La sensazione di allacciarsi un paio di scarpette, dico.
Sai, quel tirare automatico di stringhe, quel modo di annodare i lacci così familiare, quel provarle, ed essere sicuro di trovarle perfette per te.
Non solo al tuo piede, ma al tuo intero essere.
Sì, quello che brama ballare ogni volta che sente attaccare Giselle.
Ripeto, dubito che molta gente lo capisca. È troppo... lenta questa sensazione, per le loro vite vissute di fretta.
Devi assaporarla, provarla, controllare che sia quella giusta. Cresce dentro di te lentamente, a costa di dolore, fatica e piedi sanguinanti.
Ad ogni prova è un centesimo, un pizzico, un minuscolo frammento di bravura in più.
Ogni passo, ogni saggio, ogni correzione, sono un’aggiunta al tuo lavoro.
Fino a quando non arriva il giorno, quel fatidico giorno, in cui allacci le scarpette e... ci sei.
Senti musica e ti muovi, ma solo perchè quella musica la senti dentro di te.
La musica, la musica... agli spettacoli la suonano perchè gli spettori non si perdano, perchè la gente che va di fretta si fermi un momento a sentire un rumore che non sia il clacson, il parlottare, l’urlare del tuo capo o il bruscio incessante del tuo cellulare.
I ballerini, la musica la portano dentro. Anche se non si vede.
In fondo, la goffaggine è solo relativa.
Perchè quando balli tu non sei più te stessa, ti limiti a lasciarti andare, e non pensare. Proprio perchè pensare è quello che può farti perdere l’armonia.
Ma la cosa più profonda, è quando ti dimentichi delle stesse regole del ballo.
Quando l’unica cosa che fai è sentire e reagire, senza pensare se quello che stai facendo è un knicked down od un depliè.
Quello non è più definibile come “ballare”. Semplicemente, è come se ti mettessi in contatto con il centro del mondo.
Che importa quale mondo sia?
Perdi la nozione del tempo, o semplicemente lo assumi così a fondo, che non riesci più a distinguerlo dal tuo stesso essere.
È il tuo cuore quello che batte, o il risuonare della grancassa?
Cresce, decresce, assorda ed allieta, confonde e trascina.
I ballerini sono tra le più grandi vittime della musica. Le cedono soggiogati, dipendenti da quella che è la loro spina dorsale, la loro più raffinata droga.
E ballano, per assomigliare ad angeli, distruggendo il loro fisico, e cercare d’avvicinare un po’ di più il cielo alla terra.
Alhoa! Non so come mi è uscita questa strana filippica riguardo alla danza classica... io che neppure ballo.
Ma l’immedesimazione gioca strani scherzi. ;)