CAPITOLO 9: 4 is better than 3
La biondina era
distesa prona sul grande letto a baldacchino, con la testa appoggiata alle
candide braccia e il corpo semicoperto solo da un lenzuolo azzurro. Accanto a
lei Jack era sollevato su un gomito e la guardava dormire. Con una mano le
accarezzava i capelli chiari e finiva sempre con lo sfIorare la curva che la
schiena formava nella parte bassa. Sentiva ogni vertebra sotto le sue dita, e il
respiro regolare e profondo della bella addormentata.
Una luce soffusa,
proveniente da un camino fatto apparire poco lontano, donava alla stanza delle
necessità (questa volta arredata in stile barocco) uno strano velo di calore e
armonia.
La fronte del moro era
però corrucciata e l’espressione lasciava intendere che i suoi pensieri erano
tutt’altro che positivi e allegri.
Non era riuscito a
resistere alla tentazione di fare ancora una volta sua la ragazza, ma ora
iniziava a farsi troppe domande. Doveva parlarle dei sentimenti che nutriva
Colin per lei? Oppure faceva meglio a tenerselo per se, come gli aveva chiesto
l’amico?
Sapeva che presto o
tardi Colin le avrebbe detto tutto, e temeva quel giorno. Luna gli avrebbe
parlato della loro relazione? E se si, come avrebbe reagito il
ragazzo?
Troppe domande senza
risposta si affacciavano nella mente stanca del ragazzo, che però non riusciva a
prendere sonno. Forse, parlandone con Luna avrebbe chiarito tutto, avrebbero
potuto trovare una soluzione assieme…ma non era sicuro che i sentimenti della
biondina nei suoi confronti fossero tanto forti da poter discutere di cose
simili in completa normalità.
Jack sbuffò
teatralmente e si lasciò cadere sulla schiena. Aveva bisogno di
rilassarsi…
Aveva iniziato quella
storia con Luna proprio per non dover avere alcun problema, per poter vivere
tranquillamente la vita…e invece si ritrovava ad avere un sacco di questioni
scottanti tra le mani, e non sapeva come risolverle. Non voleva avere una
relazione seria proprio per quello: per non doversi giustificare, niente vincoli
e legami. E tuttavia era incappato in una situazione più grande di lui. Tutto
quello che desiderava ora era poter passare del tempo con una ragazza senza
preoccuparsi delle conseguenze, desiderava solo godersi la vita. E
basta.
- Mi sembri
preoccupato Jack…- sussurrò timorosa Luna, mentre si rivestivano. Il moro la
guardò di lato, ma non disse nulla. Si limitò ad una scrollata di spalle e tornò
a concentrarsi sui bottini della camicia. La ragazza continuò – C’è qualcosa che
ti infastidisce? Qualcosa che ti preoccupa? Puoi parlarmene, lo sai!-. Jack si
voltò verso di lei, dalla parte opposta del grande letto, e sbottò – No, questa
volta non posso parlartene, fattene una ragione!-. Il suo tono era secco e
stanco, ma non fece desistere la biondina – Ma Jack…perché non ti fidi? Puoi
dirmelo…forse potrò aiutarti!-. Il ragazzo afferrò la felpa grigia e si avvicinò
alla porta molto scazzato – Mi vuoi lasciare un attimo stare, Luna? Sono stanco,
e di cattivissimo umore…se ti dico che non posso parlartene, ci sarà una
ragione, non credi?Ho bisogno di un po’ di tempo!- e con questo scatto di rabbia
se ne andò sbattendosi la porta alle spalle. La ragazza rimase impietrita ai
piedi del letto, osservando stralunata la porta chiusa. – Ma cosa diavolo gli è
preso?- si chiese soprappensiero.
Tutto quello di cui
aveva bisogno Jack in quel momento era un po’ di tranquillità e un modo per
distendersi. Si sentiva a pezzi, dopo una nottata passata a pensare.
Fortunatamente era sabato, e ciò voleva dire niente lezioni!
Senza pensarci troppo
corse nel suo dormitorio, afferrò un asciugamano ed entrò in bagno per farsi una
doccia calda e tonificante. Doveva assolutamente rilassarsi dopo la mezza
litigata con Luna.
In effetti la doccia
fu un vero toccasana. Miracolosamente si sentì rinnovato e pieno di vigore.
Quando spense il getto caldo della doccia era tornato come nuovo, in perfetta
forma. Non doveva preoccuparsi di nulla, lui. Avrebbe fatto tutto il destino e
lo scorrere del tempo. Era inutile pensarci troppo sopra, sarebbe stato solo
dannoso.
Con un sorrisetto
prese l’asciugamano bianco e uscì dal box doccia. Appena mise piede nell’atrio
dei bagni, ancora completamente nudo e bagnato, sentì uno strano rumore, come se
qualcuno trattenesse il respiro. Jack alzò gli occhi e incrociò quelli
altrettanto scuri di una ragazza. Seguì un attimo di silenzio piuttosto teso, e
infine Jack comprese di trovarsi di fronte ad una sconosciuta completamente,
totalmente, assolutamente nudo.
Sgranò gli occhi dalla
sorpresa e si coprì come meglio poteva con l’asciugamano che teneva ancora in
mano. Era piccolo e gli arrivava ben sopra al ginocchio, ma almeno fungeva allo
scopo.
- Ehm…- mormorò rosso
e imbarazzato come non mai. La ragazza invece sembrava perfettamente a suo agio
e lo guardava tra il divertito e il malizioso. Jack era sicuro di non averla mai
vista prima. Era piuttosto bassa, con profondi occhi castani e i capelli corti, sbarazzini, castani con
riflessi ramati.
Istintivamente gli
sembrava più giovane di lui, ma non ne era sicuro. Anche lei indossava solo un
accappatoio di spugna bianco leggermente aperto sul davanti. – Ch..che cosa ci
fai tu qui?- le chiese sconvolto, cercando di coprirsi con il corto asciugamano
in vita. Lei sorrise e disse – Beh…ero venuta a farmi la doccia, ma non sapevo
che era occupata!- e intanto continuava a scrutare attentamente il moro in ogni
minimo dettaglio, soffermandosi spesso sul panno legato ai fianchi che però
lasciava intravedere le forme sottostanti. Anche Jack la guardava con curiosità,
e solo dopo diversi secondi si ricordò della situazione in cui erano –Ah! In
verità…- disse con voce improvvisamente arrochita – questo è il bagno maschile.
Quello di voi ragazze è a destra…-. La ragazza si guardò attorno e spalancò la
bocca per la sorpresa – Davvero? Ma non è possibile che mi sia sbagliata!-.
Poi una scintilla di comprensione
folgorò entrambi e contemporaneamente esclamarono – Qualcuno deve aver scambiato
i cartelli per scherzo!-. Dopo averlo detto si guardarono con circospezione e
poi sorrisero. La ragazzina disse – Beh, mi spiace di averti disturbato, non era
mia intenzione. Io comunque mi chiamo Alicia, piacere di conoscerti!- e gli
porse una mano. Il moro l’afferrò subito ed esclamò contagiato dall’entusiasmo
di Alicia – Io sono Jack!-. Però
nel momento in cui le strinse la mano l’asciugamano cadde a terra, facendolo
rimanere nuovamente nudo di fronte a lei. – Opsss…-.
Per chi voleva altri
disguidi e casini, eccovi servite! In fondo quattro è meglio di tre,
no?
Spero che vi sia
piaciuto ...
Grazie mille a chi
legge, commenta e inserisce questa storia tra i
preferiti!!!
Un bacio
...
(becky)