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Autore: frames    31/08/2013    14 recensioni
«E se potessimo rimanere giovani per sempre? Se esistesse il modo di far invecchiare una foto al posto tuo, proprio come succede nel Ritratto di Dorian Grey, tu che faresti? Se ti proponessero di rinunciare alla vecchiaia, alle responsabilità, ai figli, ai nipoti, alle abitudini, alla stanchezza fisica per rimanere bloccato a 18 anni, tu accetteresti? Io si, cazzo se lo farei. Amo la mia vita, anche se è un casino, anche se mi viene il mal di testa a pensarci. Dovremmo rinunciare a tutto questo, dimenticare queste sensazioni, per diventare le madri e i padri di qualcuno? No, grazie. Se potessi fermerei il tempo in questo istante. La spiaggia, il rumore delle onde in lontananza, la testa leggera a causa dell’alcool, la brezza che fa muovere i tuoi capelli, il cielo infinito sopra di noi. Venderei l’anima pur di rimanere giovane, giovane per sempre. E tu?»
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo II

 
Mancava poco al tramonto, gli ultimi deboli raggi di sole che entravano dalla finestra di quell’appartamento al secondo piano si riflettevano sulla piccola sfera specchiata che pendeva dal soffitto e che ruotando stava creando dei vivaci giochi di luce, le ombre sembravano rincorrersi sulle pareti dando vita ad una danza ipnotica.
Disseminati in giro per la stanza c’erano ancora molti scatoloni imballati, l’ambiente era spazioso ma per il momento era stato ammobiliato soltanto da una grande scrivania bianca posta proprio sotto l’unica finestra, un armadio dello stesso colore in cui erano stati sistemati la maggior parte dei vestiti e infine un letto alla francese accostato alla parete più ampia.
Megan se ne stava distesa sottosopra sul piumone bianco con le esili gambe sollevate accanto al muro, con entrambe le mani teneva premute sulle orecchie le cuffie enormi da cui proveniva il ritmo martellante di una canzone, musica che Meg sembrava volesse racchiudere tutta nella propria testa, con il volume talmente alto da impedirle di sentire persino i suoi stessi pensieri.
Anche il secondo giorno di scuola era passato, per quanto fosse stato possibile quella mattina aveva cercato di evitare tutti, solo Liam era riuscito a passarle un bigliettino durante l’ora di trigonometria in cui le ricordava della festa di quella sera alla quale Megan però non aveva alcuna intenzione di andare.
C’erano almeno tre motivi per cui aveva giurato a sé stessa che non avrebbe messo piede in casa Payne quella sera: primo, conosceva bene i suoi limiti.
Non aveva mai avuto degli amici veri, di solito le risultava difficile socializzare ed aprirsi con le persone, si sentiva sempre diversa ed incompresa dovunque si trovasse quindi tendeva ad isolarsi, a restarsene in disparte.
Durante la pausa pranzo quel giorno si era nascosta in giardino per non essere trovata ma aveva casualmente incrociato lo sguardo di Zayn che come lei stava fumando una sigaretta.
Il moro, in piedi appoggiato al muro esterno della caffetteria, non si avvicinò né fece alcun cenno con la testa per salutarla, si limitò a fissarla per tutto il tempo con quei suoi occhi magnetici da cui era difficile distogliere l’attenzione.
Quello era decisamente il secondo motivo per cui non voleva uscire quella sera, non poteva negare che quel ragazzo l’avesse incuriosita sin dal primo momento in cui l’aveva visto ma in quel periodo particolare della sua vita non poteva permettersi di lasciarsi coinvolgere da qualcosa di simile.
L’ultima volta era finita davvero male.
Infine, non intendeva rivedere quella stronza di Valerie fuori dall’orario scolastico.
Assorta dai pensieri e dalla musica non si accorse che la porta della sua camera era stata spalancata e sua madre, Holly e la stessa Valerie entrarono.
«Tesoro, ci sono qui le tue amiche» annunciò ad alta voce Mrs. Wood richiamando l’attenzione della figlia che quando riaprì gli occhi e riconobbe le intruse si affrettò a posare le cuffie accanto al notebook al quale erano collegate e si girò sul letto.
«Che ci fate qui?» chiese Meg visibilmente confusa, aveva un espressione sul viso mista tra il terrore e lo stupore per niente accogliente.
«Siamo passate per chiederti se volessi accompagnarci a fare shopping per la festa di stasera, tua madre è stata così gentile da farci entrare!» rispose con voce melliflua Valerie avvicinandosi e stampando un bacio sulla guancia a Megan come se fossero due amiche di vecchia data, Holly la imitò a breve distanza.
«Non sapevo avessi intenzione di andare ad una festa Megan» disse sua madre rivolgendole uno sguardo severo e ricominciando a parlare senza lasciarle il tempo di controbattere «Ma se ci vengono anche le tue amiche allora puoi andarci. Perchè non mi hai parlato di queste due adorabili ragazze? Sono contenta che tu abbia subito stretto delle amicizie, stavo giusto raccontando loro quanto è stato difficile per te lasciare Bristol..» continuò mite Mrs. Wood mentre appoggiava delicatamente sulla scrivania un vassoio d’argento contenente una caraffa di succo di mela e tre bicchieri.
Udendo l’ultima frase Megan impallidì, immediatamente si alzò dal letto e quasi trascinandola fuori lei stessa pregò la madre di seguirla fuori dalla camera.
«Cosa gli hai raccontato? Non gli avrai mica detto tutto quello che è successo?»chiese Meg scossa chiudendosi la porta della sua camera alle spalle e raggiungendo la madre che se ne stava ferma con le braccia incrociate e appoggiata al passamani in legno delle scale.
«No, ma figurati! Ci siamo trasferiti qui per lasciarci alle spalle il passato, non manderei mai tutto all’aria»controbatté la donna che sembrava quasi offesa dalla domanda che sua figlia le aveva appena posto.
«Non andrò a quella festa comunque, non conosco nessuno» tagliò corto Meg facendo per ritornare nella sua camera quando sua madre le afferrò un braccio e la costrinse a voltarsi di nuovo.
«Prima di partire mi hai detto che volevi una vita nuova, vuoi davvero ricominciare Megan? Stasera vai a quella festa e cerca di inserirti, per una volta!» le ordinò la donna, quando assumeva quell’espressione accigliata le si evidenziavano le rughe leggere che si stavano formavano sulla fronte.
Dietro quell’immagine di affabile padrona di casa Caroline Wood nascondeva la sua mania per la perfezione. Era una donna tenace, dedita alla famiglia, la cui preoccupazione principale negli ultimi diciotto anni era stata quella di creare una prospettiva di vita ideale per la sua unica figlia, Megan.
Insieme a suo marito, direttore di alcune filiali di una nota banca inglese,  aveva provveduto alla sua educazione facendole frequentare le scuole più prestigiose e controllando la sua vita passo dopo passo.
Se fino a qualche anno prima, però, Megan aveva impersonificato la figlia modello da qualche tempo era cambiata, deludendo tutte le aspettative dei genitori.
Mrs. Wood era una donna rigida e decisa e sua figlia aveva ereditato la sua testardaggine proprio da lei.
La bionda si spostò esasperata i capelli dal viso e respirando profondamente rientrò nella sua camera, doveva pensare ad un modo per mandare via le sue ospiti indesiderate.
Valerie teneva il notebook nero sulle gambe e sembrava concentrata a leggere qualcosa, appena vide Megan spuntare abbassò lo schermo e posò il pc sul letto frettolosamente.
«Stavo controllando la nuova collezione di Forever21, allora siete pronte per lo shopping?» annunciò entusiasta con un sorriso solare che le addolciva i lineamenti e la faceva sembrare totalmente diversa dalla persona aggressiva e crudele che si era presentata il giorno prima.
«Si, devo assolutamente comprare un nuovo vestito, stasera voglio sorprendere Harry» affermò sognante Holly che stava curiosando per la camera di Meg come una bambina in un negozio di caramelle.
«Cerca di non fargli venire un infarto tesoro, non è abituato!» disse Valerie sarcastica mentre trafficava con la sua borsa nera.
«Ehm..ecco, veramente…» esordì Megan passando in rassegna nella sua testa tutte le possibili scuse che poteva inventare per liberarsi di loro ma si interruppe quando vide Valerie estrarre dalla borsa quella che sembrava essere una fiaschetta in acciaio scuro.
«Cos’è quella?» chiese titubante Megan guardando la mora che tranquillamente si era avvicinata al succo di mela e ci stava versando il contenuto della fiaschetta.
«Vodka!» rispose disinvolta Holly scrollando le spalle come se fosse abituata a quel genere di cose, poco prima di piazzarle un bicchiere pieno in mano.
«Allora ci stai o no?» chiese Valerie con un sorriso irriverente facendo scontrare rumorosamente i loro bicchieri.   
Megan fissò il liquido giallognolo dal quale proveniva un forte odore di alcool e si ricordò delle sue nottate a Bristol, dei locali piccoli e male illuminati, della musica alta, delle centinaia di persone che ballavano strette sulla pista, della sensazione di libertà che provava ogni volta che si ritrovava a scappare lì.
Guardò di nuovo il volto di Valerie che con il suo bicchiere a mezz’aria la fissava interrogativa e Holly che intanto aveva già bevuto il suo e stava per versarsene dell’altro.
Quanto potevano essere male quelle due infondo?
 Erano indubbiamente diverse da Megan, i loro outfit impeccabili non c’entravano niente con le felpe larghe e le scarpe da skater di Meg, come lei stessa aveva potuto capire in solo due giorni la popolarità di Valerie e Holly in tutta la scuola era incontrastata mentre lei era più il tipo di ragazza che nessuno notava a mensa. Loro erano abituate ad andare alle feste degli amici ogni fine settimana mentre lei preferiva starsene a casa a fumare un paio di pacchetti di sigarette in solitaria ascoltando musica scadente o quando usciva andava in posti dove nessuno la conosceva e si fingeva qualcun altro conscia del fatto che quelle come lei non erano adatte a quei posti. 
Eppure per quanto le loro vite perfette le sembrassero così lontane dalla sua difettosa e disfunzionale in quel momento quelle due ragazze le parvero come l’occasione che aveva chiesto per ricominciare.
Megan avvicinò il bicchiere alle labbra e lo bevve tutto in un sorso venendo accolta da un applauso divertito delle altre due, ci vollero pochi istanti prima che la gola le cominciasse a bruciare per il sapore forte della bevanda e l’euforia per il momento prendesse il posto di qualsiasi altro tipo di sentimento.
Dopo un quarto d’ora uscirono dalla metropolitana di Oxford Circus ritrovandosi travolte dalla folla che contraddistingueva l’incrocio, ormai brille si ritrovarono a correre mano nella mano un po’ per sorreggersi a vicenda e un po’ per non perdersi nel flusso dei passanti che si scansavano, alcuni infastiditi altri divertiti dalla scena.
Le tre ridevano a perdifiato non ricordando neppure il motivo per cui avevano cominciato, Megan si sentiva leggera e stranamente felice, nessuno dei pensieri che fino a poco prima le affollava la mente sembrava sfiorarla.
All’angolo della strada due ragazzi di colore che suonavano a ritmo sfrenato dei tamburi africani avevano attirato l’attenzione di un gruppetto di persone, alcuni turisti scattavano foto,altri si limitavano a sorridere e mantenere il ritmo con il piede.
Holly trascinando le sue amiche si insinuò tra la folla fino ad arrivare nello spazio libero davanti ai suonatori al centro del cerchio di curiosi e cominciò a ballare seguita dalle altre due, saltellavano scatenate ed elettrizzate senza neppure rendersi conto che tutti gli occhi fossero su di loro.
Solo più tardi entrarono da Forever21, un enorme negozio su due piani pieno zeppo di vestiti e accessori di ogni tipo, Megan si guardò intorno stupita: non aveva mai fatto shopping.
Valerie e Holly si fiondarono a cercare vestiti per quella sera sparendo dalla visuale di Meg che si limitò a sfiorare i tessuti di alcuni maglioni che erano piegati in delle pile perfette.
Quando ricomparvero Holly era quasi del tutto coperta da un catasta di vestiti che aveva tra le braccia mentre Valerie aveva preso solo una collana e degli anelli.
«Stupenda quella collana!» pronunciò Holly una volta arrivate nei camerini e aver riversato tutti i vestiti su un tavolino basso che c’era proprio accanto allo specchio frontale.
«Lo so» ripose secca Valerie riferita alla collana voluminosa con uno stormo di rondini in bronzo che aveva in mano, si guardò intorno assicurandosi che non ci fosse nessuno e dopo aver controllato che le telecamere di sicurezza fossero puntate altrove infilò la collana nella borsetta di pelle nera che portava a tracolla.
«Cosa hai intenzione di fare?» le chiese Megan sbalordita, Valerie aveva rimosso il cartoncino sul quale c’era il dispositivo elettronico di sicurezza velocemente, sembrava che sapesse già come romperlo.
«Non capisco a cosa ti riferisci! Comincia a provare questo piuttosto, tesoro!»  disse Valerie lanciando tra le braccia di Megan un vestitino color porpora  che quest’ultima si rigirò varie volte tra le mani prima di capire quale fosse il verso giusto.
«Io non voglio comprare niente» chiarì Megan provando a restituire il vestito a Valerie che però si limitò a guardarla di traverso per qualche istante.
«E cosa hai intenzione di mettere stasera? Dei jeans?» domandò retorica prima di voltarsi e scuotere la testa alla vista di Holly che uscì dal camerino indossando un orrendo vestito di seta con una fantasia tribale rosa e gialla.
«Ma questo non è il mio genere!» ribatté Megan rigirandosi il vestito tra le mani, la stoffa era morbida e il colore era vivace, eppure era uno di quei vestiti che non avrebbe mai neppure considerato di indossare.
«Ma è il genere che piace ai ragazzi, più è corto meglio è! Dio santo, devo insegnartele io queste cose Megan?» disse Valerie spronandola a sfilarsi il parka verde militare e spingendola nel camerino accanto a Holly.
«Non mi interessa dei ragazzi» confessò la bionda da dietro la tenda del camerino mentre si faceva passare la t-shirt grigia dalla testa, aveva capito che sarebbe stato più facile accontentare Valerie che continuare a contraddirla.
«Sei lesbica?» chiese spontanea Holly dalla cabina accanto, scatenando le risate di Valerie divertita dalla disinvoltura con cui la sua migliore amica aveva posto la domanda.
«No…no, per niente» si affrettò a chiarire Megan con il fiatone dovendo saltellare per riuscire a togliersi i jeans rimanendo in piedi.
«Allora che ne pensi dei ragazzi della nostra scuola? Che ne dici di Liam o Zayn?» aggiunse Valerie civettuola, mentre aspettava la risposta della diretta interessata aveva infilato circospetta i tre anelli che aveva preso poco prima dallo stand nella tasca della giacca di Megan, la sua attenzione però venne catturata dal cellulare che giaceva sul fondo.
«E di Niall?!» esordì Holly illuminandosi mentre usciva dal camerino indossando un vestito blu elettrico che era decisamente troppo aderente per le sue forme generose.
 «Niall? Quando mai quello psicopatico è mai piaciuto a qualcuna? L’unica donna che potrebbe frequentare è la professoressa Rickman!» disse Valerie incenerendo con lo sguardo l’amica sia per l’alta considerazione che aveva di Horan sia per l’outfit che indossava.
«Niall non è uno psicopatico..è solo particolare» precisò Holly mentre veniva rimandata nel camerino per l’ennesima volta da Valerie.
«Santo cielo Megan, che tipo di ragazzo ti piace? Com’era l’ultimo con cui sei stata?» chiese esasperata Val cercando di strappare qualche confidenza a quella ragazza che sembrava così chiusa.
Proprio in quel momento Meg spalancò la tenda del camerino presentandosi con il tubino color porpora che la fasciava in modo delizioso, sentendo lo sguardo di Valerie che la valutava si spostò i capelli biondi avanti facendoli cadere sul petto e alzò gli occhi verdi solo quando la mora pronunciò il suo giudizio.
«Splendida, quelle gambe sembrano proprio gridare “scopami”» affermò con enfasi tornando a sedersi sul carrello per i vestiti che evidentemente qualcun altro aveva scartato.
Megan scoppiò a ridere, quel complimento era tanto stravagante quanto la persona dalla quale proveniva.
Rientrata nel camerino si guardò allo specchio per qualche istante: quel colore indubbiamente le donava molto, si sentiva sexy e sicura di sé in quell'abito e ciò non le capitava spesso.
Se quella sera si sarebbe presentata alla festa non poteva farlo nelle vesti dell'anonima ragazza che era sempre stata, non sarebbe rimasta ai limiti della pista ad osservare gli altri divertirsi.
Per una volta poteva buttarsi al centro della mischia, ballare fino a sentire male ai piedi e non nascondersi più.
Intanto fuori dopo aver approvato anche il semplice vestito verde acqua di Holly, Valerie era ben determinata a procurarsi le informazioni che cercava,ripescò il cellulare della mora dalla sua giacca e cominciò a curiosarci.
Le bastarono pochi minuti, quando Megan e Holly uscirono porse loro giacche e borse e si avviarono insieme alle casse per pagare alcune delle cose che avevano preso.
Con le buste piene e impazienti più di indossare i vestiti nuovi che per la festa di quella sera le ragazze erano pronte per tornare a casa, qualche instante prima di attraversare le porte del negozio che davano sulla strada Valerie si fermò di scatto e in un sussurro appena percepibile disse «Al mio tre…scappate!»
Megan si rese conto di cosa stesse succedendo solo quando l’allarme del negozio cominciò a suonare all’impazzata, alcune guardie vestite di nero si avvicinarono e lei fu trascinata via dalle sue amiche che avevano ripreso a correre e ridere come matte.
 
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ed eccoci con il secondo capitolo!
qui vediamo solo Megan, Valerie e Holly che cominciano a conoscersi, non c'è tantissima azione, lo scopo di questi capitoli iniziali è proprio quello di farvi capire più possibile i caratteri e i modi di fare di ogni personaggio!
Valerie avrà lasciato da parte la diffidenza con cui aveva accolto Megan il giorno prima? Qual'è il segreto che Megan nasconde?
Lo scopriremo nelle prossime puntate AHAHAHAHAHA
alla fine di ogni capitolo mi piace lasciare una gif che può riferirsi ad un momento del capitolo, questa volta vediamo una Freya Mavor (che da il volto a Megan) pensierosa, ovvero l'inizio del capitolo.
spero vi piaccia il capitolo, fatemi sapere come sempre con una recensione.
intanto vorrei ringraziare tutti coloro che hanno recensito, messo tra le preferite/ricordate/seguite la mia fan fiction...significa davvero tantissimo per me!
alla prossima,
baci xx
ila


 
  
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