-THE STORY…-
La vita è
una teoria interessante; ci si domanda spesso per cosa si è al mondo,
perchè l'esistenza di alcuni è più semplice della nostra...
La verità è che nessuno ha le risposte alle domande che ci si pone...
nessuno può dire cosa è giusto, o sbagliato...
ma tutti sono pronti a giudicare gli altri, piuttosto che ammettere uno
sbaglio di se stessi,
La vita è un mistero che nessuno mai scoprirà, e se cerchiamo di
varcare certi limiti, è solo per dare un senso a tutto questo...
Era la mattina del 1993, in una qualsiasi
casa in California, un ragazzino stava preparando uno zaino, doveva
incontrarsi con i suoi compagni di calcio per una partita di
allenamento. Era il primo giorno di giugno ed era anche il primo delle
vacanze estive.
Preso lo zaino e lo caricò sulle spalle, poi aprì il cassetto del
comodino accanto al letto e ne tirò fuori una carta arrotolata, la
prese deciso insieme ad un accendino, sapeva che in casa quella mattina
non c'era nessuno e senza pensarci due volte la accese, l'idea di poter
fare qualcosa all'insaputa dei genitori gli faceva salire il sangue
alle tempie. Il suo sguardo
inseguiva il fumo che saliva verso l'alto, l'odore dolce e forte gli si
insinuava nelle narici, facendogli assoporare ogni attimo di quel
momento. Si guardò intorno, in cerca di un
punto fisso, la testa cominciava a farsi leggera e l'euforia saliva
sempre di più, finché all’improvviso dalla porta entrò un uomo; aveva i
capelli neri e corti, con gli occhiali da sole e un abbigliamento
sportivo.
-Ho dimenticato le chiavi, sai dove…Che cosa stai facendo? Che cos'è
questo odore?-
Non l'aveva sentito arrivare, e per un istante non si rese conto che
suo padre stava entrando nella sua camera. Cercò di nascondere
velocemente la canna dietro alla schiena, cercando di assumere un
espressione innnoqua, ma riusciva solo a mostrare un aria irrequeta e
il nervosimo tradiva le sue azioni. Indietreggiò accanto al letto,
distogliendo lo sguardo dall'uomo che lo fissava costantemente, le sue
mani tremavano e sudavano, e nel cercare di stringere di più la canna
nel pugno le cadde per terra. Si abbassò scaltramente per riprenderla,
ma il padre lo prese per un braccio e di forza lo trascinò in cucina .
-Lasciami! Mi fai male…lasciami papà!-
-Che cosa ci facevi con quella? Chi te l'ha data? Rispondimi!!!-
Gli tirò uno schiaffo violento, tanto che lo fece cadere dalla sedia.
Cercò di rialzarsi a fatica, mentre il padre lo guardava sempre più
severo e nello stesso tempo triste. In quel momento avrebbe voluto solo
piangere.
-Scusami, non volevo colpirti così forte...è solo che…-
-Fa niente, non scusarti! Tanto non te ne frega niente se mi hai fatto
male, ti interessa solo che io non fumi, così puoi vantarti con tutti
che tuo figlio non è un delinquente!-
L'uomo lo guardò basito, cercando un senso a quella situazione; come
era possibile che in tutto quel tempo non si fosse accorto di nulla? Si
sedette all'estremità del tavolo, mettendosi una mano sul viso.
-Ma che dici? Come puoi pensare una cosa del genere...come puoi dire
che non me ne frega nulla di te? Tu sei mio figlio!-
-Ti arrabbi sempre con me... infondo, io sto solo facendo le mie
esperienze, anche tu le avrai fatte alla mia età. La differenza è che
le tue andavano bene e le mie invece no! Non è giusto-
-Non è un fatto di esperienze, non è un fatto di immagine su di te. Io
non voglio che ti rovini la vita!-
-Non mi rovino mica la vita con una canna. Era solo per provare-
Gli occhi erano lucidi, stava per scoppiare a piangere. Perchè il padre
non riusciva a capirlo?
-Non è solo della canna che parlo, io so che nelle tasche dei jeans
tieni un pacchetto di sigarette!Te le ha trovate la mamma mentre faceva
il bucato. E te ne vai sempre in giro con quei tuoi strani amici...-
-E allora? Tu non fumavi alla mia età?Non avevi amici strani?Non
capisco perchè te la prendi tanto...non mi sembra una cosa così grave-
-Per me è grave, e non parlo solo di un fatto di esperienze...è una
cosa che...da dpendenza...-
-Ma che ne sai?-
Si lasciò stancamente scivolare la testa fra le mani, come se i
pensieri si fossero fatti troppo pesanti, aveva ancora lil sapore del
fumo in bocca e gli occhi gli bruciavano.
-Non puoi nemmeno immaginare come è stata la mia vita...quello che ti
dico lo faccio per il tuo bene!-
-Non ti credo-
-Io ti voglio bene, voglio solo il meglio per te. E credimi quando ti
dico che se continui su questa strada ti rovinerai la vita-
-Ma non è vero papà-
L’uomo aveva tolto gli occhiali, ora si vedeva chiaramente un fondo di
tristezza negli occhi, di nostalgia…come se qualcosa gli bruciasse
dentro da molto tempo, e in un attimo i ricordi si fecero vivi nella
sua testa.