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Autore: Fantfree    28/08/2013    4 recensioni
Dopo una gita in un parco tematico, sette ragazzi si conoscono per caso all'entrata delle montagne russe chiamate Atlantipse, particolarmente conosciute per il loro tunnel del terrore (tunnel buio dove non si vede nulla). Saliranno tutti più o meno felici e quando tutto sembra andare alla perfezione... Il carrello si blocca proprio lì dentro...
Discutendo sul da farsi decidono di liberarsi ed andare a chiamare aiuto ma... si ritroveranno in una città completamente disabitata e distrutta...
Da lì comincia il loro viaggio... La loro avventura farà scoprire loro il grande segreto che si cela dietro quel mondo apparentemente diverso ed il motivo di essere arrivati fino a lì...
Un'umanità schiavizzata in un mondo dove ormai la tecnologia sembra essere stata del tutto sostituita dalla magia, la quale è posseduta solo da coloro che si fanno chiamare abitanti di Atlantide. Intanto, qualcuno da lontano sta preparando la sua vendetta e sta attendendo il momento giusto per colpire...
Che cosa c'entrano allora Cora, Blake, Clark, Mya e Dean con tutto questo?
Questa è la prima storia che scrivo, spero che vi piaccia!
Genere: Dark, Fantasy, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Afterworld'
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Ok, eccomi di nuovo qui. Finalmente ci siamo: questa è la parte seconda della storia (e forse non l'ultima) ed accadranno un sacco di cose ;) In questo capitolo ci aggiungerò ancora dei misteri... Non vi voglio confondere più di tanto, ma per la storia ogni singolo mistero ha un suo puno cruciale. Vedrete, tutti quanti si incastreranno come un puzzle... Manca solo il movente! So che non state più nella pelle e allora ecco a voi! Dove avevamo lasciato Cora e gli altri? Ah, sì! Dunque...

E così Cora si diresse verso la sala da pranzo. Voleva vedere Ydatos e con grande soddisfazione se lo trovò lì, intento a consultare una mappa.

<< Siamo stati grandi! >> Diceva il ragazzo agli altri.

<< Tutto liscio, come al solito. >> Rispodeva un altro.

<< Sì, ma è anche vero che facciamo questo percorso da mesi ormai. >> Aggiungeva un altro ancora.

Cora non sapeva che cosa fare: intromettersi oppure no? Optò dunque per la prima opzione e tentò.

<< Che state guardando? >> Domandò lei facendo finta di non sapere.

<< Stiamo consultando la mappa. Fra due ore saremo a Thera. >> Rispose Ydatos. Oh, no! Si sarebbero dovuti salutare per sempre e questo la intristiva ancora di più. Ma non doveva farglielo vedere: voleva che il ragazzo avesse un bel ricordo della sua immagine, e così cercò di essere il più naturale possibile.

<< Guarda! >> Le disse mostrandole la mappa.

Cora la osservò molto incuriosita: chissà da quale località del Sud America erano partiti? Ma ai suoi occhi si presentò un mondo totalmente diverso da quello che conosceva. Non era affatto la Terra, dov'erano i continenti che lei conosceva? Dov'era finita l'Europa? Vide invece delle grandi isole disposte a chiazze qua e là. E poi, al centro della carta, vide un grosso continente in mezzo agli altri: Atlantis, c'era scritto. Era dunque quella la leggendaria Atlantide di cui tutti parlavano? Quella terra aveva una forma a goccia, con ampie montagne a nord e collinette a sud, con in mezzo una pianura con tanti fiumi. Non c'era da stupirsi per tutto il resto: ormai si stava abituando al nonsenso che la circondava.

<< Noi siamo partiti da qui. >> Indicò Ydatos.

Dunque... Se quello era il Sud America, pensò Cora, allora lei era una diva di Hollywood. Riconosceva sì una catena che ricordava alla lontana quella delle Ande e poco più. Ed era a nord, non a sud. Ma si vedeva lontano miglia che quella terra non era affatto quello che le avevano detto.

<< E ora siamo arrivati qui. >>

Cora notò che stavano per approdare sul lato ovest di Atlantide, e lì si trovava Thera, nominata come la grande capitale.

<< Come ben sapete, io vengo dallo Stato dell'Estremo. >> Disse lei.

<< Ah, vuoi rivedere la tua terra d'origine? >> Le domandò Ydatos. << Ti accontento subito! >>

Il ragazzo voltò la cartina e davanti agli occhi della ragazza comparve un altro mondo ancora, diverso da quello che aveva appena visto. E lei che credeva che lo Stato dell'Estremo fosse solo un singolo stato! Non si immaginava proprio che fosse un impero...

Il ragazzo notò la grande curiosità di Cora.

<< Questa carta è aggiornata. Non vedi più la terra dominante poiché come sai ora è da noi, ma tutti gli altri continenti. >> La guardò sorridendo. << E tu da dove vieni? >>

Cora si domandò a questo punto dove si trovasse veramente questo Stato dell'Estremo, poiché l'immagine raffigurava tante terre e città con fiumi, mari e montagne...

<< Ah, sì. >> Rispose Cora distratta. << Io vengo da... >> Prese la prima città che le capitò a tiro: << Sol- Angam. >>

Il ragazzo la squadrò con due occhi che sembravano brillare: << Sol- Angam? Caspita, che fortuna! È pure vicino ad Areht... Dicono che sia bella quanto Thera! >>

<< Non ci sono mai stata. >> Rispose lei.

<< Come no? Non sei mai andata nella capitale dello Stato dell'Estremo, e ci abiti pure vicino! >>

<< Lo so. Un giorno ci andrò. >> Improvvisò Cora.

<< Anch'io vorrei tanto andarci ma il viaggio è lungo e non so se ne ho il tempo! >> Poi le domandò preso dall'entusiasmo: << Com'è Sol- Angam? >>

<< Molto bella. >> Rispose Cora e poi fantasticando aggiunse: << Ci sono moltissimi edifici alti con gente che va e viene ad ogni secondo... >>

<< Wow! >> Esclamò il ragazzo euforico. << Anche Magnalos è bellissima. Ci sono stato una volta tanto tempo fa... >>

Questo discorso la stava mettendo sia in imbarazzo, sia nella condizione di essere nella confusione più totale. << Te la ricordi? >> Domandò lei.

<< Non tanto, ma quello che ricordo è assolutamente fantastico! Certo, ci vogliono un po' di giorni di navigazione ma ne vale assolutamente la pena. È stata fondata in Europa qualche secolo fa. >>

Ed ecco di nuovo la farsa dei continenti. “Scusa Ydatos” Pensò Cora “Ma il mondo che dici tu èè completamente diverso dal mio. Ho un concetto diverso di Europa, io!”

<< Ydatos, ti stanno finendo tutto! >> Disse un membro dell'equipaggio. La ragazza fu subito più sollevata.

<< Ah, va bene! >> Rispose lui. << Cora, temo che dovremo rimandare la nostra conversazione. >> Rispose il ragazzo avviandosi di fretta verso la sala pranzo.

La ragazza decise di seguirlo, poiché le stava venendo una gran fame!

E tra un boccone e l'altro ripensò a tutto quello che aveva appreso in quei tre giorni, anche se si stava sempre di più convincendo che quello non era il suo mondo. In effetti per un visitatore esterno a quella vicenda, sarebbe stato molto difficile spiegarsi la dura verità che si celava dietro a tutto questo, una dura verità che Cora avrebbe scoperto un po' più avanti.

Guardò Ydatos per tutto il tempo: non voleva dirgli addio. Eppure il destino per lei stava riservando una speciale sorpresa, poiché sul suo cammino avrebbe incontrato ancora altra gente e fra questi qualcuno di molto, molto speciale.

Il momento del pasto finì presto e fu già ora di uscire da quella sala pranzo per l'ultima volta.

<< Fra un'ora sbarchiamo! >> Disse un uomo intento ad entrare nella sala di pilotaggio.

“Oh, no!” Si disse la ragazza molto triste di tale fatto. “Ydatos!” Continuava a ripetersi ossessivamente.

Nel frattempo Blake si stava chiedendo quando mai sarebbe potuta finire la sua prigionia e poter finalmente riabbracciare Cora. Non riusciva più a sopportare quei due anche perchè vedeva che si stavano innamorando. E lui non voleva avere niente a che fare con loro. Era meglio lasciarli soli.

Inoltre non poteva fare niente di niente lì dentro e si stava annoiando a morte.

<< Dici che Cora ha scoperto ancora qualcos'altro? >> Gli domandò Dean.

<< Forse. Tanto per ora non sta quadrando niente di niente! >> Rispose innervosito. Aveva passato tutta la notte a cercare di trovare una soluzione alle parole che gli erano stati riferiti, ma non riusciva proprio a concludere niente.

Neanche gli altri due riuscivano a capire nulla. E così, almeno per il momento, avevano sospeso il loro giudizio a riguardo.

Fra loro c'era sempre quel qualcuno che stava progettando di rubare il bracciale a Cora: voleva i suoi poteri e non riteneva giusto che fosse stato dato proprio a lei.

Nel frattempo Cora non sapeva proprio come trascorrere la sua ultima mezz'ora su quella nave... Era troppo stressata, e poi da lì a poco sarebbero arrivati a Thera. E più cercava di non pensarci, più le veniva in mente!

Passò tutto il tempo a piangere in silenzio, non voleva abbandonare Ydatos! Se il destino l'aveva portata fin lì, allora c'era un motivo, no? La ragazza pensò che incontrare lui era stato voluto proprio dal destino e che doveva continuare a farlo, non doveva abbandonarlo! Si stava dimenticando, però, delle parole che le aveva riferito la donna: doveva andare a parlare con la regina. Ma lei non voleva più farlo, poiché trovate le risposte sarebbe tornata a casa! Non sapeva però, che una volta incontrata la regina, sarebbe lì cominciato tutto per caso. E lei avrebbe avuto una parte cruciale in tutto questo.

Nonostante quel nuovo mondo la rendesse cupa, c'era Ydatos compensava tutto. E non le interessava se la sua ragazza era una sirena, lei stava bene anche solo a guardarlo! Che peccato che fosse tornato nella sala di pilotaggio della nave, non avrebbe potuto trascorrere del tempo prezioso con lui...

E più pensava a tutto questo, più le lacrime le bagnavano il viso: il dolore la stava distruggendo!

Ad un certo punto una voce annunciò: << Terra, terra! >> Erano arrivati.

Tutti esultarono, tutti tranne Cora che pianse disperatamente. Alzò lo sguardo per vedere questa città così nominata, per ammirarla in tutta la sua bellezza. In lontananza tantissimi edifici color sabbia si ergevano maestosi sopra una scogliera gialla e piena di colonne mentre al centro si apriva un grosso varco sormontato da immensi edifici: erano tutti bellissimi e soprattutto erano molti!

La ragazza rimase stupita davanti a tale bellezza, e si dimenticò di che cosa stesse facendo.

Man mano che la nave si avvicinava al grande varco (dove passavano tantissime navi molto più grandi di quella dove si trovava ora Cora), la città si faceva sempre più imponente, sempre più maestosa. Ma non aveva ancora visto nulla.

Finalmente a nave vi passò sotto, mentre la luce del sole illuminava l'acqua sottostante rendendola di un bel verde smeraldo... Sulle pareti dell'immensa arcata c'erano disegni raffiguranti combattenti con delle lance in mano, pesci, navi...

La ragazza ne rimase incantata da tale bellezza. Quando la nave lo ebbe finalmente oltrepassato, si aprì in lontananza un'altra parte della città, ancora più bella ed al centro una immensa piramide grigia che sovrastava tutti gli altri edifici, i quali sembravano piccoli se messi a confronto.

Si accorse inoltre che la prima parte di città che aveva visto formava un grande, grandissimo cerchio e che era collegata all'altra parte tramite dei ponti. A questo punto la barca girò a destra, in mezzo alle due parti di Thera. E continuò a navigare finchè non fu dalla parte opposta rispetto a dove erano entrati. Lì cera un altro varco e tantissime navi continuavano a fuoriuscirne.

Passarono sotto a quest'ultimo, e Cora si accorse che anche la seconda parte di città che aveva visto era circolare. Non aveva mai visto tale magnificenza da nessuna parte!

Si accorse che erano entrati in un immenso porto, circondato da tantissimi edifici molo alti e da tate palme. C'erano moltissime navi che andavano e venivano, ed altre che restavano ferme.

<< Wow! >> Esclamò.

<< Cora, le abbiamo preparato la barca per andare dalla regina. >> Disse un membro dell'equipaggio. La ragazza si sorprese davanti a tanta ospitalità. E si accorse che i suoi sentimenti erano completamente cambiati rispetto a quando non erano ancora entrati in città. Si accorse che quello era un momento di grande meraviglia e stupore e che Ydatos ora non le pesava più come prima. In quel momento la nave attraccò.

<< Venite, siamo già pronti. >>

<< E i miei schiavi? >> Domandò lei. Dire quelle parole le faceva molto male, ma sapeva che non c'era altra scelta.

<< Verranno con voi, ma li terremo sotto controllo. >> Rispose lui.

<< D'accordo. >> Disse. << Fatemi prima salutare una persona. >>

E così, scoperto di chi si trattava, Ydatos le si presentò al suo cospetto.

<< Che tre giorni magnifici! Vero, Cora? >> Le domandò per farla sentire a suo agio.

<< Già. Abbiamo potuto discutere e conoscerci meglio. >> Rispose lei triste.

<< Non fare quella faccia! >> Rise. << Se il destino vorrà, ci rivedremo! >>

La ragazza gli sorrise: << Abbi cura di te, Ydatos. >>

<< E tu pure. >> Rispose lui.

I due si abbracciarono, mentre a Cora uscirono le lacrime dagli occhi.

<< Sii forte, mi raccomando. >> La incoraggiò il ragazzo.

<< Lo farò, non temere. >> Poi aggiunse: << Ti auguro ogni bene per te e Thalassa. >>

<< Grazie. >> Poi sorrise, ma si vedeva che era triste. << Dobbiamo dirci addio. >>

<< Già. >>

<< Addio, Cora, stammi bene. >>

<< Addio, Ydatos, abbi cura di te. >> Detto questo si strinsero la mano in segno d'amicizia e poi si separarono. Il ragazzo la salutò un'ultima volta e Cora ricambiò mentre scendeva dalla nave.

<< Cora! >> Disse una voce felice. Ehi, ma quello era Blake!

La ragazza gli corse incontro piangendo, triste per aver detto addio al suo amico e felice di rivedere loro tre in libertà.

<< Non piangere, Cora. >> Le disse mentre l'abbracciava. Ma la ragazza non mollò la presa finchè non si fu consolata un po'.

<< Che bello rivedervi! >> Rispose lei felice.

<< Anche noi siamo felici di rivederti. >> Rispose Mya.

<< Scoperto qualcosa? >> Le domandò Blake.

La ragazza sapeva che quello non era il momento opportuno, ma gli rispose comunque: << Sì, la cartina. >> Disse lei. << L'ho trovata completamente diversa! >>

<< Diversa? In che senso? >>

<< Non solo questo mondo non corrisponde al nostro, ma anche lo Stato dell'Estremo è un altro mondo ancora! >> Rispose lei.

<< Caro Blake, devi definitivamente abbandonare le tue riflessioni ed arrenderti. Questo è un mondo che non ha niente a che fare con il nostro! >> Disse Dean.

<< Mai! >> Disse lui. << E se anche fosse, voglio almeno capire perchè quegli edifici erano stati distrutti e come mai il capo delle guardie di Orion ci ha detto che ci trovavamo in Sud America. C'è qualcosa che non quadra, qualcosa di molto molto grosso. Più grande di quanto potessi immaginarmi. >>

Ma a interrompere le loro conversazioni fu un uomo che disse: << La barca è pronta, seguitemi. >>

Cora spiegò agli altri quello che dovevano fare e così gli andarono dietro per almeno duecento metri, finchè non furono davanti ad una piccola barchetta ma molto lussuosa che assomigliava un po' alle gondole di Venezia.

<< La regina sa del nostro arrivo? >> Domandò lei.

<< Sì, è stata informata ed è ben felice di accogliervi, poiché non ha impegni. >>

Una cosa lasciava perplessa Cora: gli abitanti di Atlantide erano fin troppo ospitali. Ma lì si faceva così e si ricambiava volentieri con qualcuno, specialmente se aveva un potere così raro e che diceva di provenire dallo Stato dell'Estremo e che aveva come schiavi degli umani.

Salparono così su quella piccola ma confortevole barchetta mentre altri due uomini salirono insieme a loro: volevano assicurarsi che non capitasse nulla alla ragazza.

La barca in pochi minuti partì con una velocità moderata perchè la ragazza potesse ammirare il panorama in tutto il suo splendore. La ragazza si voltò ancora una volta verso quella nave che l'aveva accompagnata fino a lì: “Addio”, le disse salutandola per sempre.

Così oltrepassarono di nuovo il grande arco e si diressero verso la parte di città più interna.

I tre ragazzi, che non avevano ancora visto tale splendore ne rimasero incantati. La città era splendente e sembrava fatta d'oro rilucente sotto il sole. Ma il materiale con cui era stata costruita ero lo stesso della sabbia che sottostava la città di Thera.

<< Questa è la prima volta che venite a Thera? >> Domandò l'uomo vedendola meravigliata.

<< Sì. È una città davvero magnifica, la più bella che io abbia mai visto. >> Rispose lei.

<< Tutti lo dicono. >> Disse l'uomo.

<< E Areth? >> Domandò Cora, cercando di togliersi dalla testa la domanda di che cosa fosse lo Stato dell'Estremo.

<< Dicono che sia bella quanto Thera, ma sono tutte storie: coloro che da Areth vengono qua rimangono davvero stupiti dalla bellezza di questa città, nonostante Areth sia il corrispettivo di Thera... Ma le città corrispettive, come sapete, non sono identiche. >>

<< Che dice? >> Domandò Blake curioso di sapere.

<< Sta parlando di città corrispettive. In pratica sta facendo un confronto fra le città dell'estremo e queste... E c'è una certa Areth corrispettiva a Thera... >>

<< Ah... >> Rispose il ragazzo.

<< Io non ci capisco più niente! >> Disse Mya.

<< Non devi capire, accetta questa realtà per come è. >> Rispose Cora.

In quel momento si avvicinarono alla seconda parte della città, quella più interna e passarono in mezzo a due edifici molto alti, laddove c'era un canale sovrastato da un ponticello.

Per qualche minuto furono in ombra, poiché la luce del sole non poteva entrarci direttamente.

Ma poi... davanti ai loro occhi si aprì un terzo canale che suddivideva un'altra parte di città ancora più interna... E di tanto in tanto si scorgeva la grande piramide grigia che sovrastava tutta la città.

<< Bene, il palazzo reale si trova nel secondo cerchio. >> Disse l'uomo. << Ma guarda dritto verso il cuore della città. >>

<< Davvero impressionante! >> Rispose la ragazza che non si immaginava di vedere tutto questo. C'erano un sacco di palazzi alti e gialli, dappertutto tranne nel cuore della città dove gli edifici erano colorati ed abbelliti con dell'oro e dell'argento. Era tutto perfetto!

Cora era troppo distratta per vedere che cosa stava succedendo sotto di lei... Perchè continuavano a passare sotto la nave moltissime sirene e tritoni che non sembravano essere assolutamente attirati dalla barca. Li notò Mya, che meravigliata, lo disse a tutti.

A quel punto i quattro ragazzi si misero a guardare che cosa c'era sotto e li videro.

<< Questa città è abitata dalle sirene? >> Domandò Mya incredula.

<< Tutto qui mi sembra così strano e magnifico! >> Disse Dean.

<< Già, hai perfettamente ragione! >> Rispose Cora.

<< Caspita e io che credevo che non esistessero! >>

<< Sulla nostra Terra no, qui si! >>

Blake rimase in silenzio: perchè convincersi che quel mondo non avesse niente a che fare con il loro? C'era qualcosa che non quadrava e sebbene gli altri si fossero arresi, lui non voleva di certo mollare! Certo, c'erano moltissime cose che non sembravano avere niente a che fare l'una con l'altra ma sapeva che prima o poi la verità sarebbe saltata fuori. Perchè Cora si era dimenticata della promessa che aveva fatto a Clark? Si era arresa! Clark non avrebbe di certo mollato, nemmeno Blake l'avrebbe fatto!

Davanti a loro, ad un certo punto, si presentò un edificio diverso dagli altri: era color rosso porpora ed era maestoso con tante colonne rosse e molto alto, facendo sembrare tutto il resto insignificante. Per accedervi c'era una grande cancellata.

<< Questo è il palazzo reale. >> Disse l'uomo.

<< Ma è grandioso! >> Rispose Cora, abbagliata da tanta bellezza.

Sbarcarono in un piccolo porticciolo, fatto apposta per la regina.

<< Spero che trascorrere un po' di tempo a bordo di questa barca sia stato di vostro gradimento! >>

<< Eccome! >> Rispose la ragazza. << Grazie davvero di tutto. >>

E così si prepararono ad andare dalla regina, speranzosi di poter trovare le risposte. Ma ancora non sapevano che proprio lì sarebbe cominciata, anche se per sbaglio, la loro avventura, che li avrebbe poi portati più avanti, anche se in modo sofferto, alla verità.

Lo so, vi ho lasciati sul più bello. E la domanda viene spontanea: che cosa accadrà? Staremo ancora un po' a Thera per svelare il piccolo, primo mistero. Ma che poi rietrerà nei tasselli del puzzle dove verranno svelati tutti gli altri... State tranqulli, è tutto collegato, ogni singolo particolare... Anche il fatto per cui i quattro ragazzi sono qui... Detto questo, vi lascio: ora devo andare! Ci vediamo nel prossimo capitolo!

  
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