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Autore: Strekon    22/06/2003    2 recensioni
Un oscuro incantesimo ha colpito Hogwarts. Chi sarà in grado di ripristinare l'ordine? Una storia Dark con un fondo di romanticismo....
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La luce verde lampeggiava

La luce verde lampeggiava. Ancora. Ancora. Un trillo ora accompagnava la luce verde. Draco aprì subito gli occhi e si diresse verso la scrivania dove una sfera di vetro grande come un limone brillava e suonava.

“Battlemage Malfoy a rapporto” quasi sussurrò alla sfera.

“Signor Malfoy, è richiesta la sua presenza al quartier generale. Il colonnello Holavson dice che finalmente l’hanno trovato” disse una voce femminile. Mentre parlava la luce della sfera pulsava ancora.

“D’accordo, arrivo subito”

La sfera si spense e tornò silenziosa. Draco sospirò lievemente e puntò lo sguardo verso la ragazza nel letto. Era appena tornato e già doveva andarsene. A lei non sarebbe piaciuto. Decise di vestirsi silenziosamente e poi sgattaiolare via lasciandole un messaggio. Sì, molto meglio. Scrisse due righe su un foglietto e glielo poggiò sul comodino vicino.

Amore, sono tornato in ufficio. Non preoccuparti se torno tardi. Ci vediamo domani. Un bacio, Draco.

Uscì dalla stanza e si diresse in salotto, per riprendere la divisa del ministero. Afferrò la bacchetta e si smaterializzò in un attimo.

Si ritrovò alle porte del quartier generale dei Battlemage, che poi altro non era che la sede del Ministero della Magia. L’ordine dei Battlemage nacque dopo la comparsa e misteriosa scomparsa di Voldemort. Dopo l’attacco a Hogwarts, infatti, sembrò essersi volatilizzato come capitò molti anni prima. Nonostante tutto, i mangiamorte e i devoti a Voldemort non credettero nella sua dipartita e continuarono a radunarsi, anche se a capo dei gruppi vi erano i maghi più fedeli e non lo stesso Signore Oscuro. Compito dei Battlemage era sventare i piani folli dei mangiamorte e mantenere al sicuro il mondo sia magico, che babbano. Draco entrò a far parte del gruppo dopo essersi dimesso dal ospedale, e divenne un ottimo elemento combattente, grazie, soprattutto, alle sue conoscenze di “famiglia”. Pochi all’inizio credettero alla buona fede di Draco. Dopotutto era figlio del mangiamorte Malfoy, perché non avrebbe dovuto seguirlo? Ma dopo pochi scontri tutti si ricredettero sul giudizio datogli: se fosse stato una spia non avrebbe combattuto ed eliminato tanti seguaci di Voldemort. Non glielo avrebbero permesso. O perdonato. In questo modo Malfoy raccolse impressioni favorevoli da chi lo vedeva combattere, ma molte anche sfavorevoli da chi non credeva nel suo cambiamento troppo radicale.

E’ proprio vero che le colpe dei genitori cadono sempre sui figli. Pensava spesso Draco; ed anche in quel momento, mentre raggiungeva il laboratorio 11 al quarto piano. Entrò aprendo la porta di scatto e dentro ci trovò già Alex, Percy e un uomo bagnato fradicio, sudato e con addosso l’aria di chi ha bisogno di una vacanza. Indossava un mantello di tela cerata, nero, che lo copriva completamente, tranne che la testa e i piedi, coperti altrettanto bene da un paio di anfibi dello stesso colore. Anche i capelli, schiacciati sulla fronte, erano spolti e lucidi.

“Draco” salutò la voce facendo un cenno al battlemage appena entrato.

“Remus. Sei un po’ fuori stagione per il bagno lo sai?”

“Smettila di dire stronzate Malfoy e dicci se è questo” gridò Holavson indicando il tavolo.

Draco squadrò il ripiano. Sopra vi era poggiato quello che sembrava un grosso tronco nero, spezzato, che si divideva in più rami quasi a formare una mano scheletrica. Al centro dell’intreccio di rami era incastrata una gemma grande come la testa di Holavson, liscia come la sua pelata e di un colore simile a quello della nebbia invernale. Anche quell’oggetto era bagnato come Lupin, che senza dubbio lo aveva portato fin lì.

Draco alzò gli occhi e osservò i tre in trepidante attesa di un suo verdetto. Percy era impassibile nel volto, ma il crocchiare delle dita sotto il mantello tradiva la sua sicurezza. Alex era agitato come non mai, e lo dava pienamente e vedere. Pareva un bambino che fissa l’orologio la notte di natale aspettando che scocchi la mezzanotte. Remus Lupin era tropo stanco per tradire una qualche emozione, ma in ogni caso non lo avrebbe dato a vedere.

“Sì” sentenziò Malfoy “E’ un Elaboratore Spirituale dei mangiamorte”.

*****

Ginny si svegliò d’improvviso. Non sapeva perché si era svegliata così, di scatto. Poi sentì il campanello trillare in modo prolungato, e capì il motivo. Si avvolse nella vestaglia rossa che indossava la sera e solo ora notò il biglietto sul comodino.

Fantastico… pensò Dobbiamo ancora sposarci e lui già sparisce di casa per lavoro!

Il campanello trillò ancora. Sbuffò scocciata e corse alla porta per scoprire chi era.

“Arrivo! Un attimo!” disse a voce alta in modo che il misterioso visitatore sentisse.

Sono appena le otto di mattina, chi può essere?

Ginny aprì la porta e per poco non ebbe un collasso.

“Ciao Ginny. Come stai?” la salutò Ron.

Lei gli getto le braccia al collo chiamandolo per nome. Lo strinse forte, così forte che Ron senti le suo forme sotto la sottile vestaglia. Era cresciuta in quegli anni, ed era diventata più donna. La sentì singhiozzare mentre il suo viso era ancora appoggiato alla sua spalla. Lui la strinse di più. Rimasero abbracciati per alcuni infiniti attimi, poi Ginny si allontanò e lo fissò, con gli occhi ancora lucidi dal pianto. Rise per un momento mentre lo osservava. Com’era cambiato. Era anni che non lo vedeva. Non andava mai in ospedale a fargli visita. Odiava vederlo steso inerme al letto, e soprattutto non voleva vedere i suoi genitori. Sapeva che sua madre avrebbe cominciato a parlarle, cercando di convincerla a tornare a casa ed abbandonare il suo amato Draco. E lei non voleva. Non voleva litigare per qualcosa che aveva già deciso. Punto e basta.

Ron accennò un sorriso, lei lo afferrò per la mano e lo trascinò dentro casa, chiudendo la porta alle sue spalle.

“Accomodati, ti prego” disse gentilmente Ginny.

Ron si diresse verso il divano dove erano ancora sparpagliati i vestiti di sua sorella. Troppo in disordine per sembrare gettati apposta. Ginny divenne rossa come i suoi capelli e si catapultò in avanti per afferrare velocemente tutta la biancheria e portarla in camera da letto. Ron era allibito, si sedette e vide una foto incorniciata sul tavolino vicino al divano. Draco e Ginny si baciavano sotto i suoi occhi e sorridevano un momento per poi tornare a baciarsi. Ron afferrò la cornice e la squadrò meglio. Ginny tornò sempre sorridendo.

“Scusami Ron, è che, sai, non aspettavo visite, e…” il sorriso sparì dal suo viso mentre guardava la faccia di Ron.

“Ginny, come mi spieghi questo?” chiese indicando la foto e appoggiandola dove stava prima.

“Spiegare cosa scusa? Non ti sarai fatto convincere da mamma, vero?”

“Non è un fatto di convinzioni, Ginny. Guardalo è Draco! Quel Draco Malfoy!”

“Cosa vuol dire? Lui non è come credi!” ora Ginny stava alzando la voce.

“Non è come credo? Ti ricordi cosa diceva e faceva Draco a Hogwarts: a morte i mezzosangue, Weasley straccioni, senza contare i suoi continui piani per metterci nei guai…”

“Stai parlando della scuola, Ron. Ma ti senti? Sembri ancora lo studente che si lamenta per il compagno di classe che gli fa i dispetti! Draco è cambiato. Ha rinnegato la sua famiglia e ora lavora al ministero come mago combattente, nella squadra dei Battlemage”

“Forse più che un alleato è una spia…”rimbeccò acido Ron.

“Come puoi dire così? Draco mi è stato vicino quando non c’era nessuno a consolarmi. Ed io sono stata vicino a lui quando è stato ferito” subito si pentì di avere detto quelle cose.

“Come?” chiese Ron con fare accusatore “Stavi da Malfoy e non dai tuoi fratelli in coma? O dalla tua “migliore” amica Hermione? Eh?”

Ginny rimase zitta. Fissava il pavimento sotto i suoi piedi e piangeva ancora, anche se ora non era per la felicità. Alzò lo sguardo e fissò il fratello.

“Cerca di capirmi! Avevo bisogno di qualcuno che mi aiutasse a dimenticare almeno per un po’ tutte le cose tristi che mi erano capitate! Nessuno pensava che anch’io stessi male!” Ginny ormai singhiozzava.

“Stavo male a vedere cosa vi era successo. Lui è l’unico che si è preoccupato di me come persona!”

“E così hai pensato di infilarti nel suo letto per “aiutarlo”! Gran bella pensata Ginny! Davvero!” urlò Ron alzandosi in piedi.

Ginny spalancò gli occhi scioccata dalle parole del fratello. Gli si avvicinò e gli si parò di fronte.

“Ritira quello che hai detto!” quasi sussurrò tanto era strozzata la voce in gola “Non puoi pensarlo, Ron. Sono tua sorella ed anche un essere umano. Ho bisogno di qualcuno che mi voglia bene!” Ginny lo afferrò per il colletto e iniziò a scuoterlo scandendo le parole. Ron la lasciava fare inerme. Infine lo spinse sul divano.

“Non pensi ad Harry?” chiese Ron con tono piatto.

“HARRY E’ MORTO , RON! E’ morto! Cristo cerca di capire!” urlava contro il fratello seduto sul sofà “Non posso stare tutta la vita a compiangere una “cotta” di scuola! Harry è morto! Non fa più parte né di me, né di te, di nessuno!”

“Ora vattene per favore” concluse Ginny cupa indicando la porta.

Ron si alzò. Il suo viso era serio. Imperterrito si diresse verso l’uscita. Spalancò la porta e fissò Ginny ancora bloccata in quella posizione.

“Addio Ginny” disse Ron e chiuse la porta alle sue spalle.

Ginny si accasciò al suolo, con le mani sul volto. Pianse, urlò, si disperò. Perché era successo? Perché anche Ron? Salì sul divano e si fece piccola piccola. Rannicchiata in quella posizione fetale, di addormentò nuovamente.

*****

“Con questo affare saremo in grado di richiamare gli spiriti dei defunti e di vedere come sono morti. Se lo spirito è ancora vivo o bloccato in qualche modo, ci verrà mostrato il luogo, se fisico, ove si trova.” Spiegò Lupin.

“Molto bene. Remus, sai farlo funzionare?” chiese Percy osservando attentamente lo strano macchinario magico.

“Forse. Non ne ho mai visto uno, ne ho sempre e solo sentito parlare” si voltò verso Malfoy “Forse Draco ne sa qualcosa di più?” chiese speranzoso.

“So per certo che funziona vocalmente. Lucius Malfoy lo utilizzava così” non lo chiamava più “padre” da quando lo aveva rinnegato.

“Bene. Allora tenterei con un incantesimo divinatorio unito con un altro legato al mondo delle anime” sentenziò Lupin.

Remus si avvicinò estraendo la bacchetta da sotto la veste.

Inviso Anima Comperio” recitò, e, in un attimo, la gemma grigia si illuminò di un verde acceso. Ora la pietra sembrava un grosso smeraldo.

“Ah ah! Funziona! Alla faccia di quegli idioti!” quasi grido Alex, che tornò subito silenzioso dopo che Percy gli lanciò un’occhiataccia.

“Ottimo. Facciamo un prova ministro?” chiese Lupin.

“Procedi Remus” acconsentì Percy.

“Bene ora serve il nome di un morto…”

“Giullian Frendey. E’ morto in battaglia la settimana scorsa” disse Draco.

“Bene, proviamo. Giullian Frendey” disse Lupin con voce solenne. Attesero. La Pietra brillava ancora di verde e non accennava a cambiare. La situazione divenne imbarazzante.

“Malfoy! Razza di idiota! Se non sai le cose stai zitto! Attivata a voce…imbecille!” tuonò Alex girandosi verso Draco.

“Credo che stia esagerando ora” disse Lupin rivolgendosi ad Holavson “credo che il problema non stia nell’utilizzo, ma nell’incantesimo che ho usato. Probabilmente non è quello giusto, anche se ha attivato l’oggetto”

Draco fu sorpreso di sentirsi difeso da qualcuno. Non era normale che qualcuno lo difendesse dagli insulti che prendeva. E lì ne prendeva davvero molti.

“Proverò con qualcuno ancora vivo. Draco Malfoy” subito la luce verde si diradò e sulla gemma comparve un edificio. Era il Ministero della Magia. L’immagine si mosse e raggiunse una finestra al quarto piano dell’edificio, vi entrò. Sulla gemma ore era ben visibile la stanza dove si trovavano i quattro uomini.

“Stupefacente” sentenziò Lupin “con un oggetto del genere possono sapere tutto di chiunque”

“Tranne dei luoghi protetti” precisò Percy.

“Ovviamente” disse Lupin “Bhe, ci servirebbe l’incantesimo giusto e poi il gioco sarebbe fatto. Sapremmo cosa è successo ad Hogwarts”

“Già, ma chi cavolo lo conosce? Eh? Solo un mangiamorte, forse, può conoscere il giusto incantesimo da usare” sentenziò bruscamente Holavson.

“L’unico che conoscevo insegnava pozioni ad Hogwarts, ma la stessa scuola è diventata la sua tomba” concluse Percy.

“No” intervenne Malfoy “non credo che Severus Piton conoscesse la for…” Draco si bloccò e si girò verso la pietra magica. L’immagine della stanza scomparve. Il castello di Hogwarts comparve al suo posto.

­­­­­­­­­­­­­­­­­­­Wow! Fuori 6! Sono già al sesto capitolo! Allora come va? Vi piace la fic? Sta proseguendo bene no? Colpi di scena a raffica! A parte gli scherzi, recensite sempre e comunque che mi fa bene per scrivere. Colgo l’occasione per ringraziare:

Leona, Anja Weasley, iceygaze, mikan, Ameliè e Marzy per avere perso pochi secondi per un commento. TANKYOU!!!!!!!!!! Alla Prossima ^_^!!!

   
 
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