Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: __Panda    29/08/2013    2 recensioni
Dal 2 capitolo:
"-Io non andrò sulla Terra. Mi fa schifo quel posto.
-Ancora mi chiedo perché sei qui...
-Senti, lei sa cosa era successo. Io non avevo idea che sarei morto quella notte. Non avevo idea che avrei passato l’eternità con un paio di ali che non posso usare per spiccare il volo qui, tra le nuvole, dove tutto è calmo, in pace... eterno. Non posso usarle. Sono come un uccellino in gabbia. Ma non ho intenzione di tornare sulla Terra a vedere come tutto sia cambiato. Mi dispiace.
-Beh Dave, in realtà avevamo intenzione di sfruttare il tuo talento nascosto."
Questa è la mia prima storia, la pubblico per il piacere di scrivere. Spero che qualcuno entri e legga quello che detta la mia fantasia. çç
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Capitolo 3.
 
La sveglia delle 6.30 rimbombava per la casa e sembrava che non volesse cessare di suonare. Kristen si era svegliata con i capelli che sembravano il nido di un uccello. Aveva cercato di districarli con le dita, ma si arrese e si disse che avrebbe fatto uno shampoo, quindi cominciò a fare colazione con latte e cereali.
Poi si diresse verso il bagno. Fece la doccia con la porta aperta, dato che in casa non c’era nessuno… o almeno, lei pensava che fosse così. Dave non era entrato per una questione di principio, la stava aspettando fuori. Era pur sempre un bravo ragazzo.
 
La ragazza dopo dieci minuti indossò l’accappatoio ed uscì dal bagno. Dave continuava a seguirla e ad osservarla. Entrarono di nuovo nella camera da letto, e…Kristen cominciò ad urlare come una forsennata davanti allo specchio e si girò spaventata, con gli occhi fuori dalle orbite. Dave da bravo angioletto era all’erta, preoccupandosi nel trovare il pericolo.
- Chi cazzo sei? Cosa vuoi? Come hai fatto ad entrare in casa mia? Lurido pezzo di…
Dave continuava a cercare il maniaco per dargli una lezione, ma sentì trapassarsi da un cuscino rosa antico.
L'angelo correva per tutta la casa in cerca dell’uomo pericoloso, saltando sui vari mobili, attraversando muri e volando. 
Dopo qualche minuto di ricerca tornò in camera di Kristen per controllare che stesse bene. La trovò seduta sul pavimento spaventata e con gli occhi lucidi, ma appena entrò gli occhi scuri della ragazza raggiunsero i suoi. Ad ogni movimento, essi si muovevano con loro.
Dave provò a camminare, e capì quello che stava accadendo.
L’angelo non riusciva a trovare le parole, era rimasto a bocca aperta e si sentiva un perfetto idiota. Che fosse solo una coincidenza? Continuava a guardarsi intorno, ma più scrutava la stanza, più si rendeva conto che non c’era nessuno e che la ragazza squadrava lui.
- Riesci a vedermi?
Dave non riusciva a capacitarsene. Nessuno poteva vederlo, ne era certo, un ragazzo vestito unicamente di bianco con un paio di ali non passa inosservato né a New York, né in qualunque altra città.
- Beh, ovvio che ci riesco! Cosa ci fai in casa mia? Vuoi dei soldi? Sono in quel cassetto, ma ti prego no…
- No, aspetta… Non puoi vedermi. Nessuno può.
- E ora che faccio? Chiamo la polizia? Sì, sì… E se si arrabbiasse ancora di più? E ora che faccio? - Kristen cominciò ad urlare.
- Kristen, vero? Senti, non sono un ladro o un lurido pezzo di qualcosa. In teoria sarei un pezzo di niente, capisci?
- Ma io non ti conosco, finiscila di farneticare ed esci subito da casa mia. Maniaco!
Kristen era più spaventata che mai da quell’individuo tutto vestito di bianco. Prese dei soldi e glieli lanciò, ma lui aveva una faccia confusa, che diventava sempre più buffa ad ogni secondo che passava.
Alla fine l’angelo si girò, accigliato, guardandola in faccia.
- Dovresti vestirti, non sono abituato a vedere ragazze… nude.
- Allora vattene! - E a queste parole la povera Kris si fiondò verso di lui con l’intenzione di spingerlo, ma cadde a terra, e con lei l'asciugamano che portava intorno al corpo.
- Ti avevo detto di vestirti! - Dave scappò via con una mano sugli occhi, chiudendo la porta.
 
 
Mezz’ora dopo
 
La ragazza si dirigeva con passo veloce in direzione dell’Università, ma si girava ogni 5 minuti per controllare che nessuno la seguisse. Dopo l’avvenimento della mattinata era spaventata in quanto Dave, dopo essere uscito dalla stanza, non si era fatto più vedere. “Tanto meglio”, pensava, “non voglio avere a che fare con dei maniaci in costume, forse quello era anche pazzo… Non voglio saperlo.”
Purtroppo per lei, l’angioletto la stava pedinando, quasi si sentiva uno stalker. Aveva ragione, le ali si erano “attivavate” dopo che aveva raggiunto l’abitazione: aveva sentito un formicolio per tutto il corpo e poi aveva avvertito una sensazione di leggerezza, ma in quel momento non ne aveva compreso il motivo.
Adesso si sentiva un uccellino libero, non più in gabbia. Poteva volare nel cielo, si sentiva invincibile. Però doveva controllare Kris. In fondo, era grazie a lei che adesso poteva farlo.
 
Arrivata a destinazione, la ragazza si diresse nell’aula in cui c’era lezione di letteratura inglese medioevale. Stavano studiando la ballata e tutte le sue caratteristiche in quel periodo.
Aprì la porta ancora controllando che non ci fosse il “maniaco” e poi si fiondò su una sedia al centro dell’aula. Il professore non era ancora arrivato, mancavano ancora 10 minuti all’inizio della lezione, quindi Kris prese i suoi appunti e i libri per un ripasso generale.
Intanto Dave aveva trapassato il muro.
Non era entrato dalla porta, era passato attraverso un muro.
 
Perché poteva attraversare oggetti e non essere toccato dalle persone? Kristen era caduta dopo che aveva cercato di spingerlo fuori dalla sua camera. Voleva dire che gli angeli sulla Terra erano davvero come dei fantasmi? E perché Kristen poteva vederlo?
Dave andò a sedersi vicino alla ragazza, ma ella si spostò velocemente sulla sedia vicina.
L’angelo sbuffò.
- Possiamo almeno parlare? Non voglio farti del male, io devo proteggerti.
- Posso cavarmela da sola, grazie, non voglio alcun tipo di aiuto da uno sconosciuto che piomba in casa mia con un ridicolo costume da Halloween.
- Ok, ma ti faccio notare che qui l’unica che può vedermi… sei tu.
- Impossibile. Come si fa a non notarti?
- Senti, io non sono un essere umano. Non più. Io sono morto, sono tornato qui per…
- Invece senti tu, non voglio ascoltare le storie strampalate di uno psicopatico maniaco problematico, ok? Lasciami in pace!
Kristen quasi urlava dalla disperazione. I pochi studenti in aula la guardavano in modo strano, credevano che fosse impazzita, insomma, per loro parlava da sola.
- Se vuoi posso provarlo. Io sono un angelo, il tuo angelo custode. Ti sembrerà strano sentirlo, ma sono venuto dal Cielo sulla Terra per aiutarti.
- Non ci crederei comunque, non puoi mica volare.
- Invece posso! Guarda! – e spiegò le ali. Fece un giro dell’aula e tornò dalla ragazza, che quasi aveva la mascella sul pavimento dallo stupore. Se ne accorse dopo qualche secondo e si riprese con contegno. Continuò a fargli domande, con l’incredulità che cresceva di secondo in secondo.
- Sul serio? Sul serio sei un angelo? Pizzicami, può darsi che stia sognando, o meglio, avendo un incubo.
- Beh, diciamo che uno dei più grandi difetti è che non posso toccare gli oggetti e le persone. Sono… trapassabile. –
 
 
Dave si era seduto in un posto vuoto in fondo all’aula con i piedi sulla sedia frontale e le braccia incrociate. Il professore era entrato subito dopo la chiacchierata con Kristen e adesso la lezione era quasi giunta al termine.
In quell’ora la mente di Dave era stata pervasa da mille domande e altrettanti pensieri.
E se non sarebbe riuscito ad adempiere il suo compito da custode? Se fosse accaduto qualcosa a Kristen, sarebbe diventato un angelo malvagio… un demone?
Ne aveva sentito parlare parecchie volte durante la sua permanenza sulle nuvole.
 
 
 
-Esistono davvero, Altair? Con la pelle cadaverica, ali da pipistrello, corna e tutto il resto?
- Certo, mio caro ragazzo. – L’angelo dalle ali dorate aveva gli occhi lucidi, esprimevano dolore, compassione e rabbia nello stesso momento.
- I demoni solo creature malefiche, con un aspetto umano e non deformato, a differenza delle credenze terrene. I demoni sono angeli che si sono ribellati o custodi che non sono riusciti a proteggere le persone assegnate a loro. Quando questo accade, le ali diventano nere per poi scomparire e gli occhi divengono scarlatti come il sangue; per gli angeli ribelli, invece, le ali diventano rosse e la pelle muta fino a divenire color della cenere. Il fascino e la libidine trasudano dal loro sguardo, i loro movimenti esprimono forza e sensualità. Sulla Terra sono visti come dei comuni esseri umani, solo agli occhi degli angeli o di altre creature sovrannaturali si mostra il loro vero aspetto.
- Deve essere uno spettacolo agghiacciante. Cosa può esserci di bello nel desiderare una vita dannata? Cosa potrebbe darti più di una vita beata? La lussuria, la gloria, il desiderio, e altre cose superficiali?
- Magari tutti gli angeli la pensassero così… Comunque, ancora devo terminare.
Per finire ci sono gli Antichi. I demoni veri. Con la pelle bianca come perle, o nera come pece, occhi azzurro ghiaccio, ali di drago. Ma loro, loro offrono il peggio di sé stessi quando sono arrabbiati: spuntano lunghi artigli e lunghe corna, sono capaci di controllare le masse nuvolose e il fuoco con quell’aspetto. Per nostra fortuna, non possono lasciare il Mondo di Sotto. E’ un’antica regola promulgata durante l’Esecuzione.
- Che succede se viene infranta?
- Ovviamente, muori.
 
 
Dave ricordava bene quella conversazione. Da lì aveva cominciato a disprezzare i demoni, portatori di malaugurio, di morte, di malvagità. Aveva compreso fino in fondo che la sua natura e compito di angelo doveva restare pura per rimanere tale.
Se fosse diventato un demone contro la sua volontà, probabilmente si sarebbe diretto di propria volontà alla Morte. Almeno lì avrebbe potuto recuperare la memoria, così gli avevano spiegato, ma la sua era stata una morte violenta. Non l’avrebbe mai recuperata laggiù, ed inoltre lui amava aiutare qualcuno. Era una gioia per lui sapere che era utile, almeno da morto. E magari avrebbe avuto il tempo di fare qualche ricerca con i suoi superpoteri angelici.
 
Kris si era alzata, era finita la lezione. Dave si diresse subito da lei, non voleva lasciarla un attimo da sola.
- Che fai, mi segui? – La voce della ragazza tremava. Aveva… paura?
- Io non ti seguo, io cammino affianco a te, o dietro di te.
- Beh, allora perché non riesco a fidarmi di te se dici di…-
Kristen era inciampata sulle scale e stava per rompersi il naso, ed ecco Dave si interpose tra la ragazza e il pavimento, attutendo la caduta. Dopodiché, la fece alzare e non riusciva più a toccarla.
L’angelo si guardò le mani, incuriosito. E poi diresse lo sguardo su quelle di Kris. Gli sembravano lisce.
- Grazie… ora direi che posso fidarmi di te.
- Non ce n’è bisogno. E’ il mio compito, dopotutto.
 
I due continuarono a camminare vicini, in silenzio. Era piuttosto imbarazzante, in realtà.
L’angelo si guardava intorno, pensando a qualche argomento su cui discutere.
- Perché hai deciso di laurearti in lingua e letteratura inglese?
- Perché vorrei fare la scrittrice, da grande. Sai, in realtà vengo da Sheffield, nel South Yorkshire, ma qui a New York ci sono più possibilità che abbia successo. Per prepararmi al meglio ad ogni evenienza, però, farò l’insegnante. Non si sa mai, giusto?
- Sì… giusto.
 
Un'altra domanda si fece spazio nella mente di David.
Un altro punto interrogativo erano quei fili rossi.
Non riusciva ancora a capire a cosa servissero, perché fossero comuni a tutte le persone.
Osservava le loro mani, i loro mignoli sinistri, tutti con un filo invisibile al resto del mondo.

L’angelo si fermò in mezzo al corridoio. La ragazza si girò verso di lui con uno sguardo confuso e accigliato, chiedendogli perché si fosse fermato.
Dave si rese conto della verità. Aveva capito che la sua non era stata un’assegnazione casuale.
Quel filo lo indossavano tutte le persone, tranne una.
Kristen.







 
*spazio autrice*
Salve a tutti! Innanzitutto voglio scusarmi per l'assenza, ma ho avuto parecchi impegni tra volantinaggio, il bar di mio padre, il mare e un compleanno parecchio speciale.
Da oggi in poi non ci saranno più assenze così prolungate senza preavviso, prometto.
Questo capitolo l'avrò riscritto due volte perché non mi convinceva mai del tutto, adesso sono abbastanza soddisfatta. E' passabile, dai. Senza contare che è più lungo dei precedenti!
Direi che sia giusto, i capitoli "tranquilli" sono giunti al termine, ora si entra nella storia vera e propria! Avreste mai pensato che Kristen non avesse il filo?
Ah, per quanto riguarda quest'argomento, sappiate che la storia del filo non è di mia invenzione, mi sono ispirata ad una leggenda orientale.
Tornando a noi, perché la ragazza non ha il filo? Dai, vorrei sapere qual è la vostra supposizione u.u anche se avrete la risposta tra qualche capitolo...
Direi che ora debba dileguarmi, mi sono dilungata troppo xD

Saluto e ringrazio zaynsloudvoice (cugy, ti adoro), kekkogas, i love penguin (scrittrice bravissima, passate da lei se vi va!), LolaMilka97 (bradipa! <3) e saitou catcher (che è sempre gentile e mi fa sapere cosa pensa di ogni capitolo).


Un saluto a tutti!
 
__Panda
  
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