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Autore: BrendaLeeJ    31/08/2013    1 recensioni
Sono le 19.15 di un Sabato sera indefinito di Giugno, è una sera afosa in cui gli odori di campi adibiti a risaie inebriano prepotentemente l'aria con il loro intenso e pungente profumo di terra bagnata; una strada provinciale semi deserta si stende per chilometri nel panorama agricolo adornata ai margini da graminacee dorate e papaveri spontanei, alterna tratti con piccoli paesi a tratti con grandi distese di terra coltivata. Una vecchia Panda nera sfreccia solitaria su una corsia in direzione Centro Provincia, dal finestrino abbassato dell'autista proviene a tutto volume una canzone dei Nirvana: “Smells like teen spirit”. Al volante una giovane ragazza, Felicity Greco, guida assorta, occupata a sostenere un silenzioso dialogo interiore con se stessa.
Genere: Drammatico, Generale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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2. Frammenti
 

Sono le 19.15 di un Sabato sera indefinito di Giugno, è una sera afosa in cui gli odori di campi adibiti a risaie inebriano prepotentemente l'aria con il loro intenso e pungente profumo di terra bagnata; una strada provinciale semi deserta si stende per chilometri nel panorama agricolo, adornata ai margini da graminacee dorate e papaveri spontanei, alternando tratti con piccoli paesi a tratti con grandi distese di terra coltivata. Una vecchia Panda nera sfreccia solitaria su una corsia in direzione Centro Provincia, dal finestrino abbassato dell'autista proviene a tutto volume una canzone dei Nirvana: “Smells like teen spirit”. Al volante una giovane ragazza, Felicity Greco, guida assorta, occupata a sostenere un silenzioso dialogo interiore con se stessa.
 
Felicity ha 25 anni, è sempre stata una ragazza formosa e robusta, alta quanto basta per essere considerata nella media. Ad incorniciarle il viso ed il busto dei lunghissimi ed arruffati capelli mossi, oramai le arrivavano fin sopra il sedere; aveva deciso di non tagliarli più da quando si era trasferita in quelle zone, sette anni prima, e benché li avesse portati sempre molto lunghi in breve tempo era riuscita a battere ogni suo precedente record. 
Quattordici anni prima era entrata in una casa famiglia chiamata “L'Arcobaleno”, dopo che il padre era stato arrestato per l'omicidio di sua madre e i suoi nonni materni, i paterni li aveva persi da tempo, si erano rifiutati di prendere in casa la “figlia dell'assassino”. Non fu semplice superare il trauma, ci vollero ben 3 anni prima che riuscisse a farsi aiutare dallo psicologo ed accettasse di condividere la propria esistenza con gli altri ragazzi della casa. Marco era uno di quelli, arrivato all'Arcobaleno dopo un travagliato tentativo di adozione andato a male; non le aveva mai raccontato del tutto la sua storia ma la cosa che più l'aveva colpita è come Marco sembrasse sempre il ragazzino più sereno del mondo pur avendo alle spalle una storia che non doveva poi essere così felice. Alla fine Felicity riuscì ad integrarsi, con non poche difficoltà, e strinse proprio con Marco una solida amicizia. L'unico in quella casa a comportarsi come se quella situazione abitativa fosse normale, l'unico a trattarla come una ragazzina qualunque della sua età e l'unico a trovare sempre il lato positivo e divertente di ogni cosa. Nulla riusciva ad abbattere la sua travolgente voglia di vita e quell'aspetto di Marco infondeva in lei un grande senso di pace perché al suo fianco, poteva esserne sicura, nulla sarebbe mai stato troppo difficile da affrontare. Aveva due anni in più di lei e la prese sotto la sua ala come fosse un fratello maggiore, fu difficile accettare che se ne andasse dalla casa quando compì 18 anni, ma le aveva promesso che sarebbe tornato a prenderla e così, quando anche Felicity spense 18 candeline sulla sua torta di compleanno, Marco tornò all'Arcobaleno e la portò con se in quella grande città.

Felicity spinse il freno, scalò la marcia e fece rallentare la macchina pochi metri prima di una rotonda. Aveva passato tutta la giornata a cercare di stendere un articolo per il Magazine on-line per cui lavorava, ogni tanto correggeva anche le bozze dei colleghi, non guadagnava molto ma al momento era l'unica occupazione che aveva trovato e che le consentisse di coprire tutte le spese. Quando poteva si prestava Freelance anche per altre piccole testate, arrotondando qua e la a fine mese. Amava scrivere, poteva chiudersi nel suo piccolo mondo a riflettere con tutta la calma di cui aveva bisogno e poi le piaceva lavorare da casa, non essere obbligata ogni giorno a dover avere a che fare con altre persone. Non le pesava quel lavoro, era brava con le parole quando si trattava di scriverle, in più le permetteva di ritagliarsi del tempo per occuparsi del suo recente progetto: la stesura di un racconto. Al momento era ancora ferma all'apertura del foglio di word, aveva scelto solo il titolo e rimaneva ore davanti allo schermo a scrivere pagine che, a fine giornata, cancellava completamente. Ciononostante Felicity non si scoraggiava, prima o poi ce l'avrebbe fatta ed era ogni volta un piacere nuovo iniziare una storia diversa. Avrebbe trovato l'ispirazione, l'aspettava senza ansia godendosi quella sua piccola libertà di reinventare ogni giorno fatti e persone.

 
La Panda nera entrò in città imboccando la strada che portava in centro, superò palazzi e semafori e si diresse verso il ponte per raggiungere la zona abitativa più esterna. Arrivò infine all'altezza di un piccolo parcheggio pieno di macchine.
Speriamo di trovare posto, maledizione!”
Felicity svoltò all'interno e rallentò, scorse infondo un posto libero e accelerò violentemente per non farselo rubare.
Si cazzo!” entusiasta, non le andava di farsela a piedi dall'altro parcheggio.
Tirò su il finestrino, spense lo stereo dell'auto e girò la chiave.
Arrivata.”
Di fianco a dove aveva lasciato la macchina lampeggiava un insegna dall'illuminazione neon fluo che recitava: “The Brake, dal 1980”. Tolse la chiave dal quadro e prese la borsa che aveva lasciato appoggiata sul sedile del passeggero, aprì la portiera e scese dell'auto richiudendola dietro di sé. Schiacciò il pulsante sulla chiave e il doppio lampeggiare delle quattro frecce l'avvisò della messa in sicurezza dell'abitacolo.
Coraggio.”
Si mise la borsa sulla spalla e si incamminò verso l'entrata in legno del Pub, fuori gruppi di ragazzi ridevano e fumavano divertiti scambiandosi battute e confidenze. Arrivata alla porta afferrò la maniglia, ed entrò.
  
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