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Autore: Nahash    04/09/2013    4 recensioni
Ukoku e Komyo. Il loro sentimento e i le loro sensazioni sublimi all'interno di Flash che faranno parte di una raccolta. Questa sarà dedicata alla Luna e all'Oscurità.
Genere: Erotico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Komyo Sanzo, Ukoku Sanzo
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Note: Si ok, ok aggiorno sempre troppo in fretta mentre a volte capita che passino mesi, ma ehi l'ispirazione non si comanda quindi siate allegri di questi aggiornamenti veloci ù.ù
Il testo che vedrete in corsivo sono i versi della canzone Albascura dei Subsonica, mentre per quello che ho scritto io è stato ispirato dalla canzone Sogno d'estate di Raf almeno mi è sembrato... (canzone passatami da Ita rb)
Spero vi piaccia, è un esperimento anche questo si.

 
Frasi che ora sanno d'inutilità,
Di desideri tiepidi già smossi.
Lei si riveste, ormai non la diverte più.
Probabilmente lui vorrebbe anche ricominciare.


Ricordavano tutto così fugacemente da straziargli il cuore ad entrambi ogni volta che ci ripensavano, distanti, non gli restava che sperare che presto sarebbe arrivata la notte, così che, in un sogno si potessero rincontrare.

Alibi che attenuano l'oscenità
Riflessa intorno alle bottiglie vuote
Dai suoi vent'anni opachi e rispettabili:
Così si sa che c'è qualcosa che non va.

 
Eppure l'altro, ricordava quale strano fanciullo fosse la notte, un'inspiegabile calamità alla quale non si poteva non andare incontro.
Non aveva neanche vent'anni che già sembrava quell'indomita creatura capricciosa che tutto osservava con superficialità, perché, lui, dalla sua posizione, era superiore a tutto.

La notte schiude le sue braccia fragili
Tra le emozioni che si intrecciano
E lei confonde spesso forza ed esperienza
Per tutti gli uomini osservati da sotto.
Si nutre di cose che fanno male
E ama quando è l'ora di odiare,
Si nutre di cose che fanno male
E odia quando è l'ora di gridare.

 

Ed eccolo che quando arriva la notte, lui lo circondava con le sue braccia tremanti. Non aveva freddo, ma era la paura che presto o tardi la Luna prendesse il suo dovuto posto.
Sulle scie del vento sentimenti correvano impazziti, così forti e feroci da cozzare spesso piuttosto che amalgamarsi. La  Luna sapeva che sarebbe andata contro il suo declino, contro il suo ultimo fiorire, eppure si era poggiato dolcemente su quella tenebra, che preferiva ospitare nell'interezza del suo essere, piuttosto che, inghiottirlo. Purtroppo, però, lo faceva con la sua sola presenza.

Abiti firmati d'inutilità
Riscattano un affetto che ora latita.
Buone maniere che sono sempre le stesse:
Da sempre sa che c'è qualcosa che non va

 
Quelle vesti andando strette ad entrambi e per un certo senso neanche le sentivano. Presenti a loro stessi sentivano soltanto il richiamo dei loro cuori, più che il peso di un sacerdozio non voluto e costretto.
Il volto della pallida Luna si ostentava sempre su quel flebile sollievo che diffondeva calma e terrore allo stesso tempo, ma lui, la tenebra, era così audace e disincantato da tutto che non aveva il minimo timore, anzi, si auspicava di trovare così la sua dolce morte, tra le braccia del satellite.

La notte che sorride ha denti fragili
Per tutti i calci che l'aspettano.
Generalmente lei non dà la confidenza
A tutti quelli che si atteggiano troppo.
Si nutre di cose che fanno male
E ama quando è l'ora di odiare,
Si nutre di cose che fanno male
E odia quando è l'ora di gridare.



Se era la luna ad attrarre a se solitamente, sta volta, era stata lei a cedere o semplicemente le cose erano andate così come dovevano andare, senza troppe incertezze, fu solo un attimo.

Solo una cosa so di sicuro: vorrei raschiare la mia faccia contro il muro.
Solo una cosa so di sicuro: lasciare andare tutto il mio dolore contro questo muro.
So di sicuro: lasciare andare la mia faccia contro il muro.
Solo una cosa so di sicuro: vorrei raschiare tutto il mio dolore contro-questo-muro.
Bocche dal sapore d'eventualità appiccicano sguardi, l'aria è satura.
Quasi vorrebbe la scoprissero gettarsi in pasto giusto il tempo di ricominciare.

 

Il corvo cominciava a gracchiare forte nella notte, straziato dal dolore della lontananza. La Luna era andata via da lui, dopo un lungo anno. Non poteva seguirla, anche se luna e notte fanno parte della stessa storia.
Il dolore del povero corvo era così forte, da far piegare la Luna sulla schiena per trattenere le lacrime.

A casa questa notte non ritornerà.
In viaggio fuori-serie verso nessun posto.
Narici rispettabili festeggiano:
Così si sa che c'è qualcosa che non va.

 
Avrebbe voluto viaggiare ancora una volta con lui, ancora un anno, anche senza meta, senza motivo, solo per toccarlo, per vederlo, per baciarlo. Per invocarlo ancora una volta.

La notte scivola sugli occhi gravidi,
Gonfi di amaro che rovesciano.
Generalmente lei riserva indifferenza
A tutti quelli che si stringono troppo.
Si nutre di cose che fanno male
E ama quando è l'ora di odiare,
Si nutre di cose che fanno male
E odia quando è l'ora di gridare.


Eppure un'altra notte era finita così come un altro sogno sfumato tra le pareti della mente. Le lacrime scendevano dagli occhi del bonzo dai biondi capelli, anche se, spesso e volentieri faceva finta di niente. Il corvo, ostinato, cercava in qualche modo, invece, di acciuffare i suoi sogni, così che potesse amare odiandolo.
Il loro era un circolo vizioso senza fine, ma che qualche Dio aveva legato da un sottile legame indissolubile, che anche con tanta sofferenza, riuscivano a rimanere legati seppur appesi con un soffio.
 
   
 
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