3. Spiritual dances.
Fatti
forza Chelsey, tua madre non può ucciderti per un leggero
ritardo di
sei ore giusto?
Sbagliato.
Sono
davanti alla porta di casa e non ho assolutamente il coraggio di
aprirla. Mi tremano le mani e le gambe e in più indosso le
Vans di
Gemma perchè ho perso le scarpe.
Probabilmente
prendersi a frustate sarebbe meno doloroso in confronto alla tortura
che mia madre mi riserva.
Fuori
fa freddo, è domenica mattina e non c'è un cane
in giro. Devo
aprire la porta.
Infilo
lentamente le chiavi nella serratura e apro la porta. Entro piano in
casa, facendo attenzione a non farmi sentire.
Mi
levo le bellissime Vans della sorella di Harry e percorro in silenzio
il corridoio.
«Chelsey!»
urla Jake.
Invoco
tutti i Santi, gli spiriti e gli Dei dell'Olimpo affinché
uccidano
questo decerebrato che alla mia nascita ha detto di essere mio
fratello.
Corre
verso di me e mi abbraccia. Mi torna il vomito.
«Jake,
mi soffochi!» urlo stridula. Sento dei passi veloci che
scendono le
scale: Andrew.
Quest'ultimo
mi salta addosso.
Sembra
la parabola del figlio e il prodigo, solo che io sono stata via solo
otto ore.
Sento
degli altri passi avvicinarsi, questi però sono
più leggeri e
silenziosi dei precedenti: mamma.
Credo
che il mio cuore potrebbe smettere di battere da un momento
all'altro.
«Ciao
Chelsey» dice mamma. Non riesco a decifrare la sua
espressione.
«Ehm...buonasera?»
farfuglio. È giorno.
Mia
madre mi guarda come si guarda una merda di cane spalmata su un
marciapiede.
«Perchè
questo ritardo?» chiede. Mi si forma un groppo in gola. Mi
volto
cercando sostegno in Andrew e in Jake, ma loro si girano subito
facendo gli indifferenti.
«Forse
il canarino ha bisogno di un po' di carne!» bofonchia Jake.
Punto
primo: noi non abbiamo un canarino.
Punto
secondo: i canarini non mangiano la carne.
Punto
terzo: vaffanculo fratello degenere.
«Ho
lasciato la lavastoviglie accesa!» esclama invece Andrew
dirigendosi
verso camera sua, che è in tutt'altra direzione della
cucina, dove
si trova la lavastoviglie.
Ma
che bastardo.
«Ero
a casa di un mio amico...NO! Amica!» urlo correggendomi al
volo. Ma
non sembro convincere mia madre che mi trafigge con lo sguardo.
«Lo
conosco?» domanda freddamente. Sbuffo sapendo che con mia
madre è
impossibile raccontare bugie.
«Sì,
è Pasqualo Ginetti della 3B!» dico menzionando il
secchione della
classe accanto. È un ragazzo che viene dall'Italia. La prima
volta
che l'ho visto a momenti cadevo dalle scale accecata dal suo
squallore.
Lo
sguardo perforante di mia madre è intrattenibile.
«Da
chi sei andata VERAMENTE? Non accetto altre bugie, Chelsey»
esclama.
Lo
sapevo, è impossibile raccontarle bugie. Sospiro.
«H-Harry
Styles...» bisbiglio.
Chiudo
gli occhi aspettandomi una sfuriata trapana-timpani, ma non arriva.
Appena li riapro la vedo con un sorriso furbesco in volto.
Mi
scompiglia i capelli con una mano e ride compiaciuta.
«Ma
brava la mia piccolina! Stanotte si è data da fare col
ragazzo più
popolare della scuola! Ho sempre saputo che hai preso da me!
Com'è
stato? Ti
ha fatto male?»
domanda incuriosita. Cosa cazzoculo sta dicendo?
Sto
per ribattere ma lei se ne va, canticchiando allegra e dicendo cose
del tipo “Buon sangue non mente mai!” oppure
“Chelsey sta
diventando donna e io sto invecchiando!”.
In
realtà mia madre non è molto più
vecchia di me. È rimasta incinta
di Jake, al liceo con mio padre. Fortunatamente lui non era uno
stronzo come tanti, la amava e le è stato accanto nel
momento del
bisogno.
Anche
io vorrei proprio trovare un ragazzo come mio padre.
Louis.
Molto
probabilmente quando tornerà, ovviamente se
ritornerà, si ricorderà a malapena di me. Ormai
sono già cinque
mesi che è sparito dalla mia vita.
A
volte ci sentiamo per telefono, ma molto raramente perchè
spendiamo
una cifra pazzesca per ogni chiamata: lui è all'estero.
Ma
io mi chiedo che ci sarà mai in Canada di così
speciale. Perchè
non è rimasto qui a Londra? C'è
l'università dei suoi sogni.
Scuoto
la testa allontanando il ricordo di quegli occhi magnifici e quel
viso dolce.
Salgo
in camera strusciando i piedi quando mi viene in mente un dubbio.
Summer
che fine ha fatto?
Spalanco
gli occhi e mi fiondo in camera da letto, prendo il cellulare in mano
e compongo il suo numero.
“Tu
tu tu tu tu tu...segreteria telefo-”
Entro
in panico. E se ieri sera era ubriaca fradicia proprio come me? Cosa
ne sarà stato di lei?!
Prendo
un foglio e incomincio a fare una lista delle probabili drammatiche
sorti di Summer.
1)
è tornata a casa sana e salva non so grazie a chi o grazie a
cosa.
2)
probabilmente un Santo ha deciso di aver pietà di lei e l'ha
riportata a casa.
3)
qualcuno alla festa ha approfittato di lei e adesso ha perso la sua
verginità.
4)
qualcuno, a cui Summer stava antipatica, ha deciso di ammazzarla.
5)
Summer, completamente ubriaca è scappata in Alaska.
6)
Summer è stata investita da una macchina mentre tornava a
casa.
7)
direi di eliminare la 5.
8)
sto facendo troppi punti.
Il
panico incomincia ad assalirmi. Sto tremando come una spastica.
Prendo nuovamente il cellulare e provo a richiamarla.
“Tu
tu tu tu tu tu....segreteria telefo-”
Lo
stomaco mi si attorciglia su me stesso. Provo a chiamarla altre sei
volte ma non ricevo nessuna risposta.
Chiamo
a casa, stessa storia.
Vi
prego Santi, Spiriti e Dei dell'Olimpo, io vi invoco
affinché
riportiate Summer a casa, sana e salva!
Cosa
faccio? Mi viene un'idea: ho sentito dire in giro che i balli
spirituali servono ad invocare gli spiriti.
Non
ho altra scelta.
Cerco
su internet come si fanno i balli spirituali, perchè io non
ne ho la
minima idea.
Clicco
sul primo link, a caso.
'Se
sei entrato in questa pagina significa che sei un malato di mente
oppure un idiota che ha perso le speranze'.
Wow.
Incominciamo bene.
Decido
comunque di continuare a leggere.
'Tu,
idiota che ha perso le speranze o malato di mente; prendi del sale,
dei cetrioli, dei lembi di stoffa e altre cazzate varie...come ho
già
detto devi essere solo un perdente se apri questa pagina, quindi non
ti assicuro che il piano riesca, anzi ti confermo che
fallirà. Ma
visto che sei un idiota, sicuramente continuerai a leggere'
Corro
in cucina, prendo del sale e dei cetrioli. Poi scendo giù in
cantina
dove spesso Allannah, la nostra donna delle pulizie che ha un
quoziente intellettivo pari a quello di un lama, lascia gli stracci.
Torno
in camera con tutto l'occorrente e ovviamente continuo a leggere. Non
si sa mai, forse funzionerà. Sarò un'eccezione
per gli Spiriti che
vedranno quanto sono sfigata.
'Sei
hai davvero continuato a leggere, significa che molto probabilmente
sei un povero scarto dell'umanità e mi fai davvero
compassione.
Pregherò per tua madre e tuo padre che hanno partorito un
essere
così pietoso'
Mi
mordo il labbro spiazzata, ma non demordo. Non m'importa di quello
che dice un computer.
'Allora,
scarto umano, prendi il sale e spargilo a terra formando la forma di
una stella...almeno credo. Poi prendi il lembo di stoffa e legatelo
intorno alla testa. Incastra i cetrioli tra la stoffa e la fronte.
Credo che si faccia così.'
Eseguo
subito alla lettera tutto quello che mi è stato chiesto.
Sono
pronta.
Il
pavimento sembra essere appena stato scarabocchiato da Neil di Art
Attack che col sale imbratta tutti i pavimenti, quello che spreca i
vestiti che potrebbero servire ai poveracci del Gibuti, per fare
merdate.
'Bene.
Adesso dovete spegnere la luce e incominciare a ballare alla cazzo
intorno al rettangolo che avete disegnato. Ah no, era una
stella...stessa cosa. Mentre ballate a caso dovete dire
“Spiriti,
Dei e minchiate varie, aiutatemi!”. Dopodichè
accendete la luce e
aspettate che qualche vostro parente venga a farvi il culo per il
disastro che avete appena fatto. Come ho già detto, non
funzionerà
mai.
Se
vi state chiedendo perchè ho pubblicato questa pagina la
risposta è
semplice: pigliare per il culo gli scarti umani. Bene. Con questo vi
dico addio e spero di non incrociarvi mai per strada.'
La
pagina si chiude all'improvviso. Misteriooosooo. Ok, torniamo
normali.
Mi
gratto la testa. Sto facendo la cosa giusta o sto sprecando solo
sale, come Neil? Probabilmente la seconda opzione è quella
giusta,
ma ci sorvolo sopra.
Spengo
la luce e incomincio a ballare come una scimmia intorno al casino di
sale sul pavimento. Mi sento ridicola.
«Spiriti
e Santi...no!» esclamo non ricordandomi cosa devo dire.
La
porta improvvisamente si apre. Io presa dallo spavento incomincio a
tirare calci al sale cercando di nasconderlo da qualche parte. Questo
però si sposta tutto di lato facendo il triplo del casino.
Entra
in camera mio padre. Accende la luce e mi guarda sconvolto.
«C-Chelsey?»
balbetta incredulo. Questa non ci voleva proprio, mio padre
è
fissato con l'ordine!
«Sai
qual è la radice quadrata di 1567?» domando
cercando di sviare il
discorso.
Lui
mi ignora, continua a guardare esterrefatto il pavimento pieno di
sale.
Pian
piano incomincia a diventare verde, poi bianco e poi rosso. Sta
facendo la bandiera italiana.
«Per
quale ragione di Dio, hai fatto questo scempio per terra?»
domanda
con voce roca.
«Una
ricerca per la scuola!» esclamo cercando di essere il
più
convincente possibile, ma la mia voce ha una nota isterica.
«FUORI
DI QUI! COME DIAVOLOSANTO TI SEI PERMESSA DI FARE QUESTO COMPLETO
DISASTRO?» urla rosso in volto.
Mio
padre non ha proprio il senso dell'esclamazione. Diavolosanto non
può
stare insieme...i diavoli e i santi non stanno bene insieme.
Torno
alla realtà quando vedo mio padre strappare con violenza il
computer
da tutti i fili.
Grido
di disperazione. Tutto ma non il mio santo computer!
«Papà
ti prego, il computer no! Qualsiasi cosa ma questo no!» mi
inginocchio ai suoi piedi fingendo di piangere.
Lui
mi ignora e mi scavalca uscendo poi dalla stanza col mio gioiello, il
mio piccolo e amato computer.
«Vedi
di pulire questa merda! Ah e i cetrioli ti stanno sporcando i
capelli!» aggiunge poi aspro.
Sobbalzo.
I miei capelli? Prendo con foga i cetrioli e li sbatto contro il
muro. Creano una macchia verdastra sulla parete bianca.
Perchè
tutte le fottute sfortune vengono a me?!
Sento
il cellulare squillare. Mi ci fiondo sopra.
«Pronto?
Ti prego dimmi che sei Summer, ti prego, ti prego, ti prego!»
esclamo ansiosa.
Sento
una risata dall'altra parte della cornetta, ma non è
femminile.
«Non
so chi sia Summer, mi dispiace!» risponde la voce.
È
roca, bassa e piuttosto sensuale.
Una
nausea improvvisa mi assale e chiudo la chiamata.
Perchè
pene Styles mi ha chiamata? E sopratutto, chi è l'escremento
che gli
ha dato il mio numero?!
Arrossisco
per la figuraccia. Gli sarò sembrata ancora più
cogliona di quanto
non sono in realtà.
Il
cellulare mi squilla di nuovo.
«Senti
Styles, mi stai trapanando le ovaie! Non me ne fotte un pene di te e
della tua stupida vita, ti ringrazio per stanotte, ma devi
dimenticare tutto! Dobbiamo tornare al vecchio rapporto che c'era tra
di noi! Io ti odio e tu mi odi. La merda grigia che ti ritrovi al
posto del cervello, comprende?» urlo isterica.
Le
cose intorno a me mi stanno sfuggendo decisamente di mano.
«Ehm...io
non sono Styles...» balbetta una voce familiare.
Tutto
il peso che avevo sul cuore e l'attorcigliamento di stomaco svanisce.
Summer!
«Oddio
Summer! Non sai neanche quanto ero preoccupata per te! Me ne sono
andata dalla festa senza sapere dov'eri, avevo paura che ti fossi
ubriacata come me; temevo che qualcuno ti potesse aver rapito o
scopata! Ti ho chiamato otto volte ma non rispondevi! Non ci crederai
mai, ho persino tentato di invocare gli spiriti con una danza
spirituale! Ho rovesciato quattro chili di sale per terra e dei
cetrioli mi hanno sporcato i capelli! Non puoi nemmeno immaginarti
quanto minchia sono felice di sentire la tua voce!» dico
tutto d'un
fiato. Infatti appena finisco di parlare mi sdraio sfinita sul letto
per riprendere ossigeno.
«Frena
frena frena, io stavo solo dormendo!» bisbiglia con
tranquillità.
Comecosaquandoperchè?!
A
momenti non cado dal letto. Come pene non ho fatto a pensarci prima?!
«E
poi cos'è questa storia di Styles? Sbaglio o hai detto
“grazie per
stanotte ma devi dimenticare tutto”? Mi nascondi qualcosa
Bolton?»
chiede curiosa.
Maledetta
me, il mio cesso che parla e il mio cervellaccio!
«Se
un cesso ha 4 merde e un gabinetto ne ha 20, quante sono in totale le
merde?» chiedo cercando di cambiare discorso.
«Ah.ah.ah
molto divertente...» borbotta.
Sbuffo,
sapendo che con Summer questi trucchetti non funzionano.
«Aspetta
un attimo, ma un cesso e un gabinetto sono la stessa cosa!»
esclama.
«Lo
so»
«Oh
ma tu guarda se dobbiamo parlare di queste cazzate! Comunque sono
24....ACCIDENTI!» sbraita.
Io
ridacchio. È proprio fantastica Summer.
«È
inutile che ridi. Ho tutto il tempo disponibile, aspetterò
fino a
quando non ti deciderai a parlare!»
«Andrew
compra 23 pacchetti di preservativi. In ogni pacchetto ce ne sono 17
. Quanti preservativi ha mio fratello adesso, se prima di comprare i
pacchetti ne aveva già 80?» domando scervellandomi
per tirare fuori
un problema del genere in venti secondi.
Non
sento nessun suono dall'altra parte della cornetta.
Non
ditemi che sta facendo davvero il calcolo, vi prego.
«Perchè
tuo fratello dovrebbe avere così tanti
preservativi?» mi chiede con
aria interessata.
VAS APPENIN' BOYS???
Ed ecco qui il terzo
capitolo. Nel capitolo precedente non ho messo nessuno spazio autrice,
scusate. çwç
Comunque...siamo al
terzo ed ho solo una recensione. Vi fa tanto schifo? Se è
così ditemelo che la elimino...non vale la pena di
impegnarsi a scrivere se poi tanto nessuno ti caga.
In base ai vostri
commenti vedrò se aggiornare o no. Vi ricordo che comunque
questo è solo l'inizio, la vera essenza della storia deve
ancora arrivare.
Bene, ora la smetto
di scassarvi i maroni e me ne vado.
Lucy.