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Autore: Laila    06/03/2008    4 recensioni
"Akane era poco.
Akari era troppo.
Ukyo era terra inesplorata.
Si sorprese a pensarla, aggiungendola alle altre due donne importanti della sua vita"
Ho sempre visto bene Ukyo e Ryoga, così anch'io sono entrata in questa terra inesplorata cominciando questa Love-commedy. I personaggi sono tutti di diritto e proprietà dell'autrice Rumiko Takahashi, mia musa ispiratrice, eccetto alcuni personaggi aggiunti di mia iniziativa.
Genere: Romantico, Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ryoga Hibiki, Ukyo Kuonji
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Premessa per chi non conosce il personaggio manga di Konatsu:

Konatsu è un ragagazzo che ama vestirsi da ragazza, è anche un bravo ninja o kunoichi. Lavora come cameriera da Ukyo, e ne è segretamente innamorato. E' il figliastro di Kotetsu una brutta ninja che aveva sposato suo padre, morto poco dopo ed ha due sorellastre bruttissime Koume e Koeda. Konatsu è una specie di cenerentola al maschile, con la differenza che quando può tenta di assassinare la matrigna e le sorrellastre, ogni volta invano... Ed ora buona lettura:

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Vento di cambiamenti

 

Passare la spugna a caldo su quella maledetta piastra, la infastidiva oltre ogni limite.

Il vapore corposo che aveva sollevato le irritava sensibilmente le narici, una vampata di zolfo puro sarebbe stata meno orticante!

A fine serata aveva le gambe gonfie, i tendini dei polsi fuori uso e soprattutto era stanca.

Se il budget del locale gli avesse permesso di tirare un sospiro non le sarebbero mancati di certo degli addetti alle pulizie più seri del kunoichi.

Il fischiettare di Konatsu preso da un leggiadro passo a due con la scopa, le ricordava il cinguettio primaverile dei pettirossi, ma non poteva mostrare un po' più di contegno?

Possibile che gli piacesse, quell'ingrato compito?

Il pavimento brulicava di molliche, le sedie quasi tutte asimmetriche ai lati dei tavoli, erano solo una microscopica parte, di una lunga lista di lavoretti, che dovevano ancora sbrigare...

Del resto bastava girare lo sguardo nella sala per accertarsene.

I clienti della giornata parevano aver mangiato anche i tovaglioli, visto i pochi rimasti nei contenitori di plastica beige al loro posto.

Mentre la giovane chef architettava un piano di risparmio, ci fu uno schianto fortissimo con una nube di fumo a forma di fungo che impolverò ogni cosa, senza contare i danni! Una grandinata d' intonaco piovve tintinnante sopra le loro teste.

In un primo momento tossì, coprendosi naso e bocca con la mano, poi balzò oltre il bancone delle okonomiyaki pronta a difendere l'incasso della giornata, mentre Konatsu l'affiancò turbato.

- Chi è là?! Fatti vedere disgraziato! - seguitò Ucchan estraendo dalla cintola la sua pala da combattimento.

Delle risate gracchianti che ferivano l'udito la schermirono in coro.

Tre figure, una più brutta dell'altra varcarono la soglia.

- Figliastra, ti sembra questo il modo di accogliere la tua famiglia?

Il kunoichi si fece avanti – Matrigna! Che sorpresa! Del sakè? - le mostrò una bottiglia la cui pezza malamente attaccata lasciava intravedere l'etichetta originale: “veleno”.

Le tre parenti acquisite presero a picchiare Konatsu.

- Ingrata! - sibilò l'orripilante sorella vestita in nero. - Non meriti l'invito che siamo gentilmente venute a consegnarti!

- Non m'interessa! Io vivo qui oramai! - protestò Konatsu ancora mezzo stordito.

Kotetsu si accese il sigaro cubano che penzolava dalle sue grosse labbra siliconate:

- Ma, come?! Non ricordi i bei tempi passati alla villa Tsutsui? - iniziò sbuffando fumo addosso ad Ucchan mentre scrollava il mozzicone sul ginocchio del figliastro acquisito ancora riverso a terra.

Ukyo osservò la reazione del dipendente, al termine Tsutsui aveva deglutito alzandosi fieramente sulle braccia.

- In questo caso accetto! -

- Che genere d'invito è questo? - domandò Ucchan alla ninja in nero.

- Sembra che i padroni Tsutsui, della prestigiosa villa degli appuntamenti notturni, la più ricca e famosa dei quartieri bassi di Tokyo...

- Vuoi arrivare al dunque? - la colpì quella cicciona di sua sorella Koume prendendo il suo posto nel discorso.

- Insomma daranno un ballo! E il loro erede, l'affascinante Jungo sceglierà un donna di malaffare fra le invitate come promessa sposa!

- Capisci perché abbiamo bisogno di te piccola Konatsu? - piagnucolò la matrigna – Possiamo diventare ricche da fare schifo!

- Oh beh! Anche se non siete ricche schifo lo fate già! - commentò a mezza bocca la cuoca.

- Ti aspettiamo domani alla fontana del parco. Saremo lì alle 20.00 esatte! E porta tutto l'occorrente per farci belle!

Il kunoichi dette il suo pieno consenso al progetto, così le intruse si volatilizzarono eccitate per l'indomani.

La cuoca sbuffò, non aveva alcuna intenzione di ripulire il locale, non subito almeno.

- Sei davvero intenzionato ad andare fino in fondo? Credevo avessi chiuso quel capitolo della tua vita...

Konatsu annuì deciso.

- Avevo sette anni quando incontrai Jungo per la prima volta...

Kotetsu era stata invitata per il té dai Tsutsui, il sole era alto in cielo, faceva caldo anche dentro al loro gazebo bianco.

Konatsu se ne stava agli ordini della matrigna, ordini che variavano dal massaggiarle i piedi allo zuccherarle il té, e non vista, anche a sputarci dentro.

Le sorellastre, simili a due rospetti anche all'epoca stavano inseguendo il principino Jungo, perlustrando ogni anfratto del giardino, mentre lui era bloccato lì a farsi in quattro per la sua spregevole matrigna.

Yuka Tsutsui, la padrona di casa era molto gentile e ben educata.

Portava i capelli corvini ordinatamente raccolti in uno chignon, vestiva un kimono che puntualmente le lasciava scoperta la spalla destra, facendola apparire a prima vista una provocante nobildonna.

Suo marito Honoo Tsutsui era andato fuori città per affari, la matrigna però le aveva spifferato a quattr'occhi, che faceva il farfallone nei sexi-bar di ogni città.

La nobildonna bevuto un sorso del liquido ambrato aveva posato la tazza nel piattino.

- E' davvero ammirevole la bellezza di vostra figlia – rivolgendosi a Kotetsu aveva sorriso a quella che credeva in buona fede, una bambina.

La sua orrenda tutrice aveva storto le labbra silenziosa.

Il principino Jungo era spuntato alle spalle di Konatsu e gli aveva tirato la coda.

- Sembri una scimmia! - aveva replicato l'adolescente.

Jungo era biondo coi capelli cespugliosi, indossava un completino azzurro e degli stivaletti di pelle nera e lucida.

A quelle parole Kotetsu era scoppiata a ridere innescando anche le rise di Yuka, che si era però tempestivamente scusata per i modi schietti di suo figlio.

La storia era finita lì per quel che il ninja ricordava.

Ucchan scrutava perplessa il ragazzo arrossito per la vergogna.

- Capisci? Nessun uomo ha mai negato la mia bellezza! E' giunta l'ora della vendetta!

Il fuoco ardeva negli occhi del ninja.

- Daccordo Konatsu, te lo concedo, tanto avevo deciso di chiudere il locale qualche giorno...- asserì la ragazza mentre alcune foglie autunnali turbinavano dentro alle macerie del suo snack-bar.

 

Le vie della sfortuna erano certamente infinite, e strano a dirsi, Ryoga Hibiki quelle vie le conosceva tutte.

I suoi piedi potevano dirsi temprati, sia per i caldi del deserto, che per le gelate delle vette d'alta quota.

Conosceva i fluttui dei venti e i cambiamenti climatici meglio di chiunque altro, eppure c'erano innumerevoli nozioni che ignorava.

Bastava, ad esempio, chiedergli un indicazione per mandarlo nel pallone.

- Scusi mi sa dire dov'é il museo delle bambole momiji?

Il ragazzo impallidì, fece per parlare ed invece tentennò, mugugnando qualcosa senza senso, sconcertato per l'inetta figura che stava facendo.

Me la sono meritato... si commiserò da solo.

- Sta bene giovanotto? - l'anziana signora probabilmente a braccetto col marito, l'osservò preoccupata.

- Lascialo perdere forse è straniero - ribeccò il signore – Excuse me? Where is the museum of momiji's dolls?

Ryoga scosse la testa in diniego più forte che poteva.

Il nonnetto sembrò perdersi nei sui pensieri, prima di riprovarci.

- M'excuses-tu, où est le musée des poupées momiji?

Il ragazzo allora girò i tacchi e piangendo corse via. Era lui l'essere più bisognoso d'indicazioni. Lui solo doveva trovare quel maledettissimo ufficio postale!

Si fermò, il cuore batteva ancora impazzito.

Cacciò una mano nella tasca destra dei pantaloni e ne estrasse una busta, l'aprì contando per l'ennesima volta la cifra della mazzetta di yen, che dall'ultima volta non era certo aumentata.

Stava per rimboccare la busta del suo prezioso contenuto, quando un colpo di vento gli strappò i soldi di mano.

Si allarmò, non era stato un colpo di vento, bensì un ladro veloce ed abile, non aveva il minimo dubbio.

- Ridammi i miei soldi maledetto! -

Il rapinatore voltò leggermente il capo, lanciandogli un occhiata obliqua ed un sorrisetto di sfida.

Indossava una tuta ninjia ed un cappello a forma di campana con un pennacchio color rosso fuoco.

- Sono Iori Nuth! Rubo ai ricchi per dare a me! E' stato bello incontrarti, ma ora devo proprio scaaappare!

Il malvivente cercò di distanziarlo, Ryoga però teneva bene il passo e l'avrebbe raggiunto se un tuono rombante, seguito dallo scroscio d'acqua piovana non l'avesse penalizzato.

Stava saltando quando avvenne la trasformazione e in men che non si dica si ritrovò catapultato dentro a un tunnel grigio e maleodorante.

   
 
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