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Autore: Lara Ponte    02/09/2013    4 recensioni
Voleva sperare, ma la Speranza in quei momenti sembrava proibita e lontana, troppo lontana...
Un atmosfera un po' lugubre, malinconia, paura e voglia di lottare.
Il mondo è allo sfascio. Norah, una giovane 26 enne vive un presente difficile.
Chi come me adora i videogiochi, non potrà non notare le forti influenze che arrivano dai titoli di una nota S.H. d'oltreoceano. (non metto il nome per evitare pubblicità)
Non mancheranno tuttavia riferimenti ai classici sia del genere S.F. che Fantasy.
2 Ottobre, 2013 : Aggiornamento
Rendendomi conto che probabilmente messa così per intera fosse troppo lunga e faticosa da leggere
ho deciso di ottimizzarla in più capitoli.
Grazie in anticipo e Buona lettura :)
Genere: Fantasy, Mistero, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Presentazione

 

Per prima cosa devo avvertire che ho pubblicato questo racconto giorni fa in un forum che frequento da tempo...
Quindi se qualcuno dovesse riconoscerlo, è giusto che sappia che non c'è stato nessun furto !

Cosa dire invece della storia ? Come accennavo nella “copertina” è un genere misto, che tende per un buon 70% alla S.F. e per il restante al Fantasy.
Questa idea è frutto delle troppe ore passate a giocare a due videogiochi in particolare (FONV e TES IV O)  e suppongo che gli appassionati del genere riconosceranno al volo le varie citazioni, soprattutto del primo eh eh

C'è anche qualche riferimento anche a diversi classici del genere fantascientifico...

Inizialmente questa storia era nata per un concorso (a cui poi ho rinunciato) il cui tema era incentrato sui concetti universali di Bene e Male
Nella mia interpretazione, magari un po' banale, ho cercato di far emergere come questi due concetti, che tra loro dovrebbero essere opposti, si possano mischiare e confondere in base al P.o.V. e alle situazioni che si vengono a creare.
Con il famoso “Senno di poi” ogni cosa può diventare giusta o sbagliata...

Va bien.... a questo punto, prima di spifferare troppo, per ora è meglio che ci salutiamo...

A dopo

Buona Lettura !

 

La Guerra, la Strega ed il Negromante

I  


Per Norah fu uno dei risvegli più assurdi che potesse ricordare. Quando aprì gli occhi, le ci volle diverso tempo prima di rimettere assieme tutti gli eventi che l'avevano condotta fin là. Ancora seduta a terra nel pavimento di quell'aula, osservava freddamente ciò che rimaneva della sua vecchia scuola, prima saccheggiata e abbandonata, ora in rovina. Su quel materassino da ginnastica logoro, adagiato accanto alla lavagna appesa al muro, aveva dormito fino al tramonto. Una debole luce, dal cielo di colore azzurro chiaro, entrava dalle imposte rovinate, creando un aspetto più sinistro che malinconico. Ogni cosa era infatti ricoperta da molti strati di polvere e parecchi banchi giacevano riversi o a pezzi. Si lasciò sfuggire un sorriso amaro. Fino a meno di dieci anni prima, una cosa come un esame a sorpresa l'avrebbe messa in panico ed ora avrebbe pagato per poter essere nuovamente là a lamentarsi di questo o quel professore con la sua compagna di banco.
Si rimise in piedi, domandandosi come fosse potuto succedere tutto ciò.

 

Pochi mesi prima si era scatenata la Ribellione, le scuole furono tra le prime istituzioni ad essere devastate dai Liberisti. Tutti i centri di potere erano caduti come le foglie in autunno. L'esercito, troppo impegnato nella campagna di conquista della Nuova Sfera, non aveva fatto a tempo a tornare per dare man forte alle squadre di polizia, le quali in svantaggio fin dal primo momento, decisero infine di schierarsi con le ragioni dei golpisti, che a detta loro dovevano difendere i diritti del popolo.
Il mondo era velocemente caduto in uno strano stato di caos ed anarchia, i pochi Seniors sopravvissuti si erano rifugiati sulle grandi città-astronavi in orbita attorno alle due lune, in attesa dei rinforzi. I capi dei Liberisti invece avevano occupato le sedi governative, prendendo in pugno la gestione del sistema di difesa e chiudendo le frontiere al traffico commerciale. Si battevano per la restituzione dei diritti civili e delle libertà, da troppo tempo negate alla popolazione. Tuttavia tale sorta di Auto-embargo, a distanza di nemmeno sei mesi, aveva portato alla fame la stessa gente che si voleva salvare dalla dittatura.


'Ci sarebbe mai stato un futuro?' Con questa domanda nella mente, la ragazza vagava lontano con lo sguardo, affacciata ad una finestra priva di vetri. Una leggera brezza, smuoveva i suoi capelli castani, un tempo lisci come seta, ora selvaggi e spettinati. Si era tagliata la frangia troppo lunga con delle vecchie forbici e ora le ricadeva al di sopra dei grandi occhi neri in ciocche sfilacciate di diversa lunghezza. Un tempo aveva creduto di essere la persona più felice del mondo ed adesso era ridotta a rubare e vivere di espedienti. Odio e tristezza, rassegnazione e voglia di distruggere tutto. Si trascinava giorno per giorno senza sapere da quali sentimenti dovesse lasciarsi guidare.
Voleva sperare, ma la Speranza in quei momenti sembrava proibita e lontana, troppo lontana.

 

Era cominciato tutto il giorno del primo anniversario di nozze. Lei e suo marito la sera avevano festeggiato nel miglior ristorante della città. Una piccola follia che era costata un mese di stipendio. Poco prima di addormentarsi l'uno tra le braccia dell'altra, lei gli aveva confidato il più bello dei segreti. La loro era la Felicità, proprio come quella delle soap-opera.
A notte fonda il primo boato li aveva svegliati come una secchiata d'acqua gelida. Il suono del telefono di Robb che si mescolava alle esplosioni che impazzavano per la strada, aveva dissipato i loro sogni in attimi di puro terrore. La città, la loro città, dove per ventisei anni erano cresciuti assieme, si era trasformata nel peggiore degli inferni. Lui si era vestito alla velocità della luce ed era corso via senza nemmeno prendersi un caffè. Un minuto dopo lei come in trance, dalla veranda di casa aveva guardato senza capacitarsi di ciò che succedeva, la loro auto venire devastata da un razzo sparato dai ribelli. La sua unica colpa: lavorare nella polizia. Non una lacrima era uscita dai suoi occhi e le immagini della fuga erano diventate in breve un ricordo confuso.

Doveva salvarsi e proteggersi, doveva soprattutto proteggere la cosa più importante. Poco importava quale sarebbe stato il prezzo. Avrebbe pianto in un altro momento.

  
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