La amo talmente tanto da ucciderla.



Zayn.
Oggi, dopo tre mesi, abbraccerò Rebecca, finalmente.
Sono appena arrivato a casa dopo un viaggio e devo dire che mi è mancata parecchio; 
la Francia è bella ma la mia Bradford è insostituibile. 
Volevo portare con me anche Rebecca e la madre, entrambe amano la Francia, ma non avevano abbastanza soldi per permettersi un viaggio.
«Zayn, tesoro, se dopo devi andare da Rebecca sistemati la tua roba, per favore.» dice mia madre, Trisha. 
E’ proprio lei che mi ha chiesto di portare con me Rebecca e sua mamma; la amo ancora di più per questo. 
Sa che sono innamorato di quella ragazza e non ha mai fatto nulla per allontanarmi da lei, al contrario, fa di tutto per far si che passi sempre più tempo con ella. 
Non siamo fidanzati, siamo solo migliori amici.
Ma oggi voglio dirle tutto quello che provo.
«Si mamma, faccio tutto io.»
Prendo i miei bagagli, entro nella mia camera e inizio a svaligiarle; 
ci impiego quasi tre ore e non appena finisco, vado a farmi un bagno per prepararmi mentalmente per cosa dire a quella bellezza. 
Riempio la vasca e mi immergo dentro; sarei capace di restarci per l’eternità.
Basta, devo uscire. Potrei diventare pazzo da un momento all’altro.
Mi asciugo, indosso i boxer e un paio di jeans attillati con una t-shirt nera con sopra disegnate un paio di converse rosse e metto le blazer dello stesso colore della maglietta. Prendo il cellulare, guardo il display che segna le 18:30 e nel frattempo mando un messaggio a Rebecca.
-sono tornato. incontriamoci al parco vicino casa mia; 
ho una voglia matta di abbracciarti e parlarti. 
baci, Zayn. x - 
Credo che le verrà un colpo, non si aspetta il mio ritorno a casa. 
Intanto vado da mia madre che è in cucina intenta a preparare qualcosa per cena.
«Come siamo concentrate, eh mammina?» le sorrido.
«Siamo di buon umore o sbaglio? Non sei stanco?» domanda mia madre.
«Per Rebecca non sarei mai stanco e tu questo lo sai» le dico, mangiando una mela.
«Ti ha proprio ammaliato quella ragazza; spero che riusciate a stare insieme, un giorno.» dice lei, pelando le patate.
«Quel giorno sarà oggi. Vado al parco qui vicino con lei, a dopo.» e le do un bacio sulla guancia.
«Stai attento e dopo voglio i dettagli!» urla lei dalla cucina mentre mi dirigo verso la porta d’uscita.
«Anche quelli lì?» rido a quella risposta.
«Quelli puoi tenerli per te e per Rebecca, sporcaccione.» ride anche lei.
Butto il restante della mela  e inizio a camminare verso il parco. Controllo il cellulare per vedere se mi ha risposto.
-oddio, Zayn, non pensavo che arrivassi oggi.
vengo subito! 
Reb.x -

Eccomi qui: trovo una panchina libera e mi siedo. Inizio a tremare, il mio cuore inizia a battere all’impazzata, mi strofino le mani sui jeans dall’agitazione e improvvisamente la mia mente viene offuscata da mille domande .
E se non mi vuole?
E se mi volesse solo come amico?
E se non piacessi ai suoi genitori?
E se poi non vorrà più vedermi?
Calma Zayn, le dici che la ami non che vuoi ucciderla.
Mi alzo dalla panchina lasciando quel posto che viene subito occupato da una bambina e da suo padre. 
Esco fuori dal parco ed eccola lì, con quei capelli biondi ondulati che si alzano col vento, i suoi occhi appiccicati al display del cellulare, 
sta attraversando la strada.. e le vado incontro quando una macchina fa completamente volare il suo corpo in un punto indecifrato della strada.
«Rebecca, attenta! Cazzo, no!» urlo, attirando l’attenzione dei passanti e dei bambini che si saranno spaventati a quella scena. 
Prendo immediatamente il cellulare: stavolta non per mandarle un messaggio, ma un aiuto.

Sono le 03:00 di mattina e mi trovo in ospedale, vicino al letto di Rebecca. 
Che angelo, il mio angelo; sembra che stia dormendo. 
I dottori hanno dovuto operarla urgentemente ma l’operazione non ha portato miglioramenti.
Le stringo la mano, forse per l’ultima volta, e inizio a parlarle. I dottori hanno detto che può sentirmi se le parlo, solo per adesso.
«Ehi amore mio, hai intenzione di dormire ancora per molto? Qui c’è gente che ha bisogno di te, io ho bisogno di te. 
Sai, penso che è tutta colpa mia; probabilmente se non ti avessi mandato quel messaggio per incontrarci al parco, tu ora staresti a casa a guardare la tv, o magari a farti una doccia calda. Ieri doveva essere un giorno speciale per dirti quanto sei importante e quanto io abbia bisogno di te, 
per dirti quanto ti amo e quanto sarei felice di passare ogni istante della mia vita accanto alla mia migliore amica, 
per dirti quanto amo il tuo profumo mischiato al mio, 
quanto amo le tue labbra e quanto le desideri baciarle talmente tanto da farle diventare rosse, 
per dirti quanto amo quando mi abbracci forte a te; quando lo facevi, sembrava che stessi in paradiso. 
Vederti in questo stato, mi si spezza il cuore: devo stare io al tuo posto, non tu piccola.» continuo a dirle, sporgendomi sul suo letto e accarezzandole i capelli, facendo di nuovo combaciare le nostre mani. Le lascio un bacio sulla guancia e mi alzo dalla sedia per andare a prendere qualcosa da bere al distributore quando un mugolio attira la mia attenzione.
Che pazzo, sento perfino i suoi lamenti.
«Z-zayn…»
Sento perfino la sua voce che mi chiama.
«Z-zay..»
Mi volto per assicurarmi che la voce che sento è nella mia testa o è veramente lei che mi chiama.
E’ lei.
«Reb, amore mio! Sei sveglia, allora mi hai sentito! Dot..» sto per chiamare i dottori ma lei mi afferra il polso con prepotenza.
«N-non c-chiam-mare nessuno… s-sto p-per m-mo..»
«Non dire mai più una cosa del genere! Lascia che chiami i dottori.» le urlo contro.
«Zayn.. b-baciami, t-ti prego..» come se quello appena detto fosse un ordine. 
Se lei si sente che il suo cuore sta cedendo e che è questo che vuole, non me lo faccio ripetere due volte. 
Dopo quel bacio, lei sussurra un ‘ti amo’ con tutte le forze che ha e chiude gli occhi, 
per sempre.

Da quel terribile giorno, in seguito alla morte di Rebecca, le giornate di Zayn sono buie e grigie. Ogni giorno che passa sente la mancanza della migliore amica crescere sempre di più dentro di se, si maledice ogni giorno per averla fatta uscire di casa quel orribile 9-02-2015. Come può una ragazza di 17 anni morire così? Nonostante un anno di differenza fra i due, Zayn, anche se più grande di lei, è sempre stato quello più debole anche se, davanti a lei, l’ha sempre tenuto nascosto: era proprio grazie a Rebecca se lui era forte.
Ma adesso lei non c’è più e non riesce ancora a crederci. 
Non vuole crederci.



                                                                                                                                                                                          18-3-2030.

Eccomi davanti alla sua tomba. Accarezzo dolcemente la fotografia sulla lapide e la bacio; facendo così, mi viene in mente quando le diedi il primo e ultimo bacio nel letto di quell’ospedale.
«Ciao amore -inizio a parlarle- come và lassù? Oggi avremmo dovuto festeggiare i tuoi 32 anni. 
Come passa il tempo; sono passati già 15 anni dalla tua assenza, da quel sfortunato giorno. Sai, nonostante gli anni, mi manchi ogni giorno sempre di più: la tua mancanza mi sta uccidendo. Tieni, ti ho portato dei fiori: i tuoi preferiti, le viole.» delle lacrime iniziano a rigare il mio volto. 
«Chissà se anche tu provavi quello che provo io tutt’ora. Non abbiamo avuto tempo per dircelo e questo mi distrugge: dovresti vedermi piangere ogni notte per te e quando urlo nel sonno ogni volta che ripenso a te investita da quella macchina. Ti giuro che se riuscirò a prendere quello stronzo, lo ucciderò con le mie stesse mani. Ti amo piccola Reb.»

Esce dal quel cimitero, attraversa la strada e accade esattamente ciò che successe a Rebecca il 9-02-2015.
La stava raggiungendo.