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Autore: anns    02/09/2013    5 recensioni
Può un solo provino rovinare la vita di una ragazza? A quanto pare si e Anne ne è la prova. Prima una vita perfetta, invidiata da molti ragazzi; poi con caratteristiche che hanno molto a che fare con l' inferno!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Don't let me go


 
Scendo le scale lentamente con Harry al mio fianco. I ragazzi se ne stanno comodamente seduti sul divano a guardare la televisione con la tazza del caffè tra le mani ridendo qualche volta alle battute -pessime- della presentatrice. “Cosa ci fate svegli alle otto di mattina?” chiedo con un certo stupore sapendo che sono soliti svegliarsi piuttosto tardi quando sono in vacanza. “Non avevamo sonno” alza le spalle con disinteresse Niall mentre gli altri annuisco confermando la sua risposta. Vado in cucina con l’intenzione di mangiare qualcosa ma Harry mi blocca il polso avvicinandosi pericolosamente a me ma, quando il suo volto è a pochi centimetri dal mio e i suoi occhi sono chiusi, giro la faccia e le sue labbra invece che accarezzare le mie in un leggero bacio sfiorano la mia guancia. Non appena se ne accorge spalanca la palpebre facendomi tremare quando le sue iridi verdi incontrano le mie. Terra e cielo. Stupore e delusione. “Anne” sussurra con tristezza. “Harry,non ce la faccio. Scusami” lo lascio li impalato correndo in soggiorno. Senza destare troppi sospetti mi siedo accanto a mio fratello e appoggio la testa sul suo petto e mi concentro sui battiti regolari del suo cuore. “Come sta Sun?” le sue mani mi accarezzano dolcemente i capelli, arrotolando qualche ciocca tra le sue dita affusolate di pianista. “Male” rispondo di getto senza nemmeno rendermene conto e sento sotto di me il corpo di Louis irrigidirsi alle mie parole. Mi porto le mani alla bocca come se potessi rimangiarmi ciò che ho detto. Il fatto è che Sun è distrutta e io mi sento così impotente; si sgretola sotto i miei occhi come castelli di sabbia abbattuti da un onda troppo impetuosa e io sono solo una spettatrice della sua autodistruzione. Non mangia,si vede imperfetta e le mie parole di incoraggiamento sembrano entrarle per un orecchio e uscirle dall’altro. A nulla sono serviti gli abbracci,le carezze sulla schiena,il piangere insieme per condividere almeno un po’ il dolore lancinante che la fa soffocare. Mi impongo mentalmente di non rivelare a mio fratello lo svenimento di Sun a causa di un calo di zuccheri e il suo successivo trasferimento in ospedale. “E’ colpa mia,non è vero?” “No,Louis. E’ semplicemente un momento no” mento. “Va bene,oggi andrò a trovarla”. Scatto in piedi. “No,non credo sia un buona idea!” rispondo allarmata. “E perché no?”Louis alza un sopracciglio dubbioso. “Beh perché…” pensa Anne,pensa “beh perché.. si ecco ha il virus intestinale ed è contagioso. Anche sua mamma l’ha preso” balbetto mangiandomi metà delle parole mentre i ragazzi mi guardano piuttosto interessati. “Anzi guarda,vado io a vedere come sta e poi te lo riferisco” afferro il giubbettino leggero e indosso le scarpe. “No no signorina,non sia sa mai che anche tu ti ammali” “Sono andata molte volte a trovarla,se non ho preso qualcosa fino ad ora, sicuramente non succederà oggi”. Mi blocca il polso scrutandomi con i suoi occhi color ghiaccio sperando di intravederci la verità ma dopo pochi secondi mi lascia libera e io apro velocemente la porta non permettendogli di pormi altre domande.

LOUIS’S POV
 
Mi butto sul divano con un tonfo facendo sbuffare i miei migliori amici. “Cosa di affligge Lou?” mi domanda premuroso Liam, che è il più bravo a capire questo tipo di situazioni. “Non le credo. Conosco Anne fin da quando era dentro la culla e so benissimo quando mente. Ogni volta che lo fa comincia a balbettare, a mordersi il labbro inferiore e il suo sguardo vaga nel vuoto,attenta a non captare i tuoi occhi ma non voglio invadere i suoi spazi e quelli di Sun e non voglio intromettermi in faccende che non mi riguardano” spiego scocciato e preoccupato. “In verità non è proprio così” borbotta Harry al mio fianco,sperando forse di non essere udito. Ma si rende conto di non essere riuscito nel suo intento quando chiedo: “Cosa intendi dire?”. Il riccio spalanca gli occhi e continua a cambiare canale: “Nulla nulla,riflettevo tra me e me” alza le spalle con noncuranza sorridendo impercettibilmente. Mi alzo di scatto dal divano e prendo le chiavi dell’auto da sopra il mobiletto. “Dove vai?” domanda perplesso Zayn notando che sto varcando la soglia di casa. “A scoprire la verità”.
 
Sbatto piano le nocche sulla porta di castagno di casa Grey e mentre attendo mi guardo attorno. L’auto nera è parcheggiata nel vialetto,segno che lei e i suoi genitori sono a casa. Lo scatto della serratura mi fa voltare immediatamente e la madre di Sun mi guarda stranita accennando un sorriso timido. “Louis caro,da quanto non ti vedo. Sei dimagrito,sei sicuro di mangiare a sufficienza?” lei e la sua solita dolcezza. “Certo Scarlet,sono solo un po’ stanco. Cercavo mia sorella e sua figlia,sono in camera o nel giardino sul retro?” faccio un passo in avanti ma la mano della donna mi blocca quasi subito. “Oh Louis, Anne non ti ha avvisato del ricovero in ospedale di Sun? Strano,mi aveva detto di avertene fatto presente” corruga la fronte, dubbiosa. “Oh si certo,che sbadato!” mento sbattendomi il palmo della mano sulla fronte e facendo scoppiare a ridere Scarlet. “Me ne sono completamente dimenticato. Le raggiungo immediatamente. Grazie mille” la abbraccio calorosamente non sapendo quando la potrei rivedere. “Oh di nulla tesoro. E mangia mi raccomando”. Sorrido cordiale e mi incammino verso la mia auto,intento a sapere cosa mi nascondono quelle due.
“Scusi” richiamo la segretaria che sta trafficando con il computer nella sala d’aspetto dell’ospedale. Una donna piuttosto paffuta, con i capelli raccolti in una crocchia sulla nuca e un paio di spessi occhiali  posati sul naso mi guarda con interesse aspettando che continui. “Vorrei sapere in che reparto si trova Sun Grey e il numero della sua stanza” le spiego,celando la preoccupazione dietro alle mie parole. “Lei chi è? Un parente?” domanda professionale. “No,sono il suo ragazzo” ennesima bugia della giornata. Lei mi guarda dubbiosa prima di darmi tutte le informazioni. Mi sa che non c’ha creduto molto. “Deve recarsi al quinto piano nel nuovo reparto di anoressia giovanile. Camera 22” “Grazie mille,arrivederci” la ringrazio. “Speriamo di no” affermo tra me e me mentre salgo i gradini delle rampe a due a due. Non appena entro nel reparto indicatomi un odore forte di disinfettante misto a omogeneizzati mi arriva immediatamente al naso facendomi venire i conati di vomito che cerco di ignorare mentre busso alla porta bianca della stanza. Un flebile “avanti” mi da il permesso di entrare. Immediatamente i miei occhi cercano Sun e la trovano distesa su uno dei due letti della camera,in quello più vicino alla finestra,che offre una meravigliosa visuale di Londra. So quanto Sun ami i panorami e sicuramente sarà stata lei a richiedere quello specifico letto. Sun è pallida e mi guarda sconvolta mentre con stupore osservo attentamente i numerosi fili che la collegano ai dei grandi macchinari. Le bollicine all’interno della flebile emettono un rumore appena udibile visto il silenzio che è caduto nella stanza. “Cosa significa tutto questo?” chiedo stupidamente, nonostante conosca già la risposta. “Sto bene Lou” emette con voce flebile Sun. “No Sun! Non dirmi che stai bene perché se davvero fosse così tu non saresti qui!” alzo il tono della voce senza rendermene conto. Anne mi intima di parlare più piano ma la ignoro senza tante cerimonie. Mi ha mentito,ma non è questo l’importante ora. Ciò che conta, adesso, è Sun. “Io.. Oh Louis, mi dispiace così tanto!” e delle lacrime cominciano a bagnarle il volto pallido. E a quella visione,  mi sento morire. Come se qualcuno mi avesse strappato con prepotenza il cuore del petto. Mi avvicino velocemente a lei stringendola tra le mie braccia mentre i singhiozzi cominciano a scuotere il suo debole e magrissimo corpo. “Io vado a casa. Ci vediamo dopo Boo” mi saluta con la mano mia sorella che lascia velocemente la stanza prima che io abbia modo di ricambiare il suo gesto. “Perché l’hai fatto? Perché una bellissima ragazza come te si è ridotta così?” chiedo curioso e preoccupato allo stesso tempo. “Per te” ed è come se centinaia di coltelli affilati mi avessero attraversato da parte a parte lo stomaco senza che io avessi modo di difendermi. “Co..come dici?” “Per te” ripete lei distogliendo lo sguardo mentre l’ennesima goccia salata le cade dall’occhio destro andandosi a posare veloce tra le sue labbra. E non so cosa mi spinga a farlo,ma poso le mie labbra sulle sue catturando così la lacrima. Una scarica elettrica mi fa allontanare velocemente da lei che sembra piuttosto sconvolta. “Non so cosa mi sia preso. Scusami io non vole..” “Baciami Louis,baciami con tutto l’amore che sai donare” ed è un secondo e i nostri respiri tornano a fondersi insieme. La mia mano si va a posare sulla sua guancia rosea che comincia a scaldarsi un po’ mentre le sue manine stringono appena i miei capelli avvicinandomi ulteriormente a lei. Non smetto di baciarla nemmeno quando mi viene in mente Eleanor che nel suo grembo tiene mio figlio. Non c’è malattia,persona o cosa che mi intimi a lasciare perdere,a prendere le mie cose e tornarmene a casa. Perché Dio, sto dannatamente bene ora,bene come non stavo da tempo. Sembra quasi che baciare Sun mi abbia fatto tornare le forse,che la sonno non sia più un problema per me. Chiedo un po’ incerto accesso alla sua bocca passando la lingua sulle sue labbra fini e mi stupisco non appena capisco che mi è stato concesso questo privilegio e le nostre lingue si cercano bisognose. Dopo un tempo che sembra brevissimo- ma che in realtà non lo è per niente- mi stacco appena da lei appoggiando la mia fronte sulla sua e la fisso nei suoi occhi color nocciola e ci scorgo paura, timidezza, felicità, insicurezza e..amore. “Sun cos’è stato questo? Ti prego aiutami a capire perché ho troppe domande e pochissime risposte!” mi siedo sulla sedia di Anne posta accanto al letto e stringo la sua mano tra le mie. “Cosa vuoi sentirti dire Lou? Che ti amo da quando sono adolescente e che non ho mai smesso di farlo,nemmeno per un secondo. E che se sono qui è perché tu, Eleanor, il vostro matrimonio e vostro figlio mi hanno tolto l’appetito e le forze? Non ho tentato il suicidio smettendo di mangiare ma proprio non ce la facevo. Ogni volta che ingerivo qualcosa vedevo voi due che vi baciavate dopo che il prete vi aveva dichiarato marito e moglie, il battesimo di vostro figlio, voi due che invecchiavate insieme e tutto ciò che avevo appena mangiato mi tornava in gola, e poi in bocca ed è li che ho capito di non essere abbastanza, altrimenti mi avresti notato” mi guarda fisso negli occhi mentre i suoi cominciano ad appannarsi, di nuovo. “Mi dispiace Sun, tu non meriti tutto questo e non meriti me. Io sto per sposare Eleanor e lei sta per avere un figlio da me capisci?” la voce mi trema appena e cerco di ignorare il nodo che si è appena formato all’interno della mia gola. “Lo capisco,ma ti prego: non sposarla” mi supplica con voce incrinata. “Devo” “Devi Louis? Il matrimonio è una cosa seria e se davvero non la ami,non farlo” “Non so se la amo Sun, so solo che questo è quello che tutti i aspettano da me: i miei amici, i nostri menager, i genitori di lei e le nostre fan. Devo farlo soprattutto per mio figlio. Ma quando ti ho baciato mi sono sentito al posto giusto,nel momento giusto e con la persona giusta, e, lo giuro, non mi era mai successo in vita mia. Sun, cerca di capire” ma la mia domanda suona più come una supplica. “Ho capito Louis, va bene così” e, da egoista, non insisto oltre e mi accontento delle sue parole che sono state pronunciate controvoglia, andando contro a ciò che prova davvero. “Grazie piccola. Ora devo andare ma prima promettimi una cosa. Promettimi che ricomincerai a lottare e a vivere,che troverai qualcuno che possa amarti davvero e che sarai felice” mi alzo dalla sedia avvicinandomi a lei. “Lo prometto” giura scossa dai violenti singhiozzi. Fa male vederla in questo stato e ancora di più se penso che è colpa mia. “Ma ora promettimi la cosa mi importante di tutte” annuisce come per invitarmi a proseguire “promettimi che rimarremo amici per sempre,che questa conversazione e questi baci rimarranno tra noi e che il nostro rapporto non cambierà. Promettimelo ti prego” e lei annuisce di nuovo, con maggiore sicurezza ma anche un cieco riuscirebbe a vedere che sta lottando dentro di se con tutti i suoi demoni e le sue paure pur di rendermi “felice”.
 
ANNE’S POV
 
So di aver sbagliato a non parlare di ciò che è successo a Sun con Louis ma credevo di fare il meglio sia per la mia migliore amica che mio fratello ma dai loro sguardi in ospedale non credo di essere riuscita a pieno nel mio intento. Rientro in casa pulendomi i piedi sullo zerbino e noto subito degli occhi verde prato squadrarmi da testa a piedi e un sorriso smagliante a farmi arrossire come una ragazzina alla prima cotta. Vengo subito accolta tra le braccia muscolose di Harry e, titubante, abbatto le mie barriere di insicurezza e paura costruite con tanto impegno in questi giorni e ricambio il getto di affetto. “Ho bisogno che tu torni a fidarti di me Anne” mi soffia nell’orecchio il riccio a voce appena udibile. “Ho bisogno di fatti concreti Harry, basta parole; con quelle sono bravi tutti” mi stacco appena per guardarlo negli occhi. “Te lo dimostrerò, prometto. Fatti trovare pronta sta sera alle sette in giardino, vestiti elegante” mi schiocca un bacio sulla guancia prima di correre su per le scale lasciandomi piena di domande a cui non so dare una risposta.
 
“Ciao” quella voce roca mi fa voltare e dietro di me, con addosso un paio di jeans neri stretti e una maglia bianca leggera, si trova Harry in tutta la sua bellezza. “Ciao riccio” lo saluto in risposta io esibendo il mio sorriso migliore che finisce poi per coinvolgere anche lui in quel gioco di sguardi. Mi manca come l’ aria e non posso negarlo; quando ti affezioni ad Harry inevitabilmente lui diventa la tua droga e di conseguenza una dipendenza: dipendo da Harry, dai suoi baci, dalle sue carezze, dai suoi ricci tra le mie dita, dalle sue attenzione, dalla sua protezione che riserva solamente a me e se potessi dimenticare tutto quello che mi ha fatto lo farei ma non ce la faccio a fidarmi di nuovo di lui, a far finta che nella sia successo; ma ora, in questa notte calda di inizio di giugno, mi rendo conto che Harry non diventa solo una dipendenza ma si trasforma  nel tuo tutto. Harry è capace di annullarsi per ciò che ama. L’ha fatto spesso per la sua carriera di cantante rinunciando alla sua famiglia e ai suoi amici e lo farebbe sicuramente con la donna della sua vita, mettendo se stesso al secondo posto pur di averla accanto a se. E inevitabilmente mi domando: sarò io la donna della sua vita? “Se sei pronta possiamo anche andare” mi avvisa portando la sua grande mano destra sulla mia schiena coperta dal leggero vestito bianco che indosso e incoraggiandomi ad avvicinarmi alla sua auto. Come un vero gentiluomo qual è mi apre la portiera per poi richiuderla con un colpo secco non appena mi appoggio con la testa allo schienale di pelle. Harry si siede accanto a me e mette in moto. Le case di Londra corrono veloci fuori dal finestrino e le strade illuminate sono popolate di ragazzi che si raggruppano vicino ai locali più importanti della zona. Harry accende la radio e comincia a canticchiare “As long as you love me” di Justin Bieber e credo che non siano per nulla casuali le occhiate che mi rivolge durante il ritornello. Sorrido impercettibilmente non appena mi rendo conto che Harry sta rallentando e si accinge a parcheggiare l’auto. Scendiamo insieme e un profumo di erba appena tagliata mi avvolge facendomi chiudere gli occhi. “Ora ti metterò una benda e ti accompagnerò a sederti in un luogo. Solo quando te lo dirò potrai togliertela” mi appoggia uno strato di stoffa rossa sugli occhi. “Non sbirciare” mi ammonisce scatenando la sua risata cristallina. Mi prende le mani e attorciglia le sue dita con le mie facendomi tremare sotto il suo tocco. “Sono felice di farti sempre lo stesso effetto” dice dolcemente vicino alle mie labbra prima di appoggiare un casto bacio a lato di queste. Camminiamo mano nella mano per circa un minuto e dopo di che mi fa sedere su una sedia. Anche con la benda sugli occhi posso capire che il posto in cui mi trovo è stato addobbato con luci soffuse. “Non ti muovere” sussurra Harry allontanandosi da me e facendomi sentire persa. Sento il rumore del legno che scricchiola e poi la sua voce, amplificata da un microfono che mi dice: “Togliti pure la benda Anne”. Davanti a me si trova un piccolo palco in legno, illuminato da delle piccole luci. Harry si trova al centro del palco con il microfono tra le mani e con gli occhi speranzosi. Il parco in cui sono è pieno di grandi alberi- querce credo- illuminate anch’esse da delle luci che sono state poste attorno al tronco e sulla chioma. Dietro Harry posso scorgere un cancello in ferro battuto chiuso da dei catenacci. “Ma possiamo stare qui?” chiedo titubante. “Certo. Ho affittato questo parco da questo pomeriggio fino a domani mattina tardi” mi sorride rassicurante. “E hai fatto tutto questo.. per me?” “Certo ma le sorprese non sono ancora finite. Ti ho scritto una canzone!” esclama entusiasta. “Tu hai fatto ancora?” domando ancora più piacevolmente sconvolta. “Hai capito bene. Ti amo Anne e siccome con i gesti sono una frana” sorride timido “spero di riuscirlo a farlo al meglio esprimendo ciò che provo con le parole che mi arrivano direttamente dal cuore, cuore che batte solo per te”. Harry si avvicina velocemente allo stereo posto all’angolo del palco e la musica comincia a diffondersi grazie alle grandi casse situate alla base degli alberi. “Ti presento Don’t let me go”

http://www.youtube.com/watch?v=AKolTwOyKmg
 
La musica, come anche la sua voce, cominciano a diminuire di volume e mi asciugo velocemente le lacrime che mi hanno bagnato il volto per quasi tutta la durata della canzone. Le parole che ha scritto sono così intime, così dolci che tutti i dubbi che avevo sui sentimenti che provava nei miei confronti vanno scemando. Harry scende lentamente le scale di legno e si avvicina a me; mi prende il volto tra le mani e sussurra a pochi millimetri dalla mia bocca “ora hai capito cosa provo? Ti amo con tutto me stesso Anne. Tu mi ami?” domanda incerto e la voce si fa sottile mentre pronuncia le ultime parole. “Si Harold Edward Style: ti amo con tutta me stessa e mi fido di te” e non appena termino di parlare il riccio cattura le mie labbra in un tenero bacio. Quanto mi sono mancate le sue labbra morbide, quando ho sognato che questo momento avvenisse. Forse troppo ma ora che lo sto vivendo, vi prego, se è un sogno non svegliatemi perché sto terribilmente bene qui, stretta a lui, lontana dai paparazzi, dal caos della città, dai suoi impegni di cantante famoso. Ora siamo solo Anne Tomlinson e Harry Styles e ci amiamo.
“Spero tu abbia fame perché ho cucinato tutto questo per te” afferma Harry prendendomi per mano e portandomi in una parte del parco in cui è situato un tavolino rotondo. Una tovaglia rossa ricopre la superficie del mobile e due candele producono una luce fioca che illumina il mio volto stupito. “Certo che ho fame. Hai cucinato davvero tu? O ti hanno aiutato?” smonto la sua frase con una risata. “Mi hanno dato una mano i ragazzi” ammette mettendo il broncio. “Va bene lo stesso Harry, non preoccuparti. Adoro tutto ciò che hai fatto per me questa sera” bacio di nuovo le sue labbra morbide. La cena la passiamo a chiacchierare del più e del meno, dei nuovi concerti del tour che terranno impegnato Harry nei prossimi mesi ma per ora l’argomento non mi turba molto, ora mi voglio solo godere questa serata stupenda. “Sono pieno” ammette Harry dopo aver finitola panna cotta con un ultima cucchiaiata. “A chi lo dici. Sarò ingrassata di almeno due chili” “E meno male! Sei troppo magra Anne” mi dice Harry. “Posso farti una domanda Harry?” domando cauta. “Tutto quello che vuoi” mi incoraggia a continuare con un sorriso il riccio. “Perché?” e magari non sono stata molto chiara, magari Harry non ha capito a cosa mi stessi riferendo ma spero lo intuisca. “E’ complicato Anne ma te lo spiegherò lo stesso, è giusto che tu riceva le risposte che cerchi. Mia madre e mio padre si sono conosciuti quando ancora erano degli adolescenti, avranno avuto su per giù la nostra età a detta di mia madre. Lei rimase incinta di me a diciotto anni e mio padre, non appena gli venne comunicata la notizia, disse che era troppo giovane per avere un figlio e che gli dispiaceva da morire ma non si sentiva pronto per tutto ciò e lasciò mia madre da sola durante la gravidanza non facendosi più vedere; sono cresciuto sotto la cura e la protezione di mia mamma e dei miei nonni materni, di lui nessuna traccia. So che a volte lui scrive a mia madre, non so bene cosa, e il la mattina del tuo provino mia madre mi ha chiamato comunicandomi che mio padre biologico voleva incontrarmi per la prima volta. Come potrai ben immaginare la notizia mi ha sconvolto e avevo bisogno di sfogarmi. Ho cominciato a tirare pugni al muro ma non mi aiutava a sfogare la rabbia. Rabbia per la sua ipocrisia, per il suo egoismo, per la sua assenza, per il mio non essere forte. Così ho chiamato Caroline e le ho detto di venire a casa tua e di Louis. Appena arrivata misi subito in chiaro che sarebbe stato solo sesso, niente emozioni, nessun impegno. Le chiesi di non fare domande e la supplicai di tenere chiusa la bocca su ciò che sarebbe successo di li a poco. Lei promise. Poi sei arrivata tu e mi hai colto in fragrante. So Anne che non è una scusante per ciò che ti ho fatto ma non volevo usarti per i miei scopi personali, tu meriti un ragazzo che non usi il tuo corpo per sfogarsi. Tu meriti di meglio Anne e io ero debole e stupido, troppo per capire che ciò che stavo per fare avrebbe compromesso la nostra relazione. So di aver sbagliato totalmente e ti chiedo nuovamente scusa ma per me ci sei solo tu, lo giuro” conclude il suo discorso. “Grazie Harry” sussurro prima di annullare nuovamente le distanze tra noi. “Incontrerai tuo padre?” chiedo curiosa. “Si, sono invitato domani a pranzo al “Jenny restourant” in centro” sorride dolcemente. “Credo sia la cosa giusta da fare” ipotizzo. “Lo spero” sussurra prima di baciarmi di nuovo. Mi bacia con così tanto trasporto che nemmeno mi rendo conto che sono indietreggiata così tanto da appoggiare la schiena all’albero più vicino a noi. La sua bocca sfiora la linea del mio mente mentre le mie mani sono tra i suoi capelli e scende fino a poggiare le labbra carnose sul mio collo cominciando a succhiare la pelle e facendomi emettere un gemito che cerco di trattenere mordicchiando il mio labbro inferiore con i denti. Le sue mani mi accarezzano lentamente i fianchi coperti dal vestito di seta mentre io cerco nuovamente le sue labbra. Ci baciamo come se non ci fosse un  domani, come se fosse la cosa migliore del mondo e molto probabilmente lo è. “Voglio fare l’amore con te Harry” sussurro non appena mi solleva le gambe e le fa attorcigliare attorno al suo bacino. La corteccia dell’albero mi graffia appena le spalle lasciate scoperte dal tessuto bianco. “Anche io voglio..fare l’amore con te..Anne” mi risponde a tratti Harry cercando di controllare la sua eccitazione che è ben evidente dato il rigonfiamento dei suoi pantaloni e la sua erezione preme sulle mie gambe scoperte. Ancora in braccio a lui ci stacchiamo dall’albero e Harry mi fa distendere sul prato. L’erba sotto di noi è fresca e mi solletica il volto facendomi sorridere. Il ragazzo sopra di me fa lentamente scivolare la prima spallina del mio abito e poi la seconda cercando la mia approvazione che gli viene concessa con un semplice gesto del capo. Harry porta l’abito fino alle mie caviglie per poi togliermelo completamente lasciandomi in intimo. Nascondo il volto nell’incavo della sua spalla vergognandomi nel mio corpo ma lui cerca la mie labbra come se fossero il suo riparo preferito dopo una tempesta, il posto in cui si trova al sicuro. Alzo i lembi della sua maglia e gliela faccio passare da sopra la testa sfilandogliela del tutto e interrompendo così il contatto tra le nostre bocche. Il suo corpo muscoloso mi sovrasta del tutto; porto le mani sui bottoni dei jeans ma Harry, notando che tremo per l’emozione mi aiuta e mi sorride appena per incoraggiarmi. Siamo entrambi in intimo quando Harry mi sussurra: “Per fortuna questo parco è isolato e poco conosciuto e noi ci troviamo in una zona nascosta altrimenti chissà cosa penserebbero di noi se ci scoprissero qui”. Rido di cuore e perdendomi per l’ennesima volta nei suoi occhi smeraldo, più preziosi di qualsiasi pietra esistente sulla superficie terrestre. Con gesto esperto Harry slaccia il gancetto del reggiseno e me no sfila facendo lo stesso con i miei slip. Il riccio raccatta i suoi jeans e fruga all’interno della tasca dietro estraendone un preservativo. Si sbarazza dei suoi boxer, che raggiungono sul prato gli altri abiti, prima di posizionarsi tra le mie gambe. “Ho paura Harry” do sfogo ai miei pensieri non appena il mio ragazzo mi guarda cercando di capire se è quello che voglio davvero. “Sei sicura che sia quello che vuoi? Possiamo aspettare Anne,non..” lo bacio mettendo fine al suo discorso. “Sono sicura Harry” lo rassicuro. “Farò piano amore mio, te lo prometto”. Entra lentamente in me e il dolore è così forte da farmi dimenare sotto di lui. Lacrime salate quanto il mare bagnano il mio volto; Harry prontamente le raccoglie tra le sue labbra per poi avvicinarle al mio orecchio: “Passerà presto piccola, te lo prometto”. Harry continua a muoversi dentro di me così da farmi abituare alla sua presenza e dopo poco tempo il dolore viene sostituito dal piacere. Le spinte aumentano di intensità e i nostri gemiti si uniscono non appena arriviamo all’apice del piacere. “Ti amo amore mio” afferma Harry che, dopo essere uscito da me, si è disteso accogliendomi tra le sue braccia coprendoci con la coperta che si è portato da casa. “Anche io amore” sussurro prima di addormentarmi cullata dai versi della canzone che ha scritto per me.
 
HARRY’S POV
 
Il cellulare comincia a suonare svegliando sia me che Anne. premo velocemente il tasto verde senza controllare chi è il mittente della chiamata. “Harry, sei sveglio?” sussurra la voce calda di mia madre al di là della cornetta. “Ora si” rispondo con la voce ancora impastata dal sonno. “Sono già le undici, tra un ora hai il pranzo ricordi?” “Certo, mi vesto e vado” “Bravo figliolo, poi passa per casa mia che mi racconti tutto” “Sicuramente” borbotto ancora addormentato prima di chiudere la chiamata. “Che ore sono?” domanda la mia ragazza passandosi una mano sul volto e successivamente tra i capelli. “Le undici” rispondo prima di baciarla dolcemente. “Potrei abituarmi velocemente a questi risvegli” sussurra. “Dobbiamo vestirci Anne, tra poco ho il pranzo di cui ti ho parlato” “Va bene” si copre con la coperta prima di alzarsi e raccogliere i vestiti. “Sei troppo dolce quando ti copri pensando di essere imperfetta quando in verità sei stupenda” dico sincero. Dopo mezz’ora saliamo in macchina, tornerò qui oggi pomeriggio a smontare il palchetto e a togliere le luci. Accompagno Anne a casa e mi dirigo direttamente al ristorante. Spingo le porte i vetro e entro nel locale. “Il tavolo del signor Styles?” chiedo al cameriere che è situato all’ entrata. “Da questa parte, la sta aspettando” mi sorride cordiale prima di farmi strada. Si ferma improvvisamente davanti a un tavolo a cui stanno seduti un uomo sulla quarantina e un ragazzo che avrà più o meno la mia età. Un attimo, cosa ci fa Josh seduto al tavolo con quello che dovrebbe essere mio padre?

 



Hello

Buongiorno mondo!! Eccomi tornata con il nuovo capitolo. So che purtroppo ho postato con un certo ritardo ma ho dovuto fare l'esame di riparazione di matematica (e faccio lo scientifico, sono un genio ahahah) e quindi ho dovuto studiare molto e.... SONO IN QUARTA!!!!!!!! Bene, dopo avervi resi partecipi della mia gioia, volevo ringraziare tutti coloro che ancora mi seguono e che apprezzano i miei scritti. Sto scrivendo anche una os su Zayn e sono piuttosto contenta di ciò che ne è venuto fuori fino a questo momento. Ringrazio Martina che ha accettato di essere la mia beta, leggerà per prima i capitoli e mi dirà cosa ne pensa!! Grazie mille davvero di tutto, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e mi scuso se la scena un pò spinta non è il massimo ma era la prima volta che mi cimentavo a narrare questo genere di situazioni. Un bacio e al prossimo capitolo
-anns
   
 
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