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Autore: madelifje    29/08/2013    7 recensioni
Bea è una diciassettenne della Lombardia.
Non crede nell'amore (anche se potrebbe fare un'eccezione per i membri dei Green Day o Johnny Depp), ed ha un pessimo carattere.
Ha un segreto: da circa un anno chatta tutte le sere con un ragazzo inglese, un certo Liam, che non ha mai visto.
Insomma, è una ragazza perfettamente normale.
O almeno, lo era prima di ritrovarsi catapultata nel corpo di una sconosciuta fidanzata con Zayn Malik.
***
Aprii lentamente gli occhi.
Mi sentivo come se fossi stata investita da un tram.
Era un mia impressione o la luce era diventata più forte?
Ma soprattutto, cosa diavolo mi era successo?
Mi appoggiai al letto e mi rialzai faticosamente. Dopo qualche secondo riuscii a mettere a fuoco il piumone viola.
Mi sedetti per precauzione e appoggiai le mani sulle cosce.
Un attimo… jeans?
Io indossavo dei leggins!
Una consapevolezza atroce si fece strada nella mia mente.
Il mio piumone non era mai stato viola.
Con in cuore che batteva all’impazzata sollevai lo sguardo alla ricerca di uno specchio e ne trovai uno appeso alla parete di fronte a me.
Urlai.
Il volto che mi fissava non era il mio.
Genere: Comico, Demenziale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lost.
 
A Liam, perchè oggni è il suo compleanno


-Haley!
-Haley!
-HALEY!
Un colpo violentissimo alla guancia. Aprii gli occhi. La luce del sole mi dava fastidio, ma riuscii comunque a mettere a fuoco una mano che si stava dirigendo a tutta velocità verso la mia faccia. Fortunatamente riuscii a bloccarla in tempo.
-Allora sei sveglia! –disse Lena, leggermente delusa.
-Cos’è successo? –mormorai cercando di alzarmi lentamente. Eravamo sul jet. I bagagli erano per terra e le mascherine per l’ossigeno penzolavano dalle spalliere. Lena era chinata sopra di me, con i capelli in disordine e un occhio nero. Borbottò qualcosa sulla sua valigia e su come le fosse caduta in testa, poi mi afferrò per il gomito e mi aiutò a rimettermi in piedi.
-Dove sono gli altri? –speravo che finalmente si degnasse di rispondere alle mie domande.
-Non lo so, -ammise –quando mi sono svegliata c’eri solo tu. A quanto pare a quell’incapace del pilota è riuscito un atterraggio di emergenza.
Fin lì ci sarei arrivata anche da sola.
-Devi stare qui a lamentarti o possiamo andare a cercarli? –sbottò infine.
-Guarda che io non ho aperto boc…
-Perfetto. Andiamo.
La porta del jet era stata sfondata, segno che probabilmente Liam e gli altri erano passati lì.
Scesi rapidamente dalla passerella e quello che vidi mi lasciò a bocca aperta. Avrei dovuto aspettarmelo, ma trovarmi davanti ad una foresta pluviale mi fece comunque un certo effetto.
Oh mio Dio.
Avevo visto abbastanza puntate di Lost da avere paura di entrare nel folto degli alberi, tuttavia non avevo altre alternative. Atterrando, il jet aveva abbattuto parecchi alberi, che adesso formavano un’enorme scia dietro al Black Star. Eravamo completamente circondate dalla giungla. Poi notai una cosa. Era troppo piccolo per essere stato causato dal jet, e di sicuro non era opera di Madre Natura. Era un sentiero. Lo indicai a Lena, che si rifiutò di entrare “in quella massa di insetti”.
-Sai, penso che dovremmo arrampicarci su un albero per cercare di guardare dall’alto.
-Prego, accomodati.
-Non sono capace, -replicò scrollando le spalle. Come se io invece fossi stata una specie di Tarzan al femminile che ammazza il tempo nella giungla. Era inutile discutere, così trovai un albero abbastanza robusto e cercai di arrampicarmi. Dovetti fare parecchi tentativi. Sentivo Lena sbuffare, cosa che faceva aumentare sempre di più la mia voglia di imboccare il sentiero e lasciarla lì. Alla fine riuscii a resistere abbastanza a lungo da aggrapparmi ad un ramo solido e continuare la salita. Man mano che mi avvicinavo alla cime i rami si assottigliavano. Cercavo di non pensare all’altezza, ma era piuttosto complicato. Fanculo a Lena che non ha mai toccato un albero in vita sua, a Jones che è un coglione, a Zayn che ha deciso di invitarmi in Australia e a Nonna Enigmina che mi ha messa in questo casino di vita.
-Allora? –urlò Lena dal basso.
Aggrappata al tronco cercai di guardare oltre le fronde degli alberi.
-Non riesco a vedere bene perché gli altri alberi sono troppo alti. Ma più avanti c’è una specie di collina, potremmo provare da lì.
Non ricordo bene come  feci a scendere, sta di fatto che neanche cinque minuti dopo i miei piedi erano di nuovo a terra.
 
La vista dalla collina confermò i nostri peggiori timori: eravamo su un’isola. Riuscimmo a scorgere qualcos’altro, di maledettamente simile ad un gruppo di edifici. Forse era un’allucinazione eppure bastò a farci tornare miracolosamente le forze. Corremmo giù per il pendio, sperando di non rotolare come dei maiali ciccioni. E ci ritrovammo di nuovo nella giungla.
-Merda. Non ne posso più di questi alberi. E sai qual è la cosa peggiore? Qui non c’è campo!
Oh. Sicuramente a Zayn dispiacerà non sentirti per qualche secondo. Anzi, sono sicura che avrà un attacco di panico.
Evitai di commentare una stronzata simile. Liam e gli altri dovevano stare bene per forza. Voglio dire, sul jet non c’erano i loro cadaveri e solo un finestrino si era rotto. Era altamente improbabile che fossero stati sbalzati tutti e tre nel cielo.
Quindi dovevo assolutamente smettere di preoccuparmi.
Sentii un fruscio.
-Cos’è stato?
-Se eviti di urlare, forse la tigre che è dietro a quei cespugli eviterà di sbranarti. –sibilai.
-Quanto sei simpatica. –bisbigliò Lena in risposta. Il fruscio aumentò, facendomi accapponare la pelle. Sembrava davvero un rumore di passi. Prima che ci facesse finire nei guai, afferrai la mia compagna e la traportai dietro ad un tronco caduto. Ci acquattammo e trattenemmo il fiato. Quel Qualcuno si era fermato. Forse ci aveva perso i vista… ero sicura che in poco tempo se ne sarebbe andato. Invece di diminuire, i passi divennero più forti. Si stava avvicinando. Lena strinse più forte la mia mano. La sagoma di un uomo si parò dietro di noi, coprendo la luce. Agii in fretta. Scattai in piedi e tirai un pugno in faccia al nostro possibile aggressore. Meglio prevenire che curare, no?
-Cazzo, Haley… -gemette Liam, massaggiandosi la mascella.
-Payne! –squittì Lena.
Avrei potuto insultarlo per avermi fatto spaventare. Avrei potuto tempestarlo di domande. Avrei anche potuto tirargli un altro pugno. Invece feci la cosa più imbarazzante di tutte: scoppiai a piangere e gli buttai le braccia al collo. Lui mi accarezzò la schiena, probabilmente stupito.
-Ehi… non mi hai fatto così male! –disse dolcemente.
-Non… è per quel…lo, coglione! –singhiozzai. –Tu s…ei vivo!
Mi abbracciò più stretta e ondeggiò lentamente, come se mi stesse cullando.
-Andrà tutto bene, Haley. -mi disse di essere felicissimo di vedermi. A quanto pare lui, Jones e Danielle si erano ripresi prima di noi ed erano andati a cercare dei soccorsi. Trasportarci per la giungla non era sembrata esattamente una buona idea. In quel momento non mi interessava. Ero troppo felice di vederlo per pensare al resto.
E lui fece qualcosa di assolutamente inaspettato. Mi accarezzò la testa.
Non feci in tempo a godermi il momento, siccome quella guastafeste di Lena decise di schiarirsi rumorosamente la voce. Cercai di recuperare un minimo di autocontrollo, mi asciugai velocemente le lacrime e mi staccai da Liam.
-Dove sono gli altri? –chiese Lena.
-Al campo. Stavo venendo a cercarvi, poi vi ho sentito camminare…
-Un attimo, -articolai –quale campo?
 
-Sicuro di non essere finito a Jurassic park? -chiesi per la quarta volta.
-Sì. Niente dinosauri in circolazione. –ripeté Liam. Peccato. Avevo sempre adorato quei film, soprattutto il primo.
In effetti i dinosauri erano forse l’unica cosa che mancava alla stazione scientifica in cui ci trovavamo. Scoprimmo di essere atterrati (o precipitati, se preferite) su un’isoletta nei pressi di Singapore, nota per la sua attività geotermica e soprattutto completamente incontaminata. Fatta eccezione per gli scienziati e il loro accampamento, s’intende.
Pensavo di essere salva. Ero sicura che Jones avesse già chiamato qualche squadra di soccorso dalla terraferma per venire a recuperarci. Ero convinta di poter essere in Australia nel giro di un paio di giorni al massimo.
Invece no.
Perché la tempesta grazie alla quale eravamo piombati lì aveva anche fatto saltare la centrale elettrica. E, con lei, anche la possibilità di contattare il mondo esterno. Eravamo isolati.
-Ma non hanno un generatore di emergenza? Una radio? Un qualche apparecchio satellitare? –dissi sconsolata a Liam mentre mi accompagnava dal “boss” degli scienziati, un certo dottor Crane.
-La torre radio è stata danneggiata dallo stesso fulmine che ha preso la centrale elettrica. Il generatore serve a supportare i loro aggeggi sofisticati. Mi ha detto qualcosa sul perché non possano usare un telefono satellitare, ma non ci ho capito niente. –mi liquidò lui passandosi una mano tra i capelli corti.
Imprecai. Dovevo ammettere però che il campo era davvero carino. Le case degli scienziati sembravano uscite da un film americano anni cinquanta. C’era una sala da pranzo comune che veniva usata solo nei giorni lavorativi, un parco giochi, uno spaccio, una scuola e una serie di edifici che non riuscivo ad identificare.
-Vado a cercare Jones. –dichiarai –forse non posso ucciderlo, ma un bel calcio negli attributi non glielo leva nessuno!
Liam scoppiò a ridere. –Buona fortuna! L’ultima volta che l’ho visto aveva tutta l’intenzione di ubriacarsi.
Buona fortuna.
“Buona fortuna, Bea. Ne avrai davvero bisogno.” Aveva detto Nonna Enigmina l’ultima volta che l’avevo vista.
Lì per lì avevo creduto che si riferisse a Zayn, ma…
“È da pazzi pensare di salire su un aereo con questo tempo.”
Oh. Mio. Dio.
Non poteva essere.
Invece sì, era l’unica spiegazione più o meno logica. Nemmeno io potevo essere così sfigata, doveva per forse essere opera sua.
La uccido. La faccio a pezzi e la do in pasto agli gnu. No, Bea, gli gnu sono erbivori.
Meglio strozzarla e seppellirla sotto al vialetto della sua maledetta bottega.
-Giuro che questa me la paga! –sbraitai. Liam pensò che mi stessi riferendo a Jones, così non disse nulla.
Marciai con decisione verso l’unico bar. Nonna Enigmina aveva passato il limite. Come aveva potuto far cadere il jet? Ma soprattutto, come diavolo ci era riuscita? La sarebbe bastato schioccare le dita per causare un uragano? Il mondo nelle mani di quella vecchia pazza e idiota. Non volevo nemmeno pensarci.
 
Zayn’s POV
«Zayn, sono io. Ginny. Ascoltami bene, non mi sognerei nemmeno di chiamarti se non fosse importante. Haley, Liam, Danielle e Lena sono già arrivati? Hai loro notizie, vero? Ascolta, questa telefonata mi costa un occhio della testa e dato che tu sei troppo spilorcio per richiamare mi accontento anche di un messaggio. Però, rispondi.»
Chiaramente Ginny non era ancora riuscita a perdonarmi. Mi alzai, cercando di dare un senso a quel messaggio assurdo. Non sapevo nulla del volo di Haley e degli altri, a parte che sarebbero venuti tutti con il jet di Danielle. Non mi avevano dato un’ora di arrivo, niente. Non ero nemmeno sicuro che fossero partiti. O almeno, non lo ero prima di sentire il messaggio vocale di Ginny.
Guardai Tanya, che stava mangiando delle patatine.
-Tutto bene? –mi chiese.
-No. Credo proprio di no.
 
Ginny’s POV
-NIALL! Per l’ultima volta, biondo, APRI QUESTA PORTA!
Il mio ragazzo comparve da dietro allo stipite, sbadigliando così tanto che riuscii a vedere le sue tonsille. Cercò di sistemarsi i capelli e il pigiama, con risultati abbastanza discutibili.
-Sono le sette del mattino, ed è domenica. Cosa c’è?
-Haley non mi risponde! –esclamai –L’avrò chiamata quindici volte e le avrò lasciato tredici messaggi in segreteria. Niente!
-Magari dorme. Hai considerato il fuso orario? –fece il biondo. Aveva troppo sonno per dire cose intelligenti.
-Certo! Là sono le quattro del pomeriggio! –lo rimbeccai.
-Hai chiamato gli altri?
-Sì. Cinque volte Liam, due Danielle e una Lena. Non mi hanno mai risposto. Niall, ho paura che sia successo qualcosa. Zayn mi ha inviato un sms. Lui non li ha ancora visti.
Niall sembrò finalmente connettere il cervello. Rientrò in camera e ne uscì poco dopo saltellando su un piede solo, mentre cercava di infilare un paio di jeans. Poi afferrò una maglietta dall’appendiabiti dietro la porta e mi trascinò in corridoio. Superò quattro porte e bussò forte alla quinta. Comparve il viso di un assonnato Josh in un ridicolo pigiama rosa. Il ragazzo guardò noi, il suo pigiama e ancora noi. In un nanosecondo ci sbatté la porta in faccia. Lo sentimmo trafficare con cassetti vari e, quando ricomparve, era vestito decentemente.
-Voi non avete visto niente. –sibilò. –Perché logorate l’anima ad un povero diavolo la domenica mattina?
Lo guardai esterrefatta. –Primo: cosa cazzo hai bevuto ieri sera? Secondo: tecnicamente i diavoli non hanno l’anima. Terzo: è inutile che ti cambi, anche i muri sanno quanto tu sia effemminato. Quarto: è stata un’idea di Niall.
Horan mi lanciò un’occhiata che avrebbe potuto uccidere e si schiarì la voce. –Ci serve il tuo aiuto da mago del computer.
 
Bea’s POV
Trovai Jones spaparanzato sulla sedia a dondolo di una villetta. Sorseggiava beatamente una bibita ghiacciata rossa, che somigliava tanto al sanbittèr che c’è in Italia. Almeno non sembrava alcolica.  Superai i gradini a passo di carica e mi fermai davanti al pilota, le mani sui fianchi. Distolse gli occhi dal contenuto del bicchiere e li posò su di me. poi lanciò un ululato.
-Signorina bella! È proprio lei! –mi saltò in braccio. Ovviamente quello stupido idiota pesava molto più di me. E ovviamente cademmo per terra.
-Dica un po’, ma non si è accorto che sul suo cervello c’è scritto fac-simile?
Sghignazzò. –Bella questa, signorina Foster. Non sa quanto sia felice di vederla viva. Mi aspettavo già di finire in galera per omicidio.
Stupido e melodrammatico. Fantastico.
-Forza, -lo incitai spazzandomi via la terra dai pantaloni –andiamo a raccogliere le nostre cose, così potremo andarcene da qui.
-Ah, non gliel’hanno detto? Ci vorrà minimo una settimana.
 
Hujiambo!
Aspettate ad uccidermi. Mettete giù le armi e ascoltate le mie ultime volontà.
So di essere in ritardissimo.
Come dice mio padre, “sono un idiota consapevole della sua idiozia, e questo è già un passo avanti”. Mettete la frase al femminile e diventa perfetta anche per me.
Avevi deciso di prendermi agosto di pausa per sistemare le trame delle mie fanfic e portarmi un po’ più avanti con la scrittura. Poi però mi sono resa conto di aver aggiornato questa storia molto prima delle altre, per cui non potevo farvi aspettare così tanto. Ed eccomi qui, il 29 di agosto.
AUGURI LIAM!
Ok, basta.
Come potete vedere non li ho uccisi lol non avrei mai potuto. Ma abbiamo finalmente scoperto con chi il nostro Zayn ammazza il suo tempo in Australia. Il ragazzo non perde tempo. Sto parlando di una mia creatura come se fosse una persona vera, forse è meglio evaporare.
Grazie a tutte per le recensioni,
Tantissimi baci,
Gaia
  
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