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Autore: Mido san    29/08/2013    12 recensioni
Durante una guerra dei ragazzi vengono trasportati in un videogioco contro la propria volontà e si ritrovano costretti a combattere per poter salvare una persona rinchiusa in questo mondo artificiale.
Ma cosa si cela all'ultimo livello? Perché non rimanere in un mondo perfetto invece che tornare nel proprio d'origine soppresso da forze maggiori?
Spesso le apparenze ingannano e in un mondo fittizio potrebbe essere difficile dividere la realtà dall'illusione...
storia ad oc.
Ho tutti gli oc necessari.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Il bombardamento parte 1

 

 

 

Ore 23.10, locanda Teutates.

 

Il locandiere stava lucidando i molti bicchieri lasciati sul bancone da parte dei tanti ospiti e clienti di quella giornata; uno dei pochi lavori che fruttava un poco in qualsiasi situazione era quello del moonshiner: nonostante distillasse in cantina solo uno scadente Whisky affettuosamente chiamato White Dog, a causa dell'odore di cane bagnato che emetteva e del suo colorito cereo, i clienti non si facevano certo fermare dal trangugiare litri e litri del suddetto liquore fatto in casa, pagando profumatamente ogni singola goccia che colava nelle loro aride gole.

Circa due terzi della popolazione erano consumatori abituali di qualsiasi bevanda contenesse anche solo una minima parte di alcool; probabilmente, se fossero riusciti a mettere le mani sul rarissimo nonché ricercatissimo alcool puro, si sarebbero bevuti pure quello finendo per bruciarsi fegato e organi annessi.

I distillatori abusivi , i sopracitati moonshiner, non davano il benché minimo fastidio alle autorità essendo l'alcool uno dei tanti modi per tenere la popolazione sotto controllo. Un famoso pensatore, anni e anni or sono, disse “duas tantum res anxius optat panem et circenses; il popolo due sole cose ansiosamente desidera pane e i giochi circensi” in parole povere: date al popolo qualcosa con cui intrattenersi e con cui sopravvivere e non vi causerà troppi problemi; anche perché buona parte dei Primi o era troppo stanca per ribellarsi o troppo ubriaca.

La storia parte proprio da una di queste locande/distillerie abusive situata nel centro di Alesia, uno dei tanti insieme di catapecchie sviluppatesi attorno ai più grandi centri d'estrazione del petrolio, la “Teutates” che di celestiale aveva solo il nome. Il locale (se così si poteva definire) si sviluppava su due piani, cosa molto rara in una cittadina minore come Alesia, le pareti del primo piano erano di mattoni a vista mancanti in più punti mentre quelle del piano superiore erano fatte di lastre ondulate di metallo tenute insieme da quello che sembrava fango rappreso; la porta era una zanzariera rigida coperta con pezzi di cartone e le finestre erano feritoie aperte nel muro a suon di martellate e coperte con pezzi di stoffa che simulavano delle sudice tendine. Entrando si poteva percepire l'odore di cane bagnato, sangue e noccioline (nonostante non ci fossero noccioline, questo è abbastanza strano); l'occhio del disgraziato cliente faticava ad abituarsi alla semioscurità presente nel locale la cui illuminazione si limitava a delle candele messe romanticamente sui tavoli e le feritoie nelle pareti; i pochi particolari che si coglievano erano il bancone fracassato in più punti con un omone appostato dietro tra le amate bottiglie di White Dog e gli ubriaconi che si accasciavano uno dopo l'altro sul banco, per essere poi lanciati di peso fuori in strada, non dopo avergli spillato ogni centesimo presente delle loro già vuote tasche; un paio di tavoli affiancavano la porta d'ingresso, sopra di loro sedevano i suddetti “ospiti meritevoli” che per la maggior parte comprendevano guardie Coroniane ubriache o forestieri con abbastanza soldi da permettersi l'attenzione dell'oste.

Uno di questi forestieri sedeva nel tavolo a destra dell'entrata mentre tentava di mangiare quella cosa “commestibile” che avrebbe dovuto assomigliare vagamente ad una zuppa ma che, invece, ricordava acqua sporca con una zampa di gallina che galleggia. Appena dopo due cucchiai abbandonò l'impresa e si diresse verso l'oste per chiedere le chiavi di una stanza, non senza prima osservare un paio di avvoltoi che si lanciavano sugli avanzi della sua zuppa, che tanto zupposa non era, per poi tornare alla loro occupazione preferita: accasciarsi sul bancone sotto il sorriso ebete dell'oste.

-Una stanza singola.- chiese all'omone che non aveva certo l'aria rassicurante.

-Abbiamo solo stanze singole. Sali le scale ultima porta a destra, pagamento anticipato.- prima fece dondolare le chiavi davanti la faccia dello sconosciuto, poi le ritirò dietro la schiena e tese la mano in attesa dei tanto agognati soldi; molto maturo come comportamento.

Il ragazzo si impose di non sbattergli i soldi in faccia, si limitò a sorridere con scherno e tendergli le monete contate, l'oste balzò per strappargli di mano i soldi per poi infilarli in quello che sembrava l'elastico delle mutande; infine gli lasciò le chiavi sul bancone, tornò a lucidare i bicchieri ed a osservarlo mentre saliva gli scalini. Un secondo dopo che il biondo ragazzo scomparve alla sua vista lasciò stare la sua maniacale pulizia dei boccali e si avvicinò ad un uomo seduto su un tavolo nella penombra del locale

-Gli ho dato la stanza sulla strada, come da te richiesto.- sussurrò per poi intascare la mazzetta abbondante di soldi che l'altro gli tendeva sotto il tavolo.

Il ragazzo si alzò non prima di aver rivolto un ghigno sicuro alle scale.

-Ancora un poco, ancora un poco.-


 

Nel frattempo il ragazzo biondo, ignaro di tutto quello che stava accadendo al piano sottostante, si tolse la felpa bianca senza maniche per poi lanciarla su una sedia posta di fianco al letto; in seguito si mise a fissarsi nell'opaco specchio situato sopra un secchio pieno d'acqua che, presumibilmente, doveva consistere da lavandino e da tazza del water. Gli occhi azzurri erano cerchiati da un paio di occhiaie dovute alle lunghe notti insonni che ultimamente si vedeva costretto a passare a causa degli uomini del governo si facevano sempre più vicini nonostante lui prestasse un'attenzione quasi maniacale nel non lasciare tracce. Perché era cambiato tutto all'improvviso? Magari era per la rissa che aveva scatenato nella bettola precedente a questa, ma non era stata colpa sua! In fondo a tutti potrebbe capitare di far cadere “accidentalmente” una sedia in testa a uno di quegli ubriaconi, più comunemente chiamati guardie Coroniane, mentre infastidiva la giovane e prosperosa cameriera. Sospirò per poi dare una sistemata agli occhialoni neri che portava tra i capelli e sorridere seducente allo specchio. Si allontanò da quello che doveva essere il bagno e si avvicinò alla sacca che portava con sé, prendendo dal suo interno un libro, quindi si lanciò sul materasso sollevando una gran nuvola di polvere che prese a vagare nell'aria della stanza facendolo tossire più e più volte.

-E che diavolo! Li avranno mai sbattuti in vita loro?- si lamentò scuotendo le mani e il libro nel tentativo di scacciare quel fastidioso odore di mandorle amare... mandorle amare? Avrebbe potuto esserci quell'odore se si fosse trovato in un hotel dell'Array Of Crowns, ma in una squallida bettole della First Republic era abbastanza improbabile.

-MERDA! Devo uscire subito.- ordinò a se stesso prendendo la sua amata felpa per premersela sopra la bocca a mo di maschera e lanciando via il libro che teneva in mano, in seguito si lanciò a terra e strisciò fino alla parente di lamiere per poi lanciarsi contro di essa e sfondarla senza molti problemi; atterrò in strada disperdendo la forza dell'impatto con una capriola in avanti ma non fece in tempo ad alzarsi che venne scosso da forti colpi di tosse prendendo corti e affaticati respiri tra uno colpo e l'altro.

-Vedo che la dispnea è già iniziata. Devo farti i miei complimenti però, non esistono molte persone in grado di riconoscere l'odore dell'acido cianidrico e tu sicuramente non sembravi tra queste.- dal nulla apparve un ragazzo sulla ventina, slanciato e dai lunghi capelli blu con striature viola raccolti in una treccia, gli occhi rossi fissavano il malcapitato con indifferenza mentre la bocca era distesa in un ghigno vittorioso che lasciava intravedere l'arcata dentale superiore.

-Sai...coff...non credo che in questo grand hotel ci fossero dei profumatori...coff...per ambienti, potevi inventarti qualcosa di meglio per uccidermi.- rispose sorridendo con strafottenza l'altro passandosi una mano sopra la cicatrice sull'occhio e sospirando.

-Taci, non sopporto la gente come te! Adesso seguimi senza fare storie o dovrò portarti dal mio cliente pezzo per pezzo.- sputò l'altro.

-Nessuno può dare ordini a Shoichi Inuzuki! E sentiamo, chi vorrebbe spezzettarmi con tanto ardore?- chiese mostrando un altro sorriso di scherno nel tentativo di sopprimere i conati di vomito che gli salivano e posizionandosi in una posa di attacco.

-Shi Kurai, il cacciatore di taglie. E sarò l'ultima cosa che vedrai prima di venire trivellato dai miei proiettili.-

-Vieni avanti Raperonzolo!- gridò l'altro lanciandosi per primo verso il proprio nemico caricando il pugno sinistro.

Il cacciatore non si fece cogliere di sorpresa così facilmente: si spostò di poco a destra e rispose con un calcio nel fianco del biondo, il quale, non riuscì a evitarlo a causa dei suoi riflessi debilitati dal poco ossigeno che arrivava al cervello causato a sua volta dalla respirazione del gas nocivo.

-Inuzuki, non lo vedi? Non sei in grado di combattere, l'acido cianidrico ha intaccato il tuo sistema respiratorio: dovresti iniziare ad avere fame d'aria, tra poco smetterai di respirare e avrai le convulsioni. Nelle migliori delle ipotesi collasserai solamente, oppure morirai soffocando nel tuo stesso vomito.- stavolta l'espressione che si apriva sulla faccia di Shi sembrava quasi dispiaciuta, quasi. Mentre stava estraendo e caricando la sua amata Heckler & Koch MP7 per puntarla alla testa di Shoichi, oramai rantolante al suolo, un potente boato esplose in lontananza nel quartiere occidentale della cittadina.

-MERDA, non può essere! Non hanno suonato l'allarme!- imprecò al nulla il cacciatore di taglie distogliendo lo sguardo dalla sua preda, che ne approfittò per colpirgli la mano con un calcio facendo così volare via la sua mitraglietta.

Il biondo prese a correre verso il quartiere orientale della città nel tentativo di mettere più distanza possibile tra lui, il cacciatore e la MOAB che era appena caduta, in quel momento non era certamente in grado di affrontare un uomo, figurati sopravvivere ad un'onda d'urto di quella bastarda.

Nel frattempo Shi aveva rinunciato sin da subito a cercare la MP7 e prese a correre dietro l'altro ragazzo nella speranza di trovare un qualsiasi rifugio anti-MOAB e magari anche fargliela pagare in qualche modo. Tutti e due correvano, chi più facilmente chi arrancando un poco, spintonando le persone che cercavano di mettersi in salvo nei rifugi anti-MOAB.

-Se entro in uno di quei rifugi verrò riconosciuto subito dalle guardie, devo trovare quelli dei ribelli.- rifletté Shoichi; perciò si diresse oltre la zona dei rifugi, affollata come mai in passato, e prese a correre verso quello che aveva tutta l'aria di essere un capannone nuovo e mai utilizzato.

-Se me la cavo oggi giuro solennemente che mi darò una calmata e non scatenerò mai più risse, nei bar.- promise a se stesso per poi girarsi per controllare il suo inseguitore, gli si raggelò il sangue nelle vene quando lo vide.

Poco più indietro Shi stava guadagnando facilmente terreno e vide che il biondo si stava dirigendo nella zona disabitata della città, se non fosse per quell'edificio formato da pannelli bianchi che riflettevano la luce del sole accecandoti, che sembrava ultimato recentemente. Il caos che quella gente faceva era insopportabile, tra poco avrebbe iniziato a sparare pur di mettere a tacere quella confusione. Mancavano poco più di 100 metri allo stabilimento quando osò girarsi per vedere la distanza che li separava dall'onda d'urto, gli si raggelò il sangue nelle vene.

Tutti e due spinti da una scarica di adrenalina e da una rinomata voglia di vivere fecero una sprint finale.

90 metri

70 metri

50 metri

Sentirono le urla delle persone appena dietro di loro che venivano travolte e uccise sul colpo dal possente tsunami implacabile.

30 metri

20 metri

Shi riuscì a sentire distintamente il rumore di ossa frantumate appena dietro di lui a causa delle persone che venivano tranciate dalle lamiere alzate dall'onda d'urto.

Shoichi non ebbe il coraggio di girarsi quando sentì le grida che gridavano aiuto per poi essere interrotte dai detriti provenienti dal cielo.

10 metri

I due nemici si videro affiancati in una corsa per la vita mentre si lanciavano verso la maniglia della porta d'ingresso di quell'edificio così assurdamente perfetto in quel sudiciume generale.

Aprirono la porta.

E l'onda li raggiunse.


 

 

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Ore 23.00, quartieri occidentali.


 

-Wohoho, guardate un po' qui lo stronzetto che si atteggia da fighetta.-

-Senti caro il mio fighetto, dacci tutto quello che hai oppure ti trivello di proiettili!-. Un gruppo di ragazzi si stava accanendo su quello che sembrava un uomo sulla quarantina cicciottello e con un grembiule a fasciargli la vita.

-Vi prego non fatemi del male! Ecco, tenete, ho solo questo prosciutto, è tutto quello che mi è arrivato sottobanco dal locandiere in fondo alla strada.- donato il sacro prosciutto ai delinquenti sparì rischiando più volte di andare a sbattere sulle persone che camminavano tranquillamente, come se quella scena fosse normale amministrazione, magari lo era.

-Ehi capo, posso mangiarmelo io? Posso? Posso?- un ragazzetto evidentemente iperattivo saltellava attorno ad un altro ragazzo con una testa rapata a zero.

-Fa quel cazzo che ti pare, io devo andare da Janet.- il capo alzò le mani stiracchiandosi per poi iniziare a fare del riscaldamento davanti allo sguardo basito dei componenti della sua banda.

-Capo, cosa stai facendo?-

-Sì,sì, capo cosa stai facendo?-

-Capoooooo?-

Le varie domande vennero prontamente ignorate dal suddetto capo che, soltanto dopo aver finito il riscaldamento, si decise a rispondere.

-Vi ricordate Janet, quella che lavorava per quel gruppo di artisti per strada?- chiese alla sua “truppa”.

Davanti agli sguardi alquanto persi nel vuoto degli altri, precisò.

-Quella che fa la contorsionista.-

Ancora sguardi intontiti.

-Capelli rossi? Non vi dice niente?-

Una palla di deserto passò in mezzo a loro.

-Poppe grandi.- aggiunse chiedendosi come mai fossero così idioti.

-Ahhhhh, sì. Vai capo, mi raccomando stendila.-

-Comunque, perché stavi riscaldando i muscoli?-

-è una contorsionista, immaginate cosa non farò stanotte. Se domani non mi trovate a casa andate a farvi un giro e non rompete i coglioni.-

-Owwwwwwwwh, capo sei un grande!- seguirono altre frasi d'incoraggiamento non adatte ad un pubblico minore (e ad una storia con un raiting arancione).

Dopo aver lasciato i suoi a scorrazzare per le vie si diresse verso una catapecchia infondo alla strada già pregustando la dolce compagnia notturna; si passò una mano sul volto accarezzandosi il pizzetto con orgoglio, si era anche fatto la barba per l'occasione! Cercò di dare una spolverata alla canottiera e ai jeans strappati che indossava e sistemò la pistola scarica nel retro dei pantaloni.

-Oh Janet, dolce e leggiadra Janet!- aprì la porta immaginando di affondare nella scollatura della tanto agognata fanciulla mentre lo abbracciava sussurrando sensualmente.

-NAHIM ISK A'RIOT, SEI UN LURIDISSIMO CENSORED CENSORED E CENSORED VORREI PRENDERTI E CENSORED NEL CENSORED CON UN CONSORED E IL TUO CENSORED NEL CENSORED CENSORED PER FINIRE CENSORED TI CENSORED CON TANTO DI CENSORED!-

Ci mancò poco che al poveretto venisse un colpo quando si ritrovò davanti la strabordante Janet e una decina di ex degli anni passati, era ufficialmente fottuto! Questa è la volta buona che lo impalano.

Nel tentativo di calmare le acque si avvicinò alla ragazza alla sua destra: un'affascinante ragazza dai tratti vagamente orientali.

-Clarisse, ma cherie, ti prego! Ci amavamo così tanto!-

-KUSOYAROUNDA! Sono Natsumi brutto idiota.-

In un disperato tentativo di salvarsi dal prossimo linciaggio si avvicinò ad una prosperosa e slanciata rossa poco in fondo nell'affollata stanzetta.

-Zaychik moy, dolce Natasha, leggiadra Natasha, mi sei mancata così tanto.-

-Ya ub'yu tebya mudak.- la rossa non si scompose minimamente nel dirlo, anzi parve di una compostezza glaciale da mettere i brividi; cosa che fece al malcapitato.

-Cosa ha detto? Scusate qualcuno sa parlare russo?- non si aspettava certo risposte ma sicuramente non un manrovescio così potente da fargli sputare del sangue, un pezzo di dente e farlo volare di un metro buono.

-Io ti spiezzo.- la glaciale Natasha si avvicinò con quella che sembrava la gamba di un tavolo, seguita da altre donne meno possenti ma ben più agguerrite. Allo sventurato non rimase che la fuga dalla finestra per evitare il suo incubo peggiore.

-Vieni qua che ti impaliamo CENSORED!- Janet capitanava la squadra di valchirie che avanzava facendosi largo tra la folla con spintoni simili a dei giocatori di rugby che puntano la meta con palla in mano, solo che in questo caso la palla erano dei bastoni e la meta era il povero Nahim che correva a perdifiato verso la più tranquilla zona orientale.

Riuscì a seminarle solo dopo essersi infilato in una fessura di quello che sembrava un bunker abbandonato.

-Devo assolutamente cambiare nome e faccia o quelle arpie mi troveranno.-

Non fece in tempo a finire la sentenza che sentì qualcuno o qualcosa attaccarsi alla gamba come una piovra, dei brividi freddi iniziarono a salirgli dalle punte dei piedi fino ad arrivare alla punta del naso. Nell'oscurità più totale non riusciva a vedere cosa fosse quella sottospecie di sanguisuga che si era accalappiata la sua gamba ma non esitò certo nel tirare fuori la pistola e puntarla verso l'informe figura.

-Staccati lurido essere o giuro che ti faccio saltare le budella fino a ricoprirne le pareti.- gridò all'ombra che non rispose in alcun modo.

Trascinandosi dietro la gamba, con passeggero annesso, si avvicinò alla feritoia per cercare un po' di luce per illuminare quell'insulso umanoide attaccato al suo arto. E quello che vide certamente non fu un mostro gelatinoso; vide una ragazzina minuta dai corti biondi capelli che lo fissava con degli smeraldi che aveva come occhi, con dei lacrimoni ai bordi che minacciavano di scendere ad ogni minima vibrazione. Il labbro inferiore tremava incontrollabilmente e il naso era ricoperto da una buffa chiazza rossastra, probabilmente dovuta ad una caduta di qualche genere. Le orecchie da felino scivolarono fino a coprirle gli occhi...

-ORECCHIE DA GATTO? Perché cazzo giri con un cerchietto con sopra delle orecchie da gatto? E quella è una CODA?? Dove diavolo sono finito.- sconsolato abbassò l'arma e si sedette per terra alzando delle spirali di polvere e tirandosi dietro anche la micetta ancora appiccicata alla sua gamba.

-Non trovo il mio Neko-niichan, NYA.- sospirò la ragazza lasciandosi cadere di fianco allo sconosciuto, mantenendo comunque un minimo di distanza tra i due, era pur sempre armato.

-Neko-che? Poco mi importa, vattelo a cercare.-

-Sono troppo bassa, non arrivo alla feritoia e non riesco ad uscire. NYA.- nel simulare il verso del gatto alzò le mani chiuse a pugno vicino alla testa, in una posa molto simile a quella di un gatto vero e proprio.

-Forse non hai capito, NON.MI.INTERESSA.MINIMAMENTE. Vai a fare le fusa da qualche altra parte micetta.-

-NON CHIAMARMI MICETTA! Mi chiamo Safaia screanzato. NYA.- nel dirlo si rimise nella posizione gatto-style.

-Si può sapere cosa diavolo significa questo NYA?- nel dirlo anche lui si mise automaticamente nella posizione del gatto, risultando abbastanza inquietante.

-Ma che cazz..-

-Non si dicono le parolacce maleducato!- nel dirlo Safaia tirò un sonoro coppino al pelato che si girò rapidamente con l'intenzione di strozzarla, ma si ritrovò davanti due occhioni lucidi, spalancati e un espressione da cucciolo bastonato che avrebbe potuto sciogliere anche la più malvagia guardia dell'AOC, figurati un Gangsta' locale.

-AHHWWWW.- Nahim emise un suono molto poco virile e unì le mani in un gesto degno solo del peggiore manga Shoujo.

-Ehm,ehm. Non rompere, ti aiuto a salire fino a quella sporgenza e tu mi dici se in zona avvisti una mandria di manze armate di gambe del tavolo e molto agguerrite, va bene?-

-Sì, NYA.- stavolta si limitò solamente a sorridere felice senza effettuare nessuna mossa gatto-style.

Il ragazzo si posizionò sotto l'apertura stretta e unì le mani a mo di scalino per facilitarle la salita, non calcolando la bassezza della ragazzina in questione; ella prima mise un piede sulle mani di lui, poi gli piantò la scarpa in faccia e si lanciò verso l'esterno attraverso la feritoia. Massaggiandosi la faccia e imprecando sottovoce le chiese.

-Vedi le valchirie?-

-Nessuna balenottera in vista capitano.... NEKO-NIICHAN!-

Mentre usciva dal pertugio Nahim vide due tornado forza 5 schiantarsi l'uno contro l'altro travolgendo con l'impatto i poveri passanti.

-Neko-neechan! Mi sei mancata così tanto!-

-Neko-niichan ero rimasta bloccata i quel bunker e non riuscivo più ad uscire, poi il pelatone mi ha aiutato ad uscire. NYA.-

-CHI AVRESTI CHIAMATO PELATONE?- sentendosi tirato in causa si frappose fra i due con un pugno alzato in direzione della ragazza, accorgendosi solo in quel momento di avere a che fare con due gemelli praticamente identici.

-Hai ragione neechan, ha proprio una testa lucida. Sembra una palla da bowling con il pizzetto.-

-TU, SOTTOSPECIE DI STR....- venne interrotto da due sonori coppini contemporanei.

-NON SI DICONO LE PAROLACCE!- tuonarono in simbiosi i due gemellini.

-Va bene, va bene, ma non urlate che stiamo attirando troppo l'attenzione.- il ragazzo si ritrovò a riflettere sulla possibilità che le valchirie assetate di sangue stessero travolgendo persone nei paraggi e che potessero essere attirate dal trambusto dei due gemellini.

-Dirigiamoci nel quartiere orientale, lì dovremmo essere al sicuro.-

-Al sicuro da chi pelatone?-

Ingoiando i vari insulti che gli stavano salendo non rispose al biondo ma iniziò a dirigersi verso i quartieri orientali.

-Dalla mandria di manze che sta inseguendo il capitano.- rispose al suo posto la biondina.

-Non chiamarmi capitano, mi chiamo Nahim, Nahim Isk a'rioth.-

-Che nome strano.- disse il biondo appoggiando un dito sul mento e assumendo un'espressione pensierosa.

-Colpa dei miei.-

Seguirono degli attimi di silenzio in cui i gemellini saltellavano attorno al ragazzo mentre lui camminava tenendo le mani in tasca.

-Io sono Safaia!-

-E io sono Rubi!-

-E siamo i famosi Gemelli Siamesi, NYA!- nel dirlo contemporaneamente si misero in una posizione che ricordava vagamente quella di due gatti che cercavano di acchiappare le mosche spalla contro spalla.

-Mai sentiti.- sospirò Nahim accelerando il passo.

I gemellini accelerarono a loro volta.

Una vena iniziò a pulsare sulla fronte del poveretto che riprovò accelerando ancora di più il passo.

I ragazzini iniziarono a muvere le corte gambette più velocemente nel tentativo di stare al passo con il “pelatone”.

Nahim si mise a correre.

I gemelli iniziarono a muovere così velocemente le gambe che si faticava a distinguerle.

Il ragazzo si fermò di colpo.

I due biondini si schiantarono sulla sua schiena.

-Perché mi state seguendo?- chiese tentando di assumere un'aria minacciosa.

-Perché hai salvano Safa-neechan e perché mi sei simpatico.- rispose semplicemente il maschietto.

-Ma io non voglio che voi mi seguiate.- adesso poteva anche rilassarsi un poco essendo arrivato nella parte meno abitata dei quartieri orientali ed essendo scampato al linciaggio da parte delle assatanate.
La risposta dei gemelli venne sovrastata da un tuono lontano.

-Noooo, non può venire a piovere, non deve piovere. Io odio l'acqua. PFFFT.- il ragazzino iniziò a soffiare verso il luogo da cui era provenuto il boato come fanno i veri gatti quando in pericolo. La sorellina invece si mise a ridere e a saltellare da una parte all'altra canticchiando una filastrocca.

-Nella Donna-Sorgente ancora una volta,
cade una goccia dell'Uomo-Acqua,
dà vita, all'incontro, alla Pioggia-Bambino.-

Non riuscì a cantare la seconda strofa perché Nahim se la caricò di peso in spalla catturando l'altro biondo sotto il suo braccio.

-Brutti idioti, quella non è pioggia. Quella è una MOAB!- gridò terrorizzato il ragazzo prendendo a correre nella parte opposta a quella dell'onda d'urto.

I gemellini venivano sballottati a destra e a sinistra ma fortunatamente, o sfortunatamente, avevano ora una piena visuale di quella che accadeva alle spalle del pelato: velocemente si avvicinava quello che a prima vista pareva un muro di sabbia ma che per loro, oramai avvezzi ai bombardamenti, significava solo morte.

-Nahim, vai più veloce! Si sta avvicinando!- gridò terrorizzato Rubi.

Lui si limitò ad accelerare un poco la corsa spingendo fino al limite delle sue possibilità i suoi muscoli da ragazzaccio di strada.

Si fermò in un piazzale accorgendosi solo in quel momento di non avere la minima idea di dove si trovasse.

-Non ho mai visto questa parte della città! Avete idea dove si trovino i rifugi?-

-Vai verso quella cupola bianca!- ordinò Safaia puntando il dito verso un edificio fin troppo bianco per il lerciume generale che regnava in quella città.

-Non sosterrà la potenza dell'onda!-

-Fidati Pelatone, ho indagato un po' su quell'edificio ed ha resistito ad altri tsunami prima di questo.-

-Safa-nee, ne sei sicura?- chiese preoccupato il biondino.

-No, ma non ci sono altre possibilità.- disse, per la prima volta seriamente, la gatta.

-Tanto vale fidarci di te micetta.- ignorando le risposte colorite dell'interessata si diresse verso la porta che dava sul lato orientale dell'edificio e la sfondò con un calcio.

L'onda d'urto si abbatté in tutta la sua potenza.


 


 

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Le persone fuggivano terrorizzate cozzando l'una contro l'altra mentre in lontananza si potevano già vedere la polvere e i detriti che si alzavano con l'onda d'urto in avvicinamento; masse informe di corpi, tutti con lo stesso desiderio, si lanciavano contro le porte dei rifugi trovandole fatalmente sbarrate dall'interno, nel tentativo di demolire delle porte che resistevano a delle bombe.

Sciocchi.

Chi aveva rinunciato ormai da tempo alla vita si preparava al peggio inginocchiandosi in mezzo a la strada ed iniziando a pregare un Dio in cui non credono oppure cercando di morire felici leccando le ultime gocce di uno schifoso bicchiere di White Dog.

Falliti.

I peggiori si accalcavano sui più deboli nel tentativo di rubargli monete che non potranno mai usare nella loro vita, oramai giunta al termine nel peggiore dei modi.

Miserabili.


 

-Che si alzi il sipario.-


 


 


 


 


 

Angoletto dell'autrice.


 

Ebbene sì, finalmente ho aggiornato! Poveri voi.

Questo primo capitolo non voleva farsi scrivere fino all'una di questa notte, in un momento di ispirazione assoluta, con le musiche da truzzo di mio fratello in sottofondo, ho scritto 8 pagine di word tutte di getto; ho terminato alle 4 di notte con una madre isterica che tentava di strapparmi il computer di mano.

Sono sfinita ma abbastanza orgogliosa della lunghezza di questo capitolo, spero sia anche venuto decentemente.

Fatemi sapere come vi pare, essendo questo il mio primo vero e proprio capitolo di una long.

I vari personaggi citati in questo capitolo appartengono a:


 

Shoichi Inuzuki – Jeo 95

Shi Kurai – pit12

Nahim Isk a'Rioth – BeeGoblinwizard

Rubi e Safaia – Whiteney Black

 

I miei tentativi di fare una storia seria senza cadere nell'idiozia sono ufficialmente sfumati.

Cercherò di aggiornare settimanalmente, ma non posso assicurarvi puntualità in questi ultimi giorni di vacanza a causa dei compiti.

Qualcuno ha voglia di fare un diario in francese?

Esercizi di matematica?

Libri di inglese?

Vi imploro ç^ç


 

Informazioni utili e inutili.


- La filastrocca che recita Safaia è un canto navajo dedicato alla pioggia.
- "Teutates" nella mitologia celtica era il dio della guerra, della fertilità e della ricchezza.
- L'acido cianidrico esiste, ha un odore di mandorle amare e i sintomi sono: dispnea, fame d'aria, cianosi, convulsioni, collasso e/o morte (dipende dalla quantità d'acido respirata o ingerita).
- I moonshiner esistono tuttora e distillano alcolici abusivamente, il White Dog è uno di questi.
- Alesia fu una città gallica nella quale si combattè la battaglia decisiva per la libertà della Gallia, viene citata nel "De bello gallico" di Cesare.
- Il famoso pensatore che disse la frase de "Panem et circences" è il poeta latino Giovenale.
- La zuppa poco "zupposa" che il povero Shoichi si vide costretto a mangiare esiste anche quella: in Sud America il brodo di zampe e ali di gallina è un piatto molto comune.
- I vari insulti che Nahim riceve sono in giapponese e in russo, mi astengo dal tradurli.
 


 


 

   
 
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