03.
Lo
scricchiolio dei
passi nel vialetto, il sommesso bussare alla porta, il suo sorriso
radioso
quando i nostri sguardi s’incrociano.
Le
sue braccia attorno
a me, il suo profumo.
«Mamma,
sono contenta
che tu sia arrivata» le dico.
«Sì
e ti ho portato una
sorpresa!» esclama.
Si
scosta leggermente
per permettermi di vederla.
Eccola
lì, in piedi al
centro del vialetto, con la sua parrucca colorata, la pelle candida
come
porcellana e lo sguardo commosso.
Effie.
Mi
si avvicina con
passo composto, come solo lei sa fare e mi stringe in un caloroso
abbraccio.
«Katniss,
che gioia
vederti così radiosa» dice, la voce leggermente
incrinata per l’emozione.
Erano
ormai sei anni
che non ci vedevamo.
Dopo
la rivolta era
venuta a trovarci un paio di volte, poi però
c’eravamo sentite solo con qualche
sporadica telefonata.
«Sono
contenta di
vedere che stai bene Effie, ma ora entrate. Anche Peeta ed Haymitch
vorranno
salutarvi».
Ed
eccoci di nuovo
insieme, come tanto tempo fa.
Si
parla, si ride, si
scherza, si tira tardi.
Mia
madre ed Effie
sembrano amiche di vecchia data e Haymitch si diverte ancora a
stuzzicare la
nostra amica capitolina, prendendola in giro e battibeccando con lei su
qualsiasi cosa.
La
vita procede
tranquilla per qualche settimana, finché la primavera non
comincia a bussare
alle nostre porte.
Le
primule che Peeta ha
piantato nove anni fa hanno appena cominciato a fiorire, quando
sentiamo
bussare alla porta.
Mia
madre sta
preparando la colazione con l’aiuto di Peeta, mentre Effie e
Haymitch sono
presi da una fitta conversazione, così sono io che vado ad
aprire.
Non
faccio nemmeno a
tempo a spalancare la porta che mi ritrovo sommersa da una serie di
cinguettii
e miagolii incomprensibili, ma non posso fare a meno di sorridere
vedendo chi è
entrato.
Venia,
Octavia e
Flavius, sempre sgargianti, sempre eccentrici.
Sempre
rumorosissimi.
«Katniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiis!!!
Appena Effie ci ha avvisati siamo corsi qui da Capitol City. Ci abbiamo
messo
un po’ perché ci sono state delle serate a tema a
casa di alcuni amici, però
erano noiosissime. Sai lì la vita non è come
prima, ma senza Snow si sta molto
meglio. Ti trovo più in carne, stai benissimo. Ma cosa hai
combinato hai
capelli? Tranquilla ci pensiamo noi» e altre frasi
impossibili da ricordare.
Nella
mia mente solo
una domanda.
Ma
quei tre non
respirano mai?!?
Sento
Peeta ridere e
comparire magicamente all’ingresso.
«Noto
con piacere che
abbiamo compagnia» dice.
Ed
ecco che tutte le
attenzioni dei miei tre amici convergono su di lui.
Fortunatamente.
Con
loro ci sono anche
una dozzina di valige delle più svariate misure.
Non
penseranno di
trasferirsi qui?!?
Mi
bastano dieci minuti
per scoprire che nella maggior parte delle valige
c’è tutta roba per me e per
Peeta.
Che
loro sapevano che
sarebbe arrivato questo momento, che non vedevano l’ora di
riabbracciarci e
praticamente tutto ciò che hanno combinato in questi nove
anni.
Parlano
talmente in
fretta che quasi non mi accorgo del fatto che passino da un argomento
ad un
altro senza un filo logico.
«Siamo
venuti a
prepararvi per il matrimonio» dice Venia.
«Ma
non ce n’è bisogno.
Non pensavamo di organizzare una cosa tanto vistosa» mi
intrometto,
interrompendoli e dando un tono normale alla conversazione.
«Come
no? Ormai lo
sanno tutti che i due campioni del distretto Dodici si stanno
preparando per il
loro matrimonio. Che lo vogliate o no, siete ancora delle
celebrità per tutta
Panem. Sia per gli Hunger Games sia per la rivolta. Non
c’è bambino in tutto il
Paese che non sappia il vostro nome. Il vostro matrimonio
sarà l’evento del
secolo» dice Flavius tutto d’un fiato afferrando il
telecomando ed accendendo
la tv.
«Non
avete guardato il
televisore in questi giorni? Parlano tutti di voi!» esclama
Venia, raggiante.
«Ma
noi…» comincio a
dire.
Le
parole mi muoiono in
bocca vedendo che sullo schermo compaiono degli spezzoni dei
settantaquattresimi Hunger Games.
Io
che grido il nome di
Peeta, quando viene annunciata la possibilità di due
vincitori dallo stesso
Distretto, io che accudisco Peeta malato, io che bacio Peeta. Poi in
mezzo alla
neve, a prenderci per mano e a scambiarci baci fasulli davanti alle
telecamere.
Peeta
che si offre
volontario ai settantacinquesimi Hunger Games per tornare
nell’arena con me.
Eccoci
in tv. Di nuovo.
Mi
mordo la lingua,
per evitare di strillare come un’isterica.
Ed
ecco la giornalista in primo piano che copre quelle immagini orrende
che sanno di morte e di inganni.
Sullo
sfondo ora c’è il
Villaggio dei Vincitori del 12.
«Ci
è appena giunta notizia che i due campioni del Distretto 12,
Peeta Mellark e
Katniss Everdeen, convoleranno a nozze il prossimo giugno. Ancora poche
le
indiscrezioni, anche se siamo venuti a conoscenza che la loro casa al
Villaggio
dei Vincitori sia già in fermento per tutti i preparativi.
Nei prossimi giorni
altri aggiornamenti».
Flavius
spegne la tv prima che io possa cacciagli in
gola il telecomando.
«So
che non volete
sentirvi di nuovo come fenomeni da baraccone, ma pensate al fatto che
il vostro
matrimonio distrarrà la gente dal disagio momentaneo in cui
si trova. Anche se
sono passati nove anni dalla rivolta siamo pur sempre in una situazione
di
stallo e le cose stanno cominciando piano piano a sistemarsi»
interviene Effie
prima che io possa mettermi ad urlare e a lanciare cose in giro.
Possibile
che anche
adesso che tutto è finito dobbiamo continuare a fare i
pagliacci per la tv?
«A
me non pare un’idea
saggia. Non sarà peggio mostrare alle persone che,
nonostante la guerra e
tutto, riusciamo lo stesso a vivere nello sfarzo?» dico.
«Perché
ve lo siete
meritato. Avreste vissuto da ricchi anche senza ribellione.
L’unica differenza
è che adesso anche il resto del Paese può ambire
a qualcosa di più, mentre
durante il governo di Snow ognuno si accontentava della posizione in
cui si
trovava» dice Haymitch.
Dannazione.
Ha ancora
il vizio di dire frasi ad effetto, in grado di convincere anche il
più scettico
tra gli scettici.
In
un modo o nell’altro
non abbiamo via di fuga.
È
fine marzo quando
arrivano i tre truccatori di Capitol City e la data fissata per il
matrimonio è
il 18 giugno.
-
«Io
mi occuperò degli
inviti» dice mia madre un pomeriggio.
«Mamma,
chi altri
dovremmo invitare? Sono rimasti ben pochi amici in giro per
Panem» dico,
cupamente.
I
miei pensieri tornano
rapidamente a Prim, a Finnick, a Madge, ai genitori di Peeta, a tutte
le
persone del distretto Dodici che, in un modo o nell’altro,
conoscevo.
«Beh
Hazelle sarebbe
contenta di venire e scommetto che sarebbero felici anche Rory, Posy e
Vick»
aggiunge mia madre.
I
miei pensieri vanno
direttamente a Gale.
Dalla
fine della guerra
non l’ho più visto né sentito nominare.
Non
credo che riuscirei
a sopportare di vederlo, non dopo che le bombe da lui progettate mi
hanno
portato via Prim.
Non
gliene ho mai fatto
una colpa, eppure nel profondo del mio animo serbo un po’ di
rancore nei suoi
confronti.
Nel
frattempo Venia,
Flavius e Octavia cominciano a svuotare le loro valige ingombrando
tutta la
stanza degli ospiti.
«Katniss,
vorremmo che
tu rimanessi un attimo da sola con noi» dicono, in tono
sommesso.
Mia
madre ed Effie ci
lasciano, scendendo al piano di sotto, dove Peeta e Haymitch stanno
organizzando tutte le cose tecniche per il matrimonio.
«Chiudi
gli occhi
tesoro» dice Octavia poggiandomi una mano sul viso.
Obbedisco
e sento un
leggero frusciare di tessuto.
La
mano di Octavia si
sposta e davanti a me è stato appeso un vestito candido di
una bellezza
mozzafiato.
«Sono
senza parole…è
bellissimo» dico.
«È
nato da un disegno
di Cinna. Lui lo sapeva che un giorno ti saresti sposata.
L’ha creato apposta
per te» sussurra Venia con la voce mossa dalla commozione.
«Dai,
provalo» dice
Flavius.
Nel
sentire il nome di
Cinna provo una fitta al cuore.
Uno
sconosciuto che mi
ha apprezzata fin da subito, facendomi sentire me stessa.
La
figura più vicina ad
un padre che io abbia mai avuto.
Lui,
che è morto
davanti ai miei occhi per aver sfidato Snow e Capitol City.
Vengo
riscossa dai miei
tristi pensieri quando mi rendo conto di essere nuovamente nel circolo
vizioso
dell’estetica.
L’abito
è imponente e
magnifico, come solo Cinna avrebbe potuto creare.
Bianco,
in un tessuto
liscio e brillante.
«È
tutto in purissima
seta e il sottogonna è in tulle» mi spiega Venia
con voce estatica.
«E
guarda che
meraviglia queste decorazioni!» esclama Octavia indicando le
pietre incastonate
nel corpetto.
Dal
retro del corpetto,
che si chiude con un delicatissimo nastro in seta bianchissima, parte
uno
strascico sempre in tulle, o almeno così dice Venia e io mi
fido, completamente
tempestato di pietre che luccicano ogni volta che mi muovo.
Venia
e Octavia mi
ruotano attorno come satelliti aiutandomi ad infilarmi il vestito.
Flavius
si è
strategicamente sistemato davanti alla porta per non far entrare
nessuno.
Dopo
qualche minuto
finalmente il corpetto è stretto nel modo giusto, lo
strascico è sistemato, la
gonna non è spiegazzata e il velo è perfetto.
«Ora
puoi guardarti, ma
non fare caso ai capelli e al trucco, a quelli penseremo più
avanti» dice
Octavia con le lacrime agli occhi.
Rimango
completamente
senza parole nel vedermi. Quasi fatico a riconoscermi.
«Cosa
ne pensi?» mi
chiede Venia in un sussurro.
«Credo
che Cinna si sia
superato anche questa volta. È la cosa più
spettacolare e meravigliosa che io
abbia mai visto» rispondo semplicemente senza riuscire a
distogliere lo sguardo
dal mio riflesso.
Sentiamo
bussare alla
porta e il mondo torna ad essere un qualcosa di reale.
«Chi
è?» chiedo con un
filo di tristezza nella voce.
«Sono
io» dice mia
madre.
I
tre la lasciano
entrare e quando mi vede in quel vestito la vedo tremare e portarsi le
mani al
viso per nascondere le lacrime.
«Oh
Katniss» sussurra
avvicinandosi e abbracciandomi.
Dopo
qualche istante si
stacca da me e mi guarda.
«Sei
stupenda – dice –
Sono salita per chiederti se questa lista di persone può
andare bene» aggiunge
porgendomi un foglietto su cui è scritto un elenco di nomi.
«Annie
Odair, Martin
Odair, Johanna Mason, Hazelle Hawthorne, Rory Hawthorne, Vick Hawthorne
e Posy
Hawthorne, Haymitch Abernathy, Effie Trinket, Plutarch Heavensbee, la
signora
Paylor, Beetee, Sae la Zozza con sua nipote, Octavia, Venia, Flavius,
Ripper»
leggo ad alta voce.
«Credo
che vada bene
questa lista. Dovresti farla leggere a Peeta, magari lui ha qualche
nome da
aggiungere» dico.
Noto
dallo sguardo di
mia madre che vorrebbe che dicessi qualcos’altro.
«No
mamma, non voglio
rivedere Gale, non al mio matrimonio più che
altro» aggiungo distogliendo gli
occhi dal suo viso.
«Hazelle
glielo dirà,
comunque» dice lei.
«Lo
so, e anche se non
glielo dicesse, credo che abbia guardato la tv in questi giorni.
Suppongo lo
sappia già» dico.
«Katniss,
è passato
tanto tempo…non credi che sia ora di perdonare?»
mi dice.
«Non
ci riesco mamma.
Non è ancora il momento» dico, sospirando.
«Va
bene, come vuoi tu
tesoro» risponde mia madre, allontanandosi.
Rimaniamo
in silenzio
mentre l’abito da sposa viene riposto e io mi rivesto.
Octavia,
Flavius e
Venia scendono al piano di sotto, mentre io rimango in camera, seduta
sul
letto.
Bene, rieccomi.
Spero di avervi trasmesso delle emozioni scrivendo questo capitolo.
Parlare di Cinna è stato difficile. Non volevo risultare stucchevole e patetica.
La data del matrimonio l'ho scelta perché è la stessa dei miei genitori ^_^ (lo so, è banale, ma per me ha un significato. Chi ha letto la mia ultima fic vecchia saprà il perché).
Avrete notato la presenza di un certo Martin Odair, che ovviamente è il figlio di Annie e Finnick ç___ç
Ho scelto quel nome perché ho pensato al martin pescatore ahahah lo so è un collegamento idiota...
Dunque, passiamo all'angolo ringraziamenti!
Grazie a jepsikat e a HeartSoul 97 che hanno recensito questo nuovo capitolo, grazie a ondaremyidols_ che ha messo la storia tra le preferite, grazie ad egeg, giuyoipoi77 (l'ho scritto giusto?), jepsikat, Kikka4299 e MadgeKZo2 per aver cominciato a seguire la storia.
Grazie anche a chi legge e segue silenziosamente.
Davvero, grazie mille.
Xoxo