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Autore: Madelyne Scott    01/09/2013    5 recensioni
[ storia ad OC | iscrizioni chiuse | AU | Verde ]
Dal prologo:
"23 settembre, anno 2995. La Terra, messa in ginocchio dalle continue guerre che infuriano su di essa da ormai sette lunghi secoli, è divisa in sette nazioni.
Tutte le nazioni sono sotto il controllo di Arame, l’ottavo arcipelago dal quale il governo impartisce gli ordini e che è dimora dei Kamigami, gli “dei” provenienti da una lontana galassia che sottomisero i terrestri settecento anni prima, provocando l’inizio delle guerre.
Alcuni, però, non si sono arresi: essi vivono nelle isolette sperdute che formano il cosiddetto “Ignoto”, e tra di loro vi è Miramiko, una terrestre in grado di prevedere il futuro. Miramiko sa che tra non molto tempo arriverà la fine, ma al contempo sa anche che le uniche persone in grado di fermare le guerre sono quindici giovani, provenienti dagli otto arcipelaghi."
Scritta a quattro mani con Agnes_ rowing!
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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.: Capitolo 2 :.
Una giovane e bella ragazza camminava tra le vie della città di Turi*, i capelli neri e liscissimi, raccolti in una coda alta, che le sbattevano contro la schiena. Era vestita con un semplice kimono corto e attillato del medesimo colore, con stampe floreali, che metteva in risalto il seno prominente e il corpo magro. Gli occhi viola, puntati davanti a sé, mostravano la pupilla di un felino, e osservavano senza particolare interesse i numerosi volti che le passavano accanto che, al contrario, la guardavano ammirati. In realtà ciò accadeva solo per alcuni attimi, data la sua incredibile velocità. La Kosaka camminava rapidamente, ma la sua reale celerità era moderata dalle scarpe in oro laccato di nero che portava ai piedi, sopra un paio di calze della stessa colorazione, che le arrivavano alla coscia.
Shigure era persa nei propri pensieri, tanto che quasi non si accorse di essere arrivata nel luogo in cui abitava. Da quando aveva abbandonato il padre, cinque anni prima, si era stabilita in uno dei quartieri della città, ospite di un’anziana signora cieca che le dava vitto e alloggio in cambio di alcune commissioni che lei svolgeva.
La ragazza piegò leggermente la testa verso sinistra, un’espressione distaccata sul viso chiaro. Le labbra, rosee e non troppo carnose, erano delicatamente socchiuse, quando entrò nella casa.
- Shigure! Eccoti, hai fatto la spesa?- la voce tremula di un’anziana donna la svegliò dalle sue preoccupazioni, facendole tendere il braccio destro, che reggeva una busta con alcune uova, pane e della carne secca. La pose sul tavolo della cucina, sistemando la roba e preparando due piatti. Dopo accompagnò la sua ospite al tavolo, ed entrambe iniziarono a mangiare.
Il pasto, come sempre non molto sostanzioso, si prolungò solo per alcuni minuti, durante i quali le due restarono in completo silenzio. Quando ebbero terminato, la mora si alzò dal tavolo e andò velocemente in camera sua, dove trovò una bottiglietta sulla finestra. La ragazza alzò il sopracciglio destro, avvicinandosi al davanzale e afferrando l’oggettino con le dita affusolate, lo stappò e ne tirò fuori un pezzo di carta arrotolato. Tirò leggermente indietro la testa, aprendolo e leggendo un nome. Quando ebbe finito si avvicinò ad un mobile in legno, consumato dall’uso, dove in un cassetto era nascosto un accendino. Lo prese con l’altra mano, accendendolo e avvicinando il foglietto, che si incendiò in un istante.
La mora si voltò, diretta alla finestra, portando la mano destra davanti a sé, il pezzo di carta ormai ridotto a metà a causa del fuoco. Il vento lo faceva sventolare impetuosamente, come se volesse strapparlo dalle sue mani. Aspettò che il foglietto fosse quasi totalmente divorato, poi lo lasciò andare. Chiuse la finestra, andando ad afferrare il suo amato pugnale intarsiato, che aveva trovato quando aveva lasciato il padre. Dopo qualche momento, durante il quale la ragazza aveva iniziato a frugare nei cassetti, estrasse un bauletto antico, che aprì con una chiave che aveva al collo. Il cofanetto conteneva diverse fiale ripiene di liquidi di ogni colore, fra i quali ne scelse una rosso sangue dalle sfumature carminio. Sorrise, mentre un’espressione inquietante si dipingeva sul suo volto meraviglioso.
- Questo è perfetto. Rapido e letale- sussurrò, rigirando la bottiglietta fra le dita.
Esatto: Shigure Kosaka era un’assassina su pagamento.
***
- Kidou-kuuun!- una giovane dai capelli neri, tagliati in un caschetto lungo fino alle spalle, stava correndo dietro ad un ragazzo più grande, agitando un braccio. Sul suo viso chiaro compariva un enorme sorriso, che si allargò ancora di più quando il rasta davanti a sé si voltò, incurvando le labbra verso di lei.
- Hotaru! Sei anche qui?- rispose Yuuto nel momento in cui la mora lo raggiungeva. Poi si chinò leggermente su di lei, essendo più alto, e la sua espressione divertita si trasformò in una più seria – Mi hai seguito?
La sedicenne, che a prima vista dimostrava almeno cinque anni di meno, gonfiò leggermente le gote, strizzando gli occhi azzurri – Kidou-kun, non è così che si saluta la propria ragazza!- ribatté, con tono fintamente offeso, mentre voltava la testa verso destra. Il ragazzo sorrise dolcemente, passando le braccia dietro la vita della Masumi e spostandole il viso con un dito, avvicinando le proprie labbra, arricciate in un leggero ghigno, a quelle rosate della fanciulla.
- Hai ragione- concesse, in un flebile sussurro, poi estinse la quasi già inesistente distanza fra i due.
Dopo qualche secondo la mora si allontanò, le gote color vermiglio acceso e gli occhi puntati sul terreno.
- M-ma… Yuuto-kun! Ti sembra il caso?- la ragazza parlava impacciata, e in quei momenti assomigliava tanto ad una bambina confusa. L’altro amava quella caratteristica di Hotaru, che si suoi occhi la rendeva speciale, perciò si mise a ridere. Poco dopo, però, posò la mano sinistra sulla testa della fidanzata.
- Che c’è? Avevi detto che il mio saluto non era adatto, quindi ho rimediato.
- Sì, ma… Non mi puoi baciare così, davanti a tutti!- esclamò lei, alzando la testa. I due restarono in quella posizione, lo sguardo sanguigno dell’uno fisso in quello cristallino dell’altra, per diversi attimi, fino a ché la voce di un certo punk li riscosse.
- Ehm-ehm… Potreste smetterla di scambiarvi certe effusioni in pubblico?- domandò con tono stizzito Fudou, roteando gli occhi all’espressione contrariata che gli venne rivolta da parte dell’amico.
- Mi dispiace farvelo notare, ma Akio non ha tutti i torti- intervenne Sakuma, un leggero sorriso imbarazzato sulle labbra. Kidou sbuffò, portandosi al fianco della Masumi, cingendole le spalle con il braccio destro e facendola arrossire.
- Direi che avete ragione. Forza, torniamo alla navetta- disse il ragazzo, e i quattro si avviarono verso la periferia ad ovest della città.
***
Un sogno? Un incubo? Non lo sapeva.
Akira Taku si era ritrovata, senza sapere come, in un luogo sconosciuto. L’ultima cosa che ricordava era il suo letto, sul quale si era gettata dopo una giornata lunghissima. Aveva passato tutto il suo tempo a litigare con “quello stupido” di Tsurugi, che non faceva altro che punzecchiarla. Fortunatamente i due vivevano agli angoli opposti di Omate, la capitale di Ayeto, perciò si incontravano solo perché erano compagni di classe, e perché erano i “leader” del gruppo più importante della città, insieme a Shindou Takuto e Kirino Ranmaru. Quei due erano estremamente amici, lo sapevano tutti, e inoltre erano gli unici che riuscivano a fare in modo che gli altri capi non si uccidessero ad ogni incontro.
La rossa era crollata sul materasso e, in meno di un secondo, era caduta fra le braccia di Morfeo. In quel momento la ragazza stava vagando in un luogo sconosciuto, mentre una nebbiolina oscura la avvolgeva. Le tenebre, il suo elemento, non la spaventavano per nulla, quindi non aveva il benché minimo problema a procedere.
Ad un certo punto, però, la sua attenzione fu attirata da un movimento alla propria destra. Si voltò in quella direzione e la mano che saettò alla ricerca dell’arco che la ragazza aveva sempre con sé. Con uno sbuffo la Taku si accorse di non avercelo appresso, quindi si costrinse, seppur di malavoglia, di seguire la figura senza armi.
/Dopotutto è solo un sogno…/ si disse e, con un sospiro, cominciò a muoversi.
Attorno a lei il panorama era il più vario: a volte si ritrovava fra gli alberi radi della savana, altre in deserti ghiacciati, e quando arrivò in una folta foresta di piante floride e verdeggianti si fermò. Una voce sconosciuta risuonò attorno a lei.
- Akira… Akira!- sembrava quasi un’eco. La rossa arricciò il naso e corrucciò la fronte, mentre una strana sensazione cominciava a farsi strada nella sua mente acuta.
- Chi mi chiama?- domandò, cauta, sollevando un sopracciglio.
- Non è il momento, non è la mia identità a interessarti. Io sono qui per dirti che sei una dei quindici prescelti- continuò la voce, facendo incuriosire la bella sedicenne dagli occhi azzurro mare.
- Ma che stai blaterando?
- Ascoltami, non c’è più molto tempo. Sei stata scelta, assieme ad altri quattordici giovani, per ribaltare le sorti del mondo intero. Ma devi partire il prima possibile per Arame, dove incontrerai gli altri prescelti.
- Che… Cosa stai dicendo? Fatti vedere, e parla chiaro!- la ragazza strinse i pugni, voltando la testa alla ricerca di una figura inesistente.
- Devi credermi, ora non ho più tempo. Recati ad Arame, fai presto!- con queste ultime parole il mondo attorno ad Akira cominciò a disintegrarsi, facendola sprofondare in un abisso oscuro e gelido.
 
La Taku spalancò gli occhi, alzandosi leggermente sul letto, poi si sdraiò nuovamente sulle lenzuola. Si passò una mano ambrata fra i capelli scarlatti, inspirando profondamente e fissando il suo sguardo profondo sul soffitto.
- Arame, prescelti… Cosa avrà voluto dire quella voce?-sussurrò poi al buio, voltando il viso alla finestra, dalla quale entravano i raggi argentei della luna come lame celesti.
***
- Tutto bene, Hinata-san?- il sole stava sorgendo dietro le colline che circondavano Eas**, e la ragazza stava osservando con i suoi occhi nocciola, dei quali il destro era per metà azzurro, il meraviglioso spettacolo. La voce, appartenente ad uno spirito che ormai la accompagnava da ben dieci anni, l’aveva sorpresa proprio nel momento in cui distoglieva lo sguardo a causa della troppa luce.
- Certo, Shuu-chan, perché me lo chiedi?- la bionda sorrise alla figura trasparente alla sua sinistra, chiudendo gli occhi dietro le lenti dei suoi occhiali rettangolari.
- Mi sembravi nervosa, tutto qui.
La ragazza inspirò profondamente, puntando gli occhi sul bosco davanti a sé. Lo spirito la guardò, come aspettando qualcosa.
- Il fatto è… è che stanotte ho fatto un sogno davvero insolito- disse la Kiyozawa, mentre un’espressione poco convinta le si dipingeva sul volto color pesca.
- Ti va di parlarne?- domandò Shuu, sorridendole dolcemente. Hinata rispose al sorriso, guardando poi nuovamente verso est.
- Ho sognato che… Una voce veniva a dirmi di partire per Arame, che ero una dei quindici prescelti per salvare il mondo…
- Dici sul serio?- lo spirito le rivolse uno sguardo confuso, le sopracciglia corrucciate. La ragazza annuì, sospirando. Dopo qualche minuto, il fantasma parlò nuovamente.
- Cos’hai intenzione di fare, Hinata-san?
- Io… non lo so. Sento che dovrei partire, ma- la bionda venne interrotta da una terza voce, che la fece voltare.
- Ma cosa, Hinata?- una donna le sorrideva, gli occhi luminosi e pieni di dolcezza. Il suo tono era gentile, e la sedicenne sbatté leggermente le palpebre.
- Mamma! Già sveglia?
La donna, ancora bella seppur non più giovanissima, le si sedette affianco. I suoi capelli, dorati come quelli della figlia, le arrivavano al petto.
- Eh, non riuscivo a dormire.
La ragazza abbassò gli occhi, mentre il suo viso si rabbuiava.
- Tu… hai sentito tutto, vero?- domandò con tono quasi risentito.
- Io… Sì, tesoro, ho sentito ogni parola- rispose la donna, sorridendole con espressione triste.
- Mamma, io…
- Tu partirai, Hinata, partirai il prima possibile.
La Kiyozawa guardò sua madre con occhi sgranati, non credendo alle proprie orecchie.
- Ma cosa dici, mamma? Non ti lascerò da sola, Kaede e papà non ci sono più!- esclamò con enfasi la giovane, sentendo le lacrime che cominciavano ad infuocarle gli occhi. Sapeva benissimo che quando sua madre si metteva una cosa in testa era impossibile farle cambiare idea.
- Non discutere, tesoro, ormai ho deciso. Non ti preoccupare, me la so cavare anche da sola!- rispose la donna, posandole una mano sulla testa e allargando il proprio sorriso. La ragazza rimase immobile per alcuni secondi, poi scoppiò a piangere, gettandosi fra le braccia dell’adulta. Quest’ultima l’abbracciò, le lacrime che le spuntavano dalle ciglia chiare.
- Stai tranquilla, andrà tutto bene- disse, la voce incrinata dall’emozione, mentre affondava il viso tra i capelli della figlia.
***
/Un sogno, eh? Che stupidaggine!/
- Taci!- sibilò la ragazza, portandosi una mano alla tempia. I capelli biondo cenere dalle punte color arcobaleno erano lasciati ricadere sulla schiena, mentre la giovane era poggiata sulla propria scrivania.
/E cos’hai intenzione di fare? Hai deciso di recarti davvero all’appuntamento?/la voce nella sua testa le parlava con tono schernitore.
- Io… Non lo so ancora- sussurrò la bionda, passandosi una mano fra i capelli – Non lo so…
 
*Angolo autrice*
Eccomi! Perdonate l’ora, faccio davvero schifo!
Sarò breve, sarei dovuta andare a letto un’ora fa!
In questo capitolo sono comparsi:
Shigure Kosaka, OC di oSiRiS
Hotaru Masumi, OC di Violaine
Akira Taku, OC di Demon Heart
Hinata Kiyozawa, OC di Angelo Oscuro
Spero di aver descritto bene tutti i personaggi; come avrete notato ho aggiunto alcune cose, spero di non aver sbagliato! Se qualcosa non va, avvisatemi subito!
Ora, alcuni chiarimenti:
*Turi: città appartenente all’arcipelago di Abelta
**Eas: città appartenente all’arcipelago di Lazea
Allora, cose importanti: chi sarà la voce comparsa nei sogni dei quindici prescelti?
Qual è il nome sul foglietto di Shigure?
Chi è la bionda incognita (?) ?
Tutto questo nei prossimi episodi (?) !!!
Ora scappo!
Un abbraccio a tutti!
Maddy (e Agnes!!)
  
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