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Autore: mdc1997    29/08/2013    5 recensioni
La Fortune Cup si è conclusa da circa un mese. Dopo la fine del duello con Yusei, Aki ha perso i sensi ed è stata subito portata in infermeria. Dopo la vittoria finale di Yusei, Aki si è risvegliata. Per tutto il tempo che lei è stata in ospedale, lui le è stato accanto e al termine di quel mese, non appena lei è stata dimessa, hanno deciso di uscire insieme. L’appuntamento va per il meglio (o quasi), quando all’improvviso un drago bianco compare...
Importante: Sarà incentrato su 5d's, ma verranno usati concetti relativi a Bleach; non compariranno personaggi del manga di Tite Kubo.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aki/Akiza, Yusei Fudo
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao! Sono Mdc1997, co-autore di questa fiction! Intanto ci tenevo a dire che né io né la mia co-autrice siamo proprietari e/o possiamo accampare diritti su Yu-Gi-Oh! 5D's o su Bleach. Appartengono ai loro autori e ai rispettivi studi di animazione. Ok, detta questa cosa seria, direi che possiamo presentare anche Mary-chan, la ragazza nel team!

Salve a tutti! Sono la co-autrice di questa fanfiction, chiamatemi pure Mary-chan! Dopo aver visto la serie anime, il mio amico mdc1997 ed io abbiamo accordato di scrivere questa fiction in collaborazione. L’idea mi era piaciuta un sacco, e così ci siamo messi all’opera consultandoci tramite mail. Devo ammettere che è la prima volta che ne “scrivo” una... Ma come si dice, due teste sono meglio di una, no? Ooook, non allargarti troppo Mary...Beh, ecco il primo capitolo, spero vi piaccia 
:) recensite, grazie!


CAPITOLO 1 - PASSATO, PRESENTE, OMBRA
 
  Il cielo e le nubi correvano di fianco a lui. Così i paesaggi, gli edifici e i grattacieli di Neo Domino sfrecciavano ad altissima velocità, riflessi sulla sua visiera.  Sentiva una sensazione gradevole pervaderlo, ma questa volta non era a causa del vento che amava tanto. Fino ad allora i duelli turbo erano stati per lui la felicità, l’unico spiraglio di salvezza in un presente grigio e senza possibilità di scampo. La sua moto e il suo Deck erano la sua vita, a tutti gli effetti. Ma allora da dove proveniva quella sensazione? Che cosa c’era di diverso stavolta? ... Rivolse nuovamente lo sguardo sul sole che tramontava, sorridendo sognante. Ah, vero. Non cosa.
Chi.
 
Lei era già lì. Fin dagli anni passati al Movimento, la puntualità, o meglio l’anticipo di un’oretta buona, era un’abitudine oltre che una ferrea regola. Non osava ricordare le torture orribili che venivano inflitte a chiunque mancasse di rispetto ad una qualunque delle regole del Codice in vigore. Se una volta le aveva credute giuste e anzi necessarie al buon ordine di una società, ora sapeva con certezza che erano inumane. Tutto grazie al primo che l’avesse mai trattata come una persona. Come una sua pari. Tutto grazie a colui che aveva cambiato la sua vita. Si era ritrovata, precedentemente, a guardare il sole, e a pensare che forse lo stava guardando anche lui. Ma cosa le era accaduto? Cosa era entrato nella sua vita? Rise, un suono puro e cristallino, non il rumore rauco che aveva udito dalla sua bocca quando si era abbandonata a quella lunga, crudele sghignazzata... Non cosa.
Chi.
 
-Tempo prima
“E ora, signore e signori, ecco a voi il momento tanto atteso, la finale di questa Fortune Cup! Fate un bell’applauso a Yusei Fudo, il ragazzo prodigio del satellite!”
La folla ruggisce, mentre esco dal tunnel. Devo fronteggiare Aki Izayoi, anche nota come la Rosa Nera... Quella ragazza è strana, ma in una maniera bella. E’ davvero interessante, e anche affascinante a suo modo... Scosse la testa. Non poteva permettersi certi pensieri prima di un duello. Soprattutto non con una che gli aveva già detto più volte, in soldoni, di farsi gli affari suoi. Devo far capire ad Aki che non sto scherzando, quando parlo di volerla aiutare. E se l’unico modo è con i fatti, così sia.
 
“E ad opporsi a lui, Aki Izayoi, la Rosa Nera!”
Non sento altro che fischi e insulti. Oh bene, ci sono abituata. Non c’è altro da fare, devo dimostrare a tutti che sono ancora più terribile di quanto loro credano. Non ottengo rispetto attraverso l’umanità? Bene, allora che paura sia. Chi devo uccidere adesso? Ah già, Yusei Fudo... Quel ragazzino deve un po’  imparare a lasciar stare la gente. Anche se in realtà ragazzino non è... Si schiaffeggiò la faccia. Non c’era tempo per certi pensieri stupidi. I suoi occhi acquistarono quel bagliore cupo di oscura determinazione che da anni caratterizzava la leggenda della Rosa Nera.
Era tempo di vendetta.
 
Perché il duello sta andando così? Sto vincendo, eppure... eppure non riesco a farla rientrare in sé. So per certo che non è pazza. Non è questa quella vera. Ho cercato di dirle in tutti i modi e in tutte le lingue che voglio essere con lei, nel senso più ampio possibile dell’espressione. Voglio guardarla negli occhi e poterle dire “sei salva”. Voglio dimostrarle che quel  segno che lei odia tanto non è una maledizione, ma un dono. E ce la farò---
 
“Unendo Cavaliere della Rosa del Crepuscolo e Strega Viola, posso chiamare in gioco tramite Evocazione Synchro un caro amico... è la tua fine. Vieni a me, Drago Rosa Nera! Distruggi tutte le carte sul Terreno di gioco!”
Sorrise. Era finita per quel ragazzino.
Sorrise. Era la sua occasione.
“Attivo la mia Carta Trappola: Cammino Luce di Stelle! Grazie a questa carta, nego l’effetto del tuo drago e lo distruggo, Evocando tramite Evocazione Speciale il mio! Drago Polvere di Stelle!”
 
Cosa... Cos’era quello? Quel drago suscitava ammirazione solo a vederlo. Aveva davvero l’aura protettrice di cui quel ragazzo cercava di avvolgersi, e a cui lei era stata così refrattaria... Le ricordava qualcuno. Cominciava a sudare freddo, non sapeva cosa fare. Sembrava di star guardando una stella, tanto era brillante, e non poté esimersi dal pensare che  quel drago fosse davvero meraviglioso. E forte... Forte? Io sono forte. Io. “IO E NESSUN ALTRO!”
Capì che aveva urlato l’ultima frase. E allora decise di scatenare la vera portata della sua furia.
 
Qualcosa non andava. Fino ad ora era sembrata ora arrabbiata, ora in soggezione, ora decisamente pazza, ma mai come adesso. Non riusciva a concepire un essere umano che portasse in grembo un simile astio, un simile rancore verso il mondo intero.
Vide che si toglieva il massiccio fermaglio che le reggeva i capelli. Poi, sentì.
 
“Hehehe... Povero Yusei. Pensi davvero che quel drago basterà a placare la mia furia? Attivo la carta trappola Sincronizzazione Oscura! Pagando 800 Life Points, evoco nuovamente Drago Rosa Nera!” Aveva urlato. Era stanca di tutto questo. Voleva finirla qui, distruggere Yusei e il fasullo mondo di umanità che rappresentava.  “Attivo l’effetto del mio drago! Rimuovendo dal gioco un mostro di tipo Pianta dal mio cimitero, forzo il tuo draghetto in posizione di attacco, e i suoi punti scendono a zero! Attacca, Drago Rosa Nera! Attacca e mostra a questo incauto ragazzo cosa possono fare le tue spine a chi osa avvicinarsi a te!”
“... E allora perché quel Divine non ne è ancora stato trafitto? Non lo vedi che ti sta trasformando in un soldato? In una macchina da guerra senza discernimento? VUOI DAVVERO ESSERE QUESTO?”
“ZITTO!” sibilò “Non hai il diritto di entrare nelle esistenze degli altri senza saperne nulla! Cosa vuoi dirmi? Non capisci che non sei ben accetto in questa vita? VATTENE!”
“Forse non so nulla del tuo passato. Ma conosco il tuo presente, e voglio renderti in grado di avere un futuro! GUARDA QUESTO SEGNO! Non è una maledizione, è un dono! Smetti di portare distruzione! Non devi essere per forza un... un...”
Aki ghignò cupamente. “Dillo, forza. DILLO! Dillo che anche tu mi consideri un mostro! Dillo, toglila tu quella maledetta maschera di bontà che ti sei messo, e combatti sul serio!”
Yusei rise, rise di cuore. “Un mostro? No... Tu non lo sei, Aki. Tu sei quello che scegli di essere. E te lo dimostrerò!” Su quest’urlo, accadde l’imprevedibile. Forse era solo la presenza dei draghi in campo, forse la tensione del duello, forse qualcosa in più; ma un bagliore scarlatto si originò dalle rispettive braccia dei due combattenti, riempiendo lo stadio. Per un attimo il mondo sembrò venire inghiottito dal riverbero dei due Segni del Drago, in sintonia eppure in completo contrasto, e venne raggiunto un misterioso stato di pace mai provato prima...
 
Heh, come se potessi cascare in un trucchetto del genere.
“Drago Rosa Nera, DIVORALO!!!”
Tutto fu bianco, e poi fu nero. Lì dove luce ed ombra si incontrano in un vortice infinito di petali di rosa, il raggio partì, disperata speranza di un fiore spinato, di una bellezza letale scintillante alla luce della luna... L’oscurità inghiottì la luce, che si disperse in una nube di polvere di stelle.
Poche furono le persone a rimanere indenni dinanzi ad un colpo del genere. Due di esse erano lì in quel momento, fianco a fianco con i loro draghi.
“Attivo Raffica Cosmica.”
Un ennesimo tonfo, e una sola persona rimase in piedi.
Colui che avrebbe dovuto sfidare Jack Atlas in duello.
 
Corse direttamente da lei, senza neanche curarsi di tutti coloro che gli si avvicinavano, e che gli facevano le congratulazioni per aver vinto. Una sola cosa gli importava, ora.
Anzi, una persona.


 
Si trovò a ripensare a quell’evento. Le cose erano andate avanti di parecchio, da allora... dopo averla raccolta da terra, l’aveva immediatamente portata in infermeria, per poi andare a duellare con Jack; il torneo non era stato sospeso neanche con lo stadio in quelle condizioni. Aveva vinto, e aveva riavuto i suoi amici. Rex Goodwin era stato addirittura tanto gentile da offrire a tutti loro una sistemazione a Neo Domino, che lui aveva prontamente accettato. E’ strano, è successo non molto tempo fa... sembra una vita...  Sono quasi arrivato al posto. Ora finalmente la vedrò... di nuovo. Gli si scaldò il cuore al solo pensiero... il cuore e non solo: il braccio era rovente. Il solito segno... va beh, ormai ci ho fatto l’abitudine. Scendendo dalla moto, la vide e gli si mozzò il fiato.
 
Ebbe un brivido nel ricordare quel periodo... che poi “quel periodo”; non era passato troppo tempo, un mese al massimo. Ma in questo mese... ebbe un altro brivido, ma questa volta di piacere. In questo mese ho scoperto cosa vuol dire vivere. L’ho capito quando mi sono svegliata, e lui era lì. Aveva vinto contro Jack, era il nuovo campione dei duelli, aveva riavuto i suoi amici... eppure nulla di tutto ciò sembrava importargli. Poi c’è stato quel giorno in cui, rintracciati i miei genitori, me li ha fatti venire in stanza... All’inizio li ho respinti brutalmente, quasi riattivando i miei poteri nel processo, ma lui è stato con me, mi ha calmata, e abbiamo parlato e parlato e parlato. Quel giorno ho capito che non avevo più bisogno di Divine, di cui tra l’altro dopo il duello con Yusei si sono perse le tracce... Avevano pianificato con cura quell’uscita. Lui si era lasciato tutto libero, non che avesse altri impegni comunque... ma quello che era cominciato come un semplice progetto di uscita si era trasformato velocemente in qualcosa di più, ed erano arrivati inconsciamente a chiamarlo appuntamento... dopotutto sarebbe stato stupido negarlo, era evidente che ci fosse qualcosa.  Yusei... sei l’unico che abbia mai creduto in me per quella che sono, non per i poteri che ho... l’unico che mi abbia dato uno scopo per cui vivere, e non solo uno per cui combattere... Arrossì violentemente e si morse la lingua, come per impedire a quell’idea di diventare parola. Rivolse il pensiero a qualche ora prima, mentre si preparava. Aveva scelto uno dei vestiti più carini che aveva, rosa a decorazioni rosse, abbastanza aderente. Forse era la prima volta che lo indossava. Beh, non che ne avesse mai avuto bisogno fino ad allora. Poi trattenne il respiro. Era arrivato.
 
“... ehm, ciao, hai avuto problemi ad arrivare fin qui?” Wow. Me ne sono uscita con la frasetta più stupida di sempre...
“... no, no, tutto a posto... tu da quanto sei qui?” La invidiava. Almeno aveva avuto il coraggio di rompere il ghiaccio, cosa che lui non avrebbe avuto per tutto il giorno, altrimenti...
“... mmm, fammi pensare, un’oretta credo” Parlare così era decisamente scomodo. Si sentiva calda in faccia, sapeva di essere rossa come un peperone...
“wow, così tanto? Scusa se ti ho fatto aspettare allora”..
“no, tranquillo, non ti preoccupare, è una mia abitudine venire sempre in anticipo.”
“Allora va bene... che ne dici, ci incamminiamo?”
“Si, certo. Andiamo.”
Passeggiarono per un po’, l’uno accanto all’altra, senza parlare; non che servisse, dopotutto. Il sentimento era palpabile, e liberava le classiche farfalle nello stomaco di cui tanti parlavano, ma che entrambi stavano provando solo per la prima volta... i cuori acceleravano, battendo all’unisono, nell’euforia di stare con qualcuno di speciale, e di sapere che quel qualcuno è lì solo per te... L’unico rumore in quel tramonto senza nuvole era quello di una macchina o di una moto occasionali, che sfrecciavano a tutta velocità sulla strada accanto a loro... Si alzò un venticello fresco, portando con sé un aroma paradisiaco, una promessa di calore e dolcezza che amplificava quella che già stava sciogliendo i loro cuori... Svoltarono istintivamente in quella direzione, i loro passi che scandivano un ritmo comune e cadenzato...
Continuò a camminare, godendosi la serata. Stava provando emozioni forti, accanto all’unica ragazza che avesse mai avuto questo effetto su di lui. Ad un certo punto vide un cartello, appeso ad un cancello di ferro. Recitava “Parco Domino”. Ah wow, Neo Domino ha anche un parco? Pensavo fosse solo un’immensa distesa di cemento... Arrossì un pochino, al pensiero di entrare lì dentro con Aki. Avrebbe voluto davvero, ma non aveva il coraggio di chiederlo...
Poi fu lei a sorprenderlo. “Che bello questo posto... entriamo?” Che bello, vuole entrarci anche lei...
Entrarono nel parco, senza far rumore. C’era una pace innaturale, quasi fosse un luogo sacro la cui quiete nessuno dovesse disturbare. Ed era semplicemente istintivo adeguarsi, in religioso silenzio, muta ammirazione davanti a quel capolavoro della natura. Era come se fosse un bosco incantato, portato chissà come nel grigiore della città, dove nessuno penserebbe mai di trovarlo. C’era un’intimità perfetta. Il tramonto lambiva le cime degli alberi, facendo apparire traslucidi i bordi delle foglie, un gioco di luci che sembrava amplificare il profumo delicato trasportato dalla brezza leggera. E pensare che fino a poco fa stavamo passeggiando su un marciapiede, pensò Aki facendo un respiro profondo. Era un aroma buonissimo, sembrava davvero di essere in una fiaba.
 “Si, hai ragione. E’ bellissimo.” sussurrò Yusei, per non disturbare la quiete del posto. E soprattutto è bellissimo essere qui con te, Aki. Hai cambiato il mio mondo dal primo momento in cui ti ho vista... Si sorprese a pensare queste cose, ancora una volta dopo le innumerevoli in cui aveva cercato di fermarsi. Questa volta, però, è diverso... Questa volta devo ammettere l’innegabile, Aki mi piace davvero. E’ la prima volta che mi interesso ad una ragazza, ma è... è bello. E’ bello perché è lei.
Continuarono a camminare per il viale alberato, quando d’un tratto una luce li accecò... Il sole. Strano, dovrebbero esserci alberi qui intorno. E’ un parco, dopotutto... Oh, certo. C’è una spianata. E lì in mezzo... Il cuore di Aki perse un colpo dalla sorpresa. Ecco da dove proveniva quell’odore, si disse inalandolo in tutta la sua magnificenza. Stava guardando il ciliegio in fiore più grande e bello che avesse mai visto. Era spettacolare. La brezza ne scuoteva l’infiorescenza, diffondendone l’aroma in lungo e in largo, un delizioso profumo in grado di coprire anche lo smog della città. I giochi di luci creati dal sole che danzava sui fiori in movimento erano magnifici, e il vento portava con sé dei petali che la investirono in pieno. Che bello, pensò, questa è la vera forza della natura, non quella del combattimento... Cercò di scacciare quel brutto pensiero, una nota stonata in una situazione così romantica... Sono al parco. Al tramonto. Con un enorme e profumatissimo ciliegio in fiore. Con Yusei. E appesa al ciliegio...
 “...oh, un’altalena! ...Ti dispiace se ci salgo un minuto?”
Così... così spontanea. Conserva ancora l’animo spensierato di una bambina, sotto le spoglie di una sedicenne. Sei meravigliosa, Aki. Riesci a sorprendermi anche quando penso di averle viste tutte. Sei davvero diversa da tutte le altre. Si ritrovò a sorridere dolcemente, gli occhi che brillavano mentre un tenue rossore cominciava a colorargli le guance. La guardò incantato mentre saliva sull’altalena e cominciava a dondolare piano, il sorriso più perfetto che avesse mai visto dipinto sul suo affascinante viso. Il rossore crebbe.
“...posso spingerti?”
Non l’ha detto. Non l’ha detto. Oddio l’ha detto! Divenne istantaneamente rossa come un pomodoro, pregando che non se ne accorgesse. Cosa devo fare? Questo è un sogno che diventa realtà... Oh, al diavolo!
“V-va bene... solo stai attento!”
Stai attento? Perché gli ho detto una cosa del genere? Suona come se non mi fidassi di lui! Divenne ancora più rossa, dall’imbarazzo questa volta. Aveva rovinato tutto.
“Tranquilla, fidati di me.”
Non si è offeso? Ha accettato ugualmente? Oh, Yusei. Lo sguardo nei suoi occhi cambiò, le pupille si dilatarono, le fattezze si addolcirono nel sorriso che riservava solo a lui, a lui e a nessun altro.
Yusei cominciò a spingerla, dapprima piano, poi un po’ più forte, ma sempre con la delicatezza che si conviene a chi sta toccando un fiore. Sembrava come se avesse paura di romperla, di farle del male, che volesse proteggerla da tutto il mondo, che non gli importasse altro che lei.
Si trovò a pensare al mese che aveva passato con lui nell’infermeria. Non che quel pensiero la abbandonasse mai, così come non la abbandonava mai il pensiero fisso del suo Yusei... Ehi, da quando è diventato mio? Ma non posso fare a meno di pensarla in questi termini... è strano. Quella volta, quando ho ripreso i sensi, lui era lì, e io non sapevo che fare. Se l’avessi attaccato come avevo fatto fino ad allora, se ne sarebbe andato, e sapevo inconsciamente di non volere questo. Ma se mi fossi aperta troppo, sarei stata vulnerabile... Ho deciso di non fare nulla, guardandolo senza parlare... e quando mi ha chiesto << tutto bene? >> ho capito che avevo fatto la scelta giusta. Da allora è rimasto da me praticamente tutto il tempo, non tornando a casa neanche per dormire... Ricordo con affetto la prima volta in cui, svegliandomi durante la notte, l’avevo trovato che dormiva accanto a me, seduto sulla sedia e appoggiato con un braccio alla testiera del letto... È davvero piacevole sapere di dormire accanto a lui. Da allora Yusei aveva dormito con me praticamente tutte le sere. E’ stato un mese meraviglioso. Mi ha fatto vedere che c’è ancora un po’ di bontà nel mondo.
Guardò in avanti, oltre la ringhiera del parapetto su cui quella spianata si affacciava, verso il mare, contemplando il crepuscolo, quel momento di incertezza dopo il tramonto in cui sembra che la luce possa riaffacciarsi da un momento all’altro, e infine la notte prende il sopravvento... la notte... la notte evoca sempre in me una magia impareggiabile. Proprio come te, Yusei. E star guardando l’imbrunire, insieme, è la più grande emozione che io possa desiderare. Avanti, indietro, avanti, indietro. Yusei, ti amo. Arrossì violentemente subito dopo averlo pensato, come se l’avesse detto ad alta voce, ma effettivamente non è cosa di tutti i giorni accorgersi di amare qualcuno.
“Oh... oh oh... aiuto Yuseiiiii!” Sommersa dai suoi pensieri, aveva lasciato senza accorgersene le funi dell’altalena proprio all’apice della traiettoria. Fu questione di un momento: la tavola oscillò e la ragazza cadde all’indietro... dritta contro Yusei, che in un momento e qualcosina in più capì cosa stava succedendo; la afferrò giusto il tempo, stringendola forte a sé. Si erano fermati. Si sentiva stranamente felice, come se quella fosse l’occasione che stava aspettando. Com’è possibile che io sia contento, anche se lei è caduta? Non è giusto nei suoi confronti... Poi capì, guardandola, ora che di fatto la stava abbracciando, una stretta che rendeva chiare mille parole non dette e chiari mille sguardi sfuggenti. E’ perché l’ho protetta. Aki, non lascerò che nulla possa mai toccarti. Voglio stringerti in questo modo per il resto dei nostri giorni. Voglio sentire il tuo calore su di me. Aki, ti amo. Sentì tirare, e di riflesso la lasciò, arrossendo un po’. L’ho abbracciata; e ora che succede? E se l’avesse trovato inopportuno? E se mi considerasse immorale? Il panico cominciò a subentrare all’imbarazzo, e una goccia di sudore freddo gli imperlò la fronte...
“Grazie... Yusei, ora sto bene... tu piuttosto?” Era rossa. Era rossa come un peperone! Yusei l’aveva presa, poi l’aveva abbracciata e poi non aveva avuto intenzione di fermarsi!
“Non ti sei fatta male?” le chiese lui, ancora decisamente preoccupato.
“N-no... fortunatamente no..”
Arrossì violentemente. Aki versione monocolore in arrivo.
“... sono rossa come un peperone, vero?” sussurrò piano.
“... no, affatto.” rispose lui, altrettanto sottovoce, sorridendo. Ora sapeva dove andare a parare; si sarebbe giocato il tutto per tutto con questa frase, ma il gioco vale la candela, direi.
“... ma scherzi? sono rossa eccome...” continuò Aki, non capendo.
“... certo che sei rossa. Ma non come un peperone.” mormorò lui dolcemente. Poi le sussurrò. “Sei rossa... come i tuoi capelli.” Si concedettero un ultimo, pieno momento di palese romanticismo, fatto di parole non dette e di nuvole ancora da toccare, di stelle che cominciavano a comparire e di fiori di ciliegio portati dal vento, prima di separarsi, ancora sognanti.
 
Un rombo di tuono scosse la terra, mentre un lampo squarciava il cielo, spegnendo le stelle, i sogni, le speranze del mondo... un drago apparve sul mare davanti a loro, un drago che portava con sé vuoto, disperazione, dolore... un essere completamente bianco, insieme e assenza di ogni colore. Spiegò le ali, candide ma spente, contorcendosi ad un angolo innaturale, dirigendosi verso di loro e lanciando un poderoso ruggito. Nei loro occhi si intravide una scintilla di terrore, poi delle braccia forti avvolsero Aki per le spalle, nel disperato tentativo di proteggerla... un urlo di dolore.
Due grandi occhi, privi di luce.
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Mary-chan: "dan dan dan daaaaan! Cosa sarà mai successo?

Mdc1997: lo so io e lo sai tu. Loro no, però. U.U

Mary chan: hahahah già, e se hanno voglia di scoprirlo, non devono far altro che farci sapere cosa ne pensano e aspettare il capitolo successivo, che uscirà a breve credo u.u

Mdc1997: ... hai ragione. Dopotutto tante recensioni fanno gli autori felici * _ * E noi siamo pure veloci nello scrivere UwU dunque voi fate il vostro lavoro, noi il nostro. :D

Mary chan: [nel la mafochifta mode: on] Fiiiiiiiiii tutto nel proffimo epifod- capitowo uwu

Mdc1997: LOL, Nel la mafochifta... ma dove ti vengono certe idee? :'D UwU comunque meglio che tu ce le abbia... va in berserk PIU' IDEE! SERVONO PIU' IDEE!

Mary chan: Ehi, non spaventare i lettori! xD ...beh, ora sarebbe meglio andare, mi sembri un tantino stressato u.u notte gente ;)

 

  
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