Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: MeiyoMakoto    03/09/2013    1 recensioni
Leslie Lynch, capelli rossi, occhi verde chiaro, strega da quarant'anni senza sapere di esserlo. Come è possibile? Cosa l'ha spinta a vivere per vent'anni ai margini della società? E soprattutto, perché diavolo tutti dicono che somiglia in modo incredibile a una certa Lily Evans?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lily Evans, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Memorie Rubate'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La Sala Grande era un vero splendore: le decorazioni di Halloween superavano l’immaginazione Babbana: altro che le zucche mal intagliate degli anni passati! Leslie rimase a bocca aperta, provocando un sorrisetto soddisfatto da parte di Drusilla. Gli studenti erano già tutti a tavola, ansiosi di cominciare; nessuno mancava all’appello. O meglio, quasi nessuno.
‘Dove sono Hermione e Ginny?’, chiese Dru.
‘Alla festa di complemorte di Nick-Quasi-Senza-Testa. Hermione mi ha detto che passavano a trovarlo prima di andare al cenone.’
‘Carino da parte loro.’
‘Già.’
‘Hai portato il Mantello?’
Leslie sospirò, esasperata.
‘Sì, ce l’ho nella borsa. Ancora non so come hai fatto a convincermi...’
‘È bastato versarti qualcosa nel Succo di Zucca.’, scherzò Drusilla. ‘Dopotutto sono una pozionista.’
Cominciarono ad apparire gli antipasti, e con essi i primi scherzi: Vitious bloccò con un colpo di bacchetta gli inizi di una lotta col cibo, togliendo cinque punti a testa a due dei suoi Corvonero. Ma questo non smorzò l’euforia generale: pipistrelli decorativi -rigorosamente vivi- schizzavano verso i capelli delle ragazze, finendovi intrappolati, e candele gocciolanti cera saettavano sopra i piatti degli studenti. A Leslie finì addosso un tortino di zucca che una Grifondoro invelenita e apparentemente a corto di bacchetta aveva scagliato a un compagno che le aveva inchiodato la cravatta alla sedia; purtroppo lui aveva i riflessi pronti, ed era riuscito a deviare il lancio con un Sortilegio Scudo.
‘Whigs, Bishop, cinque punti in meno a tutti e due.’, ringhiò Leslie mentre Dru faceva Evanescere la macchia, ridendo sotto i baffi.
‘Sarà meglio che tiri fuori la bacchetta.’, le consigliò. ‘Fra poco la sala diventerà un campo di battaglia.’
‘L’ho scordata in camera.’
Drusilla colse la palla al balzo.
‘Beh, andiamo a prenderla, allora.’
‘Non importa, Dru, farò senza per una serata.’
‘Non questa serata. Dai, ci mettiamo un secondo.’
‘D’accordo, d’accordo…’
Gli altri insegnanti avevano il loro bel daffare a sedare il baccano; nessuno si accorse che Leslie e Drusilla erano scivolate in corridoio.
‘Mettiamoci il Mantello.’, suggerì quest’ultima con un sorrisetto scaltro.
‘Perché?’
‘Per far prendere un colpo a quelli che incontriamo!’
‘Chi vuoi che ci sia, scusa? Saranno tutti alla festa. E comunque siamo troppo grandi per gli scherzi di Halloween.’
‘Tu, forse… E dai, Les, divertiamoci, per una sera! Quand’ero studentessa, ogni Halloween io e i miei amici andavamo nella Foresta Proibita con un pacco di dolci di Mielandia.’
‘Ma adesso non sei più una studentessa.’
Drusilla la guardò supplichevole.
‘E va bene…’, si arrese Les. ‘Ma sappi che è ora di crescere, ragazza mia.’
‘Domani tornerò adulta, promesso; voglio solo una nottata da undicenne. Adesso però silenzio, altrimenti ci sentiranno arrivare.’
Ma Leslie aveva ragione: il corridoio era semivuoto. Dru ebbe solo la soddisfazione di far sobbalzare una coppietta che aveva pensato bene di approfittare della festa per stare un po’ da soli.
‘Speravo di beccare almeno Gazza.’, brontolò quando arrivarono davanti alla Torre di Grifondoro.
‘Consolati, ci sono altre vittime.’, sorrise Leslie indicando due ragazze sedute su una panca a parlare.
Dru alzò un sopracciglio.
‘Ma quelle non sono Hermione e Ginny? Che ci fanno qui?’
Leslie alzò le spalle. L’amica cominciò ad avvicinarsi di soppiatto, ma Les la trattenne per un braccio.
‘Che c’è?’, fece Dru.
‘Non credo che Ginny apprezzerebbe lo scherzo.’
‘E allora?’
‘È la ragazza di mio figlio.’
‘Già; ed è decisamente ora che Ginny impari a convivere con quest’idea.’
‘Ma che hai stasera, Dru?’, fece Leslie.
C’era qualcosa in lei che le ricordava quasi… James. Forse era per questo che si era lasciata convincere a portare il Mantello. Sorrise e annuì silenziosamente. Drusilla ridacchiò soddisfatta. Si avvicinarono alle ragazze senza che queste se ne accorgessero; parevano immerse nella conversazione.
‘Ma come fai ad essere così sicura che sia chi dice di essere? È assurdo, Hermione!’
‘Ti ricordo che quando eravamo a Godric’s Hollow ha preso l’ippogrifo di pezza senza che succedesse niente; vuol dire che è la proprietaria della casa.’
‘Ti sembra una ragione sufficiente? I morti non tornano. I morti sono morti, e basta.’
Rimasero un attimo in silenzio. Leslie sapeva che stavano pensando a Fred.
‘Ma lei non era morta, Ginny.’, disse piano Hermione.
‘Lo era, altroché se lo era! È stata morta per quasi vent’anni!’
‘È scomparsa per quasi vent’anni.’
‘E che mi dici di Malfoy, eh? Non credere che non abbia notato le occhiate furtive che si scambiano in classe, o i colloqui dopo le lezioni.’
‘Leslie sta solo cercando di…’
Leslie, sempre Leslie! Se è davvero la madre di Harry, perché non si fa chiamare Lily? Perché non va a vivere con lui, o quantomeno a Londra?’
‘Saresti meno sospettosa se lo facesse? Non credo proprio, Ginny, anzi! E comunque, non puoi perquisire la sua stanza.’
‘Perché no? Potrebbe esserci qualcosa di interessante.’
Leslie ascoltava, pietrificata, ma una gomitata sulla spalla la riportò alla realtà. Si voltò verso Dru, che le indicò la scalinata. Un gatto spelacchiato era seduto all’ultimo gradino, come aspettando qualcosa… O qualcuno.
Gazza!
‘Mettile sotto il Mantello.’, sibilò Leslie uscendo allo scoperto. ‘Non c’entriamo tutte e quattro.’
Le ragazze fecero tanto d’occhi.
‘Les?’,  esclamò Hermione. ‘Ma cosa…?’
Dru la tirò sotto il Mantello insieme a Ginny, senza lasciarle il tempo di finire la frase. Mrs. Purr miagolò perentoria.
‘Adesso arrivo, piccolina.’, disse la voce di Gazza. ‘Le mie vecchie ossa non sono più come una volta.’
‘C’è qualche problema, Argus?’, chiamò disinvolta Leslie.
Il custode comparve dalla scalinata.
‘Professoressa Lynch!’, fece stupito. ‘La mia gatta dice di aver visto degli intrusi. Ha per caso visto passare qualche studente?’
“Dice”?, pensò Leslie, leggermente inquieta.
‘No, mi dispiace. Ero solo io; mi sono scordata la bacchetta in camera.’
‘Ah, capisco.’, rispose dubbioso. ‘Beh, arrivederci, professoressa.’
‘Buona serata, Argus.’
Mrs. Purr soffiò, contrariata, ma seguì il suo padrone giù per la scalinata.
‘Potete uscire.’, annunciò Leslie quando furono sufficientemente lontani.
Le tre obbedirono.
‘Ci stava forse spiando, professoressa?’, chiese gelida Ginny.
‘Se fosse stato così, perché sarei uscita allo scoperto per fermare Gazza?’, ribatté Les nello stesso tono. ‘Anche perché mi sembra di aver capito che stavate per intrufolarvi nella mia camera.’
‘E allora cosa ci facevate qui?’, insistette la ragazza, ma Hermione aveva altro per la testa.
‘Harry ti ha mandato il Mantello!’, esclamò.
‘Già.’, fece Leslie. ‘È pieno di ricordi di James.’
Hermione alzò un sopracciglio, ma non disse niente.
‘Che c’è?’, chiese Leslie.
‘Niente, è solo che questo mantello significa molto per lui: è l’unica cosa che gli rimane di suo padre. Non se  n’era mai separato, prima d’ora.’
‘E allora?’
‘Les, non sto cercando di accusarti. Dico solo che non credo che te l’abbia inviato solo per i ricordi.’
‘“Solo” per i ricordi?’
‘Te l’avevo detto!’, intervenne Dru trionfante.
Le altre tre la guardarono interrogative.
‘Il Pensatoio.’, spiegò Drusilla.
Hermione e Ginny afferrarono all’istante.
‘Allora che stiamo aspettando?’, fece quest’ultima. ‘Andiamo nell’ufficio della McGranitt. Voi conoscete la parola d’ordine, no?’
‘Sei impazzita?’, esclamò Hermione scandalizzata.
L’amica la ignorò.
‘Allora, professoressa Lynch?’, la sfidò. ‘Abbiamo il Mantello; abbiamo la parola d’ordine; abbiamo tutto il tempo che ci serve. Davvero non vuole sapere?’
 
 
 
 
 
 
Pescecane.’, mormorò Leslie.
Il gargoyle si spostò decisamente più rumorosamente di quanto sperassero.
‘Presto, prima che arrivi Gazza.’, sibilò Ginny.
‘Io resto qui a fare da palo.’, disse Hermione.
‘Vuoi che rimanga io?’, si offrì l’amica.
Evidentemente non voleva che Hermione si cacciasse nei guai per colpa sua. L’altra scosse la testa.
‘Sono Caposcuola, ho il permesso di aggirarmi per i corridoi di notte. Però tieni questo.’
Le consegnò un Galeone. Ginny sorrise.
‘Quando brucia significa che sta per entrare qualcuno, no?’, disse. ‘È quello che abbiamo usato per l’ES.’
‘Esatto. Adesso però andate.’
Le altre due annuirono e si avviarono su per la scalinata il silenzio.
‘Pensi che Hermione se la caverà?’, chiese Leslie apprensiva.
‘È in gamba.’, rispose Ginny. ‘E poi ci pensa la professoressa Peppermint a coprirci.’
Drusilla era tornata nella Sala Grande con l’incarico di dire agli altri insegnanti che Leslie aveva raggiunto le ragazze da Nick-Quasi-Senza-Testa. Ginny ridacchiò.
‘Che c’è?’, fece Leslie.
‘Ci avrebbero fatto comodo due professoresse come voi, qualche anno fa.’, sorrise la ragazza. ‘Chiunque altro ci avrebbe tolto settanta punti ciascuna e ci avrebbe rispedito a cena.’
‘Chi ti dice che non vi toglierò dei punti?’
‘Sarebbe ipocrisia, professoressa.’
Raggiunsero la porta dell’ufficio, che Ginny spinse senza esitazioni.
‘Wow.’, esalò. ‘È proprio come me l’aveva descritto Harry.’
‘Ehi, voi!’, gracchiò una voce. ‘Che ci fate qui?’
Si voltarono. Un’intera parete di ritratti le fissava minacciosa, ad eccezione di una cornice vuota.
‘Calmati, Phineas.’, intervenne tranquillo il ritratto di un anziano mago dalla lunga barba bianca, inconfondibilmente Albus Silente. ‘Le signorine sono mie ospiti.’
Tue ospiti?!’, strepitò Phineas. ‘Dammi una buona ragione per cui non dovremmo correre ad avvertire la Preside, Albus.’
‘Perché quando ero in vita vi ho dato un ordine preciso, dal quale adesso siete vincolati.’
‘Ovvero?’
‘Mi avete giurato che se mai aveste rivisto Lily Potter non ne avreste fatto parola con nessuno.’
I dipinti cominciarono a vociferare, allibiti. Ginny e Leslie si scambiarono un’occhiata interrogativa.
‘Severus però non ha promesso niente.’, gli fece notare Phineas. ‘Non era ancora tra noi quando abbiamo fatto giuramento, ed è tenuto ad avvertire la professoressa McGranitt dell’intrusione.’
‘Ragion per cui Severus si è defilato prima dell’entrata delle suddette intruse: ciò che non vede, non è tenuto a riferire.’
‘Un comportamento deplorevole!’
‘Può darsi, ma nessuno può farci niente. Avete giurato.’
‘Vorrà dire che saremo noi a riferire tutto a Severus, che poi dovrà per forza dirlo a Minerva.’, fece trionfante un uomo tarchiato dai folti baffi rossicci. ‘Perdinci, Albus, non dirmi che siamo vincolati anche con i ritratti!’
‘Nessuno ha parlato di esseri viventi nel giuramento.’, tagliò corto Silente. Poi si voltò verso le due “ospiti”. ‘Prego, signorine. Immagino vogliate dare un’occhiata al Pensatoio.’
‘Come lo sa?’, fece Ginny stupita.
‘Questo vecchio pazzo è un maniaco del controllo anche da morto.’, borbottò Phineas a denti stretti.
Silente sorrise candidamente.
‘Forse non abbiamo bisogno del Pensatoio.’, disse Leslie. ‘Professore, lei sapeva che non ero morta.’
‘Naturalmente.’, commentò lui.
‘Allora può spiegarmi lei che cosa mi è successo: chi mi ha modificato la memoria e perché, come mai non riesco a ricordare Severus…’
‘Temo di non poterle essere utile in questo senso, Lily; anch’io ho fatto un giuramento.’
‘I giuramenti che abbiamo contratto da vivi non valgono più!’, intervenne il ritratto di una signora in carne vestita di lilla, sbirciando curiosamente.
‘Infatti ero già morto.’, rispose imperturbabile l’anziano Preside. ‘Come vedete, anche questo vecchio maniaco del controllo è vincolato dalla parola data. Dubito inoltre che i miei ricordi possano essere di grande aiuto, signora Potter: sono stati fatti sparire tutti quelli che le interessavano. Quanto a Severus, beh… Lui non era il tipo di uomo che imbottiglia i propri ricordi: troppo rischioso. E comunque, non c’era nulla del suo passato che desiderasse rivivere. O quasi.’
 ‘Severus sapeva di me.’, mormorò Leslie interdetta. ‘Sapeva che ero ancora viva.’
Silente sorrise di nuovo, enigmatico.
‘E tra i ricordi della McGranitt?’, intervenne Ginny. ‘Ci potrebbe essere qualcosa di utile?’
‘No, signorina Weasley. Né io né Severus abbiamo mai comunicato a Minerva nulla a riguardo.’
Leslie si sentì una carogna per aver dubitato di lei.
‘Aspetti.’, fece ancora Ginny. ‘Ha detto che Piton non era tipo da imbottigliare i ricordi? E quello di Malfoy, allora?’
Les la guardò interrogativa.
‘Harry mi scrive tutti i giorni.’, disse semplicemente la ragazza.
‘Ho detto che non usava il Pensatoio quasi mai, signorina Weasley.’, rispose calmo Silente. ‘Ma c’erano alcuni ricordi che ogni tanto aveva bisogno di rivivere… Per sostenersi, se vogliamo. Bisogna solo sapere dove cercare.’
Leslie e Ginny si scambiarono un’occhiata, poi si misero a frugare dappertutto.
‘Devono essere qui.’, ragionò Ginny. ‘Il nascondiglio doveva essere a Hogwarts, dato che lui ne era il Preside prima di morire, e l’unico posto che Piton potesse visitare spesso e a lungo senza risultare sospetto era il suo ufficio.’
Leslie chiuse gli occhi, concentrandosi. Se fosse stata nei panni di Severus, dove avrebbe nascosto qualcosa di prezioso e pericoloso? Non riusciva a ricordarsi nulla di lui, ma qualche informazione l’aveva acquisita: era dannatamente intelligente, una spia consumata, la cosa più vicina a un braccio destro che Voldemort avesse avuto per un anno intero. Non era Lord Voldemort che Severus doveva temere, quindi, ma i suoi Mangiamorte; erano loro quelli che non aspettavano altro che usurpargli la sua posizione privilegiata facendolo cadere in disgrazia. Dove poteva essere un luogo in cui nessun Mangiamorte avrebbe osato frugare?
Un verso la distolse dai suoi pensieri, facendola sobbalzare. Ginny sorrise.
‘Ciao, Fanny.’, disse avvicinandosi a una gabbia per accarezzare il magnifico uccello che la abitava. ‘È un po’ che non ci vediamo faccia a faccia -ormai saranno cinque o sei anni. Sono cresciuta, vero?’
Leslie si accostò alla gabbia, ammirando l’uccello.
‘È la fenice di Silente.’, la informò la ragazza. ‘Non sapevo che fosse ancora viva… Immagino che ci voglia molto più che qualche Mangiamorte per mettere te sottoterra, eh, Fanny?’
All’improvviso, Leslie ebbe un’illuminazione.
‘Ti dispiace se do un’occhiata alla tua gabbia, Fanny?’, sussurrò.
L’uccello si fece educatamente da parte, rivelando uno scomparto segreto che Leslie riuscì facilmente ad aprire, traendone una boccetta di cristallo.
‘Vediamo cosa ha da dirci Severus.’, borbottò. ‘Dov’è questo Pensatoio?’

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: MeiyoMakoto