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Autore: BlackRose96    31/08/2013    1 recensioni
Come sarebbe stata Hogwarts se Hermione Granger, discendente di una nobile famiglia purosangue fosse stata smistata a Serpeverde e Draco Malfoy, figlio di babbani, grifondoro, si fosse innamorato di lei?
La storia inizia dal fatale incontro fra i due, al binario 9 e 3/4 e prosegue fino a quando..
Leggete e saprete ;) è la mia prima fanfiction in assoluto, spero vi piaccia :-*
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Harry Potter, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Capitolo 9

Hermione era lì, a pochi passi da lui. Il suo bel profilo accarezzato dai rosei raggi dell'ultimo sole. Lui provava ad avvicinarsi, ma non ci riusciva. La chiamava, e lei non rispondeva. Poi si voltò lentamente verso di lui. Provava a dirgli qualcosa, ma lui non sentiva. Provava ad avvicinarsi per sentire meglio, ma niente. Gli sembrava sempre più lontana. Poi lei sorridendogli si alzò...e se ne andò. Sparì in mezzo al crepuscolo, lasciandolo da solo ormai nel buio della notte. Quella sera non c'era nemmeno una stella, a illuminargli il cammino. C'era solo lui, completamente smarrito.Poi in mano, gli apparve una bussola.


Draco si svegliò di soprassalto. Non sapeva se avesse appena fatto un sogno, o un incubo. Sentimenti contrastanti lo travolsero. Stava subendo una guerra interiore: da un lato c'era la felicità, aver visto il viso sorridente di lei, impareggiabile; la consapevolezza che lei volesse proprio lui, lo faceva sentire speciale. Dall'altro lato, aveva paura. Si, paura, perchè quando lei gli aveva voltato le spalle per allontanarsi ,un senso di vuoto e di inquietudine si era impadronito di lui. Ancora sconvolto per le emozioni che un semplice sogno gli aveva suscitato, si diresse in bagno per farsi una doccia, scacciando così tutti i suoi pensieri.



"Come ben saprete, quest'anno ricorre il millesimo anniversario dalla fondazione di Hogwarts. Per festeggiare la ricorrenza, come vi abbiamo accennato ieri, abbiamo invitato le scuole Beauxbatons e Durmstrang, che saranno nostri ospiti per un mese, durante il quale la scuola organizzerà qualche evento sportivo e competizione. Il vostro compito sarà quello di organizzare tutto in ogni minimo dettaglio, a partire dalla festa di benvuto, ai vari eventi sportivi fino al ballo di chiusura. Vi diamo carta bianca, ma voi non dovete farci sfigurare, o ci saranno delle conseguenze." La McGranitt sottolineò quest'ultima frase con una lunga occhiata minacciosa, carica di promesse. "Bene, vi consiglio di mettervi subito all'opera,dal momento che i nostri ospiti arriveranno qui tra una settimana" li informò tranquillamente il preside, guadagnandosi occhiate incredule dai due giovani studenti. "Una settimana? Dobbiamo organizzare un mese di attività in una settimana?" Chiese Draco con un tono fra l'incredulo e il sarcastico. Ora aveva avuto tutte le sue conferme: quei due erano pazzi. "Suvvia signor Malfoy, se vi abbiamo assegnato questo compito vuol dire che vi riteniamo all'altezza. Posso consigliarvi di iniziare subito? Informatemi dei progressi che otterrete." Hermione e Draco si alzarono in silenzio, e insieme uscirono dall'ufficio. L'imbarazzo era il sentimento dominante per entrambi, ma tutti e due erano abili a mascherare i propri sentimenti. "Beh, andiamo in biblioteca!" si decise a dire la Granger. "In biblioteca?? Con questa giornata?" chiese indicando il bel cielo azzurro incorniciato dall'enorme finestra. "Almeno, in biblioteca possiamo sederci" ribattè acida. "Un prato è troppo inadeguato per la preziosa purosangue? Eppure mi pare che una volta non ti sei fatta problemi a sederti lì con me." Hermione chiuse gli occhi e fece uno sforzo immane per trattenersi dallo schiantarlo. "Va bene, vada per la tua "scampagnata". Se non riusciamo a non litigare per una cosa così banale, come pretendi di organizzare un intero evento insieme?" Draco decise che la riccia, alla fin fine, non aveva tutti i torti. Quindi, quando si incamminarono, si avviò sistemandosi vicino la foresta proibita, evitando accuratamente il Lago nero. Non avrebbe sostenuto la sua vicinanza, in quel posto. Era come gettare sale su una ferita aperta. "Allora, per quanto riguarda la festa di benvenuto, suggerisco di formare un comitato di accoglienza, formato dal preside, i vari professori, e che ne so, magari anche i prefetti delle varie case, a dare il benvenuto all'ingresso ai nostri ospiti. Poi li condurranno sul cortile grande, dove si terrà la festa. Ovviamente, tutti gli studenti si faranno già trovare lì. E poi daremo inizio ai festeggiamenti." propose Hermione. Draco ci riflettè, e pensò che non era male come idea. "Mhmm, si bella idea. Magari prima di iniziare la festa, Silente potrebbe fare uno di quei discorsi noiosi , che ovviamente dovrà scriversi lui. E per quanto riguarda l'allestimento..." Draco e Hermione stettero li seduti per ore, a organizzare la festa di benvenuto che avrebbe avuto luogo la settimana dopo, e scoprirono che non era così difficile andare d'accordo. Anzi, talvolta si erano scambiati anche qualche sorriso, e qualche battuta, per poi scoppiare a ridere insieme. Ma si sa, le cose belle non durano mai. Così com'era arrivata, quella sensazione di complicità, se n'era andata, nell'esatto momento in cui si dovettero salutare, ed entrambi vennero colti dalla consapevolezza di ciò che era avvenuto la sera prima. Avrebbero potuto essere una bella coppia, ma,per colpa della riccia, l’occasione di anche solo provarci era stata loro negata. Draco la fissò con astio. Tante parole mute riecheggiavano fra loro. Frasi non dette, sentimenti ignorati, emozioni mal celate. Rimasero così a fissarsi, duri occhi grigi contro occhi nocciola..colpevoli? Feriti? Prima di poter giungere a qualsiasi conclusione, Draco le sibilò: “Ci si vede domani.” Ed Hermione rimase lì, a fissare la figura del biondo farsi sempre più lontana.



Draco stava facendo ritorno al suo dormitorio, quando, perso nei suoi pensieri, sbattè contro qualcosa. O qualcuno. "Scusami" gli sussurrò una ragazza bionda, che quando alzò il suo sguardo verso di lui, riconobbe subito. "Greengrass.." "Malfoy..scusami se ti ho urtato..ero distratta" "Non ti preoccupare" la rassicurò lui "ehi..ma tu hai pianto" La ragazza lo fissò. Sentiva che poteva fidarsi di lui. Lo aveva sempre considerato un bellissimo ragazzo, odioso con i suoi amici, ma per il resto simpatico. E a quanto pare disponibile. Era stato gentile con lei, nonostante il gruppo di cui lei faceva parte lo aveva schernito per tutti quegli anni. Lo guardò in quei profondi e sinceri occhi azzurro tempesta, e vi sembrò di potervi scorgere l'anima. Prima che i suoi pensieri potessero correre troppo, la bionda e perfetta Daphne Greengrass si ricompose e con un enorme sorriso lo tranquillizzò, dicendogli che era tutto a posto. Anche se in realtà, niente era al suo posto. L'unico pezzetto di puzzle che quel giorno sembrava essersi messo al posto giusto, era proprio lui, perchè nell'esatto istante in cui aveva posato gli occhi nei suoi, si sentiva di essere nel posto maledettamente esatto. E non volendo ancora rinunciare all'ancora di salvezza che era la sua presenza, a dispetto dei precedenti tra le due casate, la nobile purosangue bionda e perfetta, chiese al biondino di accompagnarla a fare due passi. E lui accettò.



Hermione, che chissà per quanto tempo era rimasta lì immobile, avvertendo una brezza fredda che la scosse dai suoi pensieri, decise di rientrare. Era tutto sbagliato, tutto! Aveva sempre avuto la presunzione di ritenersi una ragazza intelligente, ma per tutti quegli anni aveva lasciato che altri modellassero la sua mente, a loro piacimento. In realtà lei aveva capito da un pezzo, che non provava nessuna forma di razzismo né verso i mezzosangue, n+ verso i babbani. Ma quella maschera che si era creata era stata solo un pretesto per potergli stare vicino. Altrimenti, che insulto avrebbe potuto rivolgergli? Lui era dannatamente perfetto. Però ora, era troppo tardi. Era stata stupida, e ora doveva accettare la reazione di Draco senza fiatare. -Accettare senza fiatare?- si chiese poi sorpresa –io sono una Granger. Io sono Hermione, Granger! E se voglio una cosa, non mi arrendo. Non senza lottare.- Colma di pensieri positivi, corse verso il dormitorio per cercare Blaise, aveva assolutamente bisogno di parlarne con lui. Lui aveva sempre la soluzione per tutto. Ma un’enorme chiazza bionda, che scoprì successivamente che fossero due, colpirono la sua attenzione. Draco e Daphne che camminavano insieme, sorridendosi a vicenda. Hermione si sentì dell’amaro in bocca. E qualcosa, dentro di lei, si spezzò.
  
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