¤Capitolo 22¤
Hannah
doveva ancora decidere cosa, tra il processo interminabile o la stampa, fosse
stata la parte più tremenda di quegli ultimi cinque mesi passati sotto la lente
di ingrandimento di avvocati e giornalisti.
La
sua esistenza, come quella di Phillip, fu misurata, controllata, analizzata,
rivoltata e tagliuzzata in centinaia di forme diverse. In particolar modo per
il suo vecchio amico, fu un vero inferno veder sbandierato ai quattro venti
ogni segreto della propria vita privata.
Sia
Brandon che Nickolas rimasero al loro fianco per assorbire insieme la maggior
parte degli urti ma, inevitabilmente, alcuni colpi diretti al plesso solare
giunsero con la stessa potenza di un gancio ben assestato.
Hannah
cercò di fare buon viso a cattivo gioco ma, in più di un’occasione, si ritrovò
in lacrime tra le braccia di Nick che, non poche volte, imprecò contro questa o
quella testata giornalistica, minacciando di denunciarli tutti per le
sciocchezze messe in stampa.
Phillip
si dimostrò più stoico, ma l’amica sapeva bene quanto le critiche e le battute
sarcastiche rivolte a lui e Brandon, sulla loro storia d’amore appena iniziata,
gli dessero fastidio.
Rena
fu di grande aiuto, dimostrandosi una degna amica e un affidabile quanto
imprevedibile sparring partner.
Mostrò
i denti e gli artigli in più di un’occasione e, quando venne infilata a forza
in un triangolo amoroso inesistente, si rivolse a muso duro al giornalista che
aveva messo in piedi quelle maldicenze, spiattellandogli in faccia la cruda
verità.
Il
suo monologo a reti unificate – Rena, dopotutto, lavorava per Vanity Fair, e ne
aveva di conoscenze – fu così chiaro, e accompagnato da prove inoppugnabili,
che non solo il giornalista dovette chiedere pubblicamente scusa, ma fu
silurato dalla casa giornalistica nel breve ciclo di un respiro.
Con
l’inverno ormai alle porte anche nell’assolata Città degli Angeli, Nickolas scrutò
pensieroso l’oceano in burrasca e le nubi purulente che ribollivano nel cielo
scuro, specchio del suo umore attuale.
Hannah,
sdraiata nel letto e avvolta tra le lenzuola di raso azzurro cielo, sbadigliò
debolmente prima di fissare curiosa l’alto e bronzeo corpo nudo di Nick,
stagliato come una statua alla luce torva del giorno appena iniziato.
Le
spalle rigide le dissero subito quanto fosse nervoso e, nel levarsi da letto
per raggiungerlo, il corpo tonico avvolto da una vestaglia di seta, Hannah lo baciò
su una spalla, mormorando: “Preoccupato per oggi?”
Nick
si volse a mezzo per catturare con un bacio la sua bocca e, annuendo torvo,
dichiarò senza mezzi termini: “Se la scagionano, le stacco la testa di
persona.”
“Vedrò
di placcarti prima che tu lo faccia” lo mise in guardia lei, sorridendo furba.
“Aaah,
Hannah, ma come fai a startene qui così tranquilla dopo l’estate infernale che
abbiamo passato?” mugugnò lui, avvolgendola in un abbraccio per poi posare la
guancia nell’incavo del suo collo. Era
così stranamente piacevole poterlo fare!
Non
era la solita donna piccola e minuta che scompariva nel suo abbraccio,
tutt’altro!
Ed
era così piacevole perdersi nel suo tocco, sfiorarne lo sguardo da pari a pari,
accoccolarsi contro di lei senza fatica alcuna… baciare fino allo sfinimento
ogni centimetro della sua pelle lattea.
Una
volta terminato quel maledetto processo, si sarebbero concessi una lunga,
piacevole vacanza tutti soli.
Non
aveva acquistato un’isola dall’altra parte dell’oceano solo come investimento,
dopotutto!
L’isola
di Moutohora1
era l’ideale, per loro.
Nessuno
li avrebbe disturbati, la sua villetta nel bosco era a prova di qualsiasi
obiettivo di cielo e di terra e, anche se lo avessero fotografato mentre faceva
surf, nessuno si sarebbe stupito.
Sì,
l’avrebbe portata lì e avrebbe…
“Nick”
lo chiamò Hannah, riscuotendolo dai suoi pensieri.
“Sì?”
“Pensi
di rimanere nudo ancora per molto? Perché i casi sono due; o tiri le tende,
oppure lasci che ti fotografino in bella mostra” precisò lei, indicandogli un
motoscafo biposto che, dall’oceano, si stava avvicinando a tutta velocità verso
la costa.
Non
c’era la sicurezza che fossero paparazzi, ma Hannah era quasi certa che nessuno
sano di mente si sarebbe spinto in acqua, con una potenziale tempesta in
avvicinamento dall’oceano.
Nickolas
si affrettò ad afferrare il telecomando per azionare le tende e, nel grugnire
non proprio simpatici apprezzamenti su tutta la categoria dei fotografi
d’assalto, Hannah si allontanò da lui per raggiungere il bagno.
Un
attimo dopo, l’acqua della doccia venne aperta e l’uomo, nel gettare il
telecomando sulle lenzuola stropicciate, seguì la fidanzata in bagno.
Serbava
ottimi ricordi della prima doccia divisa con Hannah.
§§§
Incontrarono
Andrea, Brandon e Phill di fronte all’entrata del tribunale.
Rena,
invece, era in auto assieme a Nick e Hannah e, quando scesero dalla lussuosa
Mercedes scura dell’uomo, i soliti flash dei giornalisti li presero d’assalto.
Hannah,
dopo l’iniziale riserbo dei primi mesi, si era infine abituata a quello scontro
quotidiano.
Quel
giorno, dall’alto dei suoi tacchi stratosferici, guardò direttamente in
macchina prima di sfoderare un abbagliante quanto affettato sorriso.
Serena
si unì a lei e la prese sottobraccio con fare molto elegante e, muovendosi quasi come in una
coreografia, si incamminarono verso la
scalinata che conduceva al Palazzo di Giustizia, seguite a ruota da Nickolas.
Ridacchiante,
l’uomo salutò i giornalisti e, al suono delle loro pressanti domande, si limitò
ad un laconico: “E voi vorreste cavare qualcosa da loro due? Auguri.”
I
cronisti le seguirono di corsa e le domande fioccarono come una nevicata
invernale ma, a quella specie di nuova inquisizione, le due donne risposero con
monosillabi e sorrisi smaglianti.
Era
evidente quanto l’apporto dei consigli di Rena avesse plasmato l’iniziale paura
di Hannah tramutandola in autentico, disarmante fascino, facendole così superare
il panico da prima pagina.
Nick
non poteva che esserne felice perché sospettava che, anche nel corso dei
prossimi anni, la stampa non si sarebbe stancata tanto presto di loro.
Lui
rimaneva un donnaiolo, per i giornali scandalistici, e nessuno credeva
veramente che la storia con Hannah sarebbe durata.
Nick
era più che sicuro che il suo interesse a senso unico verso una sola donna avesse
fatto aprire tutta una serie di scommesse, più o meno seriose, sul suo conto.
Non
vedeva l’ora di far vincere coloro che avevano puntato sulla buona riuscita del
suo rapporto con Hannah.
Nello
stringere la mano al padre, Nickolas infilò subito dopo le mani in tasca e,
orgoglioso quanto affascinato, osservò la sua fidanzata districarsi tra le
mille e più domande che le stavano ponendo sul suo attuale stato di salute.
Il
fatto che avesse indossato un attillatissimo tubino color ghiaccio – abbinato a
un soprabito leggero ed elegante – bastava a mettere a tacere coloro i quali
già speravano in una gravidanza, con successivo matrimonio riparatore.
Non
che non desiderasse dei figli da Hannah ma, visto che non ne avevano ancora
parlato, era quanto meno prematuro pensarci.
“E’
davvero magnifica, in tutti i sensi” osservò Andrea, sorridendo spontaneamente
nel lanciare un’occhiata a Hannah.
Lei
lo salutò con un cenno della mano, tornando poi a scrutare con fastidio
mascherato da interesse i tanti giornalisti che ancora stavano importunando lei
e Rena.
Poco
lontano, Phillip e Brandon osservavano la scena con ampi sogghigni.
“Serena
le è stata di grande aiuto… molto più di me, in effetti. Io posso anche
imprecare all’indirizzo dei paparazzi, ma una donna no. Dar loro uno scampolo
di verità per chetare un poco le loro brame, mantenendosi pur sempre sul vago,
era la soluzione più adatta. E il matrimonio di Glenn e Pavel è servito a
distogliere un poco l’attenzione. Forse Glenn avrebbe preferito evitare di
essere messa in mezzo, ma non mi è parsa particolarmente infastidita.”
Andrea
ridacchiò al ricordo del matrimonio – festeggiato all’ombra dei salici del
giardino della loro villa di Santa Monica – e dei paparazzi che, per
l’occasione, si erano arrampicati sui muri perimetrali per rubare qualche
scatto alla famiglia di Hannah.
L’unico
vero neo, in tutta quella storia, fu la scoperta dei guai legati al gioco
d’azzardo del padre di Hannah. Sia la figlia che la ex moglie ne erano rimaste
sorprese e dispiaciute, ma nessuna delle due aveva mosso un dito per aiutarlo.
Il
tempo della compassione era giunto al termine.
“Ha
una fibra di ferro, quella donna. Ci vuole ben altro, a parer mio, per
sconvolgerla” ridacchiò Andrea, avviandosi col figlio maggiore lungo la
scalinata di granito bianco per raggiungere le porte d’ingresso del tribunale.
“Già”
assentì Nick, dando una pacca sulla spalla al fratello quando lo raggiunse.
“Ehi, voi due… tutto bene? Il week-end a Sacramento com’è andato?”
“Ciao,
Nicky” sorrise Brandon. “Tutto bene. E le sorelle di Phill sono troppo forti…
una volta passato il panico di trovartele davanti tutte quante, in formazione
d’attacco, neanche fossero a una partita di football americano.”
Phill
rise di gusto e, nel passare con naturalezza un braccio sulle spalle del
compagno, spiegò a Nick: “Devi sapere che volevano essere certi che il mio
fidanzato fosse quello giusto. Neanche avessi dieci anni e neppure un briciolo
di sale in zucca.”
Il
magnate ridacchiò a quel commento e, nello scrollare le spalle, dichiarò: “Ci
tengono soltanto a te… e poi, ammettiamolo, Brandon non è esattamente la
persona più immacolata di questo mondo.”
“Senti
da che pulpito!” sbuffò il fratello minore, chiamando accanto a sé Hannah
quando la vide avvicinarsi assieme a Rena. “Il tuo baldo fidanzato ha detto che
io non ho una fedina immacolata. Ma lui, allora?”
La
giovane rise del broncio fasullo di Brandon e, nel dargli un bacio sulla
guancia, si mise al fianco del fidanzato, lo prese sottobraccio e dichiarò:
“Diciamo che non brilla come un diamante neppure lui, ma il più è farci caso.”
“Hannah!”
sbottò Nickolas, sorridendo suo malgrado.
Lei
gli sorrise, dedicandogli quello sguardo dolce e carezzevole che solo lui
poteva apprezzare pienamente e, nel chinarsi per dargli un bacio, gli sussurrò
sulle labbra: “Sai perfettamente che ti voglio così come sei.”
“Lo
so, e ti amo anche per questo” mormorò per contro lui, lasciando che quel bacio
leggero gli entrasse dentro, rischiarando le ombre che, quel giorno, erano
sorte a oscurare il suo cuore.
§§§
Avrebbe
dovuto sorridere, avrebbe dovuto trovare la gioia nel suo cuore per l’ottimo
esito del processo ma no, non provava nulla.
Niente
in assoluto.
C’era
solo vuoto dentro di lui, di un nero così cupo che neppure la luce stessa del
sole avrebbe potuto rischiararlo.
E
sapeva bene perché.
Nonostante
tutto ciò che aveva fatto a tutti loro, nonostante si fosse rivelata niente più
di un’egoista e una donna spregevole, lui l’aveva amata.
E
non si può odiare tanto senza prima aver amato tanto.
Quell’odio
puro e feroce aveva creato un vuoto, una voragine senza fondo nel suo animo
che, udienza dopo udienza, era andata sempre più allargandosi.
Nickolas
sospirò tremulo nell’ascoltare la sentenza, la mano di Hannah stretta nelle
proprie.
Dublice
tentato omicidio, con l’aggravante della premeditazione. Isabel Van Berger
avrebbe passato vent’anni in un carcere federale; né i suoi soldi né tanto meno
il suo nome avevano potuto evitare questa verità.
La
donna non aveva manifestato nessun cedimento, non un accenno di pentimento.
Nulla.
Anche
in quel momento di totale sconfitta, i suoi occhi sprizzavano vendetta.
Non
aveva compreso nulla di quanto lui e Brandon avevano cercato di farle
comprendere poco prima del processo.
Niente,
di quanto le avevano detto, aveva scalfito la sua convinzione che Hannah e
Phillip non fossero le persone giuste per loro.
Come
se quello che lei aveva fatto al marito non fosse mai esistito. Come se il suo
impugnare quella pistola non fosse stato contro la legge, contro l’etica
stessa.
Forse
era vero, forse sua madre aveva perso da tempo il contatto con la realtà come
aveva sostenuto l’avvocato della difesa, eppure trovava assurdo credere che una
persona fuori di sé potesse arrivare a congegnare un’aggressione e un tentativo
di omicidio.
No,
era tutto troppo semplice.
Anche
se era orribile pensarlo, crederlo,
sua madre era stata lucida dall’inizio alla fine.
Aveva
ritenuto Phill e Hannah due persone indegne dei Van Berger e, per difendere la
sua personale idea di onore, aveva agito di conseguenza senza pensare neanche
per un istante che, con il suo tradimento, aveva per prima portato l’onta sulla
loro casata.
Suo
padre, immobile accanto a lui, non batté ciglio, non guardò mai neppure una
volta l’ex moglie e, quando il giudice convalidò il verdetto, si mosse per
uscire dall’aula.
Michael
Van Berger, accomodato accanto all’avvocato della difesa, fissò accigliato la sorella
per alcuni istanti prima di levarsi in piedi e andarsene a sua volta, lo
sguardo deluso quanto esacerbato.
Isabel
venne portata via dai secondini subito dopo la sentenza e, nel passare accanto
al palco dell’accusa, fissò disgustata Hannah e Phillip prima di sparire oltre
le porte della sala udienze.
La
giovane si limitò a sospirare sconsolata e, nell’accodarsi ad Andrea, lo prese
sottobraccio.
Nickolas,
fermo accanto a Phill e Brandon, osservò per un istante la donna svanire oltre le porte
prima di asserire disgustato: “Si è comportata fino all’ultimo come se fosse
lei la vittima. E’ disgustoso.”
“Non
voglio neppure più pensarci. Ho già masticato amaro per troppi anni e, ora che
è tutto finito, voglio metterci una pietra sopra” sbottò Brandon,
allontanandosi a grandi passi per accodarsi a Hannah e Andrea, già quasi giunti
alle porte d’uscita.
Phill
e Nickolas si avviarono più lentamente, consapevoli entrambi che le parole di
Brandon erano solo un tentativo dell’ultima ora di arginare il profondo
sconforto che, dall’interno, stava scalfendo le sue difese.
Il
magnate sapeva benissimo che il vuoto che percepiva nel suo animo non era
dissimile da quello del fratello minore, checché ne dicesse lui.
“Lo
terrò d’occhio, te lo prometto” lo rassicurò Phill, dando una pacca sulla
spalla a Nickolas nell’uscire a loro volta dall’aula del tribunale.
“Lo
hai sempre fatto, perciò sono tranquillo” gli sorrise lui da sopra la spalla
prima di raggiungere Hannah, il padre e Rena, a pochi passi da loro.
Brandon,
più nervoso di quanto non volesse ammettere, aveva già raggiunto le porte
esterne del Palazzo di Giustizia.
Salutato
l’amico con un cenno del capo, Phillip si avviò lesto per raggiungere Bran
perché non rimanesse solo mentre Hannah, allungata una mano in direzione del
suo uomo, gli sorrise benevola, dicendo: “Andiamo?”
“Non
vedo l’ora. Detesto questo posto” assentì lui, ben più che disposto a lasciarsi
per sempre quel luogo alle spalle.
Già
sul punto di allontanarsi, si videro però sbarrare la strada dalla figura
altera e di nero vestita di Michael Van Berger che, accigliato e serioso, li
squadrò tutti prima di uscirsene con un laconico: “Goedemorgen.”
“Buongiorno
a te, zio” mormorò pacato Nickolas, non sapendo bene cosa aspettarsi da lui.
L’averlo
visto all’udienza di quel giorno quando, per tutta la durata del processo, non
si era mai fatto vedere da nessuno della famiglia, lo aveva sorpreso.
Non
aveva idea di come la pensasse sull’intera faccenda, sperava soltanto non fosse
lì per recriminazioni sterili o false accuse nei loro confronti.
L’uomo,
però, dopo aver accennato un saluto al nipote e aver squadrato con cortese interesse
Hannah, rivolse il suo sguardo ad Andrea, che lo resse senza problema alcuno.
“Michael”
mormorò Andrea, serafico.
“Andrea”
replicò l’altro, con altrettanta candida freddezza. “Pare che, dopotutto, il
vero figlio del demonio fosse mia sorella… non tu.”
Hannah
fissò confusa Nickolas, che apparve parimenti frastornato da quell’uscita, ma
Andrea aggrottò la fronte a quell’accenno e, pacato, celiò: “Credo di aver
sempre saputo di non esserne figlio, visto che i miei genitori si chiamano
Roxanne e Adrian.”
Van
Berger accennò un quieto sorriso sul viso pallido e, annuendo leggermente a
quell’appunto, asserì: “Spero siano ancora in salute.”
“Se
la cavano, nonostante l’età avanzata. Mi è spiaciuto non essere presente alla morte
di Ingrid, ma quel convegno a Tokyo era davvero troppo…”
Interrompendo
sul nascere il dialogo di Andrea, Michael replicò secco: “Ho ben visto dove il
tuo acume e la tua lungimiranza hanno condotto la ditta, e non piango di sicuro
quando mi viene staccato l’assegno annuale per le cedole azionarie della V.B.
3000 che detengo. Mio padre commise i suoi errori, e mia madre i suoi. Come
pure Isabel e il suo sciocco sogno di farti diventare uno di noi.”
Nickolas
si accigliò a quelle parole ma Hannah lo trattenne, decisa a lasciare che
l’uomo terminasse di parlare.
Andrea
fu dello stesso avviso, perché non aprì bocca e Michael, suo malgrado
rincuorato da quel prolungato silenzio, terminò di affermare: “Isabel è sempre
stata troppo infatuata di se stessa per amare veramente qualcuno di amore
sincero. Io lo sapevo bene e ho cercato di farla tornare a più miti consigli,
ma a poco è servito. Vedo bene che avrei dovuto rivolgermi a te, non tanto a lei, per farla rinsavire.”
“Dubito
che, all’epoca, ti avrei dato ascolto” ammise amaramente Andrea.
“Erano
state dette fin troppe parole di fiele, tra te e la mia famiglia, perché
obiettivamente tu potessi credermi” asserì laconicamente Michael, annuendo
quasi tra sé.
Fissando
lo zio con aperta confusione, il nipote esalò sconvolto: “Vuoi forse dire che…
che ce l’avete avuta per anni con papà… per
finta?! Volevate solo evitare che mamma lo sposasse… per salvare lui?!”
“I
tuoi nonni erano effettivamente
irritati con tuo padre, Nicklaj” asserì Michael, dando un’inflessione singolare
al nome del nipote. “Non certo io, che ben conoscevo la realtà su Isabel. Io
tentai invano di salvare la famiglia dalle follie di mia sorella. Sapevo già
che Andrea non le sarebbe bastato, la conoscevo abbastanza per esserne quasi
certo. Niente avrebbe potuto saziare la sua sete… tutt’ora adesso mi chiedo chi
o cosa avrebbe potuto placarla, visto che neppure adesso capisco appieno i suoi
desideri. Quel che ha fatto è la dimostrazione lampante che Isabel non ha più
chiaro cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. Riconosco, però, che mio padre è
stato un folle a credere che le colpe fossero tutte di Andrea.”
Nickolas
fissò il padre come per cercare qualche reazione, ma lui non batté ciglio, si
limitò ad ascoltare. Che il nonno lo avesse odiato da sempre non era una novità
per nessuno, ma quello che lo zio stava dicendo loro… beh, quello sì che era
strano!
“Pensi
sia pazza, forse?” lo interrogò Nickolas, accigliandosi.
“E’
Isabel. E’ il suo modo di vedere, di pensare, di credersi superiore a tutto e a
tutti. E’ questo che ha imparato da nostro padre” disse semplicemente Michael,
lo sguardo percorso da un immenso disagio. “Chiedere a tua madre di tenere alto
il nome dei Van Berger, in punto di morte, è stato un errore da parte di nostro
padre. Un grossolano errore.”
“Non
poteva davvero pensare che uccidere
Phill e fare del male a Hannah potesse portare onore ai Van Berger!” esclamò il
magnate, sgomento all’idea che lo zio credesse questo.
Michael
lo fissò con estrema comprensione, asserendo: “Non se a crescerti è una persona
che, giorno dopo giorno, vuole da te solo il massimo e, soprattutto, ciò che lui vuole da te. Isabel è incorsa nelle ire dei nostri genitori, sposando
Andrea e, per rimediare, avrebbe dovuto fare qualsiasi cosa, nessuna esclusa.”
“Anche
uccidere” mormorò Nick, annuendo torvo.
“Forse…
almeno secondo l’idea che aveva mio padre di come andava il mondo” assentì
Michael, scrutandolo con estrema comprensione.
Nickolas
allora impallidì leggermente ed esalò: “Non… non solo Phill, vero?”
“Vuoi
davvero rivangare il passato, neef?”
Il
magnate scrutò il padre in cerca di spiegazioni ma l’uomo si trincerò dietro un
muro di silenzio e a Nick non restò altro che guardare lo zio, nella speranza
che lui desse voce ai suoi dubbi.
All’uomo
non restò altro che dire: “Non solo Isabel ha dimostrato di avere in sprezzo la
vita umana. Mi duole dirlo, ma mia madre cercò una clinica in cui far abortire
la figlia, quando seppe della tua prossima venuta al mondo. Non poteva accettare che tu fossi un illegittimo e,
per di più, nato da un uomo senza un degno pedigree.”
Andrea
sospirò, scrutando il cognato come per intimargli di non proseguire, ma l’uomo
non gli diede retta e replicò: “E’ giusto che sappia chi è sua madre, nel bene
e nel male, e da che famiglia proviene. Ho taciuto troppo a lungo e, se avessi
parlato per tempo, forse non si sarebbe arrivati a tanto. Fu la vostra bisnonna
a impedire ogni cosa. Reputò la tua vita troppo importante per essere strappata
via a quel modo, e convinse mia madre a rinunciare. Disse a Isabel di accettare
la proposta di matrimonio di Andrea e di dare un nome legittimo alla creatura
che portava in grembo, e così lei fece.”
“Non
sapevo che Whilelmina fosse intervenuta” esalò Andrea, sorpreso.
“Fin
troppe persone hanno messo il naso dove non avrebbero dovuto, a mio parere, e
questo ha creato una marea di problemi. Problemi che hanno quasi portato alla
morte due persone innocenti” mormorò aspramente Michael, lanciando un’occhiata
spiacente a Hannah, che sorrise debolmente.
“Se
avesse potuto decidere liberamente, forse non si sarebbe mai sposata” mormorò
amaramente Nickolas, reclinando il capo.
“Come
ti ho detto, non ho mai compreso appieno cosa volesse Isabel dalla vita. Sulle
prime, reputai abbastanza forte il sentimento che la legava a tuo padre, ma mi
resi conto alla svelta di essermi sbagliato. Era tutto un gioco, per lei. La
sua enorme scacchiera su cui muovere le pedine della sua esistenza. Così come
aveva sempre fatto nostro padre, così ha fatto lei. Fino ad ora.”
“Un
gioco… solo… un gioco” ansò Nick, incapace di mettere a voce tutto l’odio che
stava covando in quel momento.
Aveva
quasi perso Hannah… per un gioco.
Sì,
sua madre meritava la prigione. E sperava davvero che le avrebbero reso la vita
un inferno, così come lei aveva tentato di fare con loro.
Michael
tornò a fissare il cognato e, quieto, mormorò: “Come erede dei Van Berger, non
più vincolato dalle idee deliranti dei miei genitori, posso finalmente parlare
liberamente e chiederti cortesemente di non mutare il cognome dei miei nipoti.
Desidero che facciano parte integrante della famiglia, checché ne pensasse la
mia famiglia prima di me.”
Fu
a quel punto che Andrea si lasciò andare ad un sospiro di autentica sorpresa
mentre Nickolas, basito di fronte a quella richiesta, si esibì in un poco
educato ‘col cavolo!’.
Il
padre fu lesto a fissarlo male e, nel tornare a rivolgersi al cognato, ammise:
“Mi cogli impreparato, Michael, perché non avevo minimamente pensato a questo particolare. Non ho obiezioni a che
Bran e Nick mantengano il cognome della madre, se a loro sta bene. Non mi ero
opposto alla loro nascita, non mi opporrò certo ora. Ma ritengo sia una scelta
che debbano fare loro, ti pare?”
L’uomo
azzimato assentì con un cenno del capo e, volto il capo in direzione del
nipote, dichiarò: “Posso immaginare che, al momento, tu non sia in animo di
rispondere lucidamente, Nicklaj, perciò lasceremo ad un altro momento questa
nostra chiacchierata. Posso cortesemente conoscere la tua fidanzata, comunque?”
Nickolas
si riscosse quel tanto che bastò per annuire e, rivoltosi alla donna al suo
fianco, mormorò roco: “Hannah, lui è mio zio Michael. Zio, lei è Hannah Elinor
Fielding.”
Allungando
una mano in direzione dell’uomo, la giovane sorrise con sincerità, asserendo:
“Mi fa piacere fare la sua conoscenza, Mr Van Berger.”
Portatosi
la mano alla bocca, Michael la sfiorò con un bacio, replicando: “Miss Fielding,
il piacere è mio. Posso finalmente asserire che mio nipote ha ritrovato il
gusto per le persone di valore. Ho seguito con estremo interesse ciò che è
avvenuto in questi mesi, e ho ammirato il suo aplomb e il suo stile.”
Il
nipote non poté che stupirsi ulteriormente di quello strano zio, che ben poco
si era fatto vedere nella loro vita.
Forse,
iniziava a comprendere perché.
Era
evidente quanto fosse differente dalla sorella e, a quanto pareva, dai
genitori, che non avevano saputo cogliere i difetti della figlia, limitandosi
solo ad accusare il genero.
Michael
si era completamente dissociato dai genitori e dalla sorella, rimanendo fuori
dalle loro discussioni. Forse aveva ragione e, se fosse stato più incisivo, non
si sarebbe mai arrivati a tanto.
O
forse, sua madre avrebbe commesso gli stessi, tragici errori.
Nessuno
di loro poteva saperlo, ma Nick voleva credere che almeno una persona, nella
famiglia di sua madre, fosse ragionevole.
“E’
stato un periodo difficile per tutti, ma Hannah lo ha saputo gestire benissimo.
Non a caso, è la mia assistente preferita” asserì, Nickolas, lanciandole un
sorriso bonario.
“La
tua unica assistente” precisò lei,
ammiccando.
“Rimarrò
a Los Angeles ancora per un mese circa, e vorrei poter colloquiare con tutti
voi a cena, una di queste sere. Naturalmente, anche Brandon e il suo compagno
sono i benvenuti. Vorrei conoscere il giovane Phillip e chiedergli consiglio
per una villa che intendo far costruire a San Francisco” dichiarò Michael,
sorprendendoli ancor di più.
Andrea
fu il primo a rispondere e, con un mezzo sorriso, asserì: “Ti contatterò non
appena ne avrò parlato con Bran.”
“Molto
bene. Ora, se mi volete scusare, altri impegni pressanti mi chiamano.”
Rivolgendo un sorriso cortese a Hannah, aggiunse: “Missen… neef…”
Ciò
detto, si dileguò con passo rapido quanto elegante, il portamento diritto e
solo vagamente rigido di un uomo a cui è toccato un peso enorme da portare, ma
con spalle sufficientemente ampie per poterlo reggere.
“Per.
La. Miseria” sbottò sorpreso Nickolas, fissando basito il padre. “E tu te lo
aspettavi?”
“Da
Michael? No di sicuro. Non avevo mai pensato… immaginato che fosse dalla mia parte!” esalò più che mai
strabiliato Andrea, lanciando al figlio un’occhiata divertita e attonita
assieme.
“La
famiglia Van Berger ha qualche speranza, allora” dichiarò con un sorrisino
ironico Hannah. “Hai dei cugini, per caso, Nick?”
“Nessuno
a cui ti presenterò al momento, questo è poco ma sicuro” brontolò l’uomo,
facendo sorridere divertito il padre, che si affrettò a spiegare la reazione
del figlio a quella domanda.
“Devi
sapere, Hannah, che Aaron e Christoffer, i figli di Michael, sono entrambi
celibi ed entrambi uomini piuttosto attraenti” ironizzò Andrea, lanciando
un’occhiata divertita al figlio.
Nickolas
borbottò un insulto e la giovane, suo malgrado deliziata dalla gelosia
manifesta del fidanzato, replicò bonaria: “Sbaglierò, ma io sto con te e te
solo. E tu mi tieni più che occupata, credimi. Non ho intenzione di trovarmi
altri svaghi.”
“Lo
spero bene!” sbottò il magnate, fissandola in cagnesco. “Comincia a irritarmi
il fatto di dover alzare lo sguardo per guardarti negli occhi. Togliti quei
trampoli!”
Hannah
ridacchiò ma lo accontentò e Nickolas, finalmente soddisfatto, mormorò: “Il problema
è che quei due sono davvero molto affascinanti, e col fatto che sono europei,
sai…”
La
donna lo strinse forte in vita e, nello stampargli un bacio sulla guancia,
asserì: “Resisterò senza problemi al loro fascino europeo, perché ho qui
accanto a me l’uomo che mi fa battere forte il cuore.”
Il
magnate parve rabbonito, e fu in quel momento che fecero la loro comparsa Rena
e sua madre Grace, apparentemente tranquille e sorridenti.
Avvolta
la vita di Hannah con un braccio, lasciò che Rena e sua madre prendessero
sottobraccio Andrea e, assieme, raggiunsero finalmente le loro auto sotto gli
sguardi curiosi della stampa e dei flash dei fotografi.
Rilasciarono
brevi dichiarazioni senza lasciarsi andare a sorrisi soddisfatti o tronfi.
Nessuno di loro stava realmente esultando per il risultato del processo, e
fingere che ciò che era successo all’interno del tribunale li rendesse felici
sarebbe stato falso, se non addirittura meschino.
Andrea
si offrì di accompagnare a casa Rena e la madre, ma Hannah si affrettò a dire:
“Io preferirei veniste tutti alla villa di Nick. Stamattina ho preparato un po’
di bistecche, e sarebbe carino fare un bel barbecue tutti assieme, che ne
dite?”
Nickolas
annuì con vigore e, nello scrutare supplichevole il padre, dichiarò: “Per
favore… non è il giorno per rimanere da soli. Per nessuno di noi. Inoltre,
dobbiamo parlare dello zio a Bran.”
“Io
dico che hanno ragione” assentì con veemenza Rena, dando una pacca sul braccio
ad Andrea. “Farà bene a tutti rilassarci un po’. E poi mi spiegherete cos’è successo in mia assenza.”
Tutti
risero dell’uscita della donna e Andrea, con una scrollatina di spalle,
dichiarò: “Mi adeguo alla maggioranza, allora.”
“Mangiate
anche per noi, allora. Io e Bart abbiamo
una cena di gala, stasera. Purtroppo non possiamo mancare” sospirò Grace, la
madre di Rena, abbracciando teneramente la figlia.
“Grazie
di tutto, Grace. Davvero” dichiarò Nickolas, abbracciandola a sua volta.
“Ci
sarò sempre per voi, ragazzi. Sempre” sorrise loro la donna, salendo in auto
per raggiungere il marito.
§§§
La
pioggia non guastava l’atmosfera festosa di quel momento e, pur se Hannah avrebbe
preferito scrutare il cielo all’orizzonte e gli spettacolari tramonti che la
costa californiana sapeva offrire, era ugualmente lieta.
Dopo
l’iniziale smarrimento provato da Andrea, l’uomo finì con il rilassarsi quanto bastò
per riuscire a divertirsi in quella festa improvvisata, e la presenza di Stark
di certo contribuì a calmarne lo spirito.
In
questo, quel cane era sempre stato un asso.
Ora,
chi seduto e chi impegnato a giocare con il golden retriever, la nuova famiglia
di Hannah si trovava nell’ampia cucina della villa di Nick e, dall’interno,
provenivano calde risate e battute allegre.
Pavel
si divertiva a gestire quella distesa infinita di fuochi come un bambino in un
negozio di giocattoli e sua madre, pur non provetta cuoca, lo aiutava per quel
che era in grado.
Rena
si unì alla coppia, più che desiderosa di imparare a cucinare e, con occhio
attento e orecchie ritte, ascoltò tutto ciò che Pavel aveva da offrirle.
“Direi
che sta andando tutto bene” mormorò una voce alle sue spalle, sorprendendola.
Un
attimo dopo, un braccio di Brandon le avvolse la vita e l’uomo le si mise al
fianco, sorridendole.
Hannah,
impegnata a controllare le salsicce sulla piastra, gli sorrise di rimando,
asserendo: “Credo non potrebbe andare meglio, vista l’occasione anomala per cui
ci siamo riuniti.”
Con
un cenno di assenso, Bran dichiarò torvo: “Non mentirò, e la fine di mia madre
mi ha fatto davvero male, ma sapere che ci siete voi… tutti voi, me lo rende più sopportabile.”
“E’
a questo che servono gli amici” assentì la giovane.
“O
una famiglia” aggiunse lui, sollevandosi un poco per darle un bacio sulla
guancia.
Hannah
accettò quel gesto caloroso con un sorriso orgoglioso e, nello scostarsi un attimo dalla fiamma,
abbracciò Brandon, sussurrandogli all’orecchio: “Sarò sempre una sorella per
te, Bran. Non è più una finzione, ora.”
“Lo
so” assentì lui, prima di lagnarsi quando si sentì prendere per un orecchio.
“Ahia!”
“Cosa
stai facendo con la mia ragazza?” brontolò scherzosamente Nickolas, tirandolo
indietro sotto lo sguardo divertito di Hannah.
“Piantala,
noiosone, non stavo facendo nulla di male! Vero, Hannah?” sbuffò Brandon, tastandosi
l’orecchio dolente e, nel contempo, fulminando con lo sguardo il fratello.
“Nulla
di male o meno, Hannah la abbraccio solo io” borbottò Nick, avvolgendo
possessivo la vita della donna, che scoppiò a ridere sommessamente.
“Nick,
ti prego, non esagerare! Bran non stava davvero
facendo nulla di male!” replicò la giovane, dandogli un sonoro bacio con lo
schiocco sulle labbra per pacificarlo.
“Perdonami
se sono così possessivo con te, ma ho impiegato trentacinque anni per trovarti,
e ora che ti ho qui col cavolo che ti lascerò nelle mani di qualcun altro!”
brontolò bonariamente il magnate, afferrando il piatto delle salsicce per
passarlo al fratello. “To’, portalo dentro.”
“Scorbutico
che non sei altro” brontolò il fratello minore. “Hannah, chiamami se ti stressa
troppo, e io e Phill lo rimetteremo in riga.”
“Andata”
decretò la giovane, guardandolo entrare nella villa prima tornare a fissare lo
sguardo sul suo uomo.
Appariva
sereno, protettivo e forse un tantino geloso, ma in generale sembrava stesse
bene.
“Mi
cercavi fin dalla culla, Nick?” gli chiese allora lei, sogghignando.
“Da
prima di nascere” replicò lui, affondando il viso nel suo collo per darle un
bacio languido e caldo, che la infiammò tutta.
Socchiudendo
le labbra, Hannah se le lappò ed esalò: “Non ora, Nick, o potrei mollare tutto
e portarti in camera.”
Lui
rise di quella piacevole prospettiva ma la lasciò stare e, nel prendere il suo
posto alla griglia – riparata dalla pioggia dall’ampia veranda sul retro – le
disse: “Abbiamo parlato con zio Mike poco meno di dieci minuti fa, e ci aspetta
venerdì prossimo a cena al Sugar Fish di Santa Monica.”
Vagamente
sorpresa, lei esalò: “Oh… cena informale, allora.”
“Già.
A quanto pare, lo zio è un tantino
diverso da mamma” ammise Nick, suo malgrado impressionato da questo suo parente
stretto che, per anni, era rimasto molto più di un mistero per tutti loro.
“Sarà
un piacere conoscere la tua famiglia, Nick”gli sorrise Hannah, dandogli un
bacetto sulla guancia.
“Ti
terrò lontana dai miei cugini, però” la mise in guardia lui, facendola
scoppiare a ridere.
“D’accordo!”
esclamò lei, tornando ad abbracciarlo.