Il giorno che aveva così a lungo aspettato era finalmente arrivato. Si trovava a pochi metri dall’espresso che l’avrebbe portata ad Hogwarts. Quando Stephanie le aveva annunciato che quell’anno l’avrebbe trascorso in una vera scuola Anastasia era stata davvero felicissima. Aveva sempre studiato in casa, prendendo lezioni da sua madre e aveva sempre sognato di poter mettere piede un giorno in quel castello dalla storia leggendaria. Finalmente avrebbe potuto conoscere ragazzi della sua età, fare nuove amicizie, vivere una vita da adolescente, cosa che non aveva ancora fatto prima. Viveva con la madre in una casa di campagna del Galles e di rado incontrava persone che non fossero sua madre o i suoi vicini. Anastasia era una stupenda ragazza di quindici anni con una cascata di capelli mossi rosso fuoco e con dei bellissimi occhi verdi. Era la fotocopia di sua madre e da lei aveva imparato col tempo ad essere pacata, docile e comprensiva, doni che non aveva ereditato da lei. Stephanie diceva che per il carattere era molto simile a suo padre: era curiosa, astuta, dotata di un’intelligenza fuori dal comune. Anastasia aveva sempre voluto saperne di più su suo padre che lei non aveva mai conosciuto, ma Stephanie era sempre stata evasiva sull’argomento. La ragazza sapeva solo che se n’era andato quando era ancora molto piccola e che le voleva molto bene. Salutò da lontano sua madre e poi iniziò a cercare uno scompartimento vuoto. Alla fine ne trovò uno nel quale c’erano solo due ragazzi. “Ciao, vi dispiace se mi siedo? Il treno è tutto occupato!” “Tranquilla, vieni pure!” “Comunque io sono Anastasia Donovan!” “Io sono Neville Paciock!” “Io invece sono Ginny Weasley!” Anastasia sorrise ai due e poi si sedette. Dopo un po’ Ginny ruppe il silenzio “Non ti ho mai vista ad Hogwarts, di che anno sei?” “In realtà dovrei frequentare il quinto anno anche se è la prima volta che mi iscrivo. Ho da sempre preso lezioni da mia madre non ho mai frequentato una scuola.” “Affascinante!”fece Neville “quindi oggi verrai anche smistata!” “Si, credo di si!” disse la ragazza. “Bene, se verrai smistata in Grifondoro frequenteremo insieme tutte le lezioni visto che sono del tuo stesso anno!” disse il ragazzo contento. Improvvisamente la porta dello scompartimento si aprì ed entrò un ragazzo molto simile a Ginny. “Ron dove sono Harry ed Hermione?” “Ho cercato in tutto il treno ma non gli ho trovati, miseriaccia! E lei chi è?” “E’ Anastasia, è nuova!” fece Ginny. Ron le strinse la mano. “Hai visto, Ron, può passare per una Weasley per i capelli rossi!” “Ma stai scherzando?! Senza offesa, Ginny, ma è parecchio più bella di te!” “La conosci solo da trenta secondi e già cerchi di rimorchiare?!” le orecchie di Ron arrossirono violentemente. “Stà zitta!” poi si guardarono ed iniziarono tutti a ridere. In men che non si dica il treno arrivò ad Hogwarts e quando Anastasia scese dovette separarsi a malincuore dai suoi nuovi amici per seguire Hagrid insieme agli studenti del primo anno. Dopo aver girato un po’ per il castello gli studenti furono accompagnati dalla professoressa McGranitt in Sala Grande. Anastasia era rimasta a bocca aperta durante tutto il percorso e man mano che si avvicinava allo sgabello sul quale c’era il cappello parlante sentiva l’ansia crescere. Fu la prima ad essere chiamata per essere smistata poiché avrebbe dovuto frequentare il quinto anno. Non appena la McGranitt posò il cappello sulla testa della ragazza, esso iniziò a parlare. “Bene, molto bene. Finalmente sei arrivata Anastasia. Un cervello come non ne ho mai visti.. ambiziosa, astuta ma soprattutto coraggiosa. Non ho dubbi. Farai parte di.. GRIFONDORO!” e così urla di giubilio esplosero dal tavolo dei grifoni. Tirando un sospiro di sollievo la ragazza si precipitò verso il tavolo felice di ritrovare gli amici conosciuti sul treno. Conobbe Harry Potter, Hermione Granger e molti altri ragazzi con i quali avrebbe passato il nuovo anno scolastico. Dopo aver finito di cenare venne condotta dai suoi amici in Sala Comune. Troppo stanca per rimanere ancora sveglia li salutò e poi si addormentò, con il sorriso ancora sulle labbra.