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Autore: Viola Plummer    03/09/2013    4 recensioni
Prima di allora non avevo mai tenuto un diario, solo libri di contabilità. Il resto non mi interessava, o per lo meno non mi sembrava importarte prendere nota dei dettagli per ricordarli a lungo termine. Ma al terzo giorno che, mentre ero seduta alla mia scrivania concentrata nel prepararmi per l'esame d'ammissione della Todai, la porta della mia stanza sbatteva e la finestra si apriva da sola sul mio naso, senza che soffiasse un alito di vento... beh, decisi che prendere nota di fatti ed orari era una buona misura cautelativa per salvaguardare la mia igiene mentale. Faceva caldo, era estate e l'anno scolastico volgeva al termine.
Genere: Demenziale, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Nabiki Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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fanfic-cap10 Quando riaprii gli occhi, o per meglio dire l'occhio, riconobbi subito il luogo in cui mi trovavo. Era l'infermeria della scuola. Intorno a me c'erano l'infermiera Meiou, papà in lacrime, la professa Hinako Ninomiya che cercava di consolarlo a modo suo, Akane e Ranma che tentavano di mandarla via. Fin qui tutto più o meno normale. Meno normale, almeno statisticamente, era il fatto che accanto al mio ci fosse un altro lettino occupato da un persona priva di sensi. Ma chi era? Mi sporsi un po' e con mia grande sorpresa riconobbi in Shampoo l'essere che giaceva inerme a meno di un metro da me. Ok, forse non era tanto strano dopotutto, la sola presenza della professoressa Hinako poteva spiegare lo stato in cui era ridotta Shampoo. Ci aveva fatto un grosso favore senza volerlo la cara signorina Ninomiya. Avevo guadagnato minuti preziosi.
Ordunque, a che punto eravamo? La botta in testa mi aveva rintronata parecchio. Per prima cosa, che giorno era? Il 4 luglio. Dove mi trovavo? Nell'infermeria della scuola, questo ce l'avevo già chiaro. Era mattina. Se ci trovavamo tutti lì, gatta morta cinese compresa, voleva dire che la prima parte del piano era andata buon fine. Sì, perché che Shampoo mi aggredisse io e Tofu l'avevamo previsto e anzi si può dire che l'avessimo provocato, solo che avevo sperato - evidentemente senza motivo - che il contesto in cui mi avrebbe attaccata fosse sicuro per me.
- Certo che sei proprio un essere inutile tu! -
- Chi? Io? -
-
E chi se no? Ti sembro strabica? Stupido di un Saotome. -
- Perché? Che ho fatto? -
- Le hai permesso di colpirmi, razza di cretino! Ti rendi conto che poteva ammazzarmi? -
- Mi ha colto alla sprovvista, ma comunque l'ho quasi fermata... -
- Tra "fermata" e "quasi fermata" c'è un occhio nero di mezzo. Un mio occhio nero. Datemi uno specchio piuttosto... -
Fu solo allora che mio padre si rese conto che ero rinvenuta e venne al mio capezzale tutto commosso per, neanche a dirlo, continuare a singhiozzare. Sarà stata colpa delle strane sostanze che avevo assunto, o del cazzottone che avevo preso, ma quella mattina ero di umore decisamente intollerante. Lo scansai senza troppi riguardi, scesi dal letto e imboccai la porta ignorando le proteste dell'infermiera, decisa a raggiungere al più presto il telefono. Dovevo assolutamente chiamare Tofu. Altro che farmi portare uno specchio. Avevo bisogno di un telefono e di sapere che ore fossero. Akane mi accompagnò attraverso il corridoio senza dire una parola, ovviamente mortificata per l'accaduto perché ormai aveva il mode "sensi di colpa a buffo" perennemente ON.
L'orologio del gabbiotto del custode mi confermò la sensazione che avevo: ero rimasta svenuta per oltre un quarto d'ora. Secondo il nostro piano Tofu avrebbe dovuto telefonare al Nekohanten quando Shampoo stava per arrivare da lui in modo che lei potesse ascoltare qualche parola, capire che dall'altra parte della cornetta c'era Mousse, inviperirsi e venirmi a cercare quale causa di tutti i suoi mali, o quasi. Se le cose erano andate come da copione la telefonata del dottore doveva essere iniziata da più di venti minuti. Eppure dava ancora occupato. Che accidenti si saranno stati dicendo con il papero? Forse che Shampoo aveva sentito anche troppo ed ora toccava metterci una pezza? Il nostro scopo era quello di lasciare che si facesse una certa idea, che si convincesse che stessimo complottando alle sue spalle, ma che non arrivasse ad averne le prove. Se l'amazzone mi avesse attaccata, la sua posizione si sarebbe indebolita, sua nonna sarebbe stata obbligata a scusarsi per lei visto che aveva commesso un'azione tanto sconsiderata e disonorevole come attaccare una persona non addestrata alle arti marziali e non avrebbe preso troppo sul serio le sue paranoie sulla nostra presunta cospirazione dato che la nipote sarebbe apparsa chiaramente incapace di controllare i nervi, se non al bordo di un buon esaurimento. Comprensibile, data la situazione.

Te la stai facendo sotto, vero gatta morta?

Ma se Tofu le avesse lasciato ascoltare qualche dettaglio cruciale saremmo stati davvero nei guai e io dovevo assolutamente sapere.

Accidenti, Tofu, vuoi attaccare quel maledetto telefono?
Occupato. Ancora occupato. Accidenti, accidenti.

Erano già passati altri dieci minuti buoni. Quello che non doveva assolutamente succedere era che Shampoo riprendesse conoscenza prima che io fossi riuscita a sentire il dottore e a dileguarmi dalla scena del misfatto. Per fortuna alla fine Tofu rispose.
- Ti stai facendo desiderare, dottore. Telefonarti è più difficile che farsi passare il presidente degli Stati Uniti in persona! -
- Scusami Nabiki, con Mousse è stata più lunga del previsto ma è tutto sotto controllo. -
- Sicuro che Shampoo non abbia ascoltato troppo? È arrivata qui come una furia, voleva proprio farmi secca. -
- Impossibile, l'ho vista avvicinarsi, nascondersi e poi andar via. Fino a quel momento non ho detto niente che non potesse essere giustificato come un piccolo preambolo per convincere Mousse a passarmi Obaba. -
- E cosa ti ha sentito dire esattamente? -
- Che c'era una questione importante di cui dovevamo parlare, che era una cosa molto seria ed urgente e sarebbe stato molto meglio se ci fossimo messi d'accordo prima che degenerasse. Che capivo che la situazione poteva essere delicata, soprattutto per Shampoo. Avendo però sempre omesso il soggetto lei noi può sapere a chi quel noi sottinteso si rivolgesse. Non ha prove del fatto che mi stessi rivolgendo al solo Mousse piuttosto che non a Cologne o a tutti loro. -
- Ma ci hai parlato davvero con la vecchia? -
- Sì, certo. E non si è affatto resa conto di quanto tempo avessi passato al telefono con Mousse, almeno non ha fatto domande a riguardo. Credo stesse lontana dall'apparecchio, forse era occupata in cucina. Infatti saranno passati almeno due minuti da quando il ragazzo è andato a cercarla a quando lei è arrivata al telefono. Non credo ci sia motivo di preoccuparsi. Saranno da voi oggi pomeriggio alle quattro e mezza. È tutto pianificato nei dettagli, stai tranquilla. -
- Bene. La buona notizia, se così possiamo chiamarla, è che Shampoo mi ha dato un buon destro nell'occhio. Dovranno strisciare. -
- Oh! Mi dispiace per te, ma in effetti hai ragione, è proprio una buona notizia. -
- Avanti così, dottore. Questa guerra la vinciamo senza fare prigionieri. -
Mi spiegò molto brevemente com'erano rimasti d'accordo con Mousse e ci salutammo.
Ce ne andammo con discrezione, papà ed io, approfittando di un momento di distrazione della signorina Ninomiya, intenta com'era a mettere Ranma e Akane in punizione con i secchi d'acqua d'ordinanza. A suo dire erano in ritardo e avevano preso parte alla baruffa scatenata da Shampoo. Per fortuna ebbero il buon senso di non fare obiezioni e di lasciarci così via libera perché altrimenti quella strega della professoressa non avrebbe mollato papà neanche morta. Ripassando davanti l'infermeria lasciai un bigliettino sul lettino di Shampoo: "Tofu ha detto che ci vediamo da noi oggi pomeriggio. Vi aspetto per il tè. E vedi di darti una calmata o potrebbe sembrare che hai qualcosa da temere."
Ora sarebbe venuta la parte difficile.

Appena arrivata a casa mandai Kasumi, che per poco non sveniva alla vista del mio occhio nero, a fare la spesa.
- Ma no, lascia che ti medichi quell'occhio... Credo di avere già tutto
per il pranzo... Semmai, siccome pensavo di preparare il Donburi per cena, magari papà potrebbe andare a comperare delle uova fresche mentre io... -
-Miseria nera, Kasumi. Tu proprio non ci vuoi sentire da quest'orecchio. Ti ho detto di uscire e andare a fare la spesa. Non mi importa un accidenti di cosa c'è nella dispensa e di cosa pensi di fare per pranzo o per cena, quando tra l'altro la cucina è fuori uso e non vedo come tu possa pensare di preparare quello che sia. Se ti dico esci tu esci, punto e basta. E se vai a comprare una carriola di chewingum o piuttosto un coccodrillo per lo stagno per me fa lo stesso. - Rimase qualche secondo in silenzio, evidentemente interdetta.
- Io non credo di poter sopportare ancora a lungo questo dispotismo, sai? - disse quasi in un sussurro mentre si voltava e andava via.
- Peggio per te. Io ho sopportato un pugno in faccia e non ho nessuna voglia di tollerare i vostri stupidi capricci - bisbigliai senza nessuna intenzione di farmi sentire. Poi chissà. Magari mi aveva sentita lo stesso.
Mandata la sorella a fare un giro, ordinai a Genma di portare di sopra l'ultimo scatolone di fotocopie e a mio padre di riparare la caldaia giacché la prima riparazione arrangiata il giorno precedente era durata il tempo di una sola doccia. Nodoka invece la misi a cucire tutta la stoffa che riusciva a rimediare in casa per farne delle spesse tende un po' per tenerla occupata, ma anche perché avevo deciso che presto avremmo smontato porte e finestre per sostituirle con qualcosa che non potesse incastrarsi intrappolando gli occupanti delle varie stanze. Dirai tu, ma quando mai è stato un problema buttare giù una porta in casa Tendo? Beh, una porta no. Ma avrei scommesso che una porta furiosa ci avrebbe dato filo da torcere. E infatti, come volevasi dimostrare, quella mattina stessa lo zio Saotome si trovò nell'incresciosa situazione di non poter più uscire dalla mia stanza. Per tirarlo fuori dovetti chiamare il Furinkan e farmi passare Akane per chiederle dove tenesse l'incenso generico che le aveva dato Tofu e provare ad imbonire con quello la porta riottosa. Dopo essersi fatta promettere che avrei dato ad intendere agli altri che fosse qualcosa che il dottore mi aveva appena dato non facendo trapelare che fosse già in suo possesso da tempo, sorella ansia mi informò di custodire l'incenso nell'ultimo cassetto della sua scrivania, in una scatolina di legno.

Un posto dove una normale terrebbe i preservativi.

Non potei evitare di pensarlo, ma a togliermi il sorrisetto dalle labbra ci pensò subito il cassetto stesso che mi si richiuse violentemente sul dito - occhio nero e unghia nera avrebbero fatto pendant - facendomi cacciare un urlo che rivelò la mia posizione al resto delle persone presenti in casa in quel momento.

No buono.

Per sviare l'attenzione e non dover spiegare che accidenti ci facevo in camera di Akane decisi di uscire rapidamente di lì - cosa non facile visto che anche quella porta aveva preso a comportarsi in modo strano e si apriva e chiudeva secondo i propri comodi - ed accendere subito un bastoncino di incenso per accostarlo alla porta della mia stanza. Il fatto è che una volta entrato in contatto con il fumo dell'incenso il legno della porta cambiò colore, si ingrigì, iniziò a sputare vapore e infine si sgretolò. Hai presente quei film sulle mummie quando qualche esploratore entra in una stanza sigillata di una piramide e a contatto con l'aria tutte le cose che erano dentro si polverizzano? Una cosa del tutto simile era accaduta quel giorno. Strano, no? L'incenso generico doveva servire a restituire un po' di equilibrio. Decisi di spegnerlo subito e mi riproposi di fare chiarezza sulla questione in un altro momento.
Al posto della porta piazzai un lenzuolo appendendolo alla buona con quattro chiodini al prezzo di staccare qualche tocco di parete, neanche fosse stata fatta di stucco... la situazione appariva davvero seriamente compromessa. La cosa più sensata era mettersi subito al lavoro, prendere il toro per le corna e vedere di venir fuori da quel disastro al più presto. Per prima cosa avrei separato i casi relativi ai gruppi che mi interessavano e i non classificati da tutti gli altri. Questa prima scrematura avrebbe permesso di proseguire i lavori con un minimo di efficienza, ma certo ci sarebbero volute ore, se non giorni, per scartabellare tutta quella roba. Ma che scelta avevo? Forse però era il caso che mi prendessi un'altra pasticca del dottor Tofu o che provassi a prepararmi la tisana... o che dormissi. Magari avrei potuto dormire un po' prima di incontrare Cologne e sua nipote, per avere i nervi più saldi e riuscire a far passare Shampoo per l'unica squilibrata sulla scena con più facilità. Certo avrei perso del tempo prezioso, ma probabilmente il gioco valeva la candela. Se non riuscivamo a sistemare la questione delle cinesi avevo ben poco da indagare...

Ecco, ora mi metto un po' sul letto, magari queste scartoffie le appoggio un momento in terra... solo un'oretta, ecco, sì, non di più... farei meglio a mettermi la sveglia, è qui vicina, neanche devo alzarmi per prenderla, devo solo settarla sulle due e mezza, poi avrò tutto il tempo per prepararmi per l'incontro... allungassi il braccio un altro po' riuscirei senz'altro a prender... bzzzzz....

Come no! Crollai all'istante e di impostare la sveglia me lo sognai letteralmente. Mi venne a svegliare Kasumi chiedendomi se non avessi fame che erano le quattro passate. Questo voleva dire che avevo lasciato quei selvaggi allo stato brado e liberi di interagire a piacimento per un sacco di tempo. E dovevano essere rientrati anche Ranma ed Akane! Ma mannaggia al sonno...! Mi diedi una rapida sciacquata alla faccia e scesi di corsa al piano di sotto per scoprire che non era scoppiata la terza guerra mondiale. Happosai aveva preso il potere proponendosi come mio luogotenente. Solo questa ci mancava. Kasumi aveva comprato delle nuove tazze e una teiera ed ora diceva di dover sistemare un fornello da campo in giardino per preparare il tè. Ranma stava smontando le porte del bagno e dell'antibagno. Nodoka aveva quasi finito di cucire le tende sostitutive, ora le restava da disfare e rifare quanto fatto da Akane per aiutarla. Papà e Genma giocavano a shogi. Happosai sorvegliava il lavoro di tutti fumando la pipa disteso sui suoi soliti cuscini, neanche fosse stato un imperatore romano.
- Bene, vecchio. Ottimo lavoro. Ora però sputa il rospo. Cos'è che vuoi in cambio? -
- Una cosa che non ti aspetteresti. -
- Davvero? E di che si tratta, sentiamo. -
- Un occhio di riguardo per una vecchia amica. -
- Eh? -
- Non giocare troppo sporco con Ku Lun, non si merita di essere rovinata per questa sciocchezza. -
- Guarda il mio di occhio piuttosto, vecchio. Quale riguardo? Quale sciocchezza? -
Ma roba da matti. Ci mancava solo l'avvocato di Cologne nel cast. Ed io avevo meno di un quarto d'ora per mettere qualcosa sotto i denti e raccogliere le idee. Il freezer impazzito aveva ridotto il gelato ad un'indescrivibile brodaglia. Mi attaccai a un pacco di biscotti. Vita grama. Questa storia doveva finire al più presto, non avrei resistito ancora a lungo.

Dopo averci pensato un po' su, stabilii che alla riunione con i cinesi avremmo partecipato solo io e papà in qualità di proprietario della casa in questione, con Kasumi e Happosai come testimoni in qualche modo equidistanti, se le cinesi li avessero accettati. Era una azzardo? Certo che lo era. Ma nella sua illogicità mi sembrò la cosa più sensata da fare. La mia posizione sarebbe stata improntata ad un pragmatismo che ben mi si addiceva. Per quanto mi riguardava c'erano due minacce a cui dovevamo far fronte: le amazzoni di stanza a Nerima e la Furia della Casa Stremata. Le collocavo sullo stesso piano senza esitazioni. Il mio scopo era semplicemente salvare la mia casa neutralizzando entrambe, con qualsiasi mezzo, inclusa la più sporca e immorale negoziazione. Ero anche disposta a dare Ranma in marito a Shampoo immediatamente se fosse venuto fuori che il tutto era esclusiva responsabilità di Akane e che questo avrebbe rappresentato un modo per toglierglielo dalla testa e mettere al sicuro le mura domestiche. Non avevo preconcetti, non avevo ipotesi a priori. Ero aperta a tutto. Ed avrei rispettato i paletti che mi fossero stati imposti in cambio della possibilità di lavorare in pace. Possibilmente al riparo dal fumo delle pipe di questi vecchi, diamine.

- La fai troppo semplice, ragazza mia - esordì Cologne spegnendo il suo calumè e afferrando la tazza di tè che Kasumi le porgeva con un sorriso che a me non parve di circostanza - Noi abbiamo bisogno di garanzie. -

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N.: Che tipo di garanzie?
KL: Forse sarebbe meglio parlarne in privato, a quattrocchi.
N.: Mi perdoni, venerabile Cologne, ma dopo quanto successo questa mattina non mi sento molto sicura rimanendo sola...
KL: Ragazza, non ti sto proponendo di parlarne con Shampoo, il cui comportamento non ha scusanti, ma con me. Non ti fidi di me?
N.: Non vorrei mai mancarle di rispetto, nobile Cologne, ma io sono ancora un po' scossa e... sa com'è... dopo uno shock del genere... temo di non riuscire a ragionare lucidamente se non ho qualche volto amico intorno...
KL: La tua diffidenza è del tutto giustificata, Shampoo ha agito in maniera davvero inaccettabile. Ma ti prego di tener presente che qualsiasi comportamento scorretto da parte mia sarebbe equiparabile ad un alto tradimento nei confronti della tribù alla quale appartengo. -
N.: Senz'altro. [Che ostinazione. Altro che strisciare, le sue sembrano solo scuse di facciata. Ma se la mette così...] Mi stavo infatti giusto domandando se Shampoo sarà processata da Joketsuzoku per quello che ha fatto... 
KL: Vedo che ti piace il gioco pesante. Bisogna ammettere che le minacce indirette ti si addicono di più delle sceneggiate da ragazzina traumatizzata.
N.: Non amo essere presa per i fondelli. Ma sono la prima a comprendere che la famiglia viene prima di tutto il resto. Anche prima del clan.
KL: Ovvio, inutile nascondersi dietro un dito. Ma le regole della tribù
non si infrangono con leggerezza alla mia età, si deve davvero essere costretti da un avversario subdolo e sleale che rappresenti un minaccia reale per i parenti più stretti ai quali si è legati in modo particolare.
N.: Di cosa avete paura esattamente? Lasciando da parte gli insulti che trovo gratuiti e poco eleganti da parte sua, sinceramente non vedo come io possa rappresentare per voi un simile pericolo.
KL: Spero solo che le sensibili orecchie di Soun Tendo ma ancor più quelle della dolce Kasumi non rimangano troppo turbate dai discorsi che stiamo per affrontare.

[Orbene, ora cosa si suppone che io debba fare? Ma perché accidenti Tofu non è venuto con loro? Se mando via papà e Kasumi, mi resta solo Happosai di cui mi fido pochissimo. Se mi tengo Kasumi non ci guadagno molto. A parte il fatto che mi è più ostile di Cologne, appena il discorso andrà sul concreto si tapperà le orecchie, gli occhi e pure il naso che non si sa mai. Papà non capisce niente a prescindere. Tocca fidarmi del fatto che la vecchia megera ha una rispettabilità da tutelare e non oserà propinarmi un siero dell'obbedienza o roba simile davanti a sua nipote, non credo sia così disperata. E se Tofu ci ha visto bene è già in punta a un cannone per non aver concretizzato il matrimonio di sua nipote dopo tanto tempo. Forse però dovrei far uscire anche Shampoo... o forse no. Magari il suo scarso sangue freddo potrebbe volgersi a mio favore... E va bene, incrociamo le dita e che gli oni siano clementi.]
N.: Kasumi, papà, adesso potete anche uscire. Vi verremo a chiamare quando sarà il momento.
K.: Ma io... non mi pare il caso che...
S.: Questa casa è mia, sono io il capo famiglia qui. Non accetto di essere estromesso in questo modo...
N.: Kasumi, per piacere, vedi di portartelo via. Ed assicurati che se ne stiano tutti a distanza di sicurezza.
K.: Ma sei... sei sicura?
S.: Ma Nabiki...
H.: Tranquillo, Soun. Tua figlia è sotto la mia protezione. [Fiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiihhh bum.]
N.: Sicurissima. Andate adesso.

[Lasciatemi pure affrontare il nemico da sola, avrò una morte onorevole. Addio. Uh. Oh. Sì, come no! Escono in silenzio dalla cucina e richiudono la porta. Da fuori si sente Akane chiedere perché sono usciti e Kasumi rispondere che la nobile Obaba vuole dire sconcezze che possono sentire solo Nabiki e Happosai.]

N.: [Andandomi ad affacciare alla porta, verso il corridoio] Kasumi! Non metterla così! Ma che figura mi ci fai fare?! [Torno a sedermi]

KL: È da prima che volevo domandarti una cosa. Come mai Kasumi indossa la katana della signora Saotome?
N.:
[Buona domanda, vegliarda.] Per la tranquillità ed il bene di tutti. Se conoscete un po' la mentalità di Nodoka Saotome, dovreste capire che potete prenderlo come un segno di pace.
KL: Mi pare un buon punto di partenza.
N.: È quello che voleva essere nelle mie intenzioni.
KL: Eppure non è sufficiente. Dopotutto, è solo un simbolo.
N.: In effetti.
KL: Non possiamo escludere che non proverete a forzare le cose tra Ranma ed Akane anche solo per accelerare i tempi e procedere per esclusione. Non solo. Anche se l'unica causa fosse tua sorella, in questo modo potreste riuscire a risolvere il problema. Potreste convincere il futuro marito facendo leva sul suo senso di responsabilità e sulla gratitudine che prova nei confronti della vostra famiglia. Non che sia una cosa particolarmente difficile con un giovanotto della sua età che non ha mai realmente messo le mani su una ragazza in vita sua...
A questo punto Shampoo stava per protestare vivacemente, ma ebbi la prontezza di zittirla con un gesto eloquente.
N.: Quello che sta dicendo signora è offensivo tanto nei confronti di mia sorella quanto in quelli di Ranma, ma soprattutto verso di me e mio padre [ora ci vuole una frase ad effetto] Per chi ci avete presto? Credete che questo dojo sia una specie di casa chiusa a gestione familiare? Nonostante di maniere poco pulite per fare i soldi io ne abbia escogitate parecchie, le posso assicurare che la prostituzione minorile non rientra né mai rientrerà tra queste. Spero vorrà ritrattare la sua indegna insinuazione. In ogni caso, se anche solo provassi a fare una cosa simile, le posso assicurare che la buona e dolce Kasumi non esiterebbe un secondo a denunciarci tutti... 
KL: Piano, piano. Prostituzione? Addirittura? Non vedo perché tu debba metterla in questi termini... 
N.: Questi sono i termini in cui l'ha messa lei. Se uno forza un'altra persona ad avere un rapporto sessuale per trarne profitto personale non è forse istigazione alla prostituzione, se non sfruttamento? Non sono un'esperta in materia ma certo...
[Intanto Shampoo si copre le orecchie e bercia cose incomprensibili in mandarino. Cologne le fa segno di stare zitta e lei s'ammutolisce all'improvviso.]
KL: Non ho mai parlato di nulla del genere.
N.: Beh, se non stiamo parlando di una forzatura da parte mia o di mio padre, ma di un naturale svolgimento degli eventi, allora...
Sh.: Naturale un colno! Lanma non volele... non potele... non...
N.: Sì, certo. In effetti ha ragione Shampoo. Anch'io vedo quest'evenienza come estremamente improbabile. Lei no, Cologne?
Sh.: Bisnonna! Tu davvelo cledele... [parole indecifrabili in mandarino o 
Joketsuzokiano che sia. Shampoo mette i bastoni tra le ruote a sua nonna, dopotutto non è stata una cattiva idea lasciarla partecipare alla riunione.]
N.: Andiamo, Cologne. Nessuno qui ha intenzione di utilizzare il ricatto morale con Ranma, ma se non è questo a cui si riferisce, allora... di cosa stiamo parlando esattamente?
KL [sbuffa fumo dalla pipa che ha appena riacceso, forse tradisce un po' di nervosismo]: Potremmo star parlando di pressione psicologica, di riconoscenza, della paura di perdere l'unico tetto che il ragazzo possa ricordare di aver chiamato casa in vita sua. Di circostanze che posso agevolare indirettamente la seduzione. 
Sh.: Seduzione?! Ma chi? Quella stupida lagazza violenta?!
N.: Seduzione, eh... Bah! Onorabile Cologne, anche volendo prendere per buono questo castello di carte che si è costruita, vorrebbe avere la bontà di spiegarci perché mai Ranma dovrebbe lasciarsi sedurre da mia sorella, con tutte le condizioni agevolanti che volete, quando non ha mai ceduto alle avance di una ragazza affascinante e femminile come Shampoo? Evidentemente non è un tipo così facile e dubito che queste piccole variazioni nella situazione a contorno possano dare ad Akane un vantaggio sostanziale, non trovi anche tu Shampoo?
Sh.: Celto che no! Ailen semple plefelile Shampoo. E se volele casa, ailen sposale Shampoo e avele Nekohanten e casa in Cina. No pelicolo ailen vagabondo! E panda ciccione anche avele casa e mangiale cinese se volele.
N.: Mi pare ovvio anche a me. Non vedo quindi dove sia il problema.
Sh.: No ploblema!
KL: Abbi pazienza, Shampoo, se...
Sh.: No, Obaba. Lanma non cedele a stupida lagazza violenta. Lolo non avele niente pel licattale povelo ailen.
[Palo, traversa e autogol.]
N.: Appunto. Allora perché non collaboriamo? Datemi il vostro appoggio, magari prestandomi Mousse, e io provvederò a far avere al più presto a voi e al vostro consiglio le prove del fatto che Ranma non ha nulla a che fare con questa storia. Che ne dite?
KL: Bene, se le cose stanno così, magari però perché non facciamo che Ranma viene a stare da noi per un po' e in cambio ti lasciamo Mousse come aiutante?
N.: Ottima idea! [Non. ci. Provare.] Ma preferirei mandarlo via più in là perché altrimenti le ricerche e le misurazioni saranno falsate. Quando avrò terminato il primo giro di rilevazioni ve lo cederò più che volentieri, ma per ora non vorrei alterare in un alcun modo lo status quo. [Tiè!]
KL: Certo, capisco.
N.: Senz'altro più in là farlo uscire di casa sarà anche utile a determinare il suo ruolo in questo disastro, o meglio, a provare che non ne ha avuto nessuno, giusto?
KL: Ovviamente.
Sh.: Siculo!
N.: Per quanto riguarda Mousse invece, magari potreste lasciarmelo solo nelle ore diurne, sarebbe un utilissimo aiuto e potrebbe contribuire a fare in modo che tutto questo si risolva il prima possibile. E poi potrebbe portarci il cibo dal vostro ristorante risparmiandoci di dover cucinare con la cucina in questo stato. Potremmo contrattare un prezzo di favore per clienti molto assidui e fedeli...
Sh.: E pelché non Shampoo allola? Shampoo avele occhi più buoni e lavolale più sodo di stupido papelo.
N.: Ma che domande! Ci sono un milione di buoni motivi per escludere che tu venga a vivere con noi, cara mia. Sei emotivamente instabile, basta guardare il mio occhio per farsene un'idea. E sei indubbiamente attratta da Ranma. Ci manca solo che complichiamo il quadro un altro po'...
KL: Certo, certo. Shampoo, non dire sciocchezze, per favore. Potrete tenervi Mu Si. Ma ho bisogno che mi firmi un patto di non belligeranza. [Si volta verso la porta] Mu Si! [Più che un richiamo, uno strepito. Ed ecco entrare in scena Mousse con tre pergamenone arrotolate in braccio] Da qua, stupido papero. [Gli strappa i rotoli di mano. Piano, vecchia megera, trattali con cautela.] Questo documento sarà inviato a Joketsuzoku e mettendoci la tua firma sopra stai accettando di essere giudicata secondo le nostre leggi. Se lo infrangi ti porteremo davanti un tribunale composto da membri della nostra tribù. 
N.: Nessun problema.
KL: Sei sicura di aver capito bene?
N.: Ma certamente! [Inizio ad annoiarmi] Happosai, hai una penna per favore?
KL: No, niente penna. Questo devi firmarlo con il tuo sangue.
N.: Come...? [Lancio un'occhiata a Mousse che fa un cenno quasi impercettibile di assenso con la testa. Quindi non dovrebbero esserci problemi.] Ehehe... sì, certo... vado a chiedere un ago a Kasumi.
[bisbiglii in cinese indecifrabili]
[Kasumi protesta senza troppa energia, ma alla fine mi da l'ago. Rientro in cucina.]

KL: Shampoo dice che non si fida di te ed ha varie questioni da porti prima di siglare questo patto.
N.: [E ti pareva!M'era sembrato tutto troppo facile...] Ma prego, disponibilissima ad ascoltare tutte le vostre perplessità. Avanti.
Sh.: Pelché Tofu telefonale plima che Shampoo allivale a clinica? Tofu non volele che Shampoo ascoltale quello che dile a Mousse?! Tofu volele pallale con Mousse in secleto! Mousse nemico di Shampoo e di Joketsuzoku! Tofu splolco bugialdo e Mousse vile tladitole!!!
N.: [Tutto qua? E io chissà che mi credevo! Che scema...] Calma, calma Shampoo. Non c'è nessun segreto, niente che tu non sappia già. Non avevo bisogno della prova del tuo pugno per sapere che non c'era da fidarsi di te, che sei fuori di testa. Tutta questa situazione ti mette in agitazione, non è vero? Dopotutto il dubbio che in qualche modo c'entri Ranma, che Ranma possa davvero essere attratto da Akane, si è insinuato nella tua bella testolina, in qualche anfratto recondito [parole difficili per confondere la cinese], e ti sta mandando al manicomio. Giustamente. Se così fosse tu ti troveresti in un mare di guai. Dubitare è giusto, è umano. Come è umano diffidare. E noi diffidiamo di te perché il tuo dubbio ti rende pericolosa. Tofu voleva parlare con Obaba, non con Mousse. E voleva farlo approfittando di un momento in cui né lui né tua nonna ti avrebbero avuta trai piedi. Lo trovi così deprecabile? Ah, ops! Non sai che vuol dire, vero? Beh, vuol dire che lo trovi indecente, sconveniente, un comportamento da malandrini. Ma-la-n-dri-ni. Dicasi di persone poco perbene. Io non ne vedo la ragione, credo anzi che fossimo del tutto giustificati ad agire in questo modo, soprattutto col senno di poi. Voglio dire, avendo visto com'è andata a finire, dato che hai tentato di uccidermi, razza di pazza isterica...
KL: Suvvia, Nabiki Tendo. Non esagerare.
Sh.: No. Shampoo no dubbio. Shampoo assolutamente sicula che ailen non plovale niente per lagazza violenta. Anche se lagazza violenta diventata molto folte. Shampoo avele altlo dubbio. Shampoo pensale che non essele pludente collabolale con Nabiki Tendo pelché Nabiki Tendo mentile e ingannale. Nabiki Tendo volele Mu Si come aiuto e questo no buono. Nabiki e Mu Si volele dale pozione a ailen pel fale innamolale di lagazza violenta.
N.: [Uffa. Che noia.] Andiamo Shampoo, non insistere con quest'idiozia. Che interesse avrei nel fare una cosa del genere? Perderei solo tempo. E poi non sono una fattucchiera, io. Io voglio solo capire che sta succedendo, trovare l'incenso del karma giusto e guarire la mia casa. Evitando altri danni economici. Non vedo perché dovrei immischiarmi nella vita sessuale del tuo airen o benché meno di quella di mia sorella.
Sh.: Shampoo non cledele una sola palola.
N.: Shampoo essele fuoli di testa. Non sei stata tu poco fa a dire che non c'erano problemi? Dove dovrei prenderla io una pozione? E dove Mousse? Al Nekohanten? Rubandola a tua nonna?? Credi davvero che questo stupido papero possa farla alla tua venerabile bisnonnina? Allora a questo punto avrebbe più senso pensare che Akane possa riuscire a sedurre Ranma!
Sh.: No.
N.: No cosa, Shampoo?
Sh.: Shampoo no fidalsi.
N.: Diamine. Così non ne usciamo più però [sbuffo]. Sai una cosa? Neanch'io mi fido. Io potrei pensare che tu stia abbastanza male di testa e impanicata che potresti farti venire in mente di farci crollare la casa in testa per far sparire qualsiasi eventuale prova del tuo disonore. Magari tu non vuoi da me i risultati delle rilevazioni, non vuoi nessun test scientifico. Tu vuoi occultare tutto. E forse saresti pure disposta a farci tutti secchi per raggiungere il tuo scopo. Magari vuoi due streghe vi siete messe d'accordo e l'idea di fare venire Ranma a stare da voi era solo apparentemente buttata lì, perché in realtà avevate in mente di demolire casa Tendo con tutti noi dentro, salvando solo lui, anche al prezzo di renderlo orfano. Non ti pare plausibile? [Tana per Cologne. Credevi davvero che non ci fossi arrivata?]
Sh.: No! No! No! Shampoo no panico! Shampoo no paula di niente! Tu mente!
N.: Vedi Shampoo, anch'io credo che tu non abbia nulla da temere. E mi voglio fidare di voi. Devo fidarmi di voi, altrimenti qui non si va da nessuna parte. Voglio fidarmi dell'onorabilità di tua nonna e del valore della sua parola e delle nostre firme fatte col sangue su un documento che verrà consegnato al consiglio di Joketsuzoku. Credo che tu dovresti fare lo stesso. E darci un taglio.
KL: Calma ragazze, non è necessario scaldarsi. Capisco i vostri giovani spiriti e il loro naturale ardore, ma non è il caso di alzare i toni. Ora leggeremo insieme questa bozza di documento che avevo preparato e se lo riterrete necessario potremo aggiungere altre clausole. Dopodiché firmeremo tutte e tre le copie che Mu Si ci ha portato. Una la conserverò io, un'altra resterà ai Tendo e la terza la invieremo in Cina perché resti negli archivi della nostra tribù. Chiunque di noi sarà padrone di denunciare qualsiasi infrazione o abuso al consiglio di Joketsuzoku che prenderà nel caso i dovuti provvedimenti. Questo è quanto. Continuare a discutere è perdere tempo.
N.: Perfettamente d'accordo.
KL: Procediamo con la lettura quindi. Confrontate pure le tre copie e Happosai si farà garante della correttezza della traduzione.
H.: Ma figurati, Ku Lun...! Come se potessi dubitare della tua correttezza...
KL: Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio, come ben sai, caro Happi.
H.: Eh eh!
[Pucci pucci. Smack smack smack. Bleah! E questo dovrebbe garantirci a noi... come no!]
N.: Dunque, vediamo un po' cosa dice qui...

"Io sottoscritta Ku Lun di Joketsuzoku, membro anziano e onorabile del gran consiglio del villaggio, giuro solennemente [bla bla bla] di non interferire con le indagini che si svolgeranno in casa Tendo, astenendomi da qualsiasi azione che [bla bla bla] Mi impegno inoltre a vigilare sulla condotta della mia pronipote Shampoo di Joketsuzoku [bla bla bla]

Io sottoscritt_ Tendo _ _ _ _ _ _ _ _ , in rappresentanza della famiglia e della casa dei Tendo di Nerima (Tokyo) prometto solennemente che in questa dimora si svolgeranno indagini corrette e trasparenti, garantisco sotto la mia personale responsabilità che non verranno prodotte prove false, che non si manipoleranno persone con nessun mezzo, psicologico, magico o chimico. Mi impegno inoltre a far sì che ogni due giorni venga consegnato alla venerabile Ku Lun un rapporto dettagliato dei lavori svolti e dei progressi conseguiti. I nostri sforzi saranno sempre e comunque, a prescindere da ogni circostanza od evenienza, esclusivamente diretti alla ricerca di un incenso del karma idoneo, rinunciando sin da ora e per tutta la durata dell'emergenza a qualsiasi altro tipo di metodo volto tanto alla risoluzione quanto all'identificazione del problema, eccezion fatta per la temporanea rimozione di taluni individui dalla dimora in questione."


[Si era tenuta bella stretta, la vecchia, eh. Meglio far vedere di averci qualcosa in contrario.]


N.: Ehi, un momento. Che vuol dire questo? Che non posso fare domande alle persone coinvolte?

KL: Se le domande sono volte a discriminare tra diversi possibili incensi allora è ammissibile, se sono volte a modificare il comportamento delle persone no. 
N.: [Furbastra!] Ah, va bene. [Mavaff...!] A me pare perfetto così com'è [per quello che me ne importa...] Dopotutto corrisponde perfettamente a quello che ci siamo detti. Firmiamo subito?
Sh.: A me non semblale abbastanza chialo.
N.: Ah no? Cosa vuoi di più? [E adesso che vuole ancora questa scassamaroni...?]
Sh.: Io voglio che tu qui giulale con tuo sangue che... [pare non lo sappia nemmeno lei] che tu galantile che lagazza violenta limanele velgine fino a dopo soluzione clisi.
N.: Che cosa?! Ma tu stai male! [E accidenti a me. Mi avranno sentita fino in Cina, mi avranno...]
KL: Non è molto convenzionale come richiesta dato che non è una questione legata al nostro problema, non di per sé, e non è nemmeno un tema di naturale competenza di Nabiki, però...
N.: Però un corno! Voi siete tutte matte e io ho una dignità.
KL: In effetti si tratterebbe di investirti di una responsabilità che non ti compete... magari questa clausola dovrebbe firmarla il signor Tendo...
N.: Ma non se ne parla proprio! Ma che sono queste trovate medievali? Per chi ci avere presi?! [Vabbè la farsa e la presa per i fondelli, ma di fronte a certe idiozie proprio non posso fare a meno di andare in bestia.]
H.: Forse sarebbe più corretto e coerente mettere la clausola su Ranma anziché su Akane...
N.: No! [Faranno mica sul serio?]
KL: Ti renderai ben conto però Happi che in questo caso qualsiasi verifica sarebbe decisamente più ardua.
N.: No, no e no. [Kami, aiuto.]
[Papà fa irruzione preoccupato]
S.: Nabiki, tesoro, che succede? Ti abbiamo sentita gridare e...
N.: [Leggermente alterata] Vedi di andartene, tu. Nessuno ti ha chiamato. È che queste qui hanno voglia di litigare e il tuo maestro è un essere ignobile.
H.: Non prenderla cosi, Nabicuccia cara, stavamo solo discutendo civilmente...
N.: [Al vecchio:] Civilmente un corno! Dove ce la vedi la civiltà tu in discorsi simili?! [A Soun:] Vattene, papà. [Soun esce mesto] Parliamoci chiaro: noi qui non vogliamo averci nulla a che fare con le vostre fottutissime usanze tribali. [Abbassando la voce, sibilando che pare un serpente a sonagli] Di fare test di verginità su chi che sia ve lo scordate.[Possibile che parlassero seriamente?]
KL: Credo tu ti sia fatta un'idea sbagliata. Queste cose non sono la norma per Joketsuzoku. Sarebbe un caso eccezionale e dovremmo chiedere un permesso specifico.
N.: Potete anche risparmiarvi il disturbo allora. Che poi non lo sapete che questi test non sono indicativi di nulla? Soprattutto delle combattenti come voi dovrebbero ben sapere che anche un incidente può causare...
KL: [Interrompendomi] In effetti sarebbe piuttosto complicato e macchinoso, per non dire difficilmente giustificabile. Ritengo che stiamo mancando il punto centrale.
N.: E quale sarebbe il punto centrale, di grazia?
KL:  A Joketsuzoku disponiamo di efficacissime cinture di castità maschili.
Sh.: Pelo potele essele molto dololoso...
N.: Cos'è questo? Uno scherzo?
[Cologne ridacchia, Shampoo appare pensierosa. Io sto per alzarmi e andarmene.]
KL: Però devi ammettere Shampoo che sarebbe anche molto divertente!
H.: Comprende mordacchia e collare anti-bacio?
KL: Certamente! E include anche i paraorecchie.
N.: Possiamo tornare a parlare seriamente, per favore? Stavamo per firmare un accordo, se non ricordo male. E l'unico vero problema è che Shampoo sospetta che io possa dare a Ranma qualche strano afrodisiaco, cosa che ripeto non rientra minimamente nelle mie intenzioni visto che non avrei nessun tornaconto degno di nota da un'azione simile. Non solo. Se vogliamo sarebbe anche un atto piuttosto meschino nei confronti di mia sorella, troppo meschino perfino per i miei standard.
KL: Happi, non potresti prenderti tu la responsabilità di vigilare che la signorina qui presente non faccia scherzetti strani?
N.: Happosai??? E vi pare la persona più indicata? [Mannaggia a me a quando non mi cucio questa dannata boccaccia.]
Sh.: Shampoo fidale meno di vecchio maniaco che di vipela Nabiki Tendo.
KL: Che ne direste allora della dolce Kasumi? [Di male in peggio! Respira Nabiki respira. Ti hanno fatto perdere le staffe e ti stai comportando troppo impulsivamente]
Sh.: Kasumi essele pelsona leale e con plincipi molali, pelo... tloppo facile pel selpe Nabiki Tendo ingannale lei...
KL: Credo che sommando il contributo di Happi e quello di Kasumi abbiamo una combinazione piuttosto affidabile. Ovviamente il garante finale dovrebbe essere comunque Mu Si che lavorar fianco a fianco con Nabiki. Se qualcosa dovesse andare storto la prima testa a saltare sarebbe la tua, ragazzo papero. E non parlo in senso figurato, futura anatra all'arancia. [Mousse continua a tacere, gli avranno mica tagliato la lingua?]
N.: Dunque? Firmiamo questo contratto e ci aggiungiamo le firme di Mousse, Kasumi e Happosai come garanti? [Che poi non era quello che avevamo deciso di fare fin dall'inizio...? Ma tant'è, se Shampoo si placa con così poco dopo avermi fatto venire i sudori freddi, meglio per tutti.]
KL: No, non è sufficiente. Non ci sarebbe niente di nuovo rispetto al piano iniziale. No, bisognerà aggiungere una clausola specifica e firmarla separatamente. Così come dovremmo aggiungere una parte apposita per definire il ruolo di Mousse in questa faccenda.
N.: E va bene. Quindi la prima parte la firmiamo io e Cologne, nella clausola specifica aggiungiamo le firme di Mousse, Kasumi e Happosai, la parte su Mousse di nuovo lui stesso, io e Cologne. Papà, Happosai e Kasumi firmeranno qui in fondo come garanti e testimoni generali?
KL: Esattamente.
MS: Ma così ci saranno delle firme fuori dai riquadri stabiliti, a metà documento... [Allora ce l'hai la lingua ancora, Mousse!]
KL: Di tutto questo che si è detto finora, questo è l'unico aspetto che ti preoccupa, Mu Si? Hai davvero solo mosconi in quella testa, ragazzo.
MS: Certo, venerabile Cologne, può sembrare una questione secondaria, ma la forma dei documenti ufficiali del consiglio...
KL: Mu Si, non esiste nessuna legge contro le clausole aggiunte nella carta principale nei contratti privati. Non vedo dove sia il problema.
MS: Ma sarà opportuno ripetere le firme tutte queste volte? [Qual è il problema con queste firme, Mousse??]
KL: Papero, dacci un taglio. Dunque, datemi due minuti per redigere le parti mancanti e poi potremo chiamare tutti gli interessati e procedere a siglare definitivamente il documento. [Qualcosa sta andando storto.]

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Puoi anche fermare la registrazione adesso, Mina. Nella pagina successiva del quaderno ho riportato il testo integrale dell'accordo siglato con Cologne. Leggiti solo la clausola che ha fatto aggiungere Shampoo perché fa davvero ridere e secondo me da anche una misura di quanto poco sul serio la vecchia avesse preso l'intera trattativa. Credo che per lei fosse solo un modo per evitare che la nipote avesse un attacco isterico. Ma forse era già troppo tardi.

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"Clausola aggiuntiva n.1 - Io sottoscritta Tendo Nabiki solennemente prometto di non esercitare ingerenza alcuna, diretta o indirettamente, nella vita privata del futuro marito di Shampoo di Joketsuzoku, Saotome Ranma. In particolar modo, prometto di astenermi nella maniera più assoluta e categorica dall'esercitare qualsiasi influenza volta a migliorare la relazione interpersonale tra il suddetto Saotome Ranma e mia sorella Tendo Akane, con specifico riferimento alla dimensione più propriamente fisica del loro rapporto. Detta dimensione è al momento del tutto inesistente e tale resterà giacché io non farò in nessun modo uso di espedienti chimici o magici, assimilabili a droghe o pozioni, per alterare tale stato di cose."

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Il passaggio sottolineato e ricalcato è opera mia. È di una logica aristotelica davvero affascinante, non trovi? Il seguito sono tutte baggianate su Mousse e quello che può e non può fare ma soprattutto si stabilisce questa cosa strampalata per cui lui è un mio sottoposto ma al tempo stesso deve vigilare sul mio operato. Di fatto a me pareva tutta una grandissima buffonata, ma non me ne importava un piffero. Andammo a chiamare papà e Kasumi che ci portò un ago ciascuno, perché sai com'è, l'igiene. Leggendo la clausola demenziale a Kasumi le si illuminarono gli occhi e finalmente tornò a guardarmi con affetto. Doveva aver pensato che era stata una mia trovata per tranquillizzare lei o qualcosa del genere. Mai supposizione fu tanto lontana dalla realtà, ma che male c'era a lasciarle credere ciò che le faceva piacere? Le regalai un sorriso complice. Tanto non ci perdevo nulla e ridurre il livello dell'ostilità domestica non poteva che giovarmi.
- Aspettate che si sia formata una goccia abbastanza grande, spalmatela sul dito e poi premete il polpastrello qui - spiegò Cologne mentre si accingeva ad apporre la sua prima firma - Ecco fatto. Perfetto. Appena si sarà asciugato ci scriveremo sopra i nostri nomi con la penna. - Devo dire che rimasi sorpresa nel constatare che il sangue ancora scorreva in quel suo minuscolo corpo rinsecchito. L'imitammo a turno.
Notai che Mousse si contorceva leggermente quando fu la volta della clausola: - Non serve aspettare tanto, un goccia molto più piccola va già benissimo - suggerì a Kasumi vedendo come la nostra garante fosse intenzionata ad inondare il documento del suo sangue probabilmente volendo sottolineare il suo massimo impegno su quel fronte specifico. - E che farà mai, Mousse? Meglio abbondare che fare una firma mezza invisibile col sangue che ti si secca sul dito prima di imprimerlo sul foglio, no? - Kasumi spiattellò mezzo litro di sangue su quel povero documento.
Ma davvero condivideva l'assurda visione di Ranma e Akane che aveva Shampoo? Magari no. Magari pensava semplicemente che loro due fossero due giovincelli perbene e che nulla sarebbe successo se non fossi intervenuta io a corromperli.
- Forse non è necessario che Nabiki firmi la clausola anche sulla copia che resterà a lei, non crede Cologne? Il suo dito è così malridotto... -
- Che c'è? Sei già diventato protettivo nei confronti del tuo nuovo capo, Mu Si? Si tradisce così in quattro e quattr'otto chi ti ha accolto e nutrito per tanto tempo?-
- No, no, lo dicevo solo perché... -
- Vedi di non scocciare. Avanti Nabiki, un ultimo buchetto ed è fatta. - Non potevo fare altro, ma tentai di essere parsimoniosa per precauzione.
- Bene - sospirai dopo essermi bucata per la nona volta - tre firme su un documento in tre copie - il dito già martoriato dal cassetto perché deve essere l'indice destro, niente scuse, se ce l'hai lo usi. Che male! Che giornata di merda!
- È tutto? - domandò papà.
- Così pare - rispose Cologne con un sorriso soddisfatto, se sincero o meno era difficile a dirsi.

La messa è finita. Andate in pace.

A quel punto Mousse riunì le tre copie e le distribuì, una a me e due a Cologne che ne avrebbe inviata una in Cina. Ci credi tu? Io non ci credevo per niente, ma nemmeno mi importava. Accompagnammo i cinesi alla porta.
Quando era già a metà del vialetto, Mousse, che chiudeva la piccola comitiva, si girò in dietro e mi fece un discretissimo occhiolino. Era il segnale.
Purtroppo però non appena papà richiuse il cancello alle spalle di Cologne e compagnia, Happosai mi si avventò letteralmente addosso e mi strappò il rotolo di mano. E scoppiò il panico. Immagina la scena, Mina. Siamo sul vialetto del giardino del vecchio dojo Tendo. Papà si volta e viene lentamente verso di noi col suo solito sorriso ebete stampato in faccia. Noi altri siamo tutti lì. Io e Kasumi in prima fila, dietro di noi Akane e i Saotome al completo. Il vecchio era rimasto dentro, sgattaiola fuori come un fulmine, afferra il rotolo e mi si piazza davanti con i pugni sui fianchi.
- Allora, signorina, a che gioco stiamo giocando qui?? - berciò stizzito. Sul momento non provai neppure irritazione, sono un grandissimo senso di spossatezza. Non ne potevo proprio più. Mi scossi e mi costrinsi a reagire. Ne seguì un botta e risposta serrato tra me e Happosai al quale gli altri assisterono attoniti.
- Giocare? Io?? Ma se tu e quella brutta megera non avete fatto altro che prendervi gioco di me per tutto il tempo! -
- Può darsi, ma solo in minima parte rispetto a quanto tu non ti sia presa gioco di lei. -
- Ma quando mai! Se mi hanno stremata con tutte quelle minacce assurde...! -
- Ammettilo. Era tutta una farsa. -
- E cosa te lo fa pensare, sentiamo? - Ma perché diamine continuavo a ripetere sempre lo stesso errore? Queste uscite provocatorie offrivano il pretesto all'avversario per dare la stura ai suoi sragionamenti e non era davvero il caso, meno che mai con il vecchio maniaco che era sempre a rischio turpiloquio.
- Per esempio... - cominciò quello tutto baldanzoso - la tua fretta di giungere ad un accordo e la tua quasi totale noncuranza riguardo cosa ci fosse scritto sopra. Ti sei preoccupata solo quando hanno messo in mezzo i test - al che tutt'intorno si alza un brusio di voci che chiedono "I test? Che test?" - perché finché si trattava di mettere qualcosa nero su bianco potevano chiederti di giurare col sangue che tua madre era un toporagno alieno - un mostro di delicatezza, come sempre - e non avresti fatto una piega. Questo coso per te è carta straccia! - proclamò con tono sommamente pomposo mentre brandiva il testo arrotolato come una spada - Voglio sapere perché. -
Che gran rottura, davvero una gran rottura.
- Non è vero! - toccava ribattere con quanta più convinzione possibile, anche perché...
- Come sarebbe a dire carta straccia?! - Kasumi si era frapposta tra me e la brutta bertuccia e mi fissava con occhi imploranti - Nabiki allora tu... - mormorò con voce rotta. Ci mancava solo questa! Certo che pure quest'altra sorella mia era strana forte. Un momento mi copre di insulti e quello dopo si mette a frignare. Chi la capiva! Ma era meglio tentare di scongiurare il peggio.
- No, Kasumi, no - tentati di persuaderla col tono più rassicurante di cui ero capace -  Non è come pensi, non dar retta a questo vecchio idiota. -
- Ah no? - Happosai al contrattacco, si approfittava biecamente della situazione critica che si era venuta a creare - Allora mi spieghi che differenza sostanziale c'era tra la prima versione della clausola che ha proposto Shampoo e che hai rifiutato con tanto clamore e la seconda versione scritta da Cologne? -
- C'era eccome! -
Roba da matti. C'era da chiedersi se ci fosse o ci facesse - E poi era un negoziato. Hanno alzato la posta in gioco e ho trattato, com'era giusto che facessi. -
- Io invece direi che non c'era nessuna differenza. Semplicemente la seconda si fonda su un assioma che rende superfluo ogni test della verginità. - sentenziò a gran voce nello sconcerto generale. Calò per un attimo il silenzio. Poi si sollevarono domande a raffica di cui non potei neanche sempre individuare la provenienza: quale differenza? cos'è questa storia del test di verginità, Nabiki? fare il test a chi? Nabiki, si può sapere di cosa sta parlando?? figliola, cos'è questa storia (di cui non ho capito un'acca ma chiedo comunque per non essere da meno degli altri)?

Happosai.
Che peste ti colga, ora e sempre.

- Sei patetico, vecchio, lo sai? Tu e i tuoi insensati tentativi di mettermi in difficoltà. La differenza è irrilevante solo ai tuoi occhi, ma devo proprio spiegartelo in mezzo al giardino? -
- Come no! -
- Come no, cosa?? -
- Senti un po', Cologne non ti conosce bene, quindi ti ha sottovalutata. Ed ha commesso un grosso errore. Ne pagherà le conseguenze, cose che capitano, ma io so bene di che pasta sei fatta e voglio vederci chiaro, ragazzina. - Quanto ancora aveva intenzione di tirare la corda?
- Ti sei fatto tutto un film assurdo nella tua testa tu! Falla finita, Happosai! -
- E allora quelle strane affermazioni che faceva Mousse? Come le spieghi? - Avanti, adesso si cambiava tema.
- Cosa vuoi che ne sappia io di quello che passa nella testa di quel papero! -
- Mi avrai mica preso per tonto, Nabicuccia, neh? - No, Nabicuccia no, per favore! - Hai aspettato di avere il suo assenso prima di firmare il documento col sangue e quando poi è venuta fuori la storia della clausola, Mu Si ha iniziato a fare storie per evitare che fosse firmata col sangue almeno su questa copia qui. Perché? - Certo che non si faceva sfuggire nulla.
- Te lo sei sognato! L'età deve aver iniziato a fare brutti scherzi anche a te. -
- Perché non volevate firmare col sangue proprio la clausola, Nabiki? - Ma forse ancora una volta la minaccia peggiore arrivava da un altro fronte aperto ed evidentemente mai chiuso.
- Vuol dire che tu in realtà hai intenzione di... - No, prendere possesso della katana della signora Saotome decisamente non le era bastato.
- No, Kasumi, certo che no! - Non è che a me facesse piacere vederla tanto turbata... è solo che proprio non capivo.
- Mi hai presa in giro! Avete voluto che firmassi anch'io, ma tu in realtà la tua firma non volevi mettercela perché pensi di infrangere il giuramento! -
- Ma quando mai! Non so che problema avesse Mousse, ma sicuramente era solo per una questione di posizione... - Ma intanto Kasumi era scappata a chiudersi in camera sua in lacrime - Mi hai usata per i tuoi sporchi comodi! Mi hai ingannata! - Oh, caspiterina. Sporchi comodi? Una si fa in quattro per salvare la baracca e quella veniva a parlarmi di sporchi comodi?
- Posizione? Posizione di cosa, Nabiki-san? - Mi ero fatta sfuggire qualche parola di troppo. E Happosai non aveva nessuna intenzione di mollare l'osso. Poi ero io quella che usava Kasumi...
- Maledetto vecchio di merda. -
- Allora? Me lo vuoi dire o devo distruggere questo rotolo dato che per te chiaramente non vale nulla...? - Distruggere? Come sarebbe a dire distruggere?
- Fermo sa'! Sta fermo! -
- Oh oh! Ma cos'è che c'è qui? - il vecchio iniziò a sfregare un'orecchia del rotolo trai polpastrelli dell'indice e del pollice - Sembra quasi... sembra quasi quasi... che ci siano due strati! Ma tu guarda un po'! - Tana per Nabiki.
- Fai piano! È delicato, lo rovinerai! - Ora ero davvero con le spalle al muro.
- Ma bene, vedo che non è proprio tutto tutto carta straccia allora... -
- Non toccarlo. Te ne prego. -
- D'accordo, ma tu in cambio ci racconterai tutto dall'inizio. -

Avevo una gran voglia di mettermi a piangere anch'io. Ero esausta, non sapevo bene come comportarmi, ma soprattutto trovavo quella situazione ingiusta. Dopo tutti gli sforzi che avevo fatto, trovarmi così alla mercé di quel vecchio bastardo era davvero troppo. Eppure ero stata brava, io. Eravamo stati bravi tutti, anche Mousse aveva fatto bene la sua parte, senza sbavature. Ma Happosai no, doveva renderci la vita impossibile, quel gran maiale sadico. Sicuramente più per vendetta contro di me per averlo voluto estromettere che non per amicizia verso Cologne. Che poi io Cologne la capivo anche, aveva le sue buone ragioni. Quelle del maestro erano invece angherie del tutto gratuite. Se continuava così non avrei avuto nessuna possibilità di risolvere la situazione. Ero sola, sola contro tutti. Contro le sceneggiate di Kasumi, contro Happosai, contro Cologne, contro la Furia della Casa Stremata. Ma era mai possibile? Tofu e Mousse potevano aiutare, ma senza l'appoggio della mia famiglia non avevo nessuna speranza, ovvero non ce l'aveva nessuno. Fu proprio nel preciso istante in cui stavo per lasciarmi andare allo sconforto che una voce inaspettata arrivò alle mie orecchie: - Forse dovremmo levargli quel rotolo con la forza, no? - Ranma, quoque tu! È la prima volta che dici qualcosa che non sia un'idiozia totale - Dopotutto Nabiki sta facendo una gran fatica per salvarci tutti, ci ha anche rimediato un pungo in faccia, forse è ora che le diamo una mano. -

Sante parole! Musica per le mie orecchie!

- Sono assolutamente d'accordo. - Era davvero la voce di Genma Saotome quella che avevo sentito o c'era qualcun altro dentro quel corpo? - Maestro, non crede di star esagerando? -

Oh, zio Genma! Io... io... mai avrei immaginato! 
Affrontate così a volto scoperto la sua nemesi, l'individuo di fronte al quale te la sei sempre fatta sotto... sono commossa.

- Giusto! Diamogli una bella lezione! - Anche Akane aveva ritrovato il coraggio di aprir bocca, nonostante lo shock per quello che aveva fatto trapelare Happosai della riunione.

Ovviamente non lo darò mai a vedere, ma c'è una lacrimuccia qui all'angolo del mio occhio sano che sta quasi quasi per venirsene giù.

Questione di un attimo e si stavano tutti rimboccando le maniche con fare bellicoso. Tutti, tranne uno: - Kasumiiiiiiiiiii...! - La mente di papà era ancora altrove e fissava il vuoto nella direzione in cui la sua adorata figlia maggiore si era dileguata.
Ebbi giusto il tempo di riprendermi da quell'intossicazione di buoni sentimenti per rendermi conto che era una pessima idea. L'aurea combattiva di Happosai si era ingigantita a dismisura. Avrebbero sicuramente finito per distruggere il rotolo e non lo potevo permettere.
- Aspettate! - gridai di slancio -  Una donna in tanga si sta paracadutando nel nostro giardino! -
- Dove??? - Approfittando dell'attimo di distrazione del vecchio maniaco, Ranma spiccò un balzo, si portò alle sue spalle e gli atterrò sulla nuca. Praticamente nello stesso istante Akane gli aveva sfilato il rotolo di mano e già Genma aveva staccato una corda per i panni e lo stava imbalsamando con quella. Quindi Nodoka, con un gesto gentile e un sorriso dolcissimo induceva papà a porgerle il suo fazzoletto intriso di lacrime di disperazione e lo passava a Genma perché lo usasse per imbavagliare il vecchio. Akane mi aveva ridato il rotolo.

Ottimo gioco di squadra! Da non credere! Quasi quasi mi ricredo sull'impossibilità di questa missione...

Mi avvicinai al vecchio e stavo per tirargli un calcio in bocca quando il lato lucido del mio cervello mi fece ricordare che ogni sconfitta di quel demonio è più passeggera di un temporale estivo. Meglio non farlo arrabbiare più del dovuto.
- Va bene. Basta così - abbassai lo sguardo portandomi l'indice destro alla tempia per darmi un tono serio e pensoso - Oggi ti sei superato, vecchio. Hai fatto davvero un gran casino. Ora vi dirò quello che so, che non è molto perché per esempio non ho idea di cosa ci sia scritto sul secondo strato del rotolo visto che l'accordo segreto l'hanno redatto Tofu e
Mousse, ma... -
- Ma Mousse... perché dovrebbe... - Povero Ranma, non gli ci sarebbero voluti ancora molti anni per capire quando non era il momento di fare domande.
- Vi dirò tutto quello che posso, ma basta colpi bassi, basta alzate di testa, basta crisi isteriche. Davvero. Basta. Con Kasumi ci andrò a parlare dopo e vedrò di arrivare ad una tregua anche se col casino che mi ha combinato Happosai sarà quasi impossibile, ma da tutti voi, lei compreso maestro, mi aspetto lealtà. Stamattina mi aveva dato la sua parola. Capisco che Cologne sia sua amica da un tempo così lungo che per noi è inconcepibile, ma adesso, nel presente, lei è nostro ospite e questa è la sua casa. Dovrebbe averne cura. E mettere da parte ogni rivalità nei miei confronti. Come ha detto lei, Cologne ha giocato la sua partita, forse ha commesso uno sbaglio sottovalutandomi, e magari sottovalutando Mousse forse anche qualcun altro. Questo non deve riguardarla. È grande e grossa e si suppone che sappia badare a se stessa. Sicuramente ha affrontato nemici più subdoli di me. -
Il vecchio tentò di parlare ma con il bavaglio non si capiva nulla. Glielo tolsi. Sbuffò.
- Non ho mai avuto intenzione di spifferare nulla a Cologne, - biascicò trai pochi denti che gli rimanevano - ma voglio essere messo al corrente di quello che accade. -
- Se è per questo, poteva usare altri metodi, piuttosto che fare questa sceneggiata davanti a tutti. Non le è passato per la testa che magari sarebbe stato sufficiente chiedere? Le piace fare del teatro ed essere al centro dell'attenzione, vero? Non c'è  nulla di male in fondo, ma sarebbe il caso che scegliesse con più cautela il suo pubblico. - Al disastro che aveva combinato con Kasumi difficilmente avrei potuto rimediare. Le uova erano rotte, la frittata era fatta, ma non avrei permesso altri pasticci - Avanti, andiamo in cucina. - Ci sistemammo intorno al tavolo da lavoro come avevamo fatto per la riunione con i cinesi. Il fatto era che avevo davvero poco da raccontare, ero quasi altrettanto all'oscuro di tutto di loro. Però c'era poco da fare. Avrei detto ciò che potevo.
- Dunque, parlando con Tofu ieri notte eravamo giunti alla conclusione che trattare con Obaba fosse semplicemente impossibile. Il metodo per evitare che Cologne ci faccia cadere la casa in testa non è certo il negoziato. Abbiamo deciso di metterci direttamente sotto la protezione del Consiglio di Joketsuzoku. Questo era il compito di Mousse, convincere la tribù che Cologne è una potenziale traditrice e che va tenuta d'occhio perché potrebbe inquinare le indagini o commettere qualsiasi altra scelleratezza pur di coprire... si insomma di coprire... - quello era un punto che non avevo ancora mai affrontato: che doveva coprire Cologne? - le prove dell'impossibilità definitiva di far sposare Shampoo con il suo adorato airen. Diciamo che abbiamo tentato di mettere in atto una specie di impeachment contro la vecchia, che tanto era già sotto osservazione da parte di una sorta di commissione disciplinare perché sarebbe dovuta tornare in patria con Shampoo, Ranma e magari un nuovo erede già da tempo. Se la nostra richiesta sarà accettata presto arriveranno degli ispettori per tenerla sotto vigilanza più da vicino e questo ci dovrebbe permettere di dormire sonni tranquilli. Quindi l'accordo reale sotto quello fittizio con Cologne sarà siglato direttamente con la cupola della tribù e lo firmiamo io e Tofu, con Mousse come garante tanto della traduzione come della correttezza del tutto. -
- Quindi ora è chiaro perché a te non interessava nulla di ciò che Cologne ti avrebbe fatto sottoscrivere. -
- Esatto. -
- E tutta quella sceneggiata delle firme col sangue da evitare che stava a significare? -
- Non lo so bene neppure io... a me era stato semplicemente detto che il contratto buono l'avrei trovato sotto quello fasullo che sarebbe stato in realtà nient'altro che una sottile pellicola opaca. Non sapevo si dovesse firmare col sangue e quando ho sentito questa cosa mi sono preoccupata perché ho pensato che in questo modo avremmo potuto macchiare lo strato di sotto. Ma Mousse prima ha dato l'okkey, poi ha iniziato a fare storie quando si è trattato della clausola. Io credo fosse per la posizione della firma. Le altre erano previste e quindi probabilmente Mousse poteva aver tanto protetto il foglio sottostante. Ma la clausola non l'avevamo proprio immaginata quindi è probabile che quelle firme abbiano causato qualche danno. Soprattutto la tonnellata di sangue che ci ha versato sopra Kasumi... Beh, non ci resta che scoprirlo insieme. -
Iniziammo a staccare la pellicola del contratto fasullo dal supporto, ma subito ci accorgemmo che quella cosa era appiccicosa e sottilissima e in un attimo si sarebbe accartocciata irrimediabilmente su se stessa se non avessimo subito provveduto a procurarle un nuovo sostegno. Trovandoci in cucina la prima cosa che ci venne in mente fu quella di prendere uno strofinaccio pulito. Vi appoggiamo sopra la pellicola con molta cautela e quella aderì subito in modo definitivo. Da carta straccia a strofinaccio. Diciamo che l'accordo con Cologne aveva fatto un passo avanti.
Per quanto riguarda il vero patto da siglare con le amazzoni cinesi, beh...
non appena rimuovemmo la pellicola superiore i nostri occhi si trovarono davanti un disastro di impronte sparse ovunque. Dentro e fuori gli spazi preposti, oltre la fine del testo in posti casuali come sopra a delle righe centrali che risultavano quasi del tutto illeggibili. Apparentemente non erano state solo le firme della clausola ad aver trapassato il primo strato, ma tutte le firme apposte al documento fasullo. Non solo, oltre a quelle dovevano essercene delle altre preesistenti perché alcune risultavano parzialmente sovrapposte.

Tutto questo semplicemente non ha senso.

Mi avvicinai per guardare meglio e ci volle poco - a me, ma pure a gli altri - per accorgersi
che il foglio era coperto da una pellicola trasparente tipo quella per alimenti ma decisamente più sottile. Per essere più precisi non era l'intero foglio ad esserne ricoperto. Infatti i pezzi di pellicola erano due ed erano stati giustapposti maldestramente lasciando scoperta una fascia centrale piuttosto ampia. Per fare un po' di chiarezza staccammo anche questa pellicola. Circa la metà delle impronte sanguinolente venne via con questa, inclusa buona parte di quelle che dovevano corrispondere alla clausola e che si erano venute a trovare quasi interamente nella parte superiore della striscia inferiore. Ora non ci restava che da dare un'occhiata a questo misterioso accordo. Era diviso in due parti ciascuna delle quali tradotta nelle due lingue. Fin qui non c'era nulla di sorprendente, almeno non a prima vista. Quello che mi lasciò stupita fu la parte delle firme dato che sia in fondo alla prima parte come alla fine della seconda c'erano spazi proposti per ben quattro impronte e tre erano già collocate al loro posto. Quattro? Perché quattro? Chi altri oltre a Mousse aveva già firmato il documento? Lo stesso dovettero pensare gli altri perché ci avvicinammo tutti simultaneamente per leggere i nomi che apparivano sotto le impronte già presenti.

Mu Si di Joketsuzoku. Ku Lun di Joketsuzoku. Tendo Nabiki. Cosa cosa cosa???

In alto ed in basso restavano gli spazi liberi per la firma di Tofu Ono. Mi sorse un dubbio ed andai a raccattare la pellicola trasparente che avevamo gettato via, riaprii i cartoccetti che ne avevamo fatto e - meraviglia delle meraviglie - notai subito come nella parte inferiore di entrambe le strisce fossero stati ritagliati dei rettangolini. Evidentemente io e Cologne non avevamo mai firmato quel documento, ma le nostre firme erano percolate da quello di sopra a quello di sotto attraverso quelle aperture nello strato protettivo. In altre parole, avevamo estorto la firma della vecchia con l'inganno e nessuno mi aveva avvertita di ciò che stavamo facendo.
Se Obaba si fosse accorta di quello che avevamo fatto ci avrebbe fatti neri. Happosai tornò all'attacco strepitando che eravamo stati davvero sommamente scorretti. Io non potei far altro che dire la verità: non ne sapevo nulla! Potevamo solo chiamare Tofu e chiedere spiegazioni, sempre ammesso che Shampoo non fosse tornata a lavoro dopo la riunione, ma visto che ci eravamo lasciati che già erano le sette non avrebbe avuto molto senso, manie del controllo a parte.
A quel punto mi venne in mente che forse non sarebbe stata una cattiva idea dare una letta a quello che c'era scritto su quell'accordo che senza saperlo avevo già firmato - il mio indice dopotutto era davvero grato a Mousse. Dunque dunque...

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"Noi sottoscritti Tendo Nabiki e Ono Tofu affermiamo che in casa Tendo, ove vivono i seguenti cittadini giapponesi [segue: elenco abitanti di casa Tendo], si stanno verificando i seguenti fenomeni riconducibili alle interazioni tra ki e abitazioni genericamente note con il nome di Furia della Casa Stremata [segue: elenco di fenomeni]. Valutiamo inoltre, sotto la nostra personale responsabilità, di conoscere con  ragionevole sicurezza la causa ultima di tali fenomeni in quanto la nostra conoscenza degli abitanti della dimora in questione si può considerare più che approfondita dato che Tendo Nabiki risiede in loco dalla nascita mentre Ono Tofu è il medico di famiglia dei Tendo da vari anni e si prende cura anche dei Saotome sin dal loro arrivo presso i Tendo.
Riteniamo di poter per tanto asserire che la responsabilità di quanto si sta verificando è da attribuirsi in percentuale pari o superiore al 50% al futuro marito di Shampoo di Joketsuzoku, Saotome Ranma.
In conseguenza di quanto precedentemente
dichiarato e della peculiare condizione in cui si è venuta a trovare l'onorabile Cologne di Joketsuzoku, la cui permanenza a Nerima si è protratta ogni ragionevolezza,
 

DENUNCIAMO
il suddetto membro anziano del Consiglio di Joketsuzoku quale potenziale minaccia all'incolumità delle famiglie Tendo e Saotome e all'integrità della dimora dove esse risiedono;

CHIEDIAMO
dunque che l'individuo in questione sia diffidata dall'avvicinarsi a casa Tendo ed ai suoi abitanti entro un raggio di metri 30 (trenta) e dall'ostacolare diretta o indirettamente le indagini e le azioni di qualsivoglia tipologia e natura che essi intenderanno intraprendere al fine di porre rimedio alla situazione nella quale si sono venuti a trovare;

ACCETTIAMO
conseguentemente che nel caso non dovessimo essere in grado di produrre prove sufficienti a favore della teoria sopra esposta in merito alle cause dei fenomeni osservate vengano applicate nei nostri confronti le sanzioni previste dalla legislazione di Joketsuzoku, ivi inclusa la condanna a morte, anche quando contraria alla costituzione dello stato di cui i sottoscriventi sono cittadini.

In fede, In qualità di garante, Per presa visione,

Tendo Nabiki


Ono Tofu


Mu Si di Joketsuzoku


Ku Lun di Joketsuzoku




Nota:
il presente documento ha la sola funzione di ratificare un accordo sancito telefonicamente in data 4 luglio 1990 alle ore 11:20 dal Dott. Ono Tofu a nome suo e della suddetta Tendo Nabiki e avente come intermediatore, garante e traduttore il suddetto Mu Si di Jokenzutsoku.

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Merda.
   
 
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