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Autore: Martuzza    04/03/2008    3 recensioni
(Mia prima fan-fic.) Racconto a "due voci", Hermione e Draco.Nessuno Spoiler. "La dea della conoscenza e della sapienza, quale definizione migliore per te. Nonché la dea della nobile arte della guerra. Della guerra per i proprio ideali, di quella guerra che fa male solo per salvare. Non della guerra crudele di Ares. La dea delle arti, e tu in cosa non eccelli?-"
Genere: Romantico, Introspettivo, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Hermione Granger era su di una panchina sotto il porticato principale di Hogwarts. Stava ammirando una foto. La loro foto assieme era li, nel suo diario, nel giorno in cui si erano amati davvero.
Dov’era ora? Come stava? Erano passati due mesi da quel giorno, e un mese da quando lui era partito.

-Flashback-

-Draco, non partire.-
-Devo farlo, Hermione.-
-Ti amo Draco Malfoy, e lo farò in qualunque circostanza della mia vita.-
-Qualunque?-
-Si, qualunque. .-
-Promettilo.-
-Promesso.- Non capiva perché Draco stesse parlando così, ma dava la colpa al cuore che batteva troppo forte, impedendole di pensare o ragionare.

-Ti amo, Hermione Granger. E quando tornerò, ti amerò, qualunque sia la mia condizione. Anche se dovessi mai starti lontana per la tua incolumità, ti amerò.-

-Cosa..?- L’arrivo di Blaise interrupe la domanda. I due amanti si abbracciarono stretti; l’unico rumore era quello dei singhiozzi sommessi di Hermione.

-Fine flashback-

Mentre lasciava scorrere dalla testa alla piuma i proprio pensieri, vide una chioma arruffata e due occhi smeraldo avvicinarsi a lei. Il Bambino Che Era Sopravissuto correva, con una delle sue maglie troppo larghe, verso di lei. Urlava.. urlava la notizia più bella della vita della grifondoro.

-E’ TORNATO.-

Non ci pensò due volte: si alzò di scatto, ripose penna e diario nella borsa e segui il suo migliore amico, che nel frattempo aveva invertito senso di marcia e tornava da dove era arrivato.

Le si presentò una scena strana: si aspettava una folla di studenti, ma non la trovò. Le imprese con Harry e Ron l’avevano abituata a orde di barbari, ma nessuno li attendeva. Nessuno sapeva della loro partenza, perché informare la scuola del loro ritorno?

Accelerò la corsa verso il biondo chiarissimo del suo unico amore.

Nessuno li attendeva. Come lui non attendeva nessuno, tranne lei. E lei c’era; qualcuno doveva aver mandato lo Sfregiato in perlustrazione, visto che due chiome (una più scarmigliata dell’altra) gli correvano incontro. Contro ogni suo gesto di eleganza, cominciò a correre: doveva sentirla di nuovo.

-Draco, sei caldissimo.-

-Lo so.. Ma lasciamo a dopo questi discorsi. Mi sei mancata Granger.-

-Malfoy, com’è il mondo la fuori?-

-Illuso che Voldemort tornerà per salvare le Arti Oscure.-

-Non hai mai avuto tutte queste cicatrici.-

Hermione, non le si poteva nascondere niente. Aveva indossato apposta una sciarpa per cercare di nascondere le numerose cicatrici sul collo. Ma era riuscita a scorgerle. Con i suoi soliti occhi curiosi si voltò a guardare Blaise, nel suo completo bianco.
-Bentornato, Zabini.-

-Grazie, Granger.-

Lo aveva notato. Nonostante il cappello calato sugli occhi aveva notato tutto. La pelle più chiara, che aveva tentato di non far risaltare con un vestito troppo scuro, gli occhi molto più blu del solito, praticamente neri. Draco sapeva che lei aveva notato tutto, lo leggeva nel suo sguardo, ma voleva semplicemente stare un po’ con lei ora. Poi le avrebbe raccontato.

Passarono la giornata in riva al lago, fino al tramonto. Hermione raccontò tutte le ultime novità della scuola, di Harry, di Ron, di Ginny. Draco la guardava affascinato, gli era mancata; gli era mancato il suo arrossire per un’arrabbiatura, il suo sguardo lucido quando parlava della guerra, il luccichio nelle sue iridi mentre parlava dei suoi studi. La lasciò parlare, e lei non si fermò. Dopo cena si ritrovarono come al solito nella sua camera di prefetto, ed era come la ricordava. Forse solo un po’ più ordinata, senza di lui che frugava tra le sue cose solo per farla imbestialire.

-Dai, spara. Cosa vi è successo.-

-Sono un lupo mannaro, e Blaise è un semi-vampiro.-

-Come..? Mannaro..? Semi..?- gli occhi persi che aveva sempre quando non capiva.. quella ruga sulla fronte per il nervosismo.

-Blaise è stato morso da un vampiro, ma non si è trasformato completamente. Ogni tanto sente sete di sangue, ma è placabile con una buona bistecca al sangue a quanto dice. Vivrà più del dovuto, avrà la pellaccia più resistente e non si abbronzerà mai più. Ma visto che non è mai stato pallido non sarà un problema rilevante per lui.-

-E tu..?-

-Non devi preoccuparti. Io stò bene. Ho avuto uno scontro un po’ violento con un lupo mannaro. Mentre cercavo di staccare il vampiro dal collo di Blaise sono stato attaccato alle spalle. Ho qualche cicatrice in più e si, mi sono trasformato. Piton ha detto che mi aiuterà a curarmi.-

-Curarti..?-

-Si. Il lupo che mi ha aggredito era giovane, e forse potrò tornare normale.. o comunque non trasformarmi ad ogni luna piena. I professori stanno studiandomi un po’.. chi vivrà vedrà.-

-Quante volte ho rischiato di perderti?-

-Tante piccola.. tante.-

La abbracciò. Aveva avuto paura solo di una cosa: non rivederla più. Era lei l’unica cosa di cui aveva bisogno. Lei, lei.

-Draco, la tua famiglia mi ha scritto.-

Gli balenò una strana luce negli occhi.. ed era palesemente più caldo.

-Rischi di trasformarti se ti incazzi!-

-Non dire cose stupide.. tranquilla, al massimo mi crescerà la barba più veloce. Dammi la lettera..-

 

Cara signorina Granger,

sono consapevole che questa lettera le risulterà strana, ma da quanto dicono di lei credo capirà ciò che voglio da lei. Mio figlio è una settimana che non risponde ai miei gufi. Mi sono messa in contatto con il vostro preside e mi è stato riferito che è stato costretto ad una punizione severa per un incidente abbastanza serio durante l’ora di Pozioni dell’eccellente Professor Piton. Volevo quindi scusarmi con lei per i danni subiti, e spero che si riprenda spesso. Mi scuso anche a nome dei signori Zabini, sono rammaricati quanto e più di me. Purtroppo lei e i nostri due figli non siete mai andati molto d’accorso (soprattutto con il mio Draco) ma sono sicura che non è stato un incidente voluto. Non potremmo MAI permettere che venga messa in pericolo la sua vita.

Cordiali saluti e un augurio di guarigione,

Lucius Malfoy.

-Che falso. E’ palese che ti voleva morta. Silente grazie al cielo sa cosa inventarsi.-

-Devi farti proteggere dall’Ordine e non dire a nessuno di noi, ti prego.-

-Ok.. Però se permetti dopo tutto questo tempo lontano da te..- si avvicinò a lei- c’è un lupo affamato qui.-

-Mi posso fidare?-

Un bacio.. due baci.. e fu di nuovo amore. Il problema era "per quanto".

***

Era sparito. Erano 33 giorni che era sparito. Dov’era? Perché non le aveva detto nulla? Era tornato. Le aveva raccontato in dieci minuti mille novità, si erano amati, avevano dormito assieme. "Torno al dormitorio per cambiarmi" e non era più tornato. Silente diceva che era in missione. Poteva informarla. Poteva dirle qualcosa.

 

Era sparito. Erano 33 giorni che erano sparito. Era in missione. Non aveva potuto dirle niente perché nemmeno lui sapeva nulla. Chissà come stava male.. Quanto lo odiava.

***

Era tornato. Per due mesi sicuramente sarebbe andato tutto alla normalità grazie alla pozione e alla fine della missione con i mannari. Era stato un lungo viaggio con Lupin, e nemmeno dei migliori. Abituato alle più sfacciate comodità era strano dormire all’umido sulla dura pietra. Black era quello che se la cavava meglio, con la sua pelliccia.

Doveva vederla. Corse per le scale, rischiò di cadere nel vuoto spesso, era stanco ma voleva rivederla.

La parola d’ordine non funzionava.

Comparse una lettera ai piedi del ritratto.

Per i tuoi larghi occhi,
per i tuoi larghi occhi chiari
che non piangono mai,
che non piangono mai.

E perché non mi hai dato
che un addio tanto breve,
perché dietro a quegli occhi
batte un cuore di neve.

Io ti dico che mai
il ricordo che in me lascerai
sarà stretto al mio cuore
da un motivo d'amore.

Non pensarlo perché
tutto quel che ricordo di te,
di quegli attimi amari,
sono i tuoi occhi chiari.

I tuoi larghi occhi
che restavan lontani
anche quando io sognavo,
anche mentre ti amavo.


E se tu tornerai
t'amerò come sempre ti amai,
come un bel sogno inutile
che si scorda al mattino.

Ma i tuoi larghi occhi,
i tuoi larghi occhi chiari
anche se non verrai
non li scorderò mai.

Lo odiava.. Lo odiava. E non c’era da nessuna parte del castello. Maledetto il giuramento dell’Ordine. Maledetto il loro non poter rivelare le missioni. Lo odiava davvero.. Non poteva pensare che l’avrebbe fatto. Pensava che l’avesse illusa, che non l’avesse mai ascoltata.. Dov’era.. Dov’era..

L’infermeria sembrava ogni giorno più deserta e vuota nell’attesa del suo ritorno.. e piangere era sempre più doloroso. Certo, mai quanto mangiare. Mangiare era la cosa peggiore che potesse fare.

 

  
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