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Autore: BlackRose96    04/09/2013    1 recensioni
Come sarebbe stata Hogwarts se Hermione Granger, discendente di una nobile famiglia purosangue fosse stata smistata a Serpeverde e Draco Malfoy, figlio di babbani, grifondoro, si fosse innamorato di lei?
La storia inizia dal fatale incontro fra i due, al binario 9 e 3/4 e prosegue fino a quando..
Leggete e saprete ;) è la mia prima fanfiction in assoluto, spero vi piaccia :-*
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Harry Potter, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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                   Capitolo 12

" [Oh Romeo!Romeo! Perchè tu sei Romeo?
Rinnega tuo padre e rifiuta quel nome,
o se non vuoi, giura soltanto che mi ami
e io non sarò più una Capuleti...] "
"Ma io ti prendo in parola!
Chiami amore e sarò ribattezzato!
Ecco, non mi chiamo più Romeo."

Romeo & Giulietta

La mattina dopo. Sala Grande.
Come un dio sceso dall'Olimpo per mescolarsi tra i comuni mortali, fece il suo ingresso in Sala Grande.
Alto, aggrazziato, biondo, occhi color ghiaccio e bello da togliere il fiato. Mezza popolazione femminile di Hogwarts (perchè l'altra mezza cercava di non darlo a vedere) e buona parte di quella di Beauxbatons interruppero la loro colazione per assistere a quella visione.
Draco Malfoy era l'indiscusso ragazzo più gettonato di Hogwarts, e anche se il suo portamento naturalmente elegante faceva sembrare il contrario, era tutto fuorchè consapevole di esserlo.
Era uno dei pochi, in quella scuola, ad avere numerose ammiratrici ma a non peccare di superbia. E a loro, forse, piaceva soprattutto per questo.
Lui non notava quegli sguardi estasiati su di se, troppo impegnato a rivolgere il proprio a una in particolare. Che, come tutti gli altri giorni del resto, non lo degnava di un'occhiata. O almeno così lui credeva.
Giunto al tavolo dei grifoni, prese il suo solito posto in mezzo a Calì e Ron, mentre Harry e la sorellina minore di Ron, Ginevra gli stavano difronte.
"Ce ne hai messo di tempo, amico." gli fece Ron a bocca piena, passandogli il caffè.
"Già." rispose un assonnato Draco. "Stanotte non ho quasi chiuso occhio e non ho sentito la sveglia."
"Eeehi ma sei impazzito oggi c'è la partita di Quidditch, non vorrai presentarti così!" gli ricordò Harry, un pò preoccupato.
"Calmati amico.Non è mica una competizione, anche se farò schifo a chi vuoi che importi? E poi tranquillo, con il caffè torno nuovo." lo rassicurò Draco sorridendo, bevendo un sorso di caffè mentre prendeva la Gazzetta del Profeta.
"Alle tue ammiratrici" gli fece notare maliziosa Ginny, che anche se cercava di nasconderlo aveva una cotta per lui. Come mezza Hogwarts del resto.
Draco scrollè le spalle, poi riportò la sua attenzione sul quotidiano magico.Guardò la varie notizie in prima pagina, per poi soffermarsi su una e alzare sbruffando gli occhi al cielo.
"Che c'è?" gli chiese curioso Harry.
"Come si vede che non sanno più di cosa devono parlare, hanno messo in prima pagina la "notizia" della permanenza di Krum a Hogwarts! Ma per piacere!" sbottò Draco leggermente irritato.
Harry lo guardò stranito, cosa che fece ricordare a Draco che nessuno sapeva della sua storica cotta per Hermione, ne tanto meno delle loro recenti conversazioni. Il pensiero di ciò che era successo la sera prima, motivo della lunga notte insonne del biondino, lo fece alzare istintivamente gli occhi verso il tavolo delle serpi, dove la sua affascinante streghetta stava chiacchierando animatamente con la sua combriccola.
"Ma lui è famoso, è normale che se ne parli." La voce di Harry lo riportò alla realtà, e lui si affrettò a liquidare il discorso con un "Già, già!"

Hermione lanciò un'occhiata assassina a tutte le ragazze presenti lì in Sala Grande, soprattutto all'oca bionda che le sedeva accanto.
-Povere illuse- pensò.
Si era accorta degli sguardi che tutte lanciavano a Draco ogni volta che faceva il suo ingresso, nemmeno fosse un angelo disceso dal cielo.
Stava quasi per perdere il controllo, quando decise che tutte le ragazze , Daphne inclusa, non avevano nessuna colpa. Era difficile resistere al fascino del bel biodino, ma si sentì comunque irritata. Quella era proprietà privata.
Stava sorseggiando tranquillamente il suo the, chiacchierando distrattamente con Blaise, Daphne e Pansy, quando i ricordi della sera prima l'assalirono.
 Era rimasta a lungo, a scrutare il cielo, in attesa di chissà quale aiuto celeste, pensando sul da farsi.
Quello che diceva il biondino aveva senso, certo, ma per lei sarebbe stato difficile. Lei, che lo aveva sempre denigrato, poteva farsi vedere in giro mano nella mano con il mezzosangue? Avrebbe fatto la figura dell'incoerente, che una volta che il biondino le avrebbe dimostrato considerazione, lei avrebbe mandato al diavolo tutte le sue belle parole lasciandosi incantare da lui.
No, non poteva umiliarsi così pubblicamente.
Poi vide una stella cadente, e lo scintillio di quella scia le ricordò gli occhi luminosi di Draco, e nel tempo di un respiro, lei capì.
Non le importava cosa potesse pensare la gente. Non le importava di spezzare il cuore a Daphne, o Krum, anche se di loro il problema non se l'era mai posto. Non le importava se sarebbe passata per incoerente, cosa tra l'altro non vera, perchè dietro ogni insulto, anche se a dirla così sembra strano, c'era tutto il suo amore.
E in un attimo la soluzione le illuminò la mente. L'unica cosa che voleva, era stare con Draco,e avrebbe fatto a pugni con il mondo per riuscirci.
In fondo, lei amava le sfide.Aveva deciso, quindi, di iniziare col parlare con Krum, e lo avrebbe fatto quel giorno stesso.

Draco si aggirava pensieroso tra i corridoi non riuscendo a non pensarci.
Nemmeno il suo invitante letto, la notte prima,  lo aveva distolto dalla sua guerra interiore.
Si era maledetto innumerevoli volte, per non aver baciato Hermione, per essere stato così vicino all'avere quello che aveva desiderato di più negli ultimi anni ed essersi tirato indietro. Il suo dannato orgoglio grifondoro aveva avuto la meglio. Non voleva che la ragazza si vergognasse di lui, per cui alla fine, la sua scelta non potè che sembrargli l'unica fattibile.
Ma allora perchè, stando così le cose, si sentiva così male?
Svoltò l'ennesimo corridoio, e per poco il suo cuore non si fermò.
Stava assistendo all'ultima scena che si sarebbe aspettato di vedere, dopo la sera prima. All'ultima scena che avrebbe voluto vedere, che avrebbe voluto che esistesse,
Gli sembrò quasi che si stesse lacerando, dentro il suo petto, mandando fitte di dolore in tutto il corpo e ghiacciando le vene.
Mai, si era sentito così ferito. Mai così arrabbiato. Mai così deluso. Mai così tradito.
Accecato dalla rabbia strinse le nocche, e con tutte le forze che aveva diede un pugno all'imponente muro dietro di lui.
Non reggendo oltre la situazione, scappò.
Scappò via da quella situazione, da quella realtà,da quella triste sensazione di averla persa. Scappò verso l'unica cosa che in quel momento avrebbe potuto farlo calmare. Il suo manico di scopa.

Hermione si sentiva decisa più che mai. Voleva stare con Draco e la prima cosa da fare nella sua lista, onde evitare disagi futuri, era quella di allontanare Victor. Così, non appena lo individuò fra la grande folla che si aggirava nei corridoi, lo chiamò.
"Victor. Dobbiamo parlare." gli fece seria.
Il ragazzo, sicuro che nessuna ragazza potesse resistergli le rivolse un sorriso smagliante. Si, era convinto che la ragazza, pentita della fuga della sera prima, fosse venuta a chiedergli scusa e a confessargli i suoi sentimenti.
Sull'ultima parte aveva ragione, ignorando però, che i sentimenti di lei fossero rivolti a un altro.
"Dimmi, Hermione." le disse dopo averla trascinata in un angolo isolato dei corridoi.
La ragazza, dopo un attimo di esitazione, si decise a confessargli:
"Mi dispiace, scusa per averti fatto fraintendere le mie intenzioni.
Nell'ultima settimana ho approfittato della tua compagnia solo per far ingelosire il ragazzo che amo. Ora ho finalmente trovato il coraggio per rivelargli i miei sentimenti, e stranamente, lui sembra ricambiarli."
Gli rivolse un sorriso timido, poi continuò:
"Quindi, qualsiasi cosa si fosse creata tra di noi deve finire. E' meglio se non ci vediamo più."
Victor Krum non aveva nemmeno preso in considerazione quella possibilità, si sentiva spiazzato, e decise che nessuna ragazza poteva preferirlo a un altro.
"Tranqilla, Herm. Almeno possiamo rimanere amici? Lascia che ti dia almeno un bacio d'addio."
E detto ciò, senza neanche darle il tempo di registrare le sue parole, la prese per le braccia, e dopo averla attirata a se, le prese con forza la testa, rendendole difficile sottrarsi, invadendo la bocca di lei con la sua.
Fu un momento. Hermione sentì un rumore strano, sordo. Ancora tra le braccia di Victor si girò, per quanto possibile per capire cosa fosse stato.
E lo vide. Draco. Vide il suo sguardo combattuto fra tanti sentimenti: rabbia, dolore... repulsione? Lo vide fuggire, e si sentì che il mondo le stesse crollando addosso

 
  
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