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Autore: Altair13Sirio    04/09/2013    1 recensioni
Seguito di "Assassin's Creed: Rebirth".
"Cara sorella, ho delle notizie per te, e forse non ti piaceranno… Ho tradito i Templari. Sono diventata un’Assassina. La notizia potrebbe arrivare a Costantinopoli da un giorno all’altro, ed è per questo che ti scrivo: devi scappare, altrimenti potrebbero usarti come ostaggio, e addirittura ucciderti! Conosci bene i Templari, e sai che lo farebbero. Non pensare che avranno compassione per te; non pensare che chi chiamavi amici o Fratelli non ti faranno nulla! Scappa! Non farti notare da nessuno, e nasconditi. Presto verremo a portarti via, e torneremo a casa.
Spero di rivederti presto.
Tua sorella Fiora"
Un Templare che è diventato un Assassino, un Assassino che è diventato un Templare, due sorelle da salvare, un'amica venuta in aiuto, un Maestro Assassino e il suo apprendista, uno strano e loquace medico e un monaco che vuole vendicarsi.
Un viaggio fatto per finire ciò che avevano cominciato. Ma saranno all'altezza delle prove che li attendono?
E un'ombra del passato tornerà indietro, ma quali saranno i suoi piani?
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Il Lupo, Leonardo da Vinci, Yusuf Tazim
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Assassin's Creed: The Rebirth'
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Il Lupo era su una grande nave che aveva preso a Masyaf. Erano passati sette giorni, sei ore, tredici minuti e cinquantuno secondi. Ora stavano per approdare. Riusciva a vedere subito la Torre di Galata, che si stagliava in cielo, ma anche altri edifici, come Santa Sofia, più a sud, oppure il Palazzo Topkapi, a est. Aveva studiato alcune carte di Costantinopoli, per essere preparato. Non voleva certo perdersi nella città…
La nave attraccò e i marinai cominciarono a fissarla al molo, lanciando funi a terra. Il Lupo si avvicinò alla passerella e scese dalla nave. Si guardò intorno. Purtroppo non aveva idea da dove cominciare… Pensava di andare alla Gilda degli Assassini locale, ma non sapeva dove andare, dato che non aveva scorto la torre… Decise di chiedere informazioni a un medico, con la solita maschera “a becco”, che stava raccogliendo i suoi medicinali in alcune casse. Si avvicinò e provò a parlargli in arabo. Quello notò che non riusciva a parlare in quella lingua e lo fermò.
<< Sono Italiano anch’io, signore. >> Disse. Il Lupo fu sorpreso di incontrare un Italiano così lontano dalla sua terra, e ne fu lieto.
<< Ah, che fortuna. Penso che sappiate dove si trova – ehm – la Gilda degli Assassini? >> Sussurrò. Il medico disse:<< Ah, certo! Sono qui da poco tempo – qualche settimana – ma so bene dove si trovano. Anche voi siete uno di loro? >> Il Lupo annuì un po’ timido. << Bene! Venite con me, vi accompagno! Stavo giusto spostandomi laggiù; sapete, qui al porto non si fanno molti affari… >>
Il Lupo si lasciò guidare dal dottore, che continuava a parlare dei recenti avvenimenti che avevano scosso Roma.
<< Ne so qualcosa… >> Disse Il Lupo abbozzando un sorriso.
<< Ma certo! Voi siete Il Lupo: il famoso Templare redento e divenuto Assassino! >> Esclamò quello ad alta voce.
Il Lupo non se lo aspettava. << Come fate a conoscermi? >> Chiese.
<< Scherzate? Tutti vi hanno visto, quel giorno, e a Roma erano in molti a conoscere questa vostra abitudine di tenere sempre il cappuccio sulla testa… >> Continuò a parlare. Disse che si era trasferito a Costantinopoli perché a Roma la situazione era un po’ instabile, a causa degli ultimi avvenimenti, e aveva preferito andare in quella città così lontana perché aveva sentito che si facevano molti affari. Il Lupo lo ascoltava con interesse, per vedere quanto fosse informato su di lui e sugli Assassini, ma non prendeva tutto quello che diceva per oro colato: pensava che mentisse su alcune cose, ma non era importante; ognuno ha i suoi segreti, e non era certo lui, che doveva impicciarsi negli affari degli altri, anche se quell’uomo, se avrebbe avuto un paio d’ore di tempo, avrebbe potuto raccontargli tutta la storia della sua vita. Il Lupo sorrise, quando si ricordò di Fabiola, l’Assassina che si era presa cura di lui quando era stato ferito dai Templari, con la stessa capacità di poter parlare per ore… Gli sembrava fosse passata una vita, dall’ultima volta che aveva visto gli Assassini, e invece era passato solo un mese e mezzo…
<< Siamo arrivati. >> Lo informò il medico, destandolo dai suoi pensieri. Davanti a se, Il Lupo vide una torre alta e stretta, che partiva da un edificio grosso e largo, con una cupola sul tetto e un cortile davanti alla porta d’ingresso. << Questa è la torre degli Assassini. >> Disse il medico spingendo il suo carretto ai lati della strada. << Se avrete bisogno di aiuto, non esitate a chiamarmi: per un compaesano, in questa terra lontana, i servizi sono gratuiti. >> Il Lupo sorrise per la gentilezza, e ringraziò il medico. Entrò poi nella porta del cortile.
Il Lupo era sopra una rampa di scale che portava in basso. Scese le scale e si ritrovò sopra un ponte di legno, sospeso sopra un fiume sotterraneo, che portava in due direzioni: a sinistra vide una libreria, mentre davanti a sé vide una grande sala adornata con cuscini e statue… Mentre camminava chiamava, chiedendo se ci fosse qualcuno. Entrato nella sala grande, vide un uomo incappucciato seduto dietro un tavolo a consultare delle mappe. Da un’altra stanza a sinistra uscì un uomo di trentacinque anni, con la barba nera e i capelli lucenti, con una bandana sulla testa. Gli abiti, chiaramente da Assassino, erano grigio chiaro, con segni arabi disegnati sopra. Il cappuccio era abbassato e sulla spalla sinistra aveva quattro pugnali da lancio. Al fianco sinistro aveva un spada dalla lama leggermente curva, detta Kijil, e all’altro fianco si poteva vedere un pugnale arabo, ricurvo e dentellato. Ai polsi le immancabili lame celate, ma Il Lupo notò che in quella destra c’era qualcosa di diverso: come se spuntasse un uncino.
<< Oh, tu devi essere Il Lupo! >> Esclamò sorridendo. L’Assassino seduto alzò lo sguardo. << Mi dispiace di non essere venuto al porto, ma sono tempi duri, e non posso certo lasciare la torre incustodita… >> Il Lupo gli strinse la mano. << Con chi ho il piacere di parlare? >> Chiese. L’uomo sorrise e si molleggiò sui talloni. << Io sono Yusuf Tazim. Benvenuto, Fratello! Lui è Ahmed Sarraf, il mio uomo migliore! >> L’Assassino si alzò e fece un inchino. << Onorato di fare la conoscenza di un uomo tanto abile quanto famoso. >> Disse. Aveva trent’anni, i baffi neri non erano molto lunghi, e i vestiti erano simili a quelli di Yusuf, ma meno sfarzosi. Le armi erano più semplici: il suo Kijil era più sottile e l’impugnatura non aveva il buco che aveva quello del Maestro, e  , diversamente da Yusuf, portava una balestra sulla schiena.
<< Famoso? >> Chiese Il Lupo.
Yusuf annuì:<< Sì. Il Mentore Ezio Auditore ci ha scritto e raccontato della tua storia. Siamo felici di ospitarvi…? >> Si guardò intorno. << Non dovrebbe esserci anche Fiora Cavazza? >> Chiese. Il Lupo si stupì. << Come? Non è qui? >> Chiese. Yusuf strinse le spalle. Ahmed non sapeva di cosa stesse parlando. Il Lupo gli raccontò della divisione, arrivati a Costantinopoli e della fuga da Masyaf.
<< Pensavo fosse venuta da voi, ma a quanto pare… >> Il Lupo stava già per mettersi a cercarla, ma Yusuf lo fermò. << Calmati, Fratello. La città è grande, ma se non la conosci bene, cercare è inutile! Facciamo così: cerchiamo prima in questo distretto, il distretto di Galata, e se non la troviamo, allora cominceremo a setacciare tutti gli altri dsitretti. >> Il Lupo accettò, ma sapeva che se Fiora era da sola, allora non avrebbe impiegato molto a cacciarsi nei guai. Yusuf raccomandò ad Ahmed di fare la guardia al covo. Loro sarebbero andati in cerca di Fiora per tutto il distretto.
<< Non ti preoccupare. >> Disse il Maestro Assassino al Lupo. << Conosco la città come il filo della mia lama, la troveremo di certo! >> Il Lupo si fidava di Yusuf, anche se pensava che esagerasse: Costantinopoli era una grande città, e anche se straniera, Fiora avrebbe trovato comunque un posto dove nascondersi.
Cominciarono a cercare. Il Lupo cercava in ogni vicolo e anfratto gli capitasse sott’occhio, ma Yusuf lo avvertiva: non tutti i nascondigli erano così facili da trovare. Disse che una volta aveva trovato una spia Bizantina dentro un’anfora.
<< Bizantina? >> Chiese Il Lupo.
<< Sì. Voi li conoscete meglio come Templari, ma, a parte il nome, sono sempre gli stessi… >> Rispose Yusuf. Il Lupo si guardò intorno. << Sono questi con le armature verdi? >> Chiese indicando un soldato con una maschera e uno strano copricapo.
Yusuf rise. << No, loro sono i Giannizzeri, i soldati ottomani! >> Fece una pausa e continuò. << Diciamo che loro sono in parte alleati e in parte nemici… Se fai qualcosa di sbagliato, ti puniscono, ma se righi dritto senza creare fastidi, ti lasciano in pace. >> Guardò dietro un tavolo rotto appoggiato al muro. << I Templari sono qui da poco, e portano delle vesti e delle armature cremisi. Si fanno chiamare Bizantini, ma il loro Ordine è lo stesso di quello a cui facevi parte tu. >>  Il Lupo annuì. << I Giannizzeri, inoltre, sono nemici dei Bizantini, e quindi se li incontrano, non esitano a dargliele di santa ragione… Quando i musulmani sono arrivati in città, questo posto era diverso: i Templari governavano Costantinopoli, e la gente moriva di fame nelle strade. I Giannizzeri li hanno scacciati, e hanno rifondato la città, dandole un nuovo nome: Istanbul. >>
<< Istanbul? >> Chiese Il Lupo guardando dietro un angolo. Yusuf annuì. << La popolazione è aumentata, e la città si è ingrandita! Da allora i Templari tentano di riprendersi la città, ma gli sforzi sono pressocchè inutli… >>
Il Lupo Entrò in un vicolo. Si arrampicò su un muro e cominciò a salire. A un tratto vide Yusuf superarlo con un balzo. Rimase a bocca aperta. Arrivato in cima alla casa, gli chiese come aveva fatto.
<< Merito della lama uncinata! >> Rispose scattando col polso destro. << E’ la tradizionale lama celata, ma ha su di sé un uncino che rende facile arrampicarsi e spostarsi da un tetto all’altro della città. >> L’Assassino mostrò al Lupo l’uncino. Il Lupo sorrise. << Insomma… E’ come barare! >> Disse. Yusuf rilassò il polso. << Bè… Se i tempi cambiano, ti devi adattare. >> << Giusto. >> Disse Il Lupo. Lanciò uno sguardo sulla cima della Torre di Galata.
<< E’ enorme… >> Disse. Yusuf annuì soddisfatto. << Ci sei mai salito? >> Chiese. << Scherzi? Almeno un migliaio di volte! E’ magnifica la vista da lassù!>> Il Lupo sorrise. << Ti va una sfida? >> Chiese. << Come?  >> << Io e te, a chi arriva prima. Si parte da dove si vuole e si usano tutte le tecniche che si vuole. >> Disse Il Lupo. Yusuf fece qualche passo pensandoci su, poi scattò verso la torre dicendo:<< Sì! >> Il Lupo lo inseguì. Yusuf si arrampicò sul tetto di una casa mentre Il Lupo faceva il giro della torre per trovare un punto da cui salire. L’Assassino Ottomano saltò dal tetto della casa e raggiunse le mura che partivano dalla torre. Il Lupo salì le scale e si arrampicò sulla porta. Faceva attenzione a dove mettere i piedi e le mani: una mossa falsa e sarebbe potuto precipitare. Yusuf si muoveva agilmente, grazie alla sua lama uncinata, ma il percorso che aveva scelto gli imponeva di spostarsi frequentemente, a causa dei pochi appigli consecutivi. Il Lupo era arrivato in cima. Nello stesso momento vedeva Yusuf apparire a pochi metri da lui. Scattarono verso il centro della torre, dove ne svettava l’ultima parte. Si arrampicarono verso la cima. Yusuf faceva dei balzi grazie alla lama, ma Il Lupo non era da meno, grazie a tutti gli anni passati ad arrampicarsi sugli alberi, e non era stanco per niente. Misero le mani sulla punta della torre assieme. Si sbellicarono dalle risate. Il Lupo si arrampicò e si sedette sulla cima, contemplando la città. Yusuf gli stava accanto.
<< E’ così grande… >> Yusuf lo ascoltava in silenzio. Sapeva che era preoccupato per Fiora. << E così bella… >> Yusuf sorrise.
<< Benvenuto a Kostantiniyye, Fratello. >>
Il Lupo si mise in piedi. Voleva provare un Salto della Fede da quell’altezza. Saltò e precipitò a terra, proprio dentro al carretto contenente fieno che aveva avvistato poco prima di lanciarsi.

 
   
 
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