Don't you hear sincerity
In my voice when I talk
Told you this is my fault
Forse era stato il sentire il suo nome, pronunciato con tutto quell’odio, con tutto quell’amore.
Forse era stata la situazione, troppo enorme da sopportare, da capire, da metabolizzare.
Forse era stato il punto critico.
Forse era stata quella goccia, quella maledetta goccia che era finalmente caduta, facendo traboccare il vaso.
Col senno di poi, si disse che avrebbe dovuto parlarne con qualcuno.
“Dottoressa, io mi sento strano”
“Dottoressa, è da che è successo il fatto del vulcano che non mi sento più completamente normale”
“Dottoressa, ho poca stima di lei, ma ho paura. Mi deve aiutare”
“Dottoressa, che cazzo sta succedendo nella mia testa? A volte mi sento normale, altre volte vorrei solo distruggere tutto e tutti”
“Dottoressa, a volte mi faccio paura da solo”
“Dottoressa, che cazzo devo fare?”
Forse era stato sentire il suo nome.
Forse era stata la situazione, troppo enorme da sopportare, da capire, da metabolizzare.
Forse era stato il punto critico.
Forse era stata quella goccia, quella maledetta goccia che era finalmente caduta, facendo traboccare il vaso.
Col senno di poi, si disse che avrebbe dovuto parlarne con qualcuno.
“Dottoressa, io mi sento strano”
“Dottoressa, è da che è successo il fatto del vulcano che non mi sento più completamente normale”
“Dottoressa, ho poca stima di lei, ma ho paura. Mi deve aiutare”
“Dottoressa, che cazzo sta succedendo nella mia testa? A volte mi sento normale, altre volte vorrei solo distruggere tutto e tutti”
“Dottoressa, a volte mi faccio paura da solo”
“Dottoressa, che cazzo devo fare?”
Forse era stato sentire il suo nome.
“Vattene, Alejandro! Vattene!”
Gli riecheggiava in testa.
E si sentì esplodere.
“Heather, ti prego…”
UCCIDILA!
“VATTENE, CAZZO! VAI VIA PER SEMPRE!”
LO ODIAVA. Dio, quegli occhi, come non vedere tutto quell’odio, che era solo per lui!?
“VATTENE!”
“PERCHÈ CAZZO NON MI ASCOLTI!?”
La voce e la gola gli esplosero in una miriade di scintille; avvertì Heather sobbalzare, ma non se ne preoccupò più di tanto: il suo cervello era ufficialmente scoppiato in una mistura rossa di ira, una furia cieca e irrazionale, che spaventava lui in primis. E qualcosa bruciava, ancora, in sottofondo.
“NON RIESCI A CAPIRE CHE MI DISPIACE? PERCHÉ NON RIESCI A CAPIRLO, HEATHER!?”
Scattò in avanti.
[109]
“VATTENE, CAZZO! VAI VIA PER SEMPRE!”
E che tutto potesse poi finire. La sofferenza irrazionale, il bisogno sbagliato che aveva di lui.
Forse, invece, avrebbe solo abbassato la voce e lo avrebbe richiamato.
Invece, quando alzò la testa, lo vide semplicemente impazzire.
Gli occhi sgranati, persi nella follia più totale, quella dalla quale non c’era ritorno.
Boccheggiando terrorizzata, avvertì la propria mano brancolare nel vuoto, alla vana ricerca del pulsante per chiamare assistenza.
Poi le mani di lui le si chiusero sul collo.
Il terrore sembrò quasi cancellare tutto ciò che seguì.
…
Poi il buio.
[96]
E che tutto potesse poi finire. La sofferenza irrazionale, il bisogno sbagliato che aveva di lui.
Forse, invece, avrebbe solo abbassato la voce e lo avrebbe richiamato.
Invece, quando alzò la testa, lo vide semplicemente impazzire.
Gli occhi sgranati, persi nella follia più totale, quella dalla quale non c’era ritorno.
Boccheggiando terrorizzata, avvertì la propria mano brancolare nel vuoto, alla vana ricerca del pulsante per chiamare assistenza.
Poi le mani di lui le si chiusero sul collo.
Il terrore sembrò quasi cancellare tutto ciò che seguì.
…
Poi il buio.
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