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Autore: Allyii    29/08/2013    5 recensioni
La guerra non è un gioco.
Lascia dietro di se morte e distruzione.
La guerra comporta orribili conseguenze per i sopravvissuti.
Ottavo anno ad Hogwarts, Harry, Draco e gli altri tornano a frequentare.
Timothy Houston, nuovo acquisto Serpeverde, darà lo sprint e le due Case rivali inizieranno a fraternizzare
A causa di una pozione Draco torna bambino e verrà affidato a Harry, che siaffezionerà a lui.
Quando Draco tornerà grande, però, i problemi si moltiplicheranno, perché la guerra lo ha marchiato per sempre: Harry dovrà aiutare Draco ad uscire dall’Anoressia Nervosa che lo sta logorando sempre di più.
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Neville Paciock, Nuovo personaggio, Theodore Nott | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Ringrazio sentitamente le 141 persone che seguono questa storia, i 30 che la preferiscono e i 18 che la ricordano. Inoltre dedico il capitolo a chi ha recensito.

 

Note: Per una maggior comprensione del seguente capitolo, rileggere il 14°capitolo

Ps: Ally si è evoluta, è anche fu FB! Aiutatemi a crescere!

 

 

 

 

 

 

Allyii Pagina Facebook Nessuno dei due sapeva esattamente come muoversi.

Se per Draco quella era la prima volta in assoluto, per Harry era la prima volta con un uomo.

Una cosa, però, la sapevano: entrambi avevano gli ormoni letteralmente impazziti, vogliosi l’uno dell’altro.

Soprattutto Draco, la cui erezione si stava facendo sempre più dolorosa e pulsante.

Con fare tremante, mentre si baciavano con furia, si tolsero i vestiti a vicenda, ma si bloccarono quando entrambi rimasero solo coi boxer.

“A te l’onore.” Sussurrò Harry nell’orecchio di Draco e vi infilò la lingua, leccandoglielo languidamente.

Quel gesto fece eccitare Malfoy come niente alto era mai riuscito a fare; il contatto del suo orecchio con la lingua di Potter lo mandava letteralmente in visibilio e il suo membro continuava a erigersi con insistenza.

“Harry, vuoi che io…” mugolò Draco, mentre lottava per rimanere nel presente.

“Si. Lo voglio. Fammi tuo. Scopami.” Ordinò Harry, con voce sibilante, quasi stesse parlando in Serpentese e, a quel suono, Draco non resistette più.

Si mise dietro a Harry e gli sfilò i boxer con gesti lenti e calcolati, indugiando sulla sua schiena e, in particolare, sulle due fossette di Venere che essa ospitava.

Le baciò entrambe, con la lingua, lasciando una scia umida, e tolse definitamente i boxer a Harry, scoprendogli le natiche.

“Dai, Draco!” lo incitò Harry, mentre si masturbava e mugolava compiaciuto.

Draco osservò l’apertura di Harry.

Era stretta. Troppo stretta. Prima doveva prepararlo.

Draco si mise in bocca tre dita, l’indice, il medio e l’anulare, e le bagnò copiosamente con la saliva, che avrebbe funto da lubrificante.

Poi infilò l’indice nell’apertura di Harry. Il dito scivolò senza problemi dentro Harry e prese ad esplorarne l’interno.

Harry ansimava, continuando a toccarsi, ma urlò di piacere quando il dito di Draco gli colpì la prostata.

“Draco ancora!” ordinò, e Draco infilò anche il medio, dilatando l’ano di Harry, e colpì la sua prostata con ancora più foga, provocando gemiti da entrambe le parti.

“Draco!” invocò ancora Harry, evidentemente incapace di dire qualsiasi altra cosa, prendendo l’altra mano di Malfoy e portandola verso il suo fallo, facendo capire a Draco che voleva essere masturbato da lui.

Draco eseguì, concentrandosi sui semplici movimenti che procuravano tanto piacere al ragazzo sotto di lui.

Poi, a sorpresa, mise anche l’anulare dentro Harry, ed egli urlò “Draco, cazzo, si!”

“Scopami, adesso. Ti prego!” lo supplicò poi, e Draco non se lo fece ripetere.

Sentiva che stava per venire. I mugolii di Harry e i movimenti che Draco stesso stava facendo per masturbarlo gli provocavano un immenso piacere, piacere che voleva esplodere.

E Draco non aveva la benché minima intenzione di venire sul letto.

Rapido, tolse le dita e la mano dal membro di Harry, posandogli entrambe le mani sui fianchi, e lo penetrò.

Un piacere che non aveva mai provato lo invase. Si sentiva finalmente completo, nel suo elemento.

Nonostante la preparazione, l’apertura di Harry era meravigliosamente stretta contro il suo membro duro e pulsante, e Draco prese a muoversi su e giù, mugolando di piacere ogni volta che affondava nel corpo di Harry.

“Vai, Draco, più forte! Più veloce!” ordinò, imperioso, Harry, e Draco si affrettò a compiacerlo, dando spinte sempre più veloci e profonde.

“Oh, Draco… sto per…”

“Oh, si, anche io…”

Vennero insieme, contemporaneamente. Harry sul letto, Draco dentro Harry.

Il liquido caldo e appiccicoso li sporcò entrambi, mentre Harry si accasciava sul letto e Draco usciva da lui e gli si stendeva accanto, con fiatone.

Harry gli sorrise. Coi capelli biondi scarmigliati, sudato e con le guance arrossate, Draco era ancora più bello.

Ed era suo. E lui era di Draco.

Harry si avvicinò e lo baciò, coprendo entrambi con le lenzuola e rimasero li abbracciati, senza dire una parola.

Nessun ‘È stato bellissimo’ o ‘Sei fantastico’, tipiche frasi del post-sesso. No.

Nulla avrebbe potuto rompere quell’idillio di cui si stavano beando, entrambi consapevoli di appartenere l’uno all’altro, finalmente, dopo sette anni.

Sarebbe stato tutto perfetto, se solo non avessero udito voci e risatine sussurrate a pochi metri da loro.

Seccato, Harry sbirciò fuori dalla tenda del baldacchino e vide una platea di persone ghignanti che guardava verso di loro.

E fu in quel momento che, con suo sommo orrore, si rese conto che lui e Draco avevano si tirato le tende del baldacchino, ma avevano dimenticato di insonorizzare il letto.

**

“Ehi, avete sentito di Potter e Malfoy?”

“Già. Pare che siano stati beccati mentre lo facevano.”

“Davvero? E da chi?”

“Qualcosa come l’intero ottavo anno Serpeverde e l’intero ottavo Grifondoro.”

“Davvero? E come?”

“Non hanno silenziato il letto!”

“Già, sentivano i gemiti per tutta la Sala Comune Grifondoro!”

“No, aspettate, Potter e Malfoy?”

“Incredibile.”

“Ma Potter non stava con la Weasley?”

“Si sono lasciati mesi fa, idiota!”

“Malfoy è gay?!”

“Io tifavo per Houston, peccato!”

Potter e Malfoy?”

La Sala Grande non era mai stata tanto chiacchierona. Era l’ora di pranzo e la notizia che Harry Potter e Draco Malfoy erano stati beccati a fare sesso era circolata per l’intera scuola in meno di un’ora. E ora tutti che spettegolavano, ridevano, commentavano, si scambiavano soldi, piangevano, svenivano o progettavano omicidi.

Harry e Draco non stavano vedendo tutto ciò, ovviamente. Dalla vergona, si erano rifugiati insieme nella Stanza Delle Necessità, con la ferrea intenzione di non uscire mai più di li.

Certo, passato lo sgomento iniziale, stare ore ore soli soletti in una stanza che possedeva un letto matrimoniale e non molto altro aveva fatto si che riprendessero da dove erano stati interrotti, consentendogli di conoscersi meglio intimamente.

Però si stava facendo sera ed erano ormai otto ore che erano rinchiusi li e che non mangiavano, per cui le cose stavano precipitando.

Harry, seppur abituato dai Dursley a soffrire la fame, stava letteralmente impazzendo, mentre a Draco non poteva che fregargliene di meno.

“Draco?” tentò Harry, alla decima volta che provava a intavolare una conversazione e che essa veniva smorzata dall’altro.

Draco lo ignorò, sdraiato a un lato del letto a voltargli le spalle.

“Draco!” riprovò Harry, ben deciso a non demordere.

“Cosa vuoi, Potter?” rispose Malfoy, seccato.

“Potter? Siamo tornati al cognome ora?” replicò Harry, deluso. Con Draco faceva un passo avanti e quattro indietro.

“Esatto. Si da il caso che tu mi stia seccando.”

“Draco, ti ricordo che fino a cinque minuti fa ci rotolavamo nel letto gemendo!” disse Harry, con la voce calma a forza.

“Si, vabbè, ma questo non cambia le cose.” Proferì Draco, gelido.

“Non cambia? Come sarebbe a dire?” esclamò Harry, ferito. Per lui cambiavano eccome, invece. Si era reso conto di amare Draco in modo profondo, di non poter resistere molto senza la sua presenza. Effettivamente, non aveva passato neanche un giorno senza di lui per cinque anni filati, col risultato che, durante il sesto anno, era ossessionato da lui, siccome lo ignorava.

La verità era che Harry era perso senza Draco.

E ora invece…

“Non fraintendere.” Aggiunse Draco, memore di quello che era successo quella mattina. Si mise seduto e guardò Harry. Non negli occhi, ma in un punto imprecisato nella sua zazzera di capelli.

“Forse per te cambia qualcosa. Tu sei passato dall’odio, a un senso di protezione che ti ha spinto a prenderti cura di me durante il mio incidente, e ora all’infatuazione, siccome mi sei stato accanto in un periodo in cui la gente mi definiva… dolce…” disse, con un brividino affettato al pensiero “e ora, naturalmente, la tua compassione Grifondoro ti spinge ad aiutarmi perché hai scoperto che sono malato.”

“Io non-” provò a dire Harry, ma Draco gli fece cenno di tacere.

“Zitto, non interrompermi.” Ordinò. “Come dicevo, dentro di te è avvenuto un cambiamento… mentre… dentro di me no. O almeno, non ora.”

“Non capisco.” Disse Harry, e Draco ghignò.

“La cosa non mi sorprende.” Lo prese in giro.  “Vuol dire che te lo spiegherò per bene. Io ti odio, Potter.”

“Cominciamo bene…” borbottò Harry.

“Ti odio dal primo anno. Ti odio da quando ti ho offerto la mia amicizia. Ti odio da sempre. Io volevo essere tuo amico, io ti ammiravo. Per tutta l’infanzia non potevo uscire dalla Villa senza sentire Potter di qua e Potter di la. Ma Potter era troppo in alto per essere mio amico, vero?”

“Drac-“

“Zitto. Sfortunatamente, i Malfoy, o meglio, i Serpeverde in generale, hanno una grave pecca: i sentimenti. Molto più delle altre Case.”

Harry non era proprio d’accordo, e glielo disse. I Serpeverde erano proprio gli ultimi a dover parlare di sentimenti.

A quell’obiezione, però, Draco si infuriò.

“Parli proprio tu, che sai tutti i fatti!” gridò, alzandosi dal letto. Era un po’ più alto di lui, sebbene più smilzo, e Harry si sentì piccolo, investito dalla sua furia.

“Parli proprio tu, che conosci i sentimenti che Piton provava per tua madre, e cos’ha fatto per amore di lei! Tu, che sai che i miei genitori hanno abbandonato la guerra per venirmi a cercare! Mia madre ha salvato la tua vita, per amore mio e di mio padre. La stessa Bellatrix, crudele e sadica com’era, ha agito per amore del Signore Oscuro. Ma questi sono esempi forse troppo grossi per la tua mente limitata, ma non solo i soli. Basta solo guardare Pansy, che mi ha amato per sette lunghi anni, e ha lasciato perdere solo quando le dissi che sono gay. Guarda come Blaise guarda Paciock, come si illuminano i suoi occhi quando lo vede!  E guarda cos’ha fatto Timothy a me, per amor tuo!”

Draco fece una pausa per riprendere fiato.

“Forse non usiamo i metodi migliori, siamo impulsivi e subdoli, non siamo romantici, non spargiamo petali di rosa sulle persone che amiamo, non componiamo canzoni per loro. Mio padre è stato orrendo con me, molte volte, ma mi amava. Noi amiamo una sola persona, per tutta la vita. Non importa cosa fa, se si comporta male ci vendichiamo, la facciamo soffrire, siamo cattivi. Ma continuiamo ad amarla. L’amore non è un sentimento passeggero. Se l’amore c’è, c’è per sempre. Magari nascosto, magari no. A volte non spicca, non si vede. Ma c’è.”

“Da piccolo, come ogni bambino nel Mondo Magico, provavo ammirazione per te. Poi mi hai rifiutato, e ti ho odiato. Ma, nel frattempo, la mia fanciullesca ammirazione si è tramutata in amore per te… e non fare quella faccia.” Aggiunse, notando l’espressione di Harry e rimettendosi seduto a bordo letto. “Sei stato proprio stupido a non accorgertene.”

“Beh, come avrei potuto?” replicò Harry, sulla difensiva “Mi hai sempre trattato nel peggiore dei modi!”

“Ovviamente. Perché ti odio, Potter.” Confermò Draco, con un sorrisetto che fece infuriare Harry.

“E allora spiega come avrei potuto capirlo!” gridò, gesticolando come un matto.

“Potter, questo dimostra quanto tu sia stupido. Andiamo, fai due più due. Io odio un sacco di persone, ma non mi pare di aver messo la stessa energia nell’odiarle come ho fatto con te, sbaglio?”

“Continuo a non capire.” Mugugnò Harry, sentendosi enormemente stupido, e il sorrisetto ironico di Draco lo fece avvampare ancora di più.

“Lo immaginavo. Allora, pensaci. Io odio anche tutto il clan dei Weasley, la Granger, Canon, Macmillian, Paciock, i Grifondoro, i Tassorosso, i Corvo-”

“Sisi, ok, hai reso l’idea.” Lo interruppe Harry, spazientito.

“Ecco. Però a nessuno di loro ho mai rotto l’anima come a te, no? Non mi sono fatto attaccare da un Ippogrifo per cercare di superare loro, non mi sono mai spacciato Dissennatore per spaventare i Corvonero. Non ho inventato spille con scritto ‘Diggory fa Schifo’. Non ho-”

“Dal tono con cui lo dici, sembra che io debba essere onorato per questo… emh…  trattamento di favore…” disse Harry, corrucciato.

Draco ghignò.

“Beh, dovresti esserlo, Potter. Non sai quante energie ho speso per darti fastidio…”

“E, secondo te, io avrei dovuto capire i tuoi veri sentimenti per me basandomi su tutta la merda che mi gettavi addosso?” domandò Harry, basito, e Draco lo guardò trionfante.

“Esatto.” Confermò. “Finalmente ci sei arrivato.”

“Certo.” Disse Harry, scettico “E avrei dovuto capirlo perché…?”

“Potter, te l’ho detto, io ti odio.”

“Si, fin qui credo di esserci arrivato.”

“Ti odio perché ti amo, capisci? Io ti volevo, e tu mi hai rifiutato. Per questo ti odio, altrimenti me ne sarei fregato. Come me ne frego di Weasley. E, siccome tu odiavi me, provocarti era il mio unico modo di averti vicino.”

“Certo, giusto.” Replicò Harry, sarcastico. “Perché avvicinarmi e parlare in maniera civile, quando puoi rompermi l’anima ogni giorno della tua vita?!”

“Beh, cosa pretendi, sono pure sempre un Serpeverde!” disse Draco, allegro. “Io non parlo. Io punisco, io mi vendico. Mi hai rifiutato, ora la paghi!”

“Però mi ami.” Affermò Harry, facendo arrossire Draco.

“E ciò significa, che dobbiamo collaborare.”

L’espressione di Draco non era per nulla contenta.

 

**

 

“Oh mio Dio. Oh mio Dio. Eri tu. Quel bambino. Eri tu!”

“Eh? Chi, cosa?”

“Il neo. La tua trasformazione in furetto. Gli occhi viola. Come ho fatto a non capirlo prima? Eri tu!”

“Theo, continuo a non capire di cosa  stai parlando!”

“Devo subito dirlo a Pansy, e a Draco. Oh, eccola. PANSYYYY!”

“Non gridare idiota, mi hai rotto un timpano.”

“Zitto tu. PANSYYY vieni un momento!”

“Ciao ragazzi! Che hai tanto da urlare, Theo?”

“Non crederai mai a quello che ho scoperto!”

“Che hai scoperto di così esilarante?”

“Sai chi è il nostro Timothy Houston?”

“Emh… è una domanda trabocchetto?”

“Dai, Pansy, non scherzare. Te lo ricordi quel bambino che giocava con me, te e Draco quando eravamo piccoli?”

“Theo, mica un solo bambino giocava con noi, da piccoli!”

“Ma si, dai, quello con cui tuo padre voleva che ti fidanzassi. Quello con cui io te e Draco andavamo a caccia di furetti. Quello che… che… che mi aveva dato quel bacino sulle labbra in spiaggia, il giorno prima di partire…” Theodore Nott, a quel ricordo, prese a fissare il vuoto, e poi Timothy.

Oddio, ora che glielo avevano detto, anche Tim lo ricordava. Il bambino biondo, quello moro e la bambina con cui si doveva fidanzare. I loro giochi insieme, e il bacino dato al bambino scuro di capelli dietro gli scogli di quella giornata al mare…

“Oh, si, ora ricordo!” esclamò Pansy, distogliendo Timothy dai suoi pensieri. “E io non lo volevo, io volevo stare con Draco, ma mia madre mi spingeva verso Timmy… si, lo chiamavamo Timmy, lo ricordo bene…”

La voce di Pansy si affievolì gradualmente, sino a diventare muta, anche se la ragazza continuava a parlare. Questo perché Timothy e Theodore si stavano estraniando, guardandosi negli occhi.

“Era destino.” Sussurrò Timothy, prima di scoccare un bacio sonoro sulle labbra di Theodore.

 

**

 

“Draco, avanti, non puoi continuare così.” Disse Harry, nella notte.

Era calato il buio. Alla fine i due ragazzi erano caduti nel mutismo e non si erano più parlati. Hermione, che sapeva dove erano nascosti, era sgattaiolata su approfittando del suo turno di Caposcuola e aveva portato loro dei tramezzini.

Harry vi ci si era avventato sopra, ingoiandone cinque quasi interi.

Draco ne aveva masticato a malapena uno.

Harry non lo aveva perso di vista un solo istante, ma non aveva insistito, almeno non al momento.

Dopo essersi lavati si erano messi a letto. Il giorno dopo avevano le lezioni e non potevano permettersi di saltarne delle altre.

Harry, però, dopo ore in cui si rigirava nel letto, insonne, decise di parlare, anche se non era sicuro che il ragazzo sdraiato accanto a lui fosse sveglio.

“Che intendi?” rispose Draco, sussurrando.

“Stasera non hai mangiato quasi nulla.” Disse Harry, con la voce rotta.

“Non avevo fame.”

Draco era girato su un fianco e gli dava le spalle.

Aveva lasciato quanto più spazio possibile tra sé ed Harry. Harry era steso di schiena, col braccio alzato a toccare il nulla.

“Draco, lo capisci che non puoi andare avanti così? Hai sentito cosa ha detto Madama Chips! Sei deperito, il tuo corpo non sopporta più questa situazione. Perché non vuoi farti aiutare?”

“Nessuno può aiutarmi.” Pigolò Draco, senza voltarsi.

“Si, invece. Ma tu devi collaborare. Io posso aiutarti. Io voglio aiutarti.”

“Perché?”

“Perché non sopporto l’idea che tu stia male. Ma non posso fare nulla, se tu prima non mi dai fiducia.”

“Non posso… non posso farlo.”

“Perché?” Harry era ferito.

“Perché ho paura. Io sto così perché l’ultima persona a cui ha dato fiducia ha fallito la sua missione e io… io…” la sua voce si incrinò.

Harry capì che si stava riferendo a suo padre. Lucius Malfoy, l’unica persona di cui Draco si fidava, aveva fallito la missione all’Ufficio Misteri e Draco aveva dovuto uccidere Silente.

Quello non era un bel ricordo, Harry immaginava come dovesse sentirsi, ma ora era tempo di reagire.

“Draco?” tentò di nuovo, dopo un paio di minuti di silenzio, ma il ragazzo non rispose, così Harry si voltò a guardarlo, gli occhi ormai abituati al buio, e si accorse che Draco stava tremando.

Non tantissimo, ma abbastanza da notarlo. Capì che stava piangendo e il senso di colpa gli attanagliò lo stomaco.

Un po' insicuro, Harry allungò un braccio e premette gentilmente sulla spalla di Draco. Il ragazzo si irrigidì, ma non si voltò.

"Mi dispiace." bisbigliò Harry. Non aveva certo intenzione di far piangere Draco.

“Io… io…” balbettò Draco, tra i singhiozzi.

Mentre Harry faceva mente locale per riuscire a trovare qualche parola di conforto per Draco, questi si voltò di scatto verso di lui, che rimase scioccato quando all'improvviso se lo ritrovò tra le braccia.

Draco affondò la testa nel suo collo e continuò a piangere. Allarmato, Harry rimase fermo per un minuto buono, senza fare nulla.

Alla fine, avvolse le braccia attorno a Draco e gli accarezzò la schiena, rimanendo in silenzio. Aveva paura di dire di nuovo la parola sbagliata.

“Sono stati due anni orribili… io…” la voce di Draco si strozzò e Harry lo strinse ancora più forte a se.

“Shh…" mormorò Harry, in tono consolatorio, carezzando la nuca di Draco. Aveva il viso affondato nei suoi capelli biondi. Erano fini, morbidi, e profumano di sapone.

“Ho quasi ucciso Weasley e la Bell, ho disarmato Silente e ho visto Piton ucciderlo… l’Oscuro Signore ha abitato a casa mia per un anno, l’ho visto mentre uccideva la Professoressa Burbage… e torturava tutti quei Babbani.. e poi… e poi…” la sua voce si strozzò di nuovo, e stavolta fu lui ad accoccolarsi sul petto di Harry, stringendogli il braccio.

Dio, erano anni che bramava un contatto così… umano. Era caldo, era confortante. Sapeva di casa… di amore. Quell’amore che tanto agognava, ora era li, era solido. Era vero.

Pianse più forte e strinse il braccio di Harry in una morsa che doveva essere dolorosa, ma non un solo suono uscì dalla bocca di Harry.

Harry, intanto, rifletteva. Dalla reazione di Draco, poteva dedurre che da chissà da quanto tempo il ragazzo non si confidava con qualcuno. O se l’avesse mai fatto.

Il suo braccio era intrappolato in una morsa ferrea e dolorosa. Draco lo stava stringendo con tutta la forza che aveva in corpo.

Faceva male.

Meravigliosamente male.

Il sangue non fluiva più da metà avambraccio in giù. Metà del suo braccio era morto. Perché la vita di Draco si stava riprendendo. Stava tornando a scorrere dentro di lui. Quella morsa lo stava dimostrando.

Harry aveva letto, in una di quelle notti in cui, disperato, cercava invano tentativi di guarigione sull’anoressia, che le persone che soffrono di questa malattia sono come morte dentro.

Entrano in una specie di tunnel, in apatia. Non vogliono più vivere e disprezzano il loro cuore che si ostina a pompare. Lo stomaco si chiude, rigetta la fonte di energia che alimenta gli organi e che fa funzionare il corpo.

Provano piacere nel sentire lo stomaco vuoto, attanagliato da crampi dolorosi. Quel dolore mi ricorda che sono vivo, ma che potrei morire.

Invece quella morsa… quella morsa era vita. Era il segno di una vita che tornava a scorrere.

Harry strinse Draco, di rimando.

Una vita frantumata ha bisogno di supporto per tornare intera. Come quando un vaso si rompe e sei nel mondo Babbano.

Non basta un Reparo.

Serve la colla, lo scotch e mani esperte per farlo tornare come prima e a volte non ci si riesce nemmeno.

Harry era la colla, Draco era il vaso.

L’amore rappresentava le mani esperte che avrebbero assemblato i cocci della vita di Draco alla colla di Harry, per riformare il mosaico della vita.

A Harry cadde una lacrima dall’occhio destro, che si perse tra i capelli di Draco.

 

 

NdA:

Bene ragazzi, visto che sono tornata! Non potevo abbandonarvi, anche perché siamo quasi alla fine! Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Qui sotto vi lascio due disegnini fatti da me in un pomeriggio di afa estiva! Essi rappresentano le ultime vignette dell’immagine che ho nelle mie NdA!

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