campanello in
quello modo, pensò lui. E pensando di dover sbattere ancora
la porta in faccia
a quei bizzarri venditori babbani di enciclopedie, si
ritrovò invece di fronte
a lui una Signora Wealey decisamente paonazza in viso. Tutto successe
in pochi
secondi. Senza che potesse aprire bocca, si ritrovò
soffocato dalle braccia di
Molly Weasley. Uno sconvolto Signor Weasley era comparso dietro la
moglie e cercava
di staccarla dal ragazzo. Mentre una lunga chioma rossa correva dalla
cucina
sentendo i rumori che provenivano dall'ingresso. Erano tutti pronti ad
intervenire. Il Signor Weasley tirando via con forza la moglie da Theo;
un Ron
comparso anche lui sul pianerottolo dell'appartamento che cercava di
aiutare il
padre; Ginny che cercava di aiutare Theo a liberarsi; ed anche il
vicino, che
era accorso alla porta con tutto quel rumore e stava componendo il
numero della
polizia babbana. Nonostante tutti pensassero che Molly avrebbe
strozzato con le
sue mani il povero Theodor Nott, ciò non avvenne. Lo stava
invece avviluppando
in un suo solito abbraccio alla "Signora Weasley", quei soffocanti
abbracci da mamma dolorosi, ma innocui e pieni d'amore.
*****
Eccoci qui con il quarto capitolo. Ho ritardato la pubblicazione
perché ero al
mare senza internet, ma vi dico già che ora gli
aggiornamenti ci saranno di
settimana in settimana. Il mare mi ha ispirato, quindi mi sono portata
avantissimo e vista la pausa estiva, devo farmi perdonare ;)
Ringrazio infinitamente MarMar81, Matilde, AriCastle66,
Romeoandjulietdramione
e Getmewiththosegreeneyes
per aver
recensito. Siete sempre carinissime!
Grazie ha chi ha ancora aggiunto la storia alle seguite ed anche a
tutti quei letto
(neanche fossero milioni :P ) che han letto senza lasciare una traccia
del loro
passaggio.
xxx
Succo di zucca
«Scrivi:
Hermione...
» Ginny, sdraiata a pancia in giù su
una
sdraio a bordo piscina della villa di Theo. I lunghi capelli rossi
illuminati
in splendidi riflessi dal sole, gli occhiali grandi e scuri, una cuffia
del
lettore mp3 nell'orecchio e l'altra penzolante, da cui usciva forte e
chiara
della musica house del momento.
«Ma
sai che il t9 del mio babbatel
non sa mai come scrivere Hermione?
»
esclamò la rossa. Il telefono cellulare babbano, appunto il babbatel,
in
mano e l'aria concentrata di chi sta facendo qualcosa di molto
importante.
«Ginny,
ma la
vuoi smettere con 'ste cose? Neanche più i babbani ci
credono!»,
disse l'amica, ormai arresa alla famosa
cocciutaggine di Ginevra Weasley.
«Scrivi
Hermione e ... Luke, il maestro
di tennis di Theo. Si proviamo con Luke, non te l'ho ancora presentato»
fronte aggrottata, lingua che spunta dalle
labbra. «ecco,
inviato! Ora aspettiamo il
verdetto».
Bip bip..bip bip..
«Oh,
miseriaccia! Solo il 25% di probabilità che il vostro amore
sia vero! Che
palle, era proprio carino!
».
«Ginevra,
vuoi smetterla per favore?
» l'aria annoiata di chi ha già
sopportato
troppe volte quel supplizio. «ti
prego...
» disse Hermione.
«Her-mione
e... »
quell'aria da dea, con quei capelli rossi e la pelle chiara; da
diva con quegli occhiali da sole; da bambina con la lingua fuori dalle
labbra
per lo sforzo. «Ah
si, Simon! Proviamo! -
«Ginevra
Molly Weasley, ora BASTA! Hai
raggiunto l'apice, con Simon: NO!»
«Ma
Herm, suvvia! Se tu non vuoi andare
agli appuntamenti dovrò pur trovare un modo per farti
sposare ed avere
tanti marmocchietti, no?
» concluse schivando
una scintilla rossa che aveva appena raggiunto la sua sdraio.
«Continua
pure a giocare con le
stupidaggini babbane, ma con Simon no. Non ci provare neanche o ti
uccido».
Hermione e.... e ora con chi la metto?! pensò
l'amica. Le sto
prensentando tutti i migliori scapoli di Londra, certi pezzi di
figaggine che
se non fossi fidanzata, mannaggia... Tipo, Luke. Alto, occhi scuri,
quella
schiena...e quel fondoschiena! Il tipo perfetto proprio.......
ehm...
che stavo dicendo? Ah si, giusto, con chi la piazzo ora? E se...
Hermione e Draco.
Invia.
Che nomi assurdi, sicuramente i babbani non avranno mai sentito due
nomi così.
Bip bip..Bip bip
«Ancora
con questo gioco, Ginny?»
«No,
tranquilla. È Theo!»
e, a momenti, non le prese un colpo.
«Che
hai combinato, Ginevra?»
bastò un colpo di bacchetta per far sfuggire
di mano all'amica il telefono e farlo arrivare a sé. E
leggendo il messaggio,
per poco non prese un colpo anche ad Hermione.
Hemione e Draco.
Compatibilità al 99%.
«Ginny,
mai
più. Mai più»
«Beh
è chiaro che sia solo uno stupido gioco
babbano, no? Oppure... »
«Oppure
vuol dire che l’1% è talmente
pieno di odio da non farci stare neanche nella stessa stanza».
Discorso
chiuso, pensò
Ginny
guardando l'amica furiosa alzarsi ed andando a mettere i piedi
nell'acqua
tiepida della piscina.
«Senti,
Herm. Perché per perdonarmi
stasera non ti fermi qua e facciamo una festicciola? Solo io te e
qualche
amico...
»
Ad Hermione si strinse il cuore nel vedere gli occhi dell'amica. Sapeva
che
ultimamente la ricerca all'uomo-perfetto-per-Hermione (ovvero una
missione più
difficile di sconfiggere Lord Voldemort e trovare tutti i suoi Horcrux,
più
difficile di convincere Piton a farsi una
doccia) si era intensificata per tenere lontano dalla mente i problemi
con la
sua famiglia.
«Va
bene, Ginny. Mi fermo allora »
e sul viso dell'amica si dipinse
immediatamente un sorriso. Non un sorriso alla
Ginny, la vera Ginny,
ma era meglio di niente.
Hermione si svegliò nella sua stanza con un tremendo mal di
testa ed un senso
di nausea davvero fastidioso. Beh, buongiorno! riuscì
a pensare. Aprire
gli occhi e farli abituare alla luce di mezzogiorno che illuminava la
stanza
dalla finestra aperta, fu uno sforzo enorme. Alzarsi, fare una doccia e
vestirsi, furono le azioni più faticose che avesse mai
fatto. Mentre ancora un
pesante mal di testa le martellava nel cranio, cercò di
darsi una sistemata e
scendere a colazione. La villa di Theo in Côte d'Azur era
spendida. Si
affacciava su un bellissimo giardino tutto colorato, che si sposava
magnificamente con il bianco candido della facciata della casa e del
suo
interno. Dopo aver fatto un salto a Parigi a trovare i suoi, che si
erano
trasferiti lì dopo i tremendi fatti avvenuti in Inghilterra,
aveva deciso di
passare un paio di giorni a trovare Theo e Ginny, che soggiornavano in
una delle
tante ville sparse per l'Europa della famiglia Nott. Sarebbe dovuta
tornare la
sera prima a Londra, ma con grande rammarico si ricordò che
aveva promesso
all'amica di fermarsi per una "tranquilla festicciola con qualche
amico", che proprio tranquilla non deve essere stata,
pensò lei.
Finalmente la cucina, finalmente del caffé.
«Granger,
non sapevo che fossi un'amante
così sfrenata delle feste!»
Bingo! urlò mentalmente la ragazza. Chi
meglio di Draco Malfoy in
persona la mattina dopo una sbronza?
«Giorno
Malfoy. E non urlare. Non
ricordavo che ci fossi anche tu»
«E
ci scommento, Granger. Ti sei scolata
quasi due bottiglie di Wisky Incendiario giocando al Poker Ubriaco!
»
«Al
Poker-che?
»
«Poker
u-b-r-i-a-c-o. Mi sembravi più
sveglia ai tempi della scuola, Granger»
«Malfoy,
lasciala in pace»
disse una figura femminile entrando
nella cucina. - Non vedi che è in piena fase post-sbronza? -
disse Ginny con qualche
risatina poco nascosta.
«Non
sono in nessuna fase post sbronza,
io! Ho solo un po' di mal di testa perché ieri sera ho
studiato fino a tardi
e... »
«Veramente,
quando ti ho messa a
letto, eri in un sonno profondo e con la bocca spalancata. Anzi,
russavi anche!
»
puntualizzò lui.
«Io
non russavo. E soprattutto non ero
ubriaca. E perché diavolo tu mi avresti
messa a letto?»
«Su,
Granger! Non fingere, ti abbiamo
vista tutti ieri sera»,
era Theo che
entrando aveva dato un bacio a Ginny e le aveva fatto l'occhiolino.
« E ti ha riportata a letto lui
perché
si sentiva in colpa di averti fatto bere così tanto. Abbiamo
scommesso e... lui
ha vinto»
«Scommesso
cosa? Che sarei andata in coma
oppure che avrei fatto il bagno nuda in piscina? -
«No,
l'avresti fatto?! Io l'ho detto a
Theo di scommettere anche sul bagno,ma non ha voluto! Mi avresti fatto
vincere
altri galeoni»
il tono divertino del
biondino.
«Malfoy,
spostati!»
Troppo tardi. Lo schiantesimo di Hermione l'aveva colpito diritto in
petto. Il
mal di testa era esploso come se ci fossero 500 scimmie urlatrici che
avevano
organizzato un party nel suo cranio.
«Suscettibile,
eh!»
era Theo che si era avvicinato all'amico per salvare la tazza
che poco prima aveva in mano. «Bevi
questo. Davvero si sentiva in colpa. Ti ha preparato una pozione per il
post
sbornia. È una bomba, la prendevamo sempre ad Hogwarts»
disse fra il divertito e lo spaventato.
Malfoy che le aveva preparato una pozione per farla stare meglio?
Malfoy che si
preoccupava per lei e le rimboccava le coperte? Lo stesso Malfoy che
aveva
scommesso sulla sua sbronza? Lo stesso dell'appuntamento? Erano troppe
domande
per Hermione in quel momento. Decise che era meglio svignarsela prima
che
riprendesse i sensi, non voleva sentirsi in colpa pure lei.
Era ormai pomeriggio tardi. Aveva riposato nel suo letto per tutta la
giornata,
anche se non era riuscita a dormire. Si sentiva davvero in colpa per
aver
schiantato Malfoy? Dio, era sempre l'insopportabile ed odioso Malfoy! Ed
è
stato gentile con te. Di nuovo, parlò una vocina
nella sua testa.
«Granger,
vedo che ti sei ripresa. Mi fa
piacere»
il tono neutro, educato ma senza
nessuna emozione. Come la quiete prima della tempesta. Fa
quasi paura, pensò
lei.
«Si,
ho dormito. E grazie per la pozione
Malfoy»
«Di
niente. Ne è valsa la pena farmi
schiantare per vedere te ubriaca»
un sorriso
divertito sulle labbra.
«Beh,
è stato... gentile. Una domanda
solo: su cosa avete scommesso tu e Theo?
», lo
sguardo acceso di lei
«Oh,
semplice. Solo se il tuo orgoglio e
la tua cocciutaggine tipicamente Grifondoro ti avrebbero portata a
crollare
ubriaca piuttosto che arrenderti. Ed ho vinto, ovviamente»
e la sua bocca piegata in una risata, lo
sguardo rilassato e divertito.
Dall'ormai lontano terzo anno di Hogwarts, Hermione aveva preso
l'abitudine di
portarsi dietro della cioccolata, in caso di emergenza. Malgrado
l'orgoglio che
avrebbe provato il Professor Lupin per la sua allieva, l'emergenza non
era un
attacco a sorpresa di Dissennatori, bensì una crisi emotiva
di Ginevra Weasley.
Dalla prima vera crisi sentimentale dell'amica, Hermione
aveva imparato
che per calmarla bastava della cioccolata. Cioccolatini, un'intera
tavoletta,
una cioccolata calda, la BabbaNut (una
famosa crema al cacao del
mondo babbano), insomma un qualsiasi tipo di "cibo degli dei" e Ginny
era tutta un'altra persona. E così Hermione aveva
imparato ad essere
sempre preparata agli stati di crisi dell'amica.
Quando una sorpresa Hermione in accappatoio e ciabatte, ancora fradicia
ed
insaponata dal suo bagno del venerdì sera, aveva aperto la
porta e si era
trovata davanti uno spaventato Theo ed una pangente Ginny, Hermione
aveva
capito che era "emergenza cioccolato". Spedì Theo a comprare
del
cioccolato, non sapeva se in casa ne avesse abbastanza per superare
quello
stato di crisi, e portò Ginny sul divano con lei.
Quando il ragazzo tornò, Ginny riposava tranquilla sul
divano di Hermione
vicino al caminetto.
«Scusa,
ma come diavolo hai fatto?
»
«Piccolo
trucco, caro ragazzo mio. Se
Ginny è sconvolta, dalle della cioccolata. Funziona -
«Noto.
Ho lasciato una Ginny
inconsolabile e ora è lì che dorme beata.
Menomale che l'ho portata da te. Ho
provato mille modi, ma... non sapevo più cosa fare»
la voce incrinata e gli occhi bassi.
«Ero
preoccupato. Scusa, se sono venuto
qua senza avvisare. Sei stata formidabile, Granger»
«Grazie
Theo, ma è stato...facile. Sai,
la conosco da anni, ne abbiamo passate tante insieme. E direi che
quella busta
devi tenerla in casa per le emergenze, ora che lo sai!
»- disse lei strizzando l'occhiolino.
«Vieni
che ti
faccio un té, così non la disturbiamo e parliamo
un po'...»
«Quindi
lo sai?»
«Si,
me l'aveva accennato qualche giorno
fa. Immagino che abbia parlato con i suoi»
«Già.
Siamo andati ieri sera alla Tana. È
stato un vero inferno, Hermione»
il tono
serio, era forse la prima volta in cui la chiamava per nome, era sempre
stata
Granger per lui.
«Non
mi hanno fatto neanche entrare, ma
io gliel'avevo detto che non avrebbero reagito bene a me, alla notizia.
Sono
rimasto fuori in giardino, mentre le faceva esplodere la porta con un
incantesimo e si lanciava in casa urlando contro i suoi. Hanno
litiganto.
Tanto. Lei ha detto che se ne sarebbe andata di casa, e la Signora
Wealey è
andata su tutte le furie. Ha detto che se l'avesse fatto davvero
l'avrebbe
disconosciuta, che non avrebbe più avuto una figlia. Lei ha
urlato una sequela
di parolacce, sai com'è fatta lei»,
un
sorriso amaro sul viso di lui. - Ha detto "sai che c'è?
allora me lo
sposo!" e se n'è andata. Fuori non ha detto una
parola, l'ho portata
da me, ma non riuscivo a farla parlare. Ha poi iniziato a piangere. Ha
pianto
tutta la notte. Ho provato di tutto, davvero...così...alla
fine sono venuto
qui. Ma ora non so che fare»
Guardando un Theo disperato tanto quanto innamorato dell'amica, poteva
percepire il dolore che provava per quella situazione. Lui sapeva cosa
volesse
dire vivere senza una famiglia e non voleva che lei soffrisse come
aveva
sofferto lui. Non voleva che la sua amata provasse il dolore della
scelta fra i
suoi sentimenti e la sua famiglia. Non voleva essere la causa del suo
dolore.
«Forse...Forse
sarebbe il caso che mi
aiutassi a fare un incantesimo di memoria su di lei. Vorrei farle
dimenticare
chi sono. Hermione, ti prego aiutami. Ginny non fa altro che ripete
quanto tu
sia stata sensazionale nel proteggere i tuoi genitori ai tempi della
guerra.
Aiutami...
» una richiesta a fil di voce,
quasi sussurrata nell'angoscia, nel dolore. Non era facile scegliere
cosa fare.
E non era facile scegliere le parole giuste. Con un sospiro Hermione si
avvicinò al ragazzo.
«Theo,
non lo farò. So che la vuoi
proteggere da tutto questo, ma tu sei la cosa migliore che le sia mai
capitata.
Tu non sai quanto fosse a pezzi dopo la morte di Fred. È la
prima volta che,
dopo tanto tempo, la vedo sorridere così, sorridere davvero,
e ridere di cuore.
Neanche con Harry, che è stato il suo primo grande amore,
era così. Non ti
aiuterò a cancellare la felicità della mia
migliore amica. Non sai ancora
quanto lei sia forte, non accetterà mai di scendere a patti
con i suoi. Non c'è
scelta ormai. L'ha scelta l'ha fatta quando ha aperto il suo cuore a
lei,
perché sapeva tutto quello che sarebbe successo. Lo sapeva.
E io non ti aiuterò
a cancellare quel sorriso, il suo vero sorriso, dal volto di Ginny. Non
ti
aiuterò a distruggere la vostra felicità»
«Grazie,
Hermione. - gli occhi sinceri e
commossi, e meno sofferenti.
«Ora
portala a casa, casa vostra.
Diventa una belva quando passa la notte a dormire sul divano. E mi
racomando,
per domani mattina a colazione: cioccolata cala con panna e una bella
fetta di
torta Sacher».
Qualche mese dopo, Theo aveva preso seriamente ciò che gli
aveva detto Hermione
una sera di qualche tempo prima. I mesi erano passati, ma la situazione
a casa
Weasley con Ginny non era certo migliorata.
Ma questo non poteva certo spegnere l'entusiasmo di Ginny, nel
mostrarle un
grosso diamante rosa montato su un elegante anello in oro bianco. Al
telefono
le aveva solo detto che avrebbe dovuto raccontarle una
novità, ma niente di
importante. Invece, appena l'aveva vista da lontano, Hermione non aveva
potuto fare
a meno di notare il sorriso raggiante sul volto dell'amica. E appena fu
vicino,
anche l'enorme pietra, non passava di certo inosservata! Hermione si
era messa
a piangere, commossa, quando l'amica le aveva raccontato della serata
speciale
che aveva passato un paio di giorni prima.
«Beh
sai, non ti ho chiamata subito
perché...avevamo altro da fare...dovevamo festeggiare!»
«Due
giorni interi?! Complimenti amica!
Ma.... racconta, forza!
» era
l'ordine di Hermione
Così l'amica le raccontò che lui aveva
organizzato una serata a sopresa. Si era
fatto prestare il jet privato della famiglia Malfoy per portarla fino
alla
villa in Côte d'Azur. Le aveva bendato gli occhi fino al
pista privata del jet,
ad Heatrow. Salità sul jet le aveva sciolto il drappo di
sera che le copriva
gli occhi, ma non le aveva svelato nulla. Entrati nella villa, lui
l'avevo
portata in giardino, in quel magnifico giardino ornato di piccole
candele
fluttuanti ad illuminare i fiori. Avevano cenato a lume di candela in
un angolo
appartato vicino alla serra tropicale. Ovviamente lei aveva capito
subito che
fosse una serata speciale, ma non fino a quel punto. Finita la cena
hanno
passeggiato un po' e poi...
«Lui
si è inginocchiato, mi ha fatto
vedere l'anello e me l'ha chiesto! Ma ci pensi Herm, mi sposo! Ma...
Herm, che
fai? Piangi?»
«Beh,
si mi sono commossa. Non sono un
cuore di pietra come la famosa Medusa, anche se voi mi dipingete sempre
così,
sai?
» e si erano abbracciate. Forte e
per tanto tempo. Non avevano più parlato, ma si erano
raccontate tutta la loro
felicità in quell'abbraccio speciale.
«Comunque,
poi abbiamo fatto sesso subito»
«Come
subito? ma non eravate nella serra
tropicale?
«Appunto,
sai lì fa caldissimo per stare
con i vestiti! E poi si dove festeggiare, no?
» Hermione
non riusciva a smettere di pensare a quando bella fosse la sua amica.
Così
sorridente, felice ed innamorata.
L'idillio durò poco, ovviamente. Il giornale Tutto
il gossip delle streghe aveva
già spifferato tutto dopo solo 2 settimane dalla proposta di
matrimonio. Ma
come fanno ad essere sempre così informati?, si
chiese Hermione buttando il
giornale nel caminetto acceso. Per fortuna questa volta, la famiglia
Weasley
era stata avvisata per tempo. Dopo più di due mesi di
silenzio, dopo quella
litigata di agosto, era arrivata una piccola lettera recapitata da una
bellissima civetta. Una piccola lettera in cartoncino bianco, con dei
piccoli
ricami in rilievo.
Una Signora Weasley sconvolta e rossa in viso, aveva lanciato sul
tavolo la
lettera ed era corsa a prendere il suo mantello e, in un batter
d'occhi, si era
smaterializzata. Tutto questo mentre uno stordito Signor Weasley, si
riprendeva
dallo shock della notizia e rincorreva la moglie per contenere la sua
reazione.
Il campanello suonò ripetutamente prima che Theo andasse ad
aprire la porta. Di
sicuro non erano persone educate, mica uno può attaccarsi ad
un campanello in
quello modo, pensò lui. E pensando di dover sbattere ancora
la porta in faccia
a quei bizzarri venditori babbani di enciclopedie, si
ritrovò invece di fronte
a lui una Signora Wealey decisamente paonazza in viso. Tutto successe
in pochi
secondi. Senza che potesse aprire bocca, si ritrovò
soffocato dalle braccia di
Molly Weasley. Uno sconvolto Signor Weasley era comparso dietro la
moglie e cercava
di staccarla dal ragazzo. Mentre una lunga chioma rossa correva dalla
cucina
sentendo i rumori che provenivano dall'ingresso. Erano tutti pronti ad
intervenire. Il Signor Weasley tirando via con forza la moglie da Theo;
un Ron
comparso anche lui sul pianerottolo dell'appartamento che cercava di
aiutare il
padre; Ginny che cercava di aiutare Theo a liberarsi; ed anche il
vicino, che
era accorso alla porta con tutto quel rumore e stava componendo il
numero della
polizia babbana. Nonostante tutti pensassero che Molly avrebbe
strozzato con le
sue mani il povero Theodor Nott, ciò non avvenne. Lo stava
invece avviluppando
in un suo solito abbraccio alla "Signora Weasley", quei soffocanti
abbracci da mamma dolorosi, ma innocui e pieni d'amore.
*****
Eccoci qui con il quarto capitolo. Ho ritardato la pubblicazione
perché ero al
mare senza internet, ma vi dico già che ora gli
aggiornamenti ci saranno di
settimana in settimana. Il mare mi ha ispirato, quindi mi sono portata
avantissimo e vista la pausa estiva, devo farmi perdonare ;)
Guardano indietro nei vecchi capitoli potrete trovare qualche
cambiamento, soprattutto di stile ed errori di battitura, che spero di
aver elimitato definitivamente. Ovviamente, segnalatemeli pure in caso
ve ne siano ancora!!
Ringrazio infinitamente MarMar81, Matilde, AriCastle66,
Romeoandjulietdramione, Shadow_chan
e Getmewiththosegreeneyes
per aver
recensito. Siete sempre carinissime!
Grazie ha chi ha ancora aggiunto la storia alle seguite ed anche a
tutti quei letto
(neanche fossero milioni :P ) che han letto senza lasciare una traccia
del loro
passaggio.
xxx
Succo di zucca