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Autore: Tra I Fiori Il Ciliegio    30/08/2013    1 recensioni
A volte vorrebbe soltanto allungare una mano, sfiorarlo, un gesto casuale e semplice, come quelli di due amici che si scontrano e poi sorridono.
Vorrebbe non dover centellinare ogni movimento intorno a lui, ogni parola da dire, ogni silenzio da riempire. Riappropriarsi di se stesso e del suo corpo, abituato a estraniarsi dalla sua mente, dai suoi desideri, tanto da non sembrare più suo.
Un involucro in cui si sente imprigionato, dipinto di simboli che raccontano la sua storia, quella di un ragazzo troppo giovane che ha trovato la sua meta, perdendo però dietro di sé chi lo avrebbe accompagnato in quel viaggio. Louis è sempre lì, accanto a lui, sul palco ogni sera, tra la folla e i fotografi e sulle pagine dei giornali. Ma Harry non lo sente più.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I was broken 

I was broken
for a long time
but it’s over now

A volte vorrebbe soltanto allungare una mano, sfiorarlo, un gesto casuale e semplice, come quelli di due amici che si scontrano e poi sorridono.
Vorrebbe non dover centellinare ogni movimento intorno a lui, ogni parola da dire, ogni silenzio da riempire. Riappropriarsi di se stesso e del suo corpo, abituato a estraniarsi dalla sua mente, dai suoi desideri, tanto da non sembrare più suo.
Un involucro in cui si sente imprigionato, dipinto di simboli che raccontano la sua storia, quella di un ragazzo troppo giovane che ha trovato la sua meta, perdendo però dietro di sé chi lo avrebbe accompagnato in quel viaggio. Louis è sempre lì, accanto a lui, sul palco ogni sera, tra la folla e i fotografi e sulle pagine dei giornali. Ma Harry non lo sente più.

*

Ricorda ogni attimo di quell’avventura: ogni giorno, ora, minuto, dettaglio, dal momento in cui ha superato il provino di X-Factor. Non c’è colore o nota o sorriso che ha dimenticato, degli ultimi tre anni della sua esistenza. Le lacrime e le gioie, le ragazze, le bugie, le imposizioni, le ribellioni. Non ha dimenticato il ciuffo biondo di Niall, gli occhi di Zayn, il sorriso timido di Liam, la prima volta che li ha visti. Non ha dimenticato Louis, la prima volta che gli ha parlato.
Sono ancora tutti lì, racchiusi nella sua memoria, tra le pieghe di una vita che appesantisce ogni giornata con i propri impegni; sono tutti accanto a lui, ma sembrano quasi spenti. I capelli di Niall sembrano meno lucenti, gli occhi di Zayn meno brillanti, il sorriso di Liam meno luminoso. Di Louis ora cerca di scordare i dettagli nuovi che si aggiungono ai suoi ricordi ogni giorno. Non dimentica e non ricorda. Non lo guarda e ha anche smesso di parlargli, Harry. Ogni giorno, un passo alla volta, quella piccola smagliatura nel rapporto che li legava si era ingrandita e trasformata in voragine; una falla pronta a scatenare terremoti di sentimenti troppo potenti per poter essere sopiti. Per questo è rimasto zitto, quando Louis gli ha detto di Eleanor. Aveva provato a credere in loro, aveva provato a chiudere gli occhi davanti alle foto dei giornali, ai baci davanti alle telecamere, ai sorrisi che si scambiavano. Aveva provato ad aggrapparsi al suo braccio, a parlare al suo orecchio, ad abbracciarlo, ma entrambi avevano erto muri più alti di loro, che toccavano il cielo, dove prima arrivavano loro, con le parole tra le righe di qualche canzone.
Harry e Louis, amici per sempre. Harry e Louis, amici a metà, dimenticati su quel letto che dividevano negli hotel, nei camerini illuminati al neon in città straniere, negli studi televisivi. Nascosti sotto strati di trucco per cancellare le occhiaie delle notti passate a parlare, per coprire le cicatrici e i brufoli, ogni imperfezione che li rendeva ancora reali.
Harry e Louis, senza più alcun appiglio a una realtà che era stata negata da qualcun altro.

*

Non ha fame, Harry. Mangia a piccoli bocconi, parla poco, dorme ogni volta che riesce, in ogni angolo libero, quando non ci sono occhi indiscreti a osservarlo. Tempo prima c’era la spalla di Louis, ovunque andasse. Come il cuscino porta fortuna che portava con sé ogni estate, durante i viaggi con la madre e Gemma. Ora Louis nei momenti morti è lontano da lui, dall’altra parte del tourbus, in un’altra stanza. Lo vede ridere con Niall, baciare Eleanor, parlare con Liam. Non lo vede mai dormire, non lo vede quasi più sorridere.
Forse gli manca anche lui. Forse ci pensa, a quei momenti in cui sfiorarsi era normale e non un gesto da evitare. Quando non erano sotto gli occhi di tutti, non avevano copioni da recitare, fidanzate da portare a spasso, obblighi a cui adempiere. Quando gli sembrava di essere tanto libero da potersi confondere tra lo stormo di uccelli che Louis si è tatuato sul polso; speculare alla gabbia di Harry, presagio nefasto, perché ora Harry in gabbia è stato chiuso davvero. E quando sale su un palco, sotto lo sguardo di migliaia di fan, non chiede altro che rimanere lì, ogni istante del resto della sua vita. Ma c’è Louis, poco lontano. E gli basta guardarlo in quegli occhi verdi ingollati dalla stanchezza, per capire che non importa niente, neanche il suo sogno, se non può condividerlo con lui.
Vorrebbe fermarlo, fuori dal camerino, prima di salire sul palco. Fermarlo e dirgli ciao, ops, scusa, non dovevo lasciarti andare, resta con me, lascia lei, mandiamo a fanculo tutti. Resta qui.
Posa la mano sulla maniglia e prende un respiro profondo. Il concerto a New York, le fan che urlano, i manager a due metri, Zayn e Liam e Niall nervosi. Solo l’anno scorso era lui a tranquillizzare Louis prima di salire sul palco, a tenergli la mano e dirgli che sarebbe andato tutto bene, perché sarebbero stati insieme. Ora lui sa che non può andare tutto bene, se al di là di quella porta non c’è Louis. Se al di là di quella porta non riesce a toccare di nuovo la sua mano e la sua felicità.

*

Harry quasi gli caracolla addosso, quando apre la porta. A Louis sembra quasi di vederlo di nuovo a sedici anni, impacciato, con quelle labbra sempre arricciate e i capelli senza un senso. Gli sorride piano, misurando il gesto, senza esagerare. Non come le risate aperte e i denti scoperti e i respiri vicini di un tempo. Ma meglio di quella muta indifferenza, pensa Harry e sorride anche lui, più convinto. Forse gli manca davvero, a Louis. Forse anche lui rivuole indietro il suo migliore amico. Forse, forse sarebbe solo un sogno, ma forse anche lui manderebbe a puttane tutto, anche solo per un bacio e un altro sorriso e svegliarsi insieme ogni mattina e conoscere a memoria i nei sulle spalle dell’altro.
“Ops.”
Harry lo vede, quel segno di debolezza nei suoi occhi, quel luccichio sinistro, quel qualcosa di troppo simile a una lacrima. Louis fa un passo indietro e un altro e non lo guarda più, senza nessun sorriso si allontana e raggiunge Niall. Harry vorrebbe piangere, seguirlo, urlargli dietro, ma la mano di Zayn si appoggia sulla spalla e lo spinge verso il palco, gentilmente. Non è ancora il momento, gli dice. Forse il momento giusto è passato.

*

C’è puzza di sudore e lacca per capelli, nel camerino, dopo il concerto. Louis è seduto sul divanetto, con la testa tra le mani, indolenzita, e un senso di nausea crescente. Vorrebbe attraversare il corridoio e cambiare camerino, sedersi su un divano gemello e lasciare che Harry si sdrai con la testa sulle sue gambe, per poi passare le mani tra i suoi ricci. Amava farlo. Harry lo guarderebbe da sotto le ciglia, con gli occhi innamorati di sempre, quelli che lo hanno tradito davanti al resto del mondo. Harry è innamorato, dicevano. Harry è gay, Harry ama Louis, Harry, Harry, Harry…
Aveva dovuto scegliere, Louis. C’era stato un giorno, quando gli avevano presentato Eleanor, in cui aveva dovuto scegliere se attraversarlo, quel corridoio, se sedersi su quel divano, se passare le mani tra quei ricci. Se lasciare che quello sguardo irradiasse anche i suoi occhi, che quella confessione lasciasse anche le sue labbra. Aveva dovuto scegliere se stare con lui e infrangere tutti i sogni di Harry o se stare con Eleanor e andare avanti con concerti e canzoni e sorrisi nascosti.
Aveva scelto la felicità di Harry, senza capire cosa significava per l’altro la parola felicità. E ora se ne pente, ogni giorno, quando non lo trova pronto al suo fianco, pronto a essere suo: suo amico, suo compagno, sua anima gemella. Vorrebbe tornare indietro, o rimanere lì, ma lasciar tornare a casa Eleanor e attraversare quelle porte, abbattere quei muri, toccarlo di nuovo, sorridergli davvero, senza occhiaie o stanchezza o tristezza. Solo loro due e quei gesti naturali, soppressi per troppo tempo, che ancora si nascondono tra movimenti finti atti a non sfiorarsi.
Avrebbe perso tutto: le fan, il successo, i soldi, la musica. Avrebbe perso tutto, tranne chi davvero contava e che invece aveva lasciato camminare da solo, lontano dall’appiglio del suo braccio, reale, reale e non perfetto, come loro, insieme. Che vivono nel caos, che parlano con piccioni, che si abbracciano sul palco, che hanno ancora paura prima dei concerti, che sono stanchi di quella vita, ma la amano ogni giorno.
Harry è più importante, si dice. Per lui rinuncerebbe a tutto, si dice. E Harry farebbe lo stesso, ancora adesso, nonostante tutto il male, Harry manderebbe a fanculo ogni cosa, solo per poterlo riavere indietro.
Si alza, intorpidito, con gli occhi gonfi di sonno. La porta la apre, alla fine; la mano sulla maniglia fa pressione e lui è pronto a chiedere scusa, a mettersi in ginocchio, a dire ciao, ops, scusa, non dovevo lasciarti andare, resta con me, lascio lei, mandiamo a fanculo tutti. Resta qui.
E Harry è lì. A un palmo dal suo naso. E, ancora, quasi gli cade addosso, come se fosse una promessa nuova.
“Ciao,” risponde Louis.

 


Note:
Avevo già pubblicato questa OS con un altro account (smarz), ma ora l'ho cancellato e ripubblico qui. Grazie a chi aveva recensito la prima versione ^_^
E' la mia prima vera Larry. Sapevo di doverlo fare prima o poi, l'altra non era proprio nelle mie corde come genere. Questa è più da me.
La canzone che cito e da cui è preso il titolo è I was broken di Marcus Foster.
Spero vi piaccia e che recensiate :)
Eva

   
 
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