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Autore: Lenzubaba    02/09/2013    1 recensioni
Due ragazze, diverse in tutto e per tutto, collegate da un legame indelebile che le porterà a trovare la verità.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Claire venne svegliata da un luce fortissima, non le era mai successo pensò, in genere la casa era buia a quell'ora del mattino. Si alzò e camminò barcollante verso sua madre, seduta sul duro pavimento di pietra, intenta a cucire un vestito verde smeraldo. Solo in quel momento si ricordò della lettera ricevuta il giorno precedente. Ebbe un tuffo al cuore. Quella stessa mattina avrebbe dovuto recarsi alla Villa, come le era stato richiesto dai nuovi proprietari. 
Corse davanti allo specchio cercando di mettere in ordine come meglio poteva i lunghi capelli castani, poi si avvicinò alla madre, concentrata sul vestito. Lo osservò...quella stoffa le ricordava qualcosa...si guardò intorno e fu nuovamente colpita da quella luce fortissima proveniente dall'unica finestra della casetta. Non credette ai suoi occhi. Ecco che cosa mancava. La tenda. Si girò incredula verso la madre, la quale notò il suo stupore e le sorrise: "Tesoro, avevi bisogno di un vestito nuovo per presentarti agli Stone. Non ti preoccupare per la tenda, la ricompreremo non appena avremo venduto qualche sacco di farina. Ora vestiti, è ora di andare." Claire si infilò il vestito. Le stava a pennello, poi chiamò sua madre e insieme si diressero in direzione della Villa.
Il sole era forte e picchiava sulle loro teste, le due donne dovettero faticare per non calpestare i lunghi vestiti che impedivano loro i movimenti. 
Arrivarono all'imponente cancello circa dopo un'ora di cammino. Li accolse un ragazzo, Claire lo riconobbe. Era Tam, il giovane che li aveva tranquillizzati la sera prima riguardo ai nuovi proprietari di Villa Metaphora. Si incamminarono lungo il sentiero che portava al portone principale, in silenzio.
                                                                           
 *  *  *
 
Dal davanzale di camera sua, Daisy osservava lo strano terzetto avanzare nel grande giardino. La madre l'aveva avvisata che avrebbero avuto visite, così la ragazza aveva indossato un vestitino rosa e aveva legato i capelli in una treccia, pensando ad una visita del Sovrano o di qualche importante Lin. Invece, ora che le tre figure si facevano più vicine, Daisy riconobbe una ragazza e una signora più anziana, probabilmente la madre, accompagnate da Tam.
Incuriosita scese le scale e si sedette sul divano, pronta ad alzarsi quando gli ospiti fossero entrati nel grande salone, come le aveva insegnato sua madre, ora seduta accanto a lei, in un tubino color porpora. 
Quando le due sconosciute entrarono nella sala, la signora Stone non si alzò dal divano e non le invitò nemmeno a sedersi. Disse solamente: "Presumo che tu abbia ricevuto la mia lettera." Poi rivolgendosi alla ragazza: "Come ti chiami?"
"Claire" disse questa, abbassando poi la testa in un inchino.
"Bene, da oggi sarai la cameriera di Daisy, mia figlia. Manderò Tam a ritirare il tuo bagaglio domani mattina, per ora potrai farne a meno. Ovviamente non verrai pagata in denaro ma riceverai vitto e alloggio. Potrai vedere la tua famiglia una volta al mese, quando andrai in paese a imbucare la posta o a fare qualsiasi commissione ti verrà assegnata."
                                                                                                        *  *  *       

Claire si voltò verso la madre, che annuì. 
Le lacrime le salirono agli occhi, ma si morse le labbra per trattenerle. Non voleva piangere il primo giorno di lavoro. Aveva voglia di gridare. 
Nessuno l'aveva avvertita di una cosa del genere. Beh era stata stupida, cosa credeva? Che dei Lin avessero bisogno di lei per prendere un tè e parlare di cultura? Sicuramente no.
Diede un abbraccio veloce a sua madre, che venne accompagnata fuori, poi si rivolse alla signora Stone: "Grazie signora." e abbassò di nuovo lo sguardo come aveva intuito che si dovesse fare, osservando la madre qualche minuto prima.
"Ora vai in cucina e aiuta la cuoca a preparare qualcosa per pranzo." 
Una cameriera grassottella condusse Claire fino alla cucina, e la ragazza, triste e incapace di emettere alcun suono, non riuscì nemmeno a rispondere alle domande che la cuoca le rivolgeva. Si sentì uscire dalla cucina con un vassoio, apparecchiare la tavola e servire il pranzo alla famiglia Stone, ma tutto ciò che faceva, era come se lo facesse essendo estraniata dal suo stesso corpo.
Quella sera dormì un sonno inquieto. Strani sogni popolarono la sua mente, fino a quando venne svegliata da un campanaccio, che, come le avevano spiegato gli altri membri della servitù, serviva per avvisare che in meno di un'ora la colazione doveva essere servita ai padroni.
Claire si alzò dalla brandina. Le girava la testa, e si accorse solo in quel momento di avere lasciato chiusa la piccola finestra che permetteva di arieggiare lo stanzino. 
La giovane non ebbe bisogno di vestirsi, perché aveva dormito con gli stessi capi con cui si era presentata la mattina precedente. Legò in una treccia i lunghi capelli e si avviò verso la cucina. 
Imparò presto a preparare le uova "proprio come piacevano a Daisy", a spremere le arance e ad aggiungere un cucchiaino di zucchero di canna nel bicchiere "proprio come voleva Daisy" e a sfornare le brioches nel momento preciso "richiesto da Daisy". 
Non riusciva a capacitarsi di essere diventata la cameriera di Daisy, non pensava che si potesse essere tanto viziati. Forse per invidia, forse per disprezzo, Claire iniziava a provare antipatia per la "bimba viziata", come l'aveva soprannominata nei suoi pensieri.
In realtà Claire non l'aveva ancora vista. Il giorno prima questa Daisy non aveva fatto caso a lei e per il resto del tempo era restata chiusa in camera con la scusa di un forte mal di testa. 
Una volta pronta la colazione, la ragazza salì le scale, e bussò alla terza porta a destra, come le avevano detto di fare.
"Avanti."
  
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