Occhi rossi come il sangue. È quello che notate per prima, non avete tempo di notare altro.
Sentite solo i denti nel collo.
Il sangue cola lungo il suo mento e lungo il vostro collo, lungo la vostra camicia candida che presto si tingerà di rosso. Cola lungo l’asfalto bagnato di una notte buia.
Si lecca le labbra assaporando il vostro sangue caldo e ferroso.
Lo lascia scorrere nelle vene secche, si lascia rinvigorire dalla vostra gioventù.
Il sangue è come una droga che ha preso ogni notte per secoli e secoli. Il vostro sangue è il più buono. Il vostro sangue è quello che preferisce.
Si mette a guardarvi mentre agonizzate e cercate di gridare aiuto con la gola squarciata.
Si mette a ridere della vostra mortalità e non sa decidere se lasciarvi morire o darvi l’immortalità, almeno a uno di voi.
Voi lo guardate chiedendovi perché e lui con uno sguardo vi risponde che aveva fame.
Ritira i canini appuntiti e vi da un ultimo sguardo di compassione prima di lasciarvi morire nei vicoli della città.
Vi da l’ultimo sguardo pietoso e se ne va lasciandovi morire da soli tra la paura e lo sgomento.
Potrebbe darvi una nuova vita ma non vuole farlo perché non meritate di vivere per sempre. Non meritate questa sofferenza eterna.
Gli sembra che avete già sofferto abbastanza rimanendo mortali.