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Autore: britishdreams    31/08/2013    3 recensioni
La storia non è una mia idea, è solo una traduzione fedele all'originale.
Lui non sapeva che Louis si trovava lì. Nemmeno Louis era sicuro del motivo per cui era lì. Ma cosa può fare quando vede un ragazzo senzatetto in un vicolo buio?
Larry Stylinson.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo tre.
Appena Harry uscì dal bagno, Louis si alzò dal suo posto.
"Hey Harry, siediti, cosa vuoi da bere? Tè? Caffè?" si rivolse verso il più giovane, conducendolo verso il divano su cui era seduto Josh, e Harry si lasciò cadere tra due cuscini, fissando attentamente lo sconosciuto dai capelli scuri, prima di fare un cenno verso Niall e poi finalmente posare i suoi occhi verdi sul viso di Louis.
"Mi basta solo una tazza di tè, grazie." mormorò, e sia lui che Louis arrossirono, facendo un po' sbuffare il ragazzo irlandese, che si versò del tè sulla sua polo e imprecò ad alta voce - il che fece ridacchiare Josh, e prima che se ne rendessero conto, tutti e quattro stavano ridendo per la maglia bagnata di Niall.
Allora i ragazzi si sedettero, Harry si rimboccò una coperta che si trovava in un angolo del divano; Louis era al suo fianco, la sua mano accarezzava distrattamente il ginocchio di Harry; Niall sul pavimento, la sua testa tra le ginocchia di Louis e le sue gambe stese sul grembo di Josh, le tazze di tè caldo tra le loro mani e le due scatole di pizza sul tavolino. Passò un'ora, due, tre, e poi quattro, e Niall si alzò dalla sua posizione comoda, stiracchiandosi.
"Bene, uhm, suppongo che sia meglio se vada. Josh-"
Josh annuì, sbadigliando rumorosamente e seguendo Niall fuori dal soggiorno, i due ragazzi urlarono dei saluti ai loro due amici, stesi pigramente sul divano.
"Ci vediamo domani, Lou." disse Niall prima di mettersi il cappotto, e si udirono delle risatine soffocate provenienti dal corridoio, poi la porta fu chiusa.
Louis si mosse un po', girando la testa per vedere Harry, che lo stava già guardando, i suoi occhi spalancati, i suoi ricci ancora umidi dalla doccia, le sue guance rosse. Deve essere la temperatura, pensò Louis, perchè fa abbastanza caldo, dopotutto. Questo è ciò che pensa Louis comunque, finchè gli occhi di Harry si spostarono in basso verso le mani appoggiate sul suo grembo.
"Hey, Harry?"
"Mmh?" Harry mormorò appena, e quando si accorse che Louis non diceva nulla, alzò lo sguardo. "E' meglio che vada, immagino. Gli altri due se ne sono andati, e-"
"Tu cosa?" esclamò Louis, scuotendo la testa. Poi ridacchiò nervosamente. "Neanche per sogno, non andrai da nessuna parte! Guarda quanto fa freddo fuori, e siamo nel bel mezzo della notte. Comunque, fammi vedere le tue costole, devono far abbastanza male-"
"Cosa? No!" Gli occhi di Harry si spalancarono. "Devo andare, Louis, e sono abituato al freddo. Sul serio, non preoccuparti." disse, iniziando a togliersi la coperta di dosso, ma fallì miseramente, visto che Louis lo spinse nuovamente sul divano e la sua testa si posò con un tonfo sul cuscino morbido.
"Scusa, io... Scusa!" balbettò Louis, prima di prendere un respiro. "Non te ne andrai, Harry. Nessuna possibilità."
Harry annuì, perchè era spaventato. A Louis importava di lui, giusto? A lui seriamente, realmente importava, e Harry non aveva idea del perchè. Era uno sconosciuto. Solo uno sconosciuto. Cosa farebbe Louis se lui non ubbidisse? Harry arricciò il naso e strizzò gli occhi, scuotendo leggermente la testa. Gli farebbe del male. Questo è quello che tutti fanno.
"Harry, mi dispiace, davvero, tesoro, scusa per averti parlato in modo brusco. Non voglio che tu te ne vada."
"Sono stato qui solo per quattro ore," Harry fece un respiro e poi singhiozzò. "perchè ti preoccupi per me? A nessuno è mai importato."
"A me importa." disse Louis, avvicinandosi a Harry, le loro gambe si toccavano, un cipiglio si formò sul viso del ragazzo. "Tu sei qualcosa, Harry."
"Sono qualcosa che in un senzatetto, sporco-"
"No, sei un bel - hey, tu non sei sporco, hai appena fatto la doccia." notò Louis sogghignando, alzando l'indice in aria e Harry arrossì perchè Louis aveva appena detto che era bello, vero? Harry lo guardò per un momento o due, completamente immobile, lo stava solo guardando.
Louis ricambiò lo sguardo. Harry sembrava diverso ora che era ripulito, le tracce scure di qualcosa erano sparite dalla sua faccia, i suoi denti erano spazzolati e belli e bianchi e i suoi ricci color cioccolato erano asciutti, e ricadevano sulla sua fronte, sui suoi occhi, intorno alla sua testa, leggermente in disordine. Louis rabbrividì.
"Anche tu sei bello." disse Harry, sorridendo.
"Grazie."
Entrambi guardarono a terra, e Louis diede un'occhiata al braccio destro di Harry. C'era un lungo livido, alcuni tagli, alcuni più profondi degli altri - niente di serio. O almeno, lui sperava questo.
"Ehm, dormo sul divano? Perchè sono un po' stanco, e non voglio essere invadente, ma-"
Louis balzò subito in piedi, togliendo via le briciole di pizza e annuendo. "Sì, metto in ordine, va bene? Aspetta qui."
"Lavo i piatti." disse Harry, gli occhi rivolti verso le quattro tazze e i piatti sul tavolo.
"Non devi."
"Io voglio."
Louis scrollò le spalle, mentre usciva dalla stanza, i suoi calzini morbidi scivolavano sul pavimento di legno. Si fermò per un secondo, girandosi a guardare Harry che scendeva dal divano, piegando la coperta prima di posarla su una poltrona, per poi dirigersi verso il tavolino. Qualcosa si agitò nel cuore di Louis e pensò di avere delle farfalle dalle ali colorate nel suo stomaco, finchè uscì dallo stordimento, poi aprì la porta dell'armadietto in cerca di una coperta, o due, o forse tre, e due soffici cuscini, prima di portarli nel soggiorno, dove Harry avrebbe passato la notte. Louis sperava in questo.
E poi il cellulare suonò, proprio mentre stava spiegando le coperte.
"Hey amico!" parlò Louis al cellulare che manteneva con la spalla, mentre faceva cadere i cuscini sul divano.
La risata di un ragazzo e quella di un altro ancora risuonò nel telefono e Louis ridacchiò. "Come va Lou? Non ci sentiamo da un sacco di tempo!"
Dopo Harry zoppicò nella stanza, appoggiato alla parte sinistra, con una mano strofinava il suo fianco ferito mentre guardava su per incontrare gli occhi di Louis.
"Sì, sì. Allora, come va, Zayn?" rispose Louis, picchiettando lo spazio vicino al suo, invitando Harry a raggiungerlo.
"Sto bene, grazie. Liam ti saluta."
Harry inciampò fino al divano, cadendo su di esso con un sospiro pesante, stringendo gli occhi. Questo era surreale, non hai gente che ti offre il proprio divano ogni giorno.
"Sì? Oh bene, digli che ricambio!" Louis parlò al telefono monotonicamente, mentre guardava attentamente Harry che aveva gli occhi fissi sullo schermo della piccola televisione. "Hey, amico, è  bello parlare con te e tutto, ma devo andare, ho tipo... ehm, ho un ospite." A queste parole Harry sorrise, uno dei suoi ricci cadde da dietro l'orecchio, dove era nascosto.
"Un ospite?" Louis poteva sentire appena una risata nella voce di Zayn. "Forse il buon vecchio Louis ha trovato un ragazzo?"
"No, Zayn, chiudi la tua boccaccia." sibilò Louis, per poi dare uno sguardo nervoso a Harry. Non ha sentito, grazie a dio.
"Va bene, principessa, rilassati. Ci vediamo domani, forse, sì?"
"Ti odio." Louis mormorò in risposta, Harry alzò un sopracciglio e appoggiò la sua testa sul bracciolo del divano, i suoi occhi ora guardavano intensamente Louis.
"Ti voglio bene anche io!" Zayn rise prima di chiudere. Zayn era eccezionale. Era uno dei suoi migliori amici, decisamente, insieme a Liam e Niall. Ma Niall era completamente diverso dagli altri due, a lui andava bene qualunque cosa facesse Louis, mentre Zayn era pronto a giudicare, a volte troppo duramente, senza che lui lo notasse. Liam era lì, in mezzo ai due perchè non gli importava sul serio su quello che faceva Louis, ma d'altronde era iperprotettivo. Troppo iperprotettivo.
"Era Zayn, uno dei miei amici." rispose Louis allo sguardo di Harry, e quest'ultimo annuì, tornando allo schermo della televisione. "Il tuo fianco sta meglio?"
"Il mio fianco?" Harry guardò verso il punto in cui si vedeva un livido sul suo fianco e la sua bocca formò una "o". "Oh, sì. Non sento niente. Non mi ha mai fatto male. Ho solo un po' di mal di testa."
"Che ne dici di un antidolorifico per quello allora?" offrì Louis e Harry non poteva che annuire.
Cinque minuti dopo Louis tornò nella stanza, tenendo due paracetamoli in una mano, e un bicchiere d'acqua nell'altra. "Ecco a te, ora vado a letto. Ti vedrò domani mattina, sicuro?"
Harry mormorò, annuendo leggermente, prima guardando Louis con i suoi grandi occhi vitrei e poi ingoiando le pillole e il cuore di Louis si agitò ancora una volta.
"Dormi bene, okay?"
Harry annuì. "Grazie, Louis. Seriamente, non dormo decentemente da, uh, un sacco di tempo. Davvero, questo significa molto per me."
"Di niente." Louis sorrise, prima di dare la buonanotte e poi andò nella sua stanza, esaltato per il giorno dopo perchè il ragazzo dai capelli ricci stava dormendo sul suo divano e lo avrebbe rivisto il mattino seguente. E questa è una buona ragione per saltare dalla felicità.


"Il fatto che c'è un ragazzo dai capelli ricci che dorme sul tuo divano è la causa per cui non hai dormito abbastanza?" chiese Niall, mentre Louis sbadigliava continuamente taburellando con le dita la tazza di tè che aveva tra le mani.
"Diciamo che sono andato a letto un po' tardi, va bene?"
Niall sospirò annuendo, mentre rigirava il pancake nella padella e sorrise quando notò il ragazzo assonnato inciampare nella cucina, strofinandosi gli occhi, i capelli completamente arruffati dal sonno. Louis si alzò dalla sedia, per poi afferrare il giovane e accompagnarlo verso una delle sedie, facendo sbuffare Niall.
"Può camminare, lo sai?"
Harry sogghignò, gli occhi socchiusi per il sonno e il sorriso sbilenco. Poi si girò verso Louis. "'Giorno."
"Giorno, riccio." rispose Louis, guardando il piatto di pancake che il ragazzo irlandese aveva posato davanti Harry. "Oggi usciamo."
"Hmm?" mormorò Harry, alzando gli occhi dalla tazza di Louis sul quale prima aveva fissato lo sguardo. "Davvero?"
"Sì, abbiamo bisogno di prenderti delle cose."
Gli occhi di Harry si spalancarono e scosse la testa. "Di cosa stai parlando?"
Louis si appoggiò allo schienale della sedia, aspettando pazientemente Niall che stava finendo di fare i pancake. "Vestiti, tutte queste cose, sai."
"Ma..." Harry si guardò le mani che erano poggiate sul tavolo. "Pensavo che-"
"Non pensare." mormorò Louis, agitando la mano, e Harry sospirò, annuendo.
"Potrei andarmene, in qualsiasi momento, lo sai?"
"Ma non lo farai." Louis aggrottò le sopracciglia. Non poteva costringere il ragazzo a fare delle cose, ovviamente. Ma Harry non voleva andarsene, era sicuro di questo. "La strada è un posto orribile per vivere."
"Sono abituato." disse Harry, e Louis notò che Harry diceva spesso quella frase. Fece spallucce.
"Nonostante questo, noi usciremo." affermò Louis, e Harry annuì, uno dei suoi ricci cadde davanti al suo occhio sinistro e Louis si sedette sulla sue mani, perchè se non lo avesse fatto sarebbe letteralmente saltato sul ragazzo per passare le mani tra i suoi ricci.
Niall piazzò il piatto davanti a Louis, e prese un pancake, dirigendosi verso il corridoio. "Io vado."
"Grazie per la colazione, amico." disse Louis. "Hai piani per oggi?"
"Di niente. Ah sì, esco con Josh, ve lo ricordate?"
Harry e Louis annuirono, entrambi si chinarono sul piatto quando Niall uscì dall'appartamento. Solo allora alzarono lo sguardo, i loro occhi si incontrarono e un bel rossore si diffuse sulle guance di Harry.


La prima cosa che fece Louis quando entrarono nel negozio di scarpe, fu farsi strada verso le Toms, e Harry lo seguì silenziosamente, i suoi occhi guardavano nervosamente verso gli scaffali pieni delle migliori scarpe di marca.
"Toms?" Louis si girò verso Harry, che aveva un leggero cipiglio sul viso e il maggiore rise. "Immagino di no. Quali scarpe vuoi? Non-"
Harry voleva disperatamente scegliere qualcosa ma non era lui a pagare, e non gli sembrava giusto far comprare delle cose a Louis. Così scrollò le spalle.
"Non renderai le cose più facili in questo modo." si lamentò Louis, e Harry rivolse gli occhi verso lo scaffare delle Converse. "Le Converse, Harry? Valle a prendere, ti aspetto qui."
Harry annuì, sospirando, e si costrinse a muoversi e a non essere così idiota, e Louis tornò alle sue preziose Toms.
"Hey, Lou." una voce troppo familiare parlò, facendo voltare Louis che rimase senza fiato, i suoi occhi si fermarono sul ragazzo dalla pelle olivastra, i suoi capelli neri alzati in un ciuffo, probabilmente aveva usato mezzo contenitore di lacca.
"Z-Zayn! Ciao, ciao amico." gridò Louis, i suoi occhi scattarono verso Harry, e poi di nuovo verso Zayn. "Cosa ci fai qui?"
"Shopping. Con Liam." Zayn fece un segno con la testa verso Liam che stava guardando uno scaffale con alcuni tipi di borse, e Louis annuì agitato. "Tu?"
"Ehm... Bene, io-"
"Prendo queste, Louis-" Harry si fermò improvvisamente, notando Zayn.
"Ciao! Chi è questo?" gli occhi giudicanti di Zayn esaminarono Harry, prima di girarsi verso Louis con uno sguardo indagatore.
"Um. Lui è Harry." Louis guardò Harry, che stava guardando entrambi i ragazzi, una scatola di Converse bianche tra le mani e i suoi occhi scuri, mentre fissava Zayn.
"Oh! E' quel ragazzo senzatetto? Louis, seriamente, non dovresti farlo avvicinare."
Louis ansimò, e Harry trasalì sotto il cappotto. Questo è ciò che era e sarà. Il ragazzo senzatetto. Sospirò, rannicchiandosi su sè stesso, gli occhi pizzicavano pericolosamente, delle voci nella sua testa gridavano contro di lui, e iniziò a tremare, avvolgendo le braccia attorno a sè. Questo successe finchè non sentì il braccio di Louis attorno alla sua vita, alcune voci soffocate, e Louis lo portò lontano da Zayn, lontano dal negozio di scarpe, e verso una panchina.
"Harry? Oh, Harry, piccolo." mugolò Louis, tirando il cappotto di Harry, tirandolo più vicino a sè, la testa del più giovane cadde sulla sua spalla, le loro braccia si avvolgevano a vicenda, e Harry singhiozzò. Singhiozzò sul serio, facendo uscire le lacrime dagli occhi che si riversarono lungo le guance, sulla soffice felpa di Louis, piccoli piagnucolii uscivano dalle sue labbra e il suo corpo tremava tra le braccia di Louis.
"Scusa-" Harry tirò sul col naso dopo alcuni minuti, cercando di allontanarsi, per poi essere tirato più vicino dal maggiore.
"Non devi scusarti. Mi dispiace. Non hai niente per cui scusarti." sussurrò Louis contro i suoi ricci. "Zayn è un coglione. Ignoralo."
Harry annuì, Louis lo fece finalmente allontanare dalla sua presa stretta, ma teneva le mani sotto il mento di Harry, constringendolo a guardarlo negli occhi. Il verde incontrava il blu. Il blu incontrava il verde.
"Va tutto bene, Harry, sì? Non farò succedere questa cosa di nuovo." il suo pollice scorreva lungo la guancia di Harry, asciugando una lacrima, e Harry annuì appena, mimando un grazie e Louis si chinò verso lui con le lacrime agli occhi. E' passato solo un giorno, e già una strana connessione lo attirava verso Harry, come se gli dicesse di non lasciarlo andare. Perchè Harry era qualcosa di speciale.
"Che ne dici di tornare a casa? Ti farò qualcosa da mangiare, ti potrai rannicchiare sul divano e potremo guardare la televisione stasera. Che ne dici?" mormorò ad Harry, e quest'ultimo sorrise e annuì.
"Grazie, Louis." sussurrò Harry sulla sua spalla, si abbracciarono ancora una volta, Louis lo fece alzare dalla panchina, e si avviarono verso la macchina.
"E quelle scarpe?" chiese Harry dopo cinque minuti di piacevole silenzio.
"Te ne presto io un paio, finchè non ne compreremo delle nuove, va bene?"
"Okay." Harry annuì, poggiando la testa sul finestrino.
E nemmeno si accorse quando guidarono accanto alla sua vecchia casa, l'angolo della strada di mattoni dove ha trascorso cinque anni con la schiena poggiata contro il muro del vecchio magazzino.
E nemmeno si accorse dell'uomo che cercava tra i bidoni, controllava dietro le recinzioni, in cerca di lui. In cerca di Harry.
E nemmeno si accorse quando l'uomo si girò, proprio quando Louis si stava fermando davanti alle strisce pedonali, e vide Harry, seduto comodamente nella macchina di un ragazzo ventenne, con i suoi occhi chiusi e un sorriso sulle labbra.
E non si accorse del guaio in cui si era appena cacciato.






Ok, scusatemi di nuovo per il ritardo, ma me la sono presa con calma, e per farmi perdonare ho tradotto due capitoli, anche perchè il capitolo tre e il capitolo quattro erano abbastanza corti, e ho pensato di unirli, ed ecco a voi haha, credo che farò in questo modo anche per le prossime volte, quindi se questa è la traduzione dei capitoli 3 e 4, la prossima volta tradurrò i capitoli 5 e 6. Non ha senso questo discorso.
Credo che questa volta aggiornerò più in fretta, ma non vi prometto niente, e se volete, questo è il mio twitter, questo invece è quello dell'autrice. :)
A presto :)
   
 
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