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Autore: grangerous    30/08/2013    2 recensioni
Il professor Snape guarisce le ferite di Hermione dopo la battaglia all'Ufficio Misteri; la scoperta che ne consegue li lascia entrambi stupefatti. I due dovranno lavorare insieme per aiutare Harry a sconfiggere Lord Voldemort.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'Phoenix Trilogy'
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Capitolo 18 NdT: vi ricordo che i dialoghi sottotitolati si riferiscono direttamente ai romanzi originali. E un bel grazie a silviabella non ce lo mettiamo??
Anne London



Capitolo 18

Reversal of Fortune



Severus non aveva niente nella sua biblioteca personale di Spinner's End che potesse dargli delucidazioni sul suo presentimento, così tornò ad Hogwarts quello stesso giorno. Jocelyn, fra tutti, fu contentissima. Era perfettamente felice di condividere il suo tavolo in biblioteca, impassibile di fronte al comando di mantenere la bocca chiusa o al suo cipiglio. E il cipiglio c'era. Persino con le risorse della biblioteca di Hogwarts a sua disposizione, la ricerca non stava andando bene. Divinazione era una scienza così imprecisa e vaga che Severus trovò molto di quello che leggeva intensamente frustrante. C'erano numerosi studi sulle esperienze di pre o quasi morte, della vita che scorre davanti agli occhi e infinite esplorazioni sui déjà vu, ma niente che in modo specifico si applicasse alla sua esperienza di rivivere momenti fondamentali della sua lontana adolescenza al contrario.

Albus Dumbledore fu altrettanto felice del ritorno anticipato del suo insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure. Insistette su diverse sedute di pianificazione fino a tarda notte, alimentate da un regolare afflusso di Whisky Incendiario, in apparenza ignaro della distrazione di Severus. La notte del trenta risultò essere la peggiore fra tutte. Dumbledore aveva consumato una significativa quantità di alcol, anche se manteneva un totale contegno persino nel parlare. Discuteva e vagava lungo il perimetro dell'ufficio mentre Severus sedeva nella sua solita sedia fissando in modo assente il vorticoso liquido ambrato del suo bicchiere.

Harry non deve saperlo, non prima dell'ultimo momento, non prima che sia necessario, altrimenti come potrebbe avere la forza di fare quello che dev'essere fatto?” Le parole ultime di Dumbledore perforarono la nebbia di autocommiserazione che occupava la mente di Severus.

Potter? Fino ad un momento prima Dumbledore era stato completamente impegnato con la necessità che Severus proteggesse gli studenti una volta che lui fosse morto. “Ma cosa deve fare?” Severus tossì e si schiarì la gola. Dovevano essere passati almeno trenta minuti dall'ultima volta che aveva parlato.

Questo è una cosa fra me ed Harry. Ora ascolta attentamente, Severus. Arriverà un momento – dopo la mia morte – non discutere e non interrompermi! Arriverà un momento in cui Lord Voldemort sembrerà aver paura per la vita del suo serpente.

Per Nagini?” Era questa un'ulteriore evidenza dell'incombente senilità di Dumbledore? Sembrava veramente perso. Severus sentì una fitta di pietà verso l'uomo di fronte a lui.

Precisamente. Se arriva un tempo in cui Lord Voldemort smette di mandare il serpente in avanti per suo ordine, ma lo tiene al sicuro indietro e sotto la sua protezione magica, allora credo sia il momento di dirlo ad Harry.”

Dirgli che cosa?” Severus sapeva che l'irritazione era evidente nella sua voce. Dumbledore non sembrava parlare in modo sensato e il modo in cui ora stava in piedi, con una mano a coprirsi gli occhi, sembrava più disperato e vulnerabile che mai.

Digli che la notte in cui Lord Voldemort cercò di ucciderlo, quando Lily ha usato la sua stessa vita come scudo,” - Severus sentì lo stomaco contorcersi alla superficiale invocazione del suo sacrificio - “l'Anatema che Uccide gli è rimbalzata addosso, un frammento dell'anima di Voldemort è stata separata dall'insieme e si è aggrappata all'unica anima viva rimasta nell'edificio che collassava. Parte dell'anima di Lord Voldemort vive dentro Harry, è ciò che gli dà il potere di parlare con i serpenti e il legame con la mente di Lord Voldemort che non ha mai capito. E mentre un frammento dell'anima persa da Voldemort rimane attaccata e protetta da Harry, Lord Voldemort non può morire.

Severus sentì come se si fosse tuffato dentro a dell'acqua ghiacciata. Il ragazzo è un Horcrux. Le parole di Dumbledore avevano finalmente iniziato ad avere senso e Severus desiderò in ritardo che il vecchio stesse in effetti delirando, perché fin troppo in fretta comprese le implicazioni di questa informazione. “Quindi il ragazzo... il ragazzo deve morire?” chiese, la voce completamente priva delle complicate ondate di emozioni che gli si rimestavano all'interno.

E Voldemort stesso dovrà farlo, Severus. È fondamentale.

Severus sentì un'ondata di collera verso il suo mentore e si sforzò per mantenere la voce sotto controllo. Il passato e il presente che crollavano su sé stessi nella sua mente “Credevo... dopo tutti questi anni... che dovessimo proteggerlo per lei. Per Lily.Per Lily... e per Hermione. È anche il suo lavoro tenerlo in vita.

Lo abbiamo protetto perché era essenziale insegnargli, crescerlo, lasciare che trovasse la sua forza. Intanto la connessione tra loro cresce sempre più forte, una crescita parassitica.” Severus fissò Dumbledore sbalordito, desiderando che il vecchio aprisse gli occhi; l'orrore della situazione era in qualche modo intensificata dalla sua incapacità di guardare Severus mentre parlava. “Qualche volta penso che lo sospetti lui stesso. Se lo conosco bene farà in modo che quando si prefiggerà d'incontrare la morte significherà veramente la fine per Voldemort.

Severus cercò di riordinare i fatti in modo coerente. Potter è un Horcrux e una volta che il Signore Oscuro proteggerà Nagini dovrò dirgli – questo non è un piano, è una completa farsa! Una volta che Albus sarà morto sarà difficile per me avvicinarmi abbastanza al Ragazzo delle Meraviglie per dirgli ciao, figuriamoci convincerlo che deve sacrificare la sua stessa vita... Quale ragione avrebbe Potter di credermi? Seguì un altro pensiero: Hermione potrebbe. Il “potrebbe” fu un duro colpo: se lo avesse detto subito gli avrebbe creduto senza esitazione, ma una volta assassinato Albus avrebbe avuto paura di lui così come chiunque altro – e quella era un'idea che non poteva sopportare. E ad Hermione importerebbe della morte di Potter, molto. La sua probabile reazione lo colpì come uno schiaffo sul viso: ne sarebbe devastata. Lily sarebbe devastata. Sarebbe stata devastata. Quando parlò ad Albus la sua stessa voce sembrò arrivare da molto lontano. “Lo hai tenuto in vita così che potesse morire al momento opportuno?

Di colpo Dumbledore si scoprì il viso e guardò Severus negli occhi. “Non essere sconvolto, Severus. Quanti uomini e donne hai visto morire?

Ah, Albus. Hai sempre un dono speciale col senso di colpa. Ultimamente solo coloro che non ho potuto salvare.” Severus si alzò in piedi. “Mi hai usato.Ed hai usato Hermione.

Cosa significa?

Ho spiato per te, ho mentito per te, mi sono messo in pericolo mortale per te. Sembrava tutto predisposto per mantenere il figlio di Lily Potter al sicuro. Ora mi dici che lo hai allevato come una bestia da macello, -Strano, rifletté dopo che le parole lasciarono la sua bocca, non avevo mai pensato a lei come Lily Potter prima. È sempre stata Lily Evans per me.

Ma questo è toccante, Severus,” s'inserì Dumbledore, la curiosità che si affacciava negli occhi. “Hai finito per affezionarti al ragazzo, dopotutto?

A lui?No. A lei. A Lily, ad Hermione. Malgrado i suoi migliori sforzi le due iniziavano a diventare progressivamente più confuse nella sua mente. “Expecto Patronum!” urlò.

Severus guardò il suo Patronus balzare fuori dalla bacchetta in una divampante luce argentata. Aggraziata in modo straziante, saltò per tutto l'ufficio prima di uscire dalla finestra verso la Foresta Proibita. Lui abbassò il braccio, la rabbia trasformatasi in tristezza. Si voltò verso Dumbledore, che lo stava fissando, gli occhi colmi di lacrime.

Dopo tutto questo tempo?” chiese Albus gentilmente, la voce leggermente spezzata.

Sempre,” replicò Severus, anche se i suoi occhi scivolavano verso Fawkes mentre parlava. Non era più sicuro a quale delle due donne Grifondoro si riferisse con la sua risposta, nemmeno se le due avrebbero mai potuto essere separate.



Prevedibilmente il Signore Oscuro convocò Severus il giorno di Capodanno. Fu una strana assemblea. Con quasi metà dei Mangiamorte ancora imprigionati ad Azkaban, incluso il teorico “padrone di casa” della festa, Lucius Malfoy, i festeggiamenti erano alquanto controllati. Narcissa sembrava ancora disperata, nessuna sorpresa al riguardo, e Draco sembrava imbarazzato nel suo tentativo di fare l'uomo di casa di fronte a una dozzina di Mangiamorte più anziani e del Signore Oscuro in persona. L'unica cosa buona della serata, dal punto di vista di Severus, fu la natura pubblica del suo arrivo: era stato in grado di riferire di Viktor Krum al gruppo intero e fu risparmiato dall'oltraggio della Legilimanzia dal Signore Oscuro. Usando i capelli di Krum e della Pozione Polisucco lui e Dumbledore avevano costruito dei finti ricordi in previsione di una tale eventualità, ma Severus fu sollevato di non doverli mettere alla prova. Nel suo attuale stato mentale non voleva tentare troppo la fortuna.

Thorfinn Rowle aveva trovato due donne Babbane ubriache da qualche parte e le aveva convinte a seguirlo ad una “festa in maschera”. Una di loro sembrava vivere il momento più importante della sua vita; l'altra guardava Nagini in modo apprensivo. Severus deglutì la pietà che gli ispirava e portò la sua attenzione altrove. Draco si nascondeva vicino a Bellatrix e sembrava irritabile. Quando Severus incontrò il suo sguardo, Draco gli lanciò uno sguardo particolarmente imbronciato. Quindi pensa di aver bisogno di Bellatrix per proteggersi – da me. L'ironia della cosa non passò inosservata a Severus.

Stava riflettendo su chi fosse la persona meno irritante con cui parlare quando Pettigrew gli strisciò furtivamente accanto per informarlo che il Signore Oscuro desiderava parlare con lui. Severus si voltò subito. Voldermort occupava una sedia con i braccioli alati vicino al fuoco , posizionata in modo da avere una visione dell'intera stanza senza impedimenti. Nagini era avvolta ad un braccio sopra alla sua spalla, con la testa nascosta sotto il mento di lui in un disturbante gesto intimo di affetto animalesco. Severus attraversò la stanza velocemente e s'inchinò su un ginocchio, abbassando la testa.

“Severuss, mio caro ragazzo.”

“Mio Signore.”

Voldemort fece ruotare la bacchetta e richiamò un piccolo cuscino che mise di fianco ai piedi. Fece un gesto magnanimo verso di lui. “Sssssiediti, Severuss.”

Senza una parola di protesta Severus si voltò e piegò la sua figura allampanata in modo servizievole, le lunghe gambe incrociate sulle caviglie, gli avambracci appoggiati sulle ginocchia. Era una posizione infantile ed imbarazzante; allo stesso tempo un'indicazione dell'attuale considerazione di Voldemort e un segnale verso Severus per come comportarsi. Da dove sedeva, guardando la stanza, poté vedere la reazione dei suoi compagni Mangiamorte. Bellatrix sembrava furibonda.

“Sai, Severus, ci sono delle voci tra i miei Mangiamorte.”

“Il mio compito è di sentire le voci tra i membri dell'Ordine della Fenice, mio Signore. Mi prendo la libertà d'ignorare quelle fra i miei compagni Mangiamorte.”

Il Signore Oscuro rise. “Mi sei mancato, Severus.” Sporgendosi in avanti con un dito sistemò i capelli di Severus dietro l'orecchio. Il dito era freddo dove aveva sfiorato la pelle. Il gesto era possessivo, ma anche calcolato per esporre il viso di Severus allo sguardo di Voldemort. “Queste voci” - Voldemort tornò in tema - “riguardano Harry Potter e la profezia.” Severus tenne la sua mente vuota. “Sembra che alcuni miei Mangiamorte, alcuni dei miei più cari amici, credano che Potter sia destinato a sconfiggermi. Sono curioso di sentire la tua opinione sull'argomento, Severus.”

Una risposta onesta era sempre la miglior linea e questa era rafforzata dall'intensità della conversazione della sera precedente con Dumbledore. “Credo che una volta che Dumbledore sarà rimosso troverai sorprendentemente facile uccidere il moccioso, mio Signore. Infatti bisogna solo sperare che nessuno lo uccida per sbaglio. Solo per mano tua potrà trovare una fine adeguata.”

“Ah, sì, Dumbledore. Quindi approvi il mio attuale piano?”

“Il piano ha i suoi meriti, mio Signore, ma sembra che Draco non sia in grado di portarlo a termine. Il suo ultimo tentativo è stato deplorevole.”

“Sono d'accordo, è stato goffo.” Il Signore Oscuro sospirò. “Gli ho dato un anno. Forse dovrei ripensarci?”

Severus lasciò che il suo sguardo si soffermasse su Draco prima di rispondere, una parola sbagliata avrebbe fatto condannare il ragazzo. “Dice di avere un piano.” Severus alzò le spalle. “Sarebbe... sportivo lasciarlo tentare.”

“Sei un tale puntiglioso verso le regole, Severus.” Severus non era sicuro se il tono di voce di Voldemort comportasse approvazione o meno. “E visto che hai fatto Voto di aiutare...” Il Signore Oscuro s'interruppe mentre appoggiava la mano dietro al collo di Severus. Il pollice e il medio strinsero un po' troppo per essere ritenuto un tocco piacevole e Severus sapeva che, se avesse deciso in tal senso, Voldemort avrebbe potuto strangolarlo all'istante. “Visto che hai fatto Voto di aiutare,” ripeté, “non ho niente da perdere dall'aspettare Draco ancora un po'.”



Nei suoi momenti più razionali Severus non aveva difficoltà ad analizzare la situazione attuale: aveva sviluppato dei sentimenti inappropriati verso la signorina Granger e lo stress della sua doppia vita stava reclamando il suo tributo. Era totalmente possibile che la prima istanza fosse sintomo della seconda. Aveva anche cercato di sviluppare diverse strategie nel tentativo di contenere il problema. Primo, era tornato a Spinner's End dopo aver riferito dell'incontro di Capodanno a Dumbledore e aveva passato diversi giorni facendo il meno possibile – nessuna lunga discussione con Dumbledore o Voldemort; nessun compito da correggere, nessun piano per le lezioni, nessuna interazione con gli studenti o con gli altri insegnanti; nessuna ricerca privata, niente. Secondo, aveva deciso di chiamare la signorina Granger con niente che non fosse il suo appellativo formale. Nessun uso informale di “Granger” e certamente mai più “Hermione”, nemmeno al sicuro nella sua testa. Terzo, l'avrebbe scoraggiata da qualunque approccio amichevole: avrebbe imposto la regola d'incontrarsi solo una volta a settimana e avrebbe colto ogni opportunità per sminuirla. Severus Snape aveva un talento particolare per i commenti taglienti e avrebbe esercitato la cosa nel pieno delle sue capacità.

Il tempo passato a Spinner's End gli aveva dato un'ampia opportunità per riflettere sulle sue “premonizioni.” Mentre a tarda notte stanco, ubriaco o entrambi – la sera nell'ufficio di Dumbledore si ergeva come primo esempio del secondo – dava per scontato uno stressante e convincente senso dell'inevitabile, la logica luce della giornata permetteva una benvenuta distanza critica. La somiglianza tra Hermione e Lily rimaneva vera, ma era, prevalentemente, affermata da un'analogia abbastanza superficiale. Le loro personalità, per esempio, erano quasi diametralmente opposte. Mentre Lily era disponibile e alla mano, popolare senza sforzo, Hermione era autoritaria e permalosa. Esclusi Potter e Weasley non aveva dei veri amici. Anche fisicamente erano molto diverse. Lily, semmai, mostrava una fin troppo forte somiglianza con Ginevra Weasley, piuttosto che con Hermione Granger. E il fatto che entrambe Lily ed Hermione risultassero essere straordinariamente intelligenti era solo una piccola osservazione a proposito del gusto di Severus Snape per le donne, non un'indicazione che le due erano la stessa persona.

Inoltre, razionalizzò, aveva creduto per lungo tempo nella sua imminente morte. Presto o tardi una fazione della guerra lo avrebbe creduto un traditore. Non si era mai aspettato di assistere alla caduta di Voldemort. E quindi, se la sua vita stesse volando verso la fine? Non era una sorpresa per lui. La cosa importante era tener duro – e così rimanere vivo il più a lungo possibile.

Durante quei pochi giorni di solitudine si era reso conto che il riguardo e il rispetto della signorina Granger significavano per lui molto più di quello che avrebbero dovuto. E il breve interludio sotto al vischio aveva sollecitato ore di riflessioni su ciò che esattamente lei avrebbe potuto intendere con quel gesto. Una ragione in più per dissipare qualunque nozione positiva lei potesse avere su di lui e la sua persona, immediatamente al suo ritorno a scuola. In questo modo i suoi ridicoli sentimenti non avevano opportunità d'interferire con i suoi doveri. Uccidere Albus sarebbe stato già di per sé abbastanza difficile senza doversi preoccupare dell'effetto che avrebbe potuto avere sulla sua relazione con un certo prefetto Grifondoro. Il successo del piano di Dumbledore giocava sui cardini del non far sapere a nessuno dove stava la sua lealtà e, visto che stava per vivere la terribile, solitaria esistenza necessaria a quella farsa, avrebbe fatto meglio a indurire il suo cuore e iniziare i preparativi. La signorina Granger sarebbe stata la giusta prova per impostare il suo futuro.



Severus tornò ad Hogwarts con un obiettivo ben chiaro: Materializzarsi ai cancelli della scuola giusto in tempo per mollare il bagaglio nelle sue stanze e dirigersi all'incontro con gli altri insegnati per l'inizio del semestre. Fu uno degli ultimi ad arrivare, anche se non c'erano ancora né Dumbledore né Flitwick. Ansioso di evitare discussioni insignificanti, Severus scivolò verso la sua sedia preferita ed esibì sul viso un cipiglio intimidatorio. Non avrebbe tenuto lontane Minerva o Hooch se avessero deciso di parlargli, ma la maggior parte degli altri si sarebbe fidato nel mantenere le distanze. Sfortunatamente, un cipiglio non era sufficiente per soffocare lo stupido chiacchiericcio di coloro intorno a lui. Slughorn era il peggiore. A quanto pare aveva lasciato la Gran Bretagna per due intere settimane di ferie e stava intrattenendo Pomona con i dettagli della sua vacanza in spiaggia alle Barbados. L'immagine mentale di Slughorn disteso col costume da bagno era lontano dall'essere piacevole.

“...e delle bevande così deliziose, servite dentro ad una noce di cocco! Lo avresti adorato! Ma,” il tono cambiò leggermente, “ciao Minerva! Come hai passato il Natale? Mi è dispiaciuto non vederti alla mia piccola festa!” Severus iniziò a ripetere gli ingredienti della Pozione Rilassante nel tentativo d'ignorare la conversazione intorno a lui, ma la voce di Slughorn era particolarmente irritante. “La tua Hermione era lì, ovviamente – è un membro regolare degli incontri del mio Slug Club!” Severus digrignò i denti alla menzione della signorina Granger. Gli altri insegnanti potevano anche fare libero uso del suo nome proprio, e persino tirar fuori pronomi personali, non era un suo problema. “Lei e McLaggen fanno certamente una bella coppia!”

“McLaggen?” chiese Poppy. “Non quell'idiota che ha mangiato delle uova di Doxy per una scommessa?”

“Stupidaggini, Horace,” replicò Minerva compiacente, “Hermione Granger ha cose molto più importanti per la testa che cercarsi un ragazzo!” Minerva persisteva nella ridicola convinzione che tutte le ragazze brillanti fossero lesbiche e Severus resistette all'urgenza di volgere gli occhi al cielo.

“Oh no, ti assicuro che è vero! Si sono messi in mostra in modo entusiasta sotto al vischio in un modo che non vedevo da anni!”

Gelosia e rabbia si accesero all'istante. Solo il tipo di controllo perfezionato da anni di spionaggio prevenne Severus dal lanciarsi dalla sedia e maledire Slughorn fino a farlo cadere nell'oblio. Ovviamente non era proprio colpa di Slughorn, ma a Severus non era mai piaciuto lo stesso.

L'arrivo di Dumbledore impedì a Minerva qualunque replica, che nascose dietro ad uno sbuffo indignato, e gli altri membri dello staff iniziarono a sistemarsi sulle sedie. Severus fu lasciato con la chiara realizzazione che le sue emozioni riguardo alla signorina Granger non erano così sotto controllo come aveva sperato.



Severus aveva avuto un moderato successo nell'ignorare la signorina Granger nella classe di DCAO - eccola lì, un viso in mezzo ad un mare di studenti – ma quando lei andò nel suo ufficio il lunedì sera per la prima lezione del semestre fu totalmente un'altra questione.

“Avanti,” disse, quando lei bussò alla porta precisamente alle otto. Lui non alzò la testa dai compiti che stava correggendo.

“Buonasera, professore.” La signorina Granger lo salutò allegra e camminò verso la sua solita sedia di fronte alla scrivania. Aveva uno scatto nel passo che non c'era alla fine del semestre precedente. “Spero si sia goduto le sue vacanze.”

“Tu sembravi certamente pronta a goderti le tue.” Pronunciò la parola “goderti” così che l'implicazione sessuale del commento fosse evidente.

Le sopracciglia di lei scattarono verso l'alto per la sorpresa, ma tenne il viso impassibile e la sua replica era chiara, “Chiedo scusa, signore?”

“Mi chiedevo,” rifletté, atteggiandosi ad un'aria di profonda contemplazione, “ti aggiri sotto al vischio per molestare ogni maschio di tua conoscenza?” Severus sentì l'ondata di rabbia come una vecchia amica. Dopo le emozioni e il subbuglio psicologico dell'ultima settimana, la normalità della rabbia maligna era un sollievo. In parte per la collera dovuta alla gelosa, in parte per la tristezza delle manipolazioni di Dumbledore, in parte l'assoluto terrore ispirato sia dalla prospettiva della sua morte impellente, sia dal continuare a vivere come assassino di Dumbledore, l'intero caos delle sue emozioni si canalizzò nella figura della giovane donna di fronte a sé. Come si permetteva di sorridere quando lui era così disperato? Come si permetteva di baciare McLaggen e poi cercare di baciare lui? Sogghignò.

Il viso di lei si rabbuiò all'istante. Il sorriso di benvenuto svanì per essere sostituito da un'espressione vuota. “Professore, trovo questo tipo di domande inappropriate. Dando per scontato che abbia una lezione per stasera, questo sarebbe un buon momento per iniziare.”

“Signorina Granger,” ringhiò, notando la leggera contrazione che provocava, “questo è il mio ufficio e tu sconfini nel mio tempo a disposizione. Ci sono molte lezione che tu -” diede un'enfasi individuale ad ognuna delle parole, rivolgendo uno sguardo di disprezzo lungo tutto il corpo mentre parlava - “hai bisogno d'imparare, deciderò io dove e quando. Sono stato chiaro?”

La signorina Granger aveva stretto la mani a pugno; il viso era molto pallido e la bocca stretta in una linea sottile. “Non sono qui come studentessa, professor Snape, ma come membro dell'Ordine della Fenice. E merito di essere trattata con rispetto.” Il picco della sua voce aveva raggiunto un livello più alto del normale.

“Davvero,” ghignò, “non ho mai notato molto rispetto agli incontri dell'Ordine.”

“L'ho sempre trattata-”

“Silenzio!” Severus si alzò dalla sedia e si chinò in avanti, entrambe le mani appoggiate contro la superficie di legno della scrivania. “Se è il rispetto che stai cercando ti sconsiglio di cercare farti strada andando a letto con tutti.”

“Come si permette?” La signorina Granger si sporse anche lei sulla sedia, il mento sollevato in una posa aggressiva.

“Ti senti più rispettata? O meno,” pressò in modo sgradevole, “dopo una scopata di consolazione da parte di Viktor Krum?”

La signorina Granger rimase senza fiato. La mano destra tremava dove l'aveva appoggiata nella tasca della bacchetta. Per un secondo lo fissò, senza parole, poi afferrò la borsa a tracolla e si alzò in piedi. “Non sono costretta a star qui ad ascoltarla,” commentò, con solo un leggero tremito nella voce. Teneva il mento alto e lottò per mantenere il volto impassibile. Severus colse un cenno del precario equilibrio delle lacrime lungo la palpebra inferiore. Senza un'altra parola, e senza voltarsi, lei uscì dalla stanza.

La porta si chiuse dietro di lei con un colpo deciso. Con un ringhio degno di un animale ferito Severus lanciò il contenuto della scrivania sul pavimento. Si diresse dall'ufficio verso il soggiorno e richiamò in silenzio la bottiglia di Whisky Incendiario. Far arrabbiare la signorina Granger non aveva migliorato il suo umore, per niente.

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silviabella: penso non sarei stata in grado di descrivere meglio di così il capitolo 17, ne hai colto in pieno l'essenza. E la giostra continua, come hai potuto vedere da questo capitolo, e non si fermerà fino alla fine dell'ultimo (fino alla fine della trilogia, se devo essere sincera...) ^___^

chi_lamed: spero che la mancanza di Severus dello scorso capitolo sia stata compensata da questo in cui torna in pieno “fool mood”. Lo scopo di grangerous è in effetti trovare delle soluzioni ai buchi del canone. Devo dire che ci riesce discretamente bene :))

  
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