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Autore: GiuliaComix    29/08/2013    6 recensioni
Serena Potter è la sorella di Harry, i due sono molto uniti sin dalla nascita, ma a causa di alcuni eventi futuri potrebbero separarsi: alcuni di questi eventi comprenderanno la domanda "chi è il vero padre di Serena?". Una storia emozionante e piena di sorprese!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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                                                                                                            Confidenze

 

<< Come può Jenny essere utile alla signorina Serena?>> chiese timidamente l'elfa domestica facendo un umile inchino.

<< Senti Jenny, riusciresti a condurmi giù nelle cucine per favore?!>>

<< Oh, ma certamente, signorina! Si aggrappi alla mano di Jenny, signorina.>> disse porgendole la mano. Serena la affarrò e, con uno schiocco di dita, Jenny e la giovane Serpeverde si vaporizzarono dal dormitorio e si ritrovarono all'istante nelle cucine di Hogwarts. Serena, dopo essersi un attimo ripresa dal teletrasporto, diede uno sguardo veloce al luogo che la circondava: era un enorme stanza, delle dimensioni quasi simili a quelle della Sala Grande, tutta allestita da angoli di cottura composti da forni e fornelli, padelle sui fuochi a cuocere le varie pietanze, mestoli che mescolavano zuppe, coltelli che tagliavano frutta, verdura, carne e pesce, tutto quanto seguito e controllato rigorosamente da tantissimi elfi domestici.
Serena, intanto, si tolse la giacca della divisa e la appoggiò sul primo sgabello che torvò da quelle parti e si tirò su le maniche del goflino e quelle della camicia.

<< Per caso hai un grembiule da prestarmi, Jenny?>>

<< Oh, sì signorina!>> così l'elfa fece apparire un grembiule bianco da cucina della misura di Serena e glie lo porse. Serena se lo allacciò intorno alla vita e così fu pronta per iniziare.

<< Allora Jenny, avrei bisogno di farina, latte, uova, zucchero, cioccolato fondente, glassa verde e bianca e alcuni stampini rotondi.>> Serena, in quell'immenso spazio culinario, non sapeva nè dove nè come muoversi, quindi doveva affidarsi completamente alla piccola elfa.

<< Jenny provvede subito, signorina!>> così l'elfa iniziò a girare per tutta la cucina a prendere ciò che aveva richiesto Serena. Dopo qualche minuto Jenny tornò con in mano tutto quanto l'occorrente.

<< Perfetto! Sei stata bravissima, grazie mille Jenny!>> disse entusiasta Serena. Jenny in quel momento fece molta fatica a trattenere le lacrime: per lei quei "sei stata bravissima" e "grazie mille" valevano più della libertà che si sarebbe mai potuta immaginare di ottenere.

<< Possiamo iniziare!>> disse energicamente la piccola Serpe, così entrambe cominciarono a preparare il composto per una torta molto particolare.

Dopo vari colpi di frusta, di mestolo e di cucchiaio, Serena, con la costante assistenza del'elfa domestica Jenny, versò dentro ad una teglia rettangolare il composto della base della torta al cioccolato fondente. Una volta messa in forno a cuocere, Serena cominciò a preparare la glassa verde all'aroma di menta. A Jenny, osservando incuriosita la streghetta, sorse una domanda alquanto spontanea.

<< Come è brava la signorina Serena a cucinare! Dove ha imparato così bene, signorina?>> Serena si voltò verso di lei con aria stupita, facendo sussultare involontariamente l'elfa.

<< Oh! Jenny non doveva chiederlo! Jenny non ha il diritto!>> esclamò mortificandosi.

<< Stai tranquilla, Jenny. Ti rispondo volentieri, non mi costa nulla.>> disse facendola calmare un tantino, mentre mescolava il composto verde dentro ad una scodella << Vedi, durante i miei "anni di servizio", mia zia Petunia mi metteva sempre davanti ai fornelli per controllare che il pranzo o la cena non si bruciasse, mentre lei faceva i suoi comodi coccolando fino al consumo il suo caro Diddino!>> disse facendo dei gesti vezzeggianti in segno di presa in giro. Ciò fece ridacchiare Jenny.

<< Che cos'è un " Diddino", signorina?>> chiese curiosa.

<< E' solo il nomignolo con cui mia zia chiama quel ciccio lardoso di suo figlio, insomma è mio cugino.>> disse con espressione assolutamente schifata << Comunque...>> continuò <<....non mi dispiaceva tanto cucinare, era la faccenda domestica meno impegnativa di tutte le altre che ero obbligata a svolgere.>> disse con un leggero tono di amarezza << Però, zia Petunia notò questo mio strano ed inaspettato interesse e cercava in tutti i modi di impedirmi di svilupparlo. Ovviamente lei voleva che nè a me nè a mio fratello dovessero piacere i lavori che svolgevamo.>> Jenny rimase ad ascoltarla attentamente, con sguardo compassionevole e triste << Ma...io non volevo dargliela vinta! Quindi, nelle volte in cui tutta la famiglia usciva di casa, io mi mettevo lì ad imparare a cucinare, seguendo le ricette più veloci da preparare. E, quando diventai abbastanza bravina, ogni tanto le davo consigli, alquanto sprezzanti ed ironici, su come avrebbe potuto migliorarsi nel cucinare alcune pietanze!>> disse ghignando maligna mentre Jenny la guardava con grande ammirazione

<< E' anche vero che, quando le dicevo quelle cose, mi beccavo dei gran schiaffi come punizione per averla contraddetta e messa in ambarazzo davanti a tutti, ma cavolo se ne è valsa la pena!>> esclamò energicamente stringendo un pugno in segno di vittoria e soddisfazione personale. In quel momento Jenny si rabbuiò, Serena la guardò dubbiosa.

<< Che ti prende, Jenny?>>

<< La zia Petunia è stata tanto cattiva con la signorina Serena! La zia non si merita la signorina come nipote! Assolutamente no!>> disse indignata e rabbiosa avendo immaginato tutta quanta la scena.

<< Ehehe hai proprio ragione Jenny!>> disse ridacchiando << Ma vedrai che da adesso in poi le cose cambieranno.>> disse ancora concentrata sul composto verde della glassa. In quel momento, il timer del forno squillò. La base della torta al cioccolato era cotta ormai. Serena si infilò un paio di presine e con molta cautela tirò fuori dal forno la teglia.

<< Oh molto bene!>> disse contenta.

<< Signorina, se Jenny può chiedere, per chi sta preparando questa torta?>> chiese incuriosita. In quel momento le guance di Serena divennero rosse.

<< Be'..ecco...la sto facendo per un....per un amico, diciamo. Oggi è il suo compleanno e volevo fargli una sorpresa.>> disse imbarazzata.

<< Awww come è dolce la signorina!>> disse Jenny commossa congiungendo le mani

<< La signorina vuole molto bene al suo amico!>> disse asciugandosi un lacrima che le stava scendendo.

<< Già >> disse con sguardo concentrato sulla teglia, ma non potè nascondere un sorriso che le si dipinse in volto. Una volta tirata fuori e lasciata raffreddare, Serena ora aveva bisogno di dare una particolare forma alla torta. Così, prendendo uno stampino rotondo, si rivolse all'elfa.

<< Jenny, riusciresti a trasformare questo stampino rotondo in uno a forma di ampolla da pozione con 3 bolle che escono dal collo, per favore?>>

<< Certamente, signorina!>> e con un rapido schiocco di dita, lo stampino prese la forma richiesta.

<< Benissimo!>> così, con molta cura, Serena tagliò la base di cioccolato della forma che voleva. Poi, mise in una sac-a-poche il composto della glassa verde e iniziò a riempirci "l'interno" dell'ampolla, lasciando uno spazio superiore per scrivere l'augurio di compleanno, e riempì anche le bolle dell'ipotetico vapore che l'ipotetico liquido della pozione emanava. Poi, con della glassa bianca, che Jenny aveva preparato in precedenza, disegnò il contorno dell'ampolla, dandole un minimo di effetto vetro, e infine scrisse l'augurio.

<< Oh! Finita! Direi che è venuta piuttosto bene, tu che ne dici?!>> disse Serena passandosi un braccio sulla fronte per asciugarsi dal sudore.

<< E' splendida! Al suo amico piacerà tantissimo, signorina!>> disse emozionata.

<< Be', speriamo. Ho fatto del mio meglio.>> disse grattandosi la testa imbarazzata.

<< Oh, la signorina è troppo modesta.>>

Così, dopo aver impacchettato la torta in modo da cammuffarla e renderla non troppo attraente agli occhi degli studenti, Jenny riportò in dormitorio Serena.

<< Jenny, avrei bisogno di un ultimo favore se puoi.>>

<< Qualunque cosa per la signorina Potter.>> disse facendo un inchino.

<< Visto che ho il coprifuoco, non potrò consegnare personalmente il pacchetto, quindi non è che potresti portarglielo tu?>>

<< Certamente, signorina.>>

<< Puoi lasciarglielo liberamente davanti alla porta del suo ufficio, tanto conciato così nessuno dei ragazzi vorrà avvicinarsi!>> disse ridacchiando << Lui di solito finisce di mangiare abbastanza presto, non gli piace stare troppo a lungo in mezzo alla gente e al trambusto.>>

<< Jenny eseguirà perfettamente l'ordine!>>

<< No, Jenny. Non sono la tua padrona e questo non è un ordine. Siamo amiche e questo è solo un favore che ti chiedo.>> disse abbassandosi alla sua altezza e prendendole delicatamente le spalle. Jenny rimase molto stupita.

<< Davvero..Jenny e la signorina Serena...sono amiche?>> disse commossa con voce strozzata.

<< Ma certo che siamo amiche! Che cosa dovremmo essere se no?!>> Jenny scoppiò in un mare di lacrime di felicità, tanto da rischiare di allagare tutto il dormitorio.

<< Oh, no. Dai non fare così!>> dise cercando di calmarla.

<< Uff...sono davvero stanca. Mi sa che stasera dò buca alla cena.>> disse gettandosi sul letto.

<< La signorina però deve mangiare. Jenny le porterà qualcosa!>>

<< No grazie, non ce ne è bisogno. Guarda quì...>> disse aprendo lo zainetto e tirando fuori una confezione di mini pizzette <<...eheh le ho fregate da un cassetto lasciato aperto!>> la piccola elfa rimase stupita.

<< Ma...ma..signorina! Non si ruba! Cattiva signorina, cattiva!>> esclamò scandalizzata puntandole contro un dito di rimprovero. Le due si guardarono per un momento e scoppiarono a ridere di gusto. Poi Jenny, dopo aver salutato Serena, si teletrasportò altrove con in custodia il pacchetto. Serena, dopo aver mangiato qualche pizzetta, si lavò i denti, si mise il pigiama e si sdraiò sopra il letto con lo sguardo pensieroso rivolto in alto al soffitto.

- Speriamo che gli piaccia, altrimenti glie la ficco giù in gola a forza! Seè...come no..così mi gioco l'unico parente decente che ho trovato -

 

******


Intanto, in Sala Grande, tutti gli studenti si stavano godendo un'ottima cenetta dopo un'estenuante giornata di studio. Al tavolo dei Grifondoro, però, Harry non sembrava tanto rilassato, anzi, sembrava preoccupato per qualcosa. Era lì, seduto insieme ad Hermione e Ron, che stava giocherellando con la sua cena, senza neanche mangiarne un boccone.

<< Harry, ti senti bene? Stati tagliando quel fagiolino da 20 minuti ormai!>> disse Ron.

<< Ehm..che cosa?>> disse alzando lo sguardo.

<< Sembri perso, Harry. C'è qualcosa che ti preoccupa?>> chiese Hermione.

<< Sì, in effetti.>> rispose riabbassando lo sguardo.

<< E' per Serena, vero?>>

<< Indovinato.>>

<< Ho notato che non vi state vedendo molto.>>

<< Già. Ha tanto da studiare per i futuri esami e si vuole sentire preparata: ci sono tipo due materie con cui è in difficoltà. Però.. non è questo che mi preoccupa.>>

<< Allora cosa?>> chiese comprensiva Hermione.

<< Utlimamente gira sempre intorno a quello là!>> disse indicando con lo sguardo il tavolo degli insegnanti, in particolare il professor Piton.

<< E lui fa lo stesso con lei!>> disse rabbioso.

<< Come mai?>> chiese Ron.

<< E che ne so!? So solo che la chiama quasi sempre nel suo ufficio il pomeriggio e ci sta per delle ore! La sta mettendo in punizione anche quando non ha fatto niente!>>

<< Per me ti stai sbagliando Harry. Insomma...perchè Piton dovrebbe metterla in punizione? Come hai detto anche tu, tua sorella non ha fatto niente di male. E' probabile invece che le stia dando delle lezioni private.>>

<< Tipo delle ripetizioni? Non ha alcun senso! Lei è bravissima in Pozioni!>> esclamò Harry.

<< Non delle ripetizioni, Harry. Forse Piton l'ha presa sotto la sua ala come apprendista. L'avrete capito ormai che Serena è diventata la sua pupilla, no? Quindi è possibile che le stia insegnando il mestiere ad un livello più avanzato del nostro.>> disse saggiamente Hermione.

<< Oppure...>> intervenne Ron, facendo incuriosire Harry ed Hermione <<....sono amanti segreti!>>

<< CHE COSA!?>> dissero insieme Hermione ed Harry.

<< Ron! Ma come puoi pensare ad una cosa così...così...così disgustosa!!? Lui è un insegnante e lei è solo un bambina! PER L'AMOR DEL CIELO!!!>> sbottò indignata e inorridita Hermione.

<< Non lo so...o-oppure la starà convertendo alle Arti Oscure, che ne so! Io l'ho buttata lì a caso!>> disse nervoso Ron.

<< Che idiozia!>>

<< Sai, Hermione...forse Ron non ha tutti i torti a pensarla così.>> disse Harry strofinandosi il mento pensieroso. Ron ed Hermione sgranarono gli occhi increduli.

<< Vi spiego: un paio di anni fa nel nostro quartiere abitava un uomo che rivolse alcune particolari attenzioni nei confronti di una bambina della nostra stessa età che veniva a scuola con noi, i suoi genitori si spaventarono molto, lo denunciarono e lo fecero arrestare. E con la grazia di un ippopotamo, nostra zia ci spiegò cosa era successo.>> disse Harry in tono annoiato.

<< Oh..accidenti.>> disse Ron.

<< Già, ecco perchè dico che Ron non ha tutti i torti: Piton, squinternato come è, per me sarebbe capace di una cosa del genere!>>

<< Ok che Piton possa essere strano, oscuro e odioso, ma, Harry, è un insegnante!>> replicò esasperata Hermione.

<< Hermione, non me ne importa un fico secco se è un insegnante o un fruttivendolo! Le persone malate di mente, e lui si capisce a prima vista che lo è, possono essere qualsiasi cosa! E io non permetterò che lui metta le mani addosso a mia sorella!>> disse deciso Harry, lasciando Hermione e Ron un po' perplessi.

<< Terrò quello schifoso lontano da lei, fosse l'ultima cosa che faccio!>> disse battendo un pugno sul tavolo facendo sussultare il piatto e lanciando un'occhiataccia in direzione di Piton al tavolo dei professori.

<< Hai visto? Stasera Serena non c'è.>> fece notare Ron ad Harry indicando il tavolo dei Serpeverde.

<< Sì. Sarà andata già a dormire. Be', l'importante è che non sia in compagnia di quel viscido serpente!>>

 

******


Passò un po' di tempo e il professor Piton stava per andarsene. Ormai aveva finito di cenare e non c'era più alcun motivo per stare nella Sala Grande ad assorbirsi tutto i vari schiamazzi degli studenti e sciocche conversazioni che tenevano gli altri insegnanti seduti vicino a lui. Perciò si alzò, si sistemò il mantello, salutò vagamente i suoi colleghi ed uscì dalla Sala Grande in direzione delle sue stanze private. Percorse tutta la sala d'ingresso fino alle scale che conducevano ai Sotterranei ed imboccò il corridoio verso il suo ufficio. Arrivato davanti alla porta del medesimo, vi trovò davanti, posto per terra, un pacchetto marrone sbiadito con su scritto " Urgente ".

<< Oh per Salazar...un altro pacco di bollette sgualcite dal Ministero.>> disse annoiato. Si chinò e lo raccolse. Una volta entrato, Piton si mise subito seduto alla scrivania, così per sgavagnarsi presto quella stupida seccatura ministeriale. Scartò la cartaccia marrone, ma all'interno non vi trovò un malloppo disordinato di bollette, ma un altro pacchetto, un pacchetto regalo per l'esattezza, di colore verde smeraldo legato bene da un nastro argentato.

<< Ma che dia...? >> lo tirò fuori con sguardo particolarmente stupito e dubbioso. Notò, poi, un bigliettino che era legato al nastro. Lo slegò e lo lesse attentamente.

 

" Un folletto mi ha detto che oggi nasceva un uomo veramente in gamba,
ma da come sembra sempre arrabbiato e cupo, difficilmente lo vedrei ballare la Samba..."


Leggendo l'ultima frase, a Piton scappò una piccola risata. Lui..ballare la Samba?! Al massimo avrebbe potuto ballare il Valzer. Sarebbe stato certamente più dignitoso.
Poi continuò a leggere.


" So che questo giorno non ti piace molto e ancora non ne comprendo il motivo,
ecco perchè ho comunque voluto prepararti questo pensiero: sei la prima persona che ha reso il mio cuore più vivo.

Buon Compleanno,

                                                                                                                    Serena "

 

In quel preciso istante, sul volto del professore di Pozioni, Severus Piton, apparve un'espressione indescrivibile: si portò una mano alla bocca, come se volesse nascondere qualcosa, qualcosa che non provava da tanto tempo, vagamente simile alla commozione; chiuse gli occhi, i quali diventarono estremamente lucidi. Pizzicavano da morire, ma lui continuò a tenerli serrati.
- Scrive pure frasi in rima - pensò.
Dopo qualche minuto, Piton riacquistò il controllo di sè, prendendo un gran respiro profondo e sistemandosi nervosamente il mantello nero, anche se non ce n'era bisogno.
- Sì..posso immaginare chi sia questo misterioso " folletto" spifferone. Scommetto che è alto, col cappello a punta e la barba bianca. Mai una volta che si facesse gli affaracci suoi! - pensò leggermente innervosito. Quindi, preso da una leggera curiosità, cosa assolutamente rara per lui, iniziò a scartare piano il pacchetto verde e vi trovò all'interno una piccola torta a forma di ampolla da pozione con scritto sopra un singolare augurio di compleanno


" Potion Masters are the BEST ! "


- Be', di sicuro è molto gradevole alla vista - pensò sorpreso e compiaciuto vedendo la forma a tema perfettamente azzeccata - Però, dato che è stata cucinata da una ragazzina, dubito che il sapore sia ugualmente gradevole - pensò piuttosto scettico. Però, facendosi coraggio, con la bacchetta fece apparire forchetta e tovagliolo e ne tagliò un pezzetto. Lo prese con la forchetta, se lo portò alla bocca e lo mangiò. Come se fosse un critico culinario, Piton stava assaporando lentamente e con molta attenzione. In quell'istante sgranò gli occhi: il cioccolato fondente di cui era composta la torta si squagliava letteralmente in bocca e la glassa all'aroma di menta lasciava il palato bello fresco. Senza neanche accorgesene, Piton mangiò una fetta dopo l'altra e in poco tempo la finì tutta. Lui non era mai stato un tipo da dolci, ma quella piccola torta lo conquistò pienamente.
Una volta finita tutta, con la bacchetta fece scomparire la carta straccia, le briciole cadute, la forchetta e il tovagliolo, ma il bigliettino di auguri se lo conservò e lo ripose con cura al sicuro all'interno di un album di pelle nera che aveva tirato fuori da uno dei suoi cassetti personali. Dopo aver sistemato tutto, Piton si avviò verso le sue stanze, con un lieve sorriso dipinto in volto.
- Quella marmocchia riesce a stupirmi in un modo unico nel suo genere -

 

******

 

La mattina dopo, Serena fece molta fatica a svegliarsi e pare che il problema non fosse solo suo; anche le altre ragazze ebbero qualche problema ad alzarsi dai loro comodi letti.

<< Uffa! Ma quando arriva sabato!?>> sbottò insofferente Serena, che aveva il volto affondato nel cuscino.

<< Non fare tante storie! Mancano solo due giorni. Resisterai per due giorni, no?>> disse Liz.

<< No >> rispose secca Serena da sotto il cuscino.

<< Ma..riesci a respirare così come sei messa?>> chiese Mary mentre si stava alzando dal letto.

<< Chi se ne frega di respirare...io voglio dormire!>> sbottò Serena.

<< Puoi dirlo fuerte, Serena. Nemmeno io ho volia di alzarme est magnana!>> esclamò Penelope imbronciata.

<< Argh accidenti! >> sbottò Mary la cui spazzola si era incastrata in un nodo formatosi fra i suoi capelli biondi << Vedete!? Se i miei capelli fanno così è sicuramente un segno!>> disse in tono vanitoso.

<< E poi che senso avrebbe andare alle lezioni di oggi!? Sono talmente rimbambita che non riuscirei a stare attenta nè a prendere appunti!>> sbottò Serena annoiata mentre le altre compagne si voltarono verso di lei << Questi esami imminenti mi stanno facendo diventare matta: con Volo ormai mi sono rassegnata, tanto andrei a spiaccicarmi contro un albero, mentre in Storia della Magia non mi ricordo mai quelle stramaledette date! >> disse ribaltandosi a pancia all'aria << Sono delle materie così...così STUPIDE! Come si può andare male in materie del genere?! Che umiliazione!>> disse agitata.

<< Be'..Volo può essere molto utile, ma ti do ragione su Storia della Magia. Sarebbe anche una materia interessante se non fosse insegnata da quell'ammasso scadente di ectoplasma del professor Binns!>> disse Liz con conseguente segno di assenso di tutte le compagne.

<< Argh..non sopravviverò mai a quest'anno! Se volete, troverete quì le mie ultime volontà.>> disse Serena melodrammatica indicando il primo cassetto del suo comodino.

<< Eh adesso! Come sei esagerata Ser! Se trovi quest'anno difficile, non hai idea di cosa ti aspetti nei sucessivi sei!>> disse Liz ridacchiando malignamente, mentre Serena, seguita da Penelope, che poteva capirla perfettamente, visto che non andava molto bene in Difesa contro le Arti Oscure, nè in Astronomia, nè in Erbologia, sbuffò rumorosamente. Le uniche piuttosto tranquille, in fatto di materie scolastiche, erano Liz e Mary: loro due avevano al massimo una materia in cui non andavano molto bene; per esempio..Liz aveva qualche lacuna in Trasfigurazione, mentre Mary in Pozioni, perchè molto spesso c'era da maneggiare le viscere di qualche bestiaccia morta e a lei dava il volta stomaco toccare quella roba e la miscela delle pozioni non andava mai a buon fine.
Poi, l'occhio di Liz cadde sull'orologio.

<< Accidenti, si sta facendo tardi! Forza ragazzuole, diamoci una mossa!>> esclamò energica Liz, incitando le compagne a svegliarsi del tutto.

La piccola gang femminile Serpeverde salì per raggiungere la Sala Grande per fare colazione. Una volta sedute al loro tavolo, iniziarono a mangiare abbondantemente. Serena, invece delle solite uova e pancetta, preferì andare a frutta. Qualche posto più in là c'era Malfoy che la stava prendendo in giro imitando le mosse di un persona che stava per svenire, con le risate, anzi con i grugniti compiaciuti di Tiger e Goyle ai suoi fianchi. Serena avrebbe voluto massacrarlo di botte, ma quel giorno era abbastanza nervosa perciò gli lanciò soltanto un'occhiataccia, senza darci troppo peso.
Ad un certo punto Harry apparve alle spalle di Serena.

<< Ciao sorellina! Come ti senti oggi?>>

<< Ciao, Harry! Solo un po' stanca ma abbastanza bene per il resto.>>

<< Senti, ti devo dire una cosa.>> così Harry si abbassò verso l'orecchio di Serena, ma notò che un paio di sue amiche si erano avvicinate per origliare.

<< Vi dispiace? E' una cosa privata fra fratelli.>> disse un po' seccato dalla loro inopportuna intrusione. Liz e Mary, con malavoglia, si allontanarono, sbuffando rassegnate. Perciò, Harry si chinò di nuovo verso l'orecchio della sorella e iniziò a bisbigliarle qualcosa.

<< Ehm..sì ok. A che ora?>> chiese lei, mentre continuava a bisbigliare.

<< Come?! Ma come faccio senza quell'affare?!>> Harry alzò gli occhi al cielo esasperato e continuò.

<< Ah, va bene. Vedrò di inventarmi qualcosa.>> disse Serena. In quel momento, un grosso gufo nero planò sopra il tavolo dei Serpeverde, con in bocca una lettera. Il gufo atterrò proprio davanti a Serena, le porse la lettera e, dopo aver ricevuto un biscotto come ringraziamento, volò via. Serena aprì la busta, tirò fuori la lettera e la lesse.

 

" Signorina Potter,
ti aspetto nel mio ufficio oggi pomeriggio alle 17.00 in punto.

                                                                                          Prf. Severus Piton "

 

<< Mh che cosa vorrà da te? >> chiese incuriosita Mary.

<< Boh..non lo so. Forse avrò sbagliato un compito e me ne vorrà parlare.>> disse Serena cercando di inventare una scusa plausibile.

<< Sì, certo come no. Tu...che sbagli un compito di Pozioni!?>> disse ironica Liz.

<< Ah, non saprei cosa dirti altrimenti.>> rispose vaga.

<< Ehm..io avrei una mezza idea.>> intervenne all'improvviso Harry incerto, grattandosi nervosamente la nuca. Serena lo guardò e alzò un sopracciglio interrogativo. Harry si chinò di nuovo verso il suo orecchio e le bisbigliò qualcos'altro.

<< CHE COSA!? >> sbottò infuriata Serena << Ma come può passarti per quel cervello bacato che ti ritrovi una cosa del genere!!?>> gli urlò contro.

<< Mi ha dato solo questa impressione, tutto qui!>> cercò di giustificarsi inutilmente Harry.

<< Senti...sarà meglio che tu sparisca all'istante dalla mia vista.>> disse in tono minaccioso.

<< Ok, scusa..dicevo solo che...>>

<< FILA!!!>> disse facendolo sussultare ed Harry alzò immediatamente i tacchi e ritornò in fretta e furia al suo tavolo, mentre Serena si accasciò pesantemente sulla panca.

<< Ma sarà idiota!!?>> disse arrabbiata e insofferente portandosi le dite alle tempie per massaggiarle.

<< E lo scopri solo ora?! Ma, per curiosità, che cosa ti ha detto di così sconvolgente?>> chiese Mary.

<< Guarda...lascia perdere. Mio fratello è malato. Ti basti sapere questo.>> rispose secca senza aggiungere dettagli. Poi, avendo sentito qualche fitta al ventre, causate sia dal ciclo che dallo stress, Serena tirò fuori dallo zaino le fiale di pozione antidolorifica che le aveva dato Madama Chips e ne bevve una.

<< Aaargh! Che seccatura essere femmina!>>


******

 

Fortunatamente, un'altra giornata di noiosissime lezioni passò. Ormai mancavano 10 minuti alle 17.00 e Serena era molto entusiasta di passare un altro pomeriggio in compagnia del professor Piton, insomma.. con suo padre. Preparò lo zainetto col minimo indispensabile, visto che non aveva la minima idea di che cosa avesse in mente di farle fare. Finito di chiudere tutto, Serena uscì dal dormitorio, percorse la Sala Comune ed imboccò il corridoio dei Sotterranei che conduceva al suo ufficio. Arrivata davanti alla porta, Serena bussò ed attese.

<< Avanti >> disse Piton dall'altra parte.

<< Ciao, Severus. Come stai?>> chiese mentre si stava togliendo il mantello della divisa.

<< Buon pomeriggio, Serena. Io sto bene, grazie. Tu invece?>> disse mentre se ne stava già lì seduto alla scrivania a correggere un malloppo di compiti di alcuni studenti del terzo anno.

<< Mh sì..diciamo che sto bene anch'io.>> disse incerta sbuffando.

<< Qualcosa non va?>>

<< No, figurati. E' solo che... a volte non vorrei essere nata femmina!>> esclamò irritata dai vari dolori del ciclo mestruale che ogni tanto si facevano sentire.

<< Capisco >> disse pigramente.

<< E poi...>> continuò Serena, mentre Piton alzò del tutto la testa dai compiti ad osservare e seguire incuriosito il discorso <<...sono messa male con alcuni compiti.>> disse imbronciata mentre si stava sedendo pesantemente su di una delle poltrone di pelle nera vicino al caminetto.

<< Davvero? Quali materie ti preoccupano?>> disse Severus, alzandosi dalla scrivania e venendole incontro.

<< Volo sulla Scopa e Storia della Magia. Ma soprattutto quest'ultima. Ormai con Volo mi sono arresa, non imparerò mai ad andarci se prima non supero la mia sciocca fobia dell'altezza..>> spiegò mentre Piton si stava sedendo nell'altra poltrona davanti a lei <<...e in Storia della Magia non riesco mai a ricordarmi quelle odiose date!>> sbottò seccata portandosi una mano alla fronte.

<< Be', con Volo ci vuole solo tanta pratica, ma soprattutto molta pazienza: volare non è mai semplice come uno pensa che sia. Poi ogni persona è diversa: c'è chi ci riesce prima e chi più tardi...>> disse cercando di rincuorarla, anche se inutilmente, visto che Serena questa frase se l'è sentita dire più di 100 volte; poi Severus continuò << ... invece, per Storia della Magia, se vuoi, posso darti una mano io.>> Serena rimase sorpresa. Non se l'aspettava affatto questa proposta.

<< Ma, Severus, mi hai detto che non mi avresti mai favorita.>> disse un po' confusa.

<< Questo non è favoritismo, Serena. In tal caso si chiama piccolo aiuto didattico.>> disse ghignando ironico, facendo ridacchiare la ragazzina.

<< Ma no, dai Severus. Non voglio rubarti tempo.>> disse timidamente.

<< Nessun problema, Serena.>>

<< E poi...>> aggiunse <<... suppongo che sia fra i doveri di un..padre..aiutare qualche volta la propria figlia nello svolgimento dei compiti.>> disse un tantino imbarazzato, facendo, comunque, intravedere un leggerissimo sorriso, mentre Serena, rimasta stupita da quella frase, glie ne regalò uno immenso.

<< Grazie mille pap...ehm...Severus.>> Piton ridacchiò da come Serena si era trattenuta da chiamarlo in quel modo - Accidentaccio! Ho troppa voglia di dire quella parola! - pensò lei rossa come un papavero. Intanto che Piton si stava alzando per dirigersi nuovamente alla scrivania, a Serena venne naturale chiedere una cosa.

<< Ehm..Severus?>>

<< Sì?>> disse voltandosi verso di lei.

<< Non hai nient'altro da dirmi?>> chiese timidamente. Piton, in quel momento, le voltò le spalle e andò a sedersi alla scrivania.

<< No, non mi sembra. Perchè dovrei dirti qualcosa?>> disse alquanto inaspettatamente gelido nei suoi confronti. Ciò fece intristire enormemente Serena, non si aspettava affatto un atteggiamento così negativo da parte sua così senza preavviso.

<< Visto che era tutto perfetto >> aggiunse all'improvviso Severus, tenendo lo sguardo fisso sui propri compiti da correggere. Serena sgranò gli occhi stupita, ma anche piacevolmente spiazzata. Un attimo prima sembrava che le fosse crollato il mondo addosso con quel suo tono freddo, e un attimo dopo..invece...

<< Però...>> aggiunse, facendola sussultare <<...la glassa, anche se molto buona, di sera la trovo un po' pesante da digerire. A mio parere ci starebbe meglio una gelatina simile, che sarebbe decisamente più leggera.>> disse facendo intravedere un lieve sorriso. Gli occhi di Serena, in quel momento, brillarono di felicità.

<< Sissignore!>> rispose energica, facendolo ridacchiare. Piton, poi, le fece cenno di avvicinarsi. Serena ubbidì immediatamente, issandosi in spalla lo zaino. Piton, intanto, fece apparire con la bacchetta un'altra sedia, accanto a lui. Serena, dopo essersi seduta, tirò fuori dallo zainetto il libro di testo di Storia della Magia, indicando al professore gli argomenti in cui trovava maggior difficoltà.

<< Allora, facciamo così: adesso leggerai per tre volte ad alta voce e poi altre tre in silenzio, infine mi ripeterai tutto. Se non ti ricorderai qualcosa, io potrò suggerirti solo un paio di volte, ma non di più. Se sbaglierai più di due volte, ricomincerai da capo con la lettura, intesi?>> disse serio.

<< Sì, va bene.>> Serena annuì e si mise subito a lavoro.

Passarono circa 25 minuti e Serena provò a ripetere al professor Piton gli argomenti che aveva da studiare per la prossima lezione: doveva fare il Flooper e Uric Testamatta. Fino alla spiegazione del Flooper, che era una specie di uccello multicolore, e delle caratteristiche che lo rendevano unico al mondo, tipo il suo canto che poteva far impazzire chiunque o anche uccidere se ascoltato a lungo tempo, Serena ripetè abbastanza bene e Piton sembrava piuttosto soddisfatto. I problemi di memoria iniziarono a farsi sentire quando dovette parlare del famoso mago Uric Testamatta e della sua idea del canto del Flooper.

<< Allora..ehm..Uric Testamatta sosteneva che il canto del Flooper non fosse dannoso, perciò nel...nel..1322?>> disse incerta guardando Piton che se ne stava lì seduto a gambe incrociate col libro di testo di Serena rivolto in alto per non farla sbirciare.

<< No, nel '27 >> le suggerì.

<< Sì ecco! Così in quell'anno decise di ascoltarlo per 3 mesi di fila ininterrottamente per dimostrare al Consiglio dei Maghi che l'animale potesse essere utile e creare benessere a chi lo avesse ascoltato...>> Piton intanto annuiva, così da farle comprendere che stava andando bene <<... poi...ehm..coclusi i 3 mesi, precisamente nel mese di... Maggio..>>

<< Febbraio..>> disse interrompendola <<..no, ancora non ci siamo. Forza, ricomincia da capo.>> disse porgendole il libro e sentendo il conseguente sbuffo esasperato della povera piccola. Passarono altri 20 mintui e Serena decise che quell'interrogazione sarebbe stata l'utlima e la definitiva.

<< Uric Testamatta sosteneva che il canto del Flooper non fosse dannoso, perciò nel 1327 decise di ascoltarlo per 3 mesi di fila ininterrottamente e dimostrare al Consiglio dei Maghi che l'animale potesse essere utile e creare benessere a chi lo avesse ascoltato.>> Piton continuava ad annuire soddisfatto dal veloce recupero << In seguito, conclusi i 3 mesi, Uric, nel Febbraio del 1328, si fece convocare dal Consiglio per illustrare le sue recenti scoperte. Purtroppo non fu preso molto in considerazione, dal momento che si presentò in aula con un tasso morto in testa!>> disse infine trionfante.

<< Molto bene, Serena. Direi che se continuerai ad adottare questo metodo di studio, con un buon ripasso costante, all'esame non dovresti avere problemi.>> disse chiudendo il libro e posandolo sulla scrivania, con un vago ghigno soddisfatto.

<< Be' dai, speriamo bene.>> disse timidamente.

<< Non essere così modesta, se farai come ti ho suggerito, vedrai che andrai meglio di quanto credi.>> disse tornando a lavorare sui suoi compiti, ormai gli mancavano solo poche pergamene da controllare.

<< Spero di ottenere almeno una "A". Mi basterebbe.>> disse andandosi a sedere vicino al suo professore, il quale la guardò un po' torvo. A quale studente basta prendere un voto così misero, anche se buono, invece di ambire a qualcosa di più come una "O" o ancora di più una "E" che era il massimo? In effetti, i tempi erano combiati da quando andava a scuola lui, perciò abbandonò lo sguardo torvo e fece un lieve sorriso.

<< Be', posso capirti, neanch'io, quando avevo la tua età, amavo studiare particolarmente quella materia, però ho dovuto continuare a studiarla fino in fondo. Purtroppo per voi studenti le cose vanno così.>> disse deciso continuando a segnare X rosse su molte risposte date nei compiti, mentre Serena sbuffò disperata - E chi ha voglia di studiare quella roba per sempre!? - pensò insofferente, sbattendo leggermente la testa contro il tavolo con rassegnazione; Piton ridacchiò quando la vide sbattere.

<< Devo ammettere, però, che, se non ambisci a diventare insegnante di quella materia o una specie di bibliotecario, Storia della Magia non è che serva a molto alla fine, se non solo ad avere una minima base di conoscenza della nostra storia.>> disse Severus a voce alta, dando vita ad uno pensiero, che potremmo definire quasi infantile, che gli venne in mente in quel momento, come se fosse tornato ad avere 13 anni. Quel pensiero improvviso, colse l'attenzione di Serena, la quale alzò la testa e guardò Piton stupita.

<< Ma...ma... professore! Che cosa mi dice mai!?>> disse gesticolando scherzosa e lanciandogli un'occhiatina furba, la quale fece addirittura quasi ridere il severo professore di Pozioni.
Poi, a Serena, caddero gli occhi sui compiti che Piton stava correggendo e notò tatissimi segni rossi: per quanti ce ne erano, le pergamene sembravano ricoperte di sangue.

<< Accidenti, stai proprio facendo una carneficina!>>

<< Ah, non posso farci niente se questi salami non studiano come dovrebbero!>> disse un minimo rabbioso, rivolgendosi a quegli sfortunati studenti.

<< Ehm..la mamma..era brava in Pozioni come te quando andavate a scuola?>> chiese timidamente all'improvviso la piccola Serpeverde. Quella domanda così innocente, spiazzò di colpo Piton, il quale smise di scrivere. Serena, notando la sua reazione, che a primo impatto sembrava negativa, decise di ritirare la domanda. Era evidente che l'argomento lo rattristava parecchio.

<< Scusami, Severus. Va bene se non ne vuoi parlare, ti capisco.>> disse poggiandogli, con un po' di riluttanza, la mano sopra la sua, facendolo un attimo sussultare.

<< N-no no...tranquilla.>> disse ricambiando la carezza, poggiando l'altra mano libera su quella di Serena << La tua domanda è perfettamente legittima, Serena. E...ti risponderò... volentieri.>> quindi Serena si mise attentamente in ascolto, voleva sapere tutto di sua madre, visto che era difficile riesumare qualche ricordo di quando aveva solo 2 anni.

<< Allora..ehm..tua madre, Lily, era un eccellente studentessa e una strega straordinaria. E ciò era ancora più impressionante, visto che era Babbana di nascita.>>

<< La mamma era Babbana!? Wow, come ha fatto allora ad avere i poteri!?>> chiese molto incuriosita ed entusiasta di quella che sembrava essere una bellissima storia su sua madre.

<< Be', di solito, i maghi e le streghe Babbani di nascita, hanno avuto un lontano parente, come un bis o un tris nonno mago, perciò, andando avanti con le generazioni, hanno ereditato qualche suo cromosoma. Così è successo a tua madre.>> Serena era veramente colpita.

<< Accidenti, che forza!>> Piton ridacchiò.

<< E tu, Severus? Sei Babbano di nascita anche tu?>> chiese ancora più curiosa. Piton si rabbuiò a quella domanda, ma decise di risponderle comunque; dopotutto era normale per un bambina essere così curiosa di sapere di più sulle sue origini.

<< Non proprio...>> Serena alzò un sopracciglio <<...io sono, diciamo, metà e metà.>>

<< Metà e metà?>>

<< Sì, insomma, mia madre era una strega e mio padre era un Babbano: quindi "metà e metà" >>

<< Wow, fico! Quindi io cosa sono?>>

<< Be', anche tu tecnicamente sei metà e metà, comunque stiamo andando fuori tema. Mi avevi chiesto come Lily se la cavava a Pozioni, no?>> Serena annuì anche se voleva saperne di più di questa cosa della nascita Babbana e del metà e metà.

<< Lei ed io avevamo lo stesso orario di lezioni e..eheh..mi ricordo che all'inizio, in quella materia, era proprio una schiappa!>> Serena si cacciò a ridere per come Severus aveva usato per la prima volta un vocabolo sciolto e giovanile come "schiappa". Piton la guardò e capì di essersi lasciato troppo andare, perciò si ricompose e si schiarì la voce.

<< Comunque, tua madre non se la cavava granchè, ma, con un piccolo aiuto del sottoscritto, migliorò e in seguito divenne una dei più bravi del corso.>> Serena pendeva letteralmente dalle sue labbra.

<< Aww..quanto avrei voluto vederla fare qualche incantesimo.>> disse sospirando, con sguardo sognante rivolto al cielo. Poi, tornata alla realtà, fece un'altra domanda, la più semplice e spontanea che un figlio poteva fare ad un genitore.

<< Come vi siete conosciuti tu e la mamma?!>> chiese tutta eccitata. Piton prima o poi se la sarebbe aspettata questa domanda, ma non avrebbe mai immaginato così presto. Però non poteva non risponderle anche se qualsiasi argomento riguardante Lily lo faceva stare male. Molto spesso, per alcune persone, i più bei ricordi sono anche quelli più dolorosi.

<< Ecco..io... la vidi per la prima volta in un parco giochi per bambini, vicino casa mia. Avevo 10 anni.>> disse con un tono che racchiudeva in sè sia felcità che tristezza.

<< Lei era lì, con sua sorella maggiore Petunia...>> Serena fece una smorfietta di disgusto <<...che stava giocando sull'altalena. Era davvero bellissima.>> Serena, col viso appoggiato su entrambe le mani chiuse a pugno, le quali le davano un'aria molto buffa alle guance facendola sembrare tutta paciocosa, scrutò il viso di Severus, con sguardo e sorriso sognante, e sospirò felicemente.

<< Awww come è romantico.>> disse in tono mielato. Piton ridacchiò - Mpf..proprio un pensiero da femminuccia - pensò non intendo negativamente: Serena era pur sempre una ragazzina ed era naturale che alcuni racconti o scene di una certa pesantezza sentimentale potessero indurla a dire certe frasi sdolcinate.

<< E poi? Cosa è successo? Come ti sei fatto avanti? Avete giocato insieme? E zia Petunia come l'ha presa?!>> chiese a raffica al limite della curiosità. Piton, però, almeno per quella sera, non se la sentiva più di rivelare quei pezzi di vita del suo tormentato passato. Perciò decise di dare un fermo all'argomento.

<< Serena, per favore, basta domande per stasera.>> disse serio e deciso, causando sul volto della piccola un'espressione di gran delusione.

<< Oh, va bene. Come vuoi tu, Severus. Scusami.>> rispose tristemente. Poi, visto che non poteva più fare domande di quel genere, Serena si alzò e andò a tirar fuori dallo zaino il suo libro di Incantesimi, con carta, penna e calamaio e tornò a sedersi alla scrivania del professore, mettendosi a svolgere qualche esercizio che era da consegnare per la prossima settimana.
Piton, anche se era tornato a segnare di rosso i compiti degli altri studenti, seguì comunque attentemente quello che faceva la giovane Serpeverde.

<< Che incantesimi vi sta insegnando il professor Vitious attualmente?>>

<< Ce ne sta insegnando due : l'Incantesimo di Apertura "Alohomora " e quello di Illuminazione "Lumos" >> gli rispose seria.

<< Mmh molto bene. Per quando li devi consegnare?>> chiese cercando a fatica di mandare avanti una conversazione più semplice e neutra di quella precedente.

<< Per la prossima settimana. Non ho molto da fare in questo periodo, quindi mi esercito con la bacchetta o mi avvantaggio coi compiti scritti...>> Severus annuì compiaciuto <<...o Harry mi aiuta a volare sulla scopa durante i weekend.>>

Ma nulla da fare. La conversazione non riusciva ad amplificarsi come avrebbe desiderato. Perciò Severus tentò un'altra via.

<< Serena, puoi togliermi una curiosità?>> Serena alzò gli occhi verso di lui, annuendogli.

<< Prima, quando ho nominato Petunia, ho notato che hai fatto una strana smorfia.>>

<< Ehm..sì?>> chiese imbarazzata.

<< Mi hai dato l'impressione che tua zia non ti stia molto simpatica, o mi sbaglio?>> Serena si rabbuiò ancora di più di prima.

<< No, non sbagli.>> disse continuando a scrivere sulla sua pergamena le risposte degli esercizi di Incantesimi.

<< Posso chiederti...come ti sei trovata a vivere da lei per tutto questo tempo?>> Serena annuì riluttante.

<< Be', diciamo che ho potuto constatare come deve essere la vita di un elfo domestico.>> Piton si fermò dallo scrivere e guardò attentamente Serena, molto incuriosito da quella strana risposta.

<< Cosa intendi dire?>>

<< Voglio dire, che sia io che Harry siamo stati trattati molto male dalla famiglia Dursley, proprio come sembra che siano trattati gli elfi domestici. In poche parole...siamo stati i loro servi da tutta la vita.>> disse con amarezza. Piton rimase profandamente scioccato da quella frase. Bambini cresciuti solo per il proprio tornaconto? Maltrattamento, sfruttamento e schiavitù minorile? MA SIAMO MATTI!?
Poi Serena continuò.

<< Però, devo dire che Petunia non è il problema principale, anzi, forse fra i membri della famiglia è quella un po' meno squilibrata.>> Piton alzò un sopracciglio << Suo marito, quel botolo di lardo di zio Vernon, è il peggiore di tutti.>> disse con grande amarezza e rabbia nel tono di voce, tanto da stringere i pugni per contenerla. Piton notò quella reazione condizionata.

<< Ti hanno fatto del male? Intendo fisicamente.>> chiese preoccupato. Serena sgranò gli occhi e strinse ancora di più i pugni e abbassò lo sguardo, voltando anche la testa da un'altra parte. Era troppo umiliante.

<< Severus, sinceramente, non me la sento di parlarne apertamente. Non al momento, almeno.>>

<< Ti capisco. Perdonami se sono stato così indiscreto.>>

<< Non fa niente, tranquillo.>> disse voltandosi verso di lui sorridente, mentre Piton, con espressione alquanto turbata, ricominciò a lavorare sui suoi compiti.

<< Però...>> continuò all'improvviso Serena, catturando nuovamente la sua attenzione

<<... ti basti sapere che nè mio fratello nè io abbiamo avuto un'infanzia felice. Anzi, non ne abbiamo avuto proprio alcuna.>> disse triste e frustrata, con Piton che la scrutava profondamente. Gli sembrava troppo di vedere se stesso allo specchio.

<< Severus, vorrei dirti una cosa.>> Piton era tutto orecchie, anche se non si vedevono molto sotto quei capelli neri.

<< So che tu e mio fratello non andate molto d'accordo, ma non pensare che sia solo io la vittima. Anche Harry ha sofferto moltissimo.>>

Piton poteva solo immaginare che cosa poteva essere stata la vita di quei due bambini prima del compimento degli 11 anni e della conseguente ammissione ad Hogwarts. Ma, in compenso, poteva capire perfettamente il suo stato d'animo: anche lui aveva avuto un'infanzia molto difficile, con innumerevoli momenti tristi e dolorosi, ma non è mai stato nella condizione di essere sfruttato e schiavizzato dai propri genitori.
Quella piccola confidenza lo sconvolse e lo scioccò parecchio - Quei sudici, luridi, sporchi Babbani! - pensò Severus infuriato.

<< Quindi, volevo chiederti un favore in proposito.>> Severus era alquanto perplesso.

<< Potresti tentare di essero meno..ehm...severo con lui?>>

<< Che cosa!?>> sbottò stupito.

<< Sì, cercare di togliergli meno punti o di non mangiargli la faccia davanti agli altri compagni di classe, cose così ecco.>>

Severus non rispose subito. Lui? Essere un minimo "gentile" con lo studente che in assoluto gli stava più sulle scatole?! Non era assolutamente possibile! Però...

<< Ciò che mi stai chiedendo di fare necessiterà di usufruire di ogni singola particella del mio self control, Serena. Ma visto che sei a tu a chiedermelo...uff.. tenterò.>>

<< Grazie mille, Severus!>> esclamò felicemente grata.

<< Ma non ti prometto niente, sia chiaro.>> disse deciso.

<< Sì, immagino che sia difficile cambiare atteggiamento così di punto in bianco. Soprattutto per un uomo dal temperamento così...così....metamorfico.>> disse incerta sull'ultimo aggettivo da usare senza farlo infuriare. Piton alzò un sopracciglio.

<< Grazie per la delicatezza.>> disse ghignando malignamente, facendola ridacchiare imbarazzata.

<< Oh Salazar, sarà un'impresa titanica.>> disse portandosi il pollice e l'inidice a stringere la radice del grosso naso adunco.

<< Ma dai! Scoprirai che Harry non è così male se lo conosci meglio.>>

<< Sì, come no. Sarà simpatico come prendere un calcio sulle gengive.>> disse annoiato.

<< Ahahaha addirittura?! Pensa a me che ci ho vissuto insieme per 12 anni!>>

<< Le mie condolianze.>> entrambi si guardarono e scoppiarono a ridere: Serena si stava letteralmente sganasciando per la faccia da vittima che aveva fatto Severus in quel momento, mentre quest'ultimo era molto più contenuto, tenendosi una mano davanti alla bocca. Era da quando aveva 17 anni che Severus non rideva così; in effetti non rideva così tanto da quando aveva rotto con la sua Lily. Tra l'altro, la risata di Serena era particolarmente contagiosa, perciò era estremamente complicato non lasciarsi trasportare da quest'ultima; era defficile persino per il burbero Severus Piton rimanere così serio.
Passato un po' di tempo, e dopo aver ripreso fiato, Piton fece segno a Serena che ormai era ora di andare a cena. Serena rimise le sue cose di scuola dentro allo zaino e andò all'attaccapanni a riprendere il mantello della divisa, mentre Piton riponeva i vari malloppi di compiti corretti dentro ad un cassetto e si avvicinnò alla piccola per scortarla da vero gentiluomo verso la porta.

<< E' stato proprio un bel pomeriggio! Grazie per il piccolo aiuto didattico.>> gli disse sorridente.

<< E' stato un piacere, Serena.>>

<< Grazie anche per avermi raccontanto un po' della mamma! Anche se non molto, è stato comunque un inizio. Mi raccontarai qualcos altro su di lei, vero?!>> chiese speranzosa.

<< Sì, ma a suo tempo. Non fa bene venire a sapere tante cose tutto in una volta sola.>>

<< Ehm..sìì..se lo dici tu.. sarà così.>> disse scettica.

<< Infatti è così.>> disse in tono altezzoso.

<< Comunque, spero che mi racconterai anche di te. Mi piacerebbe conoscere più a fondo anche mio.. padre.>> disse dolcemente, legermente imbarazzata. Piton all'inizio si irrigidì: lui non era il tipo d'uomo a cui faceva piacere parlare di se stesso, della sua vita, delle scelte fatte. Nemmeno se l'ascoltatore era sua figlia.

<< Serena, sono lieto che tu voglia conoscermi di più, ma non credo che...>> poi venne interrotto da una vocetta insistente.

<< E no, scusa eh! Devi farlo! E' questione di principio e, soprattutto, di par condicio ! >> disse in tono saccente, un po' come la Granger. Piton non potè fare a meno di sbuffare un po' innervosito. Non aveva via di scampo, avrebbe dovuto per forza raccontarle qualcose di sè, altrimenti non si sarebbe mai potuto instaurare un buon rapporto di fiducia reciproca.

<< E va bene. Ma è probabile che non ti piacerà quello che FORSE sentirai su di me.>> disse puntualizzando quel "forse" per non darle false speranze. Ma Serena non si fece intimidire.

<< Tsk...di sicuro avrò sentito di peggio!>> esclamò per niente preoccupata da quello che sarebbe venuta a conoscere, forse, in futuro sul passato di suo padre.

<< Forza, vai a mangiare. Si sta facendo tardi.>>

<< Sì, va bene.>> disse imbronciata, non aveva molta fame, aveva ancora molta energia da spendere: per di più quella sera avrebbe dovuto raggiungere Harry, Ron ed Hermione alla capanna di Hagrid per farsi dare spiegazioni sulla Pietra Filosofale.

<< Allora, a presto.>> disse lei salutandolo, mentre lui le rispondeva con un cenno del capo.

<< Ricordati di continuare a ripassare Storia della Magia!>> le gridò, visto che era già piuttosto lontana.

<< Ahah sì ok! Non ti preoccupare!>> gli rispose allegra, mentre saltellava, come molto spesso fanno i bambini, verso la Sala Grande. Piton, intanto, rientrò dentro il suo studio.
- Dubito fortemente che abbia sentito di peggio -


******

 

Arrivata in Sala Grande, Serena si andò a sedere al tavolo della sua Casa, accanto a Mary e Penelope, Liz stava di fronte a loro.

<< Weilà, bentornata! Allora come è andata col prof?!>> chiese Mary.

<< Be', è come vi ho detto stamattina: avevo sbagliato la sequenza di ingredienti di una Pozione Restringente, mi ha fatto vedere le correzioni e, per punizione, mi ha fatto scrivere delle frasi.>>

<< Ti ha dato pure una punizione..per aver sbagliato un compito!? Ma è diventato matto?!! Va bene essere severi su allievi proprio brocchi, e questo non è il tuo caso, ma così è proprio esagerato!>> sbottò indignata Mary, mentre Serena e Liz, che conoscevano la verità, ridevano sotto i baffi, scambiandosi strizzate di occhi complici.

<< Mary ha ragione, Serena! Lui non puede farte questo.>> intervenne Penelope.

<< Ragazze, che ci posso fare? Lui è fatto così, è il suo metodo di insegnamento.>>

<< Sì, ma è strano che lo abbia fatto a te che sei una dei nostri!>> intervenne all'improvviso un ragazzo Serpeverde di un paio di anni più grande, che aveva ascoltato per caso la conversazione. Le quattro ragazze si voltarono verso di lui.

<< Non mi sorprenderebbe affatto se avesse messo in punizione un Grifondoro o un Tassorosso, i Corvonero sono praticamente tutti quanti secchioni, ma...una di noi..una Serpeverde!!? Da quando Piton mette in punizione una studentessa della sua Casa!?!?>> sbottò indignato e sconvolto.

<< Be', c'è sempre una prima volta, no?>> rispose Serena sorridente << Dagli errori che avevo fatto, direi che me la sono proprio meritata!>> disse prendendosi in giro.

<< Mah..sarà come dici tu, novellina, ma se Piton perde la brocca, siamo spacciati!>> disse passandosi una mano sulla fronte. Le ragazze si misero a ridere.
Mentre si stavano gustando una bellissima ed abbondante cena, Serena alzò di scatto la testa e sgranò gli occhi.

<< NOOO!>> disse facendo sussultare le amcihe << PORCA PALETTA NOOO!>> disse prendendosi la testa con le mani e poggiandola sul tavolo.

<< Ch..che c'è!? Che è successo!?>> disse Liz.

<< MI SONO DIMENTICATA!>>

<< Che cosa hai dimentico!?>> disse Mary. Serena dovette un'altra volta inventarsi una scusa per mascherare il vero motivo.

<< DI CHIEDERE UN CONSIGLIO A PITON PER UN ALTRO COMPITO!>> i volti delle amiche cambiarono di punto in bianco: da sconvolte diventarono serie e annoiate.

<< Senti, Serena, per favore, vai ben a quel paese, eh!>> esclamò Mary seccata per essersi presa un accidente per nulla.

- Mi sono scordata di chiedergli del mio incubo! Che imbecille! -

 

******

 

Quella stessa notte, tre giovani Grifondoro uscirono di nascosto dal loro dormitorio e, ben celati col Mantello dell'Invisibilità agli occhi dei Prefetti, che perlustravano quotidianamente i vari corridoi della scuola, si stavano avviando verso la capanna di Hagrid.
In quel preciso istante stavano percorrendo l'ingresso principale.

<< Ehi Harry, credi che Serena riuscirà a superare la sicurezza delle armature notturne?>> chiese Ron, nascosto insieme a Harry ed Hermione.

<< Be', spero di sì. E' una tipa scaltra. Sono certo che riuscirà ad aggirarle.>> rispose Harry.

<< Di sicuro sarà un'impresa non poco complicata. Se la beccasse un Prefetto, o ancor peggio un insegnante, si caccerà in guai seri. E questo vale a anche per noi!>> intervenne preoccupata Hermione.
Intanto, Serena si stava preparando per uscire. Quando entrò nel dormitorio, dopo cena, senza farsi vedere dalle altre compagne, si mise sotto le coperte con ancora addosso i vestiti della divisa scolastica. Ormai erano le 22.00 passate e Serena era pronta. Uscì dal letto piano piano, con già in dosso le scarpe, e inizò ad avviarsi verso il piano di sotto, alla Sala Comune; fortunatamente la sua gatta Bast non si svegliò, altrimenti avrebbe iniziato a miagolare senza freno. Arrivò davanti alla porta del quadro, lo aprì delicatamente e lo richiuse altrettanto piano. Iniziò a percorre il corridoio dei Sotterranei che conducevano alla scala a chiocciola per raggiungere l'ingresso principale: quel corridoio era pieno di antiche armature medievali di sicurezza. Serena cercò di camminare il più vicino possibile ai muri, per non essere scoperta dal raggio di luce viola d'allarme che fuoriusciva dalle fessure degli occhi degli elmi, sfruttando il loro punto cieco. Riuscì ad eludere tutte le armature di quel corridoio, salì le scale ed imboccò l'ingresso. Solo che Serena non si aspettava che alla sua destra, proprio agli estremi dell'entrata per la scale, c'erano altre due armature, infatti fece una mossa avventata: entrò troppo di foga nell'ingresso e, per sbaglio e senza accorgesene, calpestò per pochi secondi qualche centimetro del raggio di luce d'allarme, alchè entrambe le armature si voltarono di scatto verso di lei, ma, stranamente, non squillarono. Serena, grazie a dei riflessi felini di cui non conosceva l'esistenza, riuscì ad abbassarsi e rotolarsi in tempo sotto le gambe dell'armatura di destra, fuori dalla portata del raggio. Il cuore le batteva fortissimo e, come se non bastasse, sudava freddo e aveva il fiato corto; ci mancava poco che si beccasse un attacco d'asma dallo spavento che si era presa in quel momento. Ma, con un po' di auto controllo e un pizzico di coraggio, fece tornare regolare il respiro e i battiti del cuore, si alzò da terra e con le stesse mosse caute che aveva adottato prima, Serena uscì finalmente dall'ingresso principale della scuola e raggiunse il giardino, dove la stavano aspettando preoccupati, e un po' impazienti, suo fratello Harry e gli altri due amici.

<< Ehi ce l'hai fatta! Era ora!>> disse Harry.

<< Era ora?! Provaci tu ad eludere la sicurezza di quegli affari senza essere nascosto dal tuo coso invisibile e poi ne riparliamo!>> gli ringhiò indignata Serena.

<< Dai ragazzi, non mettetevi a litigare proprio adesso! Coraggio, andiamo.>> disse Hermione. Così, tutti quanti, scesero la collinetta, arrivarono davanti alla porta della capanna di Hagrid e bussarono.

<< Hagrid!>> esclamò forte Ron. E questo aprì la porta.

<< Oh ciao ragazzi! Scusate, non per essere scortese, ma non ho voglia di vedere gente oggi.>> disse facendo per richiuderla. Ma i piccoli ospiti lo interruppero dicendo insieme ad alta voce << SAPPIAMO DELLA PIETRA FILOSOFALE ! >> detto ciò, Hagrid riaprì di nuovo.

<< Oh......ehm..entrate.>> disse piuttosto sconcertato e i ragazzi entrarono.

<< Sedetevi pure. Desiderate una tazza di tè?>>

<< No, grazie.>> risposero quasi tutti, tranne Hermione << Per me sì invece, grazie Hagrid.>>

Dopo che i ragazzi si sedettero nei pochi posti disponibili, tra i quali una sedia sgangherata in un angolo oscurato, accanto alla finestra, e dopo che Hermione ricevette la sua tazza di tè, incominciarono a discutere della Pietra.

<< Per noi Piton sta cercando di rubarla.>> disse Harry, facendo scatenare a Serena un brivido di irritazione.

<< Piton?! Per dinci, non ce l'avrete ancora con lui?>> disse Hagrid.

<< Io non ci ho mai creduto, ma ovviamente alcuni testoni qui presenti sì! Ce l'hanno ancora con lui!>> sbottò Serena seccata.

<< Lo credo che non ci hai mai creduto, è il tuo dannato Capo Casa!>> rispose a tono Ron. Serena, per l'evidente ingoranza con cui aveva a che fare, non rispose nemmeno: si girò dall'altra parte imbronciata, mettendo su una particolare aria altezzosa, inarcando anche un sopracciglio.

<< Tsk...sciocchi!>> disse a bassa voce e nessuno davvero la sentì perchè erano tutti presi ad accusare il professor Piton.

<< Sappiamo che vuole la Pietra, ma non sappiamo perchè!>> continuò Harry.

<< Piton è uno degli insegnanti che protegge la Pietra, non ci pensa per niente a rubarla!>> rispose sicuro e deciso Hagrid.

<< Harry, Hagrid ha ragione! Io ho sentito Silente e Piton discutere ed è venuto fuori che è Raptor a volerla rubare!>> intervenne Serena, cercando inutilmente di convincere gli amici Grifondoro.

<< Come? Raptor!? Quello non saprebbe neanche rubare una caramella a un bambino per quanto è imbranato!>> esclamò Ron.

<< Senti, è così, vi ho detto la verità! Non è Piton il colpevole, ve l'ho sempre detto!>>

<< E come fai a sapere che Silente e Piton hanno discusso?>> chiese curioso Harry.

<< Quel giorno che dovevo chiedergli un consiglio per un esercizio, dopo che avevamo scoperto di Nicolas Flamel, ecco...prima di bussare, ho sentito delle voci e mi sono messa ad origliare.>> confessò lei.

<< Vabbe', ma potrebbe anche aver mentito per il proprio tornaconto, no?!>> disse Harry in tono sarcastico.

<< Tu sei solo accecato dall'antipatia che provi per lui e nient'altro!>> rispose rabbiosa Serena puntandogli un dito di rimprovero contro.

<< Ok, ok ragazzi, ora basta!>> intervenne Hermione << Supponendo che sia Raptor a volerla rubare, Hagrid...tu hai detto che Piton è "uno degli insegnanti" ?>> Hagrid annuì

<< Ma certo! Ci sono altre cose che proteggono la Pietra, dico bene? Magie, incantesimi!>>

<< Prorpio così! Una gran perdita di tempo secondo me. Nessuno riuscirà a tenere buono Fuffi. Lo sappiamo solo Silente ed io!>> disse tutto compiaciuto di se stesso << Oops..non dovevo dirlo....be', adesso è meglio che andiate, sono molto occupato.>> disse cercando di nascondere qualcosa, o meglio un qualche rumore che sembrava provenire dal calderone sul fuoco scoppiettante.

<< Ehi Hagrid, ma che cos'è che bolle in pentola?>> chiese Ron, vedendo che il calderone si stava muovendo. Hagrid si girò di scatto verso quest'ultimo e vi tirò fuori qualcosa di bollente e fumante.

<< Uh-ah-uh..quanto scotta!>> disse appoggiando la cosa fumante sul tavolo.

<< Ma che ..>> iniziò a dire Harry quando fu interrotto da Ron

<< Io lo so che cos'è! Hagrid, ma dove lo hai preso?>>

<< L'ho vinto, da uno straniero che ho conosciuto al Pub. Sembrava felice di liberarsene in verità.>> disse pensieroso. Porprio in quell'istante, la cosa fumente, che sembrava essere un uovo di struzzo, iniziò a scuotersi freneticamente. Infatti, pochi secondi dopo, lo strano uovo esplose, anzi si schiuse piuttosto energicamente, facendo volare pezzi di guscio da tutte le parti, tanto che uno di quei pezzi finì proprio sul naso di Serena. Quest'ultima sussultò, non per il guscio in sè, ma per il viscidume di cui era ricoperto l'interno. Se lo tolse lentamente, vedendo il naso e il guscio collegati da una lunghissima scia di sostanza melmastra gialla, con Ron dall'altra parte che a fatica riusciva a trattenenre le risate.

<< Non osare neanche emettere un suono, altrimenti te lo ficco su per il colon!>> gli ringhiò contro fulminandolo con lo sguardo, col naso pieno di melma. Poi tutti si voltarono verso il tavolo, dove un animaletto, una specie di lacertola con le ali, si stava agitando, emettendo un verso parecchio stridulo.

<< Questo è...un drago!>> esclamò Hermione sorpresa.

<< Non è un semplice drago: è un Dorso Rugoso di Norvegia! Mio fratello Charlie li sta studiando in Romania.>> disse tutto eccitato.

<< Aww ma guardate che carino! Ciao Norberto!>> disse Hagrid accarezzando il piccolo capo del draghetto, commosso dall'affetto che sembrò dimostrargli subito, saltellandogli incontro e cercando di arrampicarsi sulla sua folta barba.

<< Norberto?>> disse Harry.

<< Be' deve pure aver un nome, no?!>>

<< Nome alquanto...originale.>> disse Serena mentre si stava piegando per raccogliere un tovagliolo che trovò su uno sgabello lì vicino, per pulirsi il naso dal viscidume.
Poi all'improvviso, Hagrid strizzò gli occhi ed aggrottò le sopracciglia verso la finestra, come per vedere meglio qualcosa di ofuscato, e aveva ragione, c'era qualcuno.

<< Chi è quello là?>> Harry, Ron ed Hermione si voltarono.

<< Malfoy >> disse Harry seccato.

<< Oh Dio >> disse Hagrid stranamente preoccupato.

<< Cosa? Dove?!>> chiese Serena che si era appena alzata e si era avvicinata alla finestra.

<< Se ne è già andato.>> disse Hermione.

Draco Malfoy aveva sorpreso i tre Grifondoro fuori dal loro dormitorio dopo il coprifuoco serale. Erano nei guai, e forse non solo loro. Hagrid mandò subito fuori i quattro studenti, i quali si affrettarono a ritornare ai rispettivi dormitori.

<< Cavolaccio! Piton mi ucciderà!>> esclamò disperata Serena.

<< Tu non corri alcun pericolo, Serena. Draco non ti ha vista, eri ancora piegata a pulirti.>> cercò di rassicurarla Hermione.

<< Ah già..fiuuuuuù.>>

<< Che colpo di fortuna.>> disse Ron

<< Ma allora, voi? Cosa farete?!>> chiese preoccupata si stava preparando ad imboccare una strada diversa.

<< Non lo so, è probabile che ci metteranno in castigo, se non ce la battiamo subito però.>> disse sconcertato Harry.

<< Ok, va bene. Allora sarà meglio che andiate e in fretta anche! Buona fortuna.>> disse Serena iniziando a camminare per il corridoio che conduceva alla scala a chiocciola per i Sotterranei.

<< Grazie. Stai attenta anche tu!>> così i tre Grifondoro iniziarono a correre, svanendo dietro l'angolo. Serena percorse freneticamente il corridoio, finchè non raggiunse le scale. Iniziò a scenderle velocemente, quasi come se stesse correndo.

<< ANF ANF ANF.......D'OH!>> all'improvviso andò a sbattere contro qualcosa, qualcosa di nero, e cascò su di un paio di gradini dietrostanti. Purtroppo era andata a sbattere contro l'ultima persona che avrebbe desiderato vedere proprio quella notte.

<< Buona sera.>> disse una voce maschile autoritaria.

<< Oh no.>> disse scioccata dall'imponenza di quella figura, che sembrava particolarmente furente.

<< Purtroppo per te, signorina Potter, oh sì.>> disse gelido un minaccioso Severus Piton, così gelido da non chiamarla nemmeno per nome.

<< S-Severus..i-io..>> cercò di dire tremante.

<< Non osare rivolgerti a me in quel modo, signorina! Questa sera sarò soltanto un tuo professore.>> rispose sempre più furente, riducendo gli occhi neri scintillanti a due fessure.
Serena, dallo shock e dalla paura che stava provando, continuò a tremare.

<< S-sì, signore. Mi scusi, signore.>> potè soltanto dire, con voce strozzata, tenendo testa e sguardo basso.

<< Seguimi!>> disse rabbioso, voltandole le spalle di scatto, facendo svolazzare l'immenso mantello nero. Serena, si alzò, sempre tremante, e iniziò a seguirlo giù per le scale.

<< Sì, signore.>>

 

 

 

Angolo Autrice:

Salve ragazzuoli! Eccomi quà, sono tornata! XD Spero che abbiate passato una bella estate :D
Ritorno attiva, e per niente abbronzata, con il capitolo 15 !
Spero vi piaccia, buona lettura ^_^

  
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