E' gennaio., il solito freddo gennaio, in questa Londra ricoperta di bianco. Quando torno da lavoto, dopo una gionata sfiancate, ma piena di sorrisi, amo accucciolarmi sul mio divanetto posto al fianco della finestra che da sul Tamigi.
Amo rinchiudermi nella mia solita felpa e nella sciarpa rossa vecchia di un compleanno. L'ha fatta per me Sarah, una ragazzi di ventisette anni mala di leucemia, conosciuta al mio primo anno di "dottor sorriso" qui a Londra.
Dice di dovermi tanto, perchè da quando mi ha conosciuta, la sua malattia non è più così terribile.
Si sbaglia.. sono io a doverle tanto. Perchp grazie a leimì, ho capito che la vita va vissuta e affrontata.
-Hoope! Hooope!- una voce malaticcia e roca, proviene dall'altra parte della casa.
Oddio! Alyssa! Adesso mi ucciderà. Sono entrata da quella porta ben trenta minuti fa e non mi sono ricordata che lei è a letto influenzata.
-Aly!- le urlo -arrivo!
Per farmi perdonare, tiro fuori dalla mia borsa un pugno di caramelle all'anice, le sue preferite.
-Ma sei ancora a letto?! Che intendi fossilizzarti?- le dico tirandole via le coperte.
Scansafatiche che non era altro. Uno sguardo dei suoi, uno di quelli che ti fulminano e un solo mugolio stufato. Riprende le coperte e sprofonda nel cuscino.
-Te mi sa che non sei più malata! Sei solo troppo pigra per ammetterlo!- sembro sua madre.
-Perchè non prepari qualcosa per cena? Ho fame! - dice con la faccia nascosta nel cuscino.
Inizio a farle il solletico -Alzati immediatamente! Rimettiti in sesto e stasera andiamo a bere qualcosa..-
-Ma io... - quanto la fa ridere il solletico.
-Ma niente! Alzati e in marcia!

Londra di sera ti libera da ogni pensiero.. E poi al mio fianco ho la mia amica di sempre. La malata immaginaria, quella che ama poltrire.

-Aly entriamo qui? Ti va?-
-Sono stanca! - dice sbuffando con un piccolo sorriso
-Aggiudicato! Entriamo qui! - la afferro per un braccio e la triscino dentro con me.

Il "Boathouse" stasera è gremito. E' una botta di vita.