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Autore: unsteady    29/08/2013    2 recensioni
Era una mattina come tutte le altre. Il sole splendeva e tirava una leggera arietta. Scesi a una delle tante fermate del centro. Mi aspettava l'ennesima mattina passata a cercare lavoro. Un lavoro che mi avrebbe concesso di realizzare i miei sogni. Purtroppo come le altre mattine, si era rivelata deludente.
Ma come un miracolo, piombò nella mia vita una stella, una stella che era lì apposta per me.
Come dimenticare il modo in cui i suoi occhi verdi mi guardavano. Come dimenticare il modo in cui capitò nella mia giornata così, senza preavviso, come un vero e proprio miracolo. Avevo la felicità davanti.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel giorno le gemelle erano particolarmente agitate. Non so per chissà quale motivo, hanno passato l'intero pomeriggio a correre, saltare e starnazzare per tutta la casa. Alle otto di quella sera ero esausta e con me anche le gemelle, finalmente si erano stancate e dormivano sul divano come due angioletti. La madre è venuta a prenderle al solito orario. Erano quasi le otto e trenta e io dovevo ancora farmi la doccia, truccarmi e scegliere i vestiti da mettere. Appena le gemelle sono uscite dalla porta, corsi immediatamente in bagno, aprii l'acqua della doccia, sfrecciai come una zebra affamata imbestialita in camera da letto. Mentre l'acqua della doccia scaldava, mi precipitai davanti al mio armadio nell'intento di trovare un vestito adatto alla serata e che soddisfasse le mie voglie. Purtroppo una delle cose più difficili e strazianti da fare per una donna è scegliere cosa indossare. Soprattutto quando hai pochissimo tempo per provare ogni valido concorrente che ti ritrovi nel tuo piccolissimo, minuscolo e striminzito guardaroba da quattro soldi. Ero in preda al panico, soprattutto perché nell'ultimo mese non mi ero trattata molto bene ed ero un po' arrugginita in quei tipo di appuntamenti. - E se poi non gli piaccio? E se poi mi fissasse tutto il tempo per via dei miei capelli? E se poi il vestito che sceglierò non fosse adatto al tipo di serata? E se mi darà buca? Forse sono stata una stupida ad accettare, non sono fatta per questo tipo di cose, è da un secolo che non esco con un ragazzo! -

Scelto il vestito, corsi a farmi la doccia. Subito dopo mi asciugai i capelli, pensando a dove avrebbe potuto portarmi, oppure come si sarebbe vestito. Ero eccitatissima, come una bambina la mattina di Natale sapendo che i suoi genitori le avevano preso un regalo pazzesco. Ma quella bambina non aveva idea di cosa ci fosse sotto quella carta colorata e tutti quei nastri dorati. Lei continuava a pensare e ripensare a cosa potrebbero averle regalato, continuava a immaginare la sua reazione scoperta la scatola, a immaginare se i suoi genitori l'avrebbero delusa o se quel regalo sarebbe diventato il regalo migliore che aveva mai ricevuto. Era agitata, nervosa, confusa, ma intanto emozionata, felice, eccitata e maledettamente lusingata. Era come se sapessi che quel ragazzo mi avrebbe portato un regalo, ma non avevo idea di come sarebbe stato: piccolo, grande, straordinario, deludente, magico, noioso, romantico o nauseante. Non lo sapevo! Ma qualcosa mi dava l'animo e la vitalità per continuare a sorridere e a prepararmi in fretta.

Mi ero appena infilata dentro il mio vestito, che sentii suonare il campanello.

- Oh dio, è lui e io non sono ancora pronta! E ora che faccio? -

Corsi giù al piano terra con le scarpe in mano, andai alla porta, aprii e un ragazzo affascinante da far paura, con due occhi verdi, un grande sorriso che gli tagliava il volto in modo stupendo, in abito elegante, ricci scapigliati e le fossette che, wow, mi lasciarono senza parole, beh...Quel ragazzo era sulla mia porta e mi avrebbe portato a cena fuori. Ero lì, sulla porta, rimasta a bocca aperta senza dire una parola. - Bell'inizio! -

“Hey, vedo che non sei ancora pronta, devo passare più tardi?” propose cortesemente.

Ci misi un po' a capire quello che diceva.

“Emm..No, scherzi?! Assolutamente, entra pure. È che le gemelle che bado il pomeriggio, oggi se ne sono andate mezz'oretta fa, quindi...”

“Sì, ricevuto. Tranquilla non fa niente.”

“Davvero, scusa per la scortesia”

“Ma ti pare?! Sono qui apposta”

- Quanto cavolo è dolce questo ragazzo!? Oh dio, a ogni parola che dice mi fa scoppiare un sorriso. -

“Emm... Posso aiutarti?” mi fa indicando la cerniera del mio vestito

“Ah, sì grazie”

Mi tirò su la cerniera lentamente.

“Fatto”

“Ok, grazie. Io sarei pronta. Possiamo andare”

“Certo! Sta sera ti porto in un posto speciale”

“Wow, mi sento lusingata”

“Non vantarti troppo però. Ahahaha”

“Puoi stare tranquillo. Anzi, non vantarti troppo tu di essere uscito con me! Sappi che non è un privilegio che spetta a molti uomini”

Lui rideva e io rimanevo lì a guardarlo ridere. Aveva un sorriso davvero...davvero surreale.

Intanto uscimmo dalla porta e camminammo tranquillamente lungo il marciapiede delle vie di Londra.

“Allora, che ci fai qui a Londra?” chiedo io per evitare silenzi imbarazzanti

“Beh, in realtà io qui ci vivo”

“Davvero? Ho abitato nella stessa città in cui abita Harry Styles per cinque anni e non me ne sono accorta?”

“Ahahah, in un certo senso sì. Ma sono venuto ad abitare qui solo da cinque o sei mesi. I miei agenti non volevano che io venissi abitare a Londra, perché è una grande città e ci sono davvero molti giornalisti e paparazzi pronti a rovinarti la giornata. Ma io ho insistito. Era il mio sogno fin da piccolo venire ad abitare a Londra. Così ho approfittato del periodo per traslocare in un piccolo appartamento in centro”

“Davvero?! Un piccolo appartamento? A quanto pare vivo meglio io di Harry Styles”

“Beh, sai... Con tutti i viaggi di lavoro che faccio non ne valeva la pena prendere una casa mia. E poi credo che fra qualche mese dovrò tornare a Holmes Chapel dai miei genitori per poi partire per il nuovo tour”

“Mi piace come ragioni. Sei in gamba Harry”
“Oh grazie. Di solito non è una cosa che mi dicono in tanti. Sai, le fan contano più sul mio aspetto fisico e sulla fama, di solito non interessa alla gente come la penso, le mie idee e se sono in gamba oppure stupido”

“Credimi, conoscevo vostre fan che passavano intere giornate a scoprire i vostri gusti, le vostre voglie, i vostri interessi, gli hobby, i passatempi, le battute e le cavolate degli One Direction”

“Già. Non siamo stati molto riservati in passato”

“Sì. E credo che ognuno debba avere almeno un po' privacy, voi siete troppo buoni con le vostre fan”

“Non riusciamo a farne a meno! Lo so che non è giusto e che ci farebbe bene stare per un po' lontani dalle riviste di gossip, ma teniamo troppo alle nostre fan e ormai siamo abituati a condividere tutto con loro”

“Beh, se mai dopo questa sera io e te usciremo di nuovo, te lo scorderai di condividere con le tue fan la nostra relazione. Che sia chiaro: non mi aspetto niente! Ma non si sa mai cosa ci riserva la vita”

“Ahahaha hai ragione!”

“Allora, questo posto?”

“Siamo quasi arrivati...”

Ci avvicinammo presto ad un piccolo ristorante. Era molto nascosto, schiacciato fra le case a schiera e lontano dal centro. Non si direbbe un posto frequentato da una star.

La piccola facciata del locale era a mattoni, con due piccole finestre da cui si riusciva a intravedere l'interno. Entrammo da una porta rossa fuoco, illuminata in alto da due vecchi lampioncini.

Ci ritrovammo davanti un lungo salone, pieno di tavoli e poltroncine.

Ai muri erano appese una svarietà di cornici, alcune foto rappresentavano i proprietari del locale con accanto credo i cuochi, altre, quelle che più mi hanno colpito, raffiguravano gli stessi proprietari con affianco celebrità come Mick Jagger e Paul McCartney. Ce n'era una con Adele, una con Amy Winehouse ed una anche con Harry. Ciò vuol dire che era venuto lì spesso. Era strano però, che non avessi mai sentito parlare di quel locale. Che invece si era rivelato un posto molto frequentato da artisti di successo.

I tavoli erano tutti disposti ai lati del salone, per creare così un lungo corridoio che passasse in mezzo ad essi. Era un locale davvero accogliente, con arredamento rustico e vintage. Lo amai fin dal primo momento, appena entrai dalla porta.

Nel frattempo ci eravamo fermati all'entrata e un grosso uomo sulla sessantina ci venne incontro, con un sorrisone in volto, la parananza e un piccolo cappello a bombetta sulla testa.

“Oh accipicchia! Guarda un po' chi è venuto a trovarci!” disse tutto allegro facendosi sentire da tutto il locale.

“Roger! È bello rivederti!”

“Oh, sapessi quanto ci sei mancato, giovanotto!” si voltò e rivolgendosi ai clienti disse “Signori e signore, il piccolo Harry è tornato in patria!”

Alle parole di quel panzone, si alzo una grande confusione. Tutti i clienti si misero ad applaudire come se tutti lì dentro conoscessero Harry da una vita. Dalla cucina arrivò di corsa una signora, anche lei così allegra da riempire di gioia l'Africa intera.

“Oh, per tutte le cornacchie puzzolenti! Harry! Cosa ti porta qui, ragazzo mio?”

“Beh, sono qui con un'amica” e voltandosi verso di me, Harry prese a fare le presentazioni “Lei è... Oh dio, non ti ho ancora chiesto come ti chiami!”

“Io sono Amy”

“Beh, lei è Amy. Ci siamo conosciuti questa mattina per strada. Amy, lei è Rosanna e lui è Roger. Sono vecchi amici di famiglia”

“Piacere!” risposi io porgendo la mano ai due

“Piacere mio, tesoro! Spero vi piacerà il nostro menu questa sera! Abbiamo il Roast Beef!” propose la signora gentilmente.

“Okaaay, ora è meglio se ci accomodiamo” Harry mise fine alle ciance, così ci dirigemmo verso la fine del lungo salone. Il nostro tavolo era vicino ad un grosso lampadario di cristallo e una piccola finestra da cui si vedeva il retro del ristorante.

Lui come un vero gentiluomo, mi spostò la sedia per farmi accomodare, mentre a entrambi scoppio una breve risatina. - Per ora è tutto così bello e romantico! Beh, non è una cena a lume di candela, ma sarebbe stato affrettato. È tutto così perfetto! Mi piace il tavolo, il locale, l'accoglienza e l'essere accanto ad Harry. -

“Wow, Harry, è tutto così perfetto qui” faccio accennando un sorriso

“Mi fa piacere che tu abbia apprezzato, vuol dire che sei la persona giusta per l'occasione”

“Davvero. Sei così carino. Tu e il fatto che mi abbia portato qui!”

“Grazie mille” si vedeva che era un po' imbarazzato, perché non smetteva di sorridere neanche un attimo

“Scusa, sono un po' nervoso”

“Ahahaha sapessi io!”

“Allora... cosa ordini?”

“Ah credo... il Roast Beef”

“Ottima scelta. Qui lo fanno squisito. E se non ricordo male, insieme al piatto ti portano anche qualche frittella di mais con una faccina sorridente disegnata sopra con il ketcup!”
“Ahahahah che carini!”

Ci scambiammo uno sguardo. - Oddio, è così affascinante e dolce! Mi sto letteralmente sciogliendo! Poi quegli occhi, sono la fine del mondo. E il suo sorriso, mi fa cadere dalla sedia -

Fu un momento magico, perché era come se lui stesse fissando i miei occhi e io stessi sognando ad occhi aperti fissando i suoi. Ma un momento dopo voltammo subito lo sguardo, facendo finta di niente, come se volessimo cancellare il momento. Ma a dir la verità, a me era piaciuto tantissimo.

“Allora, dimmi... Come mai conosci i proprietari?”

“Emm, ci sono venuto qualche volta quando ero bambino assieme ai miei genitori. Poi venni l'ultima volta, qualche anno fa insieme ai ragazzi. Così feci quella foto assieme a Roger, quella laggiù, vicino all'entrata. È bello rivederli ogni volta perché sono delle bellissime persone, che accolgono calorosamente chiunque entri da quella porta e visto che io li conosco da una vita, ogni volta che torno a trovarli impazziscono di gioia”

“Wow, non avrei mai immaginato che sotto quel figone che fa impazzire le ragazze ci fosse ancora un ragazzino di periferia”

“Ahahah spero sia un complimento”

“Altro che!”
 

  
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