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Autore: Chexemille    02/09/2013    2 recensioni
La vita della giovane Bridgit cambia improvvisamente quando il giorno del suo 16° compleanno comincia a fare strani sogni.
Ogni sera è sempre lo stesso, tanto che inizia a convincersi che più che un sogni siano vere e proprie visioni.
Una voce continua a ripeterle di stare in guardia mentre due occhi rossi la osservano minacciosi nell'oscurità.
Incomincia per lei la ricerca della sua vera identità scoprendo così di appartenere ad un mondo diverso a quello in cui è stata allevata.
Sarà costretta a scappare continuamente per mettersi in salvo e durante la sua fuga incontrerà nuovi e validi alleati.
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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FINALMENTE INSIEME

POV VALERIUS ­           
 
-Cosa ti prende, perché sei così nervoso?- domandai appena entrato nella stanza.
Peter stava scavando un solco sul tappeto del salottino a furia di camminare avanti e indietro.  
 
-Non crederai mai a quello che mi è successo stasera- mi rispose fermandosi di colpo.

-E cosa ti sarà mai successo di così speciale, sentiamo un po’?- gli chiesi per nulla curioso.
Peter era uno di quelli che trovava interessante persino la forma degli schizzi dopo il pasto.
Chissà perché lui riusciva sempre a vederci qualcosa.

-Prima però promettimi di non reagire male! -pretese da me.

-Chi hai sventrato stavolta?-domandai. La sua richiesta mi mise subito sull’avviso.
Speravo non fosse stato tanto stupido da lasciare tracce riconducibili a noi.

-Non è questo tranquillo. La mia cena in questo momento dorme placida nel suo lettuccio.
Domani mattina si sentirà sicuramente un po’
debole e confusa, ma ancora tutta d’un pezzo
-  mi garantì torcendosi le mani.

Ora ero veramente preoccupato, Peter non era certo il tipo da stressarsi per stupidaggini.
Cosa gli era successo per ridurlo in quello stato? Mi chiesi cercando di non scuoterlo per costringerlo a sputare l’osso.

-Sono felice di sentirlo, anche se ho l’impressione che non sia questo che ti impensierisce tanto.-     
     
-Infatti!- confermò.

-E allora?- chiesi ormai esasperato.

-Penso di aver incontrato Kyra!- buttò lì come se discutesse del tempo.

-Dove? Quando? Stava bene? Che cosa le hai detto?- gli chiesi a raffica non potendo farne a meno.
Era da tanto tempo che non la vedevo, avevo  bisogno di sapere che stesse bene. 

-Nel bosco a pochi chilometri da qui. Circa un’ora fa e sì stava bene…più o meno.
Non ho potuto dirle nulla perché non me ne ha dato il tempo
-  mi rispose lui con la stessa
rapidità con cui io avevo formulato quelle domande.  

-Aspetta un attimo, che cosa intendi per più o meno?- volli sapere allarmato.

-Hai promesso di non arrabbiarti!- mi ricordò lui.          
                        
-No, non l’ho fatto, ma che importanza ha?- Adesso non ci capivo davvero più niente.

-Ok, te lo dico tanto tra poco lo verresti a sapere comunque.
Ho provato a morderla, Aspetta…
- mi disse vedendo il furore sul mio viso
non sapevo che fosse lei, te lo giuro.
Sembra una di loro, niente odore nè zanne
-  raccontò passandosi una mano tra i capelli.

-Impossibile! La scorsa settimana ha compiuto sedici anni. 
La trasformazione dovrebbe essere completa a questo punto
- dichiarai a metà tra il sorpreso e l’incredulo.

-E se invece non si fosse ancora nutrita?
Questo spiegherebbe il ritardo nella trasformazione?
- ipotizzò Peter accigliato.        
                           
È possibile, ma non lo sapremmo con certezza finchè non l’avrò vista- risposi mentre una miriade
di quesiti affollavano la mia mente. Non avevo mai sentito di un caso simile,
ma non per questo potevo escludere la possibilità. In fondo Kyra era cresciuta tra umani che ignoravano la sua vere natura.

-Non vorrai mica andare da lei?- indagò Peter allarmato.

-Tu cosa credi?-

-Credo che tu voglia andare da lei- mi rispose rassegnato.                 
Peter mi accompagnò alla casa in cui aveva visto entrare Kyra, facemmo un breve giro di ispezione,
tanto per capire a cosa andavamo incontro. Se Kyra ignorava ancora chi fosse,
come noi ormai sospettavamo era il caso di essere molto prudenti. 
Spaventarla era l’ultima cosa che volevo, ma dovevo comunque trovare il modo di avvicinarla.                                                                                       
Kyra!- la chiamai telepaticamente.

-Si può sapere chi diamine sei?- mi domandò alterata, evidentemente la disavventura di poco
prima nel bosco l’aveva scossa parecchio pensai, ricordandomi di strozzare Peter.

-Vieni fuori e lo vedrai da te!- le promisi.

-Che c’è, hai deciso di infestare un’altra casa?- mi chiese.

-Ti ho detto e ripetuto che non sono un fantasma e se ora vieni fuori potrai vederlo con i tuoi occhi- ribadii spazientito.
Questa storia del fantasma stava cominciando a stancarmi sul serio.

-Fossi matta, per stasera ho avuto già abbastanza emozioni!- mi rispose allarmata.

-Allora verremo noi da te- le dissi deciso.

-Noi! Noi chi?- chiese meravigliata.

-Se ti affacci lo scoprirai!-                                                                                     
Un attimo dopo vedemmo una sagoma che si avvicinava alla finestra.
Dopo aver scostato le tende appoggiò la fronte al vetro sbirciando fuori.
La salutammo con la mano per attirare la sua attenzione anche se, vestiti di nero com’eravamo,
era impossibile non notarci su quel manto di neve bianca.                                           
Kyra aprì la finestra sporgendosi all’esterno per studiarci meglio.

-Contento?- domandò dopo un minuto di silenzio non sapendo bene a chi dei due rivolgersi.

-Diciamo di sì- acconsentii osservandola bene.
Se l’avessi incontrata prima che iniziasse la sua trasformazione probabilmente non l’avrei mai riconosciuta.
Erano trascorsi circa quindici anni dall’ultima volta in cui eravamo stati vicini.
Ancora non ci credevo che l’avevo ritrovata. Era bellissima, potevo vederlo anche a quella distanza. 
Aveva una pelle candida come la neve sotto ai nostri piedi e un viso delicato.
I capelli erano neri come le piume di un corvo, ondulati e lunghissimi,
non ne era sicuro ma probabilmente le arrivavano quasi alla vita, calcolai.   

-Allora sei tu che mi parli nella testa?- mi domandò, un po’ perché ero stato io a risponderle,
un po’ perché aveva sicuramente riconosciuto la mia voce.

-Sì e finalmente ci si vede- concordai.

-Sentite voi due, questa storia del balcone mi ricorda tanto Romeo e Giulietta e vorrei
farvi presente che il lieto fine non è previsto.
Che ne dici piuttosto di scendere e presentarci come si deve
- intervenne Peter.

-Ma che razza di parazoni fai?- gli chiesi esasperato.

-Sai com’è, mi vengono così!- mi risponde e portai gli occhi al cielo.                                                                                                                       
Ad un certo punto non la vedemmo più però potevo sentire i suoi passi scendere le scale.
La porta dell’ingresso si aprì e lei uscì.

-Come mai alla fine ti sei decisa ad uscire?- le chiesi un po’ sorpreso ma decisamente felice che lo avesse fatto.

-Volevo evitare che attiraste l’attenzione di mio padre, siccome è aperta la caccia agli importunatori,
vi risparmio una brutta fine.
- ci disse ispezionando i dintorni.

-Come sei gentile- rispose Peter facendole un inchino. 

-Sì, e adesso ditemi in fretta perché siete qui e poi sparite- ci intimò.

-Volevamo solo presentarci Kyra, niente di più- le dissi cercando di rassicurarla.

-Insomma mi spiegate chi è questa Kyra? Io mi chiamo Bridgit, B.R.I.D.G.I.T.- disse lei scandendo lettera per lettera.                                            
Allora guardai Peter in cerca di aiuto.                                                            
Non avevo pensato che i suoi nuovi genitori le avessero cambiato nome.
Un po’ ingenuo da parte mia ma era così.

-Non hai notato nulla di strano ultimamente?- le chiese Peter provando a tastare il terreno.

-Strano in che senso, del tipo sentire voci di sconosciuti nella testa?- volle sapere.

-Anche, ma cose ancora più strane.
Che so io, forza abnorme, udito fino, ipervelocità e cose così
- le chiese ancora Peter.

-E se così fosse?- cercò di sapere lei aggrottando la fronte.                
Ero stufo di tutto quel tergiversare, quelle chiacchiere non ci avrebbero portato a nulla,
ma non sapevo come affrontare l’argomento. Peter dovette intuirlo perché ad un certo punto le disse:
-Senti non c’è un modo semplice e delicato per dirlo, per cui sarò brutale.
Tu non ti chiami Bridgit, ti chiami Kyra e non sei come tutti gli altri-

-Ti riferisci alla mia malattia?- gli domandò.

-Quale malattia?- chiedemmo in coro.

-Come? La mia allergia al sole. A cosa sennò?-

-Mi dispiace contraddirti piccola ma quello che hai tu, si chiama VAMPIRISMO!- le dissi a quel punto
avvicinandomi per mostrarle di cosa parlavo.
Stranamente lei non si spaventò, forse perché aveva riconosciuto qualcosa di familiare in me.

-Tu sei quello dei miei sogni!- esclamò avvicinandosi ancora di più per guardarmi meglio.

-Quali sogni?- provai a chiederle.                                                                    
Kyra si trovava a qualche passo da me, se avessi allungato la mano avrei potuto anche sfiorarla.                                                         
Mi arrivava quasi al mento, notai osservandola meglio e quei suoi incredibili occhi azzurri,
unici per quelli della nostra specie, sembravano leggerlo nell’anima.

-Da una settimana più o meno faccio sempre lo stesso sogno,
c’è qualcuno che mi minaccia e sento la tua voce che mi intima di fuggire
- raccontò lei.

-Allora non sei più al sicuro nemmeno qui, devi venire via con noi- dichiarai.

-Ma come, la mia fami…- cercò di dire prima che la interrompessi.

-Quelli la dentro non sono la tua famiglia, loro sono stati sterminati.
Io e te siamo gli unici superstiti.
- le confessai finalmente.

-In pratica io e te sapemmo fratelli- disse scettica.

-Perché lo trovi così strano?- chiesi.

-Non noti una certa somiglianza- le chiese Peter prendendomi il volto tra il pollice e
l’indice girandomi il viso da una parta all’altra per mostrarle entrambi i profili.
A quel punto Kyra non riuscì a trattenere un sorriso.
Era tipico di Peter sdrammatizzare sempre.

-Ora che me lo fai notare- disse lei inclinando la testa su un lato.

-Se non mi credi sulla parola, allora credi hai tuoi occhi- dissi voltandomi e mostrandole la cicatrice sul collo.

-Non ti ricorda nulla?- le chiese Peter.

-Veramente NO.-

-Sicura di non averne una simile? - insistette Peter.                       
Lei a quel punto si portò la mano dietro al collo, cambiando immediatamente espressione.

-Che cos’è?- mi chiese allarmata.

-È il vostro simbolo, ogni famiglia nobile ne ha uno diverso- intervenne Peter mostrandole il suo.

-Allora è proprio vero, siamo fratelli!-  accettò spaesata.         
                 
-Che ne dite di fare le cose per bene?- propose Peter allungando la mano.

-Nel caso ti interessasse, io sono Peter Haas, il suo miglior  amico.
Poi spingendomi verso di lei disse: 
-Kyra Kraus ti presento tuo fratello Valerius,Val per gli amici.-
Io non sapevo
come comportarmi, avevo paura che mi rifiutasse,infondo non ero altro che uno sconosciuto per lei.
Perciò rimasi molto stupito quando lei ignorò la mia mano tesa, stringendomi invece in un caloroso abbraccio.

QUESTA É LA NOSTRA BRIDGIT/KYRA
 


VAL


PETER



IL SIMBOLO DELLA FAMIGLIA KRAUS


IL SIMBOLO DELLA FAMIGLIA HAAS


________________________________________________________________________________________________________________
*ANGOLO AUTRICI*

Tadà....
Val e Bridgit/Kyra sono fratelli *^*
Non ve lo aspettavate vero? xD
Ma non vi premetto che arriverà un ragazzo che farà innamorare Kyra C;
'Notte, un bacio

EL e DONNA
  
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