Ringrazio
sentitamente le 141 persone che seguono questa storia, i 30 che la
preferiscono
e i 18 che la ricordano. Inoltre dedico
il capitolo a chi ha recensito.
Note:
Per una maggior comprensione del
seguente capitolo, rileggere il 14°capitolo
Ps:
Ally si è evoluta, è anche fu FB!
Aiutatemi a crescere!
Allyii Pagina Facebook
Nessuno dei due
sapeva esattamente come muoversi.
Se per Draco
quella era la prima volta in assoluto, per Harry era la prima volta con
un
uomo.
Una cosa, però,
la sapevano: entrambi avevano gli ormoni letteralmente impazziti,
vogliosi
l’uno dell’altro.
Soprattutto
Draco, la cui erezione si stava facendo sempre più dolorosa
e pulsante.
Con fare
tremante, mentre si baciavano con furia, si tolsero i vestiti a
vicenda, ma si
bloccarono quando entrambi rimasero solo coi boxer.
“A te l’onore.”
Sussurrò Harry nell’orecchio di Draco e vi
infilò la lingua, leccandoglielo
languidamente.
Quel gesto fece
eccitare Malfoy come niente alto era mai riuscito a fare; il contatto
del suo
orecchio con la lingua di Potter lo mandava letteralmente in visibilio
e il suo
membro continuava a erigersi con insistenza.
“Harry, vuoi
che io…” mugolò Draco, mentre lottava
per rimanere nel presente.
“Si. Lo voglio.
Fammi tuo. Scopami.” Ordinò Harry, con voce
sibilante, quasi stesse parlando in
Serpentese e, a quel suono, Draco non resistette più.
Si mise dietro
a Harry e gli sfilò i boxer con gesti lenti e calcolati,
indugiando sulla sua
schiena e, in particolare, sulle due fossette di Venere che essa
ospitava.
Le baciò
entrambe, con la lingua, lasciando una scia umida, e tolse
definitamente i
boxer a Harry, scoprendogli le natiche.
“Dai, Draco!”
lo incitò Harry, mentre si masturbava e mugolava compiaciuto.
Draco osservò
l’apertura di Harry.
Era stretta. Troppo
stretta. Prima doveva prepararlo.
Draco si mise
in bocca tre dita, l’indice, il medio e l’anulare,
e le bagnò copiosamente con
la saliva, che avrebbe funto da lubrificante.
Poi infilò
l’indice nell’apertura di Harry. Il dito
scivolò senza problemi dentro Harry e
prese ad esplorarne l’interno.
Harry ansimava,
continuando a toccarsi, ma urlò di piacere quando il dito di
Draco gli colpì la
prostata.
“Draco ancora!”
ordinò, e Draco infilò anche il medio, dilatando
l’ano di Harry, e colpì la sua
prostata con ancora più foga, provocando gemiti da entrambe
le parti.
“Draco!” invocò
ancora Harry, evidentemente incapace di dire qualsiasi altra cosa,
prendendo
l’altra mano di Malfoy e portandola verso il suo fallo,
facendo capire a Draco
che voleva essere masturbato da lui.
Draco eseguì,
concentrandosi sui semplici movimenti che procuravano tanto piacere al
ragazzo
sotto di lui.
Poi, a
sorpresa, mise anche l’anulare dentro Harry, ed egli
urlò “Draco, cazzo, si!”
“Scopami,
adesso. Ti prego!” lo supplicò poi, e Draco non se
lo fece ripetere.
Sentiva che
stava per venire. I mugolii di Harry e i movimenti che Draco stesso
stava
facendo per masturbarlo gli provocavano un immenso piacere, piacere che
voleva
esplodere.
E Draco non
aveva la benché minima intenzione di venire sul letto.
Rapido, tolse
le dita e la mano dal membro di Harry, posandogli entrambe le mani sui
fianchi,
e lo penetrò.
Un piacere che
non aveva mai provato lo invase. Si sentiva finalmente completo, nel
suo
elemento.
Nonostante la
preparazione, l’apertura di Harry era meravigliosamente
stretta contro il suo
membro duro e pulsante, e Draco prese a muoversi su e giù,
mugolando di piacere
ogni volta che affondava nel corpo di Harry.
“Vai, Draco,
più forte! Più veloce!”
ordinò, imperioso, Harry, e Draco si affrettò a
compiacerlo, dando spinte sempre più veloci e profonde.
“Oh, Draco… sto
per…”
“Oh, si, anche
io…”
Vennero
insieme, contemporaneamente. Harry sul letto, Draco dentro Harry.
Il liquido
caldo e appiccicoso li sporcò entrambi, mentre Harry si
accasciava sul letto e
Draco usciva da lui e gli si stendeva accanto, con fiatone.
Harry gli
sorrise. Coi capelli biondi scarmigliati, sudato e con le guance
arrossate,
Draco era ancora più bello.
Ed era suo. E
lui era di Draco.
Harry si avvicinò
e lo baciò, coprendo entrambi con le lenzuola e rimasero li
abbracciati, senza
dire una parola.
Nessun ‘È stato
bellissimo’ o ‘Sei fantastico’, tipiche
frasi del post-sesso. No.
Nulla avrebbe
potuto rompere quell’idillio di cui si stavano beando,
entrambi consapevoli di
appartenere l’uno all’altro, finalmente, dopo sette
anni.
Sarebbe stato
tutto perfetto, se solo non avessero udito voci e risatine sussurrate a
pochi
metri da loro.
Seccato, Harry
sbirciò fuori dalla tenda del baldacchino e vide una platea
di persone
ghignanti che guardava verso di loro.
E fu in quel
momento che, con suo sommo orrore, si rese conto che lui e Draco
avevano si
tirato le tende del baldacchino, ma avevano dimenticato di
insonorizzare il
letto.
**
“Ehi, avete
sentito di Potter e Malfoy?”
“Già. Pare che
siano stati beccati mentre lo facevano.”
“Davvero? E da
chi?”
“Qualcosa come
l’intero ottavo anno Serpeverde e l’intero ottavo
Grifondoro.”
“Davvero? E
come?”
“Non hanno
silenziato il letto!”
“Già, sentivano
i gemiti per tutta la Sala Comune Grifondoro!”
“No, aspettate,
Potter e Malfoy?”
“Incredibile.”
“Ma Potter non
stava con la Weasley?”
“Si sono
lasciati mesi fa, idiota!”
“Malfoy è gay?!”
“Io tifavo per
Houston, peccato!”
“Potter
e Malfoy?”
La Sala Grande
non era mai stata tanto chiacchierona. Era l’ora di pranzo e
la notizia che
Harry Potter e Draco Malfoy erano stati beccati a fare sesso era
circolata per
l’intera scuola in meno di un’ora. E ora tutti che
spettegolavano, ridevano,
commentavano, si scambiavano soldi, piangevano, svenivano o
progettavano
omicidi.
Harry e Draco
non stavano vedendo tutto ciò, ovviamente. Dalla vergona, si
erano rifugiati
insieme nella Stanza Delle Necessità, con la ferrea
intenzione di non uscire
mai più di li.
Certo, passato
lo sgomento iniziale, stare ore ore soli soletti in una stanza che
possedeva un
letto matrimoniale e non molto altro aveva fatto si che riprendessero
da dove
erano stati interrotti, consentendogli di conoscersi meglio intimamente.
Però si stava
facendo sera ed erano ormai otto ore che erano rinchiusi li e che non
mangiavano, per cui le cose stavano precipitando.
Harry, seppur
abituato dai Dursley a soffrire la fame, stava letteralmente
impazzendo, mentre
a Draco non poteva che fregargliene di meno.
“Draco?” tentò
Harry, alla decima volta che provava a intavolare una conversazione e
che essa
veniva smorzata dall’altro.
Draco lo
ignorò, sdraiato a un lato del letto a voltargli le spalle.
“Draco!”
riprovò Harry, ben deciso a non demordere.
“Cosa vuoi,
Potter?” rispose Malfoy, seccato.
“Potter? Siamo
tornati al cognome ora?” replicò Harry, deluso.
Con Draco faceva un passo
avanti e quattro indietro.
“Esatto. Si da
il caso che tu mi stia seccando.”
“Draco, ti
ricordo che fino a cinque minuti fa ci rotolavamo nel letto
gemendo!” disse
Harry, con la voce calma a forza.
“Si, vabbè, ma
questo non cambia le cose.” Proferì Draco, gelido.
“Non cambia?
Come sarebbe a dire?” esclamò Harry, ferito. Per
lui cambiavano eccome, invece.
Si era reso conto di amare Draco in modo profondo, di non poter
resistere molto
senza la sua presenza. Effettivamente, non aveva passato neanche un
giorno
senza di lui per cinque anni filati, col risultato che, durante il
sesto anno,
era ossessionato da lui, siccome lo ignorava.
La verità era
che Harry era perso senza Draco.
E ora invece…
“Non
fraintendere.” Aggiunse Draco, memore di quello che era
successo quella
mattina. Si mise seduto e guardò Harry. Non negli occhi, ma
in un punto
imprecisato nella sua zazzera di capelli.
“Forse per te
cambia qualcosa. Tu sei passato dall’odio, a un senso di
protezione che ti ha
spinto a prenderti cura di me durante il mio incidente, e ora
all’infatuazione,
siccome mi sei stato accanto in un periodo in cui la gente mi
definiva… dolce…”
disse, con un brividino affettato al pensiero “e ora,
naturalmente, la tua
compassione Grifondoro ti spinge ad aiutarmi perché hai
scoperto che sono
malato.”
“Io non-” provò
a dire Harry, ma Draco gli fece cenno di tacere.
“Zitto, non
interrompermi.” Ordinò. “Come dicevo,
dentro di te è avvenuto un cambiamento…
mentre… dentro di me no. O almeno, non ora.”
“Non capisco.”
Disse Harry, e Draco ghignò.
“La cosa non mi
sorprende.” Lo prese in giro. “Vuol
dire
che te lo spiegherò per bene. Io ti odio, Potter.”
“Cominciamo
bene…” borbottò Harry.
“Ti odio dal
primo anno. Ti odio da quando ti ho offerto la mia amicizia. Ti odio da
sempre.
Io volevo essere tuo amico, io ti ammiravo. Per tutta
l’infanzia non potevo
uscire dalla Villa senza sentire Potter di qua e Potter di la. Ma
Potter era
troppo in alto per essere mio amico, vero?”
“Drac-“
“Zitto.
Sfortunatamente, i Malfoy, o meglio, i Serpeverde in generale, hanno
una grave
pecca: i sentimenti. Molto più delle altre Case.”
Harry non era
proprio d’accordo, e glielo disse. I Serpeverde erano proprio
gli ultimi a
dover parlare di sentimenti.
A
quell’obiezione, però, Draco si infuriò.
“Parli proprio
tu, che sai tutti i fatti!” gridò, alzandosi dal
letto. Era un po’ più alto di
lui, sebbene più smilzo, e Harry si sentì
piccolo, investito dalla sua furia.
“Parli proprio
tu, che conosci i sentimenti che Piton provava per tua madre, e
cos’ha fatto
per amore di lei! Tu, che sai che i miei genitori hanno abbandonato la
guerra
per venirmi a cercare! Mia madre ha salvato la tua
vita, per amore mio e di mio padre. La stessa Bellatrix,
crudele e sadica com’era, ha agito per amore del Signore
Oscuro. Ma questi sono
esempi forse troppo grossi per la tua mente limitata, ma non solo i
soli. Basta
solo guardare Pansy, che mi ha amato per sette lunghi anni, e ha
lasciato perdere
solo quando le dissi che sono gay. Guarda come Blaise guarda Paciock,
come si
illuminano i suoi occhi quando lo vede!
E guarda cos’ha fatto Timothy a me, per amor
tuo!”
Draco fece una
pausa per riprendere fiato.
“Forse non
usiamo i metodi migliori, siamo impulsivi e subdoli, non siamo
romantici, non
spargiamo petali di rosa sulle persone che amiamo, non componiamo
canzoni per
loro. Mio padre è stato orrendo con me, molte volte, ma mi
amava. Noi amiamo
una sola persona, per tutta la vita. Non importa cosa fa, se si
comporta male
ci vendichiamo, la facciamo soffrire, siamo cattivi. Ma continuiamo ad
amarla.
L’amore non è un sentimento passeggero. Se
l’amore c’è, c’è
per sempre. Magari
nascosto, magari no. A volte non spicca, non si vede. Ma
c’è.”
“Da piccolo,
come ogni bambino nel Mondo Magico, provavo ammirazione per te. Poi mi
hai
rifiutato, e ti ho odiato. Ma, nel frattempo, la mia fanciullesca
ammirazione
si è tramutata in amore per te… e non fare quella
faccia.” Aggiunse, notando
l’espressione di Harry e rimettendosi seduto a bordo letto.
“Sei stato proprio
stupido a non accorgertene.”
“Beh, come
avrei potuto?” replicò Harry, sulla difensiva
“Mi hai sempre trattato nel
peggiore dei modi!”
“Ovviamente.
Perché ti odio, Potter.” Confermò
Draco, con un sorrisetto che fece infuriare
Harry.
“E allora
spiega come avrei potuto capirlo!” gridò,
gesticolando come un matto.
“Potter, questo
dimostra quanto tu sia stupido. Andiamo, fai due più due. Io
odio un sacco di
persone, ma non mi pare di aver messo la stessa energia
nell’odiarle come ho
fatto con te, sbaglio?”
“Continuo a non
capire.” Mugugnò Harry, sentendosi enormemente
stupido, e il sorrisetto ironico
di Draco lo fece avvampare ancora di più.
“Lo immaginavo.
Allora, pensaci. Io odio anche tutto il clan dei Weasley, la Granger,
Canon,
Macmillian, Paciock, i Grifondoro, i Tassorosso, i Corvo-”
“Sisi, ok, hai
reso l’idea.” Lo interruppe Harry, spazientito.
“Ecco. Però a
nessuno di loro ho mai rotto l’anima come a te, no? Non mi
sono fatto attaccare
da un Ippogrifo per cercare di superare loro, non mi sono mai spacciato
Dissennatore per spaventare i Corvonero. Non ho inventato spille con
scritto
‘Diggory fa Schifo’. Non ho-”
“Dal tono con
cui lo dici, sembra che io debba essere onorato per questo…
emh… trattamento
di favore…” disse Harry,
corrucciato.
Draco ghignò.
“Beh, dovresti
esserlo, Potter. Non sai quante energie ho speso per darti
fastidio…”
“E, secondo te,
io avrei dovuto capire i tuoi veri sentimenti per me basandomi su tutta
la
merda che mi gettavi addosso?” domandò Harry,
basito, e Draco lo guardò
trionfante.
“Esatto.”
Confermò. “Finalmente ci sei arrivato.”
“Certo.” Disse
Harry, scettico “E avrei dovuto capirlo
perché…?”
“Potter, te
l’ho detto, io ti odio.”
“Si, fin qui
credo di esserci arrivato.”
“Ti odio perché
ti amo, capisci? Io ti volevo, e tu mi hai rifiutato. Per questo ti
odio, altrimenti me ne
sarei fregato. Come me ne frego di Weasley. E, siccome tu odiavi me,
provocarti
era il mio unico modo di averti vicino.”
“Certo,
giusto.” Replicò Harry, sarcastico.
“Perché avvicinarmi e parlare in maniera
civile, quando puoi rompermi l’anima ogni giorno della tua
vita?!”
“Beh, cosa
pretendi, sono pure sempre un Serpeverde!” disse Draco,
allegro. “Io non parlo.
Io punisco, io mi vendico. Mi hai rifiutato, ora la paghi!”
“Però mi ami.”
Affermò Harry, facendo arrossire Draco.
“E ciò
significa, che dobbiamo collaborare.”
L’espressione
di Draco non era per nulla contenta.
**
“Oh mio Dio. Oh
mio Dio. Eri tu. Quel bambino. Eri tu!”
“Eh? Chi,
cosa?”
“Il neo. La tua
trasformazione in furetto. Gli occhi viola. Come ho fatto a non capirlo
prima?
Eri tu!”
“Theo, continuo
a non capire di cosa stai
parlando!”
“Devo subito
dirlo a Pansy, e a Draco. Oh, eccola. PANSYYYY!”
“Non gridare
idiota, mi hai rotto un timpano.”
“Zitto tu.
PANSYYY vieni un momento!”
“Ciao ragazzi!
Che hai tanto da urlare, Theo?”
“Non crederai
mai a quello che ho scoperto!”
“Che hai
scoperto di così esilarante?”
“Sai chi è il
nostro Timothy Houston?”
“Emh… è una
domanda trabocchetto?”
“Dai, Pansy,
non scherzare. Te lo ricordi quel bambino che giocava con me, te e
Draco quando
eravamo piccoli?”
“Theo, mica un
solo bambino giocava con noi, da piccoli!”
“Ma si, dai,
quello con cui tuo padre voleva che ti fidanzassi. Quello con cui io te
e Draco
andavamo a caccia di furetti. Quello che… che…
che mi aveva dato quel bacino
sulle labbra in spiaggia, il giorno prima di
partire…” Theodore Nott, a quel
ricordo, prese a fissare il vuoto, e poi Timothy.
Oddio, ora che
glielo avevano detto, anche Tim lo ricordava. Il bambino biondo, quello
moro e
la bambina con cui si doveva fidanzare. I loro giochi insieme, e il
bacino dato
al bambino scuro di capelli dietro gli scogli di quella giornata al
mare…
“Oh, si, ora
ricordo!” esclamò Pansy, distogliendo Timothy dai
suoi pensieri. “E io non lo
volevo, io volevo stare con Draco, ma mia madre mi spingeva verso
Timmy… si, lo
chiamavamo Timmy, lo ricordo bene…”
La voce di
Pansy si affievolì gradualmente, sino a diventare muta,
anche se la ragazza
continuava a parlare. Questo perché Timothy e Theodore si
stavano estraniando,
guardandosi negli occhi.
“Era destino.”
Sussurrò Timothy, prima di scoccare un bacio sonoro sulle
labbra di Theodore.
**
“Draco, avanti,
non puoi continuare così.” Disse Harry, nella
notte.
Era calato il
buio. Alla fine i due ragazzi erano caduti nel mutismo e non si erano
più
parlati. Hermione, che sapeva dove erano nascosti, era sgattaiolata su
approfittando
del suo turno di Caposcuola e aveva portato loro dei tramezzini.
Harry vi ci si
era avventato sopra, ingoiandone cinque quasi interi.
Draco ne aveva
masticato a malapena uno.
Harry non lo
aveva perso di vista un solo istante, ma non aveva insistito, almeno
non al
momento.
Dopo essersi
lavati si erano messi a letto. Il giorno dopo avevano le lezioni e non
potevano
permettersi di saltarne delle altre.
Harry, però,
dopo ore in cui si rigirava nel letto, insonne, decise di parlare, anche
se non
era sicuro che il ragazzo sdraiato accanto a lui fosse sveglio.
“Che intendi?”
rispose Draco, sussurrando.
“Stasera non
hai mangiato quasi nulla.” Disse Harry, con la voce rotta.
“Non avevo
fame.”
Draco era girato
su un fianco e gli dava le spalle.
Aveva lasciato
quanto più spazio possibile tra sé ed Harry.
Harry era steso di schiena, col
braccio alzato a toccare il nulla.
“Draco, lo
capisci che non puoi andare avanti così? Hai sentito cosa ha
detto Madama
Chips! Sei deperito, il tuo corpo non sopporta più questa
situazione. Perché non
vuoi farti aiutare?”
“Nessuno può
aiutarmi.” Pigolò Draco, senza voltarsi.
“Si, invece. Ma tu
devi collaborare. Io posso aiutarti. Io voglio
aiutarti.”
“Perché?”
“Perché non
sopporto l’idea che tu stia male. Ma non posso fare nulla, se
tu prima non mi
dai fiducia.”
“Non posso… non
posso farlo.”
“Perché?”
Harry
era ferito.
“Perché ho
paura. Io sto così perché l’ultima
persona a cui ha dato fiducia ha fallito la
sua missione e io… io…” la sua voce si
incrinò.
Harry capì che
si stava riferendo a suo padre. Lucius Malfoy, l’unica
persona di cui Draco si
fidava, aveva fallito la missione all’Ufficio Misteri e Draco
aveva dovuto
uccidere Silente.
Quello non era
un bel ricordo, Harry immaginava come dovesse sentirsi, ma ora era
tempo di
reagire.
“Draco?”
tentò
di nuovo, dopo un paio di minuti di silenzio, ma il ragazzo non
rispose, così
Harry si voltò a guardarlo, gli occhi ormai abituati al
buio, e si accorse che
Draco stava tremando.
Non tantissimo,
ma abbastanza da notarlo. Capì che stava piangendo e il
senso di colpa gli
attanagliò lo stomaco.
Un
po' insicuro, Harry allungò un braccio e premette
gentilmente sulla spalla di Draco. Il ragazzo si irrigidì,
ma non si voltò.
"Mi
dispiace." bisbigliò Harry. Non aveva
certo intenzione di far piangere Draco.
“Io…
io…” balbettò Draco, tra i singhiozzi.
Mentre
Harry faceva mente locale per riuscire a trovare
qualche parola di conforto per Draco, questi si voltò di
scatto verso di lui,
che rimase scioccato quando all'improvviso se lo ritrovò tra
le braccia.
Draco
affondò la testa nel suo collo e continuò a
piangere. Allarmato, Harry rimase fermo per un minuto buono, senza fare
nulla.
Alla
fine, avvolse le braccia attorno a Draco e gli
accarezzò la schiena, rimanendo in silenzio. Aveva paura di
dire di nuovo la
parola sbagliata.
“Sono
stati due anni orribili… io…” la voce
di Draco
si strozzò e Harry lo strinse ancora più forte a
se.
“Shh…"
mormorò Harry, in tono consolatorio,
carezzando la nuca di Draco. Aveva il viso affondato nei suoi capelli
biondi.
Erano fini, morbidi, e profumano di sapone.
“Ho
quasi ucciso Weasley e la Bell, ho disarmato
Silente e ho visto Piton ucciderlo… l’Oscuro
Signore ha abitato a casa mia per
un anno, l’ho visto mentre uccideva la Professoressa
Burbage… e torturava
tutti quei Babbani.. e poi… e poi…” la
sua voce si strozzò di nuovo, e stavolta
fu lui ad accoccolarsi sul petto di Harry, stringendogli il braccio.
Dio,
erano anni che bramava un contatto così… umano.
Era
caldo, era confortante. Sapeva di casa… di amore.
Quell’amore che tanto agognava,
ora era li, era solido. Era vero.
Pianse più
forte e strinse il braccio di Harry in una morsa che doveva essere
dolorosa, ma
non un solo suono uscì dalla bocca di Harry.
Harry, intanto,
rifletteva. Dalla reazione di Draco, poteva dedurre che da
chissà da quanto
tempo il ragazzo non si confidava con qualcuno. O se l’avesse
mai fatto.
Il suo braccio
era intrappolato in una morsa ferrea e dolorosa. Draco lo stava
stringendo con
tutta la forza che aveva in corpo.
Faceva male.
Meravigliosamente
male.
Il sangue non
fluiva più da metà avambraccio in giù.
Metà del suo braccio era morto. Perché la
vita di Draco si stava riprendendo. Stava tornando a scorrere dentro di
lui. Quella
morsa lo stava dimostrando.
Harry aveva
letto, in una di quelle notti in cui, disperato, cercava invano
tentativi di
guarigione sull’anoressia, che le persone che soffrono di
questa malattia sono
come morte dentro.
Entrano in una
specie di tunnel, in apatia. Non vogliono più vivere e
disprezzano il loro cuore
che si ostina a pompare. Lo stomaco si chiude, rigetta la fonte di
energia che
alimenta gli organi e che fa funzionare il corpo.
Provano piacere
nel sentire lo stomaco vuoto, attanagliato da crampi dolorosi. Quel dolore mi ricorda che sono vivo, ma che
potrei morire.
Invece quella
morsa… quella morsa era vita. Era il segno di una vita che
tornava a scorrere.
Harry strinse
Draco, di rimando.
Una vita
frantumata ha bisogno di supporto per tornare intera. Come quando un
vaso si
rompe e sei nel mondo Babbano.
Non basta un Reparo.
Serve la colla,
lo scotch e mani esperte per farlo tornare come prima e a volte non ci
si
riesce nemmeno.
Harry era la
colla, Draco era il vaso.
L’amore
rappresentava le mani esperte che avrebbero assemblato i cocci della
vita di
Draco alla colla di Harry, per riformare il mosaico della vita.
A Harry cadde
una lacrima dall’occhio destro, che si perse tra i capelli di
Draco.
NdA:
Bene ragazzi,
visto che sono tornata! Non potevo abbandonarvi, anche
perché siamo quasi alla
fine! Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Qui sotto vi lascio due
disegnini
fatti da me in un pomeriggio di afa estiva! Essi rappresentano le
ultime
vignette dell’immagine che ho nelle mie NdA!