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Autore: _Natsuki_    09/03/2008    6 recensioni
« La mia noiosa e pacifica vita era cambiata in un solo istante, da quando avevo deciso di trasferirmi nella piovigginosa Forks, per colpa sua: Edward Anthony Masen Cullen.
Sorrisi al solo pensare a quella perfezione, a quella bellezza, a quell' amore ....»
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Eccoci finalmente al terzo capitolo.
Scusate ancora i miei tempi, ma non riesco a
 trovare il tempo per scrivere.
Alla fine dell' ultimo capitolo Bella è disperata per la fuga di Jacob, che
coincide con l' epilogo di Eclipse.
Spero apprezzerete.


Ringrazio tutti coloro che hanno commentato:

• Jena 92/ trilly: Grazie! In effetti anche io non sopporto molto Jacob, ma mi sono arresa all'idea
che infondo Bella sia innamorata di lui. Continua a leggere!
• Locke: Grazie infinite, mi ha fatto molto piacere questo tuo commento, anche data la tua bravura.
L' ultima parte è quella che più mi ha trascinato durante la scrittura. Mi piace Edward con reazioni umane, ed infatti
mi sono divertita a descriverlo così. Mentre Bella è vero che si è data la colpa di tutto, ma come hai detto tu
assomiglia con il personaggio della Meyer, ed era quello il mio intento.
• Railen e momob: Grazie infinite anche a voi, spero vi piaccia anche questo capitolo.
• Whattina: Grazie! Si, ho aggiunto il "cane" perchè volevo far risultare questa storia un pò avvincente, con qualche
complicazione (anche se nei prossimi capitoli ce ne saranno molte). Mentre il significato del titolo di questa fan fiction
si scoprirà più avanti.

Ringrazio anche chi solo ha letto e chi ha aggiunto la storia tra i preferiti.

xXx

                                         Only My Wings ~

Ci sono scelte che ti cambiano nel profondo.
Ci sono decisioni che mettono a rischio ciò che hai costruito in una vita (esistenza).
E ci sono volte che sei costretto a farle, senza via di fuga.
Noi vampiri siamo creature imprigionate nel crepuscolo, che ci protegge per l' eternità.
Contro ogni nostro desiderio, contro noi stessi, siamo esseri del male.
Ed ora io, demone senz' anima, ruberò con la crudeltà che in me regna la vita di quest' umana.
E mai più lei potrà ammirare la luce dell' alba.


Non avevo fatto altro che fissarlo.
Osservavo quasi ossessivamente ogni suo movimento, come lui d' altronde faceva con me, ma cercando di non farsi scoprire.
Nessuno aveva più aperto bocca da quella chiamata, ci eravamo limitati ad abbracciarci ed a preparare le valigie.
Ancora non capivo questa sua scelta di tornare a Forks. Mancava ancora un giorno intero di vacanza, però aveva deciso di partire immediatamente.
Io non avevo contestato ed ero rimasta a guardarlo con uno sguardo apatico. O almeno, speravo fosse apatico.
Avevo già finito da un bel pò di fare la valigia, mentre Edward stava ancora raccogliendo i suoi effetti.
Svogliatamente, mi alzai dalla sedia sulla quale ero seduta e mi avvicinai al letto.
Notai che le coperte erano ancora scompigliate da ciò che era successo due ore prima, ma non mi preoccupai di mettere in ordine.
Mi sedetti sulla morbida trapunta ed appoggiai il viso alle ginocchia, ritornando lo spettatore delle azioni di Edward.
Continuava tranquillamente a girare per la stanza, quasi senza notare il mio sguardo. Anche se sapevo perfettamente che l'aveva notato.
Girai la testa di lato quando si chinò a raccogliere un paio di scarpe, per non perdere la visuale di quei splendidi occhi dorati.
Mi accorsi che non si rialzava. Sbattei innocentemente le palpebre per capire cosa lo fermava.
Sbuffando, girò il viso per guardarmi e lasciò le scarpe sul pavimento avvicinandosi a me.
« Bella ... » sussurrò accarezzandomi una guancia.
Io continuavo ad osservarlo nella sua perfezione, incurante delle sue mani gelide che afferravano il mio viso.
« Se te la senti, ti prego parla » disse a pochi centimetri dai miei occhi « non sai quanto mi affligga questo silenzio »
Quelle parole mi risvegliarono dallo stato catatonico in cui mi ero immersa.
Sbarrai gli occhi e mi pentii subito di quello che stavo facendo. Lo stavo di nuovo facendo soffrire.
Mi ero promessa di non mostrare mai più ad Edward il mio dolore. Mai, mai più.
Eppure continuavo a farlo. Vedeva la preoccupazione, la sofferenza, il senso di abbandono che provavo per Jacob.
Il mio cervello elaborò quei pensieri in pochi secondi e decisi di svegliarmi.
Rilassai le sopracciglia ancora aggrottate ed addolcii lo sguardo.
« Sto bene »
Ma lui non credette alla mia recita. Mi conosceva troppo bene.
I suoi occhi attenti  mi studiavano, cercando qualcosa per far scattare il suo lato rassicurante.
« ... ok » disse rassegnandosi « Però Bella sappi una cosa. La tua sofferenza è la mia, il tuo dolore è il mio, tutti i tuoi sentimenti li condivido anche io, perciò, te ne prego, non nasconderli. Mi ferisci ancor più se non sei te stessa »
A quelle parole, non resistetti. Mi lasciai cadere in un pianto silenzioso.
« E comunque non sei capace di mentire » scherzò prima di abbracciarmi.
Lo strinsi forte a me, senza però creare lamenti o singhiozzi. No, non se li meritava il mio angelo.
Un rumore interruppe quel momento di sfogo. Una suoneria.
Era ancora mio padre. Aveva cercato di chiamarmi più volte, senza però ricevere una mia risposta.
Fissai il telefono malinconica.
« Rispondi, non sono l'unico che si preoccupa per te, Bella. Ti vuole bene, non farlo soffrire più di quanto merita » disse Edward dolcemente.
Poi si alzò dal letto e ritornò alle vecchie manzioni.
Rivolsi nuovamente la mia attenzione al cellulare e tesa, aprii lo sportellino.
« P-Pronto? »
« Bella! Non sai quanto mi hai spaventato! » urlò Charlie dall' altro capo della conversazione.
« Mi dispiace, papà »
« Non ti preoccupare, piccola. Non era il momento giusto, dovevo dirtelo con più calma, è anche colpa mia infondo »
« Non dire sciocchezze. Comunque sto bene, rilassati » dissi ansiosa data la sua voce agitata.
« Bene » disse tirando un sospiro di sollievo « ... ehm, Edward come sta? » chiese cercando di essere indifferente. Tsk, pensava ancora a noi sotto questa luce.
Bè, c'eravamo andati vicino prima. Molto vicino.
«  Edward sta bene, papà. Vuoi parlarci per averne conferma? »
« No, no! » urlò. Sorrisi immaginando la sua faccia paonazza che probabilmente in questo momento aveva. L'ultimo suo desiderio era certamente quello di conversare con Edward. I loro rapporti erano disastrosamente peggiorati dopo l'annuncio del fidanzamento; a volte sopportava a malapena la sua presenza nel raggio di due chilometri.
Scorsi il mio vampiro chiudere la valigia, quindi la fine delle preparazioni per il ritorno.
« Papà, senti, devo andare ad aiutare Edward con le valigie. Saremo di ritorno verso pomeriggio, ok? »
« Tornate? » esclamò sorpreso « Non era previsto per domani il ritorno? »
« Si, abbiamo deciso di .... anticipare » risposi cupa.
« Ah. Allora ciao Bells »
« Ciao papà »
Chiusi la chiamata e mi allontanai dal letto per uscire, dopo aver indossato l' impermeabile naturalmente.
L' auto era già pronta per il viaggio ed i borsoni caricati.
Lui mi aspettava appoggiato alla portiera.
« Pronta? »
« Pronta » sospirai.
« Bene. Vado a pagare la baita e torno fra dieci minuti. Tu resta qui »
« Ok » dissi mentre mi accarezzava i capelli. Poi scomparve.
Rimasi immobile per qualche minuto a guardarmi i piedi.
Sbuffai annoiata e feci alcuni passi intorno all' auto. Dallo specchietto vidi la mia faccia. Orrore.
I miei occhi erano stanchi ed ancora umidi per il precedente pianto; le mie guancie arrossate ed infine i miei capelli arruffati.
Cercai di sistemarmi la chioma castana invana, ma lasciai perdere.
Poi lo sentii.
Sentii quel fruscio. Mi voltai verso gli alberi da cui proveniva.
Era uno strano suono, una melodia naturale.
Incantò la mia mente, come una canzone ipnotizzatrice. Il vento era gelido e rabbrividivo ogni secondo.
Qualcosa mi diceva di andare dentro la foresta. Un' energia potente si risvegliò nel mio corpo e mi catturò.
E così entrai nel bosco, fonte dei miei incubi eterni.

  
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