Libri > Le Cronache di Narnia
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Autore: world_magic    01/09/2013    2 recensioni
Quando i fratelli Pevensie tornano a Narnia, scoprono di non essere soli: una sconosciuta si aggira per le rovine di Cair Paravel. Chi è? E soprattutto, perché fa battere così forte il cuore del Giusto?
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Edmund Pevensie, Lucy Pevensie, Peter Pevensie, Susan Pevensie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FEELINGS
 
Annabelle si era svegliata un po’ prima dei re per poter andare giù in spiaggia a lavarsi e pensare un pochino.
Andò in mare con il vestito, pensando di lavare anche quello, e iniziò a nuotare.
Negli ultimi anni aveva dato ormai per scontato che sarebbe rimasta da sola per il resto della sua vita: nei primi tempi aveva sperato che suo fratello l’avrebbe ritrovata, ma con il passare del tempo le aspettative si erano affievolite fino a diventare nulle. Poi erano arrivati i re e le avevano dato una nuova speranza: forse poteva ritrovare suo fratello, forse poteva essere di nuovo felice.
Ma si sentiva a disagio con quei ragazzi: sembravano uguali a lei, ma si notava dal loro portamento che erano diversi. Avevano un atteggiamento regale, austero, che sembrava conferirgli un’aura di potere.
In particolar modo, si sentiva a disagio quando re Edmund era vicino a lei: era stato lui a trovarla nascosta nella sala del tesoro di Cair Paravel, e nonostante gli avesse tirato una bastonata in testa, lui l’aveva perdonata e l’aveva anche difesa davanti a suo fratello.
Stava ancora nuotando quando sentì una voce che la chiamava dalla spiaggia.
C’era Edmund, che si stava sbracciando per farsi notare dalla ragazza, che si stava allontanando molto dalla spiaggia.
Quando si era svegliato, aveva notato che la ragazza non era più lì, così aveva preso la spada ed era andato a cercarla, trovandola in mare che nuotava.
-Annabelle! Torna a riva! –
La ragazza tornò sulla spiaggia e Edmund notò che aveva nuotato con il vestito.
-Perché sei entrata in acqua vestita? – disse porgendole la coperta in cui era ancora avvolto (strano a dirsi, ma le mattine di Narnia erano diventate più fredde).
-Pensavo di lavarlo, ma mi sa che ho sbagliato. – disse lei imbarazzata.
-Vieni, torniamo al castello, ti presteremo uno dei vestiti di Lucy. Quelli che indossava negli ultimi tempi del nostro regno ora le stanno troppo grandi.
Edmund cinse le spalle della ragazza per tenerla al caldo, e sentì che il suo cuore stava accelerando all’inverosimile. Era successa la stessa cosa quando non l’aveva più vista dormire: aveva avuto paura che le fosse successo qualcosa di grave. Era strano, perché non si era mai preoccupato per nessun’altro che non fossero i suoi fratelli.
Arrivarono al castello e Annabelle andò nella sala a cambiarsi, mentre Edmund andò a svegliare gli altri.
-Peter, svegliati! Dobbiamo metterci in marcia il prima possibile! –
-Tra cinque minuti, mamma. – disse Peter girandosi dall’altra parte.
-Peter, muoviti! –
A quel punto, il fratello maggiore sembrò riprendere coscienza della situazione e si alzò.
Svegliare le sorelle fu altrettanto difficile.
Annabelle tornò su con indosso uno dei vecchi vestiti di Lucy e li aiutò a radunare un po’ di mele come scorte e poi si mise in marcia dietro di loro, silenziosa. Si sentiva inferiore a quei re, che avevano salvato Narnia dalla Strega Bianca ed erano praticamente delle leggende.
Edmund sembrò notare il disagio della ragazza, perché rallentò per affiancarsi a lei.
-Che succede, Annabelle? –
-Non … non è niente. –
-Me ne accorgo quando c’è qualcosa che non va. Allora? –
-Mi ... mi sento inferiore rispetto a voi. Insomma voi siete i re del passato, delle leggende, come potete anche solo pensare di aiutare una come me? –
-Perché ti senti inferiore? – chiese lui con un cipiglio preoccupato in fronte.
Quant’è carino … , pensò Annabelle.
-Perché … - cercò di formulare una risposta coerente, di fronte a quegli occhi marroni così profondi. – Io non so chi sono, non so da dove vengo e neanche quale sia la mia famiglia. Potrei essere una stracciona, o magari la figlia di una delle famiglie che sono in lotta con voi. –
-Annabelle, potresti essere chiunque, ma hai bisogno di aiuto: non ti lasceremmo mai lì a Cair Paravel da sola, senza un modo per difenderti e senza cibo. Ti aiuteremo a ritrovare la tua famiglia. –
-E se la mia famiglia non volesse rivedermi? – chiese Annabelle con le lacrime agli occhi.
Edmund se ne accorse e cedette all’impulso di abbracciarla. E fu esattamente come se l’era immaginato.
Un momento: quando aveva iniziato a immaginarsi lui e Annabelle abbracciati? Quando aveva iniziato a sentirsi così protettivo verso di lei?
-Sono sicuro che saranno felicissimi di riaverti con sé, soprattutto tuo fratello. –
In quel momento, Peter sguainò la spada e Susan incoccò una freccia nell’arco, correndo verso la spiaggia. Edmund lasciò Annabelle, brandì la sua spada e seguì i fratelli.
Dei soldati stavano per gettare un nano nel mare, legato come un salsicciotto e con una pietra attaccata al piede.
-Mollatelo! – urlò Susan.
E quello che successe dopo avvenne in pochi istanti.
 
Angolino autrice
Eccomi qua!
Che ne dite di questo capitolo? Vi piace?
Ringrazio le 23 persone che hanno letto l’ultimo capitolo e ringrazio anche chi deciderà di farmi felice e lasciare una piccola recensione.
A martedì con un nuovo capitolo!

  
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