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Autore: Alexander Scarlet Carson    02/09/2013    2 recensioni
Questa storia è un tentativo di spiegare le azioni di Garland e le complesse macchinazioni che mette in opera, oltre alla sua scelta di utilizzare proprio il meccanismo di Iifa. Inoltre, è un tentativo di rendere merito a un personaggio di mia invenzione che non rappresenta assolutamente me, ma è un personaggio ideale con cui non mi identifico, bensì che mi piace particolarmente. Spero vi piacerà, spero che qualche jenoma mi apprezzerà...
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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anima coeli iii riuscito

Riuscire ad entrare in quel gigantesco intrico di radici, sollevate a volte diverse decine di metri dal suolo, e che si gettavano così bruscamente verso il cuore di Gaya risultò piuttosto ostico. Superata una iniziale spianata di terra brulla e rocce inospitali, si trovarono di fronte ad una strettoia, le cui pareti erano di pura pietra e che culminava con l'inizio di una specie di sentiero. Ai lati di quell'esile viottolo, c'erano due colonnine di roccia, molto simili a delle stalagmiti. Di fronte ad esse, Eiko si bloccò.

"Ma cos...?!"

"Che c'è, mocciosetta? Hai paura ad andare avanti?" disse Gidan con tono di scherno. Mentre ridacchiava, la superò.
"NO! Non andare oltre! Ferm..."
*FLASH! Zwing!*
Raggi di luce scarlatta emersero con forza dallo spazio vuoto tra le due colonne, scagliando l'impudente malcapitato contro un costone di roccia e abbagliando gli spiazzati compagni.
"Ah... oh... ma porc... CHE DIAVOLO È STATO?!" ululò a metà tra il dolorante e il furibondo. Eiko intanto se la rideva di gusto.
"Se solo mi dessi retta, ogni tanto! Invece che non ascolti mai nessuno e fai sempre di testa tua! Zucca di legno..." lo rimproverò, con un vendicativo sorrisetto sulle labbra.
"Peste d'una mocciosa... beh, touché. O come diavolo si dice..." borbottò ancora irritato Gidan, ma arrendendosi all'evidenza.
"Zucca? Chi ha pallato de' zucca? Ce sta robba bona qui da 'ste parti? Eppure io continuo a vedè piettre e rocce... nun ce sta niente che somigli a zucche, a quer che vedo io! Fateme da' n'occhiatina, magari ce sta' qualche rana, hai visto mai..." esclamò Quina, ringarzullita all'idea. Saltò su e si mise a cercare in giro, dimenticandosi completamente dell'avvenimento appena accaduto. Dopo un generale e desolato scambio di sguardi, tutti tornarono a prestare attenzione alla piccola, che sembrava scocciata dall'interruzione (ma che, come tutti in fondo in fondo, si divertiva da morire vedendola indaffararsi e sentendola borbottare in quel suo strano accento).
"Ahem, stavo dicendo, prima che quello sciocco di una testa vuota si facesse catapultare..."
"Ma hai finito, piccola scocciatrice?" si lamentò Gidan.
"Ma Gidan, ti sembra il modo di parlare ad una bambina?!" intervenne Garnet, indignata.
"Ma? Ma...?! Garnet!" esclamò esasperato. 'Ormai è ufficiale! È una congiura ai miei danni!' pensò sconsolato Gidan.
"Giusto, giusto... grazie Garnet! Ora dicevo, non sentite anche voi una presenza strana? Una specie di sensazione?" chiese, ora seria la piccola sciamana.
Vivi e la principessa si avvicinarono. In fondo erano loro i più affini con la magia!
"Sì, sì! Sento qualcosa!" esclamò sorpresa, mentre il piccolo mago nero non percepiva niente.
"N-no, Eiko. Non s-sento proprio nulla."
"Vabbè, vabbè, fa niente! L'importante è che non sia solo io, o cominciavo a credere d'esser io quella pazza! Ora, il mio nonnino mi raccontò che una volta, in queste terre venne sigillato un potente Spirito d'Invocazione. Può essere che questo sia il suo sigillo!" spiegò la piccola bambina del Villaggio di Madain Sari.
"Proverò ad usare i poteri del mio corno per mettermi in comunicazione con lui e per scioglierlo dall'incantesimo. Cosa ne dici, Garnet?" concluse interrogativa. La ragazza non sapeva cosa risponderle.
"Tu hai molta più competenza di me circa i poteri di una sciamana. Se pensi che questo possa sciogliere il sigillo, procedi pure. Ci fidiamo dei tuoi poteri e del tuo sapere." ammise.
'Beh, facile a dirsi... io sono solo una bambina, spero di star facendo la cosa giusta! Oh, Mogu, aiutami tu!' pregò nella mente agitata la bambina, facendo mostra, per tutta risposta a questi pensieri, di un'espressione sicura e senza dubbi.









Bagliori dello stesso colore della volta precedente si manifestarono, stavolta mansueti e leggiadri, annunciando prima di un sonoro rumore, simile ad un cristallo infranto, la fine del sigillo su quelle terre. Nel cuore della luce scarlatta apparve una pietra, che si scoprì poi essere un Rubino. Avevano così ottenuto la prova tangibile di avere l'appoggio anche dello Spirito Carbuncle, divinità delle protezioni e delle barriere. Decisero quindi di proseguire. Se quell'Albero li stava sfidando, aveva trovato pane per i suoi (concedetemelo) denti. Dopo un'ardua arrampicata, finalmente si ritrovarono al suo interno. Strawber, mostri-albero dal potere incendiario, uomini e draghi in avanzato stato di decomposizione, ma che non accettavano l'idea di essere morti ed altre creature aberranti tentarono di arrestare il loro cammino. Invano. Giunsero presto al cuore dell'Albero di Iifa, dove trovarono un gigantesco spiazzo legnoso, con al centro un circolo ornato di simboli magici.
"Ma cosa diavolo è mai quello? Ormai dovremmo essere al centro del tronco, non può essere che una struttura enorme, articolata e potente come questa sia mantenuta da... un solo circolo magico! Per quanto potente possa essere chi l'ha tracciato!" esclamò Freija, inorridita al solo pensiero di un mago tanto potente.
*No... infatti non è così. Avvicinatevi, guardatelo più da vicino. Non abbiate paura. La verità, per quanto oscura e nebulosa, si dispiega sempre a coloro che hanno il coraggio di ricercarla.*
Il gelo si diffuse nel gruppo, e istintivamente tutti portarono le mani alle armi, sospettosi. Tutti, tranne Gidan.
'Quella voce... ha un non so che di familiare e... non sembra avere cattive intenzioni.'
"Chi sei? Fatti vedere. Cosa intendevi con quelle parole? Spiegati! Non abbiamo cattive intenzioni..." disse Gidan, conciliante. Ma la voce non parlò più.

  
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