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Autore: dontblinkcas    03/09/2013    3 recensioni
Una settimana.
Una maledetta settimana.
Una settimana da quando aveva baciato Magnus nella Sala degli Accordi.
Una settimana da quando Shadowhunters e Nascosti si erano alleati contro l'esercito di Valentine.
Una settimana da quando Sebastian era morto.
E tutto ciò che provava era dolore.
Perché era passata una settimana da quando Max era morto.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Alla fine si era rifugiato nell'unico posto abbastanza famigliare da farlo sentire al sicuro ma non abbastanza da fargli vedere i fantasmi della sua vita.
Casa di Magnus.

E adesso si trovava nello spazioso bagno.
Il vapore della doccia calda aveva appannato il vetro del grande specchio sopra il lavandino. Lo pulì con una mano osservandosi più di quanto avesse mai fatto.
I capelli corvini erano appiattiti contro la sua testa, dalle punte delle ciocche gocciolavano rivoli di acqua che si scontravano contro la sua pelle bianca e segnata da cicatrici; una ciocca scendeva lunga la fronte e l'acqua gli rigava il viso come se fosse una scia di lacrime che cadevano dagli occhi blu, l'unico colore in un mare di bianco e nero, che lo fissavano dallo specchio.
L'ispezione scese sui tratti troppo delicati del viso, sul collo troppo esile, sulle spalle troppo ricurve che gli ricordavano gli anni trascorsi a cercare di passare inosservato; scese sul petto coperto di rune e cicatrici fino a fermarsi all'altezza del cuore dove le linee nere si erano già sbiadite.
Maledizione, pensò, è passato solo un giorno da quando l'ho tracciata, dovrebbe resistere almeno qualche giorno!
Prese lo stilo dal ripiano dove aveva lasciato i vestiti e lo appoggiò contro il cuore con forza. Premette a tal punto che sulla pelle bruciata scesero gocce di sangue che macchiarono la punta del suo stilo.
Si osservò un'altra volta e lasciò cadere lo stilo dalle mani.
Non se lo meritava, non si meritava di far scappare per qualche tempo il dolore della morte. Fissandosi poteva scorgere i suoi stessi occhi accusatori guardarlo, penetrarlo da parte a parte mentre il disprezzo emergeva in quei pozzi blu.


Robert ha ragione, non sei degno di essere un Lightwood.
Non era vero, non stava portando disonore alla famiglia.
Sei un mostro, Sebastian aveva ragione il Conclave non avrebbe dovuto ammetterti tra loro.
Non c’era nulla che non andava in lui.
Ti sei innamorato del tuo parabatai, di tuo fratello. Ciò che sei è qualcosa di malato.
No. Non era mai stato innamorato di Jace, non in quel senso almeno, ma l’aveva capito solamente in quelle ultime settimane.
Ti saresti dovuto uccidere, a nessuno sarebbe importato. 
Ai suoi genitori sarebbe importato, ai suoi fratelli, a Max…
Sei inutile, un codardo, non hai mai ucciso un solo demone, non sei riuscito nemmeno a proteggere tuo fratello. E adesso per colpa tua non ci sarà nessuno a portare avanti il nome della famiglia.
Voleva solo proteggere i suoi fratelli. Avrebbe dato qualsiasi cosa pur di prendere il posto di Max.
 
Tuttavia c’era qualcosa in fondo a quel tunnel di disprezzo, una tenue e tremolante luce, un barlume di speranza.
Sei felice, non è vero? Max è morto, ma tu puoi solo pensare a quella feccia di Nascosto.
No. Era in lutto. Ma da quando aveva conosciuto Magnus il senso di essere fuori posto era svanito.
Tu e quello stregone siete degli scherzi della natura.
Non erano scherzi della natura. Tutti i modi gentili di Magnus, tutti i suoi baci, il modo in cui si preoccupava per lui, le particolari attenzioni che gli riservava lo avevano fatto sentire bene per la prima volta in diciotto anni, lo avevano fatto sentire giusto.
È colpa di quell’abominio di Nascosto se adesso i tuoi genitori ti odiano, se si vergognano di te. Per il tuo disgustoso gesto nella Sala degli Accordi loro hanno pagato la conseguenza peggiore.
È vero. Era solo grazie a Magnus se aveva trovato il coraggio di dire la verità al mondo senza preoccuparsi delle reazioni o delle conseguenze. Non si sarebbe mai pentito di quello che aveva fatto. I suoi genitori non dovevano pagare nessuna conseguenza.
È colpa di quel mezzosangue se tuo fratello è morto. Hai preferito un sudicio Nascosto, figlio di demoni, alla tua stessa famiglia, al tuo stesso sangue.
No. Non è colpa di Magnus. Sebastian ha ucciso Max, è lui il mostro.
Sei malato Alexander, un disonore per la tua famiglia. Sei soltanto…
 
«Basta» sussurrò, la voce che si spezzava.
Stava tremando, gli occhi pieni di lacrime gli appannavano la vista, ma riusciva ancora a fissare il suo riflesso che lo guardava con l’odio negli occhi e un sorrisino maligno sulle labbra.
Non voleva più sentire, voleva dimenticare tutto.
Alzò un pugno tremante e colpì con tutta la forza che aveva lo specchio. Il riflesso si ruppe in milioni di pezzi che gli caddero addosso, lacerando la pelle del petto e delle braccia. Le gambe cedettero e si ritrovò a terra con le ginocchia che sbatterono violentemente contro il freddo pavimento.
La runa sul cuore scomparve con uno sfrigolio.
Doveva aver fatto molto rumore perché dopo pochi istanti la porta si aprì.
«Alec?».
Vide il volto di Magnus passare dallo sbalordimento all'orrore, dallo shock alla preoccupazione. Lo vide precipitarsi accanto a lui e sentì le sue mani calde prendergli il volto per guardarlo negli occhi.
«Che cosa hai fatto?», la sua voce tremava per l'agitazione.
Non pensava sarebbe riuscito a produrre alcun suono.
«Mi dispiace» sussurrò invece ma talmente piano che non pensava l'avesse udito.
«Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace» riprovò più forte mentre le lacrime che aveva trattenuto così a lungo scendevano senza controllo.
«Shh, va tutto bene. Non è successo nulla. È tutto okay, tesoro» mormorò con dolcezza.
Il sangue colava dal suo corpo, i pezzi di vetri che non erano nella sua pelle, erano inermi attorno a lui.
«Volevo solo che la voce smettesse» disse con la voce spezzata.
«Quale voce?» chiese Magnus con incertezza.
Magnus lo strinse a sé, facendo scorrere una mano lungo il suo corpo rimarginando i tagli. Le dita dello stregone si fermarono sul suo cuore: sotto le linee bianche della runa appena scomparsa la pelle era rosso fuoco come una scottatura.
«Non puoi continuare a tracciarti la runa del Lutto, è pericoloso. La sua magia è talmente potente che potrebbe portare un Cacciatore adulto alla pazzia».
«E tu come vai a sapere tutte queste cose?» chiese incespicando nelle parole.
«Credi che tenga il libro Grigio soltanto per usarlo come fermacarte?» replicò Magnus cercando di alleggerire la tensione.
Le scintille blu iniziarono a crepitare tra le dita di Magnus, ma lo fermò prendendolo per il polso.
«No, voglio sentire il dolore» rispose allontanando le mani dello stregone.
«Alexander, non puoi farti del male da solo. Lui non lo vorrebbe».
Gli occhi blu fissarono quelli verdi e di nuovo ricordò il barlume di benessere; Magnus aveva capito senza spiegazione.
«Non posso sapere quello che vorrebbe».
«È invece sì. Non avrebbe mai voluto che suo fratello si riducesse così, non avrebbe mai voluto vederti in questo modo» replicò con dolcezza.
«Sono un mostro» sussurrò abbassando lo sguardo.
Magnus gli prese il mento costringendolo a fissarlo, i suoi occhi ardevano di determinazione.
«Questo non devi dirlo mai».
«Magnus io sono un mostro, a ogni respiro disonoro il nome dei Lightwood. Dovrei essere io quello morto, Max era solo un bambino... È colpa mia, l'ho abbandonato nelle mani di Sebastian e ho quasi fatto uccidere Isabelle. Sarebbe stati tutti meglio se fossi morto io».
Lo stregone lo guardò con tristezza.
«Tu sei l'unica persona in grado di redimere il nome della tua famiglia. E se ti fosse successo qualcosa, io... non so cosa avrei fatto» rispose con un sospiro, «Alec, non puoi continuare a tenerti dentro tutto questo dolore, devi lasciarlo andare. Devi accettarlo e continuare vivere».
«Non posso... Come fai tu a sopportalo?» sussurrò.
Magnus fece un piccolo sorriso al pensiero che quella stessa domanda gli fosse stata rivolta da un ragazzo molto simile ad Alec circa centotrenta anni fa.
«Si vive ciò che è insopportabile e lo si sopporta. Ma tu hai qualcosa che io non ho mai avuto: la tua famiglia, qualcuno che capisca il tuo dolore, qualcuno con cui condividerlo. Non allontanarti dalla tua famiglia. Tu li ami e loro amano te. Non c'è niente di sbagliato in te».
«Non credo che loro lo capiscano».
«Devi parlargli e dare loro del tempo, se davvero ti amano ti accetteranno così come sei: il meraviglioso ragazzo che sei e il grande uomo che diventerai».
Sentì le labbra di Magnus sfiorargli la fronte mente lo stringeva a sé. Gli permise di curargli le ferite, il suo corpo ora tremava solo leggermente e le lacrime si erano estinte, lasciando solo dei solchi sulle guance.
«G-grazie» balbettò appoggiando la testa sulla spalla dello stregone che come risposta gli baciò le tempie, il naso e gli asciugò ciò che rimaneva sul suo volto.
«Posso rimanere qui stanotte?».
«Puoi rimanere qui tutto il tempo che vorrai. Ma devi anche parlare con i tuoi genitori» mormorò in mezzo ai baci.
«Domani. Verrai con me?» chiese in un soffio, gli occhi chiusi.
«Farei qualsiasi cosa per te. Adesso devi riposare però».
Magnus lo condusse quasi di peso fino al letto, facendolo sdraiare.
«Non lasciarmi» sussurrò stancamente, ma con le mani ben salde contro la maglietta di Magnus.
«Mai» rispose lo stregone stendendosi accanto a lui e accogliendolo tra le braccia
E per la prima volta fu Alec quello a essere confortato.


 

Buongiorno cari lettori!
Ecco la seconda parte, scusatemi per il casino fatto.
Comunque spero che la storia vi sia piaciuta, che Alec non fosse troppo OOC e che vi abbia fatto piangere almeno un pochino.

Non avevo ancora scritto nulla riguardo a ciò che Alec avesse potuto provare dopo la morte di Max e dopo il suo coming out.
Spero di non aver esagerato e di essere riuscita a essere chiara riguardo le emozioni contrastanti che Alec prova.
E perdonatemi l'invenzione della runa del Lutto che crea pazzia, ma avevo bisogno di una scusa per il colloquio di Alec allo specchio e questo era tutto quello che sono riuscita a escogitare per non far diventare Alec davvero pazzo.
Spero recensiate perchè è la prima ff dopo tanto tempo, vorrei capire se sono arrugginita un pochino. Inoltre la ff è stata ideata alle quattro di mattina di ieri perciò siate clementi. :)
Baci,
Dany.
  
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