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Autore: BlackRose96    03/09/2013    1 recensioni
Come sarebbe stata Hogwarts se Hermione Granger, discendente di una nobile famiglia purosangue fosse stata smistata a Serpeverde e Draco Malfoy, figlio di babbani, grifondoro, si fosse innamorato di lei?
La storia inizia dal fatale incontro fra i due, al binario 9 e 3/4 e prosegue fino a quando..
Leggete e saprete ;) è la mia prima fanfiction in assoluto, spero vi piaccia :-*
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Harry Potter, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Capitolo 11

              
"Ti ho vista piangere su di me
ma sono già lontano ormai.."

Nek.

Mezzanotte. Nella Sala comune dei Grifondoro regnava il silenzio.
I grifoni erano a letto da un pezzo, per essere riposati al massimo per il giorno seguente. Per quel giorno,infatti, lui e Hermione avevano organizzato una gara "amichevole" di Quidditch.
Non era prevista nessuna coppa, nessun trofeo.. le scuole si sarebbero mischiate a sorteggio, solo per svagarsi.
Draco, però, non riusciva a dormire. I suoi pensieri non glielo consentivano, come succedeva da giorni ormai.
La sua Hermione era sempre con quel Krum, sempre. E lui per ripicca non faceva altro che farsi vedere con Daphne, ma questo gioco stava iniziando a stancarlo. Lui non era così, non era abituato a trucchetti per conquistare una ragazza, e soprattutto non usava altre persone. Non voleva illudere la Greengrass, ma la Granger in pubblico continuava a disprezzarlo, non avrebbe mai potuto avvicinarsi a lei senza fare la figura dell'idiota.
Iniziava a sentire la sala comune stretta, aveva bisogno di prendere una boccata d'aria fresca, così decise di recarsi nel luogo in cui tutto ebbe inizio. Il Lago Nero.

Torre di Astronomia. Mezzanotte.
Krum continuava a farle domande stupide, e lei si era stancata.
No, la sua stanchezza non era dovuta alle sue parole di quella sera, ma alla presenza in generale del ragazzo. Ora si stava godendo il silenzio che il ragazzo le stava concedendo da qualche minuto.
Sembrava pensieroso, ma onestamente non le importava. Ciò che le importava in quel momento, era ben altro: due occhi color tempesta, e capelli morbidi biondi.
Ormai era più che certo che fra lui e Daphne ci fosse solo amicizia, aveva fatto il terzo grado a quella pettegola della Parkinson, e se avesse saputo qualcosa, non avrebbe esitato a dirgliela. Anche se... Daphne aveva uno strano sguardo quando era con lui, e non la smetteva un secondo di sorridere. Draco sorrideva anche, il suo sorriso tuttavia, a differenza di quello di Daphne, non raggiungeva gli occhi.
Hermione detestava insultarlo e ascoltare lui che le rispondeva per le rime, anche se quello era l'unico tipo di rapporto che era loro concesso. Per un attimo si chiese come sarebbe stato, se a camminare insieme sorridendo, fossero stati loro due.
"Hermione..?" una voce decisamente rozza la fece sobbalzare.
Victor. Si era quasi dimenticata della sua presenza.
"Si, Victor, dimmi"
"Credo che tu mi piaccia."
Il ragazzo la guardò, come a voler trovare la risposta nei suoi occhi, aspettando che lei dicesse qualcosa. E Hermione sembrava volesse far attendere a lungo. Alla fine si decise a mormorare:
"Victor..io.." ma fu un attimo. Il ragazzo, fraintendendo l'imbarazzo della ragazza, le prese il viso fra le mani e la baciò.
Hermione per qualche secondo rimase paralizzata, se lo aspettava dopo una simile dichiarazione certo, ma rimaneva il fatto che lei non voleva. Recuperata la lucidità si scostò bruscamente.
Alzandosi, lo sguardo le balzò al Lago Nero, dove intravide una figura, che riconobbe immediatamente. I chiari capelli, illuminati dalla fioca luce della luna, erano ancora più belli.
Ormai le sue gambe si stavano muovendo per conto loro, quasi il suo corpo avesse bisogno della vicinanza di Draco.
"Sarà meglio che torni in dormitorio. Buonanotte." riuscì a mormorare prima di sparire dietro la porta. Una volta fuori dalla Torre si mise a correre, fino a quasi perdere il fiato.
Sentiva il bisogno fisico di lui. Lo voleva, e subito.

Draco fissava il lago come incantato. La luna si stava riflettendo sulle acque del lago, con tutti i suoi riflessi, quasi a voler creare un gioco di luci.
Non sapeva da quanto tempo fosse lì, e non gli importava.
Una brezza fredda gli soffiava sul volto, facendolo sentire vivo.
Un respiro affannato.
Draco si voltò, e la vide. Ancora più bella, illuminata dalla luna piena.
Le andò incontro, sembrava che stava correndo da un mostro, e la sua preoccupazione aveva preso il sopravvento. Ma lei non gli diede il tempo di formulare nessuna domanda, perchè iniziò a parlare.
"E' strano.."
"Cosa??" chiese Draco confuso.
"Tutto. Passi un'intera vita a credere fermamente in qualcosa.
E poi, come se ti svegliassi da un brutto sogno, ti accorgi che tutto ciò che volevi era a un passo da te, e che non hai fatto nulla per ottenerlo, anzi, si può dire che hai fatto di tutto per tenerlo a debita distanza."
Draco ascoltava in silenzio, aspettando che continuasse.
"Io mi sento così. E so anche che è troppo tardi, ma dovevo dirtelo, non potevo lasciarti andare facendo morire i miei sentimenti dentro di me. Tu mi piaci, mi sei sempre piaciuto. Al primo anno ero troppo stupida per ammetterlo, anche solo per capirlo.Quando l'ho capito, tu già mi odiavi, e mi sentivo peggio a pensare che quell'odio l'avevo causato io. Poi capii che era troppo tardi, tu mi disprezzavi, così sfruttai quel rapporto di rivalità che si era creato fra noi, per continuare a starti vicina, anche se in un modo completamente sbagliato. So che è una giustificazione banale per quanto ho fatto, ma sincera. Io ti amo."
Draco respirò profondamente. Era in evidente difficoltà.
Era la dichiarazione più strana che avesse mai sentito, ma anche la più bella.
"Perchè?" riuscì finalmente a chiedere.
"Cosa perchè?"
"Perchè mi..ami..?"
Stavolta a prendere un gran bel respiro profondo, fu Hermione.
Le stava rendendo le cose difficili. O era davvero ottuso, o voleva fargliela pagare.
"Credi davvero che esista una spiegazione per amare?"
"Devi dirmelo." fece serio il biondino "Ho bisogno di saperlo."
Hermione sbuffò, poi cominciò:
"Beh...perchè alzi il sopracciglio quando non capisci una spiegazione dei prof.."
Draco la guardò con un'espressione buffissima e lei non riuscì a trattenere un sorrisino, poi continuò:
"Perchè non tratti mai male quella Calì, anche se si vede da chilometri che ti irrita. Ma tu sei troppo buono, e non vuoi ferirla."
Draco ora la fissava serio.
"Perchè i tuoi amici ti chiedono sempre aiuto con lo studio o con gli allenamenti, rubandoti tempo, ma tu glielo concedi sempre senza farglielo pesare mai.  Perchè rischiamo entrambi una sospensione se Gazza ci vede, ma non m'importa perchè non sono mai stata sicura come ora di fare la cosa giusta, nel posto giusto..e con la persona giusta..E perchè.." ora era stizzita. "Perchè io ho fatto solo due volte discorsi così imbarazzanti nella mia vita, ed entrambi sono stati con te! Ora capisci..capisci perchè ti amo?" chiese lei sorridendogli.
Il biondo grifondoro ora si stava pizzicando stupidamente la faccia, come ad aver paura che quello fosse solo un sogno. Poi la fissò meravigliato, e cercando di alleggerire l'atmosfera, arrogante le disse: 
"Certo che ti capisco! Anche io al tuo posto mi amerei"
Hermione lo guardò sarcastica, per poi scoppiare a ridere.
"Allora, vuoi baciarmi o no?" gli chiese, avvinghiando le braccia al collo.
"No." le disse Draco. All'inizio pensò che scherzasse, ma poi quando lo vide sciogliere il suo abbraccio lo fissò infuriata.
"Non ti piaccio?Potevi dirmelo prima di farmi dire tutte quelle cose!" sbottò.
"No, tu mi piaci. E molto. Sono anni sogno queste parole."
"Ma..?"
"Ma ora siamo solo io, tu e il buio. E io ti bacerei fino all'alba, ma domani, se tu facessi finta di niente ne morirei. Se alla luce del giorno, davanti a tutti, riuscirai a mettere da parte la maschera che hai portato per anni, io ti bacerò. Ma non prima di allora."
Le disse accarezzandole la guancia, per poi tornare al dormitorio.
Hermione, dopo averlo visto entrare, si lasciò cadere sul prato e si mise a guardare le stelle.
Per evitare di prendere una decisione, pensò di poterle contare, ma subito dovè rinunciarci.
Quello che diceva il biondo era giusto, non poteva negarlo...
Ma ci sarebbe riuscita? Cosa doveva fare?



 
  
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