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Autore: Biskizz    31/08/2013    0 recensioni
Questa storia parla di una ragazza qualsiasi che un giorno incontra un uomo in circostanze alquanto strambe. Chi sarà mai quest'uomo, e come mai costui conosce già il nome della ragazza?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Molto bene! Adesso le spiegherò il perché. Ricorda che le avevo detto di essere suo marito? Io sono stato, in effetti, suo sposo. Solo non in questa vita. Io e lei, Friedrich Sebastian Voigt e Marie Kestner, ci unimmo in matrimonio il 22 Settembre 1897 a Dijon, in Francia. Ero venuto lì per vacanza, e mentre suonavo in una piazzetta del paese, la vidi per la prima volta. Stava in piedi, davanti a me, era figlia di contadini, ed era indaffarata con delle faccende, aveva in braccio un grosso cesto pieno di viveri. Suonavo il pezzo numero 26 della Op 68 dell''Album per la gioventù' di Schumann. Lei era vestita con degli stracci, il volto sudato e sporco. Ma i suoi occhi brillavano di luce propria, rapiti dalle note del mio strumento, e in quel momento mi sembrò la creatura più meravigliosa che avessi mai visto nella mia vita."

Friedrich si posizionò per suonare.
-"Ecco, glielo faccio sentire."

Era un pezzo leggero e ritmato, ma al contempo malinconico. Durò poco, forse poco più di un minuto, ma Marie rimase incantata, fissando quelle dita che viaggiavano sullo strumento.
Finito il pezzo, Friedrich ridacchiò.
-"Ha proprio la stessa espressione che aveva la prima volta che ci incontrammo."

Marie era agitata e confusa. Le continuavano a balzare in mente dei ricordi offuscati, ma che non le sembravano suoi.
-"Io... come posso credere a questa storia? Forse sono soltanto pazza..."
Borbottò con la voce tremante.
-"Lei non è pazza, mia cara. E la storia non è ancora finita qui. Mi sono mostrato soltanto adesso perché il mio tempo in questa forma temporanea sta per scadere, e voglio che lei sappia tutto prima di allora.
Dopo quel primo incontro, noi due ci innamorammo immediatamente; una passione travolgente, che ci portò a sposarci dopo poco più di due mesi. Come avrà intuito, io sono tedesco, ma decisi di stabilirmi con lei a Dijon per non separarla dalla sua famiglia. Sembrava essere tutto perfetto, la nostra vita per un periodo di tempo è stata idilliaca. Ma disgraziatamente, lei cominciò a soffrire di un morbo, un morbo che all'epoca era incurabile.
Girovagai per tutta la Francia e la Germania, e arrivai persino in Inghilterra, per cercare una cura per la sua malattia, mi rivolsi ai dottori più rinomati, ma nessuno seppe trovare una cura. E sfortuna volle, che poco prima che il suo morbo venisse alla luce, noi decidemmo di avere un figlio, per cui lei si trovò anche incinta."
Friedrich si interruppe per un istante, schiarandosi la voce e assumendo un tono più cupo.
-"...A quel punto, mia amata, dimostratesi tutte le cure inutili, decisi di restare insieme a lei per tutto il tempo.
Stavo seduto lì tutto il giorno, accanto al letto, e cercavo di darle un po' di sollievo con la mia chitarra. Ricordo che ogni sera ero solito suonare ninne per il nascituro, e riuscivo a donarle un sorriso, seppur straziato dal dolore."
Si tolse il cappello, poggiandoselo sulle gambe, e incrociò le dita sopra di esso.
-"Lei morì, Marie. Marie Kestner è morta il 23 Dicembre 1899, e insieme a lei il piccolo Franz, ancora nel suo grembo."

Marie era stata a sentire muta per tutto il tempo, ma adesso delle forti emozioni la stavano assalendo. Non riusciva a spiegarsi com'era possibile: lei ricordava tutto, adesso ricordava con chiarezza.
-"Ma come... com'è possibile tutto ciò? Com'è possibile che adesso io sia in vita?"
Adesso delle lacrime cominciavano a rigare il bel viso di Marie.

-"Deve sapere, mia bella, che anche io morì 2 giorni appresso. Morì, ma per mia volontà. Partecipai al suo funerale col cuore straziato, le immagini di lei continuavano a presentarsi alla mia mente, ad ogni minuto, ad ogni secondo. Io non ne potei più. L'unica uscita che vedevo da tutto ciò era la morte. Con ancora indosso gli abiti da funerale, andai a casa per prendere la mia chitarra, non so perché lo feci, forse perché sentivo che quello strumento era una cosa che ci legava, era l'oggetto più caro a me e a lei. Dopodiché andai al dirupo più alto che conoscessi, ce n'erano molti a Dijon. Mi lasciai precipitare nel vuoto, insieme alla vecchia chitarra. È per questo che mi vede vestito tutto di nero."
Ma nonostante la tristezza del racconto, adesso comparve un piccolo sorriso sulle labbra di Friedrich.
-"Ma non è ancora finita qui. Poiché, nonostante fossi sicuro di essere morto, io mi risvegliai ancora una volta.

Mi risvegliai assonnato, proprio come se avessi appena terminato un lungo sonno. Vidi delle strane persone. Erano di un colorito esageratamente candido, ma soprattutto non erano dotate nè di bocca, nè di occhi, nè di naso, ed erano vestite con degli strani indumenti bianchi. Una di queste si avvicinò a me, e mi consegnò un foglietto: 'Sappiamo che lei è morto suicida, ma con un forte desiderio: il desiderio che sua moglie avesse potuto vivere in un'epoca dove sarebbe stato possibile curare il suo morbo, e di poterla rivedere, non importa in che modo, anche solo per un tempo limitato, ma sana e felice. Abbiamo pertanto deciso di far avverare questo suo desiderio, e Marie Kestner rivivrà. Sarà concesso a lei, Friedrich Sebastian Voigt, di rivivere, sotto forma non umana e visibile dalla sola Marie Kestner, per un tempo di 29 anni e 216 giorni, esattamente il tempo vitale di Marie nella sua vita precedente.'"

  
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